Javier Grossutti, Università degli Studi di Trieste L EMIGRAZIONE DAL FRIULI VENEZIA GIULIA IN CANADA

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1 Javier Grossutti, Università degli Studi di Trieste L EMIGRAZIONE DAL FRIULI VENEZIA GIULIA IN CANADA 1. La nuova Francia. Il Canada, antica colonia francese: l emigrazione tra Ottocento e Novecento Nel 1873 Gustave Bossange, agente del governo canadese e della linea di navigazione Allan, pubblica a Parigi un libello propagandistico in lingua italiana: La nuova Francia. Il Canada, antica colonia francese. Appello alle classi operaie 1. Bossange descrive il Canada come una enorme regione per gran parte di lingua e civiltà francese, dove gli italiani possono trovare tutto quello che sperano di trovare in Francia senza però la concorrenza degli operai francesi. L affinità linguistica e culturale è messa in grande evidenza perché la vicinanza etnica dovrebbe rassicurare i potenziali emigranti italiani. Le maggiori garanzie che il Canada può presentare in alternativa all America Latina e la maggior brevità del tragitto in mare rispetto a quest ultima (10 o 12 giorni invece dei 25 o 30 giorni richiesti da Brasile e Argentina) potrebbero, inoltre, costituire fattori determinanti nella scelta della meta migratoria. Nel libello di Bossange, Parigi e Le Havre sono i due punti di raccolta degli emigranti italiani. Si parte da Parigi, gare St. Lazare, alle minuti della sera di mercoledì, si arriva a Le Havre alle 6 della mattina. Philippe Winterter, locandiere, rue de Percanville n. 20, accoglie gli emigranti al treno, li conduce al suo albergo, poi all Ufficio del Governo canadese, al numero 51 del Quai d Orleans. Qui l agente del governo canadese si incarica di vidimare i contratti, di trasferire a bordo i bagagli. Nel venerdì avviene l imbarco a Le Havre per Liverpool dove si arriva la domenica mentre, una decina di giorni dopo, si raggiunge finalmente territorio canadese. Negli ultimi decenni dell Ottocento, tuttavia, i friulani che si trasferiscono in Canada sono pochissimi. Nel triennio , i cancellati per la nuova Francia segnalati dalle autorità italiane (che aggregano emigranti canadesi e statunitensi ) sono soltanto quattordici, mentre nel (quasi) quarto di secolo che trascorre dal 1879 al 1 Cfr. Gustave Bossange, La nuova Francia. Il Canada, antica colonia francese. Appello alle classi operaie, Paris, Allan Lines Agent, 1873.

2 1902 appena trentuno. Un anno prima, in occasione della visita a Udine del console generale d Italia nel Canada, il friulano Giuseppe Solimbergo, il quotidiano La Patria del Friuli riporta alcune osservazioni del console circa caratteristiche e consistenza della comunità italiana nel paese dell America del Nord: I nostri emigranti sono generalmente poveri; a Montreal la colonia italiana stabile è di circa individui; ve n ha circa 600 a Toronto; qualche centinaio a Ottawa, meno a Quebec. Vi hanno poi dei nuclei più o meno importanti sparsi nella provincia di Ontario, a Winnipeg, nel Manitoba; e più numerosi e più densi nella Colombia inglese e specialmente nell isola di Vancouver, dove ne sono segnalati pare erroneamente 8.000; certo però ve ne ha qualche migliaio. Impossibile determinare con qualche precisione il numero complessivo 2. Nei primi mesi del 1901 una numerosa serie di articoli apparsi sui quotidiani friulani Giornale di Udine e La Patria del Friuli dissuadono i potenziali interessati a trasferirsi nel paese dell America del nord informandoli sulle gravissime conseguenze originate dall emigrazione in Canada 3. Il Giornale di Udine riferisce i primi risultati di un indagine avviata nel febbraio 1901 dal Corriere della Sera su una emigrazione numerosissima e misteriosa verso la frontiera svizzera. Gli emigranti, quasi tutti uomini, erano concentrati a Chiasso di dove poi proseguivano pel nord. A Chiasso, per conto degli agenti di una misteriosa società, firmavano un contratto per lavori da eseguirsi al Canada, dove si diceva fosse diretta quella grossa [circa 2.500] fiumana di emigranti. In effetti, contrariamente ai rumori che si erano diffusi a Chiasso (secondo i quali gli emigranti sarebbero stati arruolati dall Inghilterra per condurli nel Transvaal), il giornale milanese poté effettivamente accertare destinazione e meccanismo d ingaggio dei lavoratori italiani: Il corrispondente narra che gli emigranti, attratti da 2 Cfr. Gli italiani nel Canada, in La Patria del Friuli, 23 marzo Particolarmente interessante è la relazione del console Solimbergo Il Canada sotto l aspetto economico e politico. Rapporto del Comm. Giuseppe Solimbergo R. Console Generale in Montreal, in Bollettino del Ministero degli Affari Esteri, marzo 1901, n. 190, pp Cfr. L emigrazione al Canada, in Giornale di Udine 9 maggio 1901.

3 promesse di grandi lavori e di lauti guadagni, pagarono ciascuno 200 lire per essere ingaggiati, avendo diritto al viaggio da Chiasso e al vitto soltanto durante il viaggio per mare 4. La vicenda, aggravata dallo scoppio di due casi di vaiolo tra i 250 italiani a bordo di uno dei piroscafi in quarantena presso Quebec, suscita un interrogazione parlamentare degli onorevoli Morpurgo, Pozzo, Marco e Cottafavi 5. Secondo il giornale milanese, gli emigranti avrebbero dovuto essere mandati a lavorare nell ovest del paese, sulle ferrovie della British Columbia, anche se, in realtà, ben due terzi sarebbe finito negli Stati Uniti 6. Qualche mese più tarde il Giornale di Udine torna sull argomento debellando i veri obiettivi di chi aveva ingaggiato gli emigranti, le cui condizione, secondo il giornale, non sono ora affatto cattive. Infatti notizie pervenute al nostro governo da Montreal recano che al Canada italiani disoccupati non ce ne sono; anzi per causa dello sciopero dei braccianti impiegati dalla Canadian Pacific Railway Co. c è molta scarsità d uomini, tanto che questa società ferroviaria fa venire italiani dagli Stati Uniti per conto proprio, facendosi responsabile delle violenze che potrebbero commettere gli scioperanti contro gli italiani che vanno a sostituirli 7. L avvio di questo flusso di emigranti italiani, che avrebbero dovuto sostituire come crumiri i lavoratori in sciopero della Canadian Pacific Railway (CPR), è risultato dall accordo tra la compagnia delle ferrovie e Antonio Cordasco, agente marittimo, banchista e direttore di un agenzia di collocamento nella città di Montreal. Questo grosso padrone (boss) diventò, quindi, agente esclusivo della CPR e, insieme ad Alberto Dini (che era, invece, al servizio della Grand Trunk Railway) si spartì il reclutamento e l organizzazione della manodopera italiana condotta nel Dominion, dall Italia, ma anche dalle Little Italies degli Stati Uniti. Questi mediatori tra forza 4 Cfr. L emigrazione nel Canada, in Giornale di Udine, 10 maggio Cfr. Per gli emigranti del Canada, in Giornale di Udine, 13 maggio Cfr. Dolorose condizioni nel Canada degli emigranti italiani, in La Patria del Friuli, 7 maggio Cfr. Gli italiani al Canada, in Giornale di Udine, 23 luglio 1901.

