Ing. Stefano Pancari

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2 RIFERIMENTI LEGISLATIVI: -D.LGS.81/08 (TESTO UNICO) ALLEGATO IV p.to 1.9 del 30/04/2008 Linee guida microclima, aerazione e illuminazione nei luoghi di lavoro ISPESL 1 giugno 2006

3 DEFINIZIONE Complesso dei parametri climatici dell ambiente locale (ma non necessariamente confinato) che determina gli scambi termici fra l ambiente stesso e gli individui che vi operano. Si distinguono : - Ambienti moderati con condizioni non troppo distanti dalle condizioni ideali per l organismo umano in cui il sistema di termoregolazione risulta in grado di operare i necessari aggiustamenti per assicurare condizioni di omeotermia. - - Ambienti severi caldi e ambienti severi freddi nei quali specifiche ed ineludibili esigenze produttive determinano la presenza di alte o basse temperature in cui è necessario prevedere dei tempi massimi di esposizione o fornire ai lavoratori degli opportuni dispositivi di protezione individuale.

4 Aerazione nei luoghi di lavoro chiusi Nei luoghi di lavoro chiusi, è necessario far sì che, tenendo conto dei metodi di lavoro e degli sforzi ai quali sono sottoposti i lavoratori, essi dispongano di aria salubre in quantità sufficiente ottenuta preferibilmente con aperture naturali e quando ciò non sia possibile, con impianti di areazione. Se viene utilizzato un impianto di aerazione.,esso deve essere sempre mantenuto funzionante. Ogni eventuale guasto deve essere segnalato da Un sistema di controllo, quando ciò è necessario per salvaguardare la salute dei lavoratori. Se sono utilizzati impianti di condizionamento dell aria o di ventilazione meccanizzata, essi devono funzionare in modo che i lavoratori non siano esposti a correnti d'aria fastidiosa

5 Aerazione nei luoghi di lavoro chiusi SI RICORDA CHE GLI IMPIANTI DEVONO ESSERE SOTTOPOSTI A PERIODICI CONTROLLI E MANUTENZIONE, PULIZIA E SANIFICAZIONE per la tutela della salute dei lavoratori

6 Temperatura dei locali la temperatura nei locali di lavoro deve essere adeguata all organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori umidità per il giudizio della temperatura Velocità dell aria

7 Temperatura dei locali Le finestre, i lucernari e le pareti vetrate devono essere tali da evitare un soleggiamento eccessivo dei luoghi di lavoro, tenendo conto del tipo di attività e della natura del luogo di lavoro. Quando non è conveniente modificare la temperatura di tutto l'ambiente, si deve provvedere alla difesa dei lavoratori contro le temperature troppo alte o troppo basse mediante misure tecniche localizzate o mezzi personali di protezione

8 Umidità Nei locali chiusi di lavoro delle aziende industriali nei quali l'aria è soggetta ad inumidirsi notevolmente per ragioni di lavoro, si deve evitare, per quanto é possibile. La formazione della nebbia, mantenendo la temperatura e l'umidità nei limiti compatibili con le esigenze tecniche.

9 BILANCIO TERMICO Il bilancio termico del nostro organismo può essere schematicamente espresso dalla seguente equazione: M ±C ±R ±E = 0 C = quantità di calore scambiata con l'esterno per convezione (contatto solidoliquido) e conduzione (contatto solido-solido). R = quantità di calore scambiata per irraggiamento ed è funzione della temperatura radiante media e della temperatura cutanea del soggetto. E = evaporazione, processo molto rapido di dissipazione di energia, che induce un abbassamento della temperatura dell'organismo attraverso tre diversi meccanismi.

