LA CLASSE II B AL MUSEO GIARDINO DI ARCHIMEDE
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- Sergio Dante Sacchi
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1 stituto Comprensivo Galileo Galilei di Pieve a Nievole LA CLASSE B AL MUSEO GARDNO D ARCHMEDE Firenze - 8 Marzo 2013 by Paolo Sturlini Fonti utilizzate: wikipedia, fotografie
2 Alla scoperta del Giardino di Archimede L 8 marzo scorso, con le professoresse De Gregorio e Piazza, siamo andati a visitare il «Giardino di Archimede», a Firenze. Ritrovo alle ore 8.10 alla stazione ferroviaria di Montecatini Terme; partenza ore 8.30; arrivo alla stazione di Firenze Santa Maria Novella verso le ore Da lì abbiamo preso due mezzi pubblici (tram e bus) per raggiungere il museo a Cintoia, una località ad ovest di Firenze, al quale siamo arrivati verso le ore All ingresso siamo stati accolti da un ragazzo che ci ha fatto da guida durante la visita che si è sviluppata in due percorsi: uno sulle scoperte di Galileo Galilei e l altro su il Teorema di Pitagora. Questa ricerca si concentra sull importante scoperta scientifica del grande matematico greco. l Giardino di Archimede, è il primo museo dedicato completamente alla matematica, concepito e realizzato per avvicinare questa materia ai cittadini. Gli obiettivi del Giardino di Archimede sono molteplici. n primo luogo, il pubblico potrà venire in contatto con il nucleo centrale delle idee matematiche che risiedono all'interno degli oggetti esposti e che determinano i loro reciproci legami. n secondo luogo, il visitatore sarà condotto a riconoscere l'importanza della matematica e il suo ruolo determinante nella propria vita quotidiana. nfine, la matematica è divertente. Questo è un importante messaggio da comunicare: la matematica non è una noiosa sequela di esercizi privi di senso comune, ma uno stimolante universo di idee e di metodi studiati per risolvere importanti problemi; idee e metodi ai quali ci si può avvicinare senza formalismi e pedanterie, ma in modo semplice e interessante.
3 Alla scoperta del Giardino di Archimede L 8 marzo scorso, con le professoresse De Gregorio e Piazza, siamo andati a visitare il «Giardino di Archimede», a Firenze. Ritrovo alle ore 8.10 alla stazione ferroviaria di Montecatini Terme; partenza ore 8.30; arrivo alla stazione di Firenze Santa Maria Novella verso le ore Da lì abbiamo preso due mezzi pubblici (tram e bus) per raggiungere il museo a Cintoia, una località ad ovest di Firenze, dove siamo arrivati verso le ore All ingresso siamo stati accolti da un ragazzo che ci ha fatto da guida durante la visita, che si è sviluppata in due percorsi: uno sulle scoperte di Galileo Galilei e l altro su il Teorema di Pitagora. Questa presentazione si concentra sull importante scoperta scientifica del grande matematico greco. l Giardino di Archimede, è il primo museo dedicato completamente alla matematica, concepito e realizzato per avvicinare questa materia ai cittadini. Gli obiettivi del Giardino di Archimede sono molteplici. n primo luogo, il pubblico potrà venire in contatto con il nucleo centrale delle idee matematiche che risiedono all'interno degli oggetti esposti e che determinano i loro reciproci legami. n secondo luogo, il visitatore sarà condotto a riconoscere l'importanza della matematica e il suo ruolo determinante nella propria vita quotidiana. nfine, la matematica è divertente. Questo è un importante messaggio da comunicare: la matematica non è una noiosa sequela di esercizi privi di senso comune, ma uno stimolante universo di idee e di metodi studiati per risolvere importanti problemi; idee e metodi ai quali ci si può avvicinare senza formalismi e pedanterie, ma in modo semplice e interessante.
4 Alla scoperta di Pitagora Pitagora nasce nell isola greca di Samo nel 570 a.c. circa e muore nella città di Metaponto in Basilicata nel 495 a.c. circa. E stato un matematico, legislatore, filosofo, astronomo, scienziato e politico greco antico secondo quanto tramandato dalla tradizione. Pitagora viene ricordato ancor oggi per essere stato il fondatore storico della scuola a lui intitolata e fondata a Crotone in Magna Grecia verso il 530 a.c., nel cui ambito si svilupparono le conoscenze matematiche e le sue applicazioni come il noto Teorema di Pitagora. La vita di Pitagora è avvolta nel mistero. Di lui sappiamo pochissimo e la maggior parte delle testimonianze che lo riguardano sono di epoca più tarda. l nome stesso di Pitagora risalirebbe etimologicamente (scienza che studia l origine e la storia delle parole) ad una parola che trova il suo significato in "annunciatore del Pizio", e cioè di Apollo. Si riteneva infatti che egli, autore di miracoli e profeta, guaritore e mago, fosse figlio del dio stesso. l dio Apollo aveva come epiteto «Pizio» dalla leggenda narrante la vicenda dell uccisione, da parte del dio, del serpente Pitone che terrorizzava gli abitanti della città di Delfi. l nome è ricollegato al verbo «pytho» che significa «andare in putrefazione»: il corpo del serpente ucciso, infatti, si decompose per la forza sacra del dio sole.
5 Alla scoperta del Teorema di Pitagora n un triangolo rettangolo, l'area del quadrato costruito sull'ipotenusa è equivalente alla somma delle aree dei quadrati costruiti sui due cateti. Dato un triangolo rettangolo di lati a, b e c, ed indicando con c la sua ipotenusa e con a e b i suoi cateti, il teorema è espresso dall'equazione: Narra la leggenda che Pitagora ebbe l intuizione del suo famoso teorema proprio mentre era seduto in una grande sala, in attesa di essere ricevuto da Policrate. Mentre a capo chino osservava la pavimentazione di pietre quadrate, ne vide una tagliata per tutta la lunghezza della diagonale e, non sapendo come far passare il tempo nell attesa, prese a ragionare se era possibile appoggiare altre pietre quadrate uguali sui tre lati del triangolo facendone combaciare i lati. Scoperto che per la diagonale era necessario procurarsi una piastrella di area esattamente doppia a quelle appoggiate sui lati, formulò il famoso teorema.
6 Dimostrazioni pratiche Durante la visita del museo, la guida ci ha portati in un laboratorio con tanti piccoli tavoli, intorno ai quali ci siamo divisi in gruppetti per sperimentare il teorema matematico. Su ogni tavolino si trovava una sorta di gioco didattico a mosaico; lo scopo del gioco era quello di dimostrare che con gli stessi pezzi si formano sia i quadrati costruiti le sui cateti di un triangolo rettangolo sia il quadrato costruito sull'ipotenusa, poiché hanno la stessa area. Ma le figure che abbiamo formato non erano solo dei quadrati, l teorema, infatti, è dimostrabile anche utilizzando tutti gli altri i poligoni, purché siano regolari. Ci siamo divertiti ed è stata una visita molto interessante.
7 A N R O G O A T P VOR LA
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