Milano, mercoledì 20 febbraio Park Hyatt Hotel INDICE PRESS KIT

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1 L Italia non è un Paese per crediti? La finanza delle imprese italiane nel 2013 tra deleverage, debiti della Pubblica Amministrazione e sofferenze bancarie: una sfida per il nuovo governo Milano, mercoledì 20 febbraio 2013 Park Hyatt Hotel INDICE PRESS KIT 1. Programma 2. Comunicato stampa 3. Allegato I - Factoring: più volumi e meno rischi 4. Allegato II La classifica degli operatori di factoring in Italia 5. Allegato III I principali clienti del factoring 6. Allegato IV - Factoring e prestiti bancari: costo del finanziamento per le imprese 7. Allegato V - Il contributo del factoring all economia in Italia 8. Allegato VI - Le abitudini di pagamento della PA e la finanza d impresa 9. Allegato VII - I ritardi di pagamento della PA: l effetto per l economia italiana 10. Allegato VIII - Intervento professor Alessandro Carretta - Sostenere il capitale circolante delle imprese aspettando la ripresa: la direttiva sui ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali e la certificazione dei crediti delle imprese 11. Allegato IX - Gli impatti della decisione Eurostat del 31 luglio 2012 sul debito pubblico italiano e le imprese 12. Allegato X - Servizio DAP Database abitudini di pagamento dei debiti commerciali di Assifact e Cribis D&B 13. Allegato XI - Scheda Assifact: chi siamo, Il factoring: come funziona, Le parole chiave del factoring Milano Viale Beatrice d Este 18 Tel Fax Roma Via della Camilluccia, 161 Tel Fax Cell E.mail info@spot rp.com

2 PROGRAMMA L ITALIA NON E UN PAESE PER CREDITI? La finanza delle imprese italiane, nel 2013, tra deleverage, debiti della Pubblica Amministrazione e sofferenze bancarie: una sfida per il nuovo Governo Mercoledì 20 febbraio 2013, ore Milano, Park Hyatt Hotel, via Tommaso Grossi 1 Nel corso dell incontro saranno sviluppati i seguenti temi: 1. Il finanziamento delle imprese nel 2012 e le attese per il Gli effetti della rarefazione delle risorse finanziarie sull economia reale. Il ruolo della Pubblica Amministrazione 3. Sostenere il capitale circolante delle imprese in attesa della ripresa: proposte per il nuovo Governo 4. Il factoring come strumento di politica economica Intervengono: Massimo Ferraris, Presidente di Assifact Alessandro Carretta, Segretario Generale di Assifact e Professore Ordinario di Economia degli intermediari finanziari nell Università di Roma Tor Vergata Milano - Viale Beatrice d Este 18 - Tel Fax Roma - Via della Camilluccia, 161 -Tel Fax Cell E.mail - info@spot-rp.com

3 Ritardi dei pagamenti della Pubblica Amministrazione: dall industria del factoring un appello al futuro Governo Assifact denuncia l aggravarsi dell effetto domino sul sistema produttivo: le imprese che non incassano non riescono a loro volta a pagare i propri fornitori, propagando la crisi La durata effettiva media dei crediti commerciali è di 180 giorni per la Pubblica Amministrazione e di 96 giorni in generale: il confronto perdente con Germania, Gran Bretagna e Francia Anche nel 2012 il volume d affari del factoring è cresciuto, superando 175 miliardi di euro (oltre l 11% del PIL) con tassi di interesse competitivi e meno della metà delle sofferenze rispetto al sistema bancario. Prevista per il 2013 un ulteriore crescita del 4,5% L industria del factoring fa appello al futuro nuovo governo perché intervenga con decisione sul fenomeno dei ritardi dei pagamenti della Pubblica Amministrazione. Oggi a Milano, nel corso di un incontro con la stampa organizzato per comunicare l ulteriore crescita del mercato nel 2012, i vertici di Assifact, l Associazione Italiana per il Factoring che riunisce gli operatori del settore, hanno denunciato l aggravarsi di un problema che pesa drammaticamente sulle imprese italiane in una fase di recessione come l attuale. Non incassando i corrispettivi delle forniture di beni e servizi alla Pubblica Amministrazione ha sottolineato Massimo Ferraris, Presidente di Assifact non riescono per carenza di liquidità a far fronte ai pagamenti alle proprie imprese fornitrici, per di più in un contesto di scarsità di credito. L effetto domino negativo è evidente. TEMPI DI PAGAMENTO IN EUROPA: ITALIA IN CODA Già guardando ai pagamenti in generale la situazione italiana é di gran lunga la più grave tra i Paesi europei avanzati: la durata effettiva media dei crediti commerciali in Italia (dati Intrum Justitia 2012) è infatti di 96 giorni, con un ritardo medio dei pagamenti di 31 giorni. In Germania la durata è di soli 35 giorni con 10 di ritardo, nel Regno Unito di 44 giorni con 19 di ritardo, in Francia di 57 giorni con 17 di ritardo. Il divario diventa abissale considerando soltanto i crediti vantati dalle imprese verso la Pubblica Amministrazione: la durata media in Italia è di 180 giorni con un ritardo medio di 90 giorni, contro i 36 giorni (11 di ritardo medio) della Germania, i 43 (18 di ritardo) del Regno Unito e i 65 (21 di ritardo) della Francia. I responsabili di Assifact hanno presentato anche i dati di una ricerca condotta dalla stessa associazione su un portafoglio di 17 miliardi di crediti vantati da imprese private verso la pubblica amministrazione al 31 dicembre 2011 ( e ceduti a società di factoring): il 60% del crediti analizzati risultava scaduto, un quarto di essi da oltre un anno. La classifica dei cattivi pagatori, anche secondo la ricerca Assifact, vede largamente in testa gli enti della Sanità pubblica, protagonisti di oltre metà (54%) del totale dei debiti scaduti oltre un anno Milano Viale Beatrice d Este 18 Tel Fax Roma Via della Camilluccia, 161 Tel Fax Cell E.mail info@spot rp.com 1

