SSD AGR01 - Economia ed estimo rurale. prof. Alberto Pirani e dott.ssa Anna Gaviglio
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1 SSD AGR01 - Economia ed estimo rurale prof. Alberto Pirani e dott.ssa Anna Gaviglio
2 SSD AGR01 - Economia ed estimo rurale ECONOMIA AGRARIA POLITICA AGRARIA ECONOMIA AGROALIMENTARE ECONOMIA AMBIENTALE E TERRITORIALE SSD PRODUZIONI ANIMALI ESTIMO RURALE ED AMBIENTALE
3 COMPARTO ECONOMIA AGRARIA AZIENDA Analisi economica, gestionale e di efficienza degli allevamenti Costi di produzione Analisi costi-benefici della sanità animale Competitività ed innovazione Analisi di filiera Analisi dati censuari Modelli previsionali Analisi economico-finanziaria degli investimenti in agricoltura
4 ECONOMIA AGRARIA- AZIENDA Analisi economica, gestionale e di efficienza degli allevamenti Analisi economico-gestionale comparata dei processi produttivi in aziende biologiche di pianura con allevamenti bovini da latte Produrre energia rinnovabile nelle aziende agro-zootecniche. Effetti economici dalle novità introdotte nella normativa del 2012 Aspetti economico-gestionali delle produzioni animali biologiche principi ed operatività della conversione di aziende zootecniche da latte in aree intensive di pianura Interdipendenze strutturali e gestionali nell adeguamento aziendale alla politica ambientale di utilizzazione agronomica dei reflui zootecnici (Direttiva Nitrati)
5 ECONOMIA AGRARIA - AZIENDA La realtà ovina sarda: costi di produzione e prospettive in un allevamento da latte Costi di produzione Costo di produzione della carne di razza Piemontese: allevamento biologico e convenzionale a confronto L incidenza dei costi di costruzione nell allevamento suinicolo un analisi comparata tra conduzione tradizionale e biologica Analisi costibenefici sanità animale I costi e la gestione della sanitá nell allevamento bovino da latte Zootecnia biologica da latte e costi sanitari. Punti di forza e di debolezza in un ottica di analisi economica
6 ECONOMIA AGRARIA- AZIENDA Valutazione della convenienza ad adottare innovazioni di processo e di prodotto attraverso il modello costi/volumi/profitto: il caso del pesce allevato Competitività ed innovazione Innovazione e competitività nella trasformazione di prodotti da agricoltura biologica: il caso delle imprese artigiane agroalimentari lombarde Il ruolo del prodotto da agricoltura biologica all interno delle strategie di crescita di un impresa di trasformazione nel settore lattiero-caseario Iniziative per la valorizzazione della produzione agricola. Analisi in una comunità lariana
7 ECONOMIA AGRARIA - COMPARTO Le filiere biologiche in Lombardia Il comparto zootecnico biologico Analisi di filiera Economic-operation analysis of a chain reality in the pigmeat sector. The company s efficiency targets through the swot analysis Qualitá e tracciabilitá nelle produzioni di origine zootecnica: analisi di una filiera suinicola integrata Prospectives and challenges for organic fish farming development in Italy Agro-food branding and value of the quality. The brand importance in the meat supply chain
8 POLITICA AGRARIA PAC Politica Agricola Comune PCP Politica Comune della pesca Effetti ed applicazioni Politiche comunitarie per la qualità e sicurezza alimentare Strumenti regolamentativi e programmatori Piano di sviluppo rurale - PSR Piano Agricolo Triennale - PAT Piano Territoriale di Coordinamento - PTC Evoluzione della ricerca in politica agraria Etichettatura e Frodi alimentari Politiche di tutela per la biodiversità Distretti rurali ed agro-alimentari
9 POLITICA AGRARIA PAC PCP Strumenti regolamentativi Strumenti programmatori Gli strumenti comunitari per lo sviluppo dell acquacoltura e della pesca nelle acque interne della Lombardia Valutazioni economico-politiche sull adesione delle misure agro-ambientali del programma di sviluppo rurale : il caso del Parco Agricolo Sud Milano The Economic Sustainability of Agri-Environmental Policies: the Application of Reg. (EC) n. 1095/2007 in the Rice Sector Piano Agricolo Triennale della Provincia di Milano Politiche di tutela per la biodiversità Evoluzione delle politiche di tutela della biodiversità zootecnica italiana in un ottica di produzione congiunta
10 POLITICA AGRARIA Etichettatura e Frodi alimentari Il quadro normativo sulle denominazioni commerciali dei prodotti ittici nella gestione delle frodi: strumento di gestione o problema irrisolto? Evoluzione della ricerca in politica agraria L evoluzione della ricerca nell ambito dell economia e della politica agro-alimentare delle produzioni biologiche Biocarburanti: evoluzione della ricerca economico-agraria
11 I PRESUPPOSTI... prodotto ittico e cause frodi STIMOLO ALLA FRODE DI PRODOTTI ITTICI difficile gestione dell etichettatura crescita dei volumi di import elevata differenziazione del mercato naturale somiglianza morfologica tra specie della stessa famiglia diminuita capacità di riconoscimento da parte del consumatore schema di acquisto basato su poche decine di specie Come arginare? Quali mezzi? Consumatore cosciente + Decisore politico XX CONVEGNO SIEA Siracusa, 7-9 giugno 2012 L agro-alimentare italiano ed il mercato: arte, cultura e specificità territoriali Università degli Studi di Catania DIPARTIMENTO DI SCIENZE VETERINARIE PER LA SALUTE, LA PRODUZIONE ANIMALE E LA SICUREZZA ALIMENTARE
12 OBIETTIVI Normativa di riferimento Gestione delle denominazioni commerciali dei prodotti Tipologia e diffusione delle frodi?? Problema sottostimato dall attenzione accademica Spunti di partenza per ricerche più approfondite XX CONVEGNO SIEA Siracusa, 7-9 giugno 2012 L agro-alimentare italiano ed il mercato: arte, cultura e specificità territoriali Università degli Studi di Catania DIPARTIMENTO DI SCIENZE VETERINARIE PER LA SALUTE, LA PRODUZIONE ANIMALE E LA SICUREZZA ALIMENTARE