4 lavoro e capitale avevano il compito di ingaggiare della manodopera docile, specialmente cinesi, galiziani e italiani per i lavori estivi della ferrovia: per questi ultimi, Dini e Cordasco dovevano negoziare con gli agenti in Svizzera, che erano i reclutatori diretti della manodopera. Nel 1901 i friulani non sembrano aver preso parte a questo commercio dell emigrazione. Solo nel 1903, quando la Canadian Pacific Railway ingaggia, tramite Cordasco, più di tremilacinquecento italiani (provenienti soprattutto dalle province meridionali, dal Veneto e dal Friuli), il Ministero di Agricoltura Industria e Commercio segnala la cancellazione per il Canada di duecentosei persone originarie dalla provincia di Udine. Il 10 marzo, per esempio, la cronaca giornalistica segnala la partenza, via Chiasso, di 45 uomini provenienti dal distretto di Codroipo, affatto poveri perché tutti possedevano circa 400 lire, e lasciarono a Sedegliano stabili, animali e campi, e si decisero a prendere la via del Canada e non dell Austria, perché alcuni di Sedegliano che già si trovano al Canada, in pochi mesi mandarono a casa forti somme di denaro e assicurarono per lettera che un manuale muratore nel Canada guadagna circa 2 dollari e mezzo al giorno, cioè più di lire 14,50 8. Due giorni dopo, lasciano Sedegliano per Chiasso e il Canada altri trentotto emigranti 9. Si tratta, in quasi tutti i casi, di emigranti stagionali o pluriennali, di target migrants, secondo la definizione di Robert Harney, vale a dire, di persone che emigravano per raccogliere il denaro sufficiente per un determinato scopo e quindi intendevano rimanere nel paese ospite solo per un periodo limitato di tempo, in funzione dello scopo ( target ) che si erano prefissi. Non erano venuti nel Nord America per stabilirvisi, ma per guadagnare abbastanza da cambiare le proprie condizioni di vita nel vecchio mondo. Come aggiunge Harney, una sola campagna di lavoro li metteva in condizione di risparmiare denaro da spedire a casa; e, restando 8 Cfr. Emigranti per il Canada. Da Codroipo, in La Patria del Friuli, 12 marzo Cfr. Emigranti per il Canada, in La Patria del Friuli, 12 marzo 1903.

5 per più stagioni, potevano racimolare un gruzzolo tale da non dovere più ritornare 10. Non a caso, infatti, nel periodo, la media delle rimesse provenienti dal Canada, pari a 221 lire, era la più alta tra quelle inviate dai paesi di emigrazione oltreoceano maggiormente frequentati dagli italiani (Argentina 194 lire, Stati Uniti 185, Brasile 168) 11. I vantaggi economici offerti dal lavoro in Canada sembrano attirare i quasi ottocento friulani, in buona parte originari dal distretto di Codroipo, che raggiungono il paese del nord America nel corso del L 11 febbraio, per esempio, il quotidiano La Patria del Friuli anticipa l emigrazione di una cinquantina di lavoratori attratti da coloro che li hanno preceduti nel Canada, da dove scrivono di trovarsi bene e che percepiscono alti salari 12. Qualche settimana dopo, una ventina di Codroipo, altri di Zompicchia, Bertiolo, Biauzzo e dei paesi vicini, in tutto centocinquanta persone, muovono dalla stazione ferroviaria della città del medio Friuli. Ormai il Canada può chiamarsi la terra promessa per i nostri operai i quali a centinaia partono per quella lontana destinazione. Sono provetti muratori, falegnami, ecc. ecc. che qui trovano scarso lavoro 13. Venerdì 11 marzo il sindaco di Sedegliano Bernardino Berghinz saluta e fornisce interessanti comunicazioni a quanti si apprestano a realizzare la traversata atlantica. Alla volta del Canada, ventidue operai della frazione di Gradisca e paesi vicini raggiungono la stazione ferroviaria di Codroipo sopra un carro, a suon di armonica e con la bandiera tricolore in testa 14. Il corrispondente di San Vito al Tagliamento de La Patria del Friuli porge gli auguri di buon viaggio ai compaesani, circa venti tra muratori, falegnami, scalpellini e braccianti, che partono per il Canada il 14 marzo 15. Nel pomeriggio del 5 aprile, il piazzale della stazione di Codroipo è praticamente invaso da frotte di emigranti in partenza per il Dominion. Contai una lunga fila di carrette tirate da cavalli ed asini; bandiera in testa e bandiera in coda. Gli emigranti attraversarono il paese cantando, seguiti dai parenti ed amici, osserva il corrispondente da Codroipo, che informa 10 Cfr. Robert Harney, Il re dei lavoratori italiani di Montreal: un caso esemplare di padronismo, in Id., Dalla frontiera alle Little Itlalies. Gli italiani in Canada , Roma, Bonacci Editore, 1984, pp Ibidem, pp. 145 e Cfr. Codroipo. Continua l emigrazione per il Canada, in La Patria del Friuli, 11 febbraio Cfr. Verso la terra promessa, in La Patria del Friuli, 7 marzo Cfr. Emigrazione per il Canada, in La Patria del Friuli, 15 marzo Cfr. Partenza pel Canada, in La Patria del Friuli, 17 marzo 1904.