4 SE LO STATO PAGASSE IN TEMPO SALIREBBE IL PIL I vertici di Assifact hanno citato anche una ricerca del Finest (network europeo di studi sull intermediazione finanziaria) che ha calcolato quale sarebbe stato il beneficio per l economia italiana nel 2011 se lo Stato avesse pagato i suoi debiti a 30 giorni, come previsto dalle norme europee: ben 5,3 miliardi di euro, pari allo 0,33% del Pil, che sarebbe così cresciuto dello 0,83% invece che dello 0,5%. Nel suo intervento il Segretario generale di Assifact Alessandro Carretta, dopo aver sottolineato quanto l estremo allungamento dei tempi di incasso aumenti il fabbisogno finanziario delle imprese, che hanno grave difficoltà a coprire il circolante, ha ricordato i recenti sforzi del governo uscente per dare ossigeno al sistema riducendo i debiti della Pubblica Amministrazione verso le imprese. I segnali sono positivi - ha osservato Carretta - ma gli effetti sono stati frenati a causa della ancora non completa attuazione dei decreti sulle certificazioni e del permanere di normative che di fatto consentono alla Pubblica Amministrazione di sospendere i pagamenti delle somme dovute. Secondo Carretta i provvedimenti sinora adottati hanno tamponato ma non sostanzialmente modificato la situazione di disagio e grave penalizzazione in cui versano le imprese italiane. Di qui l appello al futuro nuovo governo affinché intervenga per sanare la situazione. FACTORING 2012: PIU VOLUMI, TASSI COMPETITIVI, MENO RISCHI Per le imprese italiane, in difficoltà finanziarie per la scarsità di credito da parte del sistema bancario, che vede a sua volta aggravarsi le sofferenze, il factoring si avvia a essere anche nel 2013 una delle principali fonti di finanziamento e di sostegno. Nel 2012 il volume d affari del settore è ulteriormente cresciuto, superando 175 miliardi di euro (oltre l 11% del PIL) con un incremento del 3,8% (totale mercato, che diventa 4,3% considerando il campione costante) a fronte di un calo del Pil del 2,2%. Per il 2013 è previsto un nuovo incremento, stimato intorno al 4,5%. La crescita non si traduce tuttavia in un assunzione di maggiori rischi da parte delle società di factoring. Il tasso di sofferenze è rimasto infatti anche nel 2012 a livelli accettabili: 2,87%, contro il 6,12% del sistema bancario. Anche sul fronte dei tassi di interesse il factoring rimane estremamente competitivo: nonostante una contrazione nel 2012 dei tassi applicati dalle banche sui nuovi prestiti alle imprese, i tassi medi praticati dalle società di factoring risultano in linea o addirittura più bassi rispetto agli altri strumenti finanziari: 4,36% per operazioni oltre 50 mila euro e 6,56% sotto 50 mila euro contro tassi bancari tra l 8 e il 9% per anticipi e sconti commerciali sotto i 100 mila euro e superiori al 10% per le aperture di credito in conto corrente. La competitività del nostro settore ha rilevato il Segretario generale di Assifact Alessandro Carretta dipende dal fatto che nel rapporto di factoring, contrariamente a quanto accade nel credito, la società di factoring valuta non soltanto l impresa che cede i crediti, ma anche la qualità dei crediti stessi e quindi dei debitori. Nel factoring il rischio è quindi più contenuto rispetto a un finanziamento bancario Milano Viale Beatrice d Este 18 Tel Fax Roma Via della Camilluccia, 161 Tel Fax Cell E.mail info@spot rp.com 2

5 LOMBARDIA E LAZIO DA SOLE FANNO IL 60% DEL FACTORING ITALIANO Al 31 dicembre 2012 quasi il 60% del mercato del factoring, in termini di clienti cedenti (imprese che cedono i loro cediti commerciali alle società di factoring), risultava localizzato in due regioni, Lombardia (31%) e Lazio (29%). A seguire Piemonte (9%), Emilia Romagna (8%), Veneto e Campania (5% ciascuna). Anche in termini di localizzazione dei debitori ceduti il Lazio e la Lombardia, rispettivamente con il 30% e il 20%, risultavano leader tra le regioni. Secondo le stime di Assifact, l 88% della clientela delle società di factoring è rappresentato da imprese private, prevalentemente manifatturiere (31%) e del commercio (15%). Il 30% dei debitori ceduti è rappresentato dalla Pubblica Amministrazione Milano Viale Beatrice d Este 18 Tel Fax Roma Via della Camilluccia, 161 Tel Fax Cell E.mail info@spot rp.com 3

6 ALLEGATO I Factoring: più volumi e meno rischi Il settore del factoring in Italia nel 2012 ha proseguito il suo percorso di crescita, ormai in atto da diversi anni, anche in un contesto difficile e nonostante la recessione in corso, sostenendo la liquidità delle imprese in questo momento di particolare criticità e contrazione dei prestiti bancari. Alla fine dell anno, il turnover complessivo degli Associati Assifact (che misura il volume di affari) ha superato i 175 miliardi di euro. La crescita dell anno 2012 si attesta intorno al 3,8-4,3% a seconda del campione di riferimento (totale mercato o campione costante) rispetto all anno precedente. La crescita del settore del factoring non si è però tradotta nell assunzione di rischi maggiori da parte delle società di factoring: confrontando i tassi di sofferenze nel settore bancario e nel factoring, si nota come il livello di rischio in quest ultimo settore appaia molto più contenuto (inferiore alla metà) e sicuramente accettabile. Questo fenomeno riflette le peculiari modalità di valutazione e concessione del credito nel rapporto di factoring, ove contrariamente a quanto accade nel credito bancario classico, il factor valuta non solamente l impresa che cede i crediti, ma anche la qualità dei crediti stessi e quindi dei debitori. I dati provvisori relativi al 31 dicembre 2012 evidenziano una quota di sofferenze nel factoring pari al 2,16% Milano - Viale Beatrice d Este 18 - Tel Fax Roma - Via della Camilluccia, 161 -Tel Fax Cell E.mail - info@spot-rp.com 1

7 Andamento trimestrale delle sofferenze nel factoring e nei prestiti bancari Quota % di sofferenze nel factoring Quota % di sofferenze nei prestiti bancari 30/09/2012 2,87% 6,12% 30/06/2012 2,01% 5,85% 31/03/2012 1,85% 5,53% 31/12/2011 1,68% 5,53% 30/09/2011 1,89% 5,24% 30/06/2011 1,85% 5,02% 31/03/2011 1,91% 5,48% 31/12/2010 1,71% 4,60% 31/12/2009 1,76% 3,55% Fonti: Assifact, Banca d Italia Milano - Viale Beatrice d Este 18 - Tel Fax Roma - Via della Camilluccia, 161 -Tel Fax Cell E.mail - info@spot-rp.com 2

