DOCENTE: Mariangela Peverelli - GIORNATA delle MALATTIE RARE - 28/02/2015 MALATTIE RARE: L INCLUSIONE NELLA SCUOLA 1. COSA SONO LE MALATTIE RARE:

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1 DOCENTE: Mariangela Peverelli - GIORNATA delle MALATTIE RARE - 28/02/2015 MALATTIE RARE: L INCLUSIONE NELLA SCUOLA 1. COSA SONO LE MALATTIE RARE: Una malattia è considerata rara quando colpisce 5 persone ogni abitanti. La bassa prevalenza nella popolazione non significa però che le persone con malattia rara siano poche. Si parla infatti di un fenomeno che colpisce milioni di persone in Italia e addirittura decine di milioni in tutta Europa. Del resto, il numero di Malattie Rare conosciute e diagnosticate oscilla tra le e le 7.000, ma è una stima riduttiva. L unione europea ne calcola (Bozza Piano Nazionale Malattie Rare 2013/2016). Parlare di malattie rare nella loro totalità, e non come singole patologie, serve a mettere in luce e a riconoscere una serie di comuni problematiche assistenziali e a progettare interventi di sanità pubblica mirati e non frammentati, che coinvolgono gruppi di popolazione accomunati da bisogni simili, pur salvaguardandone peculiarità e differenze. 2. L INTEGRAZIONE SCOLASTICA La è una grande palestra d integrazione sociale e di vita e provvede alla progettazione in funzione dell inclusione di tutte le disabilità, degli alunni con difficoltà specifiche di apprendimento (DSA) e comunque di tutti gli alunni che necessitano di interventi Educativi Speciali (BES). L integrazione scolastica è un processo reticolato e diffuso che attiva e mette in sinergia le risorse di tanti attori significativi : l alunno di cui si parla, i docenti, l insegnante di sostegno, il personale della, gli operatori dei servizi, i compagni di classe, la famiglia, l intera comunità, e le strategie didattiche da essa disegnate ed utilizzate collegano l alunno bisognoso alla CLASSE, rendendo così significativa la sua presenza e nel contempo sono di cerniera tra gli insegnati curricolari e di sostegno, coinvolgono tutti gli alunni, innescano risorse informali di insegnamento nel gruppo classe e valorizzano le differenze. Vorrei invogliarvi a fare quello che io non posso fare, che voi non fate, ma che potreste fare disse un mio alunno disabile ai compagni durante un attività che io avevo proposto per l integrazione dello stesso. Rendere significativa la sua presenza vuol dire raggiungere gli obiettivi seguenti:

2 1. FACILITARE l espressione delle paure, dei dubbi e dei sentimenti per rimuovere le DIFFERENZE; 2. RENDERE gli alunni consapevoli della condizione di disagio del compagno disabile; 3. STIMOLARE una maggiore capacità di empatia; 4. INDURRE il sostegno del compagno nelle attività quotidiane, cioè ad individuare le principali sue difficoltà per migliorare la collaborazione e creare un clima di maggior fiducia e serenità nella classe; 5. INCREMENTARE la collaborazione tra docenti ed educatori per definire il miglior percorso da adottare nella classe di riferimento; 6. INFORMARE le famiglie degli alunni della classe sulle attività per renderli maggiormente consapevoli. 3. IL COLLEGIO DOCENTI Il collegio (CdD) ha il compito di definire il CURRICOLO in direzione INCLUSIVA, tenendo conto di due CRITERI: 1) della INDIVIDUALIZZAZIONE, predisponendo il PEI (Piano Educativo Individualizzato: è il documento nel quale vengono descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra di loro, predisposti per l alunno in situazione di handicap, in un determinato periodo di tempo, ai fini della realizzazione del diritto all educazione e all istruzione, di cui ai primi 4 commi del Art. 12 della legge n. 104 del 1992) e 2) della PERSONALIZZAZIONE, elaborando il PDP (Piano Didattico Personalizzato previsto dalla leggo 170 del 2010 e poi esteso a tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES). E uno strumento di progettazione che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare, secondo un elaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata, le strategie d intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti ( ). E necessario che l attivazione di un percorso individualizzato e personalizzato per un alunno con Bisogni Educativi Speciali (BES) sia deliberata in Consiglio di classe, ovvero, nelle scuole primarie, da tutte le componenti del Team Docenti, dando luogo al PDP, firmato dal Dirigente scolastico (o da un docente da questi specificatamente delegato), dai docenti e dalla famiglia. Nel caso in cui sia necessario trattare i dati sensibili per finalità istituzionali, sia avrà cura di includere nel PDP apposita autorizzazione da parte della famiglia (Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012), com è prescritto dalle Indicazioni Nazionali del 2012, anche in relazione alle varie e diversificate esigenze degli alunni e delle famiglie, indispensabili al particolare bisogno che si viene a creare quando la disabilità ha origine da una condizione di