13 ETICHETTATURA PRODOTTO ITTICO Il Consumatore recepisce una piccola parte delle informazioni in etichetta INFORMAZIONI COGENTI INFORMAZIONI COMMERCIALI ETICHETTATURA DEI PRODOTTI ALIMENTARI Normativa Comunitaria Direttiva 395/1989 CEE e Direttiva 396/1989 CEE Regolamento (CE) 853/2004 e Regolamento (CE) 854/2004 Normativa Italiana di attuazione Decreto Legislativo 109/ Concernente l etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari ETICHETTATURA DEI PRODOTTI ITTICI Normativa Comunitaria Regolamento CE 104/2000 e Regolamento CE 2065/2001 Regolamento CE 1224/2009 e Regolamento CE 404/2011 Normativa Italiana di attuazione Decreto Ministeriale del 27 marzo Etichettatura dei prodotti ittici e sistema di controllo Elenco delle denominazioni in lingua italiana delle specie ittiche di interesse commerciale D. M. 14 gennaio 2005 D. M. 25 luglio 2005 D. M. 31 gennaio 2008 D. M. 5 marzo 2010 D. M. 23 dicembre 2010 D. M. 12 agosto 2011 Testa di fango Pescedente della Patagonia Strega Pescecane spinoso Pesceolio Arancione rugosetto Branzino cileno Sogliola di Torbay Salmone di roccia Merluzzo blu Fonte: Jacquet e Pauly, 2008 TUTELA DEL CONSUMATORE AUMENTO DEL PROFITTO XX CONVEGNO SIEA Siracusa, 7-9 giugno 2012 L agro-alimentare italiano ed il mercato: arte, cultura e specificità territoriali Università degli Studi di Catania DIPARTIMENTO DI SCIENZE VETERINARIE PER LA SALUTE, LA PRODUZIONE ANIMALE E LA SICUREZZA ALIMENTARE
14 PRODOTTI ITTICI SUL MERCATO Quante sono le specie vendibili in Italia? XX CONVEGNO SIEA Siracusa, 7-9 giugno 2012 L agro-alimentare italiano ed il mercato: arte, cultura e specificità territoriali Università degli Studi di Catania DIPARTIMENTO DI SCIENZE VETERINARIE PER LA SALUTE, LA PRODUZIONE ANIMALE E LA SICUREZZA ALIMENTARE
15 IL MERLUZZO O NASELLO GADIFORMI 2002: 19 specie 4 denominazioni 2011: 19 specie 10 denominazioni Troppe o poche denominazioni? D.M. 27/03/2002 D.M. 12/08/2011 Specie Denominazioni Denominazioni Merluzzo Merluzzo carbonaro Nasello o merluzzo Nasello o merluzzo argentato Gadus macrocephalus Gadus morhua Gadus morhua morhua Gadus ogac Macroronus capersis Macruronus capensis Macroronus magellanicus Macruronus novaezelandiae Macroronus Nuvae Zelanidae Merluccius albidus Merluccius australis Merluccius bilinearis Merluccius capensis Merluccius gayi Merluccius hubbsi Merluccius hubbsj Merluccius merluccius Merluccius merlucius Merluccius paradoxus Merluccius polli Merluccius polylepis Merluccius productus Merluccius senegalensis Pollachius virens Merluzzo artico Merluzzo carbonaro Merluzzo nordico Nasello atlantico o merluzzo atlantico Nasello australe o merluzzo australe Nasello del Pacifico o merluzzo del Pacifico Nasello neozelandese o merluzzo neozelandese Nasello o merluzzo Nasello patagonico o merluzzo patagonico Nasello sudafricano o merluzzo sudafricano XX CONVEGNO SIEA Siracusa, 7-9 giugno 2012 L agro-alimentare italiano ed il mercato: arte, cultura e specificità territoriali Università degli Studi di Catania DIPARTIMENTO DI SCIENZE VETERINARIE PER LA SALUTE, LA PRODUZIONE ANIMALE E LA SICUREZZA ALIMENTARE
16 CASI DI FRODI Analisi Pubbliche IZP Analisi del DNA n. 200 campioni ( ) Intero/eviscerato 11 camp. - 17,46% Conformi 136 campioni 68,34% Non conformi 63 campioni 31,65% Porzionato 44 camp. - 69,84% Trasformato 8 camp. - 12,70% Richiedente Tipologia Campioni % Ditta privata Intero/Eviscerato 9 14,29 Porzionato 20 31,75 Trasformato 1 1,59 Totale 30 47,62 Servizio pubblico Intero/Eviscerato 2 3,17 Porzionato 24 38,10 Trasformato 7 11,11 Totale 33 52,38 Totale ,00 complessivo XX CONVEGNO SIEA Siracusa, 7-9 giugno 2012 L agro-alimentare italiano ed il mercato: arte, cultura e specificità territoriali Università degli Studi di Catania DIPARTIMENTO DI SCIENZE VETERINARIE PER LA SALUTE, LA PRODUZIONE ANIMALE E LA SICUREZZA ALIMENTARE
17 CASI DI FRODI Analisi private GDO Analisi IFE n. 538 campioni ( ) Cernie 125 campioni 23,23% Altre specie 97 campioni 18, 03% Gadus morhua 208 campioni 38,66% Synaptura spp 75 campioni 13,94% Pleuronectes platessa 33campioni 6,13% XX CONVEGNO SIEA Siracusa, 7-9 giugno 2012 L agro-alimentare italiano ed il mercato: arte, cultura e specificità territoriali Università degli Studi di Catania DIPARTIMENTO DI SCIENZE VETERINARIE PER LA SALUTE, LA PRODUZIONE ANIMALE E LA SICUREZZA ALIMENTARE
18 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE NORMATIVA GESTIONE DENOMINAZIONI FRODI Revisione della gestione degli aggiornamenti delle liste con cadenza costante STIMA della soglia di differenziazione delle specie ittiche max differenziazione max informazione Agevolare il privato ad assumersi il costo per la tutela pubblica Sviluppo di ricerche su metodologie sia tecniche che economico-agrarie XX CONVEGNO SIEA Siracusa, 7-9 giugno 2012 L agro-alimentare italiano ed il mercato: arte, cultura e specificità territoriali Università degli Studi di Catania DIPARTIMENTO DI SCIENZE VETERINARIE PER LA SALUTE, LA PRODUZIONE ANIMALE E LA SICUREZZA ALIMENTARE
19 POLITICA AGRARIA Distretti rurali ed agroalimentari La progettazione dei distretti rurali: un modello per il caso agro-energetico Politiche comunitarie per la qualità e sicurezza alimentare Qualità e sicurezza alimentare nel settore della pesca: il caso del Mercato Ittico all Ingrosso di Milano