8 ALLEGATO II La classifica degli operatori di factoring in Italia anno 2012 Dati in migliaia di euro Turnover Quota di mercato Var. % su 2011 TOTALE ,00% +3,82 / +4,30% MEDIOFACTORING ,53% 7,86% UNICREDIT FACTORING ,53% 15,69% IFITALIA ,16% -1,10% FACTORIT ,43% -14,86% UBI FACTOR ,60% -1,68% MPS L&F ,44% -14,71% BANCA IFIS ,79% 6,40% CENTRO FACTORING ,65% 17,16% GE CAPITAL ,38% 17,89% FIDIS ,83% 24,03% EMIL-RO FACTOR ,77% 5,11% SERFACTORING ,27% 21,32% BARCLAYS BANK ,08% -3,61% SG FACTORING ,04% -7,54% CRÉDIT AGRICOLE COMMERCIAL FINANCE ,03% 6,50% SACE FCT ,00% 32,93% FARMAFACTORING ,97% -16,78% FERCREDIT ,97% -4,33% CREDEM FACTOR ,87% 12,17% FACTORCOOP ,64% -2,67% BCC FACTORING ,63% 7,69% ENEL.FACTOR ,60% -7,98% IBM ITALIA SERVIZI FINANZIARI ,37% -3,83% AOSTA FACTOR ,36% 25,97% BURGO FACTOR ,30% -15,30% BANCA CARIGE ,30% -14,02% CLARIS FACTOR ,27% 83,52% GENERALFINANCE ,10% -14,99% BANCO DI DESIO E DELLA BRIANZA ,04% 21,61% INVITALIA ,04% -28,54% BETA SKYE ,01% -78,56% Fonte: Assifact Milano - Viale Beatrice d Este 18 - Tel Fax Roma - Via della Camilluccia, 161 -Tel Fax Cell E.mail - info@spot-rp.com 1

9 Nel 2012 il volume d affari del factoring nel nostro Paese ha rappresentato un valore stimabile intorno al 11,25% del PIL. Note: La crescita dell anno 2012 è stimata con riferimento al totale mercato e al campione costante. Rientrano nel campione costante tutte le società che hanno fornito i dati per i periodi considerati nella rilevazione: mese corrente, stesso mese dell'anno precedente e 31 dicembre dell'anno precedente. IFITALIA ha incorporato la società FORTIS COMMERCIAL FINANCE in data 1 ottobre GE CAPITAL comprende GE CAPITAL FINANCE e GE CAPITAL FUNDING SERVICES. Non ha partecipato alla rilevazione SIS.PA Milano - Viale Beatrice d Este 18 - Tel Fax Roma - Via della Camilluccia, 161 -Tel Fax Cell E.mail - info@spot-rp.com 2

10 ALLEGATO III I principali clienti del factoring Regioni Al 31 dicembre 2012, quasi il 60% del mercato del factoring (in termini di clienti cedenti) risulta localizzato in due regioni: Lombardia (31%) e il Lazio (29%). Seguono Piemonte (9%), Emilia Romagna (8%), Veneto e Campania (rispettivamente 5%). Lazio e Lombardia rappresentano le regioni leader anche in termini di localizzazione dei debitori ceduti, rispettivamente con il 30% e 20% Milano Viale Beatrice d Este 18 Tel Fax Roma Via della Camilluccia, 161 Tel Fax Cell E.mail info@spot rp.com 1

11 Settori Merceologici Sulla base delle stime Assifact a fine 2012, l 88% della clientela (rappresentata dai cedenti) è rappresentato da imprese private. Quasi la metà della clientela opera nel comparto manifatturiero (31%) e il commercio (15%). Analizzando i debitori ceduti, oltre la metà dei crediti ceduti riguardavano imprese (54%) e il 30% la Pubblica Amministrazione. Del portafoglio Pubblica Amministrazione, il 79% è rappresentato dalle Amministrazioni locali, che includono i crediti relativi al settore sanitario Milano Viale Beatrice d Este 18 Tel Fax Roma Via della Camilluccia, 161 Tel Fax Cell E.mail info@spot rp.com 2

12 ALLEGATO IV Factoring e prestiti bancati: costo del finanziamento per le imprese Nel 2012 si registra una contrazione dei tassi d interesse applicati dalle banche sui nuovi prestiti alle imprese rispetto a fine 2011, soprattutto nella prima parte dell anno. I tassi restano comunque più elevati rispetto al Tra dicembre 2010 e dicembre 2011 i tassi erano saliti di circa 1,4 punti percentuali. Tassi di interesse bancari sui prestiti in euro alle società non finanziarie: nuove operazioni (fonte: Banca d Italia, Moneta e Banche, Supplemento al Bollettino Statistico) Tasso Mese (valori percentuali) dic ,18 gen ,06 feb ,79 mar ,58 apr ,68 mag ,71 giu ,53 lug ,61 ago ,34 set ,45 ott ,61 nov ,64 dic ,65 Trend dei tassi di interesse applicati dalle banche (valori percentuali) Milano - Viale Beatrice d Este 18 - Tel Fax Roma - Via della Camilluccia, 161 -Tel Fax Cell E.mail - info@spot-rp.com 1

13 Factoring: tassi competitivi I tassi d interesse praticati dalle società di factoring alla clientela sono in linea o addirittura più bassi rispetto a quelli degli altri strumenti finanziari, seppur con un andamento lievemente crescente nel 2011, come risulta dalle rilevazioni periodiche dei tassi di interesse effettivi globali medi rilevati dalla Banca d Italia. Ciò dipende dal fatto che nel rapporto di factoring, contrariamente a quanto accade nel credito, il factor valuta non solo l impresa che cede i crediti, ma anche la qualità dei crediti stessi e quindi dei debitori. Il rischio del factoring è dunque più contenuto rispetto ad un finanziamento bancario. Lo conferma il livello contenuto di sofferenze tipico dell industria del factoring, inferiore a quello dei prestiti bancari. Il costo dei finanziamenti per le imprese: confronto tassi effettivi globali medi (applicabili per il primo trimestre 2013 e relativi al III trimestre fonte: MEF) CATEGORIA DI OPERAZIONI Aperture di credito in conto corrente fino a euro Aperture di credito in conto corrente oltre euro Anticipi, sconti commerciali fino a euro Anticipi, sconti commerciali fra e euro Anticipi, sconti commerciali oltre euro III TRIM ,32% 10,14% 8,96% 7,94% 5,51% Factoring fino a euro 6,56% Factoring oltre euro 4,36% Milano - Viale Beatrice d Este 18 - Tel Fax Roma - Via della Camilluccia, 161 -Tel Fax Cell E.mail - info@spot-rp.com 2

