GESTIONE DEL TRAFFICO AEREO (ATM)

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "GESTIONE DEL TRAFFICO AEREO (ATM)"

Transcript

1 Capitolo 2 GESTIONE DEL TRAFFICO AEREO (ATM) Elab. ANS-Training

2

3 1. NAVIGAZIONE AEREA La navigazione aerea è l'arte di condurre un aeromobile da un punto qualsiasi ad un altro, determinando la sua posizione rispetto alla superficie della Terra. L aeromobile può essere condotto in qualsiasi direzione, la sua velocità e la sua quota possono essere variate a piacere entro i limiti di prestazione della macchina. Notoriamente la caratteristica principale di un mezzo di trasporto è legata alle tre dimensioni: il trasporto ferroviario a quella longitudinale, il trasporto automobilistico e marittimo alla longitudinale e laterale, il trasporto aereo anche a quella verticale. Le possibilità offerte dall'aeromobile e l istinto proprio dell uomo, hanno portato il pilota a considerare il volo come un fatto individuale, rappresentando lo spazio come libertà. Lo sviluppo delle prestazioni, l'aumento del numero degli aeromobili e le esigenze di sicurezza e regolarità dei voli, portano infine la navigazione aerea ad avere quale obiettivo quello di arrivare a destinazione nel modo più economico e sicuro possibile. Il volo e la navigazione aerea sono oggi diventate parte di un sistema complesso, denominato Gestione del traffico Aereo (Air Traffic Management), che avvalendosi di ulteriori sistemi, come il controllo del traffico aereo le comunicazioni e l'elaborazione dei dati, ha il compito di provvedere alla sicurezza e all efficienza della circolazione di tutti gli aeromobili. 2. TRAFFICO AEREO Per traffico aereo si intende l'insieme degli aeromobili in volo o che operano sull area di manovra di un aeroporto. Un sistema di traffico aereo si sviluppa secondo elementi dipendenti fra loro, come: - le caratteristiche fisiche e organizzative dell'ambiente naturale in cui opera; - la regolamentazione che lo disciplina; - l'entità e le caratteristiche dei velivoli; - l'entità e l'abilità professionale degli addetti; - l 'organizzazione l'entità e le caratteristiche delle infrastrutture e dei servizi tecnico/operativi al suolo. 2.1 FATTORI DI SUCCESSO DEL TRAFFICO AEREO Il successo del traffico aereo, la sua espansione e la sua efficienza, dipendono da tre fattori fondamentali: la sicurezza, la regolarità e l'economia. L espansione del traffico aereo è continua: nel 2004 i movimenti aerei nell area europea sono aumentati del 4,8% rispetto al Le previsioni di Eurocontrol a medio termine (Eurocontrol medium-term forecast flight movements) indicano per i Paesi europei una crescita media annua (voli IFR) compresa tra il 3 ed il 5 % fino al 2011, previsioni che corrispondono a quelle effettuate dall ICAO su scala mondiale. 79

4 Le figure mostrano rispettivamente il totale dei passeggeri trasportati e il totale dei passeggeri/km negli anni per i Paesi dell ICAO. La figura alla pagina seguente mostra il totale dei voli negli spazi aerei italiani nei periodi e Totale passeggeri trasportati. - Totale passeggeri/km nei Paesi ICAO periodo

5 Voli assistiti negli spazi aerei italiani 1986/ 2004 e 1994/2004 (ENAV) 81

6 2.1.1 Sicurezza Al pari delle altre attività umane, anche l'aviazione è soggetta ad incidenti. La sicurezza nel trasporto aereo ha tuttavia aspetti e dimensioni nettamente differenti da quelli degli altri tipi di trasporto. Il primo e più vistoso concerne l'ordine di grandezza delle cifre: meno di venti incidenti l'anno in tutto il mondo provocano un numero di vittime stimate tra le 400 e le Si tratta di cifre modeste, soprattutto se rapportate al numero dei voli e dei passeggeri che ogni anno utilizzano il mezzo aereo. Da un punto di vista statistico l'aviazione rappresenta quindi una forma di trasporto sicura; infatti ogni anno, solo in Italia, muoiono circa persone in incidenti stradali. Dalla seconda guerra mondiale ad oggi poi, la sicurezza del trasporto aereo ha segnato un continuo e significativo miglioramento, se si pensa che il numero degli incidenti non ha seguito la dinamica di crescita esponenziale del traffico aereo. Nel linguaggio aeronautico esiste una fondamentale differenza tra i due termini inglesi accident e incident, utilizzati per indicare problematiche afferenti la sicurezza nel trasporto aereo: - Accident (incidente fatale), è un evento che si verifica tra le procedure di imbarco e quelle di sbarco, e che ha come conseguenza il ferimento o la morte di una o più persone, danni alla struttura dell aeromobile e la perdita o la totale inaccessibilità dell aeromobile stesso. - Incident (incidente) è un evento che influisce, o potrebbe influire, sulla sicurezza delle operazioni di volo. Le cause degli incidenti aerei non sempre sono facilmente accertabili; la distruzione dell'aeromobile o la morte dell'equipaggio di condotta possono privare l'inchiesta di informazioni fondamentali. Notevole aiuto alle inchieste può essere dato dalla disponibilità a bordo di registratori automatici e a prova di distruzione, le cosiddette scatole nere, in grado di fornire i dati relativi alle comunicazioni ed al volo fino al momento dell'incidente (Cockpit Voice Recorder e Flight Data Recorder). Le cause più comuni degli incidenti sono di tipo meccanico, meteorologico o di errore umano. E' raro il caso in cui una sola sia la causa; spesso un incidente è la risultante di più cause concomitanti. L insieme di tali cause nel gergo aeronautico viene definito catena degli eventi, ovvero l insieme degli avvenimenti di diversa origine che concorrono alla realizzazione del problema. È analizzando a ritroso e minuziosamente la catena degli eventi, che nella maggior parte dei casi si riesce a ricostruire il complesso scenario di ogni incidente aeronautico. Le statistiche indicano che le fasi di volo critiche ai fini degli incidenti sono soprattutto l'atterraggio ed il decollo: esse da sole vantano oltre il 50% degli eventi disastrosi, di cui la metà circa avvenuti in decollo. Tale criticità è spiegabile col fatto che su dette fasi più che in altre possono influire maggiormente fattori meteorologici, fisico-tecnici (ostacoli, prestazione della macchine, aiuti alla navigazione) e umani. 82

7 2.1.2 Regolarità La regolarità del traffico aereo è stata definita come il rapporto tra i voli effettuati e quelli previsti. Con lo sviluppo dell'aviazione appare però necessario ridefinirla con termini più precisi in funzione delle variabili tempo e spazio, introducendo il concetto di puntualità. Non si può fare a meno però di ammettere che il traffico aereo non ha ancora pienamente soddisfatto l obiettivo regolarità, per diverse cause. L'assistenza al traffico aereo necessita di un sistema di supporto estremamente complesso; un volo coinvolge un gran numero di servizi e personale di difficile coordinamento, il più delle volte gestiti da differenti entità. Basti pensare ai servizi tecnici e di esercizio, alle infrastrutture aeroportuali, o ai servizi della navigazione aerea. Su tutte le operazioni infine, hanno influenza le condizioni dell'ambiente di volo e la situazione meteo in cui l'aeromobile opera. Le manifestazioni più evidenti dell irregolarità dei voli sono i ritardi, i dirottamenti e gli annullamenti. Quando riferiti al trasporto aereo, tali inconvenienti, oltre al discredito ed alla conseguente minore attrattiva, hanno un effetto diretto sui voli. I ritardi aumentano i costi richiedendo maggior tempo di volo per lo stesso percorso nonchè maggiore impiego del personale, maggiori consumi di carburante e maggiore usura delle macchine, offrendo minori margini di utile. Gli annullamenti dei voli, con il loro effetto combinato su costi e proventi, possono in prima analisi far risparmiare, ma provocano una mancata produzione. I dirottamenti, infine, associati di solito a ritardi e annullamenti, a parità di servizi effettuati, comportano maggiori tempi di volo, maggiori spese per l'assistenza di scalo e minori proventi per la mancata utilizzazione della stessa macchina Economia Il concetto di economia analizzato come costo-profitto e costo-efficacia, si applica bene alle operazioni aeree e assume aspetti evidenti se ci si riferisce al trasporto aereo commerciale. Una compagnia aerea, come impresa industriale, mette in attività un certo numero di mezzi e servizi al fine di vendere trasporto ed ottenere un ricavo. Tra le spese di una compagnia aerea quelle direttamente connesse alla produzione del bene (il trasporto), sono le maggiori. Tali spese vengono dette costi operativi. I costi operativi sono espressi in termini di costo unitario, ovvero il costo per aeromobile/ora, aeromobile/km, tonnellata/km, passeggero/km. Per il carattere generale e per la migliore resa in termini di contabilità, l'unità tonnellata-km è la più usata, e indica il costo per effettuare il trasporto di persone e/o cose del peso di una tonnellata per lo spostamento di un chilometro (TK). La produttività oraria di un vettore che utilizza l'unità TK viene espressa in tonnellata/ velocità media, considerando lo spazio temporale tra la chiusura delle porte alla partenza e l'apertura all'arrivo. Oltre alle caratteristiche di prestazione della macchina, incidono in modo rilevante su tale tempo: la pianificazione delle rotte, le infrastrutture aeroportuali e la bontà dei servizi di assistenza, i servizi ATS. Infatti le cause più frequenti di ritardo nelle zone terminali di volo si identificano nei servizi ATS, a volte inadeguati alla quantità di traffico. 83