20 ECONOMIA AGROALIMENTARE Studio del comportamento del consumatore Analisi e pianificazione strategica nelle imprese di produzione, trasformazione e distribuzione Determinanti dell evoluzione e della trasformazione del settore distributivo Piani di marketing e Business Plan Analisi di mercato
21 ECONOMIA AGROALIMENTARE Comportamento consumatore La pesca sostenibile nella percezione del consumatore Indagine motivazionale sulle scelte di acquisto del consumatore di prodotti ittici una segmentazione in base a variabili di percezione Informare il consumatore per valorizzare il prodotto ittico Segmentazione del mercato dei prodotti ittici in Italia: un analisi dei differenti profili di consumo L atteggiamento del consumatore nei confronti del latte biologico L evoluzione delle principali determinanti di acquisto dei prodotti da agricoltura biologica La percezione del consumatore di prodotti biologici per una corretta strategia di marketing una verifica alle politiche dei negozi specializzati
22 ECONOMIA AGROALIMENTARE La conoscenza del consumatore attraverso l analisi delle componenti negative del fenomeno di scelta nell acquisto di alcune tipologie di prodotti agro-alimentari Comportamento consumatore Le strategie di fidelizzazione e la fiducia del consumatore verso la marca: nuove possibilità per differenziare i propri prodotti? Carne di struzzo, dalle aspettative dei consumatori alle esigenze dei produttori La carne di struzzo, il consumatore e la grande distribuzione organizzata: strategie di marketing per la valorizzazione della filiera
23 ECONOMIA AGROALIMENTARE Interrelationships between organic food industry, innovation and consumer s behaviour Analisi e pianificazione strategica nelle imprese di produzione, trasformazione e distribuzione Strategies for growth in the milk industry sector: from cooperative enterprise to stock company Strategie per la valorizzazione commerciale del pesce azzurro dell Adriatico Organic meat and milk from ruminants in italy: a logistic model for measuring changes in the life-cycle resulting from BSE. The strategic utility of a marketing hypothesis
24 Strategie di valorizzazione del pesce azzurro dell Adriatico LE ESIGENZE DEL CONSUMATORE Proporre strategie per il rilancio del prodotto Analisi del consumo di pesce azzurro Tipologie di prodotti ittici consumati Conoscenza pesce azzurro Percezione rispetto specie sostitutive Caratteristiche consumatori e non consumatori Motivazioni di consumo e non consumo di pesce azzurro
25 METODOLOGIA D INDAGINE I fase QUESTIONARIO Questionario autocompilato Analisi delle corrispondenze K-means Cluster Analysis Mappe di percezione Composizione segmenti II fase FOCUS GROUP Focus Group Report sintetico con suggerimenti Sintesi grafica dei dati
26 RISULTATI Consumo prodotti ittici Qual è la prima specie consumata in casa? Alici, sarde e/o sgombri Merluzzo, Orata, nasello e/o branzino sogliola e/o spigola Vongole e/o cozze Spada e/o tonno Polpi, seppie e/o calamari Trota e/o salmone Gamberi e/o gamberoni Scampi, astici e/o aragoste Non risponde Lombardia 10,34% 17,98% 18,72% 6,90% 19,95% 6,65% 7,64% 5,17% 0,00% 6,65% Veneto 5,37% 10,73% 20,00% 8,29% 20,49% 14,15% 6,34% 4,88% 1,46% 8,29% Friuli V-G 8,00% 22,00% 32,00% 4,00% 10,00% 8,00% 12,00% 2,00% 0,00% 2,00% E Romagna 6,59% 20,88% 22,53% 2,20% 18,13% 8,79% 4,95% 8,79% 1,65% 5,49% Abruzzo 12,96% 24,07% 9,26% 22,22% 12,96% 9,26% 3,70% 1,85% 0,00% 3,70% Puglia 11,24% 21,89% 20,12% 11,24% 19,53% 7,10% 0,59% 3,55% 0,59% 4,14% Italia 8,91% 18,20% 19,98% 7,69% 18,86% 8,72% 5,82% 5,16% 0,66% 6,00% Orata e spigola/ Spada e tonno/ Merluzzo e sogliola più apprezzate Pesce azzurro consumato principalmente al Sud Vongole e cozze più consumate in Abruzzo
27 RISULTATI Mappa di percezione (4) Saporito (5) Tradizionale (6) Gusto di mare Sapore/Tradizione AZZURRO SOTTOSALE Salubrità (2) Salutare (3) Gusto delicato (4) Dietetico AZZURRO FRESCO ALLEVATO FRESCO AZZURRO CONSERVE (1) Moderno (5) Tempi brevi (6) Grasso Modernità BIANCO FRESCO Modernità/Gusto delicato (1) Moderno (2) Gusto delicato (3) Costoso AZZURRO PRONTI
28 RISULTATI Focus group Motivazioni di consumo e non consumo di pesce azzurro Consumo Provenienza italiana Tradizione Contenuto nutrizionale Costo basso Emotività Gusto particolare Possibilità culinarie Razionalità Scelta difficile Mancanza di fiducia nel prodotto Preferenza specie più pregiate Non piace a tutti i membri della famiglia Preferenza specie più semplici da cucinare Presenza di lische Non consumo
29 RISULTATI Focus group Prodotto Proposte per il rilancio del prodotto 1.Aumentare contenuto di servizio 2.Migliorare il packaging Promozione 1.Comunicare provenienza e proprietà nutrizionali 2.Sottolineare rapporto costo/provenienza 3.Sfruttare mass-media e gadget per insegnare a cucinare Posizionamento 1.Nuovo placement Fast food e Happy hour Attenzione a mantenere il prezzo basso Assicurarsi della percezione della sicurezza
30 CONCLUSIONI Strategie di intervento INTERVENTO LEGISLATIVO Non esiste una definizione formale INTERVENTO PROMOZIONALE Correlazione positiva consumo-conoscenza Esiste un corpus legislativo Regg. CE 104/2000 e 2065/2001 Decreto Ministeriale 27/03/2002 Elenco delle denominazioni commerciali delle specie ittiche Esiste un segmento di mercato utile DISINFORMATI Circa metà del campione Buon consumo di prodotti ittici Conoscenza bassa Difficoltà ad associare il pesce azzurro a determinati attributi
31 CONCLUSIONI Strategie di intervento COMUNICAZIONE CORRETTA ED EFFICACE INFORMARE ED INFLUENZARE IL CONSUMATORE Trasformare la definizione culturale in ufficiale Successiva campagna informativa specifica Rafforzare idea della salubrità del prodotto Ha sostituti (pesce bianco) percepiti più salubri Immagini positive: famiglia, tradizione e territorio Costo basso prodotto povero Gusto unico non piace a tutti