6 anche della partenza di Giovanni Lunazzi, maestro delle scuole elementari di Baracetto e di Nogaredo di Prato 16. Il tono festivo della partenza si contrappone alle prime notizie negative provenienti da oltreoceano che il quotidiano La Patria del Friuli anticipa nei primi giorni di maggio e descrive, con dovizia di particolari, verso la fine del mese. Il racconto sulla situazione degli emigranti friulani da poco arrivati in Canada è affidata proprio ad uno di loro, Enrico Cengarle di Codroipo, un bravo operaio, fra gli ultimi partiti, e fra i più entusiasti nel decidersi a recarsi in quella terra. Quella del Cengarle sarebbe una tra le tante lettere sconfortanti pervenute da oltreoceano: riferisce del pessimo trattamento avuto durante il viaggio, dell arrivo a Montreal accolti da uno stuolo di figli d Italia che imploravano pane e lavoro, dell impossibilità di trovare lavoro. Enrico Cengarle punta il dito contro gli assassini degli operai tra i quali è quella buona lana di Antonio Cordasco il quale scrisse in Italia al sig. Paretti di spedire dieci mila operai mentre qui ce ne sono anche troppi. Egli per ogni operaio da occupare pretende 3 dollari eppoi chi sa quando il lavoro verrà. Nella primavera del 1904, infatti, la minore richiesta di lavoratori, il tardo disgelo e la cupidigia di Cordasco, che aveva arruolato un numero eccessivo di lavoratori, porta sull orlo del fallimento il commercio dell emigrazione gestito da questo padrone. Tra giugno e luglio 1904, il vice ministro del lavoro canadese avvia un inchiesta su Antonio Cordasco cui segue un ulteriore indagine promossa da una commissione reale sulle pratiche d affari fraudolente. La situazione dei nuovi emigranti è insostenibile: Qui non si fa che girare su e giù per la città inoperosi scrive Enrico Cengarle. E aggiunge: Se le nostre bramazioni gioveranno, coloro che dissero tanto bene di questa terra matrigna e Paretti che ci lusingò col dirci che magari 50 mila operai avrebbero trovato lavoro e tante altre fandonie, non avranno più bene, perché sentiranno il rimorso di avere gettato nella miseria e nel dolore tante povere famiglie 17. Nella sua lettera, il Cengarle, getta allo scoperto il sistema di intermediazione che lega padroni, agenti e sub-agenti da una parte all altra dell Oceano. Il datore di lavoro canadese (in particolare le industrie a lavoro 16 Cfr. Codroipo. Un maestro partito per il Canada perché non ha più fiducia nei ministri della Pubblica Istruzione, in La Patria del Friuli, 6 aprile Cfr. Codroipo. Brutte campane dal Canada, in La Patria del Friuli, 29 maggio Sul numero del 10 maggio si veda inoltre l articolo Cose del Canada.

7 intensivo, come le ferrovie e le fonderie) era in stretto contatto con gli intermediari locali come Antonio Cordasco e Alberto Dini che, a loro volta, erano coadiuvati da agenti e sub-agenti che nelle diverse regioni italiane e a Chiasso controllavano il reclutamento e il trasporto della manodopera. Antonio Paretti, agente della compagnia di navigazione La Veloce a Udine, era uno dei tanti contatti di Cordasco in Italia e numerose sono le lettere che intercorrono tra i due nel corso del In una di queste Cordasco ricorda a Paretti il profilo dei lavoratori richiesti nelle ferrovie canadesi (manovali e non invece operai specializzati) e lamenta che egli avesse mandato tagliapietre al posto di manovali 18. Non è dato capire se sia questa la situazione del Cengarle, vale a dire se anche egli come bravo operaio rientrasse tra le categorie lavorative meno richieste. Il quotidiano udinese, tuttavia, garantisce sulla buona fede di Paretti uomo serio e di coscienza, e non di quelli che spacciano «fandonie» pur di aumentare magari d un solo il numero degli emigranti. Interpellato da La Patria del Friuli, Antonio Paretti sostiene di non aver mai conosciuto il suo accusatore, il cui nome non figura nei registri degli emigranti della sua agenzia. Il giornale udinese aggiunge, inoltre, che il signor Paretti non ha però mai dato a nessuno informazioni su quel che li attendeva nei paesi dove emigravano, ma sempre li consigliò a rivolgersi al Segretariato della Emigrazione, che è istituito appositamente a tale scopo e con il quale il signor Paretti si è sempre mantenuto in ottimi rapporti 19. Nella primavera 1904, tramite il Segretariato dell Emigrazione di Udine, la Società di protezione degli emigranti italiani di Boston sconsiglia la partenza per il Canada perché la stagione di lavoro è quasi abortita e nell inverno si è costretti ad ozio forzato a causa del clima. Secondo la Società, a causa dell esuberanza di braccia, i cantieri canadesi sarebbero assediati da gente che si offre di lavorare con paghe meschinissime 20. La lettera inviata da Jackfish, piccolo villaggio a nord del Lago Superiore, da Ferdinando Della Picca, nato a Pantianicco nel 1870 e partito alla volta del Canada nel 1903, descrive tribolazioni e imbrogli cui sono oggetto gli emigranti 18 Cfr. Robert Harney, Il re dei lavoratori italiani di Montreal, op. cit., p Cfr. A proposito di una lettera da Canada, in La Patria del Friuli, 30 maggio Cfr. L emigrazione al Canada, in La Patria del Friuli, 1 giugno 1904.

8 pantianicchesi, friulani e italiani in generale. Dall arrivo al porto di New York, al viaggio in treno fino a Montreal, al cambiavalute nella banca locale, all iscrizione presso il locale ufficio di collocamento (che il Della Picca definisce magazzino delle Braccia da lavoro ), fino al raggiungimento del posto di lavoro a 200, 300 chilometri dentro nei boschi fra gli scioperi, l emigrante è sempre truffato. Nel 1903 partono da Pantianicco 48 persone per la nazione dell America del nord: di queste ben 21, rientrate dopo qualche anno in paese, raggiungeranno l Argentina per fare gli infermieri. Evidentemente le notizie sulle precarie condizioni dei pantianicchesi in Canada raggiungono senza indugio i compaesani rimasti in patria. Sono, tuttavia, le scarse possibilità di risparmio che sembra offrire il lavoro canadese a trattenere eventuali nuovi emigranti e dopo il 1903 i registri anagrafici comunali non segnalano altre partenze per il paese dell America del Nord. Segnala Ferdinando Della Picca: Giunge il giorno ultimo del mese, il giorno della paga e fra una spesa e l altra, si ruba il denaro rimanente, ed il lavoratore è così costretto a rimanerne sprovvisto. Ed allora?... Cose tristi, dolorose: Si maledice si impreca si fanno complotti. Si maledice il Sindaco che fece il passaporto si maledice anche la patria nostra: l Italia in somma scene rabbiose commoventi che fanno strasciare il cuore ad ogni persona cosciente!... Che cosa si decide in questi frangenti? Scappare scappare alla fortuna di Dio. Di queste cose accadono tutti i giorni, tanto è vero che alla ferrovia della Compagnia Crad Fruck Anor R [Grand Trunk Railway] Canada Ontario si trovano più di 500 persone della nostra provincia che sono rimaste senza vestiti, e ciò dopo che furono sfruttati in tanto barbaro modo Cfr. Dal Canada. Lettera di un nostro comprovinciale, in La Patria del Friuli, 30 luglio 1904.