8 2.1 TRAFFICO AEREO E SISTEMA ATS L'assistenza al traffico aereo si espleta attraverso il sistema ATS (Air Traffic Service). Questo sistema può essere scisso in due sottosistemi: il sottosistema in volo ed il sottosistema al suolo. Del sottosistema in volo fanno parte tutti gli elementi connessi alla macchina e all'uomo in volo; del sottosistema al suolo fanno parte gli altri elementi di supporto ed in particolare le "infrastrutture aeronautiche" nel senso più ampio della definizione. La funzione principale di un sistema ATS è quella di prevenire collisioni tra aeromobili e tra aeromobili ed ostruzioni nell area di manovra. Il sistema ATS e tutti i servizi connessi, sono parte integrante del sistema economico del trasporto aereo. Per comprendere il ruolo che ha per gli operatori commerciali, il sistema ATS può essere paragonato ad un'industria che presa in consegna la materia prima, la restituisce come prodotto finito. Nel nostro caso la materia prima è il velivolo, che viene preso in consegna all'inizio dell'operazione aerea, guidato e gestito secondo criteri di sicurezza economia e regolarità, e viene restituito al raggiungimento dello scopo finale: il trasporto di persone e/o cose da una parte all'altra del globo. Il miglior successo dell'operazione è funzione dell'efficacia e capacità del sistema. D altro canto l'efficacia del sistema è quantizzabile economicamente se rapportata alle leggi economiche del costo-profitto, dove per costi si intendono gli stanziamenti fatti al fine di aggiornare e mantenere il sistema ad un livello rispondente alle richieste del vettore, e per profitto si intende il risultato di sicurezza e regolarità nel loro complesso. 2.3 TIPOLOGIE DELL'AVIAZIONE Per aviazione si intende il complesso degli aeromobili, del personale e del relativo equipaggiamento utilizzato per le attività aeree. In funzione degli scopi e delle attività, l'aviazione si distingue in: aviazione militare e aviazione civile. L'aviazione militare comprende tutti gli aeromobili (armati e non), il personale e l organizzazione che opera alle dipendenze delle autorità militari. L'aviazione civile, comprende l'aviazione commerciale, che effettua servizi di trasporto a pagamento e l'aviazione generale, che comprende tutte le attività conosciute sotto le denominazioni di aviazione d'affari, turismo, lavoro aereo, aerofotogrammetria, etc. Le attività aeree si possono identificare anche con il tipo di servizi svolti. Ad esempio l'aviazione militare svolge attività di intercettazione, ricognizione, ricerca e soccorso, etc. Le attività dell'aviazione commerciale possono essere caratterizzate invece dalla lunghezza della rotta servita (breve raggio, lungo raggio, etc.), o da caratteristiche geografico-politiche (continentali, intercontinentali, transatlantiche, domestiche, nazionali, internazionali). 2.4 SUDDIVISIONE DEL TRAFFICO AEREO Da quanto detto la via più semplice per inquadrare il traffico aereo sembrerebbe quella di considerarlo come costituito da traffico aereo militare e traffico aereo civile, ma ciò non può essere esauriente dal punto di vista del controllo del traffico aereo, che considera lo spazio aereo in modo unitario e indipendente da ogni fattore. In linea generale quindi il traffico 84

9 aereo si distingue in: a. Traffico aereo generale, costituito da tutti i voli che operano in accordo alle regole ed alle procedure stabilite per l'aviazione civile internazionale. b. Traffico aereo operativo, costituito da quei voli ( militari) che operano secondo particolari criteri operativi (difesa aerea, voli di intercettazione, di addestramento, voli scuola e di sperimentazione), e che non seguono le procedure stabilite per l'aviazione civile internazionale. Nella maggior parte dei casi tale tipo di traffico è costituito da aeromobili militari impegnati in operazioni connesse con la sicurezza nazionale. Gli aeromobili di Stato appartenenti a dicasteri che hanno stipulato apposite convenzioni col Ministero della Difesa, se non operano in accordo alle regole del traffico aereo generale, seguono la normativa per il traffico aereo operativo. In Italia il traffico aereo operativo è regolamentato da norme e procedure specificate dall Aeronautica Militare e opera in contatto con il Servizio di Coordinamento e Controllo dell Aeronautica Militare Italiana (SCCAM). Operazioni di sicurezza pubblica, dogana e protezione civile di pronto intervento Se l'attività degli aeromobili di Stato in servizio di sicurezza pubblica, dogana e protezione civile (Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Capitaneria di Porto, Protezione Civile e Corpo Forestale dello Stato), assume caratteristiche di pronto intervento: a) il pilota integrerà il proprio nominativo radio con l'identificativo "BAT" (Buster Air Traffic) dandone immediata comunicazione all'ente ATS con cui è in contatto radio; b) i servizi del traffico aereo forniti ai voli GAT, in relazione alla classe di spazio aereo impegnato, potrebbero risultare incompleti in quanto gli Enti ATS interessati potrebbero non essere a conoscenza, in tutto o in parte, dell'area di impegno e delle relative modalità di utilizzazione, stante le finalità e le caratteristiche di urgenza e possibile riservatezza dell'attività operativa svolta. (AIPENR 1.1) 3. ASSISTENZA AL VOLO 3.1 CENNI STORICI Agli albori dell'aviazione il cielo era scarsamente popolato e gli aeromobili non necessitavano di alcun controllo. I problemi che insorgevano, come l'arrivo simultaneo ad un medesimo aeroporto di più aeromobili, venivano risolti con il concorso e la responsabilità dei piloti. A causa poi dell'aumento delle distanze percorse e del numero degli aeromobili, la sicurezza del traffico aereo non poteva essere più demandata soltanto al "vedere ed essere visti", ma richiedeva la creazione di un'organizzazione di terra vera e propria. All'inizio per l'atterraggio ed il decollo si usarono megafoni e bandierine, poi segnali luminosi come pistole e razzi. Con il progredire della tecnologia divenne possibile l assistenza ed il controllo degli aerei da parte di personale a terra. Gli scambi di messaggi tra operatori di terra e di bordo avvenivano inizialmente attraverso la telegrafia e l uso del codice Morse; l operatore 85

10 di bordo era denominato marconista, e rimase attivo sui voli transoceanici fino ai primi anni 60. Quando si riuscì ad installare a bordo la radio, fu possibile lo scambio dei messaggi voce e nacquero così le prime Torri di Controllo; il primo di questi locali sopraelevati su un traliccio di legno e fornito di impianto radio rice-trasmittente, fu creato all'aeroporto di Cleveland (Ohio) nel Chicago nel 1931, e in seguito i principali aeroporti americani, si uniformarono creando Torri di controllo e successivamente, in altri locali, una prima assistenza di rotta tramite l'uso di carte geografiche. Il primo Centro di controllo per il traffico in rotta propriamente detto, fu costituito sull aeroporto di Newark nel All epoca si ritenne sufficiente per il traffico in rotta fornire un servizio informazioni volo (meteo e traffico) e un servizio di allarme per aeromobili in situazioni di emergenza. Gli spazi aerei nei quali dovevano essere forniti i servizi furono denominati Regioni Informazioni Volo e gli enti istituiti allo scopo Centri Informazioni Volo. Con il passare del tempo l'industria aeronautica produceva macchine sempre più veloci e capienti, portando l'aereo a consolidare la sua posizione preminente di collegamento tra nazioni di tutto il mondo. In conseguenza le rotte congiungenti i principali aeroporti cominciavano ad essere percorse da troppi aerei e di prestazioni diverse, risultando i servizi forniti insufficienti a garantire sicurezza. Bisognava esercitare un controllo maggiore su quegli aeromobili disciplinandoli. A questo scopo vennero delineate nelle Regioni informazioni volo, ovvero delle porzioni di spazio aereo entro le quali si doveva assicurare anche un servizio di Controllo. Questi spazi aerei furono denominati spazi aerei controllati ed il servizio denominato Servizio di controllo del traffico aereo. Gli spazi aerei controllati furono suddivisi in Regioni di controllo e zone di controllo. La responsabilità del Servizio di controllo del traffico aereo fu attribuita, a seconda delle fasi del volo, a vari enti, quali il Centro di controllo regionale il Controllo di avvicinamento e la Torre di controllo di aeroporto. Al fine di soddisfare le esigenze dell'utenza fu altresì istituito un ulteriore servizio, quello Consultivo del traffico aereo, con il fine di assistere con accuratezza maggiore di quella del Servizio informazioni volo, gli aerei ai quali non era possibile per tecnica o economia di gestione, fornire un Servizio di controllo del traffico aereo. 3.2 SERVIZI DI ASSISTENZA AL VOLO E SERVIZI DELLA NAVIGAZIONE AEREA Servizi di assistenza al volo Si può affermare che con la denominazione di Assistenza al Volo s'intende un sistema costituito da un complesso di servizi che ha lo scopo di garantire sicurezza e regolarità alla navigazione aerea. Tale sistema è composto dallo spazio aereo, dai mezzi e dal personale necessari, nonché dall'organizzazione cui spetta il compito di pianificare, dirigere e gestire tutti i mezzi e i servizi. La Legge n. 665/96 Trasformazione in ente di diritto pubblico economico dell'azienda autonoma di assistenza al volo per il traffico aereo generale, all art. 2 comma 1, afferma 86

11 che l ENAV è chiamata a fornire i servizi di assistenza al volo in tutti gli spazi aerei di pertinenza italiani, e nel successivo comma 2 fornisce un elenco dei servizi che l ente è chiamato in particolare ad organizzare ed erogare. Questi servizi sono: a) di traffico aereo, consistenti nel servizio di controllo della circolazione aerea, nel servizio di informazione di volo, nel servizio consultivo e di allarme; b) di meteorologia aeroportuale; c) di informazione aeronautica; d) di telecomunicazioni aeronautiche; e) di radio-navigazione e radio-diffusione. Elencazione ripresa dall art. 4 comma a), dello Statuto sociale dell ENAV S.p.A.. Considerando che i servizi di radio-navigazione e radiodiffusione sono branche del servizio delle telecomunicazioni aeronautiche, il Servizio di Assistenza al Volo si articola in quattro distinti servizi: 1. Servizi del traffico aereo; 2. Servizio delle informazioni aeronautiche; 3. Servizio della meteorologia aeronautica; 4. Servizio delle telecomunicazioni aeronautiche. 1. Servizi del traffico aereo (Air Traffic Services - ATS) - In funzione degli obiettivi che si prefiggono si distinguono in: - Servizio di controllo del traffico aereo (Air Traffic Control Service - ATCS). Ha lo scopo di prevenire collisioni fra aeromobili, fra aeromobili ed ostacoli sull'area di manovra ed accelerare e mantenere ordinato il flusso del traffico aereo; - Servizio informazioni volo (Flight Information Service - FIS). Ha lo scopo di fornire consigli ed informazioni utili per una sicura ed efficiente condotta dei voli; - Servizio di allarme (Alerting Service ALRS). Ha lo scopo di mettere in allarme l'organizzazione preposta al soccorso e cooperare con essa nell'espletamento delle attività di ricerca e soccorso; - Servizio consultivo del traffico aereo (Air Traffic Advisory Service - ADVS). Ha lo scopo di assicurare una separazione, nei limiti del possibile, agli aeromobili che volano con piano di volo IFR entro spazi aerei consultivi. 2. Servizio delle informazioni aeronautiche (Aeronautical Information Service - AIS) - Ha il compito di raccogliere, pubblicare e diffondere le informazioni necessarie alla sicurezza, alla regolarità ed all'efficienza della navigazione aerea. 3. Servizio di meteorologia aeronautica (MET) - Ha il compito di raccogliere, elaborare e diffondere, direttamente o attraverso gli enti ATS, tutte le informazioni meteorologiche necessarie alla regolare e sicura condotta di voli. 4. Servizio delle telecomunicazioni aeronautiche (TLC) - Ha il compito di fornire agli aeronaviganti i dati necessari alla condotta del volo ed assicurare le comunicazioni terrabordoterra ed il traffico radio-telegrafico tra punti fissi. 87