32 ECONOMIA AGROALIMENTARE Determinanti dell evoluzione e della trasformazione del settore distributivo Il fenomeno dei prodotti biologici a marchio privato nella grande distribuzione organizzata Un modello multicriterio fuzzy per la valutazione di strategie di marketing applicazione al settore distributivo del comparto delle produzioni biologiche Il valore aggiunto dell attributo biologico : il caso dei salumi
33 ECONOMIA AGROALIMENTARE Il fenomeno dei prodotti biologici a marchio privato nella grande distribuzione organizzata Il mercato dei prodotti biologici: un analisi di scenario Analisi di mercato Prodotti biologici, di qualità e convenzionali: evoluzione della competitività di prezzo L evoluzione del mercato dell orata e del branzino: un indagine sulle importazioni Evaluation of the Italian potential market for organic aquaculture products: results from a Delphi study
34 ECONOMIA AGROALIMENTARE Il marketing dei prodotti biologici: problematiche, dinamiche e opportunità Piani di marketing Benessere animale: la gestione sanitaria della stalla come leva di marketing per i prodotti biologici di origine animale Carne di struzzo: ipotesi per una strategia di marketing
35 ECONOMIA AMBIENTALE E TERRITORIALE Sistemi agricoli innovativi delle agro-energie Valutazione economica e gestione delle razze zootecniche autoctone Strumenti a supporto della governance territoriale e dei processi decisionali nella programmazione dello sviluppo locale Gestione sostenibile delle aree protette Agricoltura e paesaggio Biodiversità e sostenibilità economica
36 ECONOMIA AMBIENTALE E TERRITORIALE Agro-energie Production of biomass resources, assessment of their availability and interactions with food production: a supply model for the regional scale Conjoint analysis and citizens behaviour: the biofuels case study Assessment of the parth-worth utility of the biofuels use in the public transportation: a first analysis. Produrre energia rinnovabile nelle aziende agro-zootecniche. Effetti economici dalle novità introdotte nella normativa del 2012 Biogas e zootecnia. Quali prospettive per il futuro Strategia d impresa, profili di rischio e valutazioni economiche e finanziarie dei processi di produzione del biogas e per l utilizzazione.
37 PROGETTO DI RICERCA SINBION - Sviluppo di sistemi integrati sostenibili per il recupero dei sottoprodotti dell agro-industria e dell azienda agraria al fine di ottimizzare la produzione di biogas e valorizzare l utilizzazione agronomica del digestato Analisi economica della filiera zootecnica Integrazione con la produzione energetica e la denitrificazione dei reflui Produzione di carne e di latte Adeguamento Direttiva Nitrati DM 7 aprile 2006 Produzione energia elettrica e termica Processi di denitrificazione Utilizzo del digestato
38 Fase 1 1. Produzione di carne/latte COSTI Analisi del costo di produzione di carne in allevamenti suini, bovini da latte e bovini da carne Costo di produzione del SUINO PESANTE (allevamenti a ciclo aperto) Voci di costo 2005 (euro / kg carne) Costi espliciti: 2006 (euro / kg carne) 2007 (euro / kg carne) 2008 (euro / kg carne) 2009 (euro / kg carne) 2010 (euro / kg carne) Alimentazione 0,83 0,83 1,02 0,94 0,81 0,85 Manodopera 0,13 0,13 0,12 0,06 0,06 0,07 Altri costi 0,15 0,17 0,17 0,16 0,14 0,15 Acquisto Magroncello 0,25 0,25 0,23 0,19 0,21 0,21 Costi impliciti: Interessi e ammortamenti 0,13 0,13 0,14 0,13 0,11 0,09 Costo Totale 1,49 1,51 1,68 1,48 1,33 1,37
39 Fase 1 Conto economico (anno 2012): stima CONTO ECONOMICO (euro/kg carne) (euro/kg latte) Suino grasso da carne Fase 1 Fase 2 Parziale Fase 3 Fase 4 Totale Capitoli di bilancio Allevamento Trasporto reflui Fase 1 e 2 COSTI 1,37 RICAVI 1,40 UTILE + 0,03 Digestione anaerobica Riduzione azoto Processo integrato
40 2. Costo di trasporto dei reflui Stima dei costi di trasporto reflui Il costo è composto dal trasporto fuori azienda del refluo e dalla concessione dei terreni necessari per lo spandimento. Il modello di analisi ha lo scopo di individuare il costo per tipo di capo allevato e/o per unità di refluo da spandere. Costo unitario per refluo ASSERVIMENTO Y + TRASPORTO X Costo unitario terreno asservito (euro/ha) X = * Y = Costo unitario trasporto (euro/m 3 /km) Terreno per unità di refluo (ha/m 3 ) Il fabbisogno può essere determinato in base al potere fertilizzante del refluo
41 La prima parte della formula richiede la stima del costo unitario di trasporto per distanza e per tipologia di mezzo ed è quella più importante nella definizione della spesa totale. Costi unitari di trasporto in funzione della distanza e della tipologia di vettore utilizzato Cantiere: A FASCE TRATTORE E SPANDILIQUAME COSTO TOTALE COSTO UNITARIO (km) (euro/m 3 ) (euro/m 3 /km) 1 2,70 2,70 5 4,90 0, ,40 0, ,30 0, ,50 0,54 Cantiere: B FASCE BILICO-CISTERNA E TRATTORE CON SPANDILIQUAME COSTO TOTALE COSTO UNITARIO (km) (euro/m 3 ) (euro/m 3 /km) 1 5,30 5,30 5 5,50 1, ,90 0, ,60 0, ,00 0,20 Fonti: ns. elaborazioni da dati DEIAFA, Università di Torino e da dati ottenuti da indagini dirette Si propone un esempio, il costo di adeguamento è pari a: Liquame suino X = (200,00 euro/ha 0,011 ha/m 3 ) + Y = (0,98 euro/m 3 5 km) = 2,2 + 4,9 = 7,1 euro/m 3
42 Distanza crescente Nella seguente matrice si indica la progressione del costo di trasporto del refluo aumentando distanza e costo di concessione. Nel caso di terreni in proprietà si nota che, tuttavia, il costo può andare da circa 2,70 euro/m 3 fino a 8,00 euro/m 3. Costo aggiuntivo di spandimento del refluo zootecnico (euro/m 3 ) per il trasporto fuori azienda Costo di asservimento crescente 0 euro/ha 50 euro/ha 100 euro/ha 150 euro/ha 200 euro/ha 1 km 2,70 3,21 3,73 4,24 4,76 5 km 4,90 5,41 5,93 6,44 6,96 10 km 5,90 6,41 6,93 7,44 7,96 20 km 6,60 7,11 7,63 8,14 8,66 40 km 8,00 8,51 9,03 9,54 10,06
