NOTA CONGIUNTURALE Gennaio 2012

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1 NOTA CONGIUNTURALE Gennaio 2012 N.B. La presente nota è aggiornata al La prossima nota sarà pubblicata entro il 24 febbraio 2012 INDICE 1. ECONOMIA INTERNAZIONALE - Sommario 1.1 Quadro congiunturale 1.2 Evoluzione per Paese 1.3 Area uro News dal mondo Previsioni dei principali Istituti (CE, FMI, OCSE, BCE) 2. ECONOMIA INTERNA - Sommario 2.1 Indicatori reali 2.2 Indicatori finanziari 2.3 Previsioni 2.4 Finanza pubblica Italia Zona Euro 2.5 Politica delle riforme 3. MERCATI FINANZIARI - Sommario

2 1. Economia Internazionale Sommario Il Fondo Monetario internazionale ha confermato il preannunciato taglio delle stime di crescita globali per il 2012 ed il 2013, a causa dell'aumento dei rischi alla stabilità finanziaria connessi con l'ingresso in una 'nuova fase pericolosa' della crisi debitoria europea. La stima di crescita globale è dunque stata ridotta al 3,3% dal 4% ipotizzato in precedenza e rispetto al 3,8% indicato per il La stima per il 2013 è stata invece ridotta al 3,9% dal 4,5% precedente. USA. Finalmente dal Beige Book sono emerse indicazioni più ottimistiche sull'economia statunitense. Nel consueto bollettino mensile della Federal Reserve, che esamina la situazione economica nei dodici distretti in cui si divide, e il cui contenuto viene preso in considerazione dalla Fed in occasione del meeting del FOMC del 24 e 25 gennaio, la Banca Centrale americana dipinge un quadro più roseo, affermando che "l'attività economica è aumentata ad un ritmo da modesto a moderato". Giappone. Il governo ha aggiornato le stime di crescita in funzione della bozza di bilancio per il 2012/13. L'economia crescerà del 2,2% nell'anno fiscale che inizierà il prossimo aprile, meno di quanto comunicato precedentemente dal governo ma più di quanto stimano gli economisti. Secondo un sondaggio Reuters, gli economisti, infatti, si aspettano una crescita del Pil dell'1,8%. Le stime sono inferiori al +2,7%/+2,9% precedentemente indicato, ma potrebbero essere ancora tacciate di eccessivo ottimismo Area euro. La crescita del Pil in T è stata debole (0,1%) e ci si attende un andamento negativo nei due trimestri successivi. Questo risultato rifletterebbe il persistere del clima sfavorevole sui mercati finanziari, il consolidamento fiscale e il basso livello della domanda estera ed interna. Nel complesso si stima un andamento stagnante per i consumi. La spesa per investimenti dovrebbe ridursi ulteriormente nell orizzonte di previsione. Molti fattori contribuirebbero a questo andamento negativo. La persistente incertezza dovrebbe determinare il rinvio di molti progetti nel settore privato, mentre il recente aumento dei costi di finanziamento bancario contribuirebbero ad un irrigidimento delle condizioni del credito alle imprese. Germania. Secondo quanto comunicato dall'ufficio federale di statistica, l'economia tedesca è cresciuta su base annua del 3% nel 2011, in misura inferiore al 3,7% del 2010, record dopo la riunificazione. Nel quarto trimestre dell'anno, peraltro, l'economia tedesca si è contratta di circa lo 0,25% su base trimestrale. Quest'ultimo dato rappresenta un segnale di come Berlino cominci ad avvertire gli effetti della crisi del debito sovrano che sta attraversando la zona euro.

3 1.1 Economia Internazionale Quadro congiunturale Il Fondo Monetario internazionale ha confermato il preannunciato taglio delle stime di crescita globali per il 2012 ed il 2013, a causa dell'aumento dei rischi alla stabilità finanziaria connessi con l'ingresso in una 'nuova fase pericolosa' della crisi debitoria europea. La stima di crescita globale è dunque stata ridotta al 3,3% dal 4% ipotizzato in precedenza e rispetto al 3,8% indicato per il La stima per il 2013 è stata invece ridotta al 3,9% dal 4,5% precedente. Fonte: IMF

4 Per l'eurozona è confermata una modesta recessione nel 2012, nell'ordine dello 0,5%, mentre stime precedenti indicavano una crescita attorno al 2,1%. Una modestissima ripresa avverrà solo nel 2013 con un PIL atteso attorno allo 0,8% per i 17 Paesi della Zona Euro. in Quest'ambito, l'italia si appresta a vivere un anno particolarmente critico, con una contrazione del PIL stimata nell'ordine del 2,2%. Sentono la crisi anche le economie emergenti, che nel 2012 cresceranno del 5,4% rispetto al 6,2% indicato per il 2011, con la Cina che è vista rallentare all'8,2% dal 9,2% dell'anno prima, per recuperare all'8,8% nel Stabile la crescita degli Stati Uniti all'1,8% (come nel 2011), seppur inferiore al 2,2% atteso in precedenza, mentre il Giappone dovrebbe sperimentare una ripresa, con una crescita attesa dell'1,7% nel Il Fondo ha tenuto a precisare che il nuovo rapporto vede una economia in 'decelerazione', non in 'collasso', anche se si basa sull'assunto che i leader europei faranno il possibile per superare la crisi e limitare il processo di deleveraging da parte del settore bancario, che potrebbe condurre ad una stretta creditizia. Il FMI ricorda il progressivo peggioramento della situazione debitoria dei Paesi dell'eurozona, che mostrano per circa due terzi dei CDS con uno spread superiore ai 200 punti. Inoltre, quasi la metà del debito (per l'esattezza il 42%) ha uno spread superiore ai 400 punti. Il Fondo, pertanto, mette in guardia l'europa dagli effetti delle misure per la riduzione dell'indebitamento, ma parla anche di una corretta politica per le banche, che consenta di limitare gli effetti del deleveraging sull'economia reale. Anche la Banca mondiale rivede al ribasso le sue stime di crescita dell'economia planetaria per il 2012 e il 2013, in seguito alla crisi dell'area euro. L'economia mondiale è vista crescere (in misura minore di quanto stimato dal FMI) nel 2012 del 2,5% per accelerare nel 2013 al 3,11%. Le economie avanzate cresceranno quest'anno dell'1,4%, meno del 2,7% stimato in precedenza, con l'area euro che si contrarrà dello 0,3%, in decisa frenata rispetto all'1,8% delle previsioni precedenti. A rischiare di piu sono i Paesi in via di sviluppo. Le previsioni di crescita globale peggiorano a causa soprattutto delle ripercussioni della crisi del debito europeo sui mercati industrializzati ed emergenti, nessuno escluso quindi. "L'economia mondiale è entrata in una fase molto difficile, caratterizzata da fragilità e significativi rischi di un peggioramento dell'attuale situazione", specifica la Banca Mondiale aggiungendo che "il mondo rischia di essere trascinato in una recessione come quella del 2008/2009 se non più profonda". L'istituto internazionale sembra essere piuttosto preoccupato per un ulteriore rallentamento dei paesi in via di sviluppo mentre le prospettive per i paesi poveri sono favorevoli ma "se la crisi si intensifica nessuno sarà risparmiato", avverte la Banca Mondiale senza usare mezzi termini. Le brutte notizie però non sono ancora finite, visto che la Banca Mondiale teme che le nuove stime siano troppo ottimiste. "Il rallentamento dell Europa e il calo della crescita nei mercati emergenti accresce il rischio che questi due fattori vadano a scontrarsi l'un altro, causando un ulteriore deterioramento dell outlook". "Sarà incerto anche raggiungere questi risultati più deboli", avverte l'istituto di Washington sentenziando: "E' necessario prepararsi al peggio".

5 Fonte: Banca mondiale In termini di consuntivo, nel terzo trimestre del 2011 si è registrata nel complesso dei Paesi del G7 una modesta accelerazione dell'economia, grazie alla ripresa dei consumi interni, come nel caso degli Stati Uniti, o dell'export, qual'é l'esempio del Canada. L'Italia però si sottrae all'ondata di recupero generale e vede contrarsi l'attività, anche per effetto dell'impatto della crisi e delle misure di austerity varate dal Governo. Il Prodotto Interno Lordo dei Paesi dell'area OCSE è cresciuto nel terzo trimestre dell'anno dello 0,6%. Il dato, pubblicato dall'ocse, conferma la stima preliminare. Nel secondo trimestre il PIL aveva segnato un aumento dello 0,3%. Nell'area del G7, il Giappone ha registrato con un incremento dell'1,4%, mentre gli USA hanno contribuito con un incremento dello 0,5%. Un'accelerazione si è registrata in Canada allo 0,9%. Fra i maggiori Paesi dell'eurozona, la Germania e la Francia hanno visto la crescita aumentare rispettivamente allo

6 0,5% ed allo 0,3%, mentre il Regno Unito torna a crescere dello 0,6%. In decelerazione solo l'italia con un calo dello 0,2%. Contributions to OECD real GDP growth Fonte: Ocse Nell area dell euro il tasso di incremento del PIL in termini reali si è collocato allo 0,1 per cento sul periodo precedente nel terzo trimestre del Allo stadio attuale una serie di fattori sembra frenare la dinamica di fondo della crescita nell area dell euro, tra cui la moderata espansione della domanda mondiale e il basso livello di fiducia di imprese e consumatori dell area. La domanda interna sarà probabilmente indebolita dalle perduranti tensioni nei mercati del debito sovrano dell area dell euro, nonché dal processo di risanamento dei bilanci nei settori finanziario e non finanziario. L inflazione si manterrà probabilmente su livelli superiori al 2 per cento per diversi mesi a venire, prima di scendere al di sotto di tale valore. Allo stesso tempo il ritmo dell espansione monetaria di fondo resta moderato. Le aspettative a breve termine OCSE Attività economica ancora in contrazione nei Paesi Ocse giunta a quota 100,1. A novembre il superindice ha registrato il nono calo mensile consecutivo attestandosi a di ottobre. Migliora la situazione negli Usa, Giappone e Russia. La Cina prosegue nel trend di calo, evidenziando però un rallentamento frazionale rispetto al mese precedente.

7 Ben diverso è l'andamento dell'area Euro (-0,4% mese su mese e -5,6% anno su anno). Anche Regno Unito, India e Brasile accusano una flessione più sostenuta. Nello specifico, per quanto riguarda l'eurozona, la Germania registra un -0,8% su base mensile e un -7,2% su base annua a 97,9 punti, l'italia un -0,5% mensile e un -8,0% annuo a 95,8 punti. In contrazione dello 0,3% mensile e del 5,0% annuo anche la Francia. Su base congiunturale la peggiore performance è quella tedesca, in termini tendenziali quella dell Italia. Rallentamento nell area Ocse Fonte: Ocse USA Migliora notevolmente la fiducia dei consumatori americani del mese di dicembre portandosi a 64,5 punti dai 55,2 rivisti del mese di novembre (da 56). Il dato, comunicato dal Conference Board degli Stati Uniti, risulta migliore delle aspettative degli analisti che avevano previsto un livello a 58,20 punti. Il sondaggio sulla fiducia dei consumatori è basato su un campione rappresentativo di famiglie americane ed è condotto per il Conference Board dal NFO WorldGoup. Nello stesso periodo l'indice sulla situazione presente è aumentato a 46,7 punti dai 38,3 di novembre mentre l'indice sulle attese ha evidenziato un progresso a 76,4 dai 66,4 del mese precedente. L'indice sul comparto manifatturiero elaborato dall'ism mostra per dicembre un rialzo a 53,9, da 52,7 di novembre e al di sopra delle attese per 53,2. Si tratta del livello massimo dallo scorso giugno. Il sottoindice sui nuovi ordini è salito a 57,6 da 56,7 di novembre, al massimo dallo scorso aprile, mentre quello relativo all'occupazione è salito a 55,1, da 51,8, il massimo da giugno. In rialzo anche il sottoindice relativo ai prezzi pagati, attestatosi in dicembre a 47,5 dal 45,0 di novembre. Area Euro Migliora la fiducia dei consumatori a gennaio. La stima flash del dato sul sentiment dei consumatori indica un valore di -20,6 punti dai -21,3 punti rivisti di dicembre. Il dato risulta peggiore delle attese degli analisti che avevavo stimato -20 punti. Nel complesso dell'unione Europea l'indicatore passa a -20,6 dal -22,1 precedente. Lo rende noto la Direzione Generale degli Affari Economici e Finanziari della Comunità europea (DG ECFIN).

8 Il sentiment degli investitori della zona euro è cresciuto a gennaio per la prima volta da sei mesi, sostenuto da prospettive economiche più positive, secondo il gruppo di ricerca Sentix. L'indice ha guadagnato 2,9 punti posizionandosi a -21,1, sopra le attese degli economisti che prevedevano un calo a -24,2. "Il 2012 sta iniziando bene, c'è un barlume di speranza", si legge nel report di Sentix. "Quello che è positivo è che questa evoluzione è legata alle aspettative economiche". Il sotto-indice, che traccia le aspettative, è salito a - 23,5 da -30,5 di un mese fa, mentre quello sulle condizioni attuali è sceso a -18,8 da -17,3 di dicembre. In dicembre -coin è rimasto stabile sul livello registrato in novembre, pari a -0,20%, interrompendo la discesa avviata lo scorso giugno. Fra le principali variabili che compongono l indicatore, il risultato riflette il miglioramento di alcune inchieste qualitative presso le imprese dell industria e dei servizi che ha compensato il peggioramento degli indicatori di domanda. Analisi IMF- Area asiatica Per l area asiatica, il giudizio del Fondo monetario internazionale rileva che "malgrado la prevalente incertezza globale, l'asia fino a ora ha dimostrato di essere molto resistente. La forte dipendenza dell'asia dal commercio internazionale renderà peraltro il 2012 un anno difficile per l'economia del continente che, comunque, ha spazio per rispondere "aggressivamente" a un eventuale ulteriore aggravamento della crisi del debito dell'eurozona. L area ha mantenuto una forte domanda interna, bassa disoccupazione, e industrie che lavorano quasi al massimo grado di utilizzazione. E mentre la crescita del credito è rallentata dal 'torrido' ritmo dell'inizio del 2011, resta comunque robusta nella maggior parte delle economie dell'area". Fonte: FMI Se i rischi sui mercati europei dovessero materializzarsi, puntualizzano comunque gli economisti del dipartimento asiatico del Fmi, le autorità asiatiche hanno lo spazio per reagire aggressivamente. Con "ampi spazi" per le politiche nella regione e la possibilità di ritardare in modo appropriato il consolidamento dei conti pubblici se la domanda estera dovesse crollare.

9 Ma secondo il Fondo nell'arsenale dei Paesi asiatici, se dovessero rendersi necessari, ci sono anche molte misure non convenzionali come quelle che permisero di superare la crisi del Con il fattore tranquillizzante di ampi ammontari di riserve in valuta già accumulati e che potrebbero essere utilizzati per smorzare l'impatto della crisi sulle attività economiche. Downgrade sui rating di molti paesi dell'eurozona da parte di S&P. La raffica di downgrade sui rating di molti paesi dell'eurozona è ufficiale. Dopo la fine della giornata di contrattazioni di Wall Street, è arrivata la nota di S&P, che ha confermato le indiscrezioni circolate in giornata. Dunque, l'italia ha perso il rating A e la bocciatura è stata di ben due gradini, fino a "BBB+"."Il taglio riflette quella che consideriamo una crescente vulnerabilità dell'italia ai rischi di finanziamento esterni e le negative implicazioni che ciò può avere per la crescita economica e quindi per le finanze pubbliche". In un comunicato separato riportato dall'ansa, Standard & Poor's ha motivato la sua bocciatura del giudizio sull'italia. Il contesto politico italiano è "migliorato" sotto il governo Monti e le riforme allo studio possono "migliorare la competitivita' italiana". Tuttavia, "ci aspettiamo che ci sia un'opposizione alle attuali ambiziose riforme del governo e questo aumenta l'incertezza sull'outlook di crescita e quindi sui conti pubblici". S&P ha tagliato anche il rating della Francia, portandolo dalla tripla AAA ad "AA+" e con outlook negativo ; a perdere la tripla A anche la valutazione dell'austria, tagliata ad "AA+" anch'essa. Il rating della Spagna è stato abbassato da "AA-" ad A, con outlook negativo. S&P ha colpito anche il Portogallo : in questo caso, il giudizio è stato ridotto da "BBB-" a "BB", ovvero a junk. In generale, la bocciatura è stata di due notch, ovvero di due gradini, per le valutazioni di Italia, Spagna, Portogallo e Cipro. L'Ansa riporta che il downgrade è stato di un solo gradino per Francia, Austria, malta, Slovacchia e Slovenia. A salvarsi, e a mantenere la tripla AAA, sono state Germania, Finlandia, Olanda e Lussemburgo. Ma i rating di questi ultimi tre paesi, riporta Bloomberg, sono stati messi sotto osservazione con "negative watch". Sono solo 12 i paesi al mondo che mantengono il rating massimo per tutte e tre le maggiori agenzie mondiali di rating. L'Europa ne conta ancora nove: Gran Bretagna, Danimarca, Finlandia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia e Svizzera. Questo numero potrebbe ancora drasticamente ridursi, in quanto Moody's ha avvertito il 12 dicembre che prevede di rivedere le valutazioni di tutti i paesi dell'ue, non solo i paesi che condividono l'euro, nel primo trimestre del Gli altri paesi che continuano a detenere rating tripla A per Fitch, Moody e S&P sono Canada, Singapore e Australia. Hong Kong, regione amministrativa speciale della Cina, detiene anche una tripla A. Anche se in possesso di un AA+ da S&P, gli Stati Uniti hanno ancora il massimo del rating per Moodys e Fitch, anche se tutti hanno messo in guardia sul fatto che Washington è a rischio di un downgrade.

10 La rivolta dei leader europei contro Standard & Poor s La decisione di tagliare il giudizio sul debito di mezza Eurozona ha scatenato la rabbia dei governi di molti stati verso le agenzie di rating. E da mesi la Commissione Ue studia come arginare lo strapotere dei controllori americani Questa volta Standard & Poor s ha esagerato. La decisione di tagliare il giudizio sul debito di mezza Eurozona, mandando l Italia in serie B (BBB +) e togliendo alla Francia la tripla A, ha scatenato quella rabbia finora repressa verso i giudici degli Stati che non rispondono a nessuno se non ai loro azionisti (S & P, come Fitch e Moody s, è quotata in Borsa). Il governo portoghese deplora la decisione di S & P di declassare il debito di Lisbona. Con la rabbia di chi è quasi in fondo alla scala della rispettabilità creditizia (BB), l esecutivo di Pedro Passos Coelho dice ciò che molti pensano. Basta guardare le dichiarazioni, sempre nella conference call: Italia e Spagna sono a rischio con possibilità di immediato peggioramento, c è il 40 per cento di possibilità di una recessione nell Eurozona, e il salvataggio di Spagna e Italia è oltre la portata del fondo Efsf, il Fondo salva Stati europeo basato a Lussemburgo. Tutte ovvietà, i report delle agenzie non brillano mai per analisi originali. Ma se il Fondo Efsf è malridotto è proprio perché le banalità di S & P producono effetti concreti quando si traducono in un cambio di lettera nel giudizio di affidabilità del debito: da ieri al fondo Efsf mancano 180 miliardi di euro di garanzie, proprio a causa della perdita della tripla A di Francia e Austria. Se il fondo vuole mantenere lo stesso merito di credito, qualcuno dovrebbe impegnarsi per una cifra analoga. L alternativa, ventilata proprio da S & P, è che venga declassato anche il fondo, che faticherà quindi ad adempiere il proprio compito, trovare credito a basso prezzo da girare agli Stati in crisi. Quando si passerà dall Efsf all Esm, il Meccanismo di stabilità, questo problema dovrebbe svanire perché i soldi si verseranno davvero, cash, non garanzie. Ma avere 500 miliardi pronti sarà ancora più difficile per Paesi declassati. La questione delle agenzie di rating vale una considerazione, è il commento di Angela Merkel. Il cancelliere tedesco è comprensibilmente cauto, visto che la Germania è rimasta al riparo dai colpi di S & P che le riconoscono politiche di bilancio prudenti e in grado di limitare il rapporto tra debito e Pil. Anche se in Germania qualcuno (i falchi) gongola perché i Paesi mediterranei vengono bastonati, perfino il monolitico fronte del rigore tedesco mostra qualche timore. Ewald Nowotny, membro tedesco del direttivo della Bce, avverte che il downgrade dell Italia è uno degli aspetti più problematici del colpo terribile assestato dall agenzia di rating. Il tentativo di Mario Monti di guadagnare fiducia sui mercati diventa più complicato dopo un declassamento dal forte impatto simbolico (per la prima volta l Italia passa dalla fascia delle A a quella delle B). E, si legge nella nota, c è una possibilità su tre che tra il 2012 e il 2013 arrivi un altra bocciatura. Proprio il caso italiano evidenzia il problema principale delle agenzie: a che pro risanare e fare sacrifici se poi si viene declassati comunque? Secondo il tipico schema delle profezie che si autoavverano, il downgrade, che si basa sul passato ma considera il futuro, determina un peggioramento dell umore degli investitori verso l Italia, aumentando quindi le possibilità che si verifichi lo scenario negativo ipotizzato dall agenzia. Non sono problemi nuovi, il 15 novembre dello scorso anno la Commissione europea ha pubblicato la proposta di una direttiva sulle agenzie di rating. Ci sono varie opzioni, quella preferita dai tedeschi è la creazione di un agenzia di rating europea (i cinesi si sono fatti la loro), che risponda ai governi europei e sia finanziata dal bilancio comunitario, così da emanciparsi da Wall Street. Costerebbe anche poco, massimo 9 milioni all anno, ma chissà se sul mercato sarebbe presa sul serio, visto che farebbe un po l effetto dell oste che spiega quanto è buono il suo vino.

11 Ma così non si risolvono i due problemi principali: gli errori di valutazione e gli effetti valanga. Tre economisti dell Università di San Gallo, in Svizzera (Manfred Gärtner, Björn Griesbach Florian Jung) hanno scoperto per esempio che l improvviso downgrade dell Irlanda è avvenuto sull onda del panico, non di valutazioni razionali: stando ai metodi di analisi applicati in precedenza da S & P, nel 2010 Dublino avrebbe dovuto avere AA e non BBB +. Quando c è di mezzo la politica, interna ed europea, gli esperti di finanza non sembrano molto più freddi e competenti delle persone normali. Ed è la stessa Commissione Ue, nel report che accompagna la proposta della direttiva, a spiegare che tutta l architettura finanziaria europea è costruita in modo da innescare vendite automatiche a catena in caso di declassamento (colpa delle linee guida della Bce). La soluzione più semplice sarebbe vietare i rating al debito pubblico. Ma è una di quelle idee, come la Tobin Tax sulle transazioni finanziarie, che sembrano destinate a restare nelle aule accademiche.(perché?) Procedure deficit eccessivo contro l Ungheria La Commissione europea ha deciso di passare alla fase ulteriore della procedura di deficit eccessivo aperta contro l'ungheria, giudicando che Budapest "non ha intrapreso un'azione efficace per portare il deficit sotto il 3% rispetto al Pil in modo sostenibile". L'Esecutivo comunitario, che indirizzerà una raccomandazione al Consiglio Ecofin, chiedendo manovre correttive al governo magiaro, e minacciando, in caso contrario, di congelare in parte o completamente i fondi di coesione dell'ue per l'ungheria a partire dal primo gennaio Il blocco dei fondi di coesione potrebbe riguardare risorse fino a un ammontare pari all'1,7% del Pil ungherese. La decisione di Bruxelles può apparire paradossale, quando si consideri che Budapest ha avuto un bilancio in attivo nel 2011 (con un avanzo del 3,5% rispetto al Pil), ma si tratta di cifre basate sugli effetti di diverse manovre 'una tantum' e non su riforme strutturali che garantiscano la sostenibilità nel tempo della finanza pubblica ungherese. Per il 2012 e il 2013, la Commissione prevede infatti già il ritorno a un deficit del 3,25% sul Pil. L Ungheria sta assistendo al minimo della propria valuta, il fiorino ungherese e a rendimenti dei titoli di stato che schizzano al record in due anni e mezzo. Di fatto i mercati hanno iniziato a scommettere che le autorita' internazionali abbandonino il paese al suo destino. Non e' piu' da escludere che il debito sovrano ungherese faccia default e che Budapest diventi il primo stato europeo a fare crack. In quel caso banche austriache e italiane esposte all'ungheria sarebbero nei guai. Il Tesoro ha offerto titoli di stato a scadenza un anno, per un valore pari a 35 miliardi contro i 45 miliardi di fiorini previsti in partenza (pari a $180 milioni). Sul mercato secondario, intanto, il rendimento sui titoli che hanno la stessa scadenza e' salito fino all'8,8% nella giornata, al massimo dal luglio del La valuta nazionale si è indebolita del -1,1% attestandosi al record minimo di 324,07 per ogni euro. Aumentano le preoccupazioni che il Fondo Monetario Internazionale e l'unione europea non riprenderanno le trattative sull'erogazione degli aiuti. D'altronde un chiaro avvertimento è tuonato dall'europa, impaurita dalla deriva dittatoriale che ha preso il paese dell'est Europa. L'Ungheria ora rischia l'isolamento e azioni legali. Bruxelles lo ha sottolineato per bene: Budapest non ricevera' aiuti finanziari nel caso in cui la nuova (e controversa) costituzione vada come sembra in contrasto con i trattati Ue. A novembre l Ungheria aveva richiesto 20 miliardi in aiuti finanziari "precauzionali" all Europa e al Fondo Monetario Internazionale. La nuova costituzione, entrata in vigore l 1 gennaio, secondo le critiche riduce l indipendenza della banca centrale, del sistema giudiziario e dei

12 mezzi di informazione, allo stesso tempo aumentando i poteri del primo ministro E nella capitale Budapest proseguono le proteste contro le nuove leggi autoritarie. Rapport Ocse "Divided We Stand: Why Inequality Keeps Rising" L'OCSE si fa Robin Hood come il miliardario USA Warren Buffett e chiede più tasse sulla ricchezza. Secondo l'organizzazione, i Governi di molte economie avanzate dovrebbero prendere in considerazione l'ipotesi di introdurre o alzare le tasse su redditi alti e proprietà, perché il gap tra ricchi e poveri nei Paesi dell'area OCSE ha raggiunto il livello più alto degli ultimi trent'anni. Dal rapporto "Divided We Stand: Why Inequality Keeps Rising" emerge come il reddito medio del 10% di popolazione ricchissima sia circa nove volte maggiore di quello del 10% più povero. Questa differenza è cresciuta anche in quelle Nazioni tradizionalmente "egualitarie" come Germania, Danimarca, e Svezia dove gli introiti dei ricchi sono 6 volte maggiori di quelli dei poveri. Il rapporto era di 5 a i negli anni '80, mentre in Paesi quali Italia, Giappone, Korea e UK tale rapporto sale a 10 a 1, per volare a 14 a 1 negli Stati Uniti. L'OCSE sottolinea inoltre come la disuguaglianza di reddito raggiunga proporzioni enormi in molte economie emergenti quali il Brasile. "Senza una strategia globale il gap continuerà a crescere", ha detto il Segretario Generale dell'organizzazione Angel Gurría. Tra i metodi più efficaci c'è senz'altro quello fiscale: per questo l'ocse sottolinea la necessità per i Governi di rivedere i loro sistemi fiscali per assicurare che gli individui più ricchi contribuiscono equamente a bilanciare il carico fiscale. Ciò può essere ottenuto aumentando le imposte sui ricchi, ma anche migliorando la lotta all'evasione fiscale, eliminando le detrazioni fiscali e rivalutando il ruolo delle imposte in tutte le forme di proprietà e di ricchezza, conclude il rapporto. Accordo tra i Paesi UE dicembre 2011 I leader dei 17 Paesi dell area euro hanno raggiunto un accordo. Non è stato per ora trovato un accordo esteso a tutti e 27 i Paesi dell UE, tuttavia secondo quanto spiegato in conferenzastampa da Barroso e Van Rompuy, dei dieci Paesi UE non membri dell euro area, sei sarebbero disponibili all accordo (Bulgaria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Danimarca); Svezia e Repubblica Ceca necessitano di un mandato parlamentare in assenza di un accordo a 27, ma la loro partecipazione è data per probabile; resterebbero fuori Gran Bretagna e Ungheria. L accordo rappresenta un esito minimo e non sembra ancora rappresentare (in presenza di una Banca centrale che non si assume il ruolo di prestatore di ultima istanza) un punto di svolta risolutivo per la crisi. L'Unione europea si spacca, ma i paesi dell'area Euro trovano un accordo che, senza avere la forza di un trattato, vincolerà i governi a mantenere bilanci più sani di quelli che hanno portato il continente sull'orlo del baratro. L accordo si basa su questi punti: - PATTO FISCALE: I 17 paesi dell'area euro più gli altri membri dell'unione disposti ad accodarsi hanno deciso che dovranno sottostare a un regime di sanzioni automatiche per chi violi gli accordi a meno che tre quarti dei paesi votino contro. Le nuove regole sui budget saranno scritte nelle costituzioni nazionali. Il cosidetto "deficit strutturale", che non

13 considera gli effetti una tantum del ciclo economico e del rimborso sul debito, viene limitato allo 0,5% del Pil. Regole più severe, con la corte di giustizia europea chiamata a verificare il loro rispetto. "Conseguenze automatiche" per quei paesi che sforano il limite del deficit/pil del 3%. - EUROPEAN STABILITY MECHANISM: Il fondo di salvataggio, o Meccanismo di stabilità europeo (Esm), sarà accelerato, con l'obiettivo di farlo entrare in vigore dal luglio La dotazione sale a 500 miliardi di euro, come richiesto espressamente da Berlino. L'Esm non avrà una licenza bancaria così da non poter attingere ai fondi della Banca centrale europea, altra vittoria tedesca. - FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE: I leader europei si sono impegnati a esplorare la possibilità che le rispettive banche centrali possano impegnarsi in prestiti bilaterali al Fondo monetario internazionale per 150 miliardi di euro a cui si potrebbero aggiungere altri 50 miliardi provenienti dai paesi europei non appartenenti all'eurozona. - TUTELE PER I PRIVATI: Escluso nel futuro un coinvolgimento del settore privato. I leader hanno riconosciuto che la politica precedente durante la crisi in grecia, di costringere gli investitori privati ad accettare le perdite delle loro disponibilità in debito greco, ha fallito e non sarà ripetuta. Queste misure saranno rese giuridicamente vincolanti per mezzo di un accordo internazionale "che dovrebbe essere firmato a marzo o ad una data precedente", si legge in una nota. Stiglitz: "Banche tassate e re-go-la-men-ta-te" Tratto da Wall street Italia Maggiore regolamentazione delle banche, più tasse per gli istituti finanziari e coordinamento e controllo su scala globale del sistema finanziario. Joseph Stiglitz non ha avuto ancora modo di leggere il documento del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, preferisce non giudicarne i contenuti, ma molte delle proposte lo trovano d'accordo. Il premio Nobel per l'economia, che presiedette il consiglio economico della Casa Bianca con Bill Clinton, si è infatti espresso più volte, dall'avvio della Grande Recessione del 2008 a oggi, sulla necessità di arrestare l'onda di deregulation globale - partita negli Stati Uniti - e di contrastarla con una marea di nuove regole che proteggano il risparmiatore e il consumatore. Il suo ultimo libro, Bancarotta, l'economia globale in caduta libera, è edito in Italia da Einaudi. Professor Stiglitz, crede che una nuova, più severa regolamentazione finanziaria permetterà all'economia mondiale di uscire dall'instabilità in cui si trova? Il nostro sistema di regole ha fallito in parte perché le stesse istituzioni incaricate di metterlo in pratica non credevano nella regolamentazione e hanno permesso ai vari attori finanziari di assumere rischi sempre più grandi. Se non facciamo delle regole finanziarie una nostra priorità e non riformiamo le nostre istituzioni internazionali o ne creiamo delle nuove, il sistema dei controlli fallirà di nuovo. Quali regole vorrebbe veder implementate? Regole che prevengano pratiche abusive, che siano interessi usurai da parte delle carte di credito (e questo in parte negli Stati Uniti lo abbiamo fatto) o mutui dai tassi crescenti che finiscono con l'esplodere nelle mani dei consumatori, o l'uso indiscriminato dei prodotti derivati. Quindi l'obiettivo principale delle riforme sono le banche? Soprattutto quelle "troppo grandi per fallire", che vengono automaticamente salvate con denaro pubblico in caso di crisi, come è successo nella Grande Recessione. Cattive politiche bancarie hanno avuto un ruolo enorme nella crisi, quindi la regolamentazione delle banche è fondamentale per la prevenzione di future crisi. Le banche devono essere ricapitalizzate, ma in modo trasparente, non attraverso pratiche di credito