12 Servizio fisso (collegamenti tra stazioni installate a terra); Servizio mobile (collegamenti terra-bordo-terra e bordo-bordo); Servizio di radio-navigazione (installazione e manutenzione dei sistemi di radio-guida; Servizio di radio-diffusione (radiodiffusione delle informazioni necessarie per la sicurezza della navigazione aerea) Servizi della navigazione aerea (S.N.A.) A livello internazionale viene utilizzata l espressione Servizi della navigazione aerea per indicare tutti i servizi forniti alla navigazione aerea. L elenco di tali servizi corrisponde sostanzialmente a quelli indicati per l assistenza al volo. Le più recenti disposizioni di legge italiane si sono adeguate alla terminologia internazionale introducendo la dicitura Servizi della navigazione aerea, in sostituzione di Servizi di assistenza al volo. Il Codice della navigazione Art. 691, intitolato Servizi della navigazione aerea, recita infatti: I servizi della navigazione aerea conformemente alla normativa comunitaria in vigore si distinguono in: a) servizi di traffico aereo, che includono: 1. servizio di controllo del traffico aereo, comprensivo dei servizi di controllo di area, di avvicinamento e di aeroporto; 2. servizio informazioni volo, 3. servizio consultivo per il traffico aereo ; 4. servizio di allarme; b) servizi di meteorologia aeronautica; c) servizi di informazioni aeronautiche; d) servizi di comunicazione, navigazione e sorveglianza. 3.3 Competenze sui servizi di Assistenza al Volo in Italia Fino al 1979 la responsabilità per la fornitura dei servizi di assistenza al volo in Italia è stata demandata all'aeronautica Militare tramite l'ispettorato Telecomunicazioni ed Assistenza al Volo (ITAV). Successivamente lo Stato, con varie disposizioni legislative, ha optato per la suddivisione tra Enti Militari ed Enti Civili, secondo le rispettive competenze. Veniva così costituita nel 1981, nell'ambito del Ministero dei Trasporti, l Azienda Autonoma di Assistenza al Volo per il Traffico Aereo Generale (AAAVTAG, DPR 2 marzo 1981, n. 145), dopo un periodo di gestione commissariale (CAVC, Commissariato Assistenza al Volo Civile). Ciò ha comportò una ristrutturazione a livello organizzativo dello spazio aereo nazionale. Con decorrenza 1 gennaio 1996 l AAAVTAG veniva trasformata in Ente Nazionale di Assistenza al Volo (Legge 21 dicembre 1996, n. 665), ente di diritto pubblico economico, a sua volta trasformato in società per azioni, come previsto dalla stessa legge. 88

13 La nuova società, istituita con decorrenza 1 gennaio 2001 e denominata ENAV S.p.A., ha assorbito tutte le competenze ed attività in precedenza attribuite all ENAV e prima all AA- AVTAG. L Aeronautica Militare, che ha la responsabilità della gestione dei servizi del traffico aereo militare condotto fuori dalle procedure ICAO e sugli aeroporti militari, nonché della gestione del traffico aereo generale su aeroporti militari aperti al traffico civile, svolge i suoi compiti tramite lo SMAUSAM (Ufficio generale per lo Spazio Aereo e la Meteorologia), articolato su due reparti, il primo per lo Spazio Aereo ed il secondo per la Meteorologia Utilizzazione dello spazio aereo L'uso dello spazio aereo in Italia è regolato dal DPR n. 484 del , come di seguito: - Spazi aerei. Lo spazio aereo sottoposto alla sovranità nazionale, quello posto al di sopra delle acque internazionali sulla base di accordi regionali di navigazione aerea, nonché le parti di spazio aereo extraterritoriale attribuite all'italia in base agli accordi internazionali si suddivide, ai fini dei servizi di assistenza al volo in generale e di quelli del traffico aereo in particolare, in spazio aereo controllato secondo le definizioni dell'organizzazione dell'aviazione civile internazionale ed in spazio aereo non controllato. In detti spazi i servizi di assistenza al volo sono assicurati dall'azienda autonoma di assistenza al volo per il traffico aereo generale (oggi ENAV S.p.A.) e dall'aeronautica militare. - Tipi di traffico. Il traffico aereo civile ed il traffico aereo militare, che segue le procedure formulate dall'organizzazione dell'aviazione civile internazionale, prendono il nome di traffico aereo generale (GAT= General Air Traffic). Il traffico aereo militare che non segue le procedure formulate dall'organizzazione dell'aviazione civile internazionale prende il nome di traffico aereo operativo militare (OAT= Operative Air Traffic). - Spazi aerei di competenza ENAV. Sono: a) zone di aeroporto e di avvicinamento istituite su aeroporti civili; b) zone di aeroporto e di avvicinamento istituite su aeroporti militari aperti al traffico aereo civile (vedi tabella); c) aerovie ed aree terminali di controllo; d) spazi aerei non controllati, ai fini del traffico aereo generale. - Spazi aerei di competenza dell' Aeronautica Militare. Sono: a) zone di aeroporto e di avvicinamento istituite su aeroporti militari e militari aperti al traffico aereo civile, non compresi al punto 3) della Tabella riportata più avanti; b) rotte, corridoi e livelli necessari per il traffico aereo operativo-militare; c) zone riservate alle operazioni militari; d) spazi aerei non controllati, ai fini del traffico aereo operativo militare. Entro tali spazi aerei, i servizi di assistenza al volo sono forniti dall'aeronautica militare, con gli opportuni coordinamenti e nel rispetto della normativa ICAO per quanto concerne il traffico aereo generale. 89

14 - Accordi particolari. I servizi di assistenza al volo nelle zone di aeroporto e di avvicinamento sugli aeroporti militari, su quelli militari aperti al traffico aereo civile, o su aeroporti civili, per esigenze di difesa, funzionali o di sicurezza, possono essere delegati, in tutto o in parte, rispettivamente, all'enav ed all'aeronautica Militare, previo accordi tra il Ministero dei trasporti ed il Ministero della difesa che dovranno definire anche le relative responsabilità. Ferme restando le proprie competenze concernenti la direzione dei servizi, l'aeronautica Militare e l'enav possono chiedere l'utilizzazione, a tempo determinato, di personale, rispettivamente civile e militare, per far fronte ad esigenze connesse con i servizi di assistenza al volo, sulla base di accordi approvati con decreto del Ministro della difesa, di concerto con quello dei trasporti. - Priorità di traffico. Il traffico aereo in emergenza, sia generale che operativo militare, ha la priorità su ogni tipo di traffico in tutti gli spazi aerei. Il traffico aereo operativo militare svolto per esigenze reali di difesa dello spazio nazionale o per soccorso ha la priorità su ogni altro tipo di traffico, ad eccezione di quello di emergenza, in tutti gli spazi aerei. - Permeabilità degli spazi. Gli spazi aerei possono essere utilizzati da tutto il traffico aereo, previo coordinamento tra gli enti operativi responsabili. - Comitato consultivo per l'utilizzazione dello spazio aereo. Per l'espletamento dei poteri di coordinamento è istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il comitato consultivo per l'utilizzazione dello spazio aereo. Il comitato esprime parere: a) in materia di ripartizione dello spazio aereo nell'ipotesi di contrasto tra le esigenze della difesa e quelle del traffico aereo generale, espresse dal Ministro della difesa o dal Ministro dei trasporti; b) sulla posizione nazionale in seno agli organismi internazionali; c) in tutti gli altri casi in cui il Presidente del Consiglio dei Ministri ne ravvisi la necessità. 90

15 4. DALL ATC ALL ATM Nel passaggio dal concetto di ATC a quello di ATM è insito l obiettivo di massima tutela della sicurezza. Sicurezza però significa anche imporre restrizioni nell uso dello spazio aereo o della pista, quando il traffico si prevede eccessivo, che possono pregiudicare la regolarità e l economia dei voli. Negli anni settanta, a fronte dell incremento del traffico negli USA e in Europa, venne introdotto il principio di gestione dei flussi di traffico denominato oggi nel suo complesso ATCFM (Air Traffic Flow and Capacity Management). Questa vera e propria organizzazione nell organizzazione, oggi parte integrante del sistema ATM, prevede il volume di traffico all interno di un certo settore, a fronte della domanda, entro un arco temporale che va da mesi ad ore precedenti i decolli. Se la domanda eccede la capacità vengono disposti ritardi ( restrizioni ) fermando l aeromobile al suolo, col massimo della sicurezza e del risparmio di combustibile. Allo scopo di ottenere maggiore capacità si è poi introdotto il concetto di flessibilità degli spazi aerei, prevedendo che ogni spazio aereo possa diventare permeabile purché le condizioni lo consentano. Tale gestione è definita in ambito internazionale ASM (Air Space Management); gli aerei civili possono avere accesso temporaneo a zone militari incrementando la capacità e riducendo i ritardi. 91

16 L integrazione dei sistemi enunciati si è identificato sin dalla metà degli anni ottanta con l acronimo ATM (Air Traffic Management), obiettivo a cui tende l aviazione civile internazionale, da realizzarsi se possibile entro il La definizione di Air Traffic Management è così maturata nel corso degli anni: da quella che identificava l ATM come sommatoria di ATS, ATCFM e ASM, si è passati a quella che indica l ATM come summa di Air traffic services, Air traffic flow management e Air space management, facendo interagire in data link i sistemi di bordo e di terra (ATC, Vettori, gestori aeroportuali, banche dati ATS). Obiettivo generale dell ATM è permettere agli operatori di rispettare gli orari di partenza ed arrivo attenendosi ai profili di volo scelti, riducendo al minimo le limitazioni senza compromettere la sicurezza. Sotto questo aspetto la parte di terra del sistema assume un importanza fondamentale comprendendo i sistemi di supporto (ad esempio le informazioni meteo), e le procedure relative al concetto futuribile di gate-to-gate (dal parcheggio con le operazioni di pre-volo allo spegnimento dei motori). 5. LO SCENARIO AIR TRAFFIC MANAGEMENT DEL FUTURO Il futuro nell ambito dei servizi alla navigazione area è delineato dal Comitato FANS (Future Air Navigations Systems), appositamente istituito dall ICAO, basato sul concetto CNS-ATM (Communication, Navigation, Surveillance-ATM), approvato nella 29ª sessione dell assemblea generale dell ICAO nel 1992, che delinea il sistema integrato globale che i piloti sfrutteranno a pieno presumibilmente nel Per l integrazione del sistema è previsto il largo uso di strumenti e di comunicazioni digitali, mentre per la copertura si farà ricorso a satelliti, allo scopo di garantire la ricezione e trasmissione di dati continuativa su oceani, deserti ed aree remote. I cardini del futuro sistema sono: il Global Navigation Satellite System (GNSS), sistema satellitare di navigazione basato sul principio del GPS (Global Positioning System), rispondente a stringenti requisiti di sicurezza e controllo; il data link per il servizio mobile aeronautico, ossia il collegamento digitale tra i calcolatori degli aeromobili e quelli al suolo; l Interazione dei Flight Management Systems (FMS) di bordo con la parte al suolo dell organizzazione ATM. Tra i sistemi legati alle tecnologie satellitari e di data link per l ATM, vanno annoverati: - per le comunicazioni: CPDLC (Controller-Pilot Data Link Communications). E un sistema di scambio messaggi in data link tra pilota e controllore secondo procedure e fraseologie (in fase di avanzata sperimentazione); - per la sorveglianza del traffico aereo: ADS (Automatic Dependent Surveillance). L aeromobile riporta automaticamente in data link la posizione e i dati di volo alle stazioni al suolo, secondo definiti protocolli di comunicazione. La rappresentazione sullo schermo del controllore è del tutto simile a quella radar; - per i movimenti al suolo: A-SMGCS (Advanced Surface Movement Guidance and Control System). È un sistema di guida e controllo degli aeromobili e dei veicoli operanti sull area di movimento, che sfrutta l automazione e il data link, in aggiunta al radar di terra (Surface wmovement Radar), per migliorare la sicurezza e la capacità del traffico aereo, anche in 92

