PROCEDURA DI SCREENIG PER LA PROGETTAZIONE DI UN IMPIANTO MOTORISTICO IN LOCALITA GELLO - COMUNE DI PONTEDERA (PI) -

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1 PROCEDURA DI SCREENIG PER LA PROGETTAZIONE DI UN IMPIANTO MOTORISTICO IN LOCALITA GELLO - COMUNE DI PONTEDERA (PI) - PROGETTISTI Geom. GIANLUCA SAVIGNI Responsabile settore Fisico Tecnico Competente in Acustica Ambientale STUDIO ALFA Dott. TATIANA S. MOIA Consulente Tecnico settore Fisico Tecnico Competente in Acustica Ambientale STUDIO ALFA Dott. FABIO TONI Tecnico settore Fisico STUDIO ALFA Committente:

2 1 INTRODUZIONE STUDIO SUGLI EFFETTI URBANISTICO-TERRITORIALI ANALISI DEGLI STRUMENTI URBANISTICI IL PIANO DI INDIRIZZO TERRITORIALE (P.I.T.) IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO (P.T.C.) DELLA PROVINCIA DI PISA Pericolosità idraulica (art. 19 ed art. 7 del previgente PTC) Integrità degli acquiferi (art. 20 ed art. 9 del previgente PTC) Il Paesaggio (art. 21) Le emergenze percettive (art. 25) Aree ed elementi di rilevanza ecologica (art. 26 comma 26.1) Aree di interesse archeologico (art. 35) Il sistema aria (art. 39) Il sistema rumore (art. 42) Spazi per la ricettività turistica e le strutture di servizio in ambito rurale (art. 57) Impianti per la pratica e lo spettacolo sportivo di interesse sovracomunale (art. 59) Le aree agricole (artt ) IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE (PS) ED IL REGOLAMENTO URBANISTICO (RU) Piano Strutturale (P.S.) CONCLUSIONI ASPETTI PAESAGGIATICI CONCLUSIONI MOBILITA DEFINIZIONE DEL GRAFO STRADALE DETERMINAZIONE DEI FLUSSI - STATO ATTUALE DETERMINAZIONE DEI FLUSSI - STATO FUTURO DETERMINAZIONE DEL LIVELLO DI SERVIZIO CONCLUSIONI QUALITA DELL ARIA VALORI DI RIFERIMENTO DI LEGGE METODO DI ANALISI SORGENTI LINEARI: FLUSSI VEICOLARI QUALITA DELL ARIA I PARAMETRI METEREOLOGICI RISULTATI DELLE SIMULAZIONI CONCLUSIONI INQUINAMENTO ACUSTICO

3 6.1 RIFERIMENTI LEGISLATIVI CLASSIFICAZIONE ACUSTICA COMUNALE METODO DI ANALISI Rilevamenti fonometrici Modello previsionale Ricettori sensibili METODOLOGIA DI MISURA Strumentazione utilizzata SCENARIO ACUSTICO ATTUALE TABULATO DEI LIVELLI SONORI MISURATI DATI DI INPUT RISULTATO DELLE SIMULAZIONI CONCLUSIONI ALLEGATI RADIAZIONI NON IONIZZANTI LA SITUAZIONE NORMATIVA ITALIANA ANALISI DELL AREA DI PROGETTO VALUTAZIONE PREVISIONALE DEI LIVELLI DI CAMPI ELETTRICO E MAGNETICO CONCLUSIONI ASPETTI GEOLOGICI GEOMORFOLOGIA GEOLOGIA TETTONICA E SISMICITÀ IDROGEOLOGIA Livelli della falda superficiale IDROGRAFIA E RISCHIO ALLUVIONALE VULNERABILITÀ IDROGEOLOGICA CARATTERI LITOTECNICI SUBSIDENZA RISCHIO GEO-AMBIENTALE CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA (RIFERITA AL CAPITOLO 8) SITUAZIONE NATURALISTICA FLORA E FAUNA LE AREE PROTETTE CONCLUSIONI