14 dubbie, come è successo in passato, pratiche nocive non solo per il consumatore, ma per tutto il sistema. Si prendano inoltre in esame i derivati. Questi prodotti finanziari rischiosi e non trasparenti hanno messo in ginocchio il sistema finanziario mondiale. Le banche commerciali non dovrebbero poter emettere derivati. La loro funzione principale deve tornare a essere il credito. Quindi, se vogliamo proteggere i contribuenti, dobbiamo imbrigliare le banche: frammentare quelle troppo grandi, limitare le loro attività, imporre maggiori tasse sulle loro transazioni, e spingerle a ricapitalizzarsi. Queste misure devono essere globali? La regolamentazione finanziaria è un'area dove la coordinazione internazionale è assolutamente essenziale. Se abbiamo mercati finanziari integrati, dobbiamo anche avere fiducia che i prodotti finanziari che importiamo dall'estero non producano devastazione economica in casa nostra. Ma questo non richiede solo coordmamento delle regole, anche dell'implementazione e del controllo. E pur-troppo le istituzioni di controllo finanziario esistenti, come il G20 e il Fondo monetario internazionale, hanno perso la fiducia di molti Paesi. Rimediare sarà difficile, perché la globalizzazione economica è più avanti di quella politica. Ma se vogliamo avere una globalizzazione che porti a un mondo più stabile e prospero per tutti, dobbiamo avere un migliore coordinamento. Nuova legislazione per limitare le vendite allo scoperto e il commercio in credit default swaps (CDS) I deputati europei hanno approvato una nuova legislazione per limitare le vendite allo scoperto e il commercio in credit default swaps (CDS), un prodotto finanziario utilizzato come assicurazione contro i fallimenti. Le nuove regole europee imporranno maggior trasparenza e vieteranno l'uso di alcune tipologie di CDS, rendendo più difficile la speculazione sul default di un paese. Per esempio, acquistare CDS greci sarà d'ora in poi possibile solo se l'acquirente possiede già titoli di Stato greci o una partecipazione in un settore fortemente dipendente dall'andamento di tali titoli, come una banca greca (in caso di fallimento del paese, le banche greche soffrirebbero certamente in maniera importante). L'unica eccezione a questo divieto è la possibilità per le autorità nazionali di sospendere il divieto per un massimo di 12 mesi nei casi in cui il mercato del debito sovrano non funzioni in modo corretto, con possibilità di rinnovo per ulteriori 6 mesi. Riguardo la limitazione delle vendite allo scoperto, una maggioranza di deputati aveva in origine chiesto l'introduzione di una regola che prevedesse la conversione obbligatoria di tutte le vendite allo scoperto "nude", il tipo più rischioso fra le vendite allo scoperto, in vendite allo scoperto normali entro un giorno lavorativo. Tuttavia, la cosiddetta regola del "localizza e riserva" per cui un operatore finanziario non solo deve notificare da dove intende prendere in prestito i titoli azionari in questione, ma anche ottenere una garanzia che potrà effettivamente prenderli in prestito, è stata alla fine diluita durante i negoziati con i governi nazionali. Il regolamento prevede ora che l'operatore dovrà localizzare e avere una "presunzione ragionevole" di poter realmente ottenere il prestito. L'ESMA dovrà determinare quali sono le condizioni da soddisfare perché si possa "ragionevolmente presumere" di poter effettuare l'operazione alla scadenza prevista. Esprimendo la soddisfazione per il divieto, il relatore Pascal Canfin (Verdi, FR), ha detto: "Queste regole sono la prova che l'ue può agire contro la speculazione quando c'è volontà politica. La legislazione renderà impossibile l'acquisto di CDS con il solo obiettivo di speculare sul default di un paese".

15 Rinviata invece la norma per le agenzie di rating, ovvero la sospensione temporanea dei giudizi per i debiti degli Stati per i quali è in corso un programma di assistenza finanziaria internazionale. "Ho ritenuto di posticipare questa norma - ha spiegato il commissario ai servizi finanziari Michel Barnier presentando le proposte della Commissione Ue adottate perché occorre più tempo per accompagnarla con misure tecniche". India Il ministro delle finanze indiano Pranab Mukherjee ha confermato le stime di crescita dell'economia del Paese nel range 7,25%-7,75% nell'anno fiscale che si chiuderà a marzo, dopo aver in precedenza tagliato l'obiettivo iniziale del 9%.L'inflazione dovrebbe invece rallentare, attestandosi tra il 6-7% entro marzo mentre segnali incoraggianti sono già giunti visto l'allontanamento dal 9%. Guardando alla crisi del debito europeo e alle inevitabili ripercussioni sull'india, Pranab Mukherjee ha detto che la situazione in Europa non è di facile soluzione ricordando però che il Paese asiatico ha una grossa capacità di superare le avversità. Anche la Cina, come le altre grandi economie globali, ha sentito l'impatto della crisi che si sta consumando in Europa. La maggiore economia asiatica, molto esposta nei confronti del Vecchio Continente, ha segnato una crescita dell'8,5% nel quarto trimestre, frenando vigorosamente rispetto al 9,5% del terzo trimestre. La frenata è stata anche più forte di quanto previsto, perché le attese indicavano una crescita del PIL cinese dell'8,6%. Il 2011 chiude comunque con una buona crescita, con un PIL attestatosi al 9,2%, comunque inferiore ai tassi di crescita a due cifre segnati negli anni precedenti. Questi dati indicano la possibilità che Bejing prosegue la politica monetaria accomodante avviata a metà ottobre, offrendo nuovi stimoli all'economia, abbassando i tassi di riserva delle banche e rimuovendo alcune restrizioni al mercato immobiliare. Nel 2012 l'economia dovrebbe rallentare a circa l'8,4%, mentre l'inflazione dovrebbe scendere poco sotto il 3%. Anche il settore immobiliare, che fino a qualche tempo fa era letteralmente bollente, è visto in rallentamento con un calo di prezzi e transazioni. L'indagine congiunturale Pmi sul manifatturiero a cura di Hsbc mostra nella lettura flash di gennaio una nuova contrazione, mantenendosi al di sotto della soglia chiave dei 50 punti per quanto in frazionale recupero dal mese scorso. Grazie alla ripresa della voce nuovi ordini ed export, risalito a 51,1 punti, l'indice generale passa a 48,8 dal 48,7 finale di dicembre. Mentre il ritmo del rallentamento si sta stabilizzando un po', l'indebolimento della domanda esterna sta cominciando a farsi sentire. Ma la cautela è d'obbligo. Anche perché sulla crescita cinese incombe il rallentamento dell'economia globale. Come dimostrano le statistiche sui movimenti della bilancia commerciale. Nel 2011, il surplus della seconda economia mondiale si é ridotto a circa 160 miliardi di dollari (dagli oltre 183 registrati l'anno precedente), anche se il volume del commercio estero cinese - che resta fortemente dipendente dall'export per la sua crescita. Si segnalano gli ultimi dati congiunturali: Rallenta ancora l'inflazione a dicembre. Secondo l'ultimo report del National Bureau of Statistics, i prezzi al consumo relativi al mese in esame hanno segnato un incremento del 4,1% Cina

16 su base annuale, e dello 0,3% a livello congiunturale, superando di poco le attese degli analisti che erano per un +4% tendenziale. A novembre si era registrato invece un aumento del 4,2%, già in decelerazione rispetto al bollente +5,5% di ottobre. A far da traino la componente alimentare, i cui prezzi sono balzati del 9,1%. Sono risultate invece efficaci le misure adottate mesi orsono dalle autorità per raffreddare il settore immobiliare, che rischiava di diventare vittima di una bolla. Per quanto riguarda l'intero 2011, invece, il CPI cinese risulta in aumento del 5,4%. In crescita i prezzi alla produzione, ma solo su base annuale, con un +1,7% leggermente superiore all'1,6% del forecast, mentre rispetto a novembre il dato segna un -0,3%. Secondo molti analisti, queste statistiche dovrebbero spingere la People's Bank of China verso un allentamento della politica monetaria, visto che sono sempre più chiari i segnali di rallentamento dell'economia del colosso asiatico. Le esportazioni e le importazioni sono cresciute in dicembre al ritmo più lento in oltre due anni per via della debolezza della domanda estera e interna, una dato che apre la porta a possibili nuove misure per rafforzare l'economia. Le esportazioni sono cresciute del 13,4% grosso modo in linea con le attese (+13,5%) ma ai minimi da novembre 2009 da +13,8% di novembre. Importazioni a +11,8% da 22,1% di novembre. Surplus commerciale a 16,5 miliardi contro attese di 8,78 miliardi da 14,5 miliardi in novembre. La produzione industriale è cresciuta in novembre al tasso più debole da oltre due anni, un segnale - insieme alla caduta dell'inflazione - di un deterioramento del quadro economico del paese che potrebbe spianare la strada a nuovi interventi espansivi di politica monetaria da parte delle autorità di Pechino. La produzione industriale è cresciuta del 12,4%, sotto le attese di un +12,8%. Le vendite al dettaglio sono cresciute del 17,3% a novembre, in misura leggermente superiore al 16,9 atteso. Segnali di allentamento della politica monetaria da parte delle autorità cinesi. La People Bank of China ha infatti deciso di tagliare il coefficiente di riserva delle banche dello 0,50% per aumentare la liquidità e supportare l'economia in questo momento di turbolenza dei mercati delle economie avanzate. E' la prima volta dal dicembre 2008 che la Banca Centrale cinese si muove in questa direzione. Solo quest'anno sono stati operati ben sei aumenti del coefficiente di riserva. L'ultima volta risale allo scorso 20 giugno. L'ultima volta che la Banca cinese ha tagliato il coefficiente di riserva obbligatoria è stato nel dicembre del 2008, quando la congiuntura cinese ha sofferto gli effetti della crisi finanziaria globale. Petrolio L'agenzia internazionale dell'energia (IEA) ha rivisto al ribasso le proprie stime di domanda globale di petrolio per il 2011 e il 2012 rispettivamente a 160 mila barili e 200 mila barili al giorno. Il taglio, spiega l'agenzia, riflette "un contesto di precaria situazione economica" e la debolezza del quarto trimestre. "Le prospettive incerte per la moneta unica europea continueranno a fornire rischi al ribasso per la crescita economica" ha detto la IEA nel suo report mensile sul petrolio. Le attese sono ora per una domanda globale di petrolio in media di 89 milioni di barili al giorno quest'anno e di 90,3 milioni di barili nel 2012.

17 1.2 Evoluzione per Paese Stati Uniti Finalmente dal Beige Book sono emerse indicazioni più ottimistiche sull'economia statunitense. Nel consueto bollettino mensile della Federal Reserve, che esamina la situazione economica nei dodici distretti in cui si divide, e il cui contenuto viene preso in considerazione dalla Fed in occasione del meeting del FOMC del 24 e 25 gennaio, la Banca Centrale americana dipinge un quadro più roseo, affermando che "l'attività economica è aumentata ad un ritmo da modesto a moderato". Si tratta di un deciso scatto in avanti, se si pensa che nel report di metà novembre si parlava di crescita "a passo lento". Il miglioramento, spiegano dalla Fed, si è verificato negli ultimi mesi dell'anno: molti distretti hanno parlato di condizioni più favorevoli rispetto alla scorsa primavera e all'autunno. Pollice alzato per le vendite natalizie e, soprattutto, per il settore automobilistico, quest'ultimo definito talmente in fibrillazione che alcuni fornitori hanno lamentato difficoltà a tenere testa alla domanda. Le pressioni inflazionistiche, altro aspetto costantemente monitorato dalle autorità di politica monetaria, restano invece "abbastanza limitate". In miglioramento l'attività di prestiti delle banche, mentre il settore immobiliare resta ancora sotto scacco, nonostante qualche timido segnale di ripresa a livello di edilizia residenziale. Complessivamente, sette dei dodici distretti analizzati hanno riportato una crescita modesta. Tra gli altri cinque, quelli di New York e Chicago segnalano un'accelerazione, Dallas e San Francisco parlano di crescita moderata mentre in quello di Richmond l'attività economica è risulta piatta o solo leggermente migliorata. Nelle ultime previsioni la Fed taglia, comunque, il Pil 2011 e 2012 e alza inflazione e disoccupazione. Per il 2011, la Banca centrale attende ora una crescita tra l'1,6% e l'1,7%, meno del range tra il 2,7% e il 2,9% stimato in precedenza. Il tasso dei senza lavoro dovrebbe invece attestarsi all'interno di una forchetta tra il 9% e il 9,1% (più del range tra l'8,6% e l'8,9% precedente). Per quanto riguarda l'inflazione, il tasso si dovrebbe attestare tra il 2,7% e 2,9%, contro il range tra il 2,3% e il 2,5% precedente (l'inflazione "core", quella epurata dalle componenti più volatili come i prezzi di energia e generi alimentari, è data in un range tra l'1,8% e l'1,9%, più della forchetta tra l'1,5% e l',8% precedente. Per il 2012 la Fed prevede un aumento del Pil tra il 2,5% e il 2,9% (contro il precedente range tra il 3,3 e il 3,7%), un tasso di disoccupazione tra l'8,5 e l'8,7% (la stima precedente parlava del 7,8-8,2%) e un'inflazione "core" tra l'1,5 e il 2%, più dell'1,4-2% previsto nei mesi scorsi. Per il 2013, a fronte di una crescita tagliata a un range tra il 3 e il 3,5% da una forchetta tra il 3,5% e il 4,2%, é previsto un tasso di inflazione "core" tra l'1,4 e l'1,9% (più dell'1,4-2% precedente). I problemi dell'eurozona «rappresentano un rischio per la ripresa». Lo ha detto il presidente della Fed, Ben Bernanke, nella conferenza stampa a commento della decisione di lasciare i tassi invariati ai minimi storici. «La settimana scorsa è stato trovato un accordo, ora continuiamo a seguire la situazione da vicino», ha detto Bernanke, sottolineando che il perdurare della crisi Ue «può pesare sulla fiducia dei mercati».

18 In termini di consuntivo il PIL del 3 trimestre 2011, è stato rivisto al ribasso al +1,8% contro il +2% della stima precedente. Il dato, diffuso dal Dipartimento del Commercio americano, risulta leggermente peggiore delle attese di consensus che indicavano una crescita del 2%. Nel 3 trimestre inoltre il deflatore del Pil è attestato al 2,6%, come nel trimestre precedente (+1,3% nel 3 trim 2010), dal +2,3% della stima preliminare. Infine, le spese personali (PCE) hanno registrato un incremento e dal +0,7% del 2 trimestre. Fonte: BEA.gov. Supercommissione anti-deficit Falliscono gli sforzi della supercommissione anti-deficit, che non raggiunge un accordo su tagli per miliardi di dollari. Lo comunicano i co-presidenti della commissione in un comunicato, in cui fanno sapere che la supercommissione non è riuscita a raggiungere un accordo. la mancanza di un accordo farà scattare tagli automatici a partire dal «Dopo mesi di duro lavoro, siamo giunti alla conclusione che non è possibile raggiunge un accordo bipartisan», si legge in una nota, dove si precisa che, nonostante il fallimento, la crisi di bilancio va gestita e non lasciata alle prossime generazioni. Ancora troppi repubblicani non hanno voluto un compromesso, non hanno ascoltato le richieste" e considerato le proposte bilanciate di taglio del deficit. Lo ha detto il presidente Barack Obama sul fallimento della supercommissione anti-deficit, che non ha raggiunto un

19 accordo su tagli per miliardi di dollari alle spese. I tagli erano una delle misure previste dall'accordo di agosto sull'aumento del tetto di spesa del governo 1. Obama ha poi rassicurato i mercati: "Non siamo nella situazione della scorsa estate: non c'è alcun default imminente per gli Stati Uniti" ma "in un modo o nell'altro taglieremo il deficit". Poi una stoccata ai repubblicani: "Non consentirò alcun aumento delle tasse per la classe media il prossimo anno". Il presidente ha anche annunciato che utilizzerà il suo potere di veto per favorire il compromesso: bloccherà infatti ogni tentativo di cercare di fermare i tagli automatici che scatteranno in seguito al mancato accordo della supercommissione anti-deficit. Il veto servirà per mantenere alta la pressione sul congresso. Standard & Poor's e Moody's non cambiano opinione sulla sostenibilità del debito statunitense. Per S&P, protagonista di uno storico downgrade degli Usa la scorsa estate, hanno confermato la valutazione AA+. "L'incapacità della commissione - afferma l'agenzia di rating - di raggiungere un accordo su misure per stabilizzare il debito americano in rapporto al pil è in linea con la nostra decisione di abbassare il rating lo scorso 5 agosto. Ci attendiamo che un tetto alle spese discrezionali resti in atto" perché allentarlo si tradurrebbe in pressioni sul rating. Anche Moody's ha confermato il rating AAA: rimangono però le prospettive negative. Anticipatori Peggiora leggermente a gennaio l'indice relativo all'attività economica del distretto FED di Philadelphia, portandosi a 10 punti dai 10,3 della lettura di dicembre. Lo comunica il Distretto FED di Philadelphia. Il dato risulta perfettamente in linea con le attese degli analisti. Balza a sorpresa a gennaio la fiducia nel settore immobiliare USA, sintetizzata dall'indice NAHB. Il dato, pubblicato dalla National Association of Home Builders, si è attestato a 25 punti dai 21 punti di dicembre e del consensus, segnando il quarto incremento consecutivo e collocandosi ai massimi dal giugno del Si tratta di un indicatore sintetico delle aspettative di vendita dei costruttori nel presente e nell'arco dei prossimi sei mesi: una lettura inferiore a 50 mostra una prevalenza di giudizi negativi, mentre un livello superiore indica maggiore ottimismo. Migliora più delle attese l'attività manifatturiera americana. L'indice Empire State di gennaio si è portato a 13,5 punti dagli 8,1 del mese precedente. Il dato, la cui lettura risulta la migliore dallo scorso aprile, batte le attese degli analisti che avevano stimato un recupero a 11 punti. L'indice che misura le condizioni del settore manifatturiero è stato elaborato dalla FED di New York. Si ricorda che un livello del dato superiore/inferiore allo 0 indica che la maggior parte delle compagnie riportano miglioramenti/peggioramenti delle condizioni. Vista in aumento ed oltre le attese a gennaio la fiducia dei consumatori in gennaio. L'indice è atteso attestarsi a 74 punti dai 69,9 punti del mese precedente. Le stime degli analisti erano per una salita a 71,5 punti. L'indicatore è stato pubblicato dall'università del Michigan che ha diffuso la lettura preliminare. Peggiora a dicembre l'indice relativo all'attività economica del distretto FED di Philadelphia, portandosi a 6,8 punti dai 10,3 della lettura di novembre. Lo comunica il Distretto FED di Philadelphia.

20 L'indice sul comparto manifatturiero elaborato dall'ism mostra per dicembre un rialzo a 53,9, da 52,7 di novembre e al di sopra delle attese per 53,2. Si tratta del livello massimo dallo scorso giugno. Il sottoindice sui nuovi ordini è salito a 57,6 da 56,7 di novembre, al massimo dallo scorso aprile, mentre quello relativo all'occupazione è salito a 55,1, da 51,8, il massimo da giugno. In rialzo anche il sottoindice relativo ai prezzi pagati, attestatosi in dicembre a 47,5 dal 45,0 di novembre. Sale ma meno delle attese l'indice ISM non manifatturiero americano. Il dato di dicembre, comunicato dall'institute for Supply Management (ISM), si è attestato a 52,6 punti dai 52 punti di novembre, risultando al di sotto delle stime degli analisti che erano per una salita a 53,4. Si ricorda che l'indice se risulta inferiore a 50 mostra una contrazione del settore non manifatturiero e se superiore indica una crescita. Per quanto riguarda le principali componenti, in aumento l'indice sui nuovi ordini che si porta a 53,2 da 53. Stabile quello sulla produzione a 56,2 mentre peggiora quello relativo ai prezzi pagati a 61,2 da 62,5. Migliora l'indice relativo all'occupazione che mostra una risalita a 49,94 da 48,9. Cala il dato sulle scorte che si porta a 48,5 da 52,5 punti. L'indice Ism servizi sale da 52 a 52,6 punti a dicembre negli Usa, contro un atteso incremento a 53 punti.. Migliora notevolmente la fiducia dei consumatori americani del mese di dicembre portandosi a 64,5 punti dai 55,2 rivisti del mese di novembre (da 56). Il dato, comunicato dal Conference Board degli Stati Uniti, risulta migliore delle aspettative degli analisti che avevano previsto un livello a 58,20 punti. Il sondaggio sulla fiducia dei consumatori è basato su un campione rappresentativo di famiglie americane ed è condotto per il Conference Board dal NFO WorldGoup. Nello stesso periodo l'indice sulla situazione presente è aumentato a 46,7 punti dai 38,3 di novembre mentre l'indice sulle attese ha evidenziato un progresso a 76,4 dai 66,4 del mese precedente. In lieve calo il PMI di Chicago di dicembre. L'indice destagionalizzato si è attestato infatti a 62,5 punti dai 62,6 del mese precedente, risultando nettamente superiore ai 60,8 punti indicati dagli analisti. Il dato è stato comunicato dall'ism di Chicago. Un livello dell'indice al di sotto della soglia critica di 50 indica una contrazione del settore manifatturiero statunitense mentre un livello al di sopra di 50 denota un'espansione. In aumento dello 0,5% il superindice USA relativo al mese di novembre rispetto al +0,9% di ottobre e al +0,1% di settembre. Il dato è stato comunicato dal Conference Board degli Stati Uniti. Gli analisti si attendevano un aumento dello 0,3%. L'indice coincidente nello stesso periodo è aumentato dello 0,2% come a ottobre e rispetto al +0,1% di settembre, mentre l'indice differito ha segnato un aumento dello 0,1% dopo la variazione positiva dello 0,6% del mese precedente e il +0,1% di settembre. Peggiora l'attività economica nel Distretto FED di Chicago a novembre. L'indice Fed Chicago sull'attività nazionale (CFNAI) ha registrato infatti un calo a -0,37 punti dai -0,11 punti di ottobre. Il dato è stato comunicato dalla Federal Reserve Bank di Chicago. La media mobile a tre mesi nello stesso periodo si è attestata a -0,24 come a ottobre. L'indice CFNAI è una media pesata di ben 85 indicatori che riflettono lo stato di salute dell'attività economica nazionale. Rivista al rialzo la fiducia dei consumatori dell'università del Michigan relativa al mese di dicembre. Il dato si è attestato a 69,9 punti dai 67,7 della stima preliminare e dai 68 punti attesi dagli analisti. L'indicatore è stato pubblicato dall'università del Michigan che ha diffuso la lettura definitiva.

21 Elementi congiunturali Restano invariati anche a dicembre i prezzi al consumo dopo la variazione nulla del mese precedente. Le attese degli analisti erano per un incremento dello 0,1%. Il dato è comunicato dal Bureau of Labour Statistics (BLS) americano. Su base annua l'indice si è attestato al +3%. Il core rate, l'indice dei prezzi al consumo depurato delle componenti più volatili quali cibo ed energia, ha evidenziato un progresso dello 0,1% rispetto al +0,2% di novembre, risultando perfettamente in linea con le attese. In particolare, i prezzi della componente energetica hanno registrato una variazione negativa dell'1,3% (-1,6% il mese precedente) mentre quelli della componente alimentare sono saliti dello 0,2%, rispetto al 0,1% di novembre. Calano più delle attese le costruzioni di nuove abitazioni nel mese di dicembre, attestandosi a 657 mila unità con un decremento del 4,1% rispetto alle 685 mila riviste del mese precedente. Le attese degli analisti erano per un livello di 678 mila unità. Il dato è comunicato dal Dipartimento del Commercio del Census Bureau degli USA. Su anno si è registrato un rialzo del 24,9%. Il PPI a dicembre segna un calo di -0,1% m/m, mentre l indice core aumenta di 0,3% m/m. Il calo dell indice headline deriva dalla riduzione dei prezzi del gas naturale (-2,8% m/m) e della benzina (-2,3% m/m) che ha più che compensato l aumento dell elettricità. Il core è trainato verso l alto da farmaci (+1,2% m/m, dopo due incrementi consecutivi di 0,9% m/m), oltre che da auto e tabacco, in crescita di 0,4% e 1% m/m rispettivamente. I prezzi dei beni intermedi core sono in calo di -0,5% m/m, la terza contrazione consecutiva, segnalando moderazione delle pressioni inflazionistiche; il trend dei prezzi alla produzione dovrebbe essere in calo nei prossimi trimestri. I permessi edilizi rilasciati hanno evidenziato invece un calo mensile dello 0,1% a 679 mila unità contro i 680 mila rivisti del mese precedente. Su anno si è registrato un rialzo del 7,8%. Il dato è leggermente peggiore delle attese degli analisti che indicavano un livello di 680 mila unità. Rimbalza finalmente la produzione industriale americana nel mese di dicembre, mostrando un incremento dello 0,4% dopo il -0,3% registrato a novembre. Gli analisti avevano stimato un incremento dello +0,5%. Su base annua si è evidenziato un aumento del 2,9%. La produzione manifatturiera è balzata dello 0,9% a fronte del -0,4% del mese precedente e del +0,5% del consensus, con un aumento tendenziale del 3,7%. Nello stesso periodo la capacità di utilizzo relativa a tutti i settori industriali si è attestata al 78,1% dal 77,8% del mese precedente. Sale al 75,9% la capacità di utilizzo nell'industria manifatturiera dal 75,3% di novembre. In calo dello 0,1% a dicembre i prezzi alla produzione (PPI) in America, dopo il +0,3% del mese precedente. Il dato, comunicato dal Dipartimento del Lavoro americano (BLS), risulta disallineato dalle attese degli analisti che stimavano una variazione nulla. Su base annua si è registrato un rialzo del 4,8% rispetto al +5,7% del mese. I flussi netti di capitali a novembre sono risultati positivi per 48,6 mld di dollari, rispetto ai -39,6 mld di ottobre. Il dato è stato pubblicato dal Dipartimento del Tesoro americano. Nello stesso periodo gli acquisti netti di titoli USA da parte di investitori esteri hanno evidenziato un saldo netto positivo pari a 58 mld di dollari contro i 12,2 mld del mese precedente. Cresce nel mese di novembre il deficit della bilancia commerciale, attestandosi a 47,8 miliardi di dollari rispetto ai 43,2 rivisti di ottobre. Il dato, comunicato dal Bureau of Economic Analysis (BEA) del Dipartimento del Commercio americano, è peggiore delle attese del mercato che aveva previsto un disavanzo di 46 mld. Le esportazioni di beni e servizi sono

22 scese a 177,8 mld usd rispetto ai 179,4 mld del mese precedente, mentre le importazioni hanno visto un incremento a 225,6 mld contro i 222,6 mld di ottobre. Sono diminuiti dello 0,1% su base mensile i prezzi alle importazioni nel mese di dicembre contro l'aumento dello 0,8% rivisto del mese precedente. Il dato, comunicato dal Bureau of Labour Statistics degli Stati Uniti, è al di sotto delle aspettative degli analisti che stimavano un +0,3%. Su base annua si è avuto un incremento dell'8,5%. Al netto delle importazioni di petrolio i prezzi import sono risultati in aumento dello 0,1%. L'indice dei prezzi alle esportazioni ha registrato un decremento dello 0,5% (+0,1% nel mese precedente), mentre si è avuto un aumento tendenziale del 3,6%. Al netto dei prodotti agricoli i prezzi delle esportazioni sono calati dello 0,2% dopo il -0,2% rivisto di novembre. In aumento dello 0,3% a novembre le scorte di magazzino, che si attestano a 1.550,1 mld di dollari. Gli analisti stimavano un incremento dello 0,4%. Il dato è stato comunicato dal Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. Su base tendenziale le scorte sono cresciute dell'8,5%. Nello stesso periodo le vendite hanno registrato un incremento dello 0,3% a 1.220,8 mld di dollari, mostrando un aumento annuale del 9,6%. La ratio scorte/vendite è risultata stabile a 1,27. Crescono dello 0,1% le vendite al dettaglio nel mese di dicembre, attestandosi a 399,3 mld di dollari. Il dato risulta essere peggiore delle attese degli analisti che avevano stimato un aumento dello 0,3%. Su base annua si è registrato un progresso del 6,5%. Lo comunica l'us Census Bureau. Il dato "core", ossia le vendite al dettaglio ex auto hanno evidenziato un incremento dello 0,2%, con una crescita tendenziale pari al 6%. L'occupazione è cresciuta con forza il mese scorso mentre il tasso di disoccupazione è sceso sui minimi da tre anni all'8,5%, segno evidente di un'accelerazione dell'economia americana. Gli occupati non agricoli sono aumentati di unità a dicembre, segnando il maggior incremento degli ultimi tre mesi e superando le attese degli analisti di Il tasso di disoccupazione è calato dall'8,7% di novembre, rivisto dall'8,6% precedentemente riportato, portandosi sui minimi da febbraio Tutto l'incremento dell'occupazione di dicembre si è registrato nel settore privato, mentre nel pubblico si è contratta di unità. A novembre le spese personali hanno segnato un rialzo mensile dello 0,1%, in rallentamento di tre decimi rispetto alla lettura di ottobre. I consumi personali evidenziano un +0,1% m/m in valore e un +0,2% in volume, con il relativo deflatore che rallenta a +2,5% su base annua dal precedente +2,7%, mentre il core rimane stabile a +1,7%. Il reddito disponibile rimane invariato su base congiunturale, con il relativo tasso di risparmio che scende di un decimo al 3,5%. A novembre gli ordini di beni durevoli hanno segnato un rialzo del 3,8% m/m, ben oltre le attese e in netto recupero rispetto alla rilevazione precedente (invariata). Il buon andamento è legato in larga parte al settore trasporti (+14,7%), al netto del quale gli ordini segnano un +0,3%, evidenziando un rallentamento dal +1,5% di ottobre. Le scorte aumentano dello 0,6% mentre le consegne calano dello 0,4%. Continua a crescere il numero di case pendenti vendute. Il pending home sales index di novembre, infatti, ha segnato un incremento del 7,3% a 100,1 punti dai 93,3 del mese precedente. Si tratta del livello più alto degli ultimi 19 mesi. Il dato comunicato dall'associazione degli operatori immobiliari, risulta nettamente superiore alle stime del

23 mercato che indicavano un aumento dell'1,5%. Le vendite risultano invece in crescita del 5,9% su base annua. Aumentano dello 0,1% su base mensile i redditi personali relativi al mese di novembre, a fronte del +0,4% registrato nel mese precedente. Il dato, comunicato dal Bureau of Economic Analysis (BEA) degli Stati Uniti, risulta sotto le attese degli analisti che avevano previsto un aumento dello 0,3%.Nello stesso periodo i redditi disponibili risultano invariati dopo il +0,2% registrato a ottobre. In rialzo dello 0,1% i consumi personali (PCE), stessa variazione negativa del +0,1% del mese precedente. Il PCE price index core (esclusi energia ed alimentari) ha evidenziato un progresso dello 0,1%, come a ottobre. Crescono più del previsto gli ordinativi di beni durevoli. Il dato di novembre ha segnato infatti un incremento del 3,8% su base mensile dal dato rivisto del mese precedente che indicava una non crescita e rispetto al +2,2% atteso dagli analisti. Il dato è stato comunicato dal Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti (Bureau of the Census). Se si esclude il settore dei trasporti il dato ha registrato un aumento dello 0,3%, mentre escludendo il settore della difesa gli ordini registrano un incremento del 3,7%. Si contrae leggermente nel 3 trimestre del 2011 il deficit delle partite correnti, attestandosi a 110,3 mld di dollari dai 124,7 mld rivisti del 2 trimestre. Il dato è stato comunicato dal Bureau of Economic Analysis (BEA) del Dipartimento del Commercio statunitense.