17 condizioni di scarsa visibilità. Il futuro in Europa: il Cielo Unico Europeo - In Europa la transizione verso il CNS- ATM è stata varata con il lancio della Strategia ATM per gli anni 2000+, decisa dagli Stati ECAC (European Civil Aviation Conference) e sviluppata da Eurocontrol. Obiettivo di questa strategia è garantire, per tutte le fasi del volo comprese le operazioni sulla superficie, il sicuro, economico regolare e ordinato flusso del traffico. Alla strategia è collegata l istituzione del Single European Sky (SES), deliberato dall Unione Europea, che ha conferito ad Eurocontrol l incarico per lo sviluppo e l implementazione del progetto. L obiettivo del Cielo Unico Europeo è creare uno spazio aereo europeo integrato, stabilendo procedure comuni di configurazione pianificazione e gestione, che garantiscano uno svolgimento efficiente e sicuro del traffico aereo. Gli elementi principali del Cielo Unico Europeo sono: Istituzione di un unica Regione di informazioni volo nello spazio aereo europeo superiore, EUIR (European Upper Flight Information Region). Il livello di separazione tra lo spazio aereo superiore e quello inferiore è stabilito a livello di volo 285. Suddivisione in blocchi funzionali di spazio aereo (FAB o FBA, Funtional Airspace Blocks), gestiti secondo flussi di traffico e senza confini nazionali. Uso flessibile degli spazi aerei (FUA, Flexible Use of Airspace), ottenuto tramite coordinamenti tra civili e militari, tenendo in considerazione le esigenze di tutti. Classificazione semplificata dello spazio aereo. Dalle attuali 7 Classi di spazio aereo si passerà a tre Classi (entro il 2010) e poi a due (entro il 2015), denominate: - Classe N (intended), spazio aereo in cui tutto il traffico aereo è conosciuto all ATS; - Classe U (Unknown), spazio aereo in cui non tutto il traffico aereo è conosciuto all ATS. Free Route Airspace (FRA). Spazi aerei entro cui vengono pianificate rotte con punto di entrata e di uscita, senza riferimenti alle rotte ATS. I voli rimangono soggetti al controllo del traffico aereo e non è identificabile con il Free Flight Airspace che è lo spazio aereo del futuro (2025?) in cui opererà il Free Flight. 93

18

19 Capitolo 3 AEROPORTI Elab. ANS-Training

20

21 PARTE I PREMESSA La parola Aerodromo verrà sostituita dalla parola Aeroporto. Per chi si avvicina per la prima volta a queste materie il cambiamento potrà sembrare minimo, per chi invece si occupa di traffico aereo da anni, si tratta di un cambiamento epocale. La parola Aerodromo, di diretta discendenza ICAO, è il termine che è sempre stato utilizzato nella documentazione internazionale e nazionale a designare un luogo (comunque ed ovunque) dove dai primordi dell aviazione si facevano gare tra aeroplani, e che progressivamente venne utilizzato a significare l aeroporto nella comune accezione moderna. In particolar modo dopo l adozione di quel termine da parte dell ICAO, nelle locuzioni derivate figurò preferibilmente la parola Aerodromo, mentre in quelle precedenti o estranee, figurò preferibilmente la parola Aeroporto. A oggi chi volesse ricercare le origini di quanto riportato in queste pagine, scoprirebbe per esempio che l Annesso 14 ICAO al volume I titola: Aerodrome design and operations. Così in tutta la documentazione ICAO si parlerà di aerodromo e a volte di aeroporto significando indistintamente: Una determinata superficie di terreno o d acqua intesa ad essere usata in tutto o in parte per l arrivo, la partenza e il movimento di aeromobili (Def. ICAO -Annesso 14). Unica specifica di origine semantica che vogliamo aggiungere per meglio sviscerare la differenza originaria tra le due parole, è l inclusione nel significato del termine aeroporto di ogni costruzione, installazione ed equipaggiamento ivi edificati, assente nella traduzione del termine aerodromo (Terminologia Aeronautica R.A.I.- Ed.1964). E per quanto sopra e a salvaguardia di una continuità intellettuale che nel capitolo dedicato alle definizioni si sono riportati distintamente i significati di aerodromo e aeroporto. La scelta obbligata nasce in ossequio alle recenti disposizioni di Legge che nel riordino della materia a livello nazionale preferiscono la parola aeroporto a quella di aerodromo. Così è anche per il nuovo Manuale Operativo ATM, a cui questa edizione si confà. Il capitolo "Aeroporti" è particolarmente complesso per tutti quegli aspetti che non sempre hanno diretta applicazione operativa nel controllo del traffico aereo. Si illustreranno a volte pratiche raccomandate, integrate dove possibile da norme standard obbligatorie in Italia tratte dal Regolamento per la costruzione e l esercizio degli aeroporti (ENAC). La materia è stata trattata in modo descrittivo evitando i dettagli non indispensabili al controllore. La stesura del capitolo rispetta le linee fondamentali dell'annesso 14 (volumi I Aerodrome design and operations e volume II Heliports) e le disposizioni emanate da ENAC aventi forza di Legge. 97

22 1. GENERALITÀ 1.1 Concetto di aeroporto Per aeroporto si intende un'area definita sulla superficie del suolo o dell'acqua, comprensiva di eventuali costruzioni, installazioni ed equipaggiamenti, destinata ad essere usata totalmente od in parte per l'arrivo, la partenza ed il movimento al suolo degli aeromobili. 1.2 REGOLAMENTO PER LA COSTRUZIONE E L ESERCIZIO DEGLI AEROPORTI Il Regolamento per la costruzione e l esercizio degli aeroporti emesso dall ENAC, prescrive i requisiti in materia di sicurezza delle operazioni, per l emissione ed il mantenimento della certificazione degli aeroporti necessaria al gestore per operare attività di trasporto pubblico con velivoli di massa massima al decollo superiore a 5700 kg o con 10 o più posti passeggeri. Tale regolamento emanato grazie alle attribuzioni conferite all ENAC dalla legge 166/2002 e dal decreto Legge 250/97, discende direttamente da un ragionato recepimento dell Annesso 14, e ordina lo sviluppo degli aeroporti, considerando la realtà nazionale e le relative garanzie di sicurezza che un moderno trasporto aereo deve garantire. Questo documento contiene delle differenze di portata limitata, proprie delle realtà aeroportuali italiane. Il regolamento non prescrive requisiti per i servizi di soccorso ed antincendio, rientrando questi nelle competenze del Ministero dell Interno, tuttavia vi è una parte dedicata all armonizzazione delle procedure di emergenza fra tutti gli enti presenti sull aeroporto. L ENAC ha inoltre previsto che un aeroporto certificato secondo questo regolamento possa essere adatto anche per essere utilizzato dagli elicotteri. Nota: Il regolamento emanato dall ENAC si applica alle infrastrutture usate per il decollo e l atterraggio di velivoli: -impiegati in attività di trasporto pubblico; e -con una configurazione dei posti di 10 o più passeggeri oppure una massa massima di decollo superiore a 5700 Kg. 1.3 CERTIFICAZIONE DELL AEROPORTO Diretta conseguenza del regolamento è il rilascio del Certificato di Aeroporto da parte dell ENAC, necessario per l esercizio. Questo certificato attesta la conformità di un aeroporto ai requisiti del regolamento, e in particolare che: l organizzazione aziendale, i mezzi, il personale, le procedure di gestione e gli altri elementi necessari per la corretta gestione e per la sicurezza dell aeroporto sono idonei per le operazioni degli aeromobili; le caratteristiche fisiche dell aeroporto, le infrastrutture, gli impianti e i sistemi delle aree ad esso limitrofe consentono un uso sicuro da parte degli aeromobili secondo quanto previsto dall ENAC. 98

23 Il certificato viene rilasciato in base all esito favorevole degli accertamenti condotti dagli Ispettori dell ENAC, e quando il gestore ha dimostrato per le parti di competenza la rispondenza ai contenuti del regolamento. Il certificato ha una validità di tre anni dalla data del rilascio o di rinnovo, e può essere sospeso o revocato qualora decadano le condizioni di emissione. 1.4 SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA Gli aeroporti certificati devono essere dotati di un sistema di gestione della sicurezza (Safety Management System SMS) che descriva la struttura dell organizzazione, nonché i compiti e le responsabilità del personale, ed assicuri che le attività siano condotte in modo documentato e controllato. Il sistema di gestione SMS, include: la determinazione delle politiche di sicurezza del gestore; l assegnazione delle responsabilità e dei compiti e l emissione di direttive per il personale, sufficienti per l implementazione delle politiche aziendali e degli standard di sicurezza; il monitoraggio continuo degli standard di sicurezza; la registrazione e analisi delle deviazioni dagli standard applicabili; la definizione ed applicazione delle misure correttive; la valutazione dell adeguatezza e dell efficacia delle procedure applicate dall organizzazione. 1.5 MANUALE DI AEROPORTO La fonte documentale che descrive la conduzione delle procedure operative e la loro gestione in sicurezza, fornendo indicazioni in merito agli aspetti di coordinamento con i soggetti non controllati, per le attività ed i servizi inerenti la gestione dell aeroporto è il Manuale di aeroporto. Il suddetto documento consente di valutare l ottemperanza da parte del gestore a quanto prescritto dal regolamento, rappresentando il mezzo di diffusione di tutte le informazioni sulla gestione e sulla corretta manutenzione dell aeroporto. Il manuale si compone, oltre all introduzione, di note tecnico/pratiche dettagliate e di diversa natura: dalla latitudine e longitudine dell aeroporto, alle cartine dei parcheggi e di tutte le installazioni, dalla descrizione degli ostacoli e dei metodi e procedure per l aggiornamento dei dati alle superfici, con dimensioni classificazione delle piste ecc.. Tra le procedure operative contenute nel Manuale - che devono tener conto delle specifiche necessità dell aeroporto - sono di norma incluse le seguenti: a) Sistema che il gestore usa per fornire le informazioni da inserire nella Pubblicazione delle Informazioni Aeronautiche; b) Le ispezioni di routine dell aeroporto, incluse quelle relative agli Aiuti Visivo Luminosi (AVL) ove applicabile, la gestione dei rapporti, il tipo e la frequenza delle ispezioni; c) Ispezioni del piazzale, delle piste e delle vie di rullaggio a seguito di presenza segnalata di detriti nell Area di movimento, a seguito di decollo abortito per via di guasti al motore, ai pneumatici o alle ruote, o a seguito di qualsiasi altro incidente che possa aver lasciato detriti 99