3 malattia genetica rara, difficile da spiegare e da comprendere a causa della scarsa informazione e conoscenza, in modo di elaborare e tradurre le politiche volte all inclusione nell integrazione dell individuo che ne è affetto. Due sono gli STRUMENTI fondamentali di cui il Collegio Docenti dispone e che devono trovare tra loro una stretta coerenza: a) il POF (Piano dell Offerta Formativa) e, all interno di esso, b) il PAI (Piano Annuale dell Inclusività) riferito a tutti gli alunni con BES, che deve essere redatto dal GLI (Gruppo di Lavoro per l Inclusività), previsto dalla Circolare Ministeriale n. 8/2013. Tale gruppo ha il compito di rilevare la presenza del BES nell istituto, raccogliere e documentare gli interventi didattico-educativi, fornire consulenza e supporto ai docenti, effettuare una rilevazione ed un monitoraggio del livello di inclusività dell istituto ed elaborare il PAI entro il 30 giugno di ogni anno scolastico. Il piano deve essere discusso e deliberato dal Collegio dei Docenti ed inviato ai competenti Uffici degli USR (Ufficio Scolastico Regionale), nonché al GLIP [(Gruppo di Lavoro Interistituzionale Provinciale che, 1- definisce le linee di indirizzo provinciali per l integrazione scolastica degli alunni disabili, 2- si raccorda con il GLIR (Gruppo di Lavoro Interistituzionale Regionale per l integrazione scolastica) attraverso i referenti UST (Ufficio Scolastico Territoriale) e USR e con il CTS (Centro Territoriale di Supporto presente in ogni provincia della regione: elemento di coordinamento e raccordo territoriale per tutte le attività riguardanti l inclusione)], e inviato al GLIR che, 1- definisce le linee di indirizzo regionale per l integrazione degli alunni disabili e per gli alunni in situazione di BES, 2- si raccorda con il GLIP attraverso il referente USR e i referenti UST/AT (Uffici Scolastici Territoriali/Ambito Territoriale) per la richiesta di Organico di Sostegno, ed alle altre istituzioni territoriali come proposta di assegnazione delle risorse di competenza, considerando anche gli Accordi di Programma in vigore o altre specifiche intese sull integrazione scolastica sottoscritte con gli Enti Locali (Circolare Ministeriale del 6 marzo 2013). Un altro punto fondamentale del PAI è quello relativo al processo di orientamento, un processo continuo, centrato sul soggetto, che implica la sua capacità di auto-determinarsi, di scegliere il proprio futuro, di pensare, costruire e realizzare un autonomo progetto di vita. E altresì necessario nel POF esplicitare i criteri e le procedure di utilizzo delle risorse professionali presenti. A tal proposito viene raccomandata la logica qualitativa che si basa su un progetto di inclusione condiviso con le famiglie e servizi sociosanitari. Le scuole, nel POF dichiarano il loro impegno a partecipare ad azioni di formazione e/o di prevenzione concordate a livello territoriale (CTI Centri Territoriali per l Inclusione presenti a livello di distretto socio-sanitario (c. 170/10 art. 7 comma 2).