43 Fase 2 CONTO ECONOMICO (euro/kg carne) Conto economico (anno 2012): stima Suino grasso da carne Fase 1 Fase 2 Parziale Fase 3 Fase 4 Totale Capitoli di bilancio Allevamento Trasporto reflui Fase 1 e 2 COSTI 1,37 0,18 1,55 RICAVI 1,40 1,40 UTILE + 0,03-0,18-0,15 Digestione anaerobica Riduzione azoto Processo integrato
44 3. Produzione di energia Matrici organiche Impianto pilota alimentato a solo effluenti zootecnici. Schema impianto biogas Ai fini della stima è necessario valutare il rendimento energetico delle matrici organiche e la conseguente stima del fabbisogno di materia prima per l alimentazione dell impianto. Stima del potenziale energetico per tonnellata di effluente zootecnico Effluente zootecnico Sostanza secca Quantità sostanza secca Incidenza s.s.o. Quantità s.s.o. Biogas Quantità biogas Energia elettrica (*) (%) (kg) (%) (kg) (m3/kg SSO) (m3) (kwh/t) LIQUAME SUINO 5,00% 50,00 90,00% 45,00 0,45 20,25 36,45 LIQUAME BOVINO 7,50% 75,00 85,00% 63,75 0,40 25,50 45,90 LETAME BOVINO 20,00% 200,00 80,00% 160,00 0,50 80,00 144,00 (*) Il rendimento energetico di una unità di biogas oscilla tra 1,8 e 2,2: nel caso in esame si è utilizzato il valore prudenziale pari a 1,8
45 In base ai rendimenti energetici indicati per le tipologie di effluenti considerati, l obiettivo è l installazione di una potenza pari a circa 150 kw ed una erogazione ore/anno, che comporta una produzione totale di circa kwh. Ai fini della stima si è determinata la seguenti ipotesi: Suini: l impianto è alimentato da effluenti misti da animali da ingrasso e da scrofe Tipologia animale e peso vivo Produzione liquame e letame (m 3 /capo/anno) Energia elettrica (kwh/ton) Energia elettrica per capo (kwh/capo) Fabbisogno capi (numero/anno) Suino pesante (160 kg) Scrofe e suinetti (260 kg) 4,3 (liquame) 36,45 156, ,6 (liquame) 36,45 350, Specie Energia elettrica (kwh/capo) Capi (numero) Energia totale (kwh) Scrofe 350, Suino adulto 156, La consistenza dei capi richiesta per la gestione e l alimentazione dell impianto è: Suini: (capi da ingrasso) e (scrofe)
46 3. Produzione di energia Tecnologia Energia elettrica Substrato solido caricato nella tramoggia Calore biogas Fermentatore biogas Post - Fermentatore Vasca di stoccaggio Digestato Substrato liquido inviato alla pompa miscelatrice Vasca di stoccaggio liquami Fonte: nostra elaborazione Separato liquido Separatore solidoliquido Separato solido utilizzato come ammendante
47 3. Produzione di energia Costi operativi annuali Ai fini della ricerca è importante la stima dei costi di realizzazione e di gestione di un impianto a biogas della potenza elettrica di 150 kw alimentato con reflui zootecnici, sulla base di un funzionamento annuo pari a ore. Il costo totale di realizzazione si può stimare sia di circa euro, pari a ad un valore unitario di euro/kw. Di seguito, si indica il valore di costo annuale relativo alla rata di finanziamento esterno e di ammortamento del capitale proprio. 1. Costo di realizzazione Voci di bilancio Parametri Valore - Capitale totale euro 6.000,00 - Capitale proprio euro 1.000,00 - Capitale esterno euro 5.000,00 - Saggio % 4,50% -Durata anni 15,00 RATA CAPITALE ESTERNO (Ce) -Rata euro/kw 465,57 AMMORTAMENTO CAPITALE PROPRIO (Cp) euro/kwh 0,060 - Quota per potenza euro/kw 66,67 - Quota per energia elettrica euro/kwh 0,009 TOTALE: 0,069
48 2. Costi ordinari di gestione Capitoli di spesa Costo unitario (euro/kwh) - Gestione ordinaria impianto 0,014 - Manutenzione ordinaria impianto 0,012 - Full service cogeneratore 0,022 - Analisi chimico-fisiche 0,002 - Spese generali 0,010 TOTALE 0, Costi straordinari Capitoli di spesa Costo totale Coefficiente di rischio Costo annuo Costo annuo (euro/kw) (%) (euro/kw) (euro/kwh) -Impianto ,00 % 80,0 0,010 - Cogeneratore ,50 % 30,0 0,004 TOTALE ,0 0,014 Stima del costo totale di gestione annuale dell impianto di digestione anaerobica Capitoli di spesa Costo per energia (euro/kwh) Costo totale (*) (euro) Costi finanziari per il capitale 0, ,00 Costi ordinari di gestione 0, ,00 Costi straordinari 0, ,00 COSTO TOTALE 0, ,00 (*) Il costo totale è calcolato come prodotto tra costo unitario per energia per potenza (150 kw) e tempo (7.800 ore/anno)
49 3. Produzione di energia Costi operativi Ai fini dell analisi è necessario parametrizzazione i costi di gestione dell impianto per la produzione di biogas seguendo le unità di misura utilizzate per il conto economico della filiera integrata. I parametri per il calcolo sono: - Valore in euro/capo: costo totale di gestione/numero capi - Valore in euro/kg carne: costo totale di gestione/quantità di carne prodotta - Valore in euro/m 3 di refluo: costo totale di gestione/quantità di effluente prodotta Pertanto, il costo annuale totale di ,00 euro e di 0,143 euro/kwh diventa: Conto economico SUINO ADULTO (160 kg p.v.) (euro/capo) (euro/kg carne) (euro/m 3 ) Produzione annuale Capi (n) Carne (kg) Refluo (m 3 ) suini scrofe Costo totale di gestione dell impianto per la produzione di biogas 27,77 0,16 5,2