24 che costituiscano potenziale pericolo; d) Valutazione dello stato delle piste; e) Pulizia delle piste, delle vie di rullaggio e del piazzale; f) Protezione delle piste durante le procedure per bassa visibilità (LVP) ove previste; g) Misurazione e diffusione delle informazioni relative all altezza dell acqua, della neve e neve mista ad acqua (slush) sulle piste e sulle vie di rullaggio; h) Misurazione e diffusione delle informazioni relative all azione frenante di pista; i) Diffusione delle informazioni sull operatività dell aeroporto, chiusura temporanea di alcune strutture, chiusura delle piste etc.; j) Registrazioni relative al movimento degli aeromobili; k) Controllo dei lavori, inclusi gli scavi e le attività agricole che possano avere un impatto sulla sicurezza delle operazioni degli aeromobili; l) Modalità di accesso all aeroporto e alle sue aree operative, incluso l accesso di veicoli; m) Gestione del piazzale e dei parcheggi; n) Disponibilità di combustibile per aviazione e suo stoccaggio; o) Segnalazione di incidenti e inconvenienti in ottemperanza alla regolamentazione relativa al sistema di segnalazione obbligatoria; p) Rimozione degli aeromobili incidentati; q) Piano rimozione neve; r) Piano per la riduzione del rischio da impatto con uccelli e animali selvatici. 2. CLASSIFICAZIONE DEGLI AEROPORTI 2.1 SCOPI DELLA CLASSIFICAZIONE Gli scopi della classificazione sono: - Fornire criteri uniformi di riferimento; - Standardizzare le caratteristiche fisiche; - Rendere omogenee le strutture tipiche; - Individuare il tipo di utenza, il gestore e la destinazione. 2.2 CRITERI DI CLASSIFICAZIONE Gli aeroporti possono essere classificati in base ai seguenti criteri: a) giuridico (art.697 C.N.) - aeroporti civili,appartenenti allo Stato e Enti pubblici come Regioni, Province e Comuni - aeroporti militari, designati dal Ministero Infrastrutture e Trasporti d intesa con il Ministero Difesa - privati,autorizzati e adibiti dal gestore all esercizio del traffico aereo b) l utilizzazione: - aeroporti civili - aeroporti civili aperti al traffico militare (misti) - aeroporti militari 100

25 - aeroporti militari aperti al traffico civile (misti) c) il tipo di gestione: - aeroporti statali (A.M.I.-E.I.-M.M.) - aeroporti pubblici(gestore) - aeroporti privati(gestore privato) d) la destinazione: - aeroporti - idroscali - eliporti - aviosuperfici. 101

26 Ubicazione degli aeroporti italiani 102

27 2.2.1 Classificazione in funzione dell'utilizzazione a) Classificazione degli aeroporti civili I fattori che influenzano direttamente questa classificazione sono: - aspetti di natura commerciale, ossia disponibilità di attrezzature per il traffico aereo (internazionale, nazionale, cargo, passeggeri, ecc.); - caratteristiche in funzione degli aeromobili che usano l'aeroporto (lunghezza, larghezza e resistenza delle piste, delle vie di rullaggio ecc.); - assistenze alla navigazione aerea (aiuti strumentali o visivi); - tipo di operazioni di volo e raggio d'azione del trasporto aereo (voli a lungo, medio raggio, locali, d'addestramento, privati, ecc.). Poiché le strutture aeroportuali sono tanto più complete e sofisticate quanto maggiore è l'intensità del traffico, si può accettare il criterio di classificare gli aeroporti civili in: - aeroporti a traffico intercontinentale; - aeroporti a traffico internazionale; - aeroporti a traffico nazionale; - aeroporti a traffico regionale; - aeroporti a traffico locale. Classificazione degli aeroporti italiani in base al tipo di traffico, secondo il Piano Generale dei Trasporti 103

28 Esemplificazione di servizi tipo forniti sugli aeroporti. (1) Eventuali Enti ATS (2) Eventuale servizio rifornimento Gli aeroporti classificati "Intercontinentali" accolgono anche il traffico internazionale e nazionale. Talvolta si stabilisce che solo i voli regolari (scheduled) di compagnia possano atterrarvi, mentre i voli commerciali non di linea (charters) vengono fatti atterrare su aeroporti diversi. Di solito sugli aeroporti ad intenso traffico commerciale gli aeromobili militari e quelli privati o di aeroclub non sono ammessi per le normali operazioni, ma solo in caso di emergenza. b) Classificazione degli aeroporti militari Gli aeroporti militari possono essere classificati in: - aeroporti armati 104

29 - aeroporti attrezzati - aeroporti custoditi - zone demaniali aeronautiche Gli aeroporti armati sono aeroporti sede di reparti o di scuole di volo. Gli aeroporti attrezzati, pur non essendo sede di reparto né sede di scuola di volo, ospitano attività di volo e sono dotati di tutti i servizi prescritti per l'assistenza al volo, sanitaria, antincendio, ecc., in misura proporzionata all'attività svolta. Gli aeroporti custoditi, pur non rientrando nelle prime due categorie, sono provvisti di installazioni o immobili che richiedono sorveglianza continua. Le zone demaniali aeronautiche sono zone di terreno sprovviste di attrezzature e di servizi, suscettibili ad essere trasformate in campi di aviazione. c) Aeroporti misti Per necessità sia militari che commerciali, si rende necessario utilizzare un aeroporto per scopi in parte diversi da quelli a cui è stato destinato. Qualora le necessità militari lo permettano, alcuni aeroporti militari possono accogliere il traffico commerciale; viceversa, alcuni aeroporti civili possono accogliere il traffico militare. Gli aeroporti misti possono distinguersi in: - aeroporti militari aperti al traffico aereo civile; - aeroporti civili aperti al traffico aereo militare Classificazione in funzione del tipo di gestione a) Aeroporti statali Sono quegli aeroporti gestiti dallo Stato: possono essere civili, militari. b) Aeroporti pubblici Sono quegli aeroporti gestiti da enti pubblici o privati e quindi aperti a tutto il traffico commerciale e turistico. c) Aeroporti privati Sono quegli aeroporti costruiti e gestiti privatamente, la cui utilizzazione, salvo eventuali casi di emergenza, è limitata agli aeromobili appartenenti al proprietario dell'aeroporto o, comunque, da questi autorizzati Classificazione in funzione della destinazione a) Aeroporti: sono tutti gli aeroporti su terra (accezione comune). b) Idroscali: sono aeroporti su acqua destinati alle operazioni di involo, ammaraggio e flottaggio dei velivoli anfibi e idrovolanti. c) Eliporti: sono aeroporti destinati ad accogliere solamente elicotteri. d) Aviosuperfici: sono superfici destinate all'atterraggio e al decollo degli aeromobili. Hanno lo scopo di favorire il diffondersi del mezzo aereo, senza essere soggette alle norme e prescrizioni che regolamentano l'apertura al traffico e il funzionamento degli aeroporti e non richiedono la disponibilità di complesse e costose apparecchiature. Le aviosuperfici possono essere realizzate su qualsiasi terreno. 105

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo.

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo. L 320/8 Gazzetta ufficiale dell Unione europea IT 17.11.2012 REGOLAMENTO (UE) N. 1078/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per il monitoraggio che devono

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

REGOLAMENTO DISCIPLINA GENERALE DELLA PROTEZIONE ANTINCENDIO PER GLI AEROPORTI DI AVIAZIONE GENERALE E LE AVIOSUPERFICI

REGOLAMENTO DISCIPLINA GENERALE DELLA PROTEZIONE ANTINCENDIO PER GLI AEROPORTI DI AVIAZIONE GENERALE E LE AVIOSUPERFICI REGOLAMENTO DISCIPLINA GENERALE DELLA PROTEZIONE ANTINCENDIO PER GLI AEROPORTI DI AVIAZIONE GENERALE E LE AVIOSUPERFICI Edizione n 1 approvata con disposizione d urgenza del Direttore Generale n. 9/DG

Dettagli

Il Ministro dello Sviluppo Economico

Il Ministro dello Sviluppo Economico Il Ministro dello Sviluppo Economico 1 VISTO il decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, recante il Codice delle assicurazioni private ed in particolare l articolo 132, recante Obbligo a contrarre;

Dettagli

visto il trattato sul funzionamento dell Unione europea,

visto il trattato sul funzionamento dell Unione europea, 17.11.2012 IT Gazzetta ufficiale dell Unione europea L 320/3 REGOLAMENTO (UE) N. 1077/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per la supervisione da parte delle

Dettagli

NOTA ESPLICATIVA AI FINI DELL APPLICAZIONE DEL REGOLAMENTO SCHEMA SEQUENZIALE

NOTA ESPLICATIVA AI FINI DELL APPLICAZIONE DEL REGOLAMENTO SCHEMA SEQUENZIALE NOTA ESPLICATIVA AI FINI DELL APPLICAZIONE DEL REGOLAMENTO SCHEMA SEQUENZIALE Questa nota è a beneficio degli operatori che intendono svolgere operazioni specializzate, a titolo oneroso (commerciali o

Dettagli

Ente Nazionale per l'aviazione Civile. Regolamento. Operazioni Ogni Tempo nello Spazio Aereo Nazionale

Ente Nazionale per l'aviazione Civile. Regolamento. Operazioni Ogni Tempo nello Spazio Aereo Nazionale Ente Nazionale per l'aviazione Civile Regolamento Operazioni Ogni Tempo nello Spazio Aereo Nazionale Edizione 1-30/06/2003 REGOLAMENTO ENAC Operazioni ogni tempo nello spazio aereo nazionale Art. 1 Definizioni

Dettagli

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI Articolo 1 (Campo di applicazione) Il presente decreto si

Dettagli

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE.

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE. I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE. 1 Nel panorama legislativo italiano la Salute e la Sicurezza sul Lavoro sono regolamentate da un gran numero di

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

COMUNE DI RENATE Provincia di Monza e Brianza

COMUNE DI RENATE Provincia di Monza e Brianza REGOLAMENTO COMUNALE PER L INSTALLAZIONE E LA TENUTA DEGLI IMPIANTI DI VIDEOSORVEGLIANZA Approvato dal Consiglio Comunale con delibera n. 50 del 25/11/2009 versione 3 03/11/2009 REGOLAMENTO PER L INSTALLAZIONE

Dettagli

ISTRUZIONI PER LA GESTIONE BUDGET

ISTRUZIONI PER LA GESTIONE BUDGET ISTRUZIONI PER LA GESTIONE BUDGET 1) OPERAZIONI PRELIMINARI PER LA GESTIONE BUDGET...1 2) INSERIMENTO E GESTIONE BUDGET PER LA PREVISIONE...4 3) STAMPA DIFFERENZE CAPITOLI/BUDGET.10 4) ANNULLAMENTO BUDGET

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA TUTELA DELLA RISERVATEZZA RISPETTO AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

REGOLAMENTO PER LA TUTELA DELLA RISERVATEZZA RISPETTO AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI COMUNE DI BRESCIA REGOLAMENTO PER LA TUTELA DELLA RISERVATEZZA RISPETTO AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI Adottato dalla Giunta Comunale nella seduta del 26.3.2003 con provvedimento n. 330/11512 P.G. Modificato

Dettagli

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare febbraio 2013 1 1 PREMESSA... 3 1.1 Oggetto... 3 1.2 Perimetro di applicazione e modalità di recepimento...