10 SCAMBIO PER CONVEZIONE M ± C ± R ±E = 0 Lo scambio per conduzione è molto limitato, non superando il 3% dello scambio complessivo. I fattori che influenzano lo scambio per convezione sono la temperatura dell'aria ambiente, la velocità dell'aria e la resistenza termica del vestiario. I fattori che condizionano lo scambio per conduzione sono da riportare alla temperatura della superficie di scambio, all'estensione della superficie di contatto, alla resistenze termiche del vestiario e del corpo esterno; maggiore sarà la differenza tra temperatura dell'organismo e temperatura dell'aria o del corpo di contatto dell'organismo, maggiore sarà la quantità scambiata. Anche la velocità dell'aria ha notevole influenza poichè al suo incremento aumentano gli scambi termici. L'isolamento termico del vestiario viene espresso in Clo (Clothing) ed è funzione dello spessore dello stesso e non della qualità o del tipo di tessuto impiegato.

11 SCAMBIO PER IRRAGGIAMENTO M ± C ± R ±E = 0 Qualunque corpo che abbia una sua temperatura, diversa dallo zero assoluto, emette delle radiazioni elettromagnetiche chiamate energia radiante che possono essere trasmesse da un corpo all'altro se fra i due elementi vi è il vuoto oppure un mezzo in grado di condurre completamente o parzialmente queste radiazioni. La temperatura radiante viene misurata mediante un globotermometro.

12 SCAMBIO PER EVAPORAZIONE M ± C ± R ± E = 0 Il primo meccanismo è la sudorazione; essa provoca una notevole dispersione di calore attraverso l'evaporazione del sudore (per un litro di sudore evaporato si ha la dispersione di 600 Kcalorie). Il secondo meccanismo è la "perspiratio insensibilis" cioè l'evaporazione dell'acqua contenuta nei tessuti cutanei. Il terzo meccanismo infine è l'evaporazione di acqua dagli alveoli polmonari. Per un soggetto a riposo in ambiente termico confortevole la cessione di calore per evaporazione avviene attraverso la perspiratio e attraverso gli alveoli polmonari. Durante sforzi fisici intensi in ambienti termici sfavorevoli la cessione di calore per evaporazione può essere anche 30 volte più alta di quella dovuta ai meccanismi precedenti.

13 COMFORT TERMICO Allorché il bilancio termico diventa positivo (o negativo) intervengono i meccanismi termoregolatori al fine di mantenere la temperatura entro i limiti compatibili con le proprie funzioni vitali. L'impegno esasperato di tali meccanismi (come si può verificare in particolari ambienti lavorativi in presenza di importanti fonti di calore) dà luogo ad una situazione di stress termico. L'insorgenza di questa situazione può preludere allo sviluppo di veri e propri processi patologici (ad esempio il colpo di calore) se l'esposizione non viene limitata nel tempo. Un impegno più modesto dei meccanismi di termoregolazione può invece dare luogo a sensazioni fastidiose dal punto di vista termoigrometrico che determinano situazioni di discomfort termico (sensazione di caldo o molto caldo), nella genesi delle quali la sensibilità soggettiva investe sempre un ruolo importante.

14 FATTORI FISICI AMBIENTALI Temperatura dell'aria o di bulbo secco a ventilazione forzata TA. Temperatura del bulbo umido a ventilazione forzata TW. Temperatura del bulbo umido a ventilazione naturale TN. Temperatura globotermometrica TG. Velocità dell'aria VA. Temperatura media radiante TR. Umidità relativa RH misurabili direttamente con opportuna strumentazione. FATTORI SOGGETTIVI Temperatura cutanea Temperatura corporea interna Vestiario indossato Superficie corporea vestita Superficie corporea svestita Capacità sudorativa Attività metabolica di base Attività fisica svolta Età Peso Acclimatazione Stato di salute

15 EFFETTI PER LA SALUTE Per un funzionamento ottimale l'organismo umano deve mantenere la sua temperatura sui 37 C: nel caso di temperatura esterna sensibilmente più elevata di quella corporea (stress da calore) "il termometro interno agisce sulla circolazione sanguigna e l'effetto più importante si manifesta sull'epidermide con l'aumento della sudorazione. Oltre certi limiti tuttavia non viene più assicurato il bilanciamento termico e la temperatura del corpo comincia a crescere. Questo è il meccanismo che, in situazioni estreme, porta alla più seria malattia causata dal calore: il colpo di calore che può essere una minaccia per la stessa vita o può causare un danno irreversibile.