14 Andamento dei tassi di interesse effettivi globali medi ai fini della legge sull usura (Fonte: Banca d Italia e MEF) Milano - Viale Beatrice d Este 18 - Tel Fax Roma - Via della Camilluccia, 161 -Tel Fax Cell E.mail - info@spot-rp.com 3

15 ALLEGATO V Il contributo del factoring all economia in Italia Una ricerca internazionale sul credito specializzato affidata ad un gruppo di ricercatori coordinati dall Università di RomaTre ha analizzato il contributo dei tre principali mercati del credito specializzato (credito al consumo, factoring e leasing) all economia in Italia, Francia e Regno Unito. I risultati della ricerca evidenziano come il contributo del factoring all economia in Italia 1 sia importante, ad di là di specifici andamenti congiunturali. La stima del contributo porta a risultati, sia in valore assoluto che con riferimento al PIL, oggettivamente di rilievo, e segnala chiaramente un forte radicamento rispetto all economia reale, in particolare con riferimento agli investimenti. Le stime considerano un turnover pari a 118 miliardi di euro e anticipi erogati di 33 miliardi di euro. Il contributo complessivo del factoring all economia italiana (in miliardi di euro e % rispetto al PIL) Contributo complessivo (diretto + indotto) a: Contributo stimato su base annua Consumi 12.7 (0.83%) Risparmi 2.1 (0.14%) Investimenti in capitale circolante 40.6 (2.67%) Gettito fiscale 13.9 (0.91%) Fonte: elaborazioni su dati Assifact, Factors Chain International, Banca d Italia, ISTAT, Eurostat 1 Il contributo all economia è stimato seguendo un approccio progressivo volto a valutarne l'importanza a livelli diretto (ossia l impatto per i principali stakeholder degli operatori del settore), indotto (ossia gli effetti generati indirettamente sui principali stakeholder del settore e quelli prodotti in altri settori) e dinamico (volto a misurare l impatto sull economia qualora il mercato del factoring venisse meno) Milano - Viale Beatrice d Este 18 - Tel Fax Roma - Via della Camilluccia, 161 -Tel Fax Cell E.mail - info@spot-rp.com 1

16 Il radicamento del factoring si conferma anche valutando il profilo dinamico che segnala che il venir meno di questo mercato potrebbe creare un elemento di forte discontinuità nel sostegno finanziario dell economia. Il contributo stimato del factoring all economia italiana (stimato su un orizzonte temporale di 5 anni - dati in miliardi di euro e % rispetto al PIL) Contributo dinamico Contributo stimato su un orizzonte temporale di 5 anni Consumi 22.1 (1.41%) Risparmi 3.9 (0.25%) Investimenti in capitale circolante 81.1 (5.18%) Gettito fiscale 24.3 (1.55%) Milano - Viale Beatrice d Este 18 - Tel Fax Roma - Via della Camilluccia, 161 -Tel Fax Cell E.mail - info@spot-rp.com 2

17 ALLEGATO VI Le abitudini di pagamento della PA e la finanza d impresa La situazione finanziaria della Pubblica Amministrazione in Italia e il connesso fenomeno dei ritardi di pagamento continuano a rappresentare un grave problema per le imprese italiane, già esasperate dal contesto di recessione. Le imprese infatti, non incassando i corrispettivi delle forniture di beni e servizi eseguite alla PA, non riescono a far fronte ai propri impegni di pagamento nei confronti delle proprie imprese fornitrici per carenza di liquidità, in un contesto generale di credit crunch, ovvero si trovano a sostenere il peso degli oneri finanziari a fronte di finanziamenti richiesti. L effetto domino negativo che da questa situazione deriva appare evidente. E ancora presto per vedere e valutare gli effetti del recepimento in Italia della direttiva sui ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali (Dir. 2011/7/UE), introdotta nell ordinamento nazionale dal D. Lgs. 192/2012, che com è noto contiene previsioni specifiche e stringenti per le transazioni fra imprese e pubblica amministrazione; rimane comunque sostanzialmente drammatico il problema del debito pregresso. La normativa si applica infatti alle transazioni commerciali concluse a decorrere dal 1 gennaio Secondo i dati 2012 di Intrum Justitia, la durata effettiva media dei crediti commerciali in Italia è di 96 giorni con un ritardo medio dei pagamenti di 31 giorni, contro i 35 giorni con 10 giorni di ritardo della Germania, i 44 con 19 di ritardo del Regno Unito e i 57 con 17 di ritardo della Francia. Nel caso dei crediti vantati verso la P.A. la durata media è di 180 giorni con un ritardo medio di 90 giorni, contro i 36 giorni con 11 di ritardo medio della Germania, i 43 giorni con 18 di ritardo del Regno Unito e i 65 con 21 di ritardo della Francia. Oltre ai dati sopra riportati, a quelli ormai noti dell Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici (AVCP) e di alcune Associazioni di categoria (fra cui Assobiomedica e Confartigianato) che evidenziano come nel corso dell anno scorso, i tempi di pagamento dei crediti commerciali vantati dalle imprese si siano sensibilmente allungati (Confartigianato per il settore di riferimento ha stimato un aumento di ben 54 giorni nei empi di pagamento tra maggio e novembre 2012, con un tempo medio del 2012 salito a 193 giorni), con livelli di gran lunga superiori rispetto a quelli degli altri principali paesi europei, soprattutto in riferimento al comparto pubblico (registrando tempi di pagamento da parte della PA anche di 664 giorni, con picchi di 929 giorni per alcune Regioni), una recente indagine di Assifact ha confermato il trend negativo nelle abitudini di pagamento della Pubblica Amministrazione Milano Viale Beatrice d Este 18 Tel Fax Roma Via della Camilluccia, 161 Tel Fax Cell E.mail info@spot rp.com 1