Dettagli

La norma ISO 9001:08 ha apportato modifiche alla normativa precedente in

La norma ISO 9001:08 ha apportato modifiche alla normativa precedente in La norma ISO 9001:08 ha apportato modifiche alla normativa precedente in base alle necessità di chiarezza emerse nell utilizzo della precedente versione e per meglio armonizzarla con la ISO 14001:04. Elemento

Dettagli

PROGETTO REGIONALE MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLE BIBLIOTECHE VENETE

PROGETTO REGIONALE MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLE BIBLIOTECHE VENETE PROGETTO REGIONALE MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLE BIBLIOTECHE VENETE Analisi dinamica dei dati dei questionari per le biblioteche di pubblica lettura. GLI INDICATORI Gli indicatori sono particolari rapporti

Dettagli

INDIRIZZO TRASpORTI E LOGISTICA Profilo Trasporti e Logistica

INDIRIZZO TRASpORTI E LOGISTICA Profilo Trasporti e Logistica Indirizzo Trasporti e logistica Profilo Il Diplomato in Trasporti e Logistica: ha competenze tecniche specifiche e metodi di lavoro funzionali allo svolgimento delle attività inerenti la progettazione,

Dettagli

La sicurezza sul lavoro. Concetti di base e accenni alla normativa vigente

La sicurezza sul lavoro. Concetti di base e accenni alla normativa vigente La sicurezza sul lavoro Concetti di base e accenni alla normativa vigente BENVENUTI! Contenuti: - Cenni storici; - Concetti di base: Infortunio e Malattia lavoro-corr. Pericolo Rischio Valutazione dei

Dettagli

UNI EN ISO 9001:2008 Sistemi di Gestione per la Qualità: requisiti e guida per l uso

UNI EN ISO 9001:2008 Sistemi di Gestione per la Qualità: requisiti e guida per l uso SORVEGLIANZA E CERTIFICAZIONI UNI EN ISO 9001:2008 Sistemi di Gestione per la Qualità: requisiti e guida per l uso Pagina 1 di 10 INTRODUZIONE La Norma UNI EN ISO 9001:2008 fa parte delle norme Internazionali

Dettagli

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007 Progettazione ed erogazione di servizi di consulenza e formazione M&IT Consulting s.r.l. Via Longhi 14/a 40128 Bologna tel. 051 6313773 - fax. 051 4154298 www.mitconsulting.it info@mitconsulting.it SVILUPPO,

Dettagli

COMUNE DI MARIGLIANO Provincia di Napoli REGOLAMENTO PER L INSTALLAZIONE E LA GESTIONE DEGLI IMPIANTI DI VIDEOSORVEGLIANZA

COMUNE DI MARIGLIANO Provincia di Napoli REGOLAMENTO PER L INSTALLAZIONE E LA GESTIONE DEGLI IMPIANTI DI VIDEOSORVEGLIANZA COMUNE DI MARIGLIANO Provincia di Napoli REGOLAMENTO PER L INSTALLAZIONE E LA GESTIONE DEGLI IMPIANTI DI VIDEOSORVEGLIANZA (approvato con delibera del Commissario Prefettizio n.5 dell.01.12.2008) 1 I N

Dettagli

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SICUREZZA ing. Davide Musiani Modena- Mercoledì 8 Ottobre 2008 L art. 30 del D.Lgs 81/08 suggerisce due modelli organizzativi e di controllo considerati idonei ad avere efficacia

Dettagli

RISOLUZIONE N.15/E QUESITO

RISOLUZIONE N.15/E QUESITO RISOLUZIONE N.15/E Direzione Centrale Normativa Roma, 18 febbraio 2011 OGGETTO: Consulenza giuridica - polizze estere offerte in regime di libera prestazione dei servizi in Italia. Obblighi di monitoraggio

Dettagli

Politica per la Sicurezza

Politica per la Sicurezza Codice CODIN-ISO27001-POL-01-B Tipo Politica Progetto Certificazione ISO 27001 Cliente CODIN S.p.A. Autore Direttore Tecnico Data 14 ottobre 2014 Revisione Resp. SGSI Approvazione Direttore Generale Stato

Dettagli

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) Revisione Approvazione n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA QUALITA Il nostro progetto

Dettagli

I GRUPPI TRANSFRONTALIERI.

I GRUPPI TRANSFRONTALIERI. I GRUPPI TRANSFRONTALIERI. 1. Premessa. Per effetto della globalizzazione dei mercati è sempre più frequente la creazione di gruppi transfrontalieri, di gruppi cioè in cui le diverse imprese sono localizzate

Dettagli

BREVI CENNI SULLE NOVITA INTRODOTTE NEL DM 19 MARZO 2015 STRUTTURA D.M. 19 MARZO 2015

BREVI CENNI SULLE NOVITA INTRODOTTE NEL DM 19 MARZO 2015 STRUTTURA D.M. 19 MARZO 2015 BREVI CENNI SULLE NOVITA INTRODOTTE NEL DM 19 MARZO 2015 Sulla GU 2573/2015, n. 70 è stato pubblicato il D.M. 19 marzo 2015 recante "Aggiornamento della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione,

Dettagli

Centro Tecnico per la Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione

Centro Tecnico per la Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione Centro Tecnico per la Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione Area Rete Unitaria - Sezione Interoperabilità Linee guida del servizio di trasmissione di documenti informatici mediante posta elettronica

Dettagli

Legge accesso disabili agli strumenti informatici

Legge accesso disabili agli strumenti informatici Legge accesso disabili agli strumenti informatici da Newsletter Giuridica: Numero 81-26 gennaio 2004 Pubblicata sulla Gazzetta la Legge in materia di accesso dei disabili agli strumenti informatici, approvata

Dettagli

Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici

Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici Legge Regionale 28 aprile 2009, n. 15 Norme per la sorveglianza e la prevenzione degli incidenti domestici ( B.U. REGIONE BASILICATA N.22 del 2 maggio 2009 Articolo 1 Finalità 1. La presente legge, in

Dettagli

Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici

Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici DISEGNO DI LEGGE Art. 1. (Obiettivi e finalità) 1. La Repubblica riconosce e tutela il diritto di ogni persona ad accedere

Dettagli

Contabilità generale e contabilità analitica

Contabilità generale e contabilità analitica 1/5 Contabilità generale e contabilità analitica La sfida della contabilità analitica è di produrre informazioni sia preventive che consuntive. Inoltre questi dati devono riferirsi a vari oggetti (prodotti,

Dettagli

7.2 Controlli e prove

7.2 Controlli e prove 7.2 Controlli e prove Lo scopo dei controlli e delle verifiche è quello di: assicurare che l ascensore sia stato installato in modo corretto e che il suo utilizzo avvenga in modo sicuro; tenere sotto controllo

Dettagli

Chi è il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza RLS

Chi è il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza RLS Chi è il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza RLS Definizione di RLS (Art 2, comma 1, lettera i) del D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81) persona eletta o designata per rappresentare i lavoratori per

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO APPROVATO DAL CONSIGLIO GENERALE NELL ADUNANZA DEL 28/06/2013 Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro 1 INDICE AMBITO DI APPLICAZIONE p. 3 TITOLO I: PRINCIPI

Dettagli

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con deliberazione del Consiglio dei Delegati n. 13 del 30/12/2008 Approvato dalla Provincia di

Dettagli

I Fondi pensione aperti

I Fondi pensione aperti 50 I Fondi pensione aperti sono forme pensionistiche complementari alle quali, come suggerisce il termine aperti, possono iscriversi tutti coloro che, indipendentemente dalla situazione lavorativa (lavoratore

Dettagli

D. LGS 81/2008. Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

D. LGS 81/2008. Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza D. LGS 81/2008 I RAPPORTI CON I RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza 1. Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è istituito a livello territoriale o di

Dettagli

N O M I N A INCARICATI DELLE MISURE DI PREVENZIONE INCENDI, LOTTA ANTINCENDIO E GESTIONE DELLE EMERGENZE

N O M I N A INCARICATI DELLE MISURE DI PREVENZIONE INCENDI, LOTTA ANTINCENDIO E GESTIONE DELLE EMERGENZE DESIGNAZIONE DEI LAVORATORI INCARICATI DELL'ATTUAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE INCENDI E LOTTA ANTINCENDIO, DI EVACUAZIONE DEI LUOGHI DI LAVORO IN CASO DI PERICOLO GRAVE E IMMEDIATO, DI SALVATAGGIO

Dettagli

Ospedale di Bolzano e Base HEMS LE AREE DI ATTERRAGGIO NELLE OPERAZIONI HEMS LE AREE DI ATTERRAGGIO IN JAR-OPS 3 Le JAR OPS non sono di per sé vincolanti. Esse riportano dei Requisiti che possono o meno

Dettagli

RAIT.4003 Deroga al preavviso per la presentazione dei piani di volo per operazioni speciali

RAIT.4003 Deroga al preavviso per la presentazione dei piani di volo per operazioni speciali RAIT.4003 Deroga al preavviso per la presentazione dei piani di volo per operazioni speciali a) Il piano di volo può essere presentato senza preavviso per le seguenti categorie di voli: 1) antincendio;

Dettagli

UNIONE BASSA REGGIANA. Programma triennale per la trasparenza e l integrità 2014 2016

UNIONE BASSA REGGIANA. Programma triennale per la trasparenza e l integrità 2014 2016 Allegato 2 DGU 5/2014 UNIONE BASSA REGGIANA (PROVINCIA DI REGGIO EMILIA) Programma triennale per la trasparenza e l integrità 2014 2016 1. PREMESSA In data 20.4.2013, è entrato in vigore il D.lgs. 14.3.2013

Dettagli

Commenti alla Circolare ENAC GEN 04 Operatività degli aeroporti e spazi aerei limitrofi al vulcano Etna

Commenti alla Circolare ENAC GEN 04 Operatività degli aeroporti e spazi aerei limitrofi al vulcano Etna Commenti alla Circolare ENAC GEN 04 Operatività degli aeroporti e spazi aerei limitrofi al vulcano Etna Società o Associazione che propone i commenti ANACNA Data 1 13/02/13 1. N 2. Riferimento Circolare

Dettagli

Norme per l organizzazione - ISO serie 9000

Norme per l organizzazione - ISO serie 9000 Norme per l organizzazione - ISO serie 9000 Le norme cosiddette organizzative definiscono le caratteristiche ed i requisiti che sono stati definiti come necessari e qualificanti per le organizzazioni al

Dettagli

Manuale della qualità. Procedure. Istruzioni operative

Manuale della qualità. Procedure. Istruzioni operative Unione Industriale 19 di 94 4.2 SISTEMA QUALITÀ 4.2.1 Generalità Un Sistema qualità è costituito dalla struttura organizzata, dalle responsabilità definite, dalle procedure, dai procedimenti di lavoro

Dettagli

IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI di concerto con IL MINISTRO DELLA SALUTE

IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI di concerto con IL MINISTRO DELLA SALUTE Decreto del Ministero dell interno 4 febbraio 2011 Definizione dei criteri per il rilascio delle autorizzazioni di cui all art. 82, comma 2, del D.Lgs. 09/04/2008, n. 81, e successive modifiche ed integrazioni.