4 4. IL CONSIGLIO DI CLASSE Al momento dell iscrizione va presentata la Diagnosi Funzionale, atto sanitario medico legale che, secondo la legge 104/92, compete alle ASL o ENTI CONVENZIONALI (atto di indirizzo D.P.R. - decreto del presidente della repubblica - del 24/02/94 art. 3), che descrive analiticamente la compromissione funzionale dello stato psicofisico dell alunno in situazione di handicap ed è utile all amministrazione scolastica per la richiesta dell insegnante di sostegno da parte dell U.S.P. (Ufficio Scolastico Provinciale - ex Provveditorato). Dopo l acquisizione della documentazione risultante dalla DIAGNOSI FUNZIONALE, fa seguito un PROFILO DINAMICO FUNZIONALE (PDF) ai fini della formulazione di un Piano Educativo Individualizzato (PEI) 5. I BES Vorrei precisare che non c è in tutte le leggi, documenti, direttive, circolari, note ministeriali alcuna voce riferita al termine malattie rare nello specifico, ma è evidente che gli alunni affetti da malattie rare rientrano nei BES.

5 Cosa sono i BES? Il modello ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, disabilità e salute) consente di individuare i bisogni educativi speciali (BES) dell alunno prescindendo da preclusive tipizzazioni (es: lo svantaggiato, lo straniero, il borderline - al limite tra normalità e patologia, il co-morbilità - la coesistenza di due o più patologie diverse, fisiche o psichiche nello stesso individuo, e così via ). In sostanza si indica chiaramente che occorre partire dalla constatazione dell esistenza di un BISOGNO di ATTENZIONE DIDATTICA SPECIFICA (e quindi di innalzamento di una logica di intervento personalizzato e non dall appartenenza ad una CATEGORIA NOSOGRAFICA (classificazione delle malattie sulla base delle cause e dei meccanismi fisico-patologici che producono i fenomeni clinicamente osservabili). In linea di massima il BES (Bisogni Educativi Speciali) è una situazione in cui la proposta educativa scolastica quotidiana detta standard non consente allo studente un apprendimento ed uno sviluppo efficace, a causa delle difficoltà dovute a situazioni di varia natura (fisiche, biologiche, fisiologiche, psicologiche, sociali). 6. ALCUNI CHIARIMENTI 1) La individua gli studenti con bisogni educativi speciali in tre modi, attraverso: certificazioni, diagnosi o da considerazioni didattiche. Si può trovare di fronte a tre diverse situazioni: (Punto 1, Direttiva Ministeriale 27/12/2012) - a) alunni con certificazione di disabilità. La farà riferimento alla L.104/92 art. 3, ed allora elabora un PEI - b) alunni con diagnosi di disturbi evolutivi: se hanno diagnosi di DSA ( disturbi specifichi di apprendimento), la farà riferimento alla L. 170/10 e DM /07/2012 ed elabora un PDP (Piano Didattico Personalizzato). Se hanno diagnosi di ADHD (disturbo da deficit dell attenzione e della iperattività), disturbi del linguaggio, disturbi della coordinazione motoria o non-verbali allora la è in grado di decidere in maniera autonoma se utilizzare, o meno, lo strumento del PDP. Nel caso non lo utilizzi, ne scrive le motivazioni (importanti se i genitori volessero impugnare la situazione, oltre che deontologicamente spiegarne il motivo), infatti: la può intervenire nella personalizzazione in tanti modi diversi, informali o