24 Giappone La Banca Centrale nipponica, ha tagliato l'outlook per l'anno fiscale che si chiuderà a marzo e per il Previsto lo scorso ottobre in crescita tra lo 0,2% e lo 0,4%, il PIL domestico è ora indicato in contrazione tra lo 0,3% e lo 0,4%. La BOJ nota che la ripresa del Paese è andata "in pausa" a causa del rallentamento della congiuntura estera, dell'apprezzamento dello yen e delle inondazioni in Thailandia, che hanno messo fuori gioco numerose multinazionali giapponesi e le rispettive catene di fornitura. Un po' meglio la situazione domestica, che ha visto un moderato incremento degli investimenti in asset fissi e una certa stabilità dei consumi. In generale, la Bank of Japan stima che l'attività economica nipponica resterà più o meno piatta nei tempi a venire. L'Istituto Centrale stima un graduale ritorno ad una moderata ripresa nella prima metà dell'anno fiscale 2012, prevedendo un PIL in miglioramento dell'1,8-2,1% per l'intero Si tratta comunque di una view meno ottimista rispetto al passato, quando era stato indicato un aumento del 2,1-2,4%. Inaspettatamente rivisto al rialzo dall'1,3-1,6% all'1,4-1,7% l'outlook per il Anche l governo ha aggiornato le stime di crescita in funzione della bozza di bilancio per il 2012/13. L'economia crescerà del 2,2% nell'anno fiscale che inizierà il prossimo aprile, meno di quanto comunicato precedentemente dal governo ma più di quanto stimano gli economisti. Anche nel caso del Governo le stime sono inferiori al +2,7%/+2,9% precedentemente indicato, ma potrebbero essere ancora tacciate di eccessivo ottimismo per far digerire il progetto del governo di raddoppiare la tassa sui consumi, oggi al 5%. Il nuovo outlook economico, che è stato molto criticato, fa perno sulla convinzione che la crisi europea andrà scemando nel corso del prossimo anno e che l'export riprenderà slancio. Tutte ipotesi ritenute troppo ottimistiche. Per l'anno in corso, che termina a marzo, Tokyo ha rivisto al ribasso il Pil a -0,1% da +0,5%. In termini di consuntivo è stato rivisto al ribasso al +1,4% il Pil giapponese relativo al terzo trimestre di quest'anno rispetto al +1,5% t/t della prima stima. Pil III 11 var.%

25 Su base annua il Pil ha registrato un incremento del 5,6%. Anche in questo caso è stata operata una revisione al ribasso rispetto alla crescita del 6% annunciata inizialmente, anche se il dato risulta leggermente al di sopra del +5,2% predetto dagli analisti. Anticipatori Migliora la fiducia dei consumatori a dicembre attestandosi a 38,1 punti dai 37,5 punti del mese precedente. L'indice tuttavia resta al di sotto di 50 punti evidenziando un clima ancora negativo. Lo ha comunicato l'istituto di ricerca economica e sociale del Cabinet Office giapponese. A dicembre 2010 il dato era pari a 40,1 punti. Il leading indicator relativo al mese di novembre è visto in salita a 92,9 punti dai 92 punti di ottobre. Lo rende noto il Cabinet Office del Giappone nella sua lettura preliminare. Nello stesso periodo l'indice coincidente dovrebbe calare a 90,3 punti dai 91,4 precedenti, mentre l'indice differito (lagging index) è atteso a 82,8 punti dagli 82,7 punti precedenti. Peggiora l'indice Tankan, la statistica che misura la fiducia delle imprese manifatturiere in Giappone. Il dato, comunicato dalla Banca del Giappone (BOJ), risulta pari a 0 punti dal +1 precedente e contro attese per una salita a 3 punti. L'indice non manifatturiero per le grandi imprese sale a 4 punti dal +1 precendente. Peggiora anche l'indice manifatturiero relativo alle medie imprese, che passa a -3 mentre quello relativo alle piccole imprese scende a -8 da -11 punti. L'indice relativo a tutte le imprese si attesta a -7 da -9 punti. In aumento dello 0,6% a 87,7 punti l'indice dell'attività dell'industria terziaria relativo al mese di ottobre. Lo comunica il Ministero dell'economia e dell'industria. Tra i settori che hanno maggiormente contribuito all'incremento ci sono quello relativo alle vendite all'ingrosso e al dettaglio (+0,7%) e quello alla finanza e al settore assicurativo +5,1% Elementi congiunturali L'indice destagionalizzato sulla produzione industriale del mese di ottobre è stato rivisto al ribasso a 90 punti dai 90,1 punti della stima preliminare,in calo del 2,7% su base mensile rispetto al -2,6% della prima stima. Lo comunica il Ministero del Commercio Internazionale e dell'industria giapponese (METI) che ha pubblicato i dati rivisti. Su base

26 annua la produzione ha evidenziato una variazione negativa del 4,2%. Sempre nel mese di ottobre le consegne sono state riviste in discesa dell'1,6% contro il -1,5% della stima preliminare mentre le scorte hanno registrato una variazione negativa dello 0,6% a fronte del -0,8% registrata nella lettura preliminare. La ratio delle scorte si attesta al -1,6%(-1,7% la prima lettura. In forte aumento a dicembre gli ordini dei macchinari del settore privato. Il dato, al netto delle componenti volatili, ha registrato infatti un incremento del 14,8% dopo il -6,9% riportato a ottobre. Il dato complessivo che include anche queste componenti registra invece un aumento del 21,5% dopo il -9,2% del mese precedente. L'indicatore è stato pubblicato dall'istituto di Ricerca Economica e Sociale del giappone (ESRI). Il totale degli ordinativi, che include anche quelli governativi ed esteri, ha registrato una crescita del 14,7% dopo il +3,2% di ottobre. In aumento dello 0,1% a dicembre l'indice dei prezzi alla produzione rispetto al mese precedente. Lo comunica la Bank of Japan. Su base annua il dato ha mostrato una variazione positiva dell'1,3%, rispetto al +1,6% rivisto di novembre. I prezzi export sono scesi dello 0,1% su base mensile mentre su anno hanno evidenziato un decremento del 4,3%. I prezzi import sono saliti dell'1% su mese, registrando un aumento del 6,6% su anno. Il surplus delle partite correnti si è attestato nel mese di novembre a 1385 mld di yen, segnando un calo rispetto all'avanzo di 9554 mld dell'anno precedente. Il dato, è stato comunicato dal Ministero delle Finanze (MOF). Il saldo si confronta con un surplus di 5624 mld del mese prima. Gli analisti stimavano una discesa inferiore del 10%. Si tratta, tra l'altro, del nono calo consecutivo. Per quanto riguarda le esportazioni sono scese su anno del 3,1%, mentre le importazioni sono diminuite del 21,3%, portando il saldo della bilancia commerciale in deficit per 5851 mld di yen. L'indice destagionalizzato sulla produzione industriale è sceso nel mese di novembre del 2,6% su base mensile a 90,1 punti. Il dato è stato comunicato dal Ministero del Commercio Internazionale e dell'industria giapponese (METI), che ha pubblicato i dati preliminari. Su base annua la produzione è scivolata del 4%. Nello stesso periodo le consegne sono scese dell' 1,5% (-4,5% a/a), mentre le scorte hanno registrato una variazione negativa dello 0,8% rispetto al mese precedente (+8% a/a). La ratio delle scorte dovrebbe attestarsi al -1,7%. Pesante scivolone a novembre per le spese delle famiglie. Il dato ha segnato infatti una diminuzione del 3,8% in termini nominali e del 3,2% in termini reali, attestandosi a yen. Gli analisti si attendevano. Lo ha comunicato l'ufficio statistico nazionale del Giappone. I redditi per le famiglie operaie sono diminuiti dell' 1,6% in termini nominali e dell'1% in termini reali, attestandosi a yen. Il tasso di disoccupazione nel mese di novembre è rimasto stabile al 4,5% rispetto al mese precedente. Il dato, comunicato dal Ministro degli affari interni delle poste e telecomunicazioni del Giappone. Il numero dei disoccupati si è attestato a 2,80 milioni, risultando in calo di 38 mila unità ovvero del 11,9% rispetto allo scorso anno. L'indice dei prezzi al consumo (CPI) nel mese di novembre ha registrato una variazione negativa dello 0,6% su base congiunturale e dello 0,5% su base tendenziale. Lo comunica l'ufficio nazionale di statistica. Il dato al netto delle componenti più volatili, quali i cibi freschi ed energia, è sceso dello 0,4% su mese ed in calo dello 0,1% su anno. E' rimasto stabile su mese l'indice dei prezzi al consumo dell'area di Tokyo, relativo al mese di dicembre,

27 mentre su base annua c'è stata una discesa dello 0,4%. L'indice core è calato dello 0,1% rispetto al mese prima mentre rispetto allo scorso anno si è verificato un calo dell'1,1%. Nel mese di novembre la bilancia commerciale registra un disavanzo di 684,7 mld di yen, a fronte del disavanzo di 273,8 mld di ottobre e del surplus di 157,6 miliardi di novembre Il dato, che tra l'altro risulta peggiore delle attese che stimavano un rosso di 400 miliardi, è stato comunicato il Ministero delle Finanze del Giappone (MOF). Nello stesso periodo, le esportazioni sono calate del 4,5% a 5,4 mld, mentre le importazioni hanno subìto un incremento dell'11,4% a 5,2 mld. In aumento dello 0,1% a novembre l'indice dei prezzi alla produzione rispetto al mese precedente. Lo comunica la Bank of Japan. Su base annua il dato ha mostrato una variazione positiva dell'1,7%, rispetto al +1,6% rivisto di ottobre. I prezzi export sono saliti dello 0,1% su base mensile mentre su anno hanno evidenziato un decremento del 3,2%. I prezzi import sono rimasti invariati su mese, registrando un aumento dell'8,7% su anno. Il tasso di disoccupazione è salito al 4,5% dal 4,1% di settembre. I disoccupati sono aumentati di 230 mila unità, ma si è registrato anche un forte aumento della forza lavoro femminile, che in parte spiega il balzo del tasso di disoccupazione. Inoltre il calo del tasso di disoccupazione a settembre era stato inatteso e sorprendente, e sembrava non in linea con il resto delle informazioni sul mercato del lavoro. Il job-openings ratio torna a scendere a 0,67 da 0,68 di settembre; i dati mostrano un aumento delle posizioni aperte nei settori legati alla ricostruzione, che potrebbe segnalare miglioramenti nel mercato del lavoro nei prossimi mesi.

28 Germania La Germania ha rivisto al ribasso le stime di crescita dell'economia per il 2012, consapevole degli effetti della crisi del debito dell'eurozona. Secondo il ministro tedesco dell'economia, le previsioni sul Pil passano da un +1% ad un magro +0,7% mentre per il 2013 si prevede un netto miglioramento, con l'economia in crescita dell'1,6%. Il rischio principale nel 2012 "è senza dubbio il peggioramento della crisi europea", Secondo quanto comunicato dall'ufficio federale di statistica, l'economia tedesca è cresciuta su base annua del 3% nel 2011, in misura inferiore al 3,7% del 2010, record dopo la riunificazione. Nel quarto trimestre dell'anno, peraltro, l'economia tedesca si è contratta di circa lo 0,25% su base trimestrale. Quest'ultimo dato rappresenta un segnale di come Berlino cominci ad avvertire gli effetti della crisi del debito sovrano che sta attraversando la zona euro, sebbene la Germania abbia performato meglio rispetto ai Paesi partner per larga parte dell'anno appena concluso, grazie alla forte domanda interna e alle esportazioni. Gross domestic product, price-adjusted, chain-linked Change on the previous year (in percent): Fonte: Destatis Se non ci sarà un'ulteriore escalation della crisi debitoria della zona euro, in Germania l'economia dovrebbe crescere nel 2012, seppure di un modesto 0,5%". Fonte: Destatis (in ottobre Il governo tedesco aveva quasi dimezzato le stime di crescita per il 2012 riducendole all'1% dall 1,8 stimato in precedenza, evidenziando i timori di un brusco rallentamento della prima economia della zona euro, in parte dovuta alla crisi dei debiti sovrani. La domanda interna diventerà ancora di piu' il pilastro della crescita economica). La Bundesbank peggiora la view per la Germania, annunciando un taglio delle stime di crescita nel suo ultimo rapporto previsionale. La banca centrale tedesca, facendo riferimento alla crisi europea, all'incertezza ed al generale rallentamento dell'economia

29 europea, ha ammesso che anche la Germania ha subito una frenata dell'attività e si prevede che rallenterà il passo nei mesi invernali. L'Istituto ha dunque tagliato le previsioni di crescita del PIL nel 2012 allo 0,6%, anche se prevede un recupero all'1,8% nel Si tratta comunque di tassi di crescita ben lontani dal 3% di quest'anno. Queste ipotesi escludono una ulteriore escalation della crisi debitoria, il cui persistere potrebbe aumentare i rischi al ribasso. Lo scenario inverso di una più rapida uscita dalla crisi, invece, potrebbe provocare un miglioramento dell'outlook. Quanto al mercato del lavoro, l'occupazione non dovrebbe calare per tutto il 2012 e tornare a crescere l'anno seguente. La disoccupazione invece si manterrà poco sotto i 3 milioni di persone con un tasso stimato al 7%. L'inflazione dovrebbe attestarsi all'1,8% nel 2012 ed all'1,5% nel Quest'anno si chiuderà con un progresso del Pil del 3% invece del 3,1% indicato a giugno. Tra gli istituti di analisi governativi, il Diw vede la ripresa della crescita economia gia' da meta' 2012 e stima a +2,2% la crescita del Pil tedesco nel Per l istituto la ripresa dell'economia tedesca nel 2012 "si interrompera' solo per breve tempo" e gia' a meta' 2012 l'economia riprendera' a crescere sensibilmente. Il Pil dovrebbe lievemente contrarsi a inizio 2012, mentre nell'intero anno in corso e' atteso un progresso dello 0,6%. Questo risultato sara' comunque possibile se la politica riuscira' ad affrontare in modo convincente la crisi di Eurolandia nei prossimi mesi. Anticipatori Migliora l'indice ZEW a gennaio. Lo Zew Institute ha comunicato che l'indicatore del sentiment in Germania si è attestato a -21,6 punti, rispetto ai -53,8 punti del mese precedente e contro attese per livello di -49,2 punti. L'indagine Pmi sulle condizioni di manifattura e terziario mostra secondo la stima 'flash' di dicembre un nuovo peggioramento nello stato di salute del manifatturiero e ma una decisa accelerazione nel tasso di espansione del terziario. Si attesta intanto saldamente oltre la soglia dei 50 punti l'indice composito, sintesi di manifattura e servizi, a 51,3 dal 49,4 finale di novembre. I dati Markit mostrano l'indice sul settore manifatturiero a 48,1 contro il 47,9 finale di novembre e il 47,5 del consensus, e quello sul terziario a 52,7 - massimo da luglio - da 50,0 delle attese e 50,3 finale del mese scorso. Il clima economico è migliorato inaspettatamente nel mese di dicembre, rimbalzando dal livello più basso dal novembre 2008, come mostrano i dati rilasciati martedì. In un rapporto, il Centro ZEW per la Ricerca Economica ha dichiarato che il suo indice di clima economico tedesco è migliorato di 1,4 punti a meno 53,8 nel mese di dicembre, rispetto minimo di tre anni di meno 55,2 toccato il mese scorso. L'indice è salito per la prima volta in dieci mesi. Gli analisti si attendevano in calo dell'indice di 0,6 punti a meno 55,8 nel mese di dicembre. La valutazione della situazione economica in Germania resta comunque positiva, ma ha subito un deterioramento per la quinta volta consecutiva. L'indicatore corrispondente è sceso di 7,4 punti a 26,8 punti nel mese di dicembre. Nel frattempo, il sentimento economico nella zona euro è aumentato di 5,0 punti a dicembre a meno 54,1 da meno 59,2 a novembre. Gli economisti si aspettavano che il sentimento della zona euro diminuisse di 1,2 punti a meno 60,3. Sull'indice, un livello superiore allo 0,0 indica ottimismo, un livello inferiore a 0,0 indica pessimismo.

30 Elementi congiunturali I prezzi alla produzione a dicembre sono scesi su base mensile dello 0,4%, mentre su anno la variazione è di un incremento del 4%, secondo i dati dell'ufficio statistico federale. Il confronto con il mese precedente è con +0,1% mensile e con +5,2% annuale. Escluso il comparto energia i dati mostrano un calo dello 0,1% su mese e un rialzo del 2% su base annua. Calcolati su tutto il 2011 i prezzi alla produzione registrano un incremento medio del 5,7% rispetto all'anno precedente, la più alta crescita annuale dal In rialzo del 7,5% tendenziale i prezzi all'ingrosso relativi al mese di dicembre. Lo comunica l'ufficio Federale di Statistica della Germania. La variazione congiunturale rispetto al mese precedente è nulla. L'inflazione è cresciuta in media del 2,3% nel 2011, risultando in accelerazione sia rispetto al 2010 (1,1%), sia rispetto al 2009 (+0,4%). Il tasso di inflazione però risulta ancora inferiore a quello registrato nel 2008 (2,6%). Lo comunica l'ufficio federale di statistica. A trainare la crescita dei prezzi hanno contribuito i prezzi dell'energia, balzati del 10% a causa degli incrementi dei prezzi dei carburanti e dei prodotti e servizi per il riscaldamento. Escludendo la componente energetica, l'inflazione si sarebbe attestata all'1,3%. Fra i settori che hanno registrato robusti incrementi vi sono anche quello delle bevande non alcoliche e, restando in campo alimentare, per olio, caffè, cacao e carne. In calo i prezzi dei prodotti agricoli vegetali. Contenuto l'aumento dei prezzi dei servizi, anche se va menzionato il forte aumento dei prezzi del trasporto aereo. Si attesta a 16,2 mld di euro il surplus della bilancia commerciale nel mese di novembre rispetto all'avanzo di 13,9 mld di un anno prima e 11,5 mld di ottobre. Le esportazioni sono salite del 3,8%, mentre le importazioni sono aumentate dell'8,6%. Il saldo della bilancia relativa ai servizi mostra un passivo pari a 0,1 mld, in peggioramento rispetto all'avanzo di 0,9 mld del novembre Le partite dei redditi sono in surplus per 4,1 mld contro i 4,7 mld di un anno prima, mentre quella dei trasferimenti correnti mostra un saldo negativo di 3,6 mld (- 4,1 mld nel 2010). Il saldo delle partite correnti nel mese di novembre mostra così un surplus di 14,3 mld contro i 14,4 mld del novembre 2010 ed i 10 mld di ottobre. Cala oltre il previsto la produzione industriale nel mese di novembre, registrando una flessione dello 0,6% a livello mensile dopo il rialzo dello 0,8% del mese di ottobre. Il dato è comunicato dal Ministero dell'economia tedesco. Le attese degli analisti erano per un calo dello 0,5%. La variazione tendenziale è risultata positiva del 3,1% contro il 4,1% del mese precedente. Inatteso crollo degli ordini dell'industria. A novembre gli ordinativi hanno subito una caduta del 4,8 per cento, prevalentemente a riflesso del forte calo di commesso dall'estero, per il mercato interno la contrazione si è limitata all'1,1 per cento. I dati sono stati diffusi dal ministero dell'economia tedesco, secondo il quale risultano in linea con le attese e lasciano profilare "sviluppi limitati" per l'industria durante i mesi invernali. Tuttavia il dato diffuso appare ben più debole di quanto prevedessero in media gli analisti: una contrazione di ordini limitata allo 0,2 per cento.

31 Volume index of orders received in manufacturing, original values, 2005 = 100 Fonte: destatis In calo le vendite al dettaglio nel mese di novembre, che scendono dello 0,9% in termini reali rispetto al mese precedente e dello 0,7% in termini nominali. Lo comunica l'ufficio Federale di Statistica tedesco (DESTATIS). A ottobre le vendite sono state riviste a -0,2% su mese e a -0,6% su anno. La crescita tendenziale si è attestata dunque al 2,6% nominale ed allo 0,8% reale. Le attese degli analisti erano per una variazione nulla su base mensile ed un incremento dello 0,8% annuo. I prezzi al consumo preliminari mostrano, nella lettura preliminare di dicembre, un raffreddamento superiore alle attese dei mercati finanziari, portandosi al tasso annuo di 2,1%, sui minimi da marzo dopo il 2,4% del mese scorso. Su base mensile la variazione, dice l'ufficio di statistica federale, indica un incremento dello 0,7% legato principalmente a fattori stagionali. Il tasso armonizzato ai parametri Ue evidenzia una crescita di 0,8% su novembre e 2,4% su dicembre dell'anno scorso, tasso tendenziale di un decimo superiore al consensus. La media d'anno è di 2,3% per l'indice nazionale e 2,5% per l'armonizzato. Scende a dicembre il tasso di disoccupazione, portandosi al 6,8% rispetto al 6,9% registrato a novembre. Il dato destagionalizzato, comunicato dal Federal Labour Office, scivola oltre le attese degli analisti che erano per un livello invariato al 6,9%. Il costo del lavoro nel terzo trimestre ha registrato un aumento del 2,9% rispetto allo stesso trimestre dell'anno prima, mentre su base trimestrale è calato dello 0,9%. Nel secondo trimestre si era registrata una crescita più forte del 4%. Il costo del lavoro legato a retribuzioni e salari ha segnato una crescita tendenziale del 2,9%, stessa variazione registrata dai fattori non legati direttamente al salario. Lo comunica l'ufficio Federale di Statistica (Destatis).

32 Francia Nel quarto trimestre del 2011 l'economia francese ha maturato una crescita economica pari a zero, a confermare il rallentamento della seconda economia della zona euro. E' quanto si stima nell'ultima indagine della Banca di Francia. (Il governo ha rivisto al ribasso le stime di crescita per il 2011 e il 2012 all'1,75%, rispettivamente dal 2% e dal 2,25%). In base al report mensile dell'istituto centrale francese sulla fiducia delle imprese, l'attività del settore industriale è migliorata in misura marginale in dicembre e l'indice di fiducia relativo si è portato a 96 da 95 del mese precedente. Stabile a 95 l'indice di fiducia nel settore dei servizi. Conferma l'insee, l'istituto nazionale di statistica, che stima una contrazione dell'economia francese dello 0,2% negli ultimi tre mesi dell'anno e un'ulteriore discesa dello 0,1% nel primo trimestre 2012, evidenziando una breve recessione. "Pensiamo che la crescita possa tornare in qualsiasi momento perchè i fondamentali dell'economia francese sono buoni, si tratta in primo luogo di una questione di fiducia nella stabilità della zona euro", ha dichiarato il ministro dell economia. "Il nostro obiettivo è davvero il ritorno alla crescita nel secondo semestre", ha aggiunto. Il ministro ha poi confermato che il governo non sta preparando nuove misure per raggiungere i propri obiettivi di riduzione del deficit. L'istituto nazionale di statistica ha anche pubblicato un'indagine sulle prospettive di investimento da parte delle imprese manifatturiere, che prevedono un aumento di 4% degli investimenti 2012 dopo aver rivisto al ribasso di tre punti pieni la stima relativa a quest'anno, portandola a +11%. In termini di consuntivo è stato rivisto al ribasso il Prodotto Interno Lordo relativo al 3 trimestre, in rialzo dell'1,5% su anno dall'1,6% della stima precedente. Lo comunica l'istituto Statistico Nazionale Francese (INSEE). Su base trimestrale si è registrato un incremento dello 0,3% dalla flessione dello 0,1% del 2 trimestre 2011i Pil reale Le PIB et ses composantes Fonte: INSEE La Francia vara un nuovo piano di rigore. Alle prese con una stima di crescita per il 2012 più bassa del previsto (l'1% contro l'1,75% previsto inizialmente).

33 Il governo francese ha intenzione di effettuare ulteriori tagli alla spesa pubblica per un totale di almeno 7 miliardi di euro. "Il budget per il 2012 sarà uno dei più rigorosi dal 1945", ha dichiarato il primo ministro aggiungendo che "l'ora della verità è arrivata anche per la Francia. E' sbagliato credere che ci sia un tesoro nascosto con cui finanziare la spesa pubblica. L'unica ricetta per ridurre il debito è tagliare la spesa". Il deficit di bilancio ammonta al 5,7% del Pil contro il 3% previsto dal patto di stabilità dell'unione europea che ha imposto alla Francia il rientro nei parametri entro il 2013: l'obiettivo per il 2012 è scendere al 4,5%. Ad agosto Fillon annunciò tagli per 12 miliardi, il nuovo piano da 6-8 miliardi quindi rappresenta una manovra bis. Secondo alcuni giornali francesi il governo potrebbe alzare l'iva in alcuni settori dal 5,5% al 7% (il presidente Nicolas Sarkozy abbassò l'imposta nel 2009), ma anche aumentare la tassazione per le imprese che fatturano oltre 500 milioni. Tra le proposte anche il giorno della solidarietà: ovvero la rinuncia di una giornata di stipendio in favore dello Stato. Salari congelati in Francia per il presidente della Repubblica e i ministri del governo. La Francia anticiperà quindi di un anno, a partire dal 2017, la sua riforma delle pensioni, che prevede un progressivo incremento dell'età pensionabile da 60 a 62 anni. "Davanti a noi ci sono diversi anni di rigore", ha dichiarato il premier che alla luce della crisi finanziaria, considera che la parola "fallimento" non è "più così astratta". Nel piano di rigore annunciato da Fillon anche l'aumento del 5% della tassazione per le imprese che fatturano più di 500 milioni di euro, ma ci sarà anche una progressione dell'iva su molti prodotti e servizi. Anticipatori Peggiora ancora a gennaio la fiducia degli affari, che si attesta a 91 punti dai 94 precedenti. Lo rende noto l'istituto di Statistica nazionale francese (INSEE). Nel dettaglio, gli ordini totali e la domanda sono scesi a -32 da -26 mentre quelli esteri peggiorano a -26 da -20. L'indice sulle prospettive generali della produzione è sceso a -37, mentre quello sulle prospettive personali della produzione a -6 punti. Recuperano oltre le attese la congiuntura del manifatturiero e del settore privato nel mese di dicembre, lasciando intravvedere la possibilità di una stabilizzazione dopo due mesi di contrazione dell'attività economica. La stima flash sui direttori acquisto del terziario a cura di Markit e Adaci risale a 50,2 dal 49,9 finale di novembre. Sempre a livello di lettura preliminare, l'indagine sul settore manifatturiero si porta a 48,7 da 47,3 mentre l'indice 'composito' passa a 49,8 da 48,8 del mese scorso. Elementi congiunturali In aumento dello 0,4% l'inflazione nel mese di dicembre, mentre su base annua si è registrato un incremento del 2,5%. Gli analisti stimavano una crescita dello 0,2% congiunturale. Lo comunica l'istituto Statistico Nazionale Francese (INSEE). Cresce anche l'indice dei prezzi esclusi i tabacchi, registrando un incremento dello 0,4% congiunturale ed un aumento del 2,4% tendenziale. La produzione industriale è salita ben più delle attese in novembre, mentre quella di ottobre è stata rivista in leggero rialzo. Secondo dati dell'insee, la produzione industriale ha visto un balzo dell'1,1% in novembre, contro attese di un dato invariato su mese, mentre

34 ottobre è stato rivisto a +0,1% da invariato. La produzione nel solo settore manifatturiero in novembre ha visto un rialzo dell'1,3% dopo un dato di ottobre rivisto a +0,2% da invariato. Continua a migliorare la situazione dei conti commerciali che ha novembre ha registrato una ulteriore diminuzione del deficit della bilancia commerciale. Il saldo degli scambi verso il resto del mondo mostra un disavanzo di 4,412 mld di euro rispetto a quello rivisto di 5,57 mld del mese precedente. Nel mese di novembre 2010 il deficit era stato pari a 4,81 mld. Lo comunica l'ufficio doganale francese, segnalando che le esportazioni sono salite a 37,43 mld da 36,23 mld, mentre le importazioni sono variate marginalmente a 41,84 mld da 41,81 mld. Il rallentamento del ciclo economico continua a far crescere il tasso di disoccupazione, che nel mese di novembre ha raggiunto il 9,7% il livello più alto registrato negli ultimi dodici anni. Con un aumento su base mensile dell'1,1% e su base annua del 5,2% il numero di quanti sono in cerca di un lavoro ha raggiunto, nella Francia metropolitana, le unità. Se vi si aggiungono anche le persone che esercitano un attività ridotta e quanti cercano un impiego nei Dipartimenti d Oltremare, il numero totale sale a I giovani di meno di 25 anni sono fra le fasce di età a soffrire di più la carenza di impieghi, con una percentuale di crescita dei disoccupati di questa coorte del 2,2% su base mensile (2,3% su base annua). Le persone che cercano occupazione oltre i 50 anni di età hanno visto crescere il loro numero dell 1,5% su base mensile (15,4% su base annua). Fonte: Insee Con questi dati il Ministro per il Lavoro si appresta a incontrare le parti sociali, in vista del summit per l occupazione. Le misure allo studio dovrebbero orientarsi verso un meccanismo che coniughi le esigenze della produzione con quelle dell impiego, auspicando formule di flessibilità come il ricorso al part-time ed evitando il più possibile i licenziamenti. Nel mese di novembre i prezzi alla produzione crescono meno del mese precedente, dello 0,4% dal +0,5% di ottobre. Su base tendenziale si è registrato invece un incremento del 5,6%. Lo comunica l'ufficio Nazionale di Statistica francese (INSEE). I prezzi degli alimentari e del tabacco hanno mostrato una variazione mensile positiva dello 0,31, mentre su anno hanno evidenziato un incremento del 5,4%. I prezzi dei prodotti energetici sono aumentati dello 0,5% su mese, mostrando un incremento tendenziale del 7,5%. Sale più delle attese il Cpi nel mese di novembre, con l'indice armonizzato in aumento dello 0,3% su mese e del 2,7% su anno. Le attese erano per un Cpi rispettivamente a +0,1% e a +2,5%. Il dato al netto dei tabacchi cresce dello 0,2% su mese e del 2,4% su anno.