50 3. Produzione di energia Ricavi I ricavi sono stimati in base all attuale tariffa incentivante in vigore in Italia fino al 31 dicembre Il valore dell incentivo è pari a 0,28 euro/kwh, per ogni unità prodotta ed immessa in rete. Tipologia animale e peso vivo Produzione liquame e letame (m 3 /capo/anno) Energia elettrica (kwh/ton) Energia elettrica per capo (kwh/capo) Ricavi da energia elettrica (euro/capo) Ricavi da energia elettrica (euro/kg carne) Ricavi da energia elettrica (euro/kg latte) Suino pesante (160 kg) 4,3 (liquame) 36,45 156,73 43,88 0, Scrofe e suinetti (260 kg) 9,6 (liquame) 36,45 350,00 98,00 0, I valori di ricavo devono essere ridotti della quota di energia utilizzata per autoconsumo e per attivare i processi di denitrificazione. Pare opportuno utilizzare un valore intorno al 15%. Pertanto, nel prosieguo della valutazione i valori di ricavo sono i seguenti: Tipologia animale e peso vivo Ricavi da energia elettrica (euro/kg carne) Suino pesante (160 kg) 0,274 * 0,85% = 0,233 Scrofe e suinetti (260 kg) 0,377 * 0,85% = 0,320 La media dei ricavi è, pertanto, pari a (0,233* capi + 0,320*1.000)/6.250 = 0,25 euro/kg carne
51 Fase 3 Per la terza fase della filiera si imputano valori di ricavi e di costo. CONTO ECONOMICO (euro/kg carne) (euro/kg latte) Conto economico (anno 2012): stima Suino grasso da carne Fase 1 Fase 2 Parziale Fase 3 Fase 4 Totale Capitoli di bilancio Allevamento Trasporto reflui Fase 1 e 2 Digestione anaerobica COSTI 1,37 0,18 1,55 0,16 RICAVI 1,40 1,40 0,25 UTILE + 0,03-0,18-0,15 + 0,09 Riduzione azoto Processo integrato
52 4. Denitrificazione del digestato Tecnologia Obiettivo della fase di processo è la riduzione del carico di azoto, attraverso 2 possibili vie: 1) Dispersione in atmosfera in forma non inquinante; 2) Raccolta dell azoto in esubero attraverso processi chimici. a) Processo biologico: tecnica nitro-denitro L'impianto a flusso continuo è caratterizzato dall'utilizzo di vasche continuamente alimentate per lo svolgimento delle reazioni biologiche. E necessaria una fase primaria di separazione solido-liquido (2) che riduca i solidi grossolani e, in parte, i carichi da trattare. Il liquame chiarificato viene alimentato alla vasca di denitrificazione (3), da questa passa alla fase ossidativa per la nitrificazione (4). Questo schema prevede, quindi, un consistente ricircolo di miscela aerata contenente nitrati alla vasca di denitrificazione e ciò comporta un rilevante consumo energetico. 2 separatore N 2 Ioni di azoto Fanghi in esubero Sedimentatore 5 Digestato Pre-vasca 1 miscelatore Denitrificazione ossigenatori Fase aerobica Nitrificazione 3 4 ossigenatori Scarico Stoccaggio
53 b) Processo chimico: tecnica di strippaggio dell ammoniaca La frazione liquida del refluo digestato proveniente dalla separazione (1) viene preriscaldata e rilanciata in continuo in una vasca per la correzione del ph prima di essere indirizzata alla sezione di trattamento dell ammoniaca (2). L ammoniaca rimossa dalla fase liquida e trasferita alla fase gassosa nello strippaggio, viene successivamente assorbita nella torre di strippaggio. Il contatto bifasico tra la fase liquida contenente ammoniaca e l aria di strippaggio è realizzato in una colonna a corpi di riempimento con temperature di esercizio relativamente elevate di circa 55 C. L aria ammoniacale in uscita dalla tesa dello stripper viene aspirata da un apposito ventilatore ed inviata alla base della colonna di assorbimento (3). Nella colonna, dotata di anelli di riempimento, l aria ammoniacale viene a contatto con un flusso di acido solforico introdotto nella parte superiore per mezzo di una pompa di rilancio. L acido solforico reagisce con l ammoniaca contenuta nell aria, salificandola, fino a produrre solfato ammonico, che viene estratto e confezionato (4). 1 Processo di strippaggio 3 Digestato 4 Il solfato di ammonio può essere commercializzato a titolo minimo del 6% di azoto (ai sensi del D.Lgs. 217 del 29/04/
54 4. Denitrificazione del digestato Stima dei costi di processo Stima del costo di gestione annuale di un impianto per la rimozione dell azoto Si propone una stima di carattere esemplificativo dell incidenza del processo di denitrificazione sul conto economico dell intera filiera zootecnica. Il valore presunto di realizzazione e di gestione dell impianto è parametrizzato alle unità utilizzate per le precedenti fasi: capo, unità di carne e di latte prodotta e unità di refluo trattato. Capitoli di spesa Valore Stima del costo di rimozione dell azoto: impianto e gestione (euro) - Opere civili ,00 - Impianti ,00 TOTALE: ,00 Volume totale refluo annuale Si ipotizza che un impianto di 150 kw produca circa tonnellate di digestato Voci di bilancio Valore (euro/m3) - Costo di ammortamento (*) 1,67 - Costo di gestione ed energetico (**) 2,25 - Costo totale 3,92 (*) Per il calcolo dell ammortamento dell impianto si considera un tempo di 15 anni e, pertanto: euro/15 anni/ m 3 = 1,67 euro/m 3 (**) I consumi energetici sono elevati: si possono considerare circa 6-8 kwh per Kg di azoto rimosso, pari a circa 20/25 kwh per metro cubo di digestato, per cui: 22,5 kwh/m 3 0,10 euro/kwh = 2,25 euro/m 3
55 In base ai dati ed ai valori indicati, il costo totale annuale presumibile è pari a euro, da cui si possono definire i seguenti valori unitari. Si ricorda che il trattamento si effettua sul digestato, che per un impianto di 150 kw risulta essere circa di t/anno. Stima del costo di rimozione dell azoto nella filiera zootecnica Conto economico SUINO ADULTO (160 kg p.v.) (euro/capo) (euro/kg carne) (euro/m 3 ) Produzione annuale Capi (n) Carne (kg) Digestato (m 3 ) Costo totale di gestione dell impianto per la denitrificazione 7,52 0,047 3,92