Dettagli

REGOLAMENTO OPERATIVO PER L UTILIZZO DELL IMPIANTO ESTERNO DI VIDEOSORVEGLIANZA

REGOLAMENTO OPERATIVO PER L UTILIZZO DELL IMPIANTO ESTERNO DI VIDEOSORVEGLIANZA REGOLAMENTO OPERATIVO PER L UTILIZZO DELL IMPIANTO ESTERNO DI VIDEOSORVEGLIANZA Approvato con delibera consiglio comunale n. 175 del 22/11/2006 Modificato con delibera consiglio comunale n. 36 DEL 14/03/2013

Dettagli

Capitolo 4 - Teoria della manutenzione: la gestione del personale

Capitolo 4 - Teoria della manutenzione: la gestione del personale Capitolo 4 - Teoria della manutenzione: la gestione del personale Con il presente capitolo si chiude la presentazione delle basi teoriche della manutenzione. Si vogliono qui evidenziare alcune problematiche

Dettagli

Ente Nazionale per l'aviazione Civile. Oggetto: Qualificazione e formazione degli istruttori della sicurezza dell Aviazione Civile.

Ente Nazionale per l'aviazione Civile. Oggetto: Qualificazione e formazione degli istruttori della sicurezza dell Aviazione Civile. Ente Nazionale per l'aviazione Civile CIRCOLARE SERIE SECURITY Data 7/10/2004 SEC-01 Oggetto: Qualificazione e formazione degli istruttori della sicurezza dell Aviazione Civile. 1. PREMESSA Alcuni approfondimenti,

Dettagli

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1

Dettagli

CITTÀ DI AGROPOLI. Regolamento per la pubblicazione delle Determinazioni sul sito internet istituzionale dell Ente

CITTÀ DI AGROPOLI. Regolamento per la pubblicazione delle Determinazioni sul sito internet istituzionale dell Ente CITTÀ DI AGROPOLI Regolamento per la pubblicazione delle Determinazioni sul sito internet istituzionale dell Ente Approvato con deliberazione della Giunta comunale n 358 del 06.12.2012 Regolamento per

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ SIF CAPITOLO 08 (ED. 01) MISURAZIONI, ANALISI E MIGLIORAMENTO

MANUALE DELLA QUALITÀ SIF CAPITOLO 08 (ED. 01) MISURAZIONI, ANALISI E MIGLIORAMENTO INDICE 8.1 Generalità 8.2 Monitoraggi e Misurazione 8.2.1 Soddisfazione del cliente 8.2.2 Verifiche Ispettive Interne 8.2.3 Monitoraggio e misurazione dei processi 8.2.4 Monitoraggio e misurazione dei

Dettagli

Il Presidente del Consiglio dei Ministri

Il Presidente del Consiglio dei Ministri Direttiva del 28 settembre 2009 Indirizzi interpretativi ed applicativi in materia di destinazione delle spese per l acquisto di spazi pubblicitari da parte delle Amministrazioni dello Stato ai sensi dell

Dettagli

visto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare l articolo 93, vista la proposta della Commissione,

visto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare l articolo 93, vista la proposta della Commissione, IL CONSIGLIO DELL UNIONE EUROPEA, visto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare l articolo 93, vista la proposta della Commissione, (2) Per assicurare la corretta applicazione dell

Dettagli

2 aprile 2010 Sicurezza: Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza

2 aprile 2010 Sicurezza: Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Chiarimenti 2 aprile 2010 Sicurezza: Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (R.L.S.) nel D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. Questo soggetto della prevenzione

Dettagli

CERTIFICAZIONE DELLE AZIENDE AI SENSI DEI REGOLAMENTI EUROPEI 303/2008 E 304/2008 I & F BUREAU VERITAS ITALIA

CERTIFICAZIONE DELLE AZIENDE AI SENSI DEI REGOLAMENTI EUROPEI 303/2008 E 304/2008 I & F BUREAU VERITAS ITALIA Emesso da Ufficio: CERTIFICAZIONE DELLE AZIENDE AI SENSI INDICE 1. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE... 2 2. RIFERIMENTI... 2 3. GENERALITÀ... 4 4. PROCEDURA DI CERTIFICAZIONE... 5 5. CONTENUTI DEL CERTIFICATO...

Dettagli

Linee guida per l assicurazione della qualità nelle piccole e medie imprese di revisione

Linee guida per l assicurazione della qualità nelle piccole e medie imprese di revisione Linee guida per l assicurazione della qualità nelle piccole e medie imprese di revisione Le presenti linee guida sul controllo di qualità sono la messa in pratica delle esigenze descritte nello SR 220

Dettagli

Ente Nazionale per l Aviazione Civile. Autorità aeronautica di Regolazione di Sorveglianza e di Controllo per l Aviazione Civile

Ente Nazionale per l Aviazione Civile. Autorità aeronautica di Regolazione di Sorveglianza e di Controllo per l Aviazione Civile Ente Nazionale per l Aviazione Civile Autorità aeronautica di Regolazione di Sorveglianza e di Controllo per l Aviazione Civile La certificazione aeroportuale La certificazione di un aeroporto e quella

Dettagli

corso di Terminali per i Trasporti e la Logistica parte 2/2 Umberto Crisalli crisalli@ing.uniroma2.it

corso di Terminali per i Trasporti e la Logistica parte 2/2 Umberto Crisalli crisalli@ing.uniroma2.it corso di Terminali per i Trasporti e la Logistica GLI AEROPORTI parte 2/2 Umberto Crisalli crisalli@ing.uniroma2.it Airside: classificazione degli aeroporti Gli aeroporti sono classificati in diversi modi.

Dettagli

Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica.

Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica. Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica. Art. 1 Ambito di applicazione 1. Il presente Regolamento è adottato ai sensi della normativa

Dettagli

Manuale di Gestione Integrata POLITICA AZIENDALE. 4.2 Politica Aziendale 2. Verifica RSGI Approvazione Direzione Emissione RSGI

Manuale di Gestione Integrata POLITICA AZIENDALE. 4.2 Politica Aziendale 2. Verifica RSGI Approvazione Direzione Emissione RSGI Pag.1 di 5 SOMMARIO 4.2 Politica Aziendale 2 Verifica RSGI Approvazione Direzione Emissione RSGI. Pag.2 di 5 4.2 Politica Aziendale La Direzione della FOMET SpA adotta e diffonde ad ogni livello della

Dettagli

REGOLAMENTO DI SCALO PROCEDURA OPERATIVITA AEROPORTUALE PER SERVIZIO MEDICO D EMERGENZA*

REGOLAMENTO DI SCALO PROCEDURA OPERATIVITA AEROPORTUALE PER SERVIZIO MEDICO D EMERGENZA* REV. 0 PAG. 1/5 Sommario 1. SCOPO... 2 2. SOGGETTI COINVOLTI... 2 3. ATTIVAZIONE DELL EMERGENZA... 3 4. TEMPI DI ATTIVAZIONE SERVIZI... 4 5. MODALITA OPERATIVE... 4 6. FINE DELLE OPERAZIONI... 7 7. GESTIONE

Dettagli

Certificazione dei Sistemi di Gestione per la Qualità (Norma UNI EN ISO 9001:2008)

Certificazione dei Sistemi di Gestione per la Qualità (Norma UNI EN ISO 9001:2008) di Giampiero Mercuri Responsabile tecnico di certificazione CNIM rubrica Certificazione Certificazione dei Sistemi di Gestione per la Qualità (Norma UNI EN ISO 9001:2008) SECONDA PARTE: lo Stage 2 di Certificazione

Dettagli

CONVENZIONE SUL QUADRO PROMOZIONALE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO, 2006 1

CONVENZIONE SUL QUADRO PROMOZIONALE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO, 2006 1 Convenzione 187 CONVENZIONE SUL QUADRO PROMOZIONALE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO, 2006 1 La Conferenza generale dell Organizzazione Internazionale del Lavoro, Convocata a Ginevra dal Consiglio

Dettagli

REGOLAMENTO IN MATERIA DI TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI MEDIANTE SISTEMI DI VIDEOSORVEGLIANZA

REGOLAMENTO IN MATERIA DI TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI MEDIANTE SISTEMI DI VIDEOSORVEGLIANZA I REGOLAMENTI PROVINCIALI: N. 72 PROVINCIA DI PADOVA REGOLAMENTO IN MATERIA DI TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI MEDIANTE SISTEMI DI VIDEOSORVEGLIANZA Approvato con D.G.P. in data 17.10.2005 n. 610 reg. SOMMARIO

Dettagli

PEC per i professionisti. Roma, 1 dicembre 2009

PEC per i professionisti. Roma, 1 dicembre 2009 PEC per i professionisti Roma, 1 dicembre 2009 La posta elettronica certificata (PEC) è uno strumento che permette di dare a un messaggio di posta elettronica lo stesso valore di una raccomandata con

Dettagli

Allegato II. La durata ed i contenuti della formazione sono da considerarsi minimi. 3. Soggetti formatori e sistema di accreditamento

Allegato II. La durata ed i contenuti della formazione sono da considerarsi minimi. 3. Soggetti formatori e sistema di accreditamento Allegato II Schema di corsi di formazione per preposti e lavoratori, addetti alle attività di pianificazione, controllo e apposizione della segnaletica stradale destinata alle attività lavorative che si

Dettagli

Guida Compilazione Piani di Studio on-line

Guida Compilazione Piani di Studio on-line Guida Compilazione Piani di Studio on-line SIA (Sistemi Informativi d Ateneo) Visualizzazione e presentazione piani di studio ordinamento 509 e 270 Università della Calabria (Unità organizzativa complessa-

Dettagli

Sistema di Gestione per la Qualità

Sistema di Gestione per la Qualità MQ 04 Sistema di Gestione per la N. Revisione e data Motivo della modifica Rev, 02 del 03.03.2008 Adeguamento dello scopo Redatto Verificato Approvato RD RD DS 4.0 SCOPO SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ

Dettagli

CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino

CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino In un contesto normativo e sociale caratterizzato da una costante evoluzione, al Comune,

Dettagli

b) Il responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi;

b) Il responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi; Lezione 6 La riunione periodica (art 35) La riunione periodica è un momento di discussione sui temi della prevenzione e della tutela della salute e dell integrità psicofisica dei lavoratori, prevista per

Dettagli

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A.