35 La produzione industriale è rimasta invariata ad ottobre dalla contrazione del 2,1% di settembre, la cui lettura è stata rivista al ribasso dall'iniziale -1,7%. Lo ha reso noto l'ente nazionale di statistica Insee. Le attese degli economisti interpellati da Reuters in un sondaggio erano leggermente peggiori, dal momento che anche per il mese di ottobre la mediana prospettava una contrazione dello 0,3% della produzione industriale. Fonte: Insee Modesto miglioramento ad ottobre per il deficit della bilancia commerciale. Il saldo degli scambi verso il resto del mondo mostra un disavanzo di 6,25mld di euro rispetto a quello rivisto di 6,57 mld del mese precedente. Nel mese di ottobre 2010 il deficit era stato pari a 3,67 mld. Lo comunica l'ufficio doganale francese, segnalando che le esportazioni sono salite a 35,82 mld da 35,63 mld, mentre le importazioni sono calate a 42,07 mld dai 42,20 mld precedenti. In aumento a ottobre i prezzi alla produzione. L'indice segna infatti un incremento dello 0,5% su base mensile dopo il +0,3% di settembre mentre su base tendenziale si è registrato un incremento del 6,5%. Lo comunica l'ufficio Nazionale di Statistica francese (INSEE). I prezzi degli alimentari e del tabacco hanno mostrato una variazione mensile negativa dello 0,2%, mentre su anno hanno evidenziato un incremento del 5,8%. I prezzi dei prodotti energetici sono aumentati dello 0,5% su mese, mostrando un incremento tendenziale del 7,1%. Ferme le spese delle famiglie nel mese di ottobre, I consumi familiari hanno segnato una variazione nulla rispetto al mese precedente attestandosi a mld di euro a fronte del - 0,2% riportato a settembre. Lo comunica l'istituto di Statistica Nazionale francese (INSEE). Su anno il dato segna una flessione dello 0,9%.

36 Regno Unito Le previsioni di crescita, calcolate dall'office for Budget Responsibility sono state ridimensionate: il Pil britannico salira' solo dello 0,9% quest'anno, contro l'1,7% previsto in marzo, mentre nel 2012 la revisione e' ancora piu' drastica: crescita limitata allo 0,7% contro l'ottimistica previsione di marzo di un +2,5 per cento. Secondo l'obr l'economica britannica ricomincera' poi a crescere a partire dal 2013 (+2,1 per cento). L'economia è cresciuta in maniera meno forte quest'anno rispetto alle previsioni di marzo. Ciò è dovuto in primo luogo al fatto che l'inflazione ha compresso più del previsto i redditi delle famiglie e dei consumi e indagini promosse presso le imprese e i consumatori hanno rivelato che si raggiungerà un ulteriore punto di debolezza nel quarto trimestre. Il buco nero dei conti pubblici si è allargato oltre ogni previsione e che il Governo britannico si sta preparando all'eventualità di una doppia recessione. I problemi del Regno Unito sono rimasti in secondo piano, forse, per troppo tempo. Che l'economia del paese non versi in buone acque è confermato dai vari dati macroeconomici pubblicati di recente. Ma sempre di recente, è il debito del paese che sta iniziando a spaventare il mondo intero. Non solo Piigs, insomma. Il grafico allegato, stilato da "Haver Analytics, di Morgan Stanley Research, fa accapponare la pelle. Il rapporto tra debiti privati e Pil è infatti, secondo gli esperti della banca americana, pari a ben il 950% e i debiti del settore finanziario, rapporti al Pil e considerati da soli, corrispondono a un valore superiore al 600%. I dati di Morgan Stanley sono ben superiori a quanto è affermato nel Budget Report del Tesoro del Regno Unito, purnegative: in questo caso il rapporto tra debiti privati e Pil è superiore al 450% mentre il rapporto che si riferisce al settore finanziario è calcolato al 250%. La discrepanza deriva dalla quasi impenetrabilità dei dati dell'office of National Statistics, l'ufficio nazionale di statistica, denso di numeri e dati che, a detta di molti esperti, risultano spesso difficili da decifrare.

37 Il prodotto interno lordo è cresciuto dello 0,6% su trimestre, secondo i dati dell'ufficio nazionale di statistica, un decimo in più di quanto previsto dagli analisti. Tuttavia, l'indagine Pmi ha mostrato che l'attività manifatturiera a ottobre è scesa al tasso mensile più veloce da giugno 2009, periodo in cui la Gran Bretagna era ancora in recessione. Gli economisti vedono la maggior parte della crescita del terzo trimestre come un semplice rimbalzo dal debole +0,1% registrato nel secondo trimestre, quando una festività extra per le nozze reali e interruzioni della catena di approvvigionamenti causata dallo tsunami in Giappone hanno tagliato ben 0,5 punti percentuali dalla crescita trimestrale. GDP Growth Fonte: Ons I dati più recenti e le indagini congiunturali ritraggono un'economia che sta faticando enormemente e che sembra in serio pericolo di stagnazione o anche peggio nel quarto trimestre. Le indagini congiunturali dipingono un quadro fosco, con la discesa del Pmi a 47,4 punti a indicare un debole inizio del quarto trimestre per il settore manifatturiero.

38 La fiducia dei consumatori è scivolata a livelli che in precedenza preannunciavano l'inizio di una recessione e un'indagine dell'associazione degli industriali britannici (Cbi) ha mostrato che le imprese manifatturiere hanno sofferto il calo degli ordini più pronunciato dell'ultimo anno e prevedono di tagliare la produzione. Con la disoccupazione già ai massimi e molte famiglie preoccupate per la sicurezza del lavoro e per le proprie finanze, cresce la pressione sul governo perché allenti la politica di austerity e faccia di più per rilanciare la crescita. Anticipatori L'indice Pmi sul settore manifatturiero a dicembre è salito a 49,6 da 47,7 a novembre, secondo i risultati dell'indagine Markit/Cips. Le previsioni davano un dato in discesa a 47,4. Nonostante il settore rimanga fiacco, di poco al di sotto della quota di 50 che indica l'inizio della crescita, il dato mostra possibili segni di stabilizzazione dell'economia, dopo un declino a ottobre e novembre. Resta il fatto che nell'intero ultimo trimestre 2011, il manifatturiero del Regno Unito ha registrato la sua peggiore performance dal secondo trimestre 2009, quando il Paese era in profonda recessione. L attività economica nel settore servizi ha evidenziato una contrazione dello 0,7% m/m, un elemento che aumenta i rischi di una contrazione su base congiunturale per la domanda aggregata nel 4 trimestre, anche in virtù del contemporaneo calo avvenuto per la produzione industriale. Elementi congiunturali Il numero dei cittadini che non lavorano ha raggiunto il livello più elevato da oltre 17 anni lo scorso novembre, tuttavia il rallentamento delle richieste di sussidi a dicembre fa sperare che la flessione nel mercato del lavoro si stia appiattendo. Il numero di persone senza impiego è cresciuto di unità nei tre mesi fino a novembre a 2,685 milioni, il livello più elevato da agosto Il tasso di disoccupazione è salito all'8,4%, il livello più elevato dal gennaio 1996 e sopra le attese che si fermavano all'8,3%. Il numero dei senza lavoro richiedenti sussidi alla disoccupazione è aumentato di unità a quota 1,60 milioni. Il relativo tasso si è attestato così al 5%, invariato rispetto al mese precedente ma in crescita dello 0,4% rispetto allo scorso anno. Nel trimestre settembre-novembre il tasso di disoccupazione è salito all'8,4%, con un totale di disoccupati pari a 2,68 mln di unità (+118 mila). Nello stesso periodo il numero degli occupati è sceso a 29,12 mln di unità (+18 mila). Infine, il tasso di crescita dei salari medi (esclusi i bonus) è risultato pari all'1,9% annuo, così come quello che include i bonus. Frena l'inflazione nel mese di dicembre. L'indice dei prezzi al consumo risulta, infatti, in crescita al 4,2% su anno, rispetto al 4,8% registrato il mese prima. Il dato, comunicato dall'office for National Statistics (ONS), è in linea con le stime degli analisti. Su base mensile i prezzi al consumo risultano in salita dello 0,4%, dopo il +0,2% di novembre. In discesa anche l'indice dei prezzi al dettaglio (RPI) che si porta al 4,8% dal 5,2% registrato nel mese precedente. Gli analisti indicavano un aumento del 4,7%. L'indice dei prezzi al consumo al netto degli interessi pagati (RPIX) scende anch'esso al 5% dal 5,3% precedente.

39 L'indice dei prezzi alla produzione (output) nel mese di dicembre segna una variazione negativa dello 0,2% rispetto al mese precedente, mettendo a segno il primo calo dal giugno del Gli analisti stimavano un aumento dello 0,10%. A livello tendenziale il dato ha evidenziato una crescita del 4,8%, dal +5,4% del mese precedente. Si tratta del tasso di crescita più nasso dal dicembre del Lo comunica l'ufficio Nazionale di Statistica (ONS) del Regno Unito. L'indice core, al netto di cibo, bevande, tabacchi e petrolio, mostra un aumento del 3% annuo. Nel mese di novembre la produzione industriale è scivolata dello 0,6% rispetto al mese precedente, contro attese che indicavano un lieve recupero dello 0,1%. A livello tendenziale si è verificato un calo del 3,1%. Il dato è stato pubblicato dall'istituto Nazionale di Statistica della Gran Bretagna (ONS). Per quanto riguarda la produzione manifatturiera è risultata in calo dello 0,2% rispetto al mese precedente, mostrando un decremento dello 0,6% su base tendenziale. Migliora a novembre il deficit complessivo della bilancia commerciale dei beni, attestandosi a 8,6 mld rispetto al passivo di 7,9 mld registrato il mese precedente. A novembre 2010 il disavanzo era pari a 7,9 miliardi. Il dato è reso noto dall'office for National Statistics della Gran Bretagna (ONS). Per quanto riguarda la bilancia commerciale di beni con i Paesi terzi si è registrato un deficit di 5 mld (-4,6 mld a ottobre), mentre nei confronti dei Paesi della UE il gap è stato negativo per 3,6 mld (-3,3 nel mese precedente). La bilancia dei servizi chiude con un saldo positivo di 6,1 mld, in lieve miglioramento rispetto ai 6 miliardi di ottobre. Pertanto, la bilancia commerciale globale di beni e servizi mostra un deficit di 2,6 mld, in aumento rispetto ai -1,9 mld del mese precedente. E' balzato su un record di 15,2 mld di sterline il deficit delle partite correnti relativo al 3 trimestre 2011, contro il passivo di 7,4 mld del 2 trimestre Lo comunica l'office for National Statistics del Regno Unito. Il disavanzo nel commercio dei beni è aumentato a 9,9 mld da 7,2 mld. In calo il commercio al dettaglio nel mese di novembre, con un volume in calo dello 0,4% rispetto al +0,6% mese precedente. Lo rende noto L'Office for National Statistics (ONS) della Gran Bretagna. Il totale delle vendite al dettaglio in valore è invece salito del 4,6% su anno.

40 1.3 Area Euro L'economia dell'eurozona dovrebbe mostrare un calo dello 0,3% nel quarto trimestre 2011 e dello 0,2% nei primi tre mesi del Lo prevedono l'istat, il francese Insee e il tedesco Ifo aggiungendo che nel secondo trimestre 2012 il Pil dovrebbe mostrare un andamento piatto. Dal picco del 2,8% atteso nell'ultimo scorcio del 2011, l'inflazione dovrebbe scendere al 2,1% già nel primo trimestre 2012 e scendere ulteriormente all'1,9% nella media dei tre mesi successivi, dicono i tre istituti. Il settore manifatturiero dell eurozona è chiaramente vittima di un altra recessione. Malgrado i tassi di declino di dicembre sono in leggero rallentamento, la produzione durante l ultimo trimestre del 2011 sembra sia crollata nell area della moneta unica ad un tasso trimestrale del 1.5%. L indagine ha inoltre mostrato una forte possibilità di ulteriore declino durante il primo trimestre del nuovo anno, con ulteriori tagli del personale, giacenze e attività di acquisto presso i manifatturieri. Desta preoccupazione il crollo dei nuovi ordini ad un tasso più veloce rispetto a quello dei tagli sulla produzione. Ciò significa che le aziende dipendono dagli ordini piazzati in precedenza per sostenere la produzione attuale. Questa situazione è particolarmente evidente in Germania, e suggerisce che la capacità operativa sarà ulteriormente ridotta nei prossimi mesi a meno che la domanda non si riprenda. A partire da agosto 2011, nell area euro il clima di fiducia di famiglie e imprese si è fortemente deteriorato. Le crescenti tensioni sul debito sovrano hanno provocato significative ricadute negative sul clima di fiducia, mentre le condizioni di accesso al credito per il settore privato si sono irrigidite. La domanda estera ha rallentato la sua dinamica a causa della politica monetaria restrittiva in alcuni mercati emergenti e della crescita modesta nei paesi industrializzati. Nel complesso, tra agosto e ottobre la produzione industriale è diminuita del 2%. Il profilo negativo degli indicatori del clima di fiducia, l attesa decelerazione delle esportazioni e manovre fiscali restrittive in alcuni paesi dell area dell euro determinerebbero una flessione della produzione industriale del 2,1% in T e in T Questa tendenza si attenuerebbe in T (-0,5%) grazie a un marginale recupero nella domanda estera e ad un leggero miglioramento del clima di fiducia, dovuto a segnali positivi provenienti dagli Stati Uniti e ad una normalizzazione dei mercati finanziari. PIL in calo La crescita del Pil in T è stata debole (0,1%) e ci si attende un andamento negativo nei due trimestri successivi. Questo risultato rifletterebbe il persistere del clima sfavorevole sui mercati finanziari, il consolidamento fiscale e il basso livello della domanda estera. Il PIL si ridurrebbe dello 0,3% in T e dello 0,2% in T1 2012, per poi stabilizzarsi in T Dopo una flessione dello 0,5% in T2 2011, i consumi privati hanno mostrato un rimbalzo in T3 a seguito dell esaurimento dei temporanei effetti negativi. uttavia, lo sfavorevole clima di fiducia e il deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro implicano prospettive di crescita modeste per i consumi privati. Inoltre, le politiche fiscali restrittive in Europa molto probabilmente graveranno sul reddito disponibile delle famiglie. Nel complesso, ci si attende un andamento stagnante per i consumi. La spesa per investimenti dovrebbe ridursi ulteriormente nell orizzonte di previsione. Molti fattori contribuirebbero a questo andamento negativo. La persistente incertezza dovrebbe

41 determinare il rinvio di molti progetti nel settore privato, mentre il recente aumento dei costi di finanziamento bancario e l implementazione di regole macro prudenziali vincolanti (i.e. Basilea III) contribuirebbero ad un irrigidimento delle condizioni del credito alle imprese. Infine, il basso grado di utilizzo degli impianti e le deludenti prospettive di medio termine per la domanda interna dovrebbero ridurre l incentivo a investire in un contesto in cui anche gli investimenti pubblici sono penalizzati dal programmato consolidamento fiscale. Nel complesso, si prevede una diminuzione degli investimenti totali. Alla fine del 2011, l inflazione nell area si è attestata al 2,8%, scontando i rincari passati dei beni alimentari ed energetici. L aumento di un punto percentuale dell IVA a settembre in Italia, come parte del pacchetto di misure fiscali, ha contribuito solo marginalmente alla crescita dei prezzi dell area. Nell ipotesi di un prezzo del Brent che oscilli attorno a 104 dollari al barile, e di un cambio euro/dollaro che fluttui intorno a 1,35, è previsto un rallentamento dell inflazione dell area al 2,1% e 1,9% in T1 e T Tale dinamica riflette sia le minori pressioni inflazionistiche provenienti dai prezzi delle materie prime, come effetto della debolezza della domanda internazionale, sia un confronto statistico favorevole. Fonte: Istat Anticipatori Migliora la fiducia dei consumatori a gennaio. La stima flash del dato sul sentiment dei consumatori indica un valore di -20,6 punti dai -21,3 punti rivisti di dicembre. Il dato risulta peggiore delle attese degli analisti che avevavo stimato -20 punti. Nel complesso dell'unione Europea l'indicatore passa a -20,6 dal -22,1 precedente. Lo rende noto la Direzione Generale degli Affari Economici e Finanziari della Comunità europea (DG ECFIN). Il sentiment degli investitori della zona euro è cresciuto a gennaio per la prima volta da sei mesi, sostenuto da prospettive economiche più positive, secondo il gruppo di ricerca Sentix. L'indice ha guadagnato 2,9 punti posizionandosi a -21,1, sopra le attese degli economisti che prevedevano un calo a -24,2. "Il 2012 sta iniziando bene, c'è un barlume di

42 speranza", si legge nel report di Sentix. "Quello che è positivo è che questa evoluzione è legata alle aspettative economiche". Il sotto-indice, che traccia le aspettative, è salito a - 23,5 da -30,5 di un mese fa, mentre quello sulle condizioni attuali è sceso a -18,8 da -17,3 di dicembre. Si deteriora ancora a dicembre l'indice che misura la fiducia dell'economia di Eurolandia, portandosi a 93,3 punti dai 93,8 precedenti. Lo rende noto la Direzione Generale degli Affari Economici e Finanziari della Comunità europea (DG ECFIN). Nel complesso dell'unione Europea, l'indice del sentiment generale è scivolato a 92 punti da 92,8. Per quanto riguarda le componenti dell'indice perl'eurozona, la fiducia dei consumatori peggiora a -21,1 da -20,4, quella delle imprese è stabile -7,1 e quella dei servizi si porta a -2,1 da -1,7. Il sentiment nel settore del commercio peggiora a -11,7 punti da -11,1 mentre quella delle costruzioni si attesta a -25,2 da -25. Nel mese di dicembre il clima affari nella Zona Euro si è attestato a -0,31 punti registrando un miglioramento dai -0,42 di novembre. Lo comunica la Commissione europea. Peggiora anche la fiducia dei consumatori di Eurolandia a dicembre. La stima flash del dato sul sentiment dei consumatori indica un valore di -21,2 punti dai -20,4 punti di novembre. Il dato risulta peggiore delle attese degli analisti che avevavo stimato -21 punti. Nel complesso dell'unione Europea l'indicatore passa a -21,9 dal -20,7 precedente. Lo rende noto la Direzione Generale degli Affari Economici e Finanziari della Comunità europea (DG ECFIN). Si estende al quinto mese consecutivo a dicembre la contrazione del settore manifatturiero dell eurozona, a causa della minore affluenza di ordini, del rallentamento dell economia e dell attuale turbolenza del mercato finanziario. A dicembre, attestandosi a 46.9, valore invariato rispetto alla precedente stima flash, il Markit Eurozone Manufacturing PMI è salito leggermente dal valore più basso in 28 mesi di novembre di 46.4, e segnala un lieve rallentamento del tasso generale di contrazione. Il tasso medio PMI del quarto trimestre è stato, nonostante ciò, il più debole dal secondo trimestre del Per il secondo mese consecutivo tutte la nazioni coperte dall indagine hanno riportato livelli di produzione più bassi. I tassi di contrazione della produzione sono in rallentamento in tutte le nazioni aderenti all indagine anche se persistono forti disparità. Germania, Francia, Paesi Bassi e Austria hanno osservato contrazioni leggere. Contrariamente, Italia, Spagna e Grecia hanno registrato forti contrazione. La diminuzione della produzione manifatturiera della zona euro, riflette la settima contrazione mensile dei nuovi ordini ricevuti che a sua volta è collegata alla combinazione della debole domanda nazionale e alla riduzione del commercio internazionale. Elementi congiunturali Il tasso annuo di inflazione della zona dell'euro si e' attestato al 2,7% a dicembre 2011, rispetto al 3% di novembre. E' il dato ufficiale e definitivo comunicato da Eurostat, in calo rispetto anche alla stima flash del 4 gennaio scorso che dava il tasso annuo di inflazione della zona euro al 2,8%. Nell'Ue-27 il tasso di inflazione annua a dicembre 2011 e' stato del 3% rispetto al 3,4% del mese precedente. Un anno prima l'inflazione era al 2,2% in Eurolandia e al 2,7% nella Ue-27. Immatricolazioni ancora in calo in Europa nel mese di dicembre. Nel periodo le immatricolazioni nella UE (EU 27) sono scese del 6,4% a poco più di 953 mila unità, mentre le immatricolazioni dell'europa Continentale (EU 27 + EFTA) sono calate de 5,8% attestandosi a oltre 995 mila unità. Stesso trend per l'eurozona (EU15), dove le immatricolazioni sono scese

43 del 4,9%. Lo si apprende dai dati forniti dall'associazione europea dei produttori di auto (Acea). Tra i cinque principali mercati, trend positivo in Germania (+6,1%), che registra un'accelerazione, mentre calano le immatricolazioni in Francia (-17,7%), Italia (-15,3%), Spagna (-3,6%) e Gran Bretagna (-3,7%). La bilancia commerciale della Zona Euro nei confronti del resto del mondo ha registrato a novembre un surplus di 6,9 mld di euro, rispetto al passivo di 2,3 mld registrato nello stesso periodo del 2010 e a fronte dell'avanzo di 0,7 mld stimato dagli analisti. A ottobre 2011 la bilancia commerciale aveva registrato un attivo di 1 mld. Lo rende noto l'istituto di statistica dell'unione Europea (Eurostat). Le esportazioni su base destagionalizzata sono aumentate del 3,9% mentre le importazioni non hanno registrato variazioni. Per l'intera Unione Europea (EU-27) si è registrato a novembre un deficit di 7,2 mld di euro, rispetto ai - 16,8 miliardi dello scorso anno ed a fronte del disavanzo di 11,2 mld di ottobre Le esportazioni sono aumentate del 2,8% e le importazioni sono calate dello 0,6%. Ancora in frenata a novembre la produzione industriale di Eurolandia, che registra un decremento dello 0,1%, seppur inferiore al calo dello 0,3% registrato a ottobre e dello 0,2% atteso dagli analisti. Il dato è stato comunicato dall'istituto di Statistica dell'unione Europea (Eurostat). Su base annua la produzione mostra invece un decremento dello 0,3% rispetto al +1% del mese precedente. Per quanto riguarda,l'europa dei 27 il dato ha evidenziato un calo dello 0,1% dopo il -0,3% del mese precedente. Su anno il dato si è portato a -0,2% dal +1% precedente. Stabile al 10,3% il tasso di disoccupazione della Zona Euro del mese di novembre rispetto a ottobre. Il dato è in linea con le attese degli analisti. Il dato è stato reso noto dall'istituto di Statistica dell'unione Europea (Eurostat). Nel mese di novembre 2010 il tasso era risultato pari al 10%. Nell'intera Unione Europea la percentuale dei senza lavoro si attesta al 9,8% come il mese precedente, mentre a novembre 2010 era risultato pari al 9,6%. Gli ordini all industria nel mese di ottobre sono aumentati dell 1,8% m/m, meno di quanto atteso dal consenso. Il dato di settembre è stato rivisto ampiamente verso il basso a -7,8% m/m, da -6,4% m/m. Il risultato complessivo per l area nasconde ampie divergenze. La Germania registra un aumento solido (+5,5% m/m); la Francia vede un dato marginalmente negativo (-0,3% m/m), mentre i paesi periferici hanno variazioni ampiamente negative (Italia, -1,1% m/m; Spagna -2,2% m/m, Portogallo -3,6% m/m, Grecia -2,3% m/m). Consumi delle famiglie in calo nell'area euro: a novembre hanno registrato un meno 0,8 per cento rispetto al mese precedente, secondo quanto riferito da Eurostat. E questo dopo un limitato più 0,1 per cento a ottobre che aveva seguito un'altra contrazione, pari allo 0,6 per cento nel mese di settembre. Nel confronto su base annua poi i volumi di vendite del commercio al dettaglio sull'insieme dell'area euro appaiono diminuiti del 2,5 per cento. Sull'insieme dell'unione europea a 27 le vendite del commercio sono calate dello 0,6 per cento dal mese precedente e dell'1,3 per cento su base annua. Nel mese di ottobre si mostrano in salita i prezzi alla produzione della Zona Euro registrando un incremento soltanto dello 1,8% dopo il -7,8% del mese precedente. Il dato è comunicato dall'ufficio di Statistica dell'unione Europea (Eurostat). Su base annua si è registrata una crescita dell'1,6% la stessa percentuale del mese precedente. Gli analisti avevano pronosticato una crescita mensile del 2,5%. In aumento i prezzi anche per l'intera Unione Europea (EU27) con una crescita dello 0,5% rispetto al -2,1% di settembre. Su base annua ha registrato un incremento del 2,6% dal 2,4% precedente.

44 A ottobre, la zona euro ha registrato un avanzo della bilancia commerciale di 1,1 miliardi di euro, oltre le attese che indicavano un surplus di un miliardo. A ottobre 2010, l'avanzo era stato di 3,1 miliardi. I dati sono stati diffusi da Eurostat che ha rivisto il saldo di settembre, indicando un disavanzo di 2,7 miliardi da 2,9 miliardi indicati in via preliminare. Scende dello 0,1% il tasso di occupazione della Zona Euro alla fine del terzo trimestre, confrontandolo con il trimestre precedente (+0,2%). A livello tendenziale l'occupazione è salita dello 0,2%. Il dato è stato reso noto dall'istituto di Statistica dell'unione Europea (Eurostat). Anche nell'intera Unione Europea il numero degli occupati è risultato in calo dello 0,1% su base trimestrale registrando la stessa variazione negativa su base tendenziale. Indicatori finanziari M3 La massa monetaria M3 della zona euro relativa al mese di novembre si è incrementata del 2% rispetto al 2,6% del mese precedente ed al 2,9% di settembre. Lo comunica la Banca Centrale Europea (BCE). Le attese degli analisti erano per una crescita del 2,5%. Nel trimestre settembre-novembre la variazione è stata dunque pari al 2,5% (inferiore al 2,8% indicato nel trimestre a ottobre). La massa monetaria M1 è cresciuta del 2,1% dall'1,7% di ottobre e dal 2% di settembre, mentre sui tre mesi si è attestata a +1,9%. I prestiti al settore privato evidenziano un aumento dell'1,7% (+2,7% il mese precedente e +2,5% a settembre), risultando inferiore al 2,8% del consensus, portando la crescita tendenziale degli ultimi tre mesi al 2,3%. Fonte: BCE Bilancia dei pagamenti Partite correnti A novembre la bilancia delle partite correnti della Zona Euro chiude con un passivo di 1,8 mld, che si confronta con il deficit di 6,6 mld rilevato a ottobre. Lo comunica la BCE. Nel dettaglio, la componente dei servizi ha evidenziato un bilancio positivo per 4,2 mld, mentre la partita dei redditi chiude in attivo per 0,3 mld e quella dei beni per 4,9 mld. I trasferimenti correnti hanno generato un deficit di 11,4 mld.

45 Il saldo delle partite correnti dell'intera Unione Europea (EU-27) relativo al 3 trimestre del 2011 ha evidenziato un deficit di 21,4 mld di euro, a fronte del disavanzo di 22,3 mld del 3 trim 2010, mentre nel 2 trim 2011 il gap negativo era pari a 42,7 mld. Lo comunica l'ufficio statistico centrale della comunità europea (Eurostat) che ha pubblicato oggi la seconda release.