56 4. Denitrificazione del digestato Ricavi del processo I processi di denitrificazione possono avere efficienze di trattamento molto diversificate, ma in linea generale si può asserire che una quota pari al 70% sia un effetto finale accettabile e raggiungibile senza un aggravio di costo sul bilancio dell impresa particolarmente significativo. Su tale ipotesi di riduzione dell azoto si impostano i ricavi ottenibili, valutati come contenimento del costo di adeguamento alla Direttiva Nitrati. Stima dell efficienza di rimozione dell azoto e del costo di processo TIPOLOGIA EFFICIENZA DI RIMOZIONE sul totale in ingresso (%) COSTO per unità di liquame Solidi Azoto (N) Fosforo (P) euro/m 3 SBR senza separazione ,4-3,6 SBR con separazione (*) ,1-4,7 I ricavi di questa fase sono calcolati come riduzione del costo di trasporto per una riduzione del 70% del carico di azoto VOCI DI COSTO SUINO ADULTO (160 kg p.v.) (euro/capo) (euro/kg carne) (euro/m 3 ) MEDIA 29,7 0,18 6,90 Ricavi calcolati 20,8 0,13 4,83
57 Fase 4 Per la quarta fase della filiera si imputano valori di ricavi e di costo. CONTO ECONOMICO (euro/kg carne) (euro/kg latte) Conto economico (anno 2012): stima Suino grasso da carne Fase 1 Fase 2 Parziale Fase 3 Fase 4 Totale Capitoli di bilancio Allevamento Trasporto refluo Fase 1 e 2 Digestione anaerobica Riduzione azoto Processo integrato COSTI 1,37 0,18 1,55 0,16 0, RICAVI 1,40 1,40 0,25 0,13 1,78 UTILE + 0,03-0,18-0,15 + 0,09 + 0,08 + 0,02
58 5. Separazione del digestato Tecnologia La migliore gestione del digestato anche dopo la denitrificazione è la separazione solidoliquida che permette di avere due fasi distinte: FASE SOLIDA da utilizzare in forma palabile sui terreni ed eventualmente da essiccare con il calore prodotto dal digestore; FASE LIQUIDA da utilizzare come fertirrigazione. Separatore VERTICALE Separatore ORIZZONTALE
59 Bilancio economico del processo integrato Scenari di intervento per la riduzione dei costi di una filiera zootecnica integrata e la valorizzazione del processo in un ottica di sostenibilità ambientale Scenari Costo per l impresa Gestione dell azoto dei reflui Effetti economici sulla filiera zootecnica Reperimento terreni Variabili in funzione della scarsità SUFFICIENTE Aumento dei costi di gestione Impianti di separazione dei reflui Fase solida e liquido chiarificato Separatore a elica ( euro) MEDIO Aumento dei costi di gestione Possibili ricavi solo nel caso di vendita della fase solida Impianti di denitrificazione Tecnica chimica/biologica Strippaggio dell ammoniaca ( euro) BUONO Elevato aumento dei costi di gestione (Insostenibile) Impianto di digestione anaerobica Processi di denitrificazione Digestore anaerobico ( euro) Strippaggio dell ammoniaca ( euro) MOLTO BUONO BILANCIO POSITIVO L utile che si determina alla fine del processo integrato può permettere una valorizzazione dell intera filiera
60 ECONOMIA AMBIENTALE E TERRITORIALE Biodiversità e sostenibilità economica Valutazione economica e gestione delle razze zootecniche autoctone Livestock biodiversity. Genetic and economic resources of Lombard territory Economy and zootechnical biodiversity: some reflections Biodiversity and quality of life. The biological consumers judgement to evacuate biodiversity Management tools for agricultural biodiversity: a model for the classification of autochthonous livestock breeds Ipotesi di sostenibilità economica per l'allevamento bovino di razza Bianca Val Padana La tutela della biodiversità zootecnica. Ipotesi di reintroduzione nell allevamento ovi-caprino di razze autoctone lombarde
61 ECONOMIA AMBIENTALE E TERRITORIALE Gestione sostenibile Analisi multi-attributo della sostenibilità agricola della Regione Lombardia Osservatorio economico- ambientale per l innovazione e la gestione sostenibile del Parco Agricolo Sud Milano Governance territoriale L utilizzo di indicatori ambientali, economici e sociali come supporto decisionale per l avanzamento delle aziende agricole verso la sostenibilità For a new policy of valorisation of mountain areas. The case of organic milk Territorial analysis in support of policy-making. A conceptual and methodological model
62 IL PROGETTO BIOGESTECA Piattaforma di biotecnologie verdi e di tecniche gestionali per un sistema agricolo ad elevata sostenibilità ambientale Diverse linee di studio WP1 - Gestione dei fertilizzanti WP2 Efficienza dei nutrienti minerali WP3 - Risorsa idrica nella coltivazione del riso WP4 - Biocontrollo WP5 - Esplorazione della variabilità genetica e scelte varietali WP6 - Utilizzo di reflui e residui per la produzione di energia e fertilizzazione dei terreni WP7 - Valutazione tecnica, economica e ambientale Multidisciplinarietà Diversi temi, diversi approcci, diverse informazioni raccolte Esiste la possibilità di valutare la sostenibilità complessiva di un sistema di produzione agricolo? COME VALUTARE? Analisi della sostenibilità dell attività agricola
63 Obiettivi della ricerca VALUTAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ DELL ATTIVITÀ AGRICOLA Quali parametri misurano la sostenibilità agricola?! Definizione di un set di indicatori per l analisi Come valutare la sostenibilità agricola?! Tecniche analitiche multi-criterio georeferenziate con aggregazione su base comunale Quale utilità ed impatto?! Possibile coinvolgimento del decisore politico nella creazione di uno strumento di misurazione della sostenibilità su scala territoriale