9 Secondo il Della Picca gli emigranti friulani sarebbero originari della zona di Bertiolo, Barazzetto, Coseano, Pantianicco, Codroipo, Camino di Codroipo e Villaorba. Il 5 agosto 1904 lo stesso quotidiano pubblica ancora una Interessante lettera di un comprovinciale dal Canada. Questa volta il messaggio che Daniele Iem propone da New Rochelle, nello stato di New York, è del tutto esplicito: Non venite al Canada. La lettera si articola in 12 paragrafi numerati che illustrano la precaria situazione degli emigranti approdati in Canada dove vi è grande scarsezza di lavoro, anche perché la nuova linea ferroviaria che si doveva costruire è rimasta sospesa. Il discorso di Daniele Jem conferma, quindi, l approdo lavorativo principale degli italiani, ma anche il ruolo come crumiri svolto spesso dagli emigranti. Finora gli immigrati venuti qui oltrepassano i 45 e 50 mila. Il segretario dell emigrazione si è messo d accordo con le compagnie ferroviarie per dare loro operai ad un prezzo misero: dalle quattro alle cinque lire al giorno e i poveri emigranti devono accettare, per fame. Si può immaginare. Per fame. Si può immaginare così ben visti che sono questi emigranti italiani, che lavorano a metà prezzo degli operai canadesi. Le critiche del Jem non risparmiano i mediatori, sotto accusa anche da parte delle autorità canadesi. Qui fanno soldi i cosiddetti «corrispondenti» cioè quelli che tengono accordo con le compagnie di fornire lavoratori. L operaio deve pagare due scudi per essere preso in nota. [ ] Fra i «corrispondenti» che più si adoperarono a richiamare qui emigranti, vi è un signor Antonio Cordaschi [sic]. Ma ve ne sono parecchi altri, perché la «professione» è abbastanza lucrosa. Però adesso questi tali li hanno dismessi perché hanno avuto causa con gli operai italiani qui immigrati, e il Tribunale canadese li ha

10 condannati a pagare tutte le spese e una indennità a questa povera gente 22. I guadagni che i lavori ferroviari garantiscono sembrano comunque superiori a quelli offerti da una stagione di lavoro in Europa. Fino allo scoppio della grande guerra le partenze dal Friuli verso il Canada seguono un andamento relativamente costante con forti impennate nel 1906 e soprattutto nel biennio Nel 1906, infatti, il quotidiano La Patria del Friuli segnala che la costruzione di importanti linee ferroviarie avrebbe richiesto un elevato numero di braccianti 23. Due anni dopo, nel 1908, la situazione lavorativa peggiora a causa della crisi finanziaria che colpisce il paese dal novembre Le fattorie incominciarono a scarseggiare di lavori, tantochè gli operai che vi erano occupati furono parte licenziati e parte lavorano 2 o 3 giorni la settimana, scrive Giovanni Collavini da Sault Ste. Marie dove si trovano moltissimi nostri comprovinciali. Secondo il Collavini, originario probabilmente di Bertiolo, i più danneggiati sarebbero gli italiani che, a Sault Ste. Marie, sono la maggioranza 24. Negli stessi anni, i friulani sono anche nelle minieri di carbone del British Columbia, nella zona di Fernie, Michel, Natal, Coleman. Il 13 aprile 1908, nelle vicinanze della stazione ferroviaria di Crown Nest [Crowsnest Pass] non lontano da Michel, Giovanni Misson, operaio di San Lorenzo di Sedegliano, muore schiacciato nel sotto suolo di una delle baracche di legno utilizzate come deposito di calce. Mentre descrive l ultimo saluto al povero Misson, il corrispondente del quotidiano La Patria del Friuli conferma la numerosa presenza nella zona di friulani e italiani: Per iniziativa dei suoi paesani che qui si trovano in una ventina circa, e principalmente degli operai Angelo Chiesa, Pietro Chiesa e Giuseppe Zoratti che tutto diressero, fu ottenuto dalle autorità di trasportare la salma qui in Michel B.C. località dove dimorano Cfr. Dal Canada. Interessante lettera di un comprovinciale, in La Patria del Friuli, 5 agosto Cfr. La mano d opera nel Canada, in La Patria del Friuli, 28 aprile Cfr. Italiani maltrattati negli Stati Uniti, in La Patria del Friuli, 23 aprile 1908.

11 operai italiani occupati nella miniere di carbone [Durante i funerali] seguivano il feretro circa 200 persone d ogni regione d Italia. Nel sacro recinto, l operaio Pacifico Campana di Rodeano pronunziò un pietoso discorso, dando l estremo addio al caro estinto 25. Le osservazioni sulla comunità italiana di Michel che invia il corrispondente de La Patria del Friuli coincidono con i risultati dell indagine che, a distanza di quasi cent anni, Gabriele Scardellato realizza negli archivi della Crowsnest Pass Coal Company : To the east of Trail, for example, in the Crowsnest Pass coalmining town of Michel, according to local employment records from the first decade of this century, a large majority of the roughly 470 Italians employed by one of the mining companies gave addresses for their next of kin or for their previous residences as «Udine» (probably referring to the province and not to the provincial capital). Some of the other Friulian place-names noted in these records include Codroipo, Sedegliano, Spilimbergo, San Vito al Tagliamento, Flaibano, and Zoppola 26. I tredici pionieri che, nel 1905, giungono nella vicina cittadina di Trail, sono originari, invece, da San Martino al Tagliamento: trovano una specie di villaggiofonderia abitato da circa 300 persone tra cui molti italiani, insediati nel quartiere di Gulch [il burrone], un tempo Dublin Gulch e ora diventata Little Italy 27. Tabella 1 Cancellati originari dalla provincia di Udine per anno e per area di destinazione estera ( ) e rimpatriati dal Canada nella provincia di Udine ( ) 25 Cfr. La disgrazia mortale d un friulano al Canada, in La Patria del Friuli, 5 maggio Cfr. Gabriele Scardellato, Friulians in Trail, B.C.: Migration and Immigration in the Canadian Periphery, in Konrad Eisenbichler (editor), An Italian Region in Canada. The Case of Friuli Venezia Giulia, Toronto, Multicultural History Society of Ontario, 1998, pp Cfr. Ibidem pp