46 Bollettino mensile BCE Editoriale Gennaio 2012 Nella riunione del 12 gennaio, sulla base della consueta analisi economica e monetaria il Consiglio direttivo ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse di riferimento della BCE, dopo le riduzioni di 25 punti base effettuate il 3 novembre e l 8 dicembre Le informazioni che si sono rese disponibili dagli inizi di dicembre confermano sostanzialmente la precedente valutazione del Consiglio direttivo. L inflazione si manterrà probabilmente su livelli superiori al 2 per cento per diversi mesi a venire, prima di scendere al di sotto di tale valore. Allo stesso tempo il ritmo dell espansione monetaria di fondo resta moderato. Coerentemente con le attese, le perduranti tensioni nei mercati finanziari continuano a frenare l attività economica nell area dell euro, mentre secondo alcuni indicatori basati sulle recenti indagini congiunturali vi sono timidi segnali di una stabilizzazione dell attività su livelli modesti. Le prospettive economiche restano soggette a elevata incertezza e considerevoli rischi al ribasso. In tali circostanze le pressioni su costi, salari e prezzi nell area dell euro dovrebbero rimanere modeste e i tassi di inflazione dovrebbero seguire un profilo coerente con la stabilità dei prezzi nell orizzonte rilevante per la politica monetaria. Nel complesso è essenziale che la politica monetaria preservi la stabilità dei prezzi nel medio periodo, assicurando il saldo ancoraggio delle aspettative di inflazione nell area dell euro, in linea con l obiettivo del Consiglio direttivo di mantenere i tassi di inflazione su livelli inferiori ma prossimi al 2 per cento nel medio termine. L ancoraggio di tali aspettative costituisce un presupposto necessario affinché la politica monetaria contribuisca alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro nell area dell euro. È necessaria un analisi molto accurata di tutti i nuovi dati e di tutti gli andamenti nel prossimo futuro. L offerta di liquidità e le modalità di aggiudicazione degli importi nelle operazioni di rifinanziamento dell Eurosistema continueranno a sostenere le banche dell area dell euro e, quindi, il credito all economia reale. L ampio ricorso alla prima operazione di rifinanziamento a tre anni indica che le misure non convenzionali di politica monetaria della BCE forniscono un notevole contributo al miglioramento della situazione delle banche dal lato della provvista, con ricadute positive per le condizioni di finanziamento e il clima di fiducia. Inoltre, l Eurosistema si adopera attivamente per l attuazione di tutte le misure annunciate l 8 dicembre, che dovrebbero sostenere ulteriormente l economia. Come dichiarato in precedenti occasioni, tutte le misure non convenzionali di politica monetaria sono di natura temporanea. Per quanto riguarda l analisi economica, nell area dell euro il tasso di incremento del PIL in termini reali si è collocato allo 0,1 per cento sul periodo precedente nel terzo trimestre del Allo stadio attuale una serie di fattori sembra frenare la dinamica di fondo della crescita nell area dell euro, tra cui la moderata espansione della domanda mondiale e il basso livello di fiducia di imprese e consumatori dell area. La domanda interna sarà probabilmente indebolita dalle perduranti tensioni nei mercati del debito sovrano dell area dell euro, nonché dal processo di risanamento dei bilanci nei settori finanziario e non finanziario. Al tempo stesso il Consiglio direttivo continua ad attendersi che nel corso del 2012 l attività economica dell area dell euro registri una ripresa, seppure molto graduale, favorita dall andamento della domanda mondiale, dai tassi di interesse a breve termine assai contenuti e da tutte le misure intraprese per sostenere il funzionamento del settore finanziario. Il Consiglio direttivo ritiene che permangano considerevoli rischi al ribasso per le prospettive economiche nell area dell euro, in un contesto di elevata incertezza. Tali rischi sono connessi, in particolare, all ulteriore intensificarsi delle tensioni nei mercati del debito dell area dell euro, nonché alla loro potenziale propagazione all economia reale dell area; inoltre

47 riguardano l economia mondiale, le spinte protezionistiche e una possibile correzione disordinata degli squilibri internazionali. Per quanto concerne l andamento dei prezzi, la stima rapida dell Eurostat indica per l area dell euro un tasso di inflazione sui dodici mesi misurato sullo IAPC del 2,8 per cento in dicembre, dopo il 3,0 dei tre mesi precedenti. Tale riduzione, conforme alle attese, riflette un effetto base al ribasso riguardante la componente dell energia. L inflazione persiste su livelli elevati dalla fine del 2010, sospinta principalmente dai rincari dei beni energetici e di altre materie prime. In prospettiva, è probabile che si mantenga su livelli superiori al 2 per cento per diversi mesi a venire, prima di scendere al di sotto di tale valore. Questa evoluzione rispecchia l aspettativa che, a fronte di un indebolimento della crescita sia nell area dell euro sia su scala mondiale, restino modeste le pressioni di fondo su costi, salari e prezzi nell area. Il Consiglio direttivo continua a ritenere che le prospettive di medio periodo per l andamento dei prezzi siano soggette a rischi sostanzialmente bilanciati. I rischi verso l alto riguardano in particolare ulteriori incrementi delle imposte indirette e dei prezzi amministrati, data l esigenza di risanare i conti pubblici nei prossimi anni, e possibili rincari delle materie prime. I principali rischi al ribasso sono connessi all impatto di una crescita inferiore alle attese nell area dell euro e a livello mondiale. Passando all analisi monetaria, nell adeguata prospettiva di medio termine l espansione monetaria di fondo prosegue a ritmo moderato. Lo scorso novembre il tasso di crescita sui dodici mesi di M3 è diminuito al 2,0 per cento, dal 2,6 di ottobre. Come nei tre mesi precedenti, gli andamenti monetari di novembre hanno risentito della maggiore incertezza nei mercati finanziari. Il tasso di crescita sui dodici mesi dei prestiti al settore privato, corretto per le cessioni e le cartolarizzazioni, è sceso all 1,9 per cento in novembre, dal 3,0 di ottobre. I tassi di incremento sui dodici mesi dei prestiti alle società non finanziarie e alle famiglie, corretti per le cessioni e le cartolarizzazioni, si sono entrambi ridotti in novembre, portandosi rispettivamente all 1,8 e al 2,3 per cento; i flussi mensili dei prestiti delle IFM alle imprese non finanziarie sono risultati lievemente negativi. Nel complesso, malgrado il rallentamento dei prestiti, i dati non suggeriscono finora che le maggiori tensioni sui mercati finanziari abbiano determinato una consistente riduzione del credito nell insieme dell area dell euro nel periodo fino a novembre. Al tempo stesso, dato il ritardo con cui si possono manifestare gli effetti sull offerta di credito, sarà necessario esaminare con attenzione gli andamenti creditizi nel prossimo periodo. La solidità dei bilanci bancari, sostenuta dal rafforzamento delle posizioni patrimoniali, sarà un fattore chiave per agevolare un adeguata offerta di credito all economia nel corso del tempo. È essenziale che i piani di ricapitalizzazione delle banche siano attuati senza produrre andamenti sfavorevoli per il finanziamento dell attività economica nell area dell euro. In sintesi, le nuove informazioni confermano sostanzialmente la precedente valutazione del Consiglio direttivo. L inflazione si manterrà probabilmente su livelli superiori al 2 per cento per diversi mesi a venire, prima di scendere al di sotto di tale valore. Coerentemente con le attese, le perduranti tensioni nei mercati finanziari continuano a frenare l attività economica nell area dell euro, mentre secondo alcuni indicatori basati sulle recenti indagini congiunturali vi sono timidi segnali di una stabilizzazione dell attività su livelli contenuti. Le prospettive economiche restano soggette a elevata incertezza e considerevoli rischi al ribasso. In tali circostanze le pressioni su costi, salari e prezzi nell area dell euro dovrebbero rimanere modeste e i tassi di inflazione dovrebbero seguire un profilo coerente con la stabilità dei

48 prezzi nell orizzonte rilevante per la politica monetaria. La verifica incrociata con le indicazioni derivanti dall analisi monetaria conferma questo quadro, caratterizzato da un ritmo ancora moderato dell espansione monetaria di fondo. Per quanto concerne le politiche di bilancio, i governi dei paesi dell area dell euro devono adoperarsi al massimo per la sostenibilità dei conti pubblici correggendo i disavanzi eccessivi nel rispetto dei calendari concordati e realizzando infine il pareggio o un avanzo strutturale di bilancio nel medio periodo. Deviazioni rispetto ai piani di risanamento nella fase attuativa da parte dei paesi vulnerabili devono essere corrette rapidamente attraverso miglioramenti strutturali dei saldi di bilancio. Per quanto concerne le nuove disposizioni del quadro di riferimento per la governance economica dell UE, entrate recentemente in vigore, è indispensabile che a tutti gli elementi sia data rigorosa attuazione. Soltanto politiche ambiziose tese a prevenire e a correggere gli squilibri macroeconomici e di bilancio sosterranno la fiducia del pubblico nella validità dell azione intrapresa sul piano delle politiche, giovando al clima economico generale. Il Consiglio direttivo esprime apprezzamento per la decisione di rafforzare l unione economica, annunciata lo scorso 9 dicembre dal Consiglio europeo. Il nuovo patto di bilancio ( fiscal compact), che coniuga una fondamentale ridefinizione delle regole di bilancio e gli impegni assunti dai governi dei paesi dell area dell euro con riferimento ai conti pubblici, rappresenta un importante contributo in vista di assicurare la sostenibilità di lungo periodo delle finanze pubbliche nei paesi dell area. La formulazione delle regole deve essere efficace e priva di ambiguità. L ulteriore sviluppo degli strumenti europei per la stabilità finanziaria dovrebbe rendere più efficace il funzionamento della European Financial Stability Facility e del Meccanismo europeo di stabilità. Ora è necessario rendere operativi urgentemente tali strumenti. Per quanto riguarda il coinvolgimento del settore privato nell assistenza finanziaria ai paesi indebitati, il Consiglio direttivo apprezza che sia stata ribadita la natura unica ed eccezionale delle decisioni assunte il 21 luglio e il ottobre 2011 in relazione al debito greco. Per accompagnare il riequilibrio dei conti pubblici, il Consiglio direttivo invoca l urgente realizzazione di riforme strutturali audaci e ambiziose. Procedendo di pari passo, il risanamento di bilancio e le riforme strutturali rafforzerebbero la fiducia, le prospettive di crescita e la creazione di posti di lavoro. Si dovrebbe dare rapida attuazione a riforme chiave per aiutare i paesi dell area dell euro ad accrescere la competitività, a promuovere la flessibilità delle loro economie e a migliorare il potenziale di crescita a più lungo termine. Le riforme nei mercati dei beni e servizi dovrebbero mirare alla piena apertura a una maggiore concorrenza. Le riforme del mercato del lavoro si dovrebbero incentrare sulla rimozione delle rigidità e su una maggiore flessibilità salariale.

49 NEWS dal mondo (fonti: ICE, Farnesina) Turchia Ancora una volta il tasso di crescita dell'economia turca supera le aspettative di Istituzioni ed analisti di mercato, attestandosi nel terzo trimestre dell'anno in corso all'8,2%, con un PIL prodotto nel solo periodo luglio-settembre di oltre 31 miliardi di lire turche. Con una nuova revisione del tasso di crescita del primo trimestre dell'anno, pari, secondo le nuove stime dell'istituto di Statistica nazionale TurkStat, al 12%, la Turchia e' quindi cresciuta nei primi nove mesi dell'anno a un tasso pari al 9,6% su un PIL complessivo di oltre 85miliardi di lire turche per l'intero periodo gennaio-settembre. Traino principale della crescita, sono stati i consumi delle famiglie e gli investimenti del settore privato. A ottobre anche la crescita dell'indice della produzione industriale (in aumento ininterrotto da 23 mesi) e' stato del 7,3%: Al primo posto il settore delle costruzioni cresciuto nel terzo trimestre al 10,6%, seguito dall'industria manifatturiera (8,9%). Anche il settore dei servizi ha conosciuto una notevole espansione In particolare l'attivita' di intermediazione finanziaria indiretta ha avuto un tasso di crescita del 15,9%. In espansione anche telecomunicazioni (9,7%) e vendite all'ingrosso e al dettaglio (9,6%). Il quadro presenta pero' alcune ombre: primo fra tutti il problema, endemico del deficit delle partire correnti, che secondo gli ultimi dati e' aumentato del 94% tra gennaio ed ottobre di quest'anno rispetto allo stesso periodo del 2010, per un ammontare totale di oltre 65 miliardi di dollari. Il disavanzo del mese di ottobre, pari a 4,1 miliardi e' stato pero' sensibilmente inferiore a quello del mese precedente, che era stato di 6,7 miliardi di Dollari Un altro indicatore critico e' il dato dell'inflazione, che potrebbe raggiungere livelli a due cifre. In novembre scorso si e' attestato al 9,48%, con un aumento di quasi due punti percentuali rispetto al mese precedente, e a chiara indicazione della difficolta' che stanno incontrando le autorita' locali a tenere sotto controllo i prezzi. In questo contesto, il Fondo Monetario Internazionale ha inviato nei giorni scorsi alla Turchia il suo ultimo rapporto sulla situazione del Paese, nel quale si esortano le autorita' turche ad attuare politiche che permettano un atterraggio morbido dagli altissimi tassi di crescita finora conosciuti, non destinati secondo l'organizzazione a durare ancora per molto. Il Ministro dell'economia Caglayan ha risposto a queste osservazioni rilevando che il FMI ha gia' dovuto rivedere al rialzo le sue stime di crescita per il 2011 e probabilmente lo dovra' fare anche per il In realta' entrambi prevedono un forte rallentamento. Mentre pero', secondo le Autorita' turche la crescita del PIL del Paese e' destinata a scendere al 4% secondo quanto indicato dal Programma di Medio Termine del Governo, le previsioni del FMI indica di un tasso ancora inferiore pari al 2%. India Gli ultimi indicatori pubblicati dall'ufficio Centrale di Statistica fanno stato di un incremento del PIL indiano del 7,7% nel secondo trimestre del 2011, il meno consistente degli ultimi 18 mesi. Il dato era stato peraltro ampiamente anticipato dagli analisti quale prevedibile conseguenza della politica monetaria fortemente restrittiva adottata dalla Reserve Bank of India per far fronte all'inflazione alta e persistente, che, in un Paese in cui il PIL annuo pro-capite medio e' ancora di poco superiore ai 1000 dollari, ha costi sociali particolarmente significativi. Dal marzo 2010 la Banca centrale indiana ha disposto ben 11 rialzi del costo del danaro e l'effetto comincia a farsi sentire. Il dato si traduce in una ancor moderata contrazione dei consumi, cresciuti del 6,3% nel secondo trimestre dell'anno rispetto all' 8% di incremento nel trimestre precedente e in un rallentamento dell'industria

50 manifatturiera. Risentono di questa situazione soprattutto i settori sensibili agli andamenti dei tassi d'interesse come l'industria dell'auto che, dopo anni di vendite record ha vissuto negli ultimi mesi un calo di domanda particolarmente significativo. Il quadro complessivo, comunque, resta improntato a un andamento espansivo. Da segnalare la ripresa degli investimenti (+7,9% anuo nel II trimestre) dopo un primo trimestre che invece era stato deludente (+ 0,4%). Continua a trainare la domanda aggregata anche il settore infrastrutture con una crescita del 7,8% dei comparti collegati come l'industria cementiera e quella elettrica. Anche le prospettive di crescita dei settori agricolo e dei servizi restano positive, sebbene con tassi di sviluppo piu' contenuti rispetto al precedente anno. In conclusione, secondo il Rapporto annuale di Reserve Bank of India (RBI) appena pubblicato, il tasso di crescita del PIL nell'anno fiscale 2011/2011 dovrebbe attestarsi comunque intorno all'8-8,2 per cento. Anche il tasso di inflazione continuera' ad essere elevato per scendere a livelli piu' moderati solo negli ultimi mesi dell'anno. Sul medio periodo invece il documento di riferimento e' il 12mo Piano Quinquennale ( ), redatto sotto la supervisione del Primo Ministro Singh, che sara' a breve sottoposto al National Development Council, la piu' alta istanza in ambito di "policy making" di cui fanno parte, oltre al Primo Ministro, il Gabinetto dei Ministri e i Ministri di Stato. Il Documento prevede che nel quinquennio la crescita economica del Paese sara' del 9% mentre l'inflazione dovrebbe attestarsi al 5% e il deficit fiscale scendere al 3% del PIL. Gli investimenti programmati nel settore delle infrastrutture saranno pari a mille miliardi di dollari, finanziati per il 50% dal settore privato. La prevista crescita economica pero', potra' effettivamente dispiegarsi, precisa la Planning Commission, solo se saranno adottate le riforme, al momento in discussione al Parlamento, nei settori fiscali, delle assicurazioni, bancario, delle acquisizione dei terreni. Hong Kong Nel primo semestre 2011 l'economia di Hong Kong chiude il bilancio con un aumento del PIL superiore pari al 6,3% in termini reali. Tuttavia, la crescita del secondo trimestre (+5,1%) evidenzia un calo rispetto al trimestre precedente (+7,5%). I consumi privati hanno registrato un aumento pari all'8,6% sullo stesso periodo dello scorso anno. le vendite al dettaglio sono cresciute del 19,1%. Il tasso d'inflazione e' salito al 5,6% alla fine di giugno 2011 (nel 2010 era stato del 2,4%), sostenuto dal continuo aumento degli affitti e dei prezzi degli alimentari, oltre che dall'indebolimento del dollaro americano al quale questa moneta il dollaro di Hong Kong e' strettamente collegato. Gli affitti delle abitazioni private (che avevano iniziato l'ascesa gia' a partire dalla meta' del 2009), hanno registrato un'impennata del 15% nel 2010 e di un ulteriore 10% nel primo quadrimestre del corrente anno. Il tasso di disoccupazione - pari al 4,1% nel e' sceso al 3,4% nel semestre in questione. Su una forza lavoro di 3,74 milioni di persone, a fine giugno 2011 i disoccupati erano Nei primi sei mesi di quest'anno le esportazioni di Hong Kong verso il resto sono aumentate del 13,6%, per un valore di 212,20 miliardi di dollari USA e le importazioni del 15,43% con 240,20 miliardi. Ma occorre tenere conto del fatto che buona parte dell'interscambio e' rappresentato operazioni di trding: riesportazioni di prodotti importati. Le importazioni dall'italia hanno registrato un aumento del 32,5% rispetto allo stesso periodo del 2010, per un totale di 3,35 miliardi di dollari USA e una quota sul totale dell'1,40%. Le esportazioni (riesportazioni + prodotti nazionali) di Hong Kong verso il nostro Paese hanno totalizzato 1,87 miliardi, con un incremento del 6,16% e una quota di mercato dello 0,88%. Dal dato emerge che Hong Kong continua a essere un hub commerciale importante per le esportazioni italiani in Asia.

51 Portogallo L'economia portoghese si contrarrà quest'anno più di quanto precedentemente previsto, visto che il rallentamento della crescita delle esportazioni non riesce a compensare il forte crollo della domanda interna e degli investimenti. Questo è quanto dichiarato dalla Banca Centrale del Portogallo nel bollettino economico d'inverno, nel quale si legge anche che quest'anno la contrazione del Pil sarà pari al 3,1% rispetto al -2,2% della precedente stima. Nel 2013, invece, l'economia dovrebbe tornare a crescere, con un timido incremento del 0,3%. Lettonia Nel secondo trimestre del 2011, l' incremento del PIL della Lettonia e' stato pari al 2,2% rispetto al trimestre precedente e al 5,6% su base annua rispetto all'anno precedente. E' il dato migliore fatto registrare dal Il Ministro delle Finanze Andris Vilks prevede che il 2011 potrebbe chiudersi, grazie ad un ulteriore marcato incremento anche nel terzo trimestre, con una crescita vicina al 5%. La crescita nei primi sei mesi e' dovuta principalmente al settore manifatturiero (+14,6% annuo), alla logistica e trasporti (+13,1%) e al commercio (+7,3%). Allo stesso tempo si e' pero' registra una ripresa dell'inflazione (+4,7% annuo), anche se i prezzi ad agosto comparati al mese di luglio hanno fatto registrare una leggera diminuzione dello 0,3%. Il livello di produzione ha ormai quasi raggiunto i livelli pre-crisi e si avvicina al picco fatto registrare nel secondo trimestre del 2008, prima del successivo crollo della produzione che ha raggiunto il livello piu' basso nel terzo trimestre del Particolarmente positivo l'andamento dei settori piu' avanzati come la produzione di veicoli (+90,3%), la meccanica e il comparto farmaceutico (+19,9%). Sotto il profilo dei valori complessivi pero' restano dominanti il comparto alimentare sostanzialmente stabile (+ 1%) e la filiera del legno (14%). La domanda aggregata e' trainata dalle esportazioni che sono cresciute sensibilmente rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente (+30%) mentre l'aumento delle importazioni e' stato del +27%. L'invito della Banca Centrale al nuovo Governo del Paese e' quindi quello di continuare anche nel 2012 la politica di tagli alla spesa pubblica. La maggior parte degli analisti prevede anche che la legge di bilancio per il 2012 sara' in linea con gli obiettivi indicati dalla Commissione Europea e dal FMI che prevedono un contenimento del deficit auspicabilmente al 2,5% del PIL nel In particolare se la crescita del PIL verra' confermata al momento della predisposizione della legge di bilancio il Governo potra' attuare misure di consolidamento meno gravose rispetto a quelle previste e concordate lo scorso aprile con le Istituzioni Finanziarie Internazionali. Angola Secondo i dati predisposti dal Fondo Monetario Internazionale nel 2012 il tasso di crescita del PIL angolano dovrebbe raggiungere il 10,8%, l'insieme delle economie dell'africa Subsahariana dovrebbe poi registrare una crescita del 5,8%. Nel 2011 l'aumento del PIL angolano dovrebbe essere intorno al 3,7%. La forte accelerazione prevista per il prossimo anno dovrebbe essere determinata dal definitivo superamento di una fase di incertezza dovuta anche a temporanee difficolta' finanziarie, e dal clima positivo che si sta affermando in diversi settori dell'economia. Atteso anche un calo del tasso di inflazione che dovrebbe scendere al 13,9% rispetto al 15% dell'anno in corso. La bilancia commerciale,dovrebbe chiudersi con un consistente saldo positivo, pari al 7,3% del PIL grazie all' aumento previsto delle esportazioni (+40%) grazie anche alla crescita dell'estrazione petrolifera. E nonostante il forte aumento previsto delle importazioni (+ 20%). Segnali positivi giungono anche dall'andamento delle finanze pubbliche. Il Governo di Luanda avrebbe infatti abbandonato l'idea di una emissione di titoli di stato per un valore di 500 milioni di dollari,

52 essendo venuti meno i problemi di liquidita' esistenti ancora all'inizio di quest'anno. Sempre in base ai recenti dati dell'fmi, le previsioni sono positive anche per gli anni successivi, nei quali la crescita angolana dovrebbe stabilizzarsi a livelli intorno al 6%. Il trend positivo era gia' stato riconosciuto nei mesi precedenti anche dalle principali agenzie di rating che avevano tutte innalzato la loro valutazione sul Paese, ultima in ordine di tempo Standard & Poor's nel mese di luglio, con una nuova valutazione passata da B+ a BB. Ghana Il PIL del Ghana, che nel primo quadrimestre del 2011 aveva fatto registrare un aumento del 23%, ha raggiunto nel secondo quadrimestre il 34% rispetto allo stesso periodo del La crescita e' dovuta al graduale avvio dell'estrazione di petrolio del giacimento Jubilee, iniziata a fine La prima fase prevede una produzione di 125mila barili al giorno. Cresce anche la produzione mineraria (oro in particolare) e, in campo agricolo, quella di cacao. Il Ministero delle Finanze ghanese prevede un incremento del PIL per l'intero 2011 di circa il 14%. Le previsioni della Banca Mondiale e di alcune banche ghanesi arrivano fino al 16,3%. Il Ghana si e' anche posizionato quest'anno al quarto posto in Africa nella classifica Oxford Business Group sui Paesi con le migliori opportunita' di attrazione di investimenti esteri. Austria Secondo i dati dell istituto di ricerca economica WIFO, lo slancio economico austriaco si rallenta poiché gli impulsi provenienti dall estero sono diminuiti notevolmente. La crescita è stata soltanto dello 0,3% nel terzo trimestre. Le esportazioni sono ancora cresciute dello 0,6% in termini reali in questo periodo rispetto al trimestre precedente, mentre le importazioni sono aumentate dello 0,5% in termini reali nello stesso lasso di tempo. La causa dello sviluppo dell economia austriaca ancora positivo è stata la domanda internal aumento reale degli investimenti di attrezzature è stato del 2% in ognuno dei primi tre trimestri del Gli investimenti resteranno stabili dato che sono già stati prorogati a causa della crisi del Lo sviluppo degli investimenti nel settore edilizia è stato leggermente negativo. A causa dell indebolimento degli impulsi esteri, l aumento della produzione di beni è stato soltanto dello 0,1% in termini reali nel terzo trimestre, dopo +0,9% del secondo trimestre e +3,4% nel primo. Paesi Bassi Secondo Coen Teulings, direttore del CPB, l Agenzia Centrale della Pianificazione Economica olandese nei Paesi Bassi, le aspettative economiche per l'anno 2012 sono di un forte calo nella crescita economica. A causa di questa previsione il governo dovrà risparmiare ancor piu' delle stima di 18 miliardi, su cui si basa l accordo che ha dato vita all'attuale governo. La causa del suddetto calo deriva dal fatto che le banche tedesche ed olandesi hanno prestato troppo alle banche greche e di altri paesi, attualmente troppo indebitate. Tra le possibili conseguenze, il direttore del CPB ha evidenziato il fatto che l insieme dei mutui olandesi potrebbe causare un grande problema, se implodesse.

53 Previsioni dei principali Istituti (CE, FMI, OCSE, BCE)

54 Previsioni FMI gennaio 2012

55 Commissione europea autunno 2011

56 Previsioni FMI settembre 2011

57 Fonte: BCE BCE previsioni esperti Settembre 2011

58 2. Economia Interna. Sommario Passa in negativo nel terzo trimestre l'economia italiana. Il prodotto interno lordo è infatti diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, mentre nei confronti del terzo trimestre del 2010 si rileva un aumento dello 0,2%, spiega l'istat in una nota, precisando che il terzo trimestre 2011 ha avuto due giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno del terzo trimestre La crescita acquisita per il 2011 è pari allo 0,5%.Tutte le componenti della domanda interna sono risultate in diminuzione. Indice PMI. A dicembre è stata registrata un ulteriore e forte contrazione dei livelli della produzione del settore manifatturiero italiano. La ragione che sta dietro quest ultimo crollo risulta essere il settimo consecutivo e sostenuto declino dei nuovi ordini, causato, a detta degli intervistati, dal crollo della domanda. Sia i livelli occupazionali che le giacenze degli acquisti si sono ridotti per far fronte alle minori esigenze produttive, mentre i prezzi di vendita sono aumentati lievemente provocati dall incremento dei prezzi di acquisto. A dicembre, attestandosi a 44.3, in leggera salita da 44.0 di novembre. I minori ordini di dicembre hanno provocato la riduzione sia della produzione, anche se il più basso durante gli ultimi tre mesi di contrazione. Attività Produttiva. Produzione industriale in calo nel mese di ottobre. Secondo i dati rilevati dall'istat, l'indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisce dello 0,9% rispetto a settembre. Nella media del trimestre agosto-ottobre l'indice scende dello 0,5% rispetto al trimestre precedente. Nella media dei primi dieci mesi dell'anno la produzione cresce dello 0,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Retribuzioni orarie contrattuali. Nel mese di novembre l'indice delle retribuzioni contrattuali orarie registra una variazione nulla rispetto al mese precedente e un incremento dell'1,5% rispetto a novembre Nella media del periodo gennaio-novembre 2011 l'indice è cresciuto dell'1,8% rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente. Alla fine di novembre 2011 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica corrispondono al 68,6% degli occupati dipendenti e al 63,1% del monte retributivo osservato. Commercio estero. Si dimezza rispetto allo scorso anno il disavanzo commerciale di novembre, risultando pari a 1,6 miliardi di euro dai -3,4 mld del 2010 (1,05 mld ad ottobre (2011). Nei primi undici mesi il deficit ha raggiunto i 25,8 miliardi, in miglioramento rispetto al 2010 (-27 miliardi). A novembre si registra un aumento congiunturale delle esportazioni pari al 2,3%, trascinato dai mercati extra Ue (+3,1%). La crescita delle importazioni è pari allo 0,5%. La crescita tendenziale delle esportazioni a novembre (+6,5%) presenta forti differenze per area di sbocco: +3,1% per l'ue e +11,3% per l'extra Ue. Gli acquisti dall'estero aumentano dello 0,5%, risentendo del calo degli acquisiti dai paesi Ue (- 2,1%) e di un aumento (+3,9%) di quelli dai paesi extra Ue.

59 Quadro congiunturale sintetico a) Economia reale Si estende al quinto mese consecutivo, a dicembre, la contrazione del settore manifatturiero dell eurozona, a causa della minore affluenza di ordini, del rallentamento dell economia e dell attuale turbolenza del mercato finanziario. A dicembre, attestandosi a 46.9, il Markit Eurozone Manufacturing PMI, anticipatore di eccellenza, è salito leggermente dal valore più basso in 28 mesi di novembre di 46.4, e segnala un lieve rallentamento del tasso generale di contrazione. Il tasso medio PMI del quarto trimestre è stato, nonostante ciò, il più debole dal secondo trimestre del Per il secondo mese consecutivo tutte la nazioni coperte dall indagine hanno riportato livelli di produzione più bassi. I tassi di contrazione della produzione sono in rallentamento in tutte le nazioni aderenti all indagine anche se persistono forti disparità. Germania, Francia, Paesi Bassi e Austria hanno osservato contrazioni leggere. Al contrario Spagna,Grecia e Italia, hanno registrato forti contrazione. In Italia, in particolare, l anticipatore PMI a dicembre si è attestato a 44.3 (zona recessione), pur in leggera salita da 44.0 di novembre. Tra le cause sottostanti il declino dei nuovi ordini, causato dal crollo della domanda e il ridursi dei livelli occupazionali conseguenti, anche se gli ultimi tagli sono stati i più deboli da settembre e moderati in generale. I prezzi di vendita, al contrario, sono aumentati lievemente provocati dall incremento dei prezzi di acquisto. La dinamica dell'industria italiana è, in effetti, significativamente peggiorata dalla scorsa primavera. Il primo trimestre 2012 eredita da fine 2011 una variazione di -0,4%. Le prospettive di domanda si confermano negative per entrambe le componenti (interna ed estera), come confermato dall'indagine ISTAT sulla fiducia delle imprese manifatturiere che conferma il prolungarsi di una significativa debolezza : in dicembre il saldo degli ordini interni (a -36, da -34) e quello relativo agli ordini esteri (fermo a -29) si sono attestati sui valori di un anno e mezzo fa. Le attese di produzione sono stabili e ai minimi dal luglio Il livello elevato delle scorte (il cui saldo dei giudizi è salito a 3 da 0 di novembre, attestandosi ai massimi dal giugno 2009) contribuirà a frenare ulteriormente l attività nei prossimi mesi. Si segnala in positivo per l economia reale l evoluzione del saldo commerciale che nel preconsuntivo dei primi undici mesi dell anno, vede una crescita dell export totale del 12,2%, a brevissima distanza dalla performance della locomotiva tedesca (+12,3%). L Italia si conferma inoltre terzo esportatore europeo (342,7 miliardi di euro), ma accorcia le distanze rispetto alla Francia, che si attesta a 390,8 miliardi.

60 b) Variabili finanziarie Vanno segnalati nel mese: - l evoluzione positiva del fabbisogno del settore statale. Il fabbisogno annuo del settore statale del 2011 registra un miglioramento significativo non solo rispetto all'anno precedente ma anche in relazione alle ultime stime ufficiali inserite nella Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza. Il fabbisogno del 2011 ammonta - con i dati provvisori al a circa 61,5 miliardi, 5,5 miliardi in meno rispetto all'anno precedente che aveva chiuso con un fabbisogno annuo di circa 67 miliardi. Il miglioramento arriva quasi a 8 miliardi se si confronta il dato annuo 2010 e 2011 in modo omogeneo escludendo l'erogazione per il sostegno finanziario alla Grecia, che nel 2011 è stata molto più rilevante (circa 6 miliardi contro i 4 miliardi circa del 2010). Sul risultato ottenuto incide sia l'andamento più favorevole degli incassi fiscali sia l'andamento riflessivo di alcuni comparti di spesa. -un lieve rallentamento dei finanziamenti alle imprese non finanziarie. La dinamica dei prestiti bancari ha manifestato, alla fine di ottobre 2011 un lieve rallentamento; sulla base di prime stime i prestiti a famiglie e società non finanziarie sono risultati pari a miliardi di euro, in crescita tendenziale del +4,5% (+5,6% ad ottobre 2011; +1,9% nella media Area Euro ad ottobre 2011). Alla fine di novembre 2011 l ammontare dei prestiti al settore privato del sistema bancario italiano è risultato pari a miliardi di euro. Rispetto a novembre 2010 il flusso netto di nuovi prestiti è stato di quasi 50 miliardi di euro.