64 FASE 1 - Definizione del set di indicatori 1.a Identificazione e valutazione delle fonti di dati (Siarl, Istat, DG Agricoltura Regione Lombardia, ecc ); 1.b Definizione di un elenco di indicatori per la sostenibilità dell attività agricola; Pilastro Cosa misuriamo Calcolo Economia Intensità zootecnia UBA/SAU Economia Manodopera ULU/SAU Economia Intensità attività agricola SAU/Superficie Economia Dimensione economica (Indice UDE*#aziende)/SAU Economia Dimensione aziende #Centri Aziendali/SAU Economia Modernità azienda - Qualità del parco macchine Indice composito (#macchine, età, potenza) Economia Modernità azienda - Caratteristiche prorietari Età del proprietario Economia Lavoro agricolo Lavoratori in agricoltura/residenti comune Ecologia Attività agroambientali SAU a misura 214 (anno più rappresentativo)/sau Ecologia Investimenti non produttivi SAU a misura 216 (anno più rappresentativo)/sau Ecologia Imboschimento SAU a misura 221 (anno più rappresentativo)/sau Ecologia Agricoltura Biologica SAU a biologico/sau Ecologia Allevamento Biologico UBA a biologico/sau Ecologia Agricoltura in aree protette SAU a Parco/SAU Ecologia Utilizzo fertilizzanti? Ecologia Gestione dell'acqua? Ecologia Consumo energia - Potenza macchine agricole? Ecologia Consumo energia - Elettricità? Società/Multifunzionalità Servizi agrituristici #Aziende agrituristiche Società/Multifunzionalità Servizi agrituristici #Posti letto/#aziende agrituristiche Società/Multifunzionalità Servizi agrituristici #Coperti/#Aziende agrituristiche Società/Multifunzionalità Diffusione cultura rurale #Aziende con fattorie didattiche Società/Multifunzionalità Mantenimento paesaggio rurale #Fabbricati rurali/superficie comunale Società/Multifunzionalità Prodotti tipici #Prodotti tipici nel comune/#prodotti tipici regionali Società/Multifunzionalità Produzione energie rinnovabili? Società Densità di popolazione Grado di urbanizzazione 1.c Valutazione indicatori in base ai dati e all opinione di esperti
65 FASE 2 - Calcolo degli indicatori 2.a Calcolo degli indicatori per comune; 2.b Georeferenziazione del database su QGIS GRASS; Indice UDE
66 Scelta tecnica: FASE 3 - Analisi multi-criterio Dominance-based Rough-set Approach DRSA Prova/validazione DRSA su Area Regione Lombardia (PASM) Informazioni primitive ed elaborate INDICATORI UTILI SUP_COMUNE_HA RESIDENTI Aziende_operanti UBA SAU_HA BOSCO_HA SAT_HA SAU_BIO D_214 @#SEDUTE RESsuKM AZsuKM SAUmedia SAUsuSUP UBAsuSAUHA BOSsuSAU BIOsuSAU D_214suAZ D_216suAZ D_221suAZ Valutazione dell esperto
67 Prova DRSA su PASM Dalla valutazione parziale alle regole di classificazione
68 Prova DRSA su PASM...fino all espansione delle regole sul territorio
69 ALTRE OPZIONI PER USO DSRA UTILITA ANALISI scoprire le caratteristiche condivise da unità in cui si verifica il medesimo fenomeno APPLICAZIONE IPOTETICA Risposta al quesito: Quali sono le caratteristiche delle aree a bassa/media/alta sostenibilità della prod. agricola? Issue #1: Cosa definisce l agricoltura sostenibile? Issue #2: Come integrare le richieste del committente?
70 L Osservatorio Economico-Ambientale per l innovazione del Parco Agricolo Sud Milano Obiettivo del progetto Sviluppare un supporto informativo continuo utile al Parco Agricolo Sud Milano per la valutazione della propria programmazione politica nell ottica di ausilio all imprenditore agricolo e di attestazione delle esternalità positive derivanti dalle iniziative intraprese a favore del Parco, applicando una visione di politica attiva dal basso (imprenditori agricoli) verso l altro (policy-maker), come auspicato dall Unione Europea. Progetto articolato in 3 fasi e in 3 anni
71 L agricoltura nel Parco Agricolo Sud Milano Zootecnia e colture cerealicole e foraggere Zootecnia e colture cerealicole e foraggere Risicoltura Risicoltura, Zootecnia, colture cerealicole e foraggere
72 Il campionamento delle aziende delparco Agricolo Sud Milano 24 con Marchio «Azienda Agricola produttore di qualità ambientale» 8 Aziende biologiche o in conversione 50 Aziende Zootecniche specializzate Zootecniche non specializzate Cerealicole Risicole Miste 14 Aziende multifunzionali Differenti indirizzi produttivi (Cod.OTE) Distribuzione geografica nei 4 comparti Differenti dimensioni economiche aziendali (Class. UDE)
73 La valutazione della sostenibilità: il Metodo IDEA Indicateurs de Durabilité des Exploetations Agricoles Strumento diagnostico basato su calcoli, osservazioni e misurazioni dirette in grado di valutare, sulla base di indicatori quantitativi, i punti di forza e di debolezza del sistema produttivo, e individuare modalità di miglioramento verso la sostenibilità 42 Indicatori 3 Componenti 3 Scale di Sostenibilità Economica Agro-ambientale Socio-territoriale Valido strumento in alternativa a sistemi poco rispondenti alla necessità di coinvolgere il tema della sostenibilità dal punto di vista economico, ma anche da quello ambientale e sociale.
74 La valutazione della sostenibilità: il Metodo IDEA SCALA COMPONENTI INDICATORI Economica Ambientale Socio-territoriale Redditività Indipendenza Trasmissibilità Efficienza Biodiversità Gestione dello spazio Pratiche colturali Qualità dei prodotti e del territorio Etica e sviluppo umano Lavoro e servizi Indicatori derivati dal modello di bilancio riclassificato Indicatori IDEA adattati alle caratteristiche agroterritoriali del Parco Agricolo Sud Milano Indicatori IDEA adattati al contesto socio-territoriale del Parco Agricolo Sud Milano
75 La raccolta dei dati nelle aziende del Parco Agricolo Sud Milano Interviste dirette in azienda con appositi questionari Raccolta dati tramite SIARL
76 I risultati ottenuti: un azienda convenzionale ed una biologica AZIENDA CONVENZIONALE: Migliori performances economiche, soprattutto per via della maggiore dimensione dell azienda convenzionale. AZIENDA BIOLOGICA: Migliori performances agro-ambientali: fertilizzanti organici, assenza di fitosanitari e meno prodotti veterinari. Migliori risultati socio-territoriali: maggiore qualità dei prodotti e certificazione, qualità del territorio e del paesaggio.
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