6 strutturali, secondo i bisogni e la convenienza. ( ) il consiglio di classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un piano didattico personalizzato con eventuali STRUMENTI COMPENSATIVI e/o MISURE DISPENSATIVE, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione (Piano Didattico Personalizzato - nota ministeriale MIUR del 22/11/2013, n.2363). - c) Alunni con svantaggi socioeconomico, linguistico e culturale, circolare ministeriale MIUR (Ministero Istruzione-Università-Ricerca) n del 6/3/2013). Il termine ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche presuppone che un alunno (in assenza di diagnosi o certificazioni mediche), il quale mostra delle difficoltà di apprendimento legate al fatto di provenire da un ambiente con svantaggio socio-economico, con deprivazioni culturali o linguistiche (come nel caso degli stranieri), può essere aiutato dalla con l adozione di percorsi individualizzati e personalizzati come strumenti compensativi e/o dispensativi (*), ma la non è obbligata ad elaborare il PDP, dunque sceglie in autonomia se fare o meno un PDP, e questi interventi dovranno essere per il tempo necessario all aiuto in questione. Per gli alunni con malattie rare, uno svantaggio culturale e/o linguistico potrebbe essere la conseguenza di ripetute e lunghe assenze dall ambiente scolastico ed extrascolastico. (*) Quadro riassuntivo degli strumenti compensativi e delle misure dispensative - parametri e criteri per la verifica/valutazione. MISURE DISPENSATIVE (legge 170/10 e linee guida 12/07/11) E INTERVENTI DI INDIVIDUALIZZAZIONE D1. Dispensa dalla lettura ad alta voce in classe D2. Dispensa dall uso dei quattro caratteri di scrittura nelle prime fasi dell apprendimento D3. Dispensa dall uso del corsivo e dello stampato minuscolo D4. Dispensa dalla scrittura sotto dettatura di testi e/o appunti D5. Dispensa dal ricopiare testi o espressioni matematiche dalla lavagna D6. Dispensa dallo studio mnemonico delle tabelline, delle forme verbali, delle poesie D7. Dispensa dall utilizzo di tempi standard D8. Riduzione delle consegne senza modificare gli obiettivi D9. Dispensa da un eccessivo carico di compiti con riadattamento e riduzione delle pagine da studiare, senza modificare gli obiettivi D10. Dispensa dalla sovrapposizione di compiti e interrogazioni di più materie D11. Dispensa parziale dallo studio della lingua straniera in forma scritta, che verrà valutata in percentuale minore rispetto all orale non considerando errori ortografici e di spelling D12. Integrazione dei libri di testo con appunti su supporto registrato, digitalizzato o cartaceo stampato sintesi vocale, mappe, schemi, formulari

7 D13. Accordo sulle modalità e i tempi delle verifiche scritte con possibilità di utilizzare supporti multimediali D14. Accordo sui tempi e sulle modalità delle interrogazioni D15. Nelle verifiche, riduzione e adattamento del numero degli esercizi senza modificare gli obiettivi D16. Nelle verifiche scritte, utilizzo di domande a risposta multipla e con possibilità di completamento e/o arricchimento con una discussione orale; riduzione al minimo delle domande a risposte aperte (che possono vertere su diversi argomenti). D17. Lettura delle consegne degli esercizi e/o fornitura, durante le verifiche, di prove su supporto digitalizzato leggibili dalla sintesi vocale D18. Parziale sostituzione o completamento delle verifiche scritte con prove orali consentendo l uso di schemi riadattati e/o mappe durante l interrogazione D19. Controllo, da parte dei docenti, della gestione del diario (corretta trascrizione di compiti/avvisi) D20. Valutazione dei procedimenti e non dei calcoli nella risoluzione dei problemi D21. Valutazione del contenuto e non degli errori ortografici D22. Altro STRUMENTI COMPENSATIVI (legge 170/10 e linee guida 12/07/11) C1. Utilizzo di computers e tablets (possibilmente con stampante) C2. Utilizzo di programmi di video-scrittura con correttore ortografico (possibilmente vocale) e con tecnologie di sintesi vocale (anche per le lingue straniere) C3. Utilizzo di risorse audio (file audio digitali, audiolibri ). C4. Utilizzo del registratore digitale o di altri strumenti di registrazione per uso personale C5. Utilizzo di ausili per il calcolo (tavola pitagorica, linee dei numeri ) ed eventualmente della calcolatrice con foglio di calcolo (possibilmente calcolatrice vocale) C6. Utilizzo di schemi, tabelle, mappe e diagrammi di flusso come supporto durante compiti e verifiche scritte C7. Utilizzo di formulari e di schemi e/o mappe delle varie discipline scientifiche come supporto durante compiti e verifiche scritte C8. Utilizzo di mappe e schemi durante le interrogazioni, eventualmente anche su supporto digitalizzato (presentazioni multimediali), per facilitare il recupero delle informazioni C9. Utilizzo di dizionari digitali (cd rom, risorse on line) C10. Utilizzo di software didattici e compensativi (free e/o commerciali) C11. Altro... LIM: lavagne interattive multimediali per utilizzare software specifici ecc... NB: in caso di esame di stato, gli strumenti adottati dovranno essere indicati nella riunione preliminare per l'esame conclusivo. 2) Alcuni BES possono essere anche temporanei.