61 2.1 Indicatori di Economia reale PIL reale II trim. 11 Passa in negativo nel terzo trimestre l'economia italiana. Il prodotto interno lordo è infatti diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, mentre nei confronti del terzo trimestre del 2010 si rileva un aumento dello 0,2%, spiega l'istat in una nota, precisando che il terzo trimestre 2011 ha avuto due giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno del terzo trimestre La crescita acquisita per il 2011 è pari allo 0,5%.Tutte le componenti della domanda interna sono risultate in diminuzione. Le importazioni si sono ridotte dell'1,1%, le esportazioni sono cresciute dell'1,6%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,4 punti percentuali alla crescita congiunturale del Pil (-0,1 i consumi delle famiglie, -0,1 le spese della PA e -0,2 gli investimenti). Anche la variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla crescita del Pil (-0,5 punti percentuali), mentre il contributo della domanda estera netta è stato positivo per 0,8 punti percentuali. Andamenti congiunturali negativi si rilevano per il valore aggiunto dell'agricoltura (-0,9%) e dell'industria (-0,1%). Il valore aggiunto dei servizi è rimasto stazionario. Fonte: Istat Anticipatori Confindustria, Csc. Il Centro Studi di Confindustria prevede un calo congiunturale della produzione industriale nel mese di dicembre pari allo 0,7%. Sale al -20,5% la distanza dal picco precrisi (aprile 2008) e si riduce al +7,5% il recupero dell'attività dai minimi della recessione (marzo 2009). Nel quarto trimestre il CSC stima una riduzione del 2,9% congiunturale,( -0,4% nel terzo e +0,6% nel secondo). Nella media del 2011 la produzione industriale è diminuita dell'1% sul 2010, quando si era avuto un incremento annuo del 6,5% (dati grezzi). La dinamica dell'industria italiana è significativamente peggiorata dalla scorsa primavera, dopo una stagnazione iniziata nell'estate del Da aprile 2011 vi è stata una riduzione del 4,5% dei livelli di attività. Il primo trimestre 2012 eredita da fine 2011 una variazione di -0,4%. Le prospettive di domanda

62 sono negative per entrambe le componenti (interna ed estera). Le indicazioni emerse dall'indagine ISTAT sulla fiducia delle imprese manifatturiere confermano il prolungarsi di una significativa debolezza: in dicembre il saldo degli ordini interni (a -36, da -34) e quello relativo agli ordini esteri (fermo a -29) si sono attestati sui valori di un anno e mezzo fa. Le attese di produzione sono stabili e ai minimi dal luglio Il livello elevato delle scorte (il cui saldo dei giudizi è salito a 3 da 0 di novembre, attestandosi ai massimi dal giugno 2009) contribuirà a frenare ulteriormente l attività nei prossimi mesi. Indice PMI. A dicembre è stata registrata un ulteriore e forte contrazione dei livelli della produzione del settore manifatturiero italiano. La ragione che sta dietro quest ultimo crollo risulta essere il settimo consecutivo e sostenuto declino dei nuovi ordini, causato, a detta degli intervistati, dal crollo della domanda. Sia i livelli occupazionali che le giacenze degli acquisti si sono ridotti per far fronte alle minori esigenze produttive, mentre i prezzi di vendita sono aumentati lievemente provocati dall incremento dei prezzi di acquisto. A dicembre, attestandosi a 44.3, in leggera salita da 44.0 di novembre. I minori ordini di dicembre hanno provocato la riduzione sia della produzione, anche se il più basso durante gli ultimi tre mesi di contrazione. A causa della capacità produttiva in eccesso nel settore, i manifatturieri hanno continuato a ridurre il livello del personale durante l indagine di dicembre, anche se gli ultimi tagli sono stati, nonostante ciò i più deboli da settembre e moderati in generale. Fonte: Markit Adaci L'indice Zew sulle aspettative per l'economia italiana mostra a gennaio un marcato recupero, risalendo di 19,3 punti a -37 pur confermandosi sul livello più basso tra i paesi G7. Discreto peggioramento per la voce condizioni attuali, in calo di 8,2 punti dal mese scorso a -80,8. L'indice è composto sulla base delle opinioni raccolte tra 293 analisti e investitori tra il 2 e il 16 gennaio.. ISTAT fiducia imprese- La fiducia delle imprese manifatturiere scende nel mese di dicembre al livello più basso degli ultimi 24 mesi. L'indice calcolato da Istat è diminuito a 92,5 dal 94 di novembre, rivisto da 94,4. La mediana delle stime raccolte da Reuters fra gli analisti indicava un indice a 93,6. Peggiorano i giudizi sugli ordini e le attese di produzione. Il saldo delle risposte sulle scorte di magazzino segna un aumento. Nel quarto trimestre peggiorano sia i giudizi sia le aspettative sul fatturato delle esportazioni. Diminuisce lievemente la quota di quanti segnalano la presenza di ostacoli all'esportazione (soprattutto

63 legati ai finanziamenti) mentre rimangono stabili i giudizi sul rapporto tra i prezzi all'export e quelli praticati sul mercato interno. Istat fiducia consumatori. Peggiora a dicembre la fiducia dei consumatori. Secondo l'istat, l'indice che rileva il clima di fiducia dei consumatori si è infatti attestato nel mese in esame da 96,1 a 91,6 toccando i minimi dal Il peggioramento, spiega l'istituto di statistica, è diffuso a tutte le componenti ed è particolarmente marcato per il clima economico generale, con il relativo indice che passa da 83,1 a 77,2. L'indicatore relativo alla situazione personale degli intervistati scende da 101,6 a 97,3. Anche l'indice che misura le previsioni a breve termine segna un marcato calo, scendendo da 88,9 a 82,9; quello relativo alla situazione corrente passa da 102,2 a 98,4. Calano, in particolare, i saldi relativi alle valutazioni prospettiche sul risparmio (da -72 a -85) e sulla convenienza all'acquisto di beni durevoli (da -87 a -99). Peggiorano le aspettative di disoccupazione (il saldo passa da 80 a 86) e quelle generali sull'economia italiana (da -46 a -55). Aumenta da 57 a 65 il saldo dei giudizi sull'evoluzione recente dei prezzi al consumo e cresce da 12 a 58 quello sull'evoluzione nei prossimi dodici mesi. Il peggioramento della fiducia è diffuso in tutte le ripartizioni ed è particolarmente marcato nel Nord-ovest e nel Mezzogiorno. Elementi congiunturali Fatturato e ordinativi A novembre il fatturato dell'industria, al netto della stagionalità, registra una variazione nulla rispetto a ottobre (-0,6% sul mercato interno e +1,0% su quello estero Istat). Il fatturato totale cresce in termini tendenziali dello 0,2%, con una diminuzione dell'1,8% sul mercato interno e un aumento del 4,8% su quello estero. Nel confronto tendenziale, il contributo più ampio alla crescita del fatturato viene dalla componente interna dell'energia. Per quel che riguarda gli ordinativi totali, si registra un aumento congiunturale dello 0,1%, sintesi di una crescita dell'1,0% degli ordinativi interni e di una riduzione dell'1,1% di quelli esteri. Nel confronto con il mese di novembre 2010, l'indice grezzo degli ordinativi segna un calo dello 0,7%. Fonte: Istat Attività Produttiva Produzione industriale in calo nel mese di ottobre. Secondo i dati rilevati dall'istat, l'indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisce dello 0,9% rispetto a

64 settembre. Nella media del trimestre agosto-ottobre l'indice scende dello 0,5% rispetto al trimestre precedente. Nella media dei primi dieci mesi dell'anno la produzione cresce dello 0,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Nel confronto tendenziale, i settori dell'industria caratterizzati dalla crescita più accentuata sono: l'attività estrattiva (+13,3%) e la fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+4,6%). I settori che in ottobre registrano le diminuzioni tendenziali più ampie sono: fabbricazione di prodotti chimici (-12,4%), industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-8,0%) e industria del legno, della carta e stampa (-7,5%). Fonte: Istat Vendite del commercio fisso al dettaglio Modesto recupero delle vendite nel mese di ottobre. L'indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio (valore corrente che incorpora la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi) ha segnato un aumento congiunturale dello 0,1%, dopo cinque mesi di variazioni negative. Nella media del trimestre agosto-ottobre 2011 l'indice è diminuito dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti. Nel confronto con settembre 2011, le vendite di prodotti alimentari aumentano dello 0,7%, quelle di prodotti non alimentari diminuiscono dello 0,1%. Rispetto ad ottobre 2010, l'indice grezzo del totale delle vendite segna un calo dell'1,5%, con dinamiche opposte tra le vendite di prodotti alimentari, che aumentano dello 0,9%, e quelle di prodotti non alimentari, che scendono del 2,5%. Fonte: Istat

65 Immatricolazioni auto La Motorizzazione ha immatricolato nel mese di novembre autovetture, con una variazione di -9,25% rispetto a novembre 2010, durante il quale furono immatricolate autovetture. Nello stesso periodo ha registrato trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di -6,56% rispetto a novembre 2010, durante il quale furono registrati trasferimenti di proprietà. Il volume globale delle vendite ( autovetture) ha dunque interessato per il 25,33% auto nuove e per il 74,67% auto usate. I dati relativi ai trasferimenti di proprietà si riferiscono alle certificazioni di avvenuto trasferimento di proprietà rilasciate dagli Uffici Provinciali della Motorizzazione nel mese di novembre 2011 e rappresentano le risultanze dell Archivio Nazionale dei Veicoli alla data del Retribuzioni orarie contrattuali Nel mese di novembre l'indice delle retribuzioni contrattuali orarie registra una variazione nulla rispetto al mese precedente e un incremento dell'1,5% rispetto a novembre Nella media del periodo gennaio-novembre 2011 l'indice è cresciuto dell'1,8% rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente. Alla fine di novembre 2011 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica corrispondono al 68,6% degli occupati dipendenti e al 63,1% del monte retributivo osservato. Con riferimento ai principali macrosettori, le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento tendenziale dell'1,9% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. I settori che a novembre presentano gli incrementi maggiori rispetto allo stesso mese dell'anno precedente sono: gomma, plastica e lavorazioni minerali non metalliferi e attività dei vigili del fuoco (per entrambi +3,1%). Tutti i comparti della pubblica amministrazione, a eccezione dei vigili del fuoco, registrano, invece, variazioni nulle. Nel mese di novembre, tra i contratti monitorati dall'indagine è stato ratificato l'accordo per i dipendenti degli studi professionali. Alla fine di novembre la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 31,4% nel totale dell'economia e del 10,7% nel settore privato. L'attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è, in media, di 23,9 mesi nel totale e di 26,6 mesi nell'insieme dei settori privati. Occupati e disoccupati Sale all' 8,6% nel mese di novembre il tasso di disoccupazione. Secondo gli ultimi dati ISTAT, a novembre 2011 gli occupati sono mila, in diminuzione dello 0,1% (-28 mila unità) rispetto a ottobre. Il calo riguarda la sola componente femminile. Nel confronto con lo stesso mese dell'anno precedente l'occupazione diminuisce dello 0,3% (-67 mila unità). Il tasso di occupazione si attesta al 56,9%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali nel confronto congiunturale e di 0,2 punti in termini tendenziali. Il numero dei disoccupati, pari a mila, aumenta dello 0,7% (+15 mila unità) rispetto a ottobre. La crescita riguarda la componente femminile. Su base annua il numero di disoccupati aumenta del 5,6% (+114 mila unità). Il tasso di disoccupazione si attesta così all'8,6%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a ottobre e di 0,4 punti su base annua. Il tasso di disoccupazione giovanile è pari al 30,1%, con un aumento di 0,9 punti percentuali rispetto a ottobre e di 1,8 punti su base annua. Gli inattivi tra 15 e 64 anni diminuiscono dello

66 0,1% rispetto al mese precedente. In confronto a ottobre, il tasso di inattività rimane stabile e pari al 37,8%. Fonte:Istat Indicatori di tensione Si conferma sotto il 50% (è esattamente il 47,77%) l'utilizzo effettivo delle ore di cassa integrazione autorizzate rispetto a quelle richieste dalle aziende. È quanto emerge dagli ultimi dati diffusi dall'inps sul tiraggio della Cig, relativi al mese di ottobre. In sostanza tra gennaio e ottobre 2011 sono state autorizzate 812 milioni di ore di Cig, ma ne sono state utilizzate meno della metà, cioè 388 milioni. "Nel periodo gennaio-ottobre 2011 sono diminuite le ore autorizzate di Cig confrontate con lo stesso periodo del 2010 ed ha continuato a comprimersi il tasso di utilizzo della cassa integrazione. Tutto lascia pensare che nel 2011 le ore utilizzate di Cig non saranno superiori a quelle utilizzate nel 2010". Mettendo a confronto le ore "consumate" tra il gennaio e l'ottobre del 2011 e quelle degli scorsi anni, si evidenzia che nel 2009 erano state 432 milioni a fronte di oltre 712 milioni di ore autorizzate, con una percentuale di utilizzo del 61%, mentre nel 2010 erano state utilizzate 473 milioni di ore a fronte di oltre un miliardo di ore autorizzate, pari al 46%. Dei 388 milioni di ore "consumate" nel 2011, 97 milioni riguardano la cassa integrazione ordinaria (52,43% rispetto ai 184 milioni di ore autorizzate), mentre 291 milioni di ore sono state utilizzate per la cassa integrazione straordinaria e per quella in deroga (46,40% rispetto ai 627 milioni di ore autorizzate). Occupati e disoccupati III trim Nel terzo trimestre 2011 il numero degli occupati cresce in termini tendenziali dello 0,7% ( unità). Il risultato sconta il confronto con il livello particolarmente basso raggiunto un anno prima. La variazione positiva riflette in misura determinante sia l incremento dell occupazione straniera sia la permanenza nell occupazione degli italiani con almeno 55 anni. Alla modesta crescita dell occupazione ( unità) si associa il significativo sviluppo di quella straniera ( unità). Tuttavia, mentre il tasso di occupazione degli italiani segnala un contenuto incremento (dal 56,1% al 56,3%) quello degli stranieri è in robusta discesa: dal 63,7 del terzo trimestre 2010 al 62,5%.

67 La mancata uscita degli occupati più adulti ( unità, nella classe con almeno 55 anni), soprattutto di quelli con contratto a tempo indeterminato, più che compensa il calo su base annua di quelli più giovani ( unità, nella classe fino a 34 anni). Gli occupati a tempo pieno tornano ad aumentare (+0,3%, pari a unità). L aumento riguarda l occupazione dipendente, soprattutto a termine, e coinvolge in misura più accentuata l industria in senso stretto, l agricoltura e gli alberghi e ristorazione. Gli occupati a tempo parziale continuano a crescere (+2,8%, pari a unità), ma si tratta, ancora una volta, di part-time involontario. L industria in senso stretto prosegue il moderato recupero avviatosi nel primo trimestre 2011, registrando un incremento tendenziale dello 0,8% ( unità), concentrato nelle imprese di medie dimensioni. Per il quarto trimestre consecutivo si conferma il calo degli occupati nelle costruzioni (-5%, pari a unità). Il terziario registra una variazione positiva (+1,4%, pari a unità), diffusa nelle posizioni lavorative dipendenti. Dopo due trimestri in discesa, il numero dei disoccupati registra un aumento su base tendenziale (+1,9%, pari a unità). La crescita, che riguarda esclusivamente le donne, interessa il Centro e il Mezzogiorno. Sale nuovamente l incidenza della disoccupazione di lunga durata, dal 50,1% del terzo trimestre 2010 al 52,6%. Il tasso di disoccupazione è pari al 7,6%, un decimo di punto in più rispetto a un anno prima; l indicatore passa dal 6,8% del terzo trimestre 2010 al 6,7% per gli uomini e dall 8,7% all attuale 9% per le donne. Il tasso di disoccupazione dei giovani tra 15 e 24 anni sale dal 24,7% del terzo trimestre 2010 al 26,5%, con un picco del 39% per le donne del Mezzogiorno. Dopo quasi tre anni, torna a scendere la popolazione inattiva. La riduzione deriva dalla nuova robusta riduzione della componente italiana ( unità) non compensata dall ulteriore aumento di quella straniera ( unità). Il tasso di inattività si porta al 38,3%, tre decimi di punto in meno rispetto a un anno prima. Fonte: Istat Prezzi alla produzione Nel mese di novembre, l'indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali è aumentato dello 0,1% rispetto al mese precedente e del 4,2% rispetto a novembre

68 2010. Le attese erano per una crescita mensile dello 0,1%. I prezzi dei prodotti venduti sul mercato interno crescono dello 0,2% rispetto a ottobre e del 4,5% su base tendenziale. Al netto del comparto energetico si registra una diminuzione dello 0,1% in termini congiunturali e un incremento tendenziale del 3,1%. I prezzi dei beni venduti sul mercato estero segnano un calo dello 0,1% sul mese precedente (con una diminuzione dello 0,1% per l'area euro ed una variazione nulla per l'area non euro); su base tendenziale si registra un aumento del 3,5% (+3,2% per l'area euro e +3,6% per quella non euro). Il contributo maggiore alla crescita tendenziale dell'indice dei prezzi dei beni venduti sul mercato interno proviene dalla componente relativa al comparto energetico (1,8 punti percentuali). Sul mercato estero i contributi più rilevanti derivano, sia per l'area euro sia per l'area non euro, dai beni intermedi (rispettivamente 1,6 e 1,3 punti percentuali). Il settore di attività economica per il quale si rileva la crescita tendenziale dei prezzi più marcata è quello della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati, con un incremento del 18,4% sul mercato interno e del 25,9% su quello estero. Fonte: Istat Prezzi al consumo L'inflazione a dicembre registra un +0,4% sul mese precedente mentre il tendenziale si attesta al 3,3%. L'Istat rende noto il dato definitivo sull'andamento dei prezzi confermando la stima provvisoria. Il tasso di inflazione medio annuo per il 2011 si conferma pari al 2,8%, in sensibile accelerazione rispetto all'1,5% registrato per il A dicembre l'inflazione di fondo, calcolata al netto degli energetici e alimentari freschi, e' stabile al 2,4%. Al netto dei soli beni energetici, il tasso di crescita tendenziale dell'indice dei prezzi al consumo scende al 2,3% dal 2,4% di novembre. L'Ipca, indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca), nel 2011, è salito al 2,9% dall'1,6%: si tratta, anche in questo caso, del dato più alto dal L'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, nel 2011, ha registrato un aumento medio anno del 2,7%.

69 Fonte: Istat Rapporti con l estero Si dimezza rispetto allo scorso anno il disavanzo commerciale di novembre, risultando pari a 1,6 miliardi di euro dai -3,4 mld del 2010 (1,05 mld ad ottobre 2011). Nei primi undici mesi il deficit ha raggiunto i 25,8 miliardi, in miglioramento rispetto al 2010 (-27 miliardi). A novembre si registra un aumento congiunturale delle esportazioni pari al 2,3%, trascinato dai mercati extra Ue (+3,1%). La crescita delle importazioni è pari allo 0,5%. La crescita tendenziale delle esportazioni a novembre (+6,5%) presenta forti differenze per area di sbocco: +3,1% per l'ue e +11,3% per l'extra Ue. Gli acquisti dall'estero aumentano dello 0,5%, risentendo del calo degli acquisiti dai paesi Ue (-2,1%) e di un aumento (+3,9%) di quelli dai paesi extra Ue. La dinamica tendenziale dei volumi è positiva per l' export (+0,4%) e in forte diminuzione per l'import (-8,5%). Nel corso dell'anno sono aumentati del 4,3% i volumi esportati e si sono ridotti dello 0,4% quelli importati. Nel preconsuntivo dei primi undici mesi dell anno, che vedono una crescita del nostro export totale del 12,2%, a brevissima distanza dalla performance della locomotiva tedesca (+12,3%). L Italia si conferma inoltre terzo esportatore europeo (342,7 miliardi di euro), ma accorcia le distanze rispetto alla Francia, che si attesta a 390,8 miliardi. Extra-Ue A novembre 2011 il deficit commerciale con i paesi extra Ue è pari a milioni, significativamente inferiore a quello di novembre 2010 ( milioni). Le esportazioni registrano un tasso di crescita congiunturale pari al 3,1% e le importazioni allo 0,5%. Nell'ultimo trimestre la dinamica congiunturale è positiva per le esportazioni (+1,4%) e negativa per le importazioni (-0,8%).La crescita tendenziale è nettamente più sostenuta per le esportazioni (+11,2%) rispetto alle importazioni (+3,9%). Nel periodo gennaio-novembre 2011 la dinamica tendenziale delle esportazioni e delle importazioni si attesta su livelli pressoché identici (rispettivamente +15,2% e +15,1%).Il deficit energetico (-5,5 miliardi) è tuttavia più ampio rispetto al 2010 (-4,6 miliardi). La riduzione del deficit commerciale, quindi, è determinata dalla forte espansione dell'avanzo nell'interscambio di prodotti non energetici, che cresce da 2,6 (novembre 2010) a 4,3 miliardi (novembre 2011). L'aumento tendenziale delle esportazioni coinvolge tutti i principali comparti. I prodotti intermedi (+18,6%) e i beni di consumo non durevoli (+17,9%) presentano tassi di crescita superiori alla media. Le importazioni mostrano incrementi tendenziali per l'energia (+16,1%) e per i beni di consumo

70 non durevoli (+11,9%). Gli acquisti all'estero degli altri principali raggruppamenti di beni registrano, invece, una dinamica tendenziale negativa, particolarmente rilevante per i beni di consumo durevoli (-10,9%) e i prodotti intermedi (-10,8%).I mercati più dinamici all'export sono: Svizzera (+32%), Giappone (+19,9%), Mercosur (+18,8%), EDA (+17,4%) e Turchia (+14,4%). I paesi ASEAN (+9,6%) e la Russia (+6,4%) presentano tassi tendenziali inferiori a quello medio. Le esportazioni verso la Cina sono stabili (+0,4%), mentre quelle verso l'india (- 25,5%) e OPEC (-5,7%) sono in netta diminuzione. La crescita delle importazioni risulta ampiamente superiore alla media per i flussi commerciali provenienti da Russia (+25,3%), ASEAN (+16%), India (+14,4%), Mercosur (+13,8%) e Svizzera (+13,5%). In marcata flessione risultano gli acquisti di beni da EDA (-28,2%), Giappone (-20,2%) e Cina (-17,6%). Bilancia dei pagamenti Ad ottobre il saldo del conto corrente mostra un negativo di milioni di euro, leggermente al disotto del valore di settembre 10 ( ml). Il saldo del conto finanziario evidenzia un positivo per ml (comprensivo di una riduzione di riserve per 185 ml di euro), contro un negativo di ml di ottobre La copertura della bilancia dei pagamenti è affidata al positivo del conto finanziario che copre il negativo di parte corrente (3115) e della voce errori ed omissioni (-778). I dati cumulati relativi al periodo ottobre 2010-ottobre 2011 evidenziano un saldo del conto corrente negativo per milioni di euro, superiore al valore dello stesso periodo dell anno precedente ( ml). Un saldo del conto finanziario evidenzia un positivo per ml (comprensivo di una incremento di riserve per 361 ml di euro), contro un positivo di dello stesso periodo dell anno precedente. La copertura della bilancia dei pagamenti è affidata al positivo del conto finanziario che copre il negativo di parte corrente e dalle riserve. La differenza copre il negativo della voce errori ed omissioni.

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72 2.2 Indicatori finanziari Fabbisogno del settore statale (dati MEF) (Il saldo del Settore Statale è un dato di cassa, che tiene conto anche delle variazione presso la Tesoreria dello Stato delle disponibilità dell UE (passività dello Stato secondo le regole del SEC 95) e delle giacenze dei correnti postali intestati a Poste S.p.A e ad altri soggetti privati. E un aggregato più ristretto rispetto a quello della Pubblica Amministrazione definito dai criteri della contabilità europea. Il saldo del settore statale, pertanto, non è rilevante ai fini della verifica del rispetto dei parametri europei, mentre lo è l indebitamento netto elaborato dall Istat). Il saldo migliora di 5,5 miliardi rispetto al miliardi più delle stime ufficiali DEF. Il fabbisogno annuo del settore statale del 2011 registra un miglioramento significativo non solo rispetto all'anno precedente ma anche in relazione alle ultime stime ufficiali inserite nella Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza. Il fabbisogno del 2011 ammonta - con i dati provvisori al a circa 61,5 miliardi, 5,5 miliardi in meno rispetto all'anno precedente che aveva chiuso con un fabbisogno annuo di circa 67 miliardi. Il miglioramento arriva quasi a 8 miliardi se si confronta il dato annuo 2010 e 2011 in modo omogeneo escludendo l'erogazione per il sostegno finanziario alla Grecia, che nel 2011 è stata molto più rilevante (circa 6 miliardi contro i 4 miliardi circa del 2010). Sul risultato ottenuto incide sia l'andamento più favorevole degli incassi fiscali sia l'andamento riflessivo di alcuni comparti di spesa. Per quanto riguarda il dato mensile, relativo al dicembre 2011, si segnala un avanzo del settore statale provvisoriamente determinato in oltre 8 miliardi, inferiore di circa 2 miliardi rispetto a quello realizzato nel dicembre 2010 che fu di oltre 10 miliardi. In termini omogenei, tenuto conto dell'erogazione a favore della Grecia e della riduzione della percentuale di acconto IRPEF, l'avanzo del mese si attesterebbe a oltre 12 miliardi.

73 In particolare, dal lato degli incassi nel mese di dicembre è da segnalare il buon andamento delle entrate fiscali nonostante il differimento al 2012 del versamento di 17 punti percentuali dell'acconto Irpef (circa 3 miliardi), disposto in attuazione dell'articolo 55 del D.L. 78/2010, come modificato dalla legge di stabilità per il 2012, per alleggerire il carico fiscale di fine anno dei contribuenti persone fisiche. Dal lato dei pagamenti, rispetto all'analogo mese di dicembre 2010, il saldo del mese sconta, oltre alla citata erogazione a favore della Grecia, una dinamica in linea con le previsioni. In particolare si segnalano il contenuto aumento alla spesa per interessi, i trasferimenti alle regioni che hanno rispettato i piani di rientro della spesa sanitaria e l'accelerazione dei rimborsi fiscali Dati di sintesi di copertura del settore statale nel mese di novembre 2011 Fonte: MEF A fronte di un fabbisogno di mlo di euro, il tesoro ha coperto con ml (conto di disponibilità presumibilmente) oltre al fabbisogno, un rimborso di titoli per la differenza. Entrate tributarie Nel periodo gennaio-novembre 2011 le entrate tributarie erariali si sono attestate a milioni di euro ( milioni di euro) in crescita tendenziale dello 0,4%. Come segue in dettaglio.

74 Le imposte dirette fanno registrare una flessione dell'1,5% ( milioni di euro) rispetto al corrispondente periodo del 2010, dovuta principalmente alla decelerazione dell'ire. Il gettito IRE presenta una lieve flessione dello 0,2 % (-229 milioni di euro) sostenuto dall'andamento positivo delle ritenute sui redditi di lavoro dipendente pubblico e privato (+1,1%) e di quelle sui redditi di lavoro autonomo (+1,1%) che ha compensato la riduzione del gettito dell'autoliquidazione su cui ha inciso, in particolare, la diminuzione di 17 punti percentuali dell'acconto IRPEF Il gettito IRES passa da a milioni di euro registrando la sostanziale tenuta del gettito al netto dell'effetto del venir meno delle imposte sostitutive introdotte con la Legge Finanziaria del Le imposte indirette fanno registrare un aumento del 2,9% ( milioni di euro) rispetto al corrispondente periodo del 2010, fornendo il maggior sostegno alla crescita delle entrate. Il gettito IVA aumenta dell'1,8% ( milioni di euro) trainato, in buona parte, dalla componente relativa al prelievo sulle importazioni (+20,6% pari a milioni di euro) che riflette il rialzo dei prezzi dell'energia verificatosi fin dall'inizio dell'anno.. Le entrate relative ai giochi segnano una crescita complessiva del 10,6% ( milioni di euro) sostenuta, in particolare, dai proventi del lotto (+31,8% pari a milioni di euro) e dalle entrate degli apparecchi e congegni di gioco (+6,4% pari a +209 milioni di euro).. Positivo il gettito dell'imposta di consumo sul gas metano (+10,0% pari a +387 milioni di euro) che a causa del meccanismo di calcolo dell'imposta riflette l'incremento dei consumi registrato nel In crescita anche il gettito dell'imposta sugli oli minerali (+1,9% pari a +322 milioni di euro) che riflette l'aumento dell'aliquota deliberato per aumentare le dotazioni del fondo per fronteggiare le emergenze umanitarie e gli eventi alluvionali in Liguria e Toscana.. Il gettito delle imposte sulle transazioni è in linea con quello dell'analogo periodo dell'anno precedente, al netto di un'entrata eccezionale registrata nel mese di febbraio Positivo l'andamento degli incassi da ruoli relativi ad attività di accertamento e controllo che hanno fatto registrare un incremento del 18,3% (+858 milioni di euro).. Nel complesso i risultati del gettito del periodo gennaio-novembre 2011, con un tasso di variazione positivo dello 0,4%, confermano la tenuta delle entrate tributarie. Banca d Italia: Entrate contabilizzate in bilancio (I dati pubblicati dall Istituto riguardano i flussi delle entrate tributarie, rilevati al momento della contabilizzazione in bilancio, non contestuale al versamento. Avvenendo in tempi diversi i dati contabilizzati e quelli di cassa possono non coincidere). In aumento le entrate tributarie nel mese di novembre. Lo rileva il supplemento al Bollettino statistico della Banca d'italia, che precisa che il dato si attesta a 30,048 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 27,877 miliardi del mese precedente. Il dato è invece in calo rispetto ai 32,454 miliardi del corrispondente periodo dello scorso anno. Nei primi undici mesi dell'anno, le entrate si sono attestate a 330,60 miliardi di euro.

75 Debito delle Amministrazioni Pubbliche In calo il debito pubblico a novembre. Secondo il supplemento al bollettino statistico della Banca d'italia sulla finanza pubblica, a novembre il debito delle amministrazioni pubbliche è calato a 1.905,012 miliardi di euro, dai 1.909,198 miliardi di ottobre. Con questo dato Bankitalia misura lo stock di debito e non il suo rapporto con il Pil; e' quest'ultimo invece il parametro di riferimento per il Patto di stabilita' europeo. Finanziamenti al settore privato La dinamica dei prestiti bancari ha manifestato, alla fine di ottobre 2011 un lieve rallentamento; sulla base di prime stime i prestiti a famiglie e società non finanziarie sono risultati pari a miliardi di euro, in crescita tendenziale del +4,5% (+5,6% ad ottobre 2011; +1,9% nella media Area Euro ad ottobre 2011). Alla fine di novembre 2011 l ammontare dei prestiti al settore privato del sistema bancario italiano è risultato pari a miliardi di euro. Rispetto a novembre 2010 il flusso netto di nuovi prestiti è stato di quasi 50 miliardi di euro. Ad ottobre 2011 la dinamica dei finanziamenti destinati alle imprese non finanziarie è risultata pari a +5,8% (+5,3% il mese precedente; +0,2% un anno prima). In particolare, i finanziamenti bancari alle piccole imprese, hanno segnato ad agosto 2011 un tasso di crescita pari a circa il +2%, (+3,8% per le famiglie produttrici).