16 EFFETTI PER LA SALUTE Un'altra patologia tipica è l'esaurimento da calore che, nella forma più grave, conduce a prostrazioni e può causare gravi danni. Crampi da calore e debilitazione passeggera sono invece facilmente reversibili se trattati prontamente in modo adeguato. Esposizione ad alte temperature provocano altri disturbi meno gravi: disidratazione, eruzioni cutanee, edema da calore e diminuita capacità lavorativa sia fisica che mentale (da cui deriva un possibile aumento del rischio di infortunio). Per questi disturbi meno gravi il rischio varia comunque, a parità di condizioni ambientali e di attività lavorativa, da soggetto a soggetto

17 FATTORI DI RISCHIO I rischi da microclima si presentano quando si lavora in ambienti troppo caldi o troppo freddi oppure quando il tasso di umidità dell aria è inferiore o superiore al 40/60 %. I fattori di rischio più frequenti sono quindi : aria troppo secca sbalzi termici eccessivi tra la temperatura esterna ed interna correnti d aria I danni più comuni pertanto sono le malattie dell apparato respiratorio (malattie da raffreddamento), ma anche dolori muscolo - scheletrici o reumatici.

18 E quando il microclima non si può controllare? Quando ineludibili esigenze produttive (presenze di forni, celle frigorifere ) o condizioni climatiche esterne in lavorazioni effettuate all aperto, gli ambienti termici si definiscono severi. Si tollera un ambiente termico severo solo se rimane tale a seguito dell adozione di tutte le misure tecniche a protezione dei lavoratori. In ambienti termici severi la valutazione dovrà basarsi su dati oggettivi, ottenuti con adeguati rilievi strumentali. In tali ambienti i lavoratori devono essere tutelati con misure organizzative (es. pause), con DPI, con informazione e formazione, con adeguato controllo sanitario.

19 AMBIENTE TERMICO SEVERO CALDO FISIOPATOLOGIE ALLE ALTE TEMPERATURE Si parte dal presupposto che non è perseguibile il raggiungimento di un comfort termico. Il sistema termoregolatore si attiva per dissipare il calore attraverso la vasodilatazione, sudorazione, limitazione dell accumulo termico. Le patologie si manifestano quando la dissipazione di calore non è più sufficiente. INSTABILITA DEL SISTEMA CARDIOCIRCOLATORIO (EDEMA O COLLASSO) SQUILIBRI IDRO-ELETTROLITICI (CRAMPI DA CALORE) Il colpo di calore può insorgere improvvisamente ed iniziare con perdita di conoscenza o cefalea, vertigini, disturbi addominal

20 AMBIENTE TERMICO SEVERO CALDO FISIOPATOLOGIE ALLE ALTE TEMPERATURE Si parte dal presupposto che non è perseguibile il raggiungimento di un comfort termico. Il sistema termoregolatore si attiva per dissipare il calore attraverso la vasodilatazione, sudorazione, limitazione dell accumulo termico. Le patologie si manifestano quando la dissipazione di calore non è più sufficiente. INSTABILITA DEL SISTEMA CARDIOCIRCOLATORIO (EDEMA O COLLASSO) SQUILIBRI IDRO-ELETTROLITICI (CRAMPI DA CALORE) Il colpo di calore può insorgere improvvisamente ed iniziare con perdita di conoscenza o cefalea, vertigini, disturbi addominali. Per la valutazione dei rischi si fa riferimento alle norme tecniche ed in particolare alla definizione di procedure di valutazione come WBGT e PHS

21 AMBIENTE TERMICO SEVERO FREDDO FISIOPATOLOGIE ALLE BASSE TEMPERATURE Si parte dal presupposto che non è perseguibile il raggiungimento di un comfort termico. Il sistema termoregolatore si attiva per limitare la dissipazione di calore (vasocostrizione) e produzione di ulteriore calore (aumento del tono muscolare, brividi, attività muscolare ). Se ciò non bastasse a termoregolare l organismo si è esposti a fenomeni di assideramento invalidanti o addirittura letali. La valutazione dei rischi si effettua secondo la procedura cosiddetta di isolamento termico (UNI ENV ISO 11079:2001)

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