8 I bisogni educativi speciali degli alunni nell'area dello svantaggio socio-economico, linguistico e culturale prevedono interventi verificati nel tempo (si avrà cura di monitorarne l'efficacia) così da attuarli solo fin quando serve. La darà la priorità alle strategie didattiche più frequenti anziché alle modalità di dispensazione/compensazione. (pag3 CM MIUR n del 6/3/2013 3) Non esiste la diagnosi di BES, ma necessità di Bisogni Educativi Speciali a. Mio figlio ha un BES, Nella relazione vi è messo: diagnosi di BES, oppure ancora, alla domanda: Che diagnosi ha? Di BES : sono tutte affermazioni errate, inesatte e difformi da ogni normativa e documento ufficiale. La diagnosi di Bisogno Educativo Speciale non esiste. La diagnosi è una dicitura sanitaria. Può essere di Disturbo Specifico di Apprendimento, nello specifico di Dislessia Evolutiva, oppure di ADHD (disturbo evolutivo da deficit dell'attenzione e della iperattività). Quindi non esiste la diagnosi (e dunque neppure la certificazione) di Bisogni Educativi Speciali. Cosa diversa è se vi è una relazione specialistica in cui, dopo della dicitura diagnostica come Discalculia Evolutiva, appare un suggerimento come: il soggetto necessita di un BES a. In questo caso lo psicologo o il medico che compila la relazione sottolinea semplicemente che la avrà cura di adottare gli strumenti d intervento per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali. Dunque il Bes non si certifica. 4) Bisogni Educativi Speciali dei DSA: ovvero BES e DSA sono due concetti diversi. La presente legge riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati DSA, che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana (Art. 1 Leg.170/10). I DSA tecnicamente non sono dei BES, ma i DSA necessitano di Bisogni Educativi Speciali a, ovvero di interventi e strategie didattiche specifiche per i DSA. Lo stesso principio vale per l ADHD, o Disturbi del Linguaggio o Svantaggio Socioculturale. Tutti questi necessitano di un Bisogno Educativo Speciale a (Dir. MIUR 22/12/2012). In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione.

9 5) Il PDP - Piano Didattico Personalizzato NON è obbligatorio per tutti i BES. Il Piano Didattico Personalizzato citato nella normativa è previsto dal DM n /7/2011 sui DSA. E obbligatorio quando: abbiamo una diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento, dunque con tutti CODICI NOSOGRAFICI (classificazione delle malattie sulla base delle cause e dei meccanismi fisio-patologici che producono i fenomeni clinicamente osservabili) che iniziano con F81 dell ICD-10 (ICD: Classificazione Internazionale dei Disturbi evolutivi) (vedi tabella F81). Art. 3, comma 1, Elementi di Certificazione Diagnostica della Conferenza Stato-Regioni per Diagnosi DSA E scelta della quando: Si ha una diagnosi di Disturbo Evolutivo (diverso dai DSA: disturbo specifico di apprendimento) come ADHD (disturbo da deficit dell'attenzione e della iperattività), disturbo del linguaggio, disturbo della coordinazione motoria o visuo-spaziale (possono rientrare gli alunni affetti da malattie rare). Oppure quando abbiamo delle difficoltà di apprendimento, svantaggio socio-culturale o alunni stranieri. 6) Il PDP può essere compilato in qualsiasi periodo dell anno. Se vi è diagnosi di DSA si compila entro 3 mesi. La compilazione spetta sempre alla, e questo può avvenire durante l anno anche inoltrato. Solo per le diagnosi di DSA, il PDP dovrebbe essere operativo entro tre mesi dalla presentazione della documentazione diagnostica a, motivo per cui è sempre bene segnarsi data e numero di protocollo della presentazione dei documenti. La predispone, nelle forme ritenute idonee e in tempi che non superino il primo trimestre scolastico, un documento che dovrà contenere almeno le seguenti voci, articolato per le discipline coinvolte dal disturbo (DM n /7/2011). Se si frequenta una classe in cui vi saranno gli esami di Stato, è invece richiesto che la diagnosi sia presentata entro il 31 marzo dell anno in corso (CM n 8 del 6/3/2013) 7) Consenso Genitori: firmano PDP, ma non (ovviamente) per interventi didattici. Il PDP va firmato da tre figure: Dirigente scolastico (o dal suo delegato), dai docenti e dalla famiglia, ciò è riportato a pag. 2 della CM n 8 del 6/3/2013.