76 2.3 Previsioni FMI- gennaio 2012 Profondo rosso per l'economia italiana nel prossimo biennio. Sullo sfondo una ripresa globale in stallo, frenata soprattutto dalla crisi di Eurolandia, l'italia si prepara ad andare incontro a due anni di recessione nel 2012 e nel La doccia fredda arriva dal Fondo Monetario Internazionale che nel rimettere mano come di consueto alle proprie previsioni ha dato una generale sforbiciata alle stime di crescita di tutto il mondo. ''La ripresa globale e' minacciata dalle crescenti tensioni nell'area dell'euro'', considerata come la ''principale ragione'' del deterioramento delle prospettive economiche. E ad essa si affiancano e si intrecciano ''le fragilita' finanziarie altrove''. Il Fondo avverte dunque che i rischi al ribasso hanno subito un'escalation. Cosi' gli economisti di Washington sono stati costretti a dare un taglio netto a tutte le statistiche e questo in gran parte perche' ''ci si aspetta che l'economia dell'euro area finira' in una lieve recessione nel 2012''. E cio' come risultato del rialzo dei rendimenti dei titoli di stato, della diminuzione del credito bancario all'economia reale e dell'impatto delle nuove misure di consolidamento fiscale. I numeri del resto parlano chiaro. La crescita mondiale sara' di appena il 3,3% quest'anno e del 4% il prossimo, con una revisione al ribasso, rispettivamente, di 0,7 e 0,5 punti percentuali. Per tutta l'area della moneta unica, invece, e' atteso un calo del Pil pari allo 0,5% nel 2012, con una revisione al ribasso di 1,6 punti percentuali. La crescita tornera' invece nel 2013, ma sara' di appena lo 0,8%. Ben peggiore sara' pero' la situazione italiana. Per quest'anno la contrazione del Pil superera' addirittura il 2% attestandosi al 2,2%, con un taglio di ben 2 punti e mezzo rispetto alle stime di settembre scorso. E il segno piu' non riuscira' a tornare nemmeno nel 2013, quando il Pil subira' un calo dello 0,3%. La frenata non risparmiera' peraltro neppure il gruppo degli emergenti, che negli ultimi tempi ha rappresentato il vero motore dell'economia globale. ''Anche la crescita dei paesi emergenti e in via di sviluppo - si legge infatti nel documento del Fmi - rallentera' a causa del peggioramento dell'ambiente economico esterno e dell'indebolimento della domanda interna''. Il Fondo suggerisce quindi alcuni ''requisiti essenziali'' per far fronte alla difficile situazione attuale. ''La piu' immediata sfida politica - afferma - e' di ristabilire la fiducia e di mettere fine alla crisi dell'area euro sostenendo la crescita'', garantendo al tempo stesso aggiustamenti di bilancio sostenibili, il contenimento della restrizione del credito bancario e fornendo piu' liquidita', grazie anche ad una politica monetaria piu' accomodante. Bollettino della Banca d Italia gennaio 2012 L'economia globale sta rallentando - Le tensioni sul debito sovrano nell'area dell'euro e la persistente incertezza circa il processo di consolidamento delle finanze pubbliche negli Stati Uniti si ripercuotono sulle prospettive di crescita delle economie avanzate. In Giappone alla ripresa del terzo trimestre è seguito un indebolimento nello scorcio dell'anno. Secondo prime indicazioni, il commercio globale avrebbe rallentato nel quarto trimestre. Le tensioni sul debito sovrano dell'area dell'euro hanno assunto rilevanza sistemica... Le tensioni sul debito sovrano nell'area dell'euro si sono accentuate ed estese,assumendo rilevanza sistemica. I corsi dei titoli di Stato in molti paesi dell'area hanno risentito dell'incertezza sui modi di gestione della crisi a livello comunitario e in sede di coordinamento intergovernativo, nonostante le importanti correzioni degli squilibri di finanza pubblica operate dai governi nazionali; ha concorso ad alimentare l'incertezza il peggioramento delle

77 prospettive di crescita. È aumentata l'avversione al rischio degli investitori, così come la preferenza per strumenti ritenuti sicuri, quali i titoli di Stato statunitensi e tedeschi. Il 13 gennaio l'agenzia di rating Standard & Poor's ha declassato il debito sovrano di nove paesi dell'area dell'euro,tra cui la Francia, l'italia e la Spagna. Il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato decennali italiani e quelli tedeschi, che aveva raggiunto in novembre i 550 punti base, valore massimo dall'introduzione dell'euro, si era significativamente ridotto all'inizio di dicembre, dopo l'annuncio di nuove, incisive misure correttive del bilancio pubblico; è tornato ad aumentare man mano che si acuivano i timori circa la natura sistemica della crisi. Sulle scadenze più brevi i premi per il rischio sui titoli di Stato sono invece fortemente diminuiti nelle ultime settimane, dopo l'avvio delle operazioni di rifinanziamento a tre anni da parte della BCE. L'attività economica nell'area dell'euro si è indebolita nel quarto trimestre; si attenua l'inflazione - Nell'ultima parte del 2011 il quadro congiunturale dell'area dell'euro si è indebolito. L'indicatore -coin,che stima la componente di fondo della variazione trimestrale del PIL dell'area, si colloca da ottobre su valori negativi. Sono state riviste al ribasso anche le prospettive di crescita per il Beneficiando di un allentamento delle tensioni sui costi degli input, le pressioni inflazionistiche si sono attenuate. L'Eurosistema ha allentato le condizioni monetarie e fornito sostegno all'attività di prestito all'economia - Il Consiglio direttivo della BCE ha ridotto in due occasioni i tassi ufficiali, portandoli all'1,0 per cento; ha introdotto nuove importanti misure di sostegno all'attività di prestito delle banche a famiglie e imprese, ostacolata dalle crescenti difficoltà di raccolta e dalla segmentazione dei mercati interbancari. Una prima operazione di rifinanziamento a 36 mesi con piena aggiudicazione degli importi richiesti è stata effettuata il 21dicembre. Dopo l'operazione l'aumento della liquidità presente nel sistema bancario e la riduzione dei timori sulla capacità di raccolta delle banche si sono riflessi in una riduzione dei premi per il rischio implicito nei tassi interbancari e in un miglioramento dei premi sui CDS delle banche. In Italia l'attività economica ha risentito del quadro interno e internazionale - Nel terzo trimestre del 2011 il PIL dell'italia è diminuito dello 0,2 per cento sul periodo precedente; secondo le nostre stime, sarebbe sceso anche nel quarto trimestre. La debolezza della domanda interna è confermata dagli indicatori più recenti e dalle opinioni delle imprese. La dinamica del prodotto risente del rialzo dei costi di finanziamento, per l'aggravarsi della crisi del debito sovrano, e del rallentamento del commercio mondiale, che comunque continua a fornire sostegno all'attività economica. In riduzione della domanda interna operano anche le manovre correttive di finanza pubblica, peraltro indispensabili per evitare più gravi conseguenze sull'attività economica e sulla stabilità finanziaria. La competitività delle imprese è lievemente migliorata grazie al deprezzamento dell'euro. Il recupero dell'occupazione si è arrestato - Il recupero dell'occupazione iniziato nell'ultimo trimestre del 2010 si è arrestato negli ultimi mesi dello scorso anno: in ottobre e in novembre vi sarebbero stati un calo degli occupati e una ripresa del tasso di disoccupazione, che tra i più giovani ha raggiunto il 30,1 per cento. Anche se continua a ridursi il ricorso alla Cassa integrazione, peggiorano le attese delle imprese circa i loro livelli occupazionali. Le pressioni inflazionistiche si attenuano, anche se i prezzi risentono dell'imposizione indiretta - Le pressioni inflazionistiche sono in attenuazione, in un quadro di moderazione dei costi e di debolezza della domanda. Negli ultimi mesi del 2011 gli aumenti delle imposte indirette hanno causato un rialzo del livello dei prezzi al consumo; un altro rialzo potrà

78 derivare dagli aumenti delle accise sui carburanti deliberati all'inizio di quest'anno in talune regioni e dai rincari di alcuni prezzi regolamentati. L'Eurosistema contrasta le tensioni sulla raccolta delle banche, che possono ripercuotersi sull'offerta di credito - Nei mesi scorsi le tensioni sul mercato dei titoli di Stato e la conseguente incertezza che si è diffusa sui mercati finanziari hanno inciso sulla raccolta delle banche, soprattutto all'ingrosso; vi sono indicazioni che tali difficoltà si siano trasmesse all'offerta di credito all'economia. Il fenomeno dovrebbe attenuarsi grazie alla possibilità per le banche di fare ampio ricorso alle nuove operazioni di rifinanziamento dell'eurosistema. Il patrimonio delle banche italiane si è nel frattempo ulteriormente rafforzato. I principali gruppi bancari sono chiamati a presentare piani per accrescere ancora la dotazione patrimoniale in accordo con le indicazioni delle autorità europee, in base alle quali l'aumento dei requisiti patrimoniali non dovrà tradursi in una riduzione del credito all'economia. Nel 2011 il fabbisogno finanziario dello Stato e l'indebitamento netto del settore pubblico sono diminuiti - Nel 2011 il fabbisogno del settore statale è sceso al 3,9 per cento del PIL, dal 4,3 del L'indebitamento netto dovrebbe essersi collocato in prossimità del livello (3,8 per cento del PIL) stimato dal Governo all'inizio di dicembre, con una significativa flessione rispetto al livello del 2010 (4,6 per cento del PIL). L'incidenza del debito sul prodotto, pari al 118,4 per cento nel 2010, si sarebbe collocata in prossimità del 120 per cento; l'incremento sarebbe inferiore a quello stimato per la media degli altri paesi dell'area dell'euro. Il Governo ha varato in dicembre una terza manovra correttiva - Il drastico peggioramento della crisi dei debiti sovrani in Europa ha reso necessaria in dicembre un'ulteriore correzione dei conti pubblici per il triennio , la terza da luglio. La manovra, approvata dal Parlamento lo scorso 22 dicembre, mira a rispettare l'impegno, assunto in ambito europeo, di conseguire il pareggio di bilancio nel La correzione strutturale dei conti pubblici è nell'ordine di cinque punti percentuali di PIL - Secondo le valutazioni ufficiali, la manovra riduce l'indebitamento per oltre 20 miliardi di euro (1,3 punti percentuali del PIL) in ciascun anno del triennio Inoltre, essa reperisce le risorse (circa 15 miliardi nel 2013) necessarie a finanziare un insieme di interventi in favore della crescita e a ridimensionare quella parte della riduzione del disavanzo che era stata rinviata all'attuazione della riforma fiscale e assistenziale. La correzione deriva in larga misura da aumenti di entrate; i risparmi di spesa sono però crescenti nel triennio; le misure in materia previdenziale esplicheranno pienamente i loro effetti su un arco temporale ampio. Nel complesso, le tre manovre correttive disposte tra luglio e dicembre hanno effetti strutturali valutati in circa 80 miliardi e dovrebbero assicurare nel 2013 un avanzo primario nell'ordine del 5 per cento del PIL negli scenari macroeconomici delineati in questo Bollettino. L'incertezza sulle prospettive di crescita è straordinariamente elevata - L'aggravarsi della crisi del debito sovrano e i segnali di rallentamento internazionale determinano un peggioramento delle prospettive di crescita, sia in Italia sia nell'area dell'euro. Per il nostro paese gli scenari possibili variano molto e dipendono dagli sviluppi della crisi del debito sovrano e dai suoi riflessi sulla capacità di prestito delle banche. È cruciale la normalizzazione delle condizioni dei mercati finanziari - Nell'ipotesi di rendimenti dei titoli di Stato fermi per un biennio alla configurazione dell'inizio di gennaio, il PIL si ridurrebbe dell'1,5 per cento nella media di quest'anno; l'attività economica tornerebbe a crescere solo nel corso dell'anno prossimo. Vi è il rischio che un peggioramento delle aspettative, che determini un ulteriore inasprimento delle condizioni dei mercati del

79 debito sovrano e del credito, possa portare a una flessione più accentuata. In ipotesi più favorevoli, in cui le politiche di risanamento dei conti pubblici adottate dal Governo e le risposte alla crisi concordate in sede europea ripristinassero almeno in parte la fiducia degli investitori, riducendo i costi di finanziamento per tutti gli attori economici (settore pubblico, banche, imprese e famiglie), l'economia italiana potrebbe riprendersi più rapidamente: un ritorno del differenziale tra il BTP e il Bund attorno ai livelli registrati in media la scorsa estate implicherebbe una flessione dell'attività produttiva nella media del 2012 poco discosta da quella sopra menzionata, ma con una stabilizzazione nella seconda metà dell'anno e un più rapido ritorno alla crescita nel Le misure volte a rafforzare strutturalmente la capacità di crescita dell'economia possono avere effetti anche nel breve periodo - Una volta completato il quadro degli interventi volti ad assicurare l'equilibrio dei conti pubblici, la priorità è ora la creazione di condizioni favorevoli al rilancio dell'economia italiana. Le misure strutturali in corso di definizione, che rafforzano quelle adottate dall'estate scorsa, non sono incluse negli scenari previsivi. Se ben disegnate e prontamente attuate, stimolando la capacità potenziale di crescita del prodotto esse possono influenzare positivamente le aspettative dei mercati e le decisioni di spesa di famiglie e imprese, riverberandosi favorevolmente non solo sul lungo periodo, ma anche sui risultati di quest'anno e del prossimo. È urgente rendere operativi gli strumenti europei per la stabilità finanziaria - Politiche ambiziose per ripristinare la fiducia e garantire la normalizzazione delle condizioni di mercato sono indispensabili anche a livello europeo. È essenziale mettere in atto tutti gli elementi delle nuove regole di governo economico dell'unione europea approvate di recente. Nel contempo, è importante che sia reso rapidamente operativo il rafforzamento degli strumenti europei per la stabilità finanziaria, quali l'efsf e l'esm, aumentandone l'efficacia e sfruttandone tempestivamente le potenzialità. ABI Per l'abi il 2012 avrà un «quadro recessivo», mentre per il 2013 la situazione sarà di sostanziale stagnazione. La crescita del Pil italiano non supererà lo 0,6% nel 2011, perderà lo 0,7% nel 2012 e recupererà allo 0,2% nel La stima è contenuta nel rapporto Afo per il presentato all'abi che sottolinea anche come il decreto salva-italia influirà con una riduzione della crescita di quattro decimi tra 2012 e La manovra, in ogni caso, va nella direzione giusta sul fronte dei conti pubblici: è possibile, secondo le previsioni dell'associazione, una riduzione del rapporto deficit-pil a -0,1% nel 2013 e un calo del rapporto debito-pil al 117,4 per cento. Nel 2011 il deficit si assesterà a -3,8% per poi calare a -1,5% nel Il debito, invece, diminuirà da 121,3% del 2011 al 120,8% nel E l'obiettivo di raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2013 «sembra sostanzialmente conseguibile». «Il nostro governo con il decreto salva Italia ha fatto la prima mossa nella direzione giusta. Ora è necessario che tale sforzo sia accompagnato da risposte a livello comunitario finalmente credibili, risposte da vero Stato Europeo», si legge nel Rapporto. La disoccupazione rimarrà molto sopra l'8% fra 2011 e 2013 Per quanto riguarda le stime sul tasso di disoccupazione, esso rimarrà molto sopra l'8% tra il 2011 e il 2013, soprattutto a causa di un calo degli occupati nel biennio finale della previsione: nella media del 2013 il numero degli occupati risulterà inferiore di 170 mila unità rispetto al 2011 e di 1,1 milioni di unità rispetto al picco del Una leggera riduzione delle forze di lavoro determinerà comunque un «parziale contrasto» a questo andamento negativo.

80 Confindustria L'Italia è in recessione e registrerà nel 2012 un calo del Pil di 1,6% e un aumento della disoccupazione per l'effetto depressivo delle manovre sui conti pubblici, che tuttavia sono necessarie per evitare il fallimento del Paese. E' il quadro macroeconomico delineato dal Centro studi di Confindustria - mentre la nuova manovra sui conti pubblici da 33 miliardi del governo di Mario Monti è al vaglio della Camera - che pure lo definisce "ottimistico" perché tiene conto della fine della crisi dell'euro, del blocco del credit crunch e di tassi sui Btp sotto il 5% entro aprile. Per l'anno in corso il Pil è visto a 0,5% da 0,7%, per il prossimo anno a -1,6% da 0,2% mentre nel 2013 si stima un ritorno al segno più a 0,6. Nel dettaglio, la recessione inizia nel terzo trimestre di quest'anno quando la flessione congiunturale del Pil è stimata in uno 0,1%, per protrarsi nell'ultimo trimestre dell'anno (- 0,7%) e nei primi due trimestri del 2012, con un calo rispettivamente di 1% e 0,3%. Solo nel periodo giugno-settembre del prossimo anno di tornerà a uno 0,1%. Il debito/pil è visto quest'anno a 120,3%, invariato rispetto alle stime precedenti di settembre, per salire poi al 121,3% il prossimo anno (da 119,5%) e ridiscendere nel 2013 al 118%. Per Confindustria, le tre manovre varate dai governi, Berlusconi prima e Monti poi, erano necessarie sebbene recessive. "Chi argomenta che al netto di tali interventi la dinamica dell'economia italiana si sarebbe mantenuta positiva l'anno prossimo e nettamente sopra l'1% nel 2013 non considera che il debito sarebbe salito a ritmi insostenibili e si sarebbe avviata la spirale con la più elevata spesa per interessi. Un percorso pre-fallimentare", si legge nel rapporto. L'avanzo primario passerà da -0,1% del Pil nel 2010 a 5,5% nel 2013 "una correzione senza pari", per il Csc e tale miglioramento, unito alle manovre, avrà un impatto anche sul calo del debito pubblico. Nota dolente sul fronte della pressione fiscale che raggiungerà livelli record del 45,5% del Pil tra due anni. "La pressione effettiva, che esclude il sommerso dal denominatore, supera abbondantemente il 54%. Ciò rende ancora più impellente utilizzare ogni strumento di contrasto all'evasione e restituire ai contribuenti, attraverso l'abbattimento delle aliquote, ogni euro recuperato". Confindustria vede poi una flessione del tasso di occupazione dello 0,6% nel 2102 e dello 0,2% nel 2013 con una perdita di unità di lavoro e persone occupate in meno rispetto all'inizio del Tale situazione porterà le aziende ad attenuare il reintegro dei lavoratori in cassa integrazione, con un conseguente aumento dei licenziamenti e del tasso di disoccupazione visto all'8% nel 2011, all'8,6% nel 2012 e al 9% di quello successivo. Confcommercio PIL e consumi in calo per il E' la stima fatta dal Centro Studi di Confcommercio che per il prossimo anno vede scivolare la crescita dell'economia italiana dello 0,6% mentre i consumi scenderanno dello 0,3%. La ripresa arriverà l'anno dopo quando il PIL è visto in salita dello 0,4% e i consumi saranno in crescita dello 0,3%. Commissione europea autunno 2011 L'economia dell'ue rimarrà quasi in stallo nel 2012 e tonerà a crescere lentamente nel La disoccupazione si manterrà agli elevati livelli attuali. Tutti i principali indicatori puntano ad uno stallo della ripresa, con forti rischi negativi.

81 Per il trimestre in corso e quelli successivi ci si attende ora una crescita zero. Di conseguenza, il tasso di crescita del PIL per l'ue e per l'area dell'euro nel 2012 dovrebbe essere solo dello 0,5%. Si dovrebbe registrare una certa accelerazione nel 2013, anno in cui la crescita dovrebbe toccare l'1,5% nell'ue e l'1,25% nell'area dell'euro. Se ci sarà una differenziazione dei tassi di crescita all'interno dell'unione, nessun gruppo di paesi sfuggirà al rallentamento. Il persistere sui mercati finanziari dell'incertezza a proposito della sostenibilità delle finanze pubbliche in alcune delle economie dell'area dell'euro e i timori di un contagio ai paesi che ne costituiscono il nucleo centrale contribuiranno a frenare la crescita. La debolezza dell'economia mondiale, che coinvolge alcuni dei partner più importanti dell'ue, rafforzerà questa tendenza. Secondo le previsioni la fiducia si ristabilirà gradualmente nella seconda metà del 2012, sostenuta dalla messa in atto delle misure per riportare sotto controllo la crisi del debito sovrano. Si prevede un ristagno del mercato del lavoro La crescita dell'occupazione dovrebbe fermarsi nel Il tasso di crescita dell'economia nel periodo interessato dalle previsioni è ritenuto insufficiente per permettere dei progressi sui mercati del lavoro. È quindi probabile che la disoccupazione resti bloccata al 9,5%, un livello assai elevato che potrà però variare da un paese all'altro in funzione della situazione del mercato del lavoro nazionale. Le finanze pubbliche sono sulla strada di un graduale miglioramento Il risanamento delle finanze pubbliche ha registrato dei progressi nel Quest'anno i deficit di bilancio dovrebbero attestarsi al 4,75% del PIL nell'insieme dell'ue e poco sopra il 4% nell'area dell'euro. Nel 2012 i disavanzi dovrebbero invece diminuire per scendere poco sotto il 4% e al 3,5% del PIL, rispettivamente nell'ue e nell'area dell'euro. Secondo le previsioni, il rapporto debito/pil nell'ue raggiungerà una punta dell'85% circa nel 2012 per poi stabilizzarsi nel Nell'area dell'euro, però, il rapporto debito/pil continuerà a crescere lentamente e supererà il 90% nel L'inflazione dovrebbe scendere sotto il 2% Grazie alla minore pressione dei prezzi dell'energia, nel 2012 l'inflazione dovrebbe scendere sotto il 2%. Il ristagno dell'attività economica e aumenti salariali modesti dovrebbero contribuire a frenare l'inflazione nel periodo contemplato dalle previsioni. Le prospettive continuano ad essere soggette a importanti rischi negativi Sull'economia dell'ue e dell'area dell'euro pesano tre rischi principali: la persistente incertezza sul debito sovrano, la debolezza del settore finanziario e lo scarso dinamismo del commercio mondiale. Si teme un circolo vizioso: il rallentamento della crescita potrebbe indebolire i debitori sovrani e ciò potrebbe a sua volta causare un deterioramento delle condizioni del settore finanziario, che non sarebbe in grado di sostenere la crescita. Sul versante positivo, un ritorno della fiducia più rapido del previsto potrebbe far ripartire gli investimenti e i consumi privati. Inoltre, un miglioramento del contesto esterno, ad esempio una ripresa della crescita mondiale, potrebbe dare nuovo slancio alle esportazioni dell'ue. Un calo dei prezzi delle materie prime contribuirebbe anch'esso a stimolare i consumi.

82 Previsioni dei principali Istituti (MEF, Banca d Italia, CE, FMI, OCSE, BCE)

83 Commissione europea previsioni autunno 2011

84 Decisione di finanza pubblica MEF settembre 2011

85 Fonte: MEF DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA Maggio 2011

86 2.4 Evoluzione della Finanza Pubblica - Italia III trimestre Conto economico trimestrale delle Amministrazioni Pubbliche (Istat) - Area euro Previsioni aggiornate della finanza pubblica nell area euro (Commissione europea)

87 Italia III trimestre Conto economico trimestrale delle Amministrazioni Pubbliche (fonte: Istat) Indebitamento e debito Si riduce nel terzo trimestre l'indebitamento della Pubblica Amministrazione italiana in rapporto al PIL. Secondo gli ultimi dati ISTAT, nel periodo in esame l'indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche è stato pari al 2,7% del Prodotto Interno Lordo, valore inferiore di 0,8 punti percentuali rispetto a quello registrato nel corrispondente trimestre del Nei primi nove mesi del 2011 si è registrato invece un rapporto debito/pil pari al 4,3%, inferiore di 0,3 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente. Saldi Il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo e pari a milioni di euro. L'incidenza sul Pil è stata dell'1,7%. Il saldo corrente (risparmio) è stato pari a -494 milioni di euro (era stato milioni di euro nel corrispondente trimestre dell'anno precedente), con un'incidenza negativa sul Pil dello 0,1%. Spese Le uscite totali sono diminuite, in termini tendenziali, dello 0,4%. Le uscite correnti sono aumentate dello 0,5%, mentre quelle in conto capitale sono diminuite del 12,1%. Nei primi nove mesi del 2011 le uscite totali sono aumentate dell'1,1% in termini tendenziali, mostrando un'incidenza sul Pil del 47,5% (47,8% nel corrispondente periodo del 2010). Entrate Le entrate totali nel terzo trimestre del 2011 sono cresciute, in termini tendenziali dell'1,4%. Le entrate correnti sono aumentate dell'1,4%, quelle in conto capitale del 2,8%. Nei primi nove mesi del 2011, le entrate totali sono aumentate dell'1,6% in termini tendenziali, mostrando un'incidenza sul Pil del 43,2%, invariata rispetto al corrispondente periodo del 2010.

88 Fonte: Istat

89 Area euro Le finanze pubbliche si risollevano gradualmente. Il 2011 segna il passaggio dalla stabilizzazione al risanamento dei conti pubblici. Le proiezioni per il 2011 indicano un disavanzo pari al 4,7% del PIL nell'ue e al 4,1% nella zona euro; per il 2012, le proiezioni passano al 3,9% nell'ue e al 3,4% nella zona euro. Ulteriori misure di risanamento, probabili ma non ancora in vigore, non sono prese in considerazione in queste previsioni. L'assunto tecnico delle politiche invariate potrebbe incidere più del solito in queste previsioni. Su questa ipotesi ci si attende che il rapporto debito/pil aggregato nell'ue arrivi ad un picco dell'ordine dell'85% nel 2012, per poi stabilizzarsi nel Nella zona euro il rapporto debito/pil continuerà ad aumentare leggermente nell'orizzonte previsionale fino a sfondare il 90% nel European Commission - European Economic Forecast Autumn Forecasts for Euro area GDP growth (%, yoy) 1,9 1,5 0,5 1,3 Inflation (%, yoy) 1,6 2,6 1,7 1,6 Unemployment (%) 10,1 10,0 10,1 10,0 Public budget balance (% of GDP) -6,2-4,1-3,4-3,0 Current account balance (% of GDP) 0,1-0,1 0,0 0,2 Fonte: Commissione europea Per memoria Giugno 2011 A metà giugno il Consiglio europeo ha concluso il primo semestre europeo emettendo pareri sui programmi di stabilità e convergenza dei paesi dell UE, nonché sui programmi nazionali di riforma 2). I pareri del Consiglio esortano i governi dell area dell euro a rispettare rigorosamente gli obiettivi di bilancio contenuti nei rispettivi programmi di stabilità per il 2011 nonché nei Protocolli di intesa per i paesi beneficiari dell assistenza finanziaria dell UE/FMI 3). In questo contesto e sospinti ulteriormente dalla crescente incertezza nei mercati finanziari e dal continuo diffondersi di timori per la sostenibilità del debito, vari paesi dell area dell euro hanno annunciato piani di risanamento aggiuntivi e/o hanno adottato provvedimenti legislativi per correggere i disavanzi eccessivi e condurre i rapporti debito/pil su un percorso sostenibile.

90 In Germania, secondo le proiezioni più recenti del governo, il disavanzo di bilancio delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al PIL scenderebbe dal 4,3 per cento del 2010 all 1,5 per cento nel 2011, livello inferiore di circa un punto percentuale rispetto all aggiornamento del programma di stabilità di aprile. Il miglioramento della situazione di bilancio è ascrivibile principalmente a prospettive macroeconomiche più positive e a previsioni relative alle entrate più favorevoli. È ora allo studio del governo tedesco un ulteriore graduale riduzione del rapporto disavanzo/pil all 1 percento nel 2012 e allo 0,5 per cento nel In linea con il limite al debito contemplato dalle norme costituzionali, il bilancio delle Amministrazioni pubbliche sarebbe in pareggio a partire dal Il debito pubblico in rapporto al PIL si ridurrebbe gradualmente dall 83 per cento circa del 2010 a un valore appena superiore al 70 per cento nel In Francia, il 6 luglio il parlamento ha approvato una manovra di bilancio aggiuntiva per il Questa è costituita prevalentemente da nuove misure dal lato delle entrate, aventi un impatto sui conti pubblici complessivamente neutro nel medio termine. I principali provvedimenti contemplano l abolizione, dal 2012, del massimale del 50 per cento per le imposte sul reddito complessivo percepito dalle persone fisiche (bouclier fiscal) e la riforma delle tasse di donazione e successione, il cui effetto di incremento sulle entrate è in parte compensato da una riforma delle aliquote per l imposta sul patrimonio personale (impôt de solidarité sur la fortune). Il 24 agosto il governo ha annunciato un pacchetto di misure aggiuntive di risanamento per un valore di circa 12,5 miliardi di euro (pari approssimativamente allo 0,6 per cento del PIL) per il periodo fino al 2012, con un incidenza di 1,5 miliardi nel Questi sforzi aggiuntivi di riequilibrio sono prevalentemente basati sulle entrate e consistono soprattutto in misure che ampliano la base imponibile e riducono le agevolazioni fiscali. I provvedimenti vogliono assicurare il conseguimento degli obiettivi di disavanzo previsti dal programma di stabilità pari al 5,7 e al 4,6 per cento del PIL rispettivamente nel 2011 e nel 2012, inun momento in cui l espansione del PIL in termini reali si dimostra inferiore alle attese. Il governo ha anche rivisto al ribasso le ipotesi di crescita dal 2,0 per cento nel 2011 e dal 2,25 per cento nel 2012 all 1,75 in entrambi gli anni. In Italia, il 5 agosto il governo ha annunciato una manovra aggiuntiva per far fronte ai timori dei mercati finanziari in merito alle prospettive per la crescita e le finanze pubbliche. Le misure prevedono di anticipare l obiettivo del pareggio di bilancio dal 2014 al 2013, nonché di introdurre nella costituzione una norma sul pareggio di bilancio. Per la modifica della costituzione occorrerà una maggioranza qualificata in parlamento e ci vorranno diversi mesi. Quanto al processo di risanamento dei conti pubblici, il 12 agosto 2011 il governo ha adottato un decreto legge che precisa i provvedimenti che dovrebbero consentire di raggiungere l obiettivo del pareggio di bilancio entro il È previsto che tali provvedimenti, parzialmente modificati in sede di dibattito parlamentare, siano approvati in via definitiva dalle camere entro la metà del mese di settembre. Essi consistono principalmente nell anticipare le misure adottate nel piano di risanamento approvato in luglio, che contempla consistenti riduzioni dei trasferimenti dell Amministrazione pubblica centrale alle regioni e agli enti decentrati, nonché un aumento delle imposte dirette e indirette. Una parte importante delle entrate aggiuntive discenderà da un contenimento delle agevolazioni fiscali. Secondo il Tesoro, l attuazione del bilancio nell anno corrente è quindi in linea con l obiettivo di cassa del 2011 (67 miliardi di euro), che dovrebbe permettere il conseguimento dell obiettivo per il disavanzo previsto nel programma di stabilità pari al 3,9 per cento del PIL. In Spagna, il governo ha annunciato in agosto nuove misure, comprendenti modifiche alla gestione delle imposte sui redditi d impresa e una riduzione della spesa farmaceutica.