18 Lo studio, condotto su un portafoglio di 17 miliardi di euro di crediti in essere (outstanding) al 31 dicembre 2011 vantati verso la pubblica amministrazione e ceduti dalle imprese fornitrici della PA alle società di factoring, rivela una situazione dei ritardi di pagamento piuttosto grave e deteriorata. Il 60% circa dei crediti analizzati risulta scaduto ed oltre un quarto di essi è scaduto da oltre un anno. Gli enti produttori di servizi sanitari guidano la classifica dei cattivi pagatori; infatti, il 54% dei crediti scaduti da oltre un anno è vantato proprio verso tali enti. Si nota fra l altro che, al di là dei lunghi ritardi di pagamento, anche la durata originaria media (pari a oltre 180 giorni) appare particolarmente elevata rispetto a quella ordinariamente riferibile a transazioni di natura commerciali, rilevando prassi contrattuali particolarmente gravose per i fornitori della Pubblica Amministrazioni. Uno studio condotto da Finest (Financial Intermediation Network of European Studies), pubblicato nell aprile dell anno scorso, ha cercato di stimare il costo per il sistema economico italiano del crescente ritardo nel pagamento dei debiti commerciali da parte della Pubblica Amministrazione. Dallo studio emerge che il beneficio complessivo stimato (ottenuto dalla somma degli effetti diretto, indotto e dinamico) per il sistema economico italiano derivante dal pagamento da parte dello Stato dei propri debiti commerciali a 30 giorni, coerentemente con le previsioni della direttiva dell Unione Europea sui ritardi di pagamento, sarebbe stato nel 2011 pari a 5.3 miliardi di Euro (0.33% del PIL e 3.15% del volume dei debiti commerciali della PA). Se consideriamo che il PIL (corretto per gli effetti di calendario) è cresciuto nel 2011 dello 0.5%, il pagamento a 30 giorni avrebbe permesso al sistema economico italiano di registrare un aumento del PIL del 0.83% (i.e. con un aumento del 66% del tasso di crescita del PIL effettivamente registrato) Milano Viale Beatrice d Este 18 Tel Fax Roma Via della Camilluccia, 161 Tel Fax Cell E.mail info@spot rp.com 2

19 ALLEGATO VII I ritardi di pagamento della PA: l'effetto per l'economia italiana Qual è il costo per il sistema economico italiano del crescente ritardo nel pagamento dei debiti commerciali da parte della Pubblica Amministrazione (PA)? Uno studio condotto da Finest (un network europeo di studi sull intermediazione finanziaria) ha cercato di stimare tale costo, proponendo una stima complessiva del fenomeno nei suoi tre livelli: diretto (ossia riferito alle imprese creditrici), indotto (inteso come costo sociale per l economia italiana derivante dai minori redditi per le famiglie) e dinamico (costituito dal fallimento di alcune delle imprese creditrici a causa dei problemi di liquidità generati dal ritardato incasso dei loro crediti). Dallo studio emerge che il beneficio complessivo stimato (ottenuto dalla somma dei tre effetti: diretto, indotto e dinamico) per il sistema economico italiano derivante dal pagamento da parte dello Stato dei propri debiti commerciali a 30 giorni, coerentemente con le previsioni della direttiva dell Unione Europea sui ritardi di pagamento, sarebbe stato nel 2011 pari a 5.3 miliardi di Euro (0.33% del PIL e 3.15% del volume dei debiti commerciali della PA). Se consideriamo che il PIL (corretto per gli effetti di calendario) è cresciuto nel 2011 dello 0.5%, il pagamento a 30 giorni avrebbe permesso al sistema economico italiano di registrare un aumento del PIL del 0.83% (i.e. con un aumento del 66% del tasso di crescita del PIL effettivamente registrato). La ricerca stima il contributo all economia derivante dall adempimento della PA nel pagamento dei propri debiti commerciali su orizzonti temporali anche più lunghi. La tabella seguente riassume i principali risultati Milano - Viale Beatrice d Este 18 - Tel Fax Roma - Via della Camilluccia, 161 -Tel Fax Cell E.mail - info@spot-rp.com 1

20 L effetto complessivo stimato per il sistema economico italiano nel 2011 Durata media del credito* giorni Effetto complessivo in milioni di euro Effetto complessivo in percentuale del PIL Effetto complessivo in percentuale dei crediti della PA nel , % 3.77% 30 5, % 3.15% 60 4, % 2.52% 90 3, % 1.89% 120 2, % 1.26% 150 1, % 0.63% % 0.00% * Per Durata media del credito si intende la somma della dilazione media di pagamento ed il ritardo medio Milano - Viale Beatrice d Este 18 - Tel Fax Roma - Via della Camilluccia, 161 -Tel Fax Cell E.mail - info@spot-rp.com 2

21 ALLEGATO VIII Intervento professor Alessandro Carretta Segretario Generale di Assifact Ordinario di Economia degli intermediari finanziari presso l Università di Roma Tor Vergata Sostenere il capitale circolante delle imprese aspettando la ripresa: la direttiva sui ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali e la certificazione dei crediti delle imprese La ripresa economica italiana, al di là delle esigenze di contenimento del debito pubblico, riordino dei conti pubblici e rispetto del patto di stabilità, è strettamente connessa alla crescita delle imprese e al recupero della loro competitività sul piano internazionale. In una fase in cui la crescita è resa difficile dalla stretta creditizia e dal forte calo dei consumi, appare indispensabile traghettare le imprese oltre la crisi, cercando di sostenerne il funzionamento. E noto che il perdurare e la stabilità dell impresa dipendono dal rispetto degli equilibri gestionali, pur mutevoli in relazione alle caratteristiche aziendali e alle circostanze ambientali. In particolare l equilibrio finanziario, che definisce la capacità dell azienda di disporre in ogni momento di finanziamenti e capitale sufficienti a coprire gli investimenti necessari richiesti dalla gestione e dallo svolgimento dei processi produttivi, appare fondamentale per la sopravvivenza dell impresa ed ha assunto importanza centrale in relazione alla crisi dell economica che ha caratterizzato gli ultimi anni, rappresentando una forte criticità a cui tutti gli operatori economici (dalle PMI alla Pubblica Amministrazione) hanno dovuto e continuano a rapportarsi. Nell ambito dell equilibrio finanziario, ruolo centrale è svolto dal capitale circolante che, in quanto capitale investito nella gestione corrente (liquidità, crediti a breve, scorte), rappresenta una variabile cruciale per la stabilità dell impresa, in particolare in fase di recessione, e si fonda sulla capacità di armonizzare i flussi monetari in entrata ed in uscita. La dimensione più critica da gestire nella fase attuale è sicuramente rappresentata dalla liquidità. Oltre ai ritardi di pagamento registrati su condizioni di vendita già definite, in questa fase congiunturale per sostenere le vendite le imprese hanno dovuto concedere maggiori dilazioni di pagamento ai clienti, non sempre controbilanciate dalle dilazioni di pagamento ottenute dai fornitori. L estremo allungamento dei tempi di incasso che sta caratterizzando l attuale fase economica determina decisivi incrementi di fabbisogno finanziario in termini di entrate Milano Viale Beatrice d Este 18 Tel Fax Roma Via della Camilluccia, 161 Tel Fax Cell E.mail info@spot rp.com 1