10 Infatti il PDP rappresenta un accordo di reciproca collaborazione tra e famiglia. (8) Il PDP è uno strumento operativo che va applicato. Che il PDP non si trasformi in un dovere burocratico quanto piuttosto in un occasione per i docenti di poter far apprendere al meglio ai propri studenti. Le indicazioni operative indicano che il PDP non è un elenco di modalità dispensative/compensative e neppure delle caselline, tipo checklist, da spuntare. Si corre il rischio di produrre un PDP più per il bisogno d avere un documento da registrare che delle indicazioni semplici ed operative da poter adottare. Il Piano Didattico Personalizzato non può essere inteso come mera esplicazione di strumenti compensativi e dispensativi per gli alunni con DSA; esso è bensì lo strumento per, ad esempio, includere progettazione didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita (di cui moltissimi alunni con BES, privi di qualsivoglia certificazione diagnostica abbisognino), strumenti programmatici utili in maggior misura rispetto a compensazioni o dispense, a carattere squisitamente didattico-strumentale. (CM n 8 del 6/3/2013). Queste normative sono state elaborate per l'applicazione del PDP in classe che richiede anticipatamente la frequenza ai corsi di formazione del CTI (Centro Territoriale per l'inclusività).

11 9) BES e prove Invalsi: il loro svolgimento dipende dal tipo di disturbo o difficoltà. La nota MIUR, in tal senso, chiarisce ogni procedura della quale propongo la tabella riassuntiva: BES Disabilità certificata ai sensi dell art. 3 c.1 e c.3 della legge 104/1992 Disturbi evolutivi specifici (con certificazione o con diagnosi) Svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale Disabilità intellettiva Disabilità sensoriale e motoria Altra disabilità DSA certificati ai sensi della legge 170/2010 (d) Diagnosi di ADHD -Borderline cognitivi -Disturbi evolutivi specifici Svolgimento prove INVALSI Decide la Inclusione dei risultati nei dati di classe e di NO Strumenti compensativi o altre misure Tempi più lunghi e strumenti tecnologici (art.16, c. 3 L. 104/92) Decide la SI SI (c) Decide la Decide la Decide la NO (b) SI (a) Decide la Decide la SI SI (a) Decide la Documento di riferimento SI SI NO - PEI PEI PEI PDP PDP (a)a condizione che le misure compensative e/o dispensative siano concretamente idonee al superamento della specifica disabilità o del disturbo specifico. (b)salvo diversa richiesta della. (c) A condizione che i dispositivi e gli strumenti di mediazione o traduzione sensoriale (ad esempio sintesi vocale) siano concretamente idonei al superamento della specifica disabilità sensoriale. (d)sono compresi anche gli alunni e gli studenti con diagnosi di DSA in attesa di certificazione. (ADHD: disturbo dell'attenzione e della iperattività) (BORDERLINE: al limite tra normalità e patologia)