12 Europa Canada Totale Rimpatriati emigranti dal Canada

13 Fonte: Ministero di Agricoltura Industria e Commercio, Statistica dell Emigrazione Italiana, anni ; Commissariato Generale dell Emigrazione, Annuario statistico dell emigrazione italiana dal 1876 al 1925, Roma, 1926, pp N.B. I cancellati per il Canada nel triennio sono aggregati a quelli verso gli Stati Uniti; i dati sui rimpatri furono calcolati solo a partire dal Nel 1909, Guido Picotti, ispettore dell ufficio provinciale del lavoro, stima in oltre (su un totale di ) gli emigranti fornaciai e braccianti del circondario di Udine che ogni primavera raggiungono le fornaci e i cantieri edili della Baviera, del Württemberg e della Croazia 28. Oltreoceano, osserva il Picotti: L America [del sud] non ha più le grandi attrattive di anni addietro pei nostri operai, i quali in quest ultimo ventennio hanno man mano abbandonato quasi l idea dell emigrazione transoceanica, ch è andata sempre riducendosi per modo che oggi partono pochissimi. Nel circondario di Udine, solo i distretti di San Pietro al Natisone, San Daniele, Codroipo e Latisana danno un flusso di emigranti transoceanici; negli altri distretti, gli emigranti per le Americhe costituiscono un numero quasi trascurabile. L emigrazione nostra attuale osserva Guido Picotti è composta in gran parte di minatori, braccianti, sterratori e preferiscono l America del Nord. Si occupano nei grandi lavori edilizii e ferroviari, nelle colossali costruzioni americane di varia natura. Specialmente il Canada è meta dei nostri emigranti transoceanici, i quali non vanno però per restare laggiù, ma per rimpatriare, dopo un periodo d anni più o meno lungo, a seconda della fortuna e di altre varie ragioni d economia e d interesse 29. Prima della grande guerra, infatti, nell immaginario paesano, l emigrazione verso i paesi europei è stagionale, pluriennale per quelli di oltreoceano, Argentina e Canada 28 Cfr. Guido Picotti, Le caratteristiche dell emigrazione nel circondario di Udine, cit. 29 Cfr. ID., Il soggiorno lontano dei nostri emigranti, in La Patria del Friuli, 3 novembre 1909.

14 in specie; coinvolge soli i maschi e ha come scopo l accumulazione di denaro da utilizzare, in patria, per pagare debiti (tasse e ipoteche) o per l acquisto di terra. Giovanni Battista Fabris scrive che, nel distretto di Codroipo: Col mezzo dell ufficio postale, o delle banche mandarono alcuni, i primi emigranti, alle loro famiglie i risparmi del lavoro, che poi servivano per redimere il campo, o la casa dagli artigli di qualche usuraio oppure ad estendere, con acquisti nuovi, i piccoli possessi, od anche a diventare censiti da nullatenenti. Questo bastò per credere che l America fosse per tutti un Eldorado 30. Si tratta, quindi, di un emigrazione che cerca di massimizzare i benefici economici e che nelle intenzioni dei protagonisti raramente prevede il trasferimento all estero, in pianta stabile, di tutta la famiglia perché gli anziani e le donne che rimangono in Friuli in attesa delle corone, dei marchi e dei dollari che verranno a consolarle durante il periodo della loro forzata vedovanza 31 si occupano dei lavori agricoli, di una campagna che non garantisce mai l autosufficienza. 2. Friulani in Canada tra le due guerre mondiali I resoconti di viaggio che il cappellano della motonave Vulcania, don Luigi Ridolfi, pubblica nel 1931, descrivono in modo dettagliato le principali caratteristiche della comunità friulana in Canada tra le due guerre mondiali. Vecchie e nuove ondate migratorie, mestieri e attività lavorative più o meno diffuse, principali borghi e paesi di provenienza e città e regioni di approdo più frequenti definiscono i contorni della presenza friulana in terra canadese. Scrive il Ridolfi: Facendo un po i conti possiamo calcolare che i Friulani non sono meno di 3.200, piccoli compresi. Circa un migliaio sono nella lontana Columbia Britannica. Mille e cinquecento sono nell Ontario. Il resto nell Alberta, Manitoba e Saskatchewan. La maggior parte sono 30 Cfr. Giovanni Battista Fabris, Illustrazione del Distretto ora Mandamento di Codroipo, Udine, Tipografia di D. Del Bianco, 1896, pp Cfr. Emigrazione temporanea, in La Patria del Friuli, 7 marzo 1911.

15 nelle miniere e fabbriche; buona parte sono muratori e terrazzai; alcuni pochi fornaciai e manovali 32. Benché sia estremamente difficile confermare o correggere le stime del sacerdote friulano sulla consistenza dei friulani del Canada, le notizie raccolte da don Ridolfi durante i suoi pellegrinaggi nelle città dell America del Nord sono comunque una specie di fotografia della comunità. I soggetti ritratti sono gli emigranti giunti in Canada negli anni Venti, ma anche quegli che trasferitisi oltreoceano nel primo Novecento hanno deciso di stabilirvisi e cha vantano ormai una permanenza di qualche decennio. La città di Toronto è, fra tutte, quella che raccoglie il più alto numero di friulani, circa cinquecento secondo don Ridolfi, il doppio secondo altre stime 33 : La maggior parte sono del Friuli centrale. Un gruppo saliente sono quelli di Osoppo, Avasinis, Sedegliano, Gradisca di Sedegliano, Codroipo, Castions di Strada, Bertiolo e Fagagna. Essi sono quasi tutti muratori. I terrazzieri, che ci sono, sono di Sequals, Fanna, San Giorgio della Richinvelda e da Provesano 34. Ridolfi non segnala il periodo di emigrazione dei diversi gruppi, vale a dire se muratori e terrazzieri friulani siano arrivati prima o dopo della grande guerra. Tra i membri del primo contingente vanno indicati, per esempio i fornaciai di Zompicchia: Another group of friulani who had been in Toronto since about 1905 were the brickmakers from towns in southern Friuli. Many of them had worked at the same trade in Bavaria, as labourers hauling clay, or as firemen in the kilns. The largest employer in the city was the Toronto Brick Company at Coxwell Avenue and Gerrard Street. A small colony of brickmakers from the village of Zompicchia near Codroipo, in Friuli, lived near the brickyard, on Seymour Avenue Cfr. Luigi Ridolfi, I Friulani nell America del Nord, Udine, Arti Grafiche Cooperative Friulane, 1931, pp Cfr. Angelo Principe Olga Zorzi Pugliese, Rekindling Faded Memories: The Founding of the Famee Furlane of Toronto and Its First Years ( ). Ravvivare ricordi affievoliti: La fondazione e i primi anni della Famee Furlane di Toronto ( ), North York, Famee Furlane of Toronto, 1996, p Ibidem, p Cfr. John E. Zucchi, Italians in Toronto. Development of a National Identity , Kingston & Montreal, McGill-Queen s University Press, 1990, p. 85.