22 finanziarie ritardate nel tempo ed è quindi crescente la necessità di copertura del capitale circolante. Tenuto conto delle caratteristiche più diffuse del tessuto produttivo italiano, l aumentato fabbisogno non ha trovato adeguata copertura da fonti interne e si è tradotto in uno stato di forte indebitamento e tensione finanziaria che grava sull'equilibrio dell'impresa. In periodi caratterizzati da rilevanti difficoltà di accesso alla liquidità, diventa particolarmente significativo il peso percentuale delle attività liquide (circolante e depositi) sul totale delle attività finanziarie ed in particolare disporre di scorte di cassa per far fronte ai flussi della normale attività d impresa. In questi termini, ove gli interventi sul capitale proprio e quelli sul capitale di debito diventano più difficili, le imprese, al fine di sostenere l equilibrio finanziario, possono operare interventi sulla gestione del circolante attraverso la ridefinizione delle politiche di credito e debito commerciale e lo smobilizzo dei crediti commerciali. In uno studio condotto da Banca d Italia si evidenzia come Un possibile elemento di criticità è rappresentato dall elevato peso del debito commerciale: questo da un lato può essere positivo, nella misura in cui consente alle aziende di dilazionare i propri pagamenti; dall altro può rappresentare un canale di propagazione della crisi, attraverso lo spostamento verso i propri fornitori delle difficoltà delle imprese di finanziare il capitale circolante. Appare quindi evidente come il sostegno al capitale circolante, in particolare proveniente da parte delle banche e degli intermediari finanziari specializzati nello smobilizzo di crediti commerciali, sia decisivo per salvaguardare la stabilità delle imprese e contrastare l effetto domino della crisi. Il Governo ha chiaramente compreso l importanza di dare ossigeno alle imprese, soprattutto attraverso il supporto del capitale circolante ed ha manifestato il proprio impegno per contrastare la situazione in essere, muovendosi con alcuni provvedimenti mirati alla riduzione dei debiti della PA verso le imprese, al contrasto del fenomeno dei ritardi di pagamento e alla razionalizzazione delle procedure e dei processi. Si citano in particolare l art. 35 del decreto Cresci Italia recante Misure per la tempestività dei pagamenti, per l'estinzione dei debiti pregressi delle amministrazioni statali, nonchè disposizioni in materia di tesoreria unica, l art. 29 del decreto Salva Italia in tema di acquisizione di beni e servizi attraverso il ricorso alla centrale di committenza nazionale e, soprattutto, il Pacchetto Decreti per accelerare i pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni recanti norme su Certificazione, Compensazione e Fondo di Garanzia. A questo si aggiunge il D. Lgs. 192/2012 che ha recepito nell ordinamento nazionale (modificando il Decreto 231/02), in anticipo rispetto ai tempi previsti dalla stessa, la direttiva sui ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali (Dir. 2011/7/UE), fissando in un periodo massimo di 30 giorni i tempi di pagamento da parte della Pubblica Amministrazione, fata salva una deroga a 60 giorni per gli enti pubblici che forniscono assistenza sanitaria e per alcune imprese pubbliche Milano Viale Beatrice d Este 18 Tel Fax Roma Via della Camilluccia, 161 Tel Fax Cell E.mail info@spot rp.com 2

23 L art. 35 del decreto Cresci Italia aveva introdotto la possibilità di estinzione, su richiesta dei soggetti creditori, dei crediti maturati alla data del 31 dicembre 2011 mediante assegnazione di titoli di Stato (fondi stanziati milioni di euro). Si sono registrati anche accordi fra il Governo e associazioni di categoria rivolti a favorire la cessione dei crediti pregressi al sistema bancario, sia nella modalità pro-soluto che pro-solvendo. Per tali iniziative si sono stanziate risorse, disponibili nel Plafond Crediti PA, pari a circa 10 miliardi di euro. Nel Pacchetto Decreti per accelerare i pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni assume un ruolo centrale lo strumento della certificazione dei crediti delle imprese vantati verso la PA (D.M. 22 maggio 2012 e D.M. 25 giugno 2012). Le disposizioni inerenti la certificazione dei crediti delle imprese di somme dovute per somministrazione, forniture e appalti, da parte della PA [amministrazioni centrali (inclusi gli enti pubblici nazionali), regioni ed enti locali (inclusi gli enti del Servizio Sanitario Nazionale)] si concretizzano tramite la piattaforma per la certificazione dei crediti, realizzata e gestita da Consip. Grazie alla piattaforma, le imprese dovrebbero poter ottenere in un termine di 30 giorni la certificazione dell amministrazione debitrice che il credito è certo, liquido ed esigibile, e facilitarne così la cessione al sistema bancario e finanziario ovvero la compensazioni con posizioni debitorie dell imprese a seguito di iscrizione a ruolo (D.M. 25 giugno 2012 e D.M. del 19 ottobre 2012). Rimangono purtroppo esclusi dalla certificazione tramite piattaforma i crediti nei confronti degli enti pubblici economici, degli enti del Servizio Sanitari Nazionale delle regioni sottoposte ai piani di rientro dai deficit sanitari. A fine novembre 2012 la Ragioneria Generale dello Stato ha emanato le circolari contenenti le indicazioni operative per l'attuazione dei Decreti Ministeriali sulla certificazione dei crediti e sono state rilasciate le funzionalità per consentire alle Amministrazioni pubbliche e ai creditori della PA di accreditarsi sulla Piattaforma e presentare le istanze per il rilascio delle relative certificazioni. L accesso alla piattaforma da parte delle banche e degli intermediari finanziari cessionari dei crediti in oggetto è realizzato tramite il Consorzio CBI, chiamato a realizzare il collegamento telematico fra gli enti crediti e finanziari e la piattaforma elettronica della certificazione (Convenzione MEF-ABI). Allo stato attuale, la piattaforma per la certificazione risulta attiva per la procedura di accreditamento di enti e imprese fornitrici e per presentare le istanze per il rilascio delle relative certificazioni. Non è ancora attivo l accesso da parte degli enti crediti e finanziari, rendendo così di fatto irrilevante l istanza ai fini dello smobilizzo. Come già detto gli sforzi e gli interventi hanno fornito segnali positivi ma gli effetti sono stati frenati a causa della ancora non completa attuazione dei decreti sulle certificazioni, del permanere di normative che di fatto consentono alla PA di sospendere i pagamenti delle somme dovute (si veda patto di stabilità, perenzione dei fondi, blocco dei Milano Viale Beatrice d Este 18 Tel Fax Roma Via della Camilluccia, 161 Tel Fax Cell E.mail info@spot rp.com 3