91 Questi provvedimenti vogliono assicurare che il disavanzo delle Amministrazioni pubbliche sia ridotto all obiettivo del programma di stabilità del 6 per cento del PIL per quest anno. I dati sull attuazione del bilancio suggeriscono finora che i bilanci dell amministrazione centrale e del sistema previdenziale sono sostanzialmente in linea con il conseguimento dell obiettivo di bilancio per l anno in corso, pur evidenziando sconfinamenti nei bilanci delle amministrazioni regionali. Inoltre, l indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche nel primo trimestre del 2011 ha registrato un lieve incremento rispetto allo stesso periodo del Sempre in agosto il governo, con il sostegno del principale partito di opposizione, ha proposto di introdurre disposizioni sulla stabilità di bilancio nella costituzione spagnola. L andamento dei conti pubblici in Grecia è rimasto inferiore alle attese nella prima metà del Di conseguenza, il governo ha adottato una nuova strategia di risanamento delle finanze pubbliche nel medio termine, mantenendo gli obiettivi di disavanzo pubblico contemplati dal programma di assistenza finanziaria dell UE/FMI. Essa prevede misure di bilancio per un ammontare pari a circa il 12,5 per cento del PIL nel periodo dal 2011 al 2015, in aggiunta alle misure già attuate, nonché un ambizioso programma di privatizzazioni finalizzato a ottenere proventi per 50 miliardi di euro entro la fine del Il 21 luglio 2011 i capi di Stato e di governo dell area dell euro hanno concordato un nuovo programma per il periodo fino al 2014, che comporta ulteriori finanziamenti ufficiali con scadenze significativamente più lunghe e tassi di interesse più bassi nonché, in via straordinaria, un notevole contributo volontario da parte dei creditori privati. In Portogallo, i dati trimestrali relativi all indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche hanno segnalato che il governo avrebbe dovuto adottare misure aggiuntive per conseguire l obiettivo di bilancio previsto dal programma di assistenza finanziaria dell UE/FMI pari al 5,9 per cento del PIL nel 2011, soprattutto a causa di sconfinamenti dal lato della spesa. In questo contesto, il governo ha adottato alcuni provvedimenti finalizzati ad aumentare le entrate, fra cui una maggiorazione temporanea a titolo straordinario delle imposte sui redditi personali e un incremento delle aliquote IVA sui beni energetici con decorrenza dal 1 ottobre. Inoltre, il governo ha approvato un massimale sulla spesa primaria dello Stato, che ridurrà la spesa nominale nel 2012 del 10 per cento rispetto all anno in corso. In linea con i requisiti previsti dal programma, le autorità portoghesi hanno pubblicato il 31 agosto il piano di risanamento dei conti pubblici a medio termine per il periodo In Irlanda, i dati di cassa per i primi otto mesi dell anno suggeriscono che il disavanzo delle Amministrazioni pubbliche è in linea con il conseguimento dell obiettivo fissato dal programma di assistenza finanziaria dell UE/FMI pari al 10,6 per cento del PIL per il In conformità agli obblighi contemplati dal programma, alla fine di giugno è stato istituito un consiglio consultivo sulle finanze pubbliche. Prima della fine dell anno le autorità irlandesi dovrebbero presentare il piano di risanamento dei conti pubblici a medio termine per il periodo dal 2012 al Rafforzamento della governance della finanza pubblica Dopo intense trattative tra il Consiglio, il Parlamento europeo e la Commissione europea, il 23 giugno il Parlamento europeo ha adottato il cosiddetto pacchetto di riforma della governance, costituito da sei testi giuridici intesi a rafforzare la governance economica nell UE e, in particolare, nell area dell euro. Quanto alla governance della finanza pubblica, l accordo riguarda l istituzione di un parametro per la spesa pubblica, un parametro numerico per la riduzione del debito, requisiti minimi per i contesti istituzionali delle politiche di bilancio, nonché una serie di

92 misure volte a migliorare il rispetto del Patto di stabilità e crescita, come l imposizione anticipata e più graduale delle sanzioni nel caso dei paesi dell area dell euro. Tuttavia, dal momento che il Parlamento europeo e il Consiglio europeo non sono riusciti a pervenire a un accordo sull estensione della votazione a maggioranza qualificata inversa nel meccanismo preventivo del Patto di stabilità e crescita, il Parlamento europeo non ha chiuso formalmente la prima lettura in giugno e i negoziati su tale questione aperta proseguiranno in settembre. Al vertice del 21 luglio 2011 i capi di Stato o di governo dell area dell euro hanno sollecitato la rapida ultimazione del pacchetto legislativo per la governance economica. Inoltre, nella stessa occasione i paesi dell area dell euro hanno deciso misure volte a migliorare l efficacia dei meccanismi di stabilità per i paesi in grave difficoltà economica, vale a dire l attuale European Financial Stability Facility (EFSF), che dal giugno 2013 sarà sostituita dal Meccanismo europeo di stabilità (MES). In particolare, per accrescere la flessibilità dei meccanismi pur assicurando condizioni rigorose, si è deciso di consentire a questi di agire sulla base di un programma precauzionale, di finanziare la ricapitalizzazione delle istituzioni finanziarie attraverso prestiti ai governi (anche nei paesi dell area dell euro privi di programma) e di intervenire nei mercati secondari. Gli acquisti effettuati dall EFSF nei mercati secondari, qualora necessari, devono basarsi su un analisi della BCE che riconosca il sussistere di circostanze straordinarie nei mercati finanziari e di rischi per la stabilità finanziaria. In una precedente occasione i capi di Stato o di governo dell area dell euro avevano convenuto di portare la capacità effettiva di finanziamento dell EFSF a 440 miliardi di euro e di consentire a tale società di intervenire nei mercati primari. Il ricorso all EFSF ha un impatto sulle finanze pubbliche dei paesi che le offrono garanzie in misura proporzionale alla rispettiva quota contributiva (aggiornata) nell ambito della società stessa. Poiché l EFSF raccoglie fondi sul mercato agendo per conto dei governi dell area dell euro allo scopo di erogare prestiti, a condizioni rigorose, ai paesi dell area in gravi difficoltà economiche, queste operazioni di prestito verranno riallocate nei conti pubblici dei paesi garanti. Ciò significa che a fini statistici il prestito concesso al paese mutuatario non è segnalato come un prestito diretto dell EFSF, bensì come un finanziamento dell EFSF ai paesi garanti che, a loro volta, erogano il prestito al paese in difficoltà e lo registrano come un attività nei confronti del paese beneficiario. Di conseguenza, si ha un aumento sia del debito pubblico lordo sia delle attività finanziarie dei paesi garanti. Inoltre, il paese beneficiario riporta nei conti pubblici un debito lordo nei confronti dei paesi garanti.

93 Previsioni (Ministero dell Economia e delle Finanze, Istat, Commissione europea)

94 Italia Commissione europea Previsioni d autunno 2011 Fonte: Commissione europea

95 Fonte MEF Nota di aggiornamento DEF Settembre 2011

96 NOTIFICA DELL INDEBITAMENTO NETTO E DEL DEBITO DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE SECONDO IL TRATTATO DI MAASTRICHT Aprile 2011

97 Eurozona Commissione europea Previsioni d autunno indebitamento 2011

98 2.5 Politica delle Riforme Elementi sintetici - Pacchetto di riforme strutturali per la crescita (cresci Italia) - Legge 22 dicembre 2011, n. 214 decreto salva Italia Per memoria - Iter temporale degli interventi in materia di finanza pubblica - PATTO EURO PLUS

99 Il Consiglio dei Ministri il 20 gennaio ha adottato con decreto-legge un pacchetto di riforme strutturali per la crescita. Le riforme rientrano nel processo di rimozione di due grandi vincoli che hanno compresso per decenni il potenziale di crescita dell Italia: l insufficiente concorrenza dei mercati e l inadeguatezza delle infrastrutture. Analisi condotte dall OCSE evidenziano infatti come l adozione di misure di liberalizzazione che conducano a livelli di regolamentazione del settore dei servizi simili a quelli dei Paesi con i migliori standard produrrebbero una crescita significativa della produttività totale dei fattori nei settori che impiegano tali servizi, quantificabile in oltre 10 punti percentuali. Altri studi sulla materia indicano che una riduzione delle rendite nel settore dei servizi al livello medio degli altri Paesi dell euro si assocerebbe, nel medio periodo, a un aumento del prodotto dell 11%; il consumo privato e l occupazione crescerebbero fino all 8%, gli investimenti del 18%; i salari reali di quasi il 12% senza effetti negativi sull occupazione. Primo pilastro. Nel decreto la crescita economica è stimolata anzitutto dall eliminazione dei vincoli burocratici (nulla osta, autorizzazioni, licenze) che oggi ostacolano l avvio delle attività d impresa. Crescita vuol dire anche sostegno al tessuto imprenditoriale. La promozione della crescita si accompagna all innovazione. Si compie cioè un passo decisivo in direzione di un risultato lungamente invocato e mai portato a compimento: la valorizzazione del merito delle giovani generazioni. Premiando le capacità innovative, l intraprendenza, la lungimiranza e la preparazione in una parola: il merito il decreto mette i giovani in condizione di garantire a sé stessi un futuro solido. Ai giovani sono dedicate le norme volte a facilitarne l ingresso sul mercato del lavoro, consentendo loro di svolgere tirocini finalizzati all iscrizione negli albi professionali già durante l ultimo biennio di studi, prima del conseguimento della laurea specialistica o magistrale. Sempre alle nuove generazioni si rivolgono le novità in tema di università. Quanto alle università, si potenzia il sistema di valutazione degli atenei e, in particolare, i risultati ottenuti dalle università nella didattica e nella ricerca. Il decreto apre alla concorrenza in materia di trasporti. Di significativo rilievo sono le misure assunte sul fronte infrastrutturale, che consentiranno di aprire nuovi cantieri e creare nuova occupazione, anche nel settore dell'edilizia. In particolare, si semplifica l'attività delle imprese, anche attraverso il coinvolgimento di capitali privati mediante innovativi strumenti finanziari come i project bond. Spazio anche a misure importanti per il settore dei trasporti, a favore della portualita', della nautica e dell'autotrasporto. Quanto ai Taxi, si è stabilito di affidare l'analisi dei fabbisogni all'autorità dei Trasporti che dovrà svolgere un attenta istruttoria città per città, sentiti i Sindaci. Il secondo pilastro, quello dell equità, è complementare rispetto al primo. Il decreto legge dà spazio alla concorrenza e, nuovamente, al merito. L apertura al mercato, incidendo in modo diretto sulle politiche aziendali delle imprese (quelle di grandi dimensioni, ma anche quelle piccole) è in grado di determinare una sensibile riduzione dei prezzi, con vantaggi evidenti per i consumatori. A tutela dei consumatori sono previste anche misure che incentivano la trasparenza e la semplificazione. Si tratta, anzitutto, dei nuovi provvedimenti che aboliscono le tariffe professionali. Sono, inoltre, comprese le norme che impongono un regime di trasparenza rafforzato in tema di clausole vessatorie. È, ancora, il caso dei nuovi obblighi in tema di assicurazioni r.c. auto e di vendita di medicinali. È il caso, infine, del nuovo regime per l esercizio delle class action, cui si potrà ricorrere più agevolmente.

100 Ancora nell ottica dell equità, il decreto include anche misure a sostegno dei soggetti più vulnerabili. Sono esemplificativi in tal senso la riduzione degli oneri di accessori ai piani di rateazione dei debiti tributari e la più ampia tutela per i consumatori a fronte di condotte ingannevoli o aggressive da parte di imprese e soggetti erogatori di servizi. Sono altresì previste misure di particolare rilievo per il settore energetico: si è avviata una procedura di separazione tra operatori e infrastrutture per creare nuove possibilità di investimento e maggiore concorrenza. Dal punto di vista del consumatore le norme introdotte tendono a contenere l aumento dei prezzi energetici. Di seguito, in sintesi, i principali punti del decreto approvato dal Consiglio: A NORME GENERALI SULLE LIBERALIZZAZIONI 1. Liberalizzazione delle attività economiche e riduzione degli oneri amministrativi delle imprese La norma dispone l abrogazione dei limiti numerici, autorizzazioni, licenze, nulla osta o preventivi atti di assenso, per l avvio di un attività economica, non giustificati da un interesse generale, costituzionalmente rilevante e compatibile con l ordinamento comunitario. Sono escluse dall ambito di applicazione della disciplina il trasporto di persone e cose su autoveicoli non di linea, i servizi finanziari e di comunicazione come definiti dall art. 5 del decreto legislativo 59/2010, nonché le attività specificamente sottoposte a regolazione e vigilanza di apposita Autorità indipendente. 2. Riduzione degli oneri di accesso ai piani di rateazione dei debiti tributari Si prevede un piano di rateazione dei debiti tributari, con rate inizialmente basse e progressivamente crescenti. Si prevede, inoltre, che in caso di dilazione del pagamento non si proceda ad iscrizione ipotecaria, salvo che il debitore sia moroso per due rate consecutive. La permanenza dell'ipoteca accesa sui beni immobili del debitore d'imposta, infatti, impedisce a quest ultimo, ancorché in regola con i pagamenti, di accedere al sistema bancario per alimentare attività industriali o commerciali. 3. Accesso dei giovani alla costituzione di società a responsabilità limitata Con l inserimento nel codice civile dell art bis, è istituita a favore dei soggetti con età inferiore a 35 anni la società semplificata a responsabilità limitata, sottoposta ad un regime agevolato sia per quanto riguarda l ammontare del capitale (minimo di un euro) che le formalità di costituzione. 4. Norme a tutela e promozione della concorrenza nelle Regioni e negli enti locali e a tutela dei consumatori E attribuito alla Presidenza del Consiglio dei Ministri il compito di monitorare la normativa regionale e locale al fine di individuare disposizioni in contrasto con la tutela e la promozione della concorrenza ed eventualmente sollecitare l adozione dei poteri governativi sostitutivi, ai sensi dell articolo 120 della Costituzione, per la tutela dell unità giuridica ed economica dello Stato. B TUTELA DEI CONSUMATORI 1. Tutela amministrativa contro le clausole vessatorie Si inserisce nel Codice del consumo l articolo 37-bis che, posto dopo l articolo 37 in tema di azione inibitoria concessa alle associazioni dei consumatori nei confronti dei professionisti che utilizzano condizioni generali di cui sia accertata l abusività, offre un ulteriore tutela amministrativa contro la vessatorietà delle clausole inserite nei contratti tra professionisti e consumatori. È prevista, al riguardo, l attribuzione di maggiori poteri all Autorità garante per la concorrenza e il mercato.

101 2. Norme per rendere più efficace l azione di classe Sono apportate modificazioni all articolo 140-bis del Codice del consumo, rimuovendo taluni limiti soggettivi e procedurali nell esercizio della c.d. class action. 3. Tutela delle microimprese da pratiche commerciali ingannevoli e aggressive Sono rafforzati gli strumenti di tutela a favore delle imprese di minori dimensioni, estendendo anche alle microimprese (con meno di 10 dipendenti e un fatturato annuo inferiore ai 2 milioni di euro) le tutele attualmente previste dal codice del Consumo in favore delle sole persone fisiche. 4. Contenuto delle carte di servizio La norma integra in dettaglio il contenuto minimo delle c.d. carte di servizio ai concessionari, stabilendo che nelle stesse debbano essere indicati in modo specifico i diritti, anche di natura risarcitoria, che i consumatori e le imprese utenti possono esigere nei confronti dei gestori del servizio. C SERVIZI PROFESSIONALI 1. Abrogazione tariffe professionali e obblighi del professionista La disposizione abroga le tariffe delle professioni regolamentate. Il compenso per le prestazioni professionali è pattuito per iscritto al momento del conferimento dell incarico professionale. Al cliente è data facoltà di chiedere un preventivo. Il professionista deve rendere noto al cliente il grado di complessità dell incarico, fornendo tutte le informazioni utili circa gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento alla conclusione dell incarico e deve altresì indicare i dati della polizza assicurativa per i danni provocati nell esercizio dell attività professionale. 2. Accesso dei giovani all esercizio delle professioni Tra i principi di carattere organizzativo che disciplinano l autonomia delle università, è introdotta la possibilità di prevedere, nei rispettivi statuti e regolamenti, che lo studente possa svolgere il tirocinio o la pratica, finalizzati all iscrizione negli albi professionali, nel corso dell ultimo biennio di studi per il conseguimento del diploma di laurea specialistica o magistrale. Il tirocinio o la pratica sono equiparati a quelli previsti per l iscrizione agli albi professionali. 3. Estensione ai liberi professionisti della possibilità di partecipare al patrimonio dei confidi La disposizione è finalizzata ad integrare il comma 7 dell art. 39 del DL n. 201/2011, che prevede che al capitale sociale dei confidi e delle banche possano partecipare imprese non finanziarie di grandi dimensioni, con la previsione della possibilità anche per i liberi professionisti di poter partecipare al capitale sociale con i medesimi limiti societari previsti per i predetti enti. 4. Potenziamento del servizio di distribuzione farmaceutica, accesso alla titolarità delle farmacie e disciplina della somministrazione dei farmaci generici Si perseguono varie finalità. In particolare, viene abbassato a 3000 abitanti il quorum di popolazione previsto per l apertura di una farmacia (in luogo di ). Si prevede inoltre la possibilità che le Regioni, in deroga al criterio del rapporto farmacia-popolazione, istituiscano nuove farmacie in luoghi maggiormente frequentati. Viene poi abbreviato il periodo in cui una farmacia privata può appartenere a persone non aventi i necessari requisiti professionali. 5. Incremento del numero dei notai e concorrenza nei distretti Viene aumentata la pianta organica dei notai di 500 posti, da coprire per concorso nel biennio E inoltre assicurata all utenza un rapporto più diretto ed immediato con il professionista.

102 D ENERGIA 1. Misure per la riduzione del prezzo del gas per i clienti vulnerabili E previsto che nel meccanismo con cui l Autorità per l energia elettrica ed il gas aggiorna il prezzo del gas per le famiglie e le piccole e medie imprese si riduca gradualmente il riferimento ai prezzi internazionali del petrolio per considerare anche i prezzi sui mercati europei del gas, con effetti di contenimento delle bollette. 2. Misure per ridurre i costi di approvvigionamento di gas per le imprese Si istituisce un nuovo tipo di servizio di stoccaggio del gas per consentire alle imprese utilizzatrici di approvvigionarsi direttamente all estero a prezzi più competitivi. 3. Disposizioni in materia di separazione proprietaria Si riattiva la procedura per definire la separazione della rete gas dall ENI nella prospettiva di un operatore di rete con proiezione europea che potenzi le capacità di trasporto del gas in Italia e verso l Europa. 4. Sviluppo di risorse energetiche naturali strategiche Si introducono vantaggi per i residenti dei territori interessati dagli impianti di estrazione di idrocarburi a valere su una parte delle future entrate fiscali connesse. 5. Distribuzione carburanti Pluralità di contratti possibili tra gestori degli impianti e compagnie petrolifere, da regolamentare in sede sindacale. Ampliamento delle possibilità di vendita di altri articoli di commercio presso gli impianti di distribuzione. Rimozione dei vincoli non giustificati all apertura di impianti presso i centri commerciali. Maggiore trasparenza sui prezzi effettivi dei carburanti a vantaggio dei consumatori. Promozione della diffusione del metano per autotrazione presso gli impianti di distribuzione. 6. Mercato elettrico Aggiornamento della disciplina per tener conto della crescita dell energia prodotta da fonti rinnovabili e maggiore integrazione con i mercati elettrici europei a fini di contenimento delle bollette e del prezzo dell energia per le imprese utilizzatrici. Migliorare la concorrenza aumentando la trasparenza informativa nei rapporti tra imprese e clienti. 7. Smantellamento dei siti nucleari dismessi Accelerazione delle procedure per smantellare gli impianti nucleari dismessi e rafforzamento della sicurezza dei rifiuti nucleari. E SERVIZI PUBBLICI LOCALI 1. Promozione della concorrenza dei servizi pubblici locali Accelerazione della costituzione di ambiti territoriali ottimali di dimensioni adeguate per una organizzazione più efficiente dei servizi; incentivi per favorire l aggregazione delle aziende in soggetti imprenditoriali più competitivi. Premialità per gli enti locali che si orientano verso la messa a gara dei servizi e per le aziende che migliorano l efficienza e la qualità dei servizi. Rafforzamento dei poteri dell Autorità Antitrust in materia di servizi pubblici locali. Previsione delle gare anche per il servizio di trasporto ferroviario regionale alla scadenza dei contratti di servizio in essere. F SERVIZI BANCARI E ASSICURATIVI 1. Promozione della concorrenza in materia di conto corrente o conto di pagamento di

103 base La disposizione applica a regime la norma prevista dall art. 12 del DL. 201/2011 solo nell ipotesi di mancata stipula della convenzione tra il Ministero dell economia e delle finanze, la Banca d Italia, l Associazione bancaria italiana, la società Poste italiane Spa e le associazioni dei prestatori di servizi di pagamento, per la definizione delle caratteristiche di conti correnti e conti base, nonché dell ammontare degli importi delle commissioni da applicare sui prelievi effettuati con carta autorizzata tramite sportelli automatici presso una banca diversa da quella del titolare della carta. 2. Efficienza produttiva del risarcimento diretto e risarcimento in forma specifica L articolo: a) sopprime il secondo periodo dell art. 149 del codice delle assicurazioni private, eliminando la procedura del risarcimento diretto del danno subito dal conducente non responsabile; b) modifica talune disposizioni del codice delle assicurazioni private, introducendo il criterio dell efficienza produttiva e del controllo dei costi nel sistema di risarcimento diretto; c) riduce del 30% l ammontare del risarcimento per equivalente, qualora questo sia accompagnato da idonea garanzia, in relazione alle riparazioni eseguite, fatte di validità non inferiore a due anni. 3. Repressione delle frodi La disposizione introduce l obbligo, a carico delle imprese assicuratrici autorizzate ad esercitare il ramo responsabilità civile, a trasmettere a cadenza annuale una relazione all ISVAP, recante informazioni dettagliate sul numero dei sinistri per i quali si è ritenuto di svolgere approfondimenti in relazione al rischio di frodi, oltre ad altre informazioni che pongano l organo di controllo in grado di valutare l adeguatezza dell organizzazione aziendale e dei sistemi di liquidazione dei sinistri nell ottica di contrasto alle frodi. 4. Ispezioni del veicolo, scatola nera, attestato di rischio, liquidazione dei danni Mediante modifiche agli articoli 132, 134 e 148 del codice delle assicurazioni private, il complesso delle disposizioni recate dall articolo tende a rendere più rigido il sistema di accertamento e liquidazione dei danni derivanti dalla circolazione dei veicoli, nella prospettiva, altresì, di potenziare il sistema dei controlli antifrode e di ridurre, in generale, l entità della spesa nel relativo settore. 5. Sanzioni per frodi nell attestazione delle invalidità derivanti da incidenti - L articolo interviene sulla materia delle false certificazioni relative agli stati di invalidità conseguenti ad incidenti stradali, da cui derivi l obbligo del risarcimento del danno a carico delle società assicuratrici, disponendo che agli esercenti una professione sanitaria, che accertino falsamente un invalidità, si applicano, oltre che le pene previste al comma 1 dell art. 55- quinquies, del d.lgs. 30 marzo 2001, n, 165, anche le sanzioni disciplinari di cui al comma 3 dello stesso articolo. Le disposizioni sono estese ai periti assicurativi, in presenza delle medesime fattispecie. 6. Obbligo di confronto delle tariffe r.c. auto L articolo vieta alle compagnie assicurative la distribuzione dei prodotti o servizi ai clienti finali, disponendo, nel contempo, che i distributori offrano ai clienti prodotti e servizi assicurativi di più compagnie. Previste sanzioni per le compagnie assicurative che limitano, di fatto o con previsioni contrattuali, la libertà dell agente nell offrire servizi e prodotti ritenuti più adeguati. G Autorità di regolazione dei trasporti La norma apporta modifiche all art. 37 del DL 201/2011, 214, con cui sono state dettate disposizioni in materia di liberalizzazione del settore dei trasporti, individuando nell Autorità

104 per l energia elettrica ed il gas (che assume la denominazione di Autorità per le reti) l Autorità competente ad esercitare funzioni di regolamentazione nei settori autostradale, ferroviario, aeroportuale, portuale e della mobilità urbana collegata a stazioni, aeroporti e porti. La norma definisce inoltre le competenze dell Autorità negli specifici settori delle autostrade e del servizio taxi. H- FINANZA DI PROGETTO E NUOVE MISURE PER INFRASTRUTTURE ED EDILIZIA 1) Per incentivare l attrazione di capitali privati nelle infrastrutture, si è stabilito di: rivedere la disciplina in materia di emissione delle obbligazioni da parte delle società di progetto nell ambito delle operazioni di finanza di progetto, introducendo i cosiddetti project bond garantiti, da parte del sistema finanziario e dei fondi privati, anche durante il periodo di costruzione dell opera, tradizionalmente scoperto; introdurre nella finanza di progetto per le infrastrutture strategiche il diritto di prelazione, per incentivare gli investitori privati ad assumere il ruolo di promotore in grandi opere, anche non previste negli strumenti di programmazione; individuare il partenariato pubblico-privato quale strumento idoneo per la realizzazione in tempi brevi, e la gestione (ma solo dell infrastruttura e dei servizi connessi) di nuove strutture carcerarie; disporre che i bandi e i piani economico-finanziari per le opere da affidare in concessione siano definiti in modo da assicurare adeguati livelli di bancabilità delle opere, consentendo agli istituti finanziatori di poter contare almeno su un progetto definitivo dell opera da realizzare in concessione; misure di correzione delle concessioni di costruzione e gestione di opere pubbliche, per aprire nuovi spazi alla concorrenza e rendere più flessibile il meccanismo di subentro. Non mancano importanti norme di semplificazione e di alleggerimento procedurale, in tema, a titolo di esempio, di approvazione di progetti, affidamento di servizi finanziari, di documentazione a corredo dei piani economico-finanziari. 2) Approvate misure specifiche nel settore dell edilizia e della casa, in relazione alla possibilità per i comuni di concedere l'esenzione dell'imu per tre anni sull'invenduto, nonché norme di sterilizzazione dell'iva in favore dei costruttori di nuove abitazioni e di interventi finalizzati all'housing sociale. 3) Infine sono state approvate le seguenti ulteriori misure: destinazione di parte dell extragettito IVA, relativo alle operazioni riconducibili all infrastruttura oggetto dell intervento, alle società di progetto per le opere portuali con conseguente crescita del contributo al PIL nazionale quantificabile in 2,75 euro ogni euro di investimento pubblico o privato; anticipo del recupero delle accise per autotrasportatori; la disposizione garantirebbe la pace sociale nel settore dell autotrasporto che in caso di fermo determinerebbe effetti negativi sul pil con una incidenza di riduzione pari all 1% settimanale; la norma ha un costo per la finanza pubblica pari a 29 milioni di euro, già coperto con le risorse destinate al settore. I- TAXI, STRADE E CONTRATTI FERROVIARI 1. Eliminazione dell obbligo di applicare i contratti collettivi di settore nel trasporto ferroviario Viene eliminato l obbligo, per le imprese ferroviarie e per le associazioni internazionali di imprese ferroviarie che espletano servizi di trasporto sull infrastruttura ferroviaria nazionale, di osservare i contratti collettivi nazionali di settore, anche con

105 riferimento alle prescrizioni in materia di condizioni di lavoro del personale. Resta ferma invece l osservanza della legislazione nazionale e regionale. 2. Liberalizzazioni delle pertinenze delle strade E abrogato il comma 5-bis dell art. 24 del codice della strada, il quale dispone che, per esigenze di sicurezza della circolazione stradale, le pertinenze di servizio relative alle autostrade devono essere previste dai progetti dell ente proprietario ovvero, se individuato, dal concessionario, e approvate dal concedente. Con l eliminazione del vincolo della preventiva determinazione delle pertinenze si consente l individuazione delle pertinenze medesime anche in diverse da quella progettuale. 3. Servizio taxi Si adeguano i livelli di offerta del servizio taxi, delle tariffe e della qualità delle prestazioni alle esigenze dei diversi contesti urbani, secondo i criteri di ragionevolezza e proporzionalità, allo scopo di garantire il diritto di mobilità degli utenti. L- FUNZIONAMENTO DEL MERCATO UNICO 1. Repertorio nazionale dei dispositivi medici La norma elimina la tariffa di 100 euro per ogni registrazione di un dispositivo effettuata nel repertorio, contemporaneamente innalzando per esigenze di equilibrio di bilancio il contributo a carico delle aziende che producono o commercializzano in Italia i suddetti dispositivi. 2. Dichiarazione preventiva in caso di spostamento del prestatore di servizi Viene eliminato l obbligo del prestatore di servizi transfrontaliero di comunicare l intenzione di effettuare la prestazione in Italia con un anticipo di almeno trenta giorni, stabilendosi esclusivamente che la comunicazione sia fatta in anticipo (secondo le previsioni della direttiva 2005/36/CE). M- ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA 2009/12/CE CONCERNENTE I DIRITTI AEROPORTUALI Le norme consentono di dare attuazione completa alla direttiva 2009/12/CE, concernente i diritti aeroportuali, risolvendo così la procedura d'infrazione n. 2011/0608 avviata dalla Commissione europea per mancato recepimento. Viene introdotto un regime vigilato e trasparente di fissazione delle tariffe aeroportuali, prevedendo che in attesa della nuova autorità di regolazione die trasporti le funzioni di vigilanza vengano temporaneamente svolte dall ENAC.

106 Legge 22 dicembre 2011, n. 214 decreto salva Italia Il drastico peggioramento delle condizioni di finanziamento ha reso necessario un ulteriore intervento di correzione dei conti pubblici per gli anni , il terzo a partire dal mese di luglio. La manovra, varata dal Consiglio dei ministri lo scorso 4 dicembre (decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201,convertito nella legge 22 dicembre 2011, n. 214), mira a riequilibrare stabilmente i conti pubblici e a rispettare l impegno, assunto in ambito europeo, di conseguire il pareggio di bilancio nel Secondo le valutazioni ufficiali, la manovra reperisce risorse per 32,1 miliardi nel 2012, 34,8 nel 2013 e 36,7 nel 2014; tali risorse sono destinate a correggere l indebitamento netto per oltre 20 miliardi (1,3 punti percentuali del PIL) in ciascun anno del prossimo triennio, a finanziare un pacchetto di interventi a favore della crescita e a ridurre il contributo al contenimento del disavanzo che dovrà derivare dalla riforma fiscale e assistenziale. Fonte: Banca d Italia Gli aumenti delle entrate (che decrescono da 19,4 miliardi nel 2012 a 14,9 nel 2014) contribuiscono alla correzione dell indebitamento netto per oltre due terzi; i crescenti risparmi di spesa (da 0,9 miliardi nel 2012 a 6,5 nel 2014) sono da ricondurre principalmente alle misure in materia previdenziale. Le manovre della scorsa estate e la legge di stabilità per il 2012 avevano già determinato una correzione pari a 28,6 miliardi nel 2012, 54,4 nel 2013 e

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