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A. INDICE 1 GENERALITA... 2 2 RESPONSABILITA... 2 3 MODALITA DI GESTIONE DELLA... 2 3.1 DEI NEOASSUNTI... 3 3.2 MANSIONI SPECIFICHE... 4 3.3 PREPOSTI... 4 3.4 ALTRI INTERVENTI FORMATIVI... 4 3.5 DOCUMENTAZIONE

Dettagli

Sogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili

Sogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili Sogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili 1. PREMESSA La disciplina dei cantieri temporanei e mobili ha trovato preciso regolamentazione nel Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e nel successivo

Dettagli

Descrizione dettagliata delle attività

Descrizione dettagliata delle attività LA PIANIFICAZIONE DETTAGLIATA DOPO LA SELEZIONE Poiché ciascun progetto è un processo complesso ed esclusivo, una pianificazione organica ed accurata è indispensabile al fine di perseguire con efficacia

Dettagli

Circolare N.24 del 07 Febbraio 2013. Sicurezza sul lavoro. Obblighi e scadenze

Circolare N.24 del 07 Febbraio 2013. Sicurezza sul lavoro. Obblighi e scadenze Circolare N.24 del 07 Febbraio 2013 Sicurezza sul lavoro. Obblighi e scadenze Sicurezza sul lavoro: obblighi e scadenze Gentile cliente, con la presente desideriamo informarla che, il D.Lgs n. 81/2008

Dettagli

FEDERAZIONE ITALIANA NUOTO (F.I.N.) - ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE REGOLAMENTO DELLA STRUTTURA DI PROTEZIONE CIVILE

FEDERAZIONE ITALIANA NUOTO (F.I.N.) - ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE REGOLAMENTO DELLA STRUTTURA DI PROTEZIONE CIVILE FEDERAZIONE ITALIANA NUOTO (F.I.N.) - ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE Premessa La Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento di Protezione Civile, in base alla Legge

Dettagli

PROTOCOLLO DI INTESA REGIONE LAZIO ASSOCIAZIONE REGIONALE COMUNI DEL LAZIO (ANCI LAZIO) UNIONE DELLE PROVINCE DEL LAZIO (UPI LAZIO)

PROTOCOLLO DI INTESA REGIONE LAZIO ASSOCIAZIONE REGIONALE COMUNI DEL LAZIO (ANCI LAZIO) UNIONE DELLE PROVINCE DEL LAZIO (UPI LAZIO) PROTOCOLLO DI INTESA PER IL MIGLIORAMENTO DELL EFFICACIA DEGLI INVESTIMENTI IN SICUREZZA STRADALE TRA REGIONE LAZIO ASSOCIAZIONE REGIONALE COMUNI DEL LAZIO (ANCI LAZIO) E UNIONE DELLE PROVINCE DEL LAZIO

Dettagli

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale.

Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Project Cycle Management La programmazione della fase di progettazione esecutiva. La condivisione dell idea progettuale. Il presente materiale didattico costituisce parte integrante del percorso formativo

Dettagli

Registro determinazioni n. 1275 Documento composto da n. 4 pagine Firmato con firma digitale ai sensi del D.Lgs. 82/2005 COMUNE DI TREVISO

Registro determinazioni n. 1275 Documento composto da n. 4 pagine Firmato con firma digitale ai sensi del D.Lgs. 82/2005 COMUNE DI TREVISO Registro determinazioni n. 1275 Documento composto da n. 4 pagine Firmato con firma digitale ai sensi del D.Lgs. 82/2005 COMUNE DI TREVISO area: codice ufficio: 102 SERVIZIO DI STAFF CONTROLLI R.A.S.S.

Dettagli

Delega al Governo in materia di riordino degli enti di ricerca - - Art. 1. Art. 1.

Delega al Governo in materia di riordino degli enti di ricerca - - Art. 1. Art. 1. DISEGNO DI LEGGE presentato dal Ministro dell università e della ricerca (MUSSI) di concerto col Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione (NICOLAIS) e col Ministro dell economia

Dettagli

A.O. MELLINO MELLINI CHIARI (BS) GESTIONE DELLE RISORSE 1. MESSA A DISPOSIZIONE DELLE RISORSE...2 2. RISORSE UMANE...2 3. INFRASTRUTTURE...

A.O. MELLINO MELLINI CHIARI (BS) GESTIONE DELLE RISORSE 1. MESSA A DISPOSIZIONE DELLE RISORSE...2 2. RISORSE UMANE...2 3. INFRASTRUTTURE... Pagina 1 di 6 INDICE 1. MESSA A DISPOSIZIONE DELLE RISORSE...2 2. RISORSE UMANE...2 2.1. GENERALITÀ... 2 2.2. COMPETENZA, CONSAPEVOLEZZA E ADDESTRAMENTO... 2 3. INFRASTRUTTURE...3 4. AMBIENTE DI LAVORO...6

Dettagli

IL DIRETTORIO DELLA BANCA D ITALIA

IL DIRETTORIO DELLA BANCA D ITALIA REGOLAMENTO DEL 18 LUGLIO 2014 Regolamento per l organizzazione e il funzionamento della Unità di Informazione Finanziaria per l Italia (UIF), ai sensi dell art. 6, comma 2, del d.lgs. 21 novembre 2007,

Dettagli

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Dipartimento per l Istruzione Direzione Generale per lo Studente, l Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione S.I.C.E.S. SrL Società

Dettagli

Gli aggiornamenti della normativa italiana e Il Codice dell Amministrazione digitale dlgs 82/05

Gli aggiornamenti della normativa italiana e Il Codice dell Amministrazione digitale dlgs 82/05 Gli aggiornamenti della normativa italiana e Il Codice dell Amministrazione digitale dlgs 82/05 Comune di Nembro Progetti dematerializzazione del Comune di Bergamo 26/092011 Finalità e caratteristiche

Dettagli

CRITERI PER IL RICONOSCIMENTO DEGLI ORGANISMI DI ABILITAZIONE

CRITERI PER IL RICONOSCIMENTO DEGLI ORGANISMI DI ABILITAZIONE Allegato parte integrante Criteri e modalità di riconoscimento degli organismi di abilitazione dei soggetti preposti al rilascio certificazioni energetiche CRITERI PER IL RICONOSCIMENTO DEGLI ORGANISMI

Dettagli

Titolo XII. Il Sistema di valutazione, misurazione e trasparenza della Performance Merito e Premi

Titolo XII. Il Sistema di valutazione, misurazione e trasparenza della Performance Merito e Premi Titolo XII Il Sistema di valutazione, misurazione e trasparenza della Performance Merito e Premi CAPO I IL SISTEMA DI VALUTAZIONE MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE Art. 63 Le disposizioni contenute nel presente

Dettagli

Al Presidente del Collegio Geometri e Geometri laureati della Provincia di xxx. Al Responsabile dell Area Governo del Territorio del Comune di xxx

Al Presidente del Collegio Geometri e Geometri laureati della Provincia di xxx. Al Responsabile dell Area Governo del Territorio del Comune di xxx DIREZIONE GENERALE PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE E NEGOZIATA, INTESE. RELAZIONI EUROPEE E RELAZIONI SERVIZIO AFFARI GENERALI, GIURIDICI E PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA INTERNAZIONALI IL RESPONSABILE GIOVANNI

Dettagli

Comune di OLGIATE OLONA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Comune di OLGIATE OLONA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Comune di OLGIATE OLONA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE 1. INTRODUZIONE La legge-delega 4 marzo 2009, n. 15, ed il decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, di seguito Decreto,

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 12

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 12 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 12 INDICE RESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE Impegno della Direzione Attenzione focalizzata al cliente Politica della Qualità Obiettivi della Qualità Soddisfazione del cliente

Dettagli

Descrizione funzionale

Descrizione funzionale 2015 AEP Ticketing Solutions Via dei Colli, 240, Signa (Firenze) www.aep-italia.it 704252.E00.IT_ET-MINIIV.DOCX 1/10 2015 AEP Ticketing Solutions Via dei Colli, 240, Signa (Firenze) www.aep-italia.it Revisioni

Dettagli

Documento in attesa di approvazione definitiva Nota per la Commissione Consultiva Permanente

Documento in attesa di approvazione definitiva Nota per la Commissione Consultiva Permanente Commissione Consultiva Permanente Comitato n. 4 Modelli di Organizzazione e di Gestione (MOG) Documento in attesa di approvazione definitiva Nota per la Commissione Consultiva Permanente Prima di procedere

Dettagli

SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA Capitolo 4

SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA Capitolo 4 1. REQUISITI GENERALI L Azienda DSU Toscana si è dotata di un Sistema di gestione per la qualità disegnato in accordo con la normativa UNI EN ISO 9001:2008. Tutto il personale del DSU Toscana è impegnato

Dettagli

A cura di Giorgio Mezzasalma

A cura di Giorgio Mezzasalma GUIDA METODOLOGICA PER IL MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DEL PIANO DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE FSE P.O.R. 2007-2013 E DEI RELATIVI PIANI OPERATIVI DI COMUNICAZIONE ANNUALI A cura di Giorgio Mezzasalma

Dettagli

Città di Nichelino Provincia di Torino. Regolamento degli Uffici Legali Enti Pubblici. al fine dell iscrizione nell Elenco speciale

Città di Nichelino Provincia di Torino. Regolamento degli Uffici Legali Enti Pubblici. al fine dell iscrizione nell Elenco speciale Città di Nichelino Provincia di Torino Regolamento degli Uffici Legali Enti Pubblici al fine dell iscrizione nell Elenco speciale Approvato dal Consiglio dell Ordine degli Avvocati di Torino il 29.4.2014

Dettagli

Professionisti ed Installatori alla luce del Nuovo Regolamento di Prevenzione Incendi DPR 151-2011 e del DM 20-12-2012 Luciano Nigro

Professionisti ed Installatori alla luce del Nuovo Regolamento di Prevenzione Incendi DPR 151-2011 e del DM 20-12-2012 Luciano Nigro Professionisti ed Installatori alla luce del Nuovo Regolamento di Prevenzione Incendi DPR 151-2011 e del DM 20-12-2012 Luciano Nigro Firenze, 18 febbraio 2014 NUOVI RUOLI NEI PROCEDIMENTI DI PREVENZIONE

Dettagli

D. LGS 81/2008. Informazione ai lavoratori

D. LGS 81/2008. Informazione ai lavoratori D. LGS 81/2008 L INFORMAZIONE E LA FORMAZIONE DEI LAVORATORI L ADDESTRAMENTO Informazione ai lavoratori 1. Il datore di lavoro provvede affinché ciascun lavoratore riceva una adeguata informazione: a)

Dettagli

Regolamento nazionale protezione civile A.N.P.AS.

Regolamento nazionale protezione civile A.N.P.AS. Regolamento nazionale protezione civile A.N.P.AS. Approvato dal Consiglio Nazionale il 10 settembre 2005 Art.1 - L A.N.P.AS. svolge attività di Protezione Civile direttamente o attraverso i Comitati Regionali

Dettagli

I modelli normativi. I modelli per l eccellenza. I modelli di gestione per la qualità. ! I modelli normativi. ! I modelli per l eccellenza

I modelli normativi. I modelli per l eccellenza. I modelli di gestione per la qualità. ! I modelli normativi. ! I modelli per l eccellenza 1 I modelli di gestione per la qualità I modelli normativi I modelli per l eccellenza Entrambi i modelli si basano sull applicazione degli otto principi del TQM 2 I modelli normativi I modelli normativi

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014-2016

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014-2016 PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014-2016 Approvato con delibera del CdA num. 39 del 13 ottobre 2014 Il presente programma fa riferimento alle deliberazioni di Consiglio di

Dettagli