16 I muratori e fornaciai della zona di Codroipo, tuttavia, giungono a Toronto anche dopo la prima guerra mondiale: Bricklayers and builders from Friuli began arriving in the city at about the same time as the brickmakers. The tradesmen were mostly from Codroipo and its surrounding towns, or from San Giorgio della Richinvelda [ ] By the 1920s, Codroipo, in Friuli, would become a significant source of building tradesmen and brickmakers for Toronto 36. Un capitolo a parte meritano, invece, mosaicisti e terrazzieri: originari della pedemontana del Friuli occidentale, di Sequals, Fanna, Cavasso Nuovo, Meduno e Arba, approdano a New York attorno al Da New York, i terrazzieri friulani raggiungono ogni angolo degli Stati Uniti, del vicino Canada, ma anche delle isole dei Caraibi. Terrazzieri e mosaicisti friulani, infatti, non giungono in Canada direttamente dall Italia, ma dagli Stati Uniti. In quest ultimo paese, osserva don Luigi Ridolfi, quando si voglia trovare i Friulani in una città bisogna informarsi se ci sono imprese di terrazzo e mosaico e rivolgersi ad esse. Molte volte l impresario è un americano, ma gli operai sono friulani [Nel Canada, invece] i muratori, minatori ed operai delle fabbriche hanno preceduto i terrazzai e mosaicisti 37. Nell America del Nord, la diffusione del terrazzo avviene con le stesse strategie già collaudate in Germania: The contractors sent artisans to other urban centers to affix precut and set mosaics. If these employees saw a possible market, they often remained in the city to begin their own businesses. The first Friulian mosaic company in North America, Ideal Mosaic Company, began precisely in that manner [ ] This process was repeated throughout the North American continent. When the De Spirt family 36 Ibidem, pp. 85 e Cfr. Luigi Ridolfi, I Friulani nell America, cit., p. 43.

17 of Buffalo sent employee Albino Pedron to Toronto in 1915, he established the Art Mosaic and Terrazzo Company. From Buffalo, the De Spirts did the work for the Cook County Courthouse in Chicago, the pre-1906 San Francisco Post Office, and Toronto General Hospital. Mosaic and terrazzo contractors eventually settled in each of those cities; in fact, after Pedron began his business in Toronto, one of the De Spirt sons opened a satellite firm for the family in the growing Ontario city. From Toronto, the De Spirts and Pedron sent employees to Ottawa, Hamilton, Timmins, Subdury, Montreal, Halifax, and other cities. Their employees eventually formed their own companies in each of these towns (another De Spirt opened a Montreal branch). The Friulian mosaic workers diffused their trade throughout North America between 1900 and 1903, just as they had done in Europe fifty years earlier 38. Nel 1925, per esempio, Edigio (Gid) De Spirt di Fanna osserva John E. Zucchi - controlla ormai il settore del terrazzo nella città di Toronto 39. Assieme alla famiglia De Spirt ci sono molti altri impresari edili e del terrazzo come per esempio Pietro Rodaro e Andrea Ridolfi di Avasinis (Trasaghis), Leonardo Antonutti di Blessano (Basiliano), Giacomo Tortolo di Bertiolo, Pietro Cantarutti di Castions di Strada, Antonio Venchiarutti di Osoppo, i fratelli Bratis di San Giorgio della Richinvelda, Beniamino Cignolini di Codroipo. I fratelli Colautti, invece, possiedono una impresa edile, di terrazzo e mosaico a Windsor. La città dell Ontario, tuttavia, accoglie molti friulani di cui alcuni occupati nella città di Detroit 40, importante centro industriale dello stato statunitense del Michigan. Non è improbabile che, negli anni Venti e Trenta, questa specie di pendolarismo transfrontaliero tra Stati Uniti e Canada dovuto ai differenziali retributivi coinvolgesse anche un numero significativo di lavoratori 38 Cfr. J. E. ZUCCHI, Immigrant Friulani in North America, in Italian Immigrants in Rural and Small Town America, cit., p Cfr. J. E. Zucchi, Italians in Toronto. Development of a National Identità , Kingston e Montreal, McGill- Queen s University Press, 1988, p Cfr. Luigi Ridolfi, I Friulani nell America, cit., p. 48.

18 friulani. Un altra volta ho dovuto constatare la differenza fra gli Stati Uniti ed il dominio inglese. Anche gli emigrati ne conoscono la differenza nelle loro paghe. Un muratore negli Stati Uniti si guadagna 12 dollari al giorno, nel mentre in Canada circa 8. La stessa proporzione negli altri mestieri. Di qui il loro differente tenore di vita 41. Nell immediato primo dopoguerra, gli emigranti che beneficiano delle agevolazioni offerte dal governo canadese a coloro che intendono dedicarsi all agricoltura non sembrano molto numerosi. Grazie alla Immigration Act, un agricoltore canadese poteva essere autorizzato dal governo a introdurre nel paese uno o più contadini che accettavano di lavorare alle sue dipendenze almeno per un anno in cambio di vitto, alloggio e un ridotto stipendio. Il contadino disposto a trasferirsi in Canada doveva, tuttavia, approntare una lunga serie di documenti. Roberto Perin ricorda le barriera burocratica (i reticolati di carta come li definì don Luigi Ridolfi) che dovette superare il padre Valentino, partito sedicenne per il Canada nel 1924 grazie alla richiesta di sponsorizzazione sottoscritta da Gustave Martin, un proprietario agricola francese residente nello stato di Saskatchewan: He [Valentino] had to present to the Canadian Immigration officer at the port of departure a copy of the letter written by the Canadian Department of Immigration accepting Martin s request for sponsorship. This letter also had to be approved by the Regio Commissario d Emigrazione in Ottawa. In order to obtain an Italian passport, Valentino had to possess an Atto di Espatrio issued by the consular agent of Italy in Winnipeg in which Furlan [un compaseano di Valentino] guaranteed a return fare for Valentino should circumstances warrant it. He had to have a statement from the provincial court of Udine that he was without a criminal record, as well as confirmation from a medical doctor at his place of birth the he was indeed a farmer, of robust health, and free from contagious diseases. In addition to an Italian passport, Valentino also had to 41 Cfr. Luigi Ridolfi, I Friulani nell America, cit., p. 105.