24 pignoramenti) e, non ultimo, della recente decisione Eurostat sul deficit e il debito delle unità governative dal titolo The statistical recording of some operations related to trade credits incurred by government units, che impone la riclassificazione dei crediti commerciali vantati verso le PA come un prestiti facente parte del debito rilevante ai fini dei requisiti previsti dal trattato di Maastricht se ceduti ad una istituzione finanziaria in ambito di operazioni pro soluto. Emerge quindi che allo stato alcuni provvedimenti abbiano tamponato ma non sostanzialmente modificato la situazione di disagio e grave penalizzazione in cui versano le imprese italiane e la difficoltà di recepimento della direttiva europea Milano Viale Beatrice d Este 18 Tel Fax Roma Via della Camilluccia, 161 Tel Fax Cell E.mail info@spot rp.com 4

25 ALLEGATO IX Gli impatti della Decisione Eurostat del 31 luglio 2012 sul debito pubblico italiano e le imprese Il 31 luglio 2012 è stata emanata una decisione Eurostat che impone agli Stati membri di includere nel debito pubblico degli Stati membri i crediti commerciali vantati dalle imprese verso la PA e ceduti pro soluto ad intermediari finanziari non bancari. Per l Italia, l impatto di tale regola nel 2012 può essere stimato in circa 9 miliardi di euro di debito pubblico aggiuntivo, già incluso nelle statistiche pubblicate dalla Banca d Italia. Oltre a tali impatti di natura statistica sul debito pubblico complessivo, l eventuale recepimento nell ordinamento italiano della decisione Eurostat potrebbe generare una serie di contrasti con le norme specifiche che regolano l attività degli enti locali, rendendo più difficoltoso il ricorso alla cessione dei crediti verso la PA da parte delle imprese, a cui potrebbe venire a mancare una fondamentale fonte di sostegno alla liquidità aziendale in questo periodo di stretta creditizia. La decisione Eurostat Il 31 luglio 2012 è stata emanata la decisione Eurostat sul deficit e il debito delle unità governative dal titolo The statistical recording of some operations related to trade credits incurred by government units, a seguito dei lavori di una specifica task force che si è avvalsa del parere del Committee for Monetary, Financial and Balance of Payments statistics (CMFB). Tale decisione si riferisce esplicitamente alle operazioni di factoring, nell ambito delle quali il factor si configura (nell interpretazione di Eurostat) come un rifinanziatore del credito detenuto dal cedente, e si basa sull assunzione che nel caso di cessioni pro soluto ( without recourse ) il diritto di credito è trasferito completamente al factor. Secondo Eurostat infatti tale nuovo diritto non rappresenterebbe più una semplice dilazione collegata alla transazione commerciale e al suo pagamento ma piuttosto una forma di indebitamento finanziaria dell ente da includere nel debito pubblico dello Stato membro ai fini della verifica del rispetto dei parametri di Maastricht Milano - Viale Beatrice d Este 18 - Tel Fax Roma - Via della Camilluccia, 161 -Tel Fax Cell E.mail - info@spot-rp.com 1

26 Gli effetti sul debito pubblico Attualmente la decisione non appare ancora recepita dall ordinamento italiano. Tuttavia, con il Supplemento al Bollettino Statistico, Finanza pubblica, fabbisogno e debito n. 52 del 15 ottobre 2012, la Banca d Italia iniziato a fornire i dati sul debito pubblico riclassificati secondo la decisione Eurostat. La riclassificazione, per quanto di natura puramente statistica, ha incrementato il debito pubblico complessivo di 8,86 miliardi di euro il debito pubblico italiano con riferimento al 2011 (pari allo 0,5% del PIL) e si può stimare che l effetto, a fine 2012, superi i 9 miliardi di euro Milano - Viale Beatrice d Este 18 - Tel Fax Roma - Via della Camilluccia, 161 -Tel Fax Cell E.mail - info@spot-rp.com 2

27 I problemi aperti e gli effetti potenziali sulla cessione dei crediti verso enti locali e sulle imprese In primo luogo, dal punto di vista giuridico non appare condivisibile l argomentazione secondo cui la cessione del credito determina (la necessità di) una riclassificazione del debito da commerciale in finanziario e ciò in ragione del fatto che la cessione del credito non modifica la natura commerciale del credito ceduto, né può farlo in ragione della natura del cessionario e ciò anche alla luce dei diritti facenti capo al debitore ceduto, che rimangono inalterati in caso di cessione. Inoltre, a seguito della decisione Eurostat, le cessioni pro soluto i cui cessionari siano banche o intermediari finanziari comporteranno, per l ente debitore, l assunzione di nuovo indebitamento finanziario, derivante dalla riclassificazione dei crediti commerciali tra i finanziamenti. In linea generale, si intuisce come la modifica richiesta dall Eurostat sia tale da influenzare pesantemente l atteggiamento generale delle pubbliche amministrazioni verso le cessioni di credito, invertendo potenzialmente l attuale linea di comportamento del Governo Italiano volta a favorire le cessioni a vantaggio dei propri fornitori. Oltre agli impatti diretti sul debito pubblico complessivo, bisogna tenere conto dei potenziali contrasti che l eventuale recepimento di tale decisione nell ordinamento italiano potrebbe avere con riferimento alle norme che regolano l attività degli enti pubblici e in particolare degli enti locali. Sotto questo profilo, va evidenziato come gli enti locali possano costituzionalmente ricorrere all indebitamento esclusivamente per finanziare la spesa in conto capitale (art. 119 della Costituzione), previsione che potrebbe addirittura sollevare questioni di costituzionalità della cessione pro soluto, e sono tenuti a rispettare il patto di stabilità interno, che richiede il rispetto di alcuni requisiti legati alla spesa pubblica, volti a contenere l indebitamento netto della PA, nonché i limiti di indebitamento stabiliti dal testo unico sugli enti locali: appare evidente come il recepimento della decisione Eurostat comporterebbe l incremento del debito pubblico dei singoli enti territoriali, di fatto contrastando con le previsioni della disciplina attualmente in vigore. Giova ricordare che in tale contesto l impatto potenziale colpirebbe tutte le cessioni di credito e non soltanto quelle pro soluto, in ragione del fatto che il debitore ceduto non è a conoscenza della natura pro soluto o pro solvendo della cessione e non può quindi discriminare fra di esse. Va peraltro evidenziato che la disciplina sulla certificazione dei crediti verso la pubblica amministrazione, ad oggi impone a regioni ed enti locali l obbligo di certificare i debiti commerciali, nel rispetto delle disposizioni normative vigenti in materia di patto di stabilità interno, accettando preventivamente la cessione del credito Milano - Viale Beatrice d Este 18 - Tel Fax Roma - Via della Camilluccia, 161 -Tel Fax Cell E.mail - info@spot-rp.com 3