12 10) Con diagnosi di DSA rilasciata da struttura privata la redige il PDP. Qui il MIUR mette un punto fermo: Piano Didattico Personalizzato subito con la diagnosi di DSA della struttura privata in mano. Il punto più rilevante di questa normativa è che permette alle famiglie, rivolgendosi al professionista privato, di abbattere sia i lunghi tempi di molti enti pubblici sia i costi elevati di tanti enti accreditati e nel contempo che vi sia garantita una diagnosi rigorosa, perché compilata da professionisti che rispettano la Consesus Conference sui DSA. In questo modo, sia la che la famiglia possono attivarsi tempestivamente per una diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi, come previsto dalla legge quadro dei DSA (comma f, art 2, L. 170/10). Dunque i docenti possono accettare la diagnosi di DSA emessa da strutture private per la piena applicazione della Legge 170/10 e DM /7/2011: Per quanto riguarda gli alunni in possesso di una diagnosi di DSA rilasciata da una struttura privata, si raccomanda, nelle more del rilascio della certificazione da parte di strutture sanitarie pubbliche o accreditate, di adottare preventivamente le misure previste dalla Legge 170/2010, qualora il Consiglio di Classe o il Team dei Docenti della primaria ravvisino e riscontrino, sulla base di considerazioni psicopedagogiche e didattiche, carenze fondatamente riconducibili al disturbo. Pervengono infatti numerose segnalazioni relative ad alunni (già sottoposti ad accertamenti diagnostici nei primi mesi di ) che, riuscendo soltanto verso la fine dell anno scolastico ad ottenere la certificazione, permangono senza le tutele cui sostanzialmente avrebbero diritto. Si evidenzia pertanto la necessità di superare e risolvere le difficoltà legate ai tempi di rilascio delle certificazioni (in molti casi superiori ai sei mesi) adottando comunque un piano didattico individualizzato e personalizzato, nonché tutte le misure che le esigenze educative riscontrate richiedono. (Pag. 2 e 3 della CM MIUR n del 6/3/2013).

13 Sulla base di questi chiarimenti, ecco come agire praticamente a con gli studenti con Bisogni Educativi Speciali Schema riassuntivo dei chiarimenti, caso per caso: Alunni che necessitano di Bisogni Educativi Speciali a sono: Come lo individuano i docenti? Cosa fanno? Elaborano. Per quanto tempo Disabilità certificata ai sensi dell art. 3 c.1 e c.3 della legge 104/1992 Disabilità intellettiva Disabilità sensoriale e motoria Altra disabilità DSA Legge 170/2010 PEI Sempre ma con modifiche annuali. Disturbi evolutivi specifici (con certificazione o con diagnosi) Svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale In attesa di certificazione, va bene diagnosi di specialista privato. CM n 8 del 6/3/2013 Diagnosi di ADHD -Borderline cognitivi -Disturbi evolutivi specifici Per diagnosi si intende invece un giudizio clinic o, attestante la presenza di una patologia o di un disturbo, che può essere rilasciato da un medico, da uno psicologo o comunque da uno specialista iscritto negli albi del le professioni sanitarie. CM n 8 del 6/3/2013 Tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi (come ad es. una segnalazione degli operatori dei servizi sociali), ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche. PDP I docenti elaborano Strategie didattiche non formalizzare oppure PDP (se il CdC lo ritiene opportuno) Il Consiglio di classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico personalizzato, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione (Nota MIUR del 22/11/2013, n 2363) Sempre ma con modifiche annuali. Circoscritto nell anno scolastico di riferimento e messo in atto per il tempo strettamente necessario. CM n 8 del 6/3/2013

14 7. CONCLUSIONE Concludo la mia relazione con una frase riferita ai BES che ho trovato su FB nel sito dell'aid (Associazione Italiana Dislessia) che recita: Se non imparo nel modo in cui insegni, insegnami nel modo in cui imparo, che poi è il motto che sorregge la italiana della qualità! Ins. Mariangela Peverelli

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