19 have a Canadian visa for which he had to pay $ 5. In applying for this document he attested to being able to plough, attend horses, and do farm work. He declared that he was in possession of 2,000 lire, that he paid for his fare himself, and that he had a first cousin already resident in Quebec. Finally, Valentino had to undergo a Canadian medical inspection at the port of embarkation [Cherbourg]. On board ship, he was given an Immigration Identification Card that he had to show on landing in Canada 42. Friulani e italiani traggono vantaggio anche delle nuove opportunità lavorative offerte dall industria: le grandi acciaierie di Sault Ste. Marie e Hamilton, per esempio, accolgono un numeroso gruppo di emigranti. Nella Birmingham del Canada, come veniva chiamata Hamilton, città adagiata sul lago Ontario, a sud di Toronto, i friulani provengono soprattutto dalla zona di Codroipo e da Zompicchia in particolare. A Sault Ste. Marie, ai confini con gli Stati Uniti, i friulani occupati presso la cartiera e gli stabilimenti industriali sono originari di Bannia (Fiume Veneto), ma gruppi sparsi ci sono un po da tutta la pianura udinese e pordenonese. Da Sault Ste. Marie a Sudbury la ferrovia passa in mezzo a boschi, ove i venti ne hanno schiantato od il fuoco carbonizzato gli alberi; in mezzo ad elevazioni roccioso che sono state flagellate, screpolate e scomposte dalle bufere. Di quando in quando s incontrano dei miseri casotti, delle segherie e delle fermate. Mi si stringe il cuore, quando scorgo degli operai che lavorano lungo la linea o corrono a guardare il treno nelle sue brevi fermate, poiché alcuni di essi sono friulani e non mi è possibile, come vorrei, di recare loro il conforto ed il sorriso di una parola della piccola patria lontana Cfr. Roberto Perin, Perin Peregrinations, in Konrad Eisenbichler (editor), An Italian Region in Canada, cit., pp Sui reticolati di carta che, nell immediato primo dopoguerra, ostacolavano l entrata in Francia degli emigranti italiani e friulani si veda Luigi Ridolfi, L emigrante friulano, Udine, Segretariato del Popolo, 1926, p. 16 e Cfr. Luigi Ridolfi, I Friulani nell America, cit., p. 107.

20 Così descrive don Luigi Ridolfi il suo viaggio da Sault Ste. Marie a Sudbury, città mineraria che accolse molti emigranti friulani. I primi, i pionieri, erano arrivati tra Ottocento e Novecento, ingaggiati dalla Canadian Pacific Railway per la costruzione della ferrovia. La maggior parte tornò in Italia o si trasferì in altre zone del Canada, ma altri rimasero nei dintorni di Sudbury, area di miniere e fonderie di nickel. A Coniston, per esempio, la fonderia gestita dalla Mond Nickel Company occupa alcuni friulani di Magnano in Riviera, San Daniele del Friuli, Rive d Arcano e Fagagna. Il villaggio di Creighton sorge nel 1900 quando la International Nickel Company (INCO) comincia ad estrarre il nickel e il rame presenti nella zona. Alcune famiglie friulane, come i Franceschini di San Daniele e i Cappelletti di Tomba di Mereto, o i Cozzarini, i Fabris e i Manarin arrivati nel secondo dopoguerra, vivono a Creighton fino ai primi anni 1970, quando l INCO decide di chiudere la miniera e di abbattere tutte le abitazioni del villaggio. Risale al 1886, invece, la fondazione di Copper Cliff, campo minerario creato dalla Canadian Copper Company. Nella zona i friulani non sono molto numerosi e alcuni gestiscono negozi di alimentari come Giuseppe Topazzini di San Daniele del Friuli, proprietario di un rinomato panificio. La città di Sudbury diventa importante luogo di emigrazione soprattutto nel secondo dopoguerra, quando l INCO riprende l estrazione di nickel nelle miniere della zona 44. A nord di Sudbury, in mezzo al bosco, Timmins si trova al centro di una zona di miniere d oro. Scrive don Luigi Ridolfi: Alcuni [pozzi d oro] sono profondi metri. L oro è estratto allo stato nativo in cristalli ed in filoni nella roccia quarzosa, mescolato a piriti, solfuro di antimonio, minerali d argento, rame, ferro, tellurio, ecc. [ ] I pozzi dell Holinger vomitano fino a 600 tonnellate di roccia al giorno. Una tonnellata dà circa 20 dollari d oro. Una media di dollari al giorno. Ma non si dimentichi che ci sono da 2 a 3 44 Sulla comunità friulana e italiana di Sudbury e dei paesi vicini cfr. Diana Iuele-Colilli, I Friulani di Sudbury, New York-Toronto-Ontario, Legas, 1994 e della stessa autrice Creating an Identity: The Friulian Community of Sudbury, in Konrad Eisenbichler (editor), An Italian Region in Canada, cit., pp

21 mila operai. Nell anno precedente si ottennero un milione e mezzo di oncie di puro oro, che si vendette per 30 milioni di dollari 45. A Timmins e, soprattutto nella vicina Schumacher, i friulani, famiglie e maschi da soli, lavorano nei campi di estrazione d oro MacIntyre e Hollinger Vecchie e nuove catene migratorie: l emigrazione nel secondo dopoguerra La fine della seconda guerra mondiale prospetta nuovamente il ricorso all emigrazione. Riprende, quindi, il flusso verso i paesi di più antica emigrazione come la Francia, il Belgio, l Argentina e gli Stati Uniti, si allarga quello verso i paesi che come il Canada e in minor misura la Svizzera accolsero già dagli ultimi anni del Ottocento un numero non indifferente di friulani, si aprono infine altre nuove destinazioni come il Venezuela, l Australia e il Sud Africa. Nel secondo dopoguerra, Il Canada è uno dei primi paesi a concludere accordi speciali con l Italia per il reclutamento di manovalanza. Ma nello spazio di qualche anno, l espansione senza precedenti dei mercati del lavoro canadesi fa dell Italia uno dei maggiori fornitori di popolazione e di manodopera. A ciò contribuisce la politica canadese della «sponsorizzazione», che facilita l entrata di candidati che hanno un parente che risiede legalmente in Canada e che si dichiara disposto ad agire da «sponsor» e ad assumersi le responsabilità finanziarie dei nuovi venuti durante il periodo di insediamento. Gli italiani sono il gruppo che si avvale maggiormente di tale politica. Tra tutti gli italiani che emigrano in Canada tra il 1948 e il 1967, infatti, circa il 90% è sponsorizzato da parenti canadesi Cfr. Luigi Ridolfi, I Friulani nell America, cit., pp Cfr. James Louis Di Giacomo, They Live in the Moneta: an Overview of the History and Changes in Social Organization of Italians in Timmins, in Polyphony. The Bulletin of the Multicultural History Society of Ontario, 1985, v. 7, n. 2, Italians in Toronto, p Cfr. Bruno Ramirez, In Canada, in Piero Bevilacqua Andreina De Clementi Emilio Franzina, Storia dell emigrazione italiana. Arrivi, Roma, Donzelli editore, 2002, p. 93. Sulla politica migratoria canadese nel secondo