28 Considerato quanto sopra, in caso di recepimento della decisione Eurostat nella nozione giuridica di indebitamento degli enti pubblici, il mancato coordinamento delle normative sopra richiamate potrebbe comportare come conseguenza che regioni ed enti locali non possano procedere alla certificazione dei propri debiti o possano farlo limitatamente al margine disponibile con riferimento al limite di indebitamento e nel rispetto del patto di stabilità. Appare chiaro che tale situazione danneggerebbe tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nelle operazioni di cessione del credito. In primo luogo, le imprese si troverebbero private di una fondamentale fonte di sostegno della liquidità, in quanto provocherebbe di fatto una paralisi delle operazioni di cessione dei crediti verso il settore pubblico (già vessate da numerose normative che ostacolano o addirittura impediscono il pagamento dei debiti di fornitura da parte degli enti pubblici), andando peraltro in controtendenza con gli sforzi che il Governo ha recentemente posto in essere per assicurare ai fornitori della pubblica amministrazione la liquidità necessaria a superare il presente momento di difficoltà favorendo la cessione dei crediti a banche ed intermediari finanziari. In tale scenario si verrebbe inoltre a creare una inaccettabile sperequazione fra i cessionari del credito, che si potrebbero vedere accettare o certificare le cessioni esclusivamente nei limiti del margine disponibile di indebitamento dell ente, avvantaggiando in maniera ingiustificata i soggetti che notificano per primi ovvero i fornitori che richiedono la certificazione per primi rispetto agli altri. Dal punto di vista degli enti pubblici, infine, si registrerebbe un automatico e rilevante incremento del debito, comportando potenzialmente il superamento delle soglie previste dai limiti di indebitamento di cui sopra senza che vi sia stato alcun effettivo intervento sul proprio debito da parte degli enti stessi, i quali potrebbero solo subire passivamente tale incremento e le successive possibili sanzioni. Assifact, insieme ad altre Associazioni di categoria europee, si sta attivando presso gli organi competenti a livello nazionale ed europeo al fine di contrastare i potenziali effetti negativi della decisione Eurostat sul mercato del factoring e sull economia reale Milano - Viale Beatrice d Este 18 - Tel Fax Roma - Via della Camilluccia, 161 -Tel Fax Cell E.mail - info@spot-rp.com 4

29 ALLEGATO X Servizio DAP - Database abitudini di pagamento dei debiti commerciali di Assifact e Cribis D&B Le asimmetrie informative rappresentano un fattore importante di imperfezione e di inefficienza dei mercati, da cui possono derivare sotto-utilizzazioni delle risorse, distorsioni allocative dovute ai costi di inefficienza, inefficienze che causano il progressivo degrado qualitativo del mercato. Questo fenomeno è spesso collegato alla scarsa qualità dell informazione disponibile ed alla vischiosità dei rapporti con la clientela. L esistenza di asimmetrie informative può accrescere la difficoltà delle imprese di accesso al credito bancario. Nell attuale fase congiunturale appare pertanto necessario, per rendere più efficiente il funzionamento del mercato, migliorare la qualità e la quantità delle informazioni disponibili per le imprese. Le operazioni di smobilizzo di crediti commerciali consentono all intermediario finanziario di raccogliere informazioni dettagliate e non pubbliche sulle relazioni commerciali e finanziarie dell impresa, sul suo andamento economico e anche su quello delle sue controparti. La società di factoring, in qualità di intermediario finanziario specialista nella gestione dei crediti, può pertanto ridurre ulteriormente tali asimmetrie così come i costi di transazione ed i rischi del credito commerciale. L industria del factoring utilizza le informazioni sulle abitudini di pagamento delle imprese, che costituiscono un importante fattore produttivo della propria attività. Il valore aggiunto del factoring sta anche nella capacità di produrre ed utilizzare informazioni interne relative alle imprese, da mettere a disposizione della clientela nell ambito del rapporto di factoring. Il contributo degli operatori del settore factoring nell attuale fase economica sotto tale profilo è quindi rappresentato da un ulteriore sforzo nella direzione del miglioramento della qualità e della quantità delle informazioni da rendere disponibili o di utilità per il cedente al fine di fornire un reale e concreto valore aggiunto derivante da valutazioni adeguate dei debitori ceduti che si affiancano alle valutazioni sul merito creditizio del cedente stesso. In questa direzione si muove il servizio DAP ( Database delle Abitudini di Pagamento ) che rappresenta un database consortile degli operatori del settore factoring sulle abitudini di pagamento della clientela inerenti le transazioni commerciali fra imprese, gestito da CRIBIS D&B e alimentato dagli Associati Assifact Milano - Viale Beatrice d Este 18 - Tel Fax Roma - Via della Camilluccia, 161 -Tel Fax Cell E.mail - info@spot-rp.com 1

30 Il Database delle abitudini di pagamento è attualmente alimentato da 13 Associati, a cui si aggiungono 3 società in fase di collaudo. Il campione rappresenta il 44% del mercato del factoring in termini di turnover al 31 dicembre 2012 e oltre il 70% (al lordo delle eventuali sovrapposizioni) in termini di numerosità dei debitori ceduti (dati al 30 settembre 2012). E in fase di avvio la distribuzione a regime dei flussi di ritorno da parte di CRIBIS a tutti gli Associati contributori, sulla base del tracciato e degli indicatori messi a punto con il contributo del gruppo di lavoro DAP interno all Associazione Milano - Viale Beatrice d Este 18 - Tel Fax Roma - Via della Camilluccia, 161 -Tel Fax Cell E.mail - info@spot-rp.com 2

31 ALLEGATO XI Assifact Associazione Italiana per il Factoring Chi siamo Il Factoring: come funziona Le parole-chiave del factoring Milano - Viale Beatrice d Este 18 - Tel Fax Roma - Via della Camilluccia, 161 -Tel Fax Cell E.mail - info@spot-rp.com febbraio 2013

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