22 I friulani non si sottraggono a questo meccanismo che favorisce le comunità di più antico insediamento. Nel periodo , dei più di italiani emigrati in Canada circa il 7% proveniva dal Friuli Venezia Giulia 48. Nella città di Toronto, dove già dal 1932/3 gli emigranti avevano costituito una Famee Furlane 49 e partecipato attivamente alla lotta antifascista 50, i diversi gruppi paesani mettono nuovamente in moto le catene migratorie interrotte dalla grande crisi e dalla seconda guerra mondiale. Emergono, infine, nuove catene che diversificano e arricchiscono la componente regionale. Dopo l apertura all immigrazione da parte del governo canadese e negli anni Cinquanta there were many routed into the country family sponsorship, refugee status, works permits, one year contracts in the bush, in the mines, on a farm, or on the railroads 51. Un capitolo particolare merita, appunto, il caso dei profughi giulano-dalmati approdati in Canada dopo la fine del conflitto. Effettivamente, se il percorso migratorio dei friulani che raggiungono il Canada nel secondo dopoguerra, tranne alcune poche eccezioni, si svolge all interno delle reti sociali costruite soprattutto da parenti e compaesani già emigrati oltreoceano (tramite gli atti di chiamata per esempio), nel caso dei giuliani i meccanismi di reclutamento, le modalità migratorie e l inserimento nella nuova realtà sono molto diversi. La fine della guerra e l arretramento dei confini politici nella Venezia Giulia, mettono nuovamente in moto le correnti migratorie rappresentate nel periodo dai circa profughi istriani e dalmati. Stati Uniti, Canada, Australia ed Argentina furono le destinazioni estere maggiormente prescelte dai profughi, per l esistenza di dopoguerra cfr. Franc Sturino, Post-World War Two Canadian Immigration Policy towards Italians, in Polyphony. The Bulletin of the Multicultural History Society of Ontario, 1985, v. 7, n. 2, Italians in Toronto, pp Cfr. Clifford Jansen, Italians in a Multicultural Canada, Lewiston New York, Edwin Mellen, 1988, p Sulla storia ed evoluzione della Famee Furlane di Toronto, oltre al pregevole volume di Angelo Principe e Olga Zorzi Pugliese cfr. per esempio Gianni Angelo Grohovaz (editor), The First Half Century. Il primo mezzo secolo, Toronto, Famee Furlane Club, 1982 e Gianni Angelo Grohovaz (editor), La nostra storia. Our Story, Toronto, Società Femminile Friulana, Giuseppe De Carli (Arba Toronto ) e Dante Colussi-Corte (Frisanco Toronto ), primo ( ) e secondo presidente ( ) della Famee Furlane di Toronto si distinsero per le sue manifeste idee avverse al regime fascista. Il secondo rimane una delle figure più interessanti ed enigmatiche dell antifascismo liberale italo-canadese, come testimonia la sua attività editoriale: prima come responsabile del Bollettino del Comitato Intersociale [federazione delle associazioni italiane più importanti di Toronto], pubblicato ogni settimana sul Progresso italo-canadese, e, poi, quale direttore del [settimanale antifascista] Messaggero italocanadese, cfr. Angelo Principe Olga Zorzi Pugliese, Rekindling Faded Memories, cit., pp. 21, Cfr. John Zucchi, Furlans in Toronto and across Canada, in Landed. A Pictorial Mosaic of Friulani Immigration to Canada, Toronto, Friuli Benevolent Corporation, 1992, p. 6.

23 canali migratori predisposti dalle organizzazioni internazionali (Catholic Relief Service, IRO, CIME, ecc.) più che per una libera scelta dei profughi di trasferirsi in quei paesi 52. I flussi che, con la cessione del Governo militare alleato, muovono da Trieste dopo il 1955 sono risultato, invece, della difficile situazione economica che colpisce la città e, in molti casi, seguono traiettorie migratorie avviate precedentemente. Un gran numero [di giuliano-dalmati] venne in Canada negli anni Cinquanta, perché il Governo federale canadese, avendo bisogno di gente, revocò tra il 1947 e il 1951 la denominazione enemy alien per gli italiani e impose una politica di reclutamento attivo. Per alcuni il viaggio in Canada venne pagato dall International Refugee Organization (IRO) o dalle ditte che li avevano assunti. Sebbene non esistano dati precisi sull immigrazione giuliano-dalmata in Canada in questo periodo, dal Friuli Venezia Giulia e dal Trentino arrivarono immigrati tra il e tra il vennero tra i quali si sa che c erano molti giuliano-dalmati 53. Toronto e gli altri centri urbani del paese come ad esempio Montreal 54 accolgono la maggior parte dei nuovi arrivati friulani e giuliano-dalmati. L Ontario (oltre all area metropolitana di Toronto, le città di Windsor, Hamilton, London, Ottawa, Sault Ste. Marie, Oakville, Sudbury, St. Catherines, Port Colborne, Thunder Bay) è la provincia più frequentata da friulani e giuliano-dalmati. Nel 1952, don Luigi Ridolfi scrive, infatti, che negli ultimi anni, Toronto ne ha assorbiti tanti di Friulani, che forse 52 Cfr. Giorgio Valussi, La comunità giuliana in Argentina. Analisi dei processi di mobilità geografica e sociale, in Francesco Citarella, op. cit., p Sugli sloveni approdati in Argentina tra 1947 e 1950 cfr. Joseph Velikonja, Las comunidades eslovenas en el Gran Buenos Aires, in Estudios migratorios latinoamericanos, I (1985), n. 1, pp Cfr. Robert Buranello, Considerazioni storiche e prospettive moderne sui Giuliano-Dalmati Canadesi, in Italian Canadiana, 1993, v. 9, p. 56; si veda inoltre Konrad Eisenbichler, I Giuliano-Dalmati in Canada, in Robert Buranello (a cura di), I Giuliano-Dalmati in Canada: considerazioni ed immagini, New York-Ottawa-Toronto, Legas, 1995, pp Sui friulani di Montreal cfr. Mauro Peressini, Migration, famille et communauté. Les Italiens du Frioul à Montréal, Montreal, Comité pour les études italiennes Université de Montréal, 1990.

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