4 1 INTRODUZIONE Il presente studio ha per oggetto lo screening del progetto preliminare di un impianto motoristico che interessa la località Gello in Comune di Pontedera (PI). L area di interesse si colloca ad est del Comune di Pontedera, lungo una porzione di aree ricompresa tra il Canale Scolmatore a sud, il confine comunale lungo via Bientinese ad ovest (con il Comune di Cascina), via del Ceppo a nord e l importante asse viario di via del Gello Ovest ad est. area di intervento Figura 1 Inquadramento territoriale dell intervento. Le aree interessate dall intervento progettuale hanno un estensione pari a circa m 2 e sono attualmente destinate ad attività turistico ricettive, sportive e agricole. La porzione centrale delle aree nella parte ovest è caratterizzata dalla presenza di un area attrezzata per spettacoli, ristorazione e attività all aperto nella zona della Tenuta Isabella. Nella parte sud, più prossima al Canale Scolmatore, è localizzato un impianto sportivo per il tiro al piattello. Tale destinazione d uso ha comportato una modellazione dei suoli funzionale all attività svolta, che risultano allo stato attuale caratterizzati dalla presenza di una duna realizzata con terreni di riporto e ormai 4

5 consolidatasi. La restante porzione delle aree, nella parte nord, ha destinazione prevalentemente agricola, con piccoli appezzamenti a colture legnose di un certo pregio (frutteti e vigneti) in prossimità del Podere del Diavolo (toponomastica ex ctr) lungo la via Bientinese e a seminativo per al restante parte. Figura 2 Localizzazione dell area di intervento. Oggetto della proposta progettuale è la realizzazione di una struttura sportiva costituita da un impianto motoristico e da spazi di servizio e complementari aventi funzioni turistico ricettive e per il tempo libero. La parte a sud - est, ex area del Tiro a Segno, sarà la zona che verrà occupata dall impianto motoristico propriamente detto, mentre nella zona centrale, in adiacenza alla Tenuta Isabella viene individuata l area di trasformazione con destinazioni d uso turistico ricettive e di servizio che ospiteranno discoteca, ristorante, hotel, area per manifestazioni / eventi. Viene proposto, contestualmente all intervento, un nuovo tracciato per la pista ciclabile percorso pedonale, che si attesterebbe lungo la via Bientinese a partire dal podere del Diavolo e sino a raggiungere il Canale Scolmatore d Arno. A nord-ovest un area (delimitata in blu) ospiterà pannelli fotovoltaici. 5

6 AREA FOTOVOLTAICO Figura 3 Layout intervento. 6

7 L accessibilità alle zone sportive e turistico ricettive è garantita a partire dalla viabilità esistente Via di Gello Ovest via Bientinese, che dopo aver lambito l impianto motoristico, si attesta alla tenuta Isabella e infine entra nell impianto sportivo propriamente detto. Al fine di garantire la sostenibilità dell intervento le porzioni di viabilità che attraversano le aree agricole saranno corredate lungo i lati da barriere verdi per ragioni di mitigazione degli impatti visivi. Il progetto elaborato sulla Tenuta Isabella e area del Tiro a Segno verte sul potenziamento delle strutture esistenti (che verranno solamente riorganizzate e ristrutturate) al fine di ospitare un impianto motoristico a servizio delle realtà imprenditoriali locali e turistiche nazionali e sul potenziamento della ricettività sia al servizio delle attività motoristiche previste dal progetto, sia per ampliare le opportunità ricettive a basso costo delle zona collocando nell area a nord del lago strutture per circa mq / 100 stanze. Nella parte sud, sud-est verrà realizzato un impianto multifunzionale di Grado 1/ Categoria A (secondo normativa ACI-CSAI,FIA,FIM e FIK) per tutte le discipline motoristiche sportive su strada. L impianto, divisibile in due diversi tracciati distinti, avrà una larghezza minima di 12 metri, massima di 16 e una lunghezza di circa metri; la duna di terra verrà utilizzata come tribuna naturale principale utilizzando una logistica ad hoc che consente nelle aree pavimentate la realizzazione di aree polifunzionali per manifestazioni ed eventi. Le vie di fuga saranno dimensionate secondo i più attuali sistemi di calcolo e simulazione in uso e comprenderanno sistemi misti pavimento/ghiaia/terra privilegiando l utilizzo di sistemi di prima linea di protezione in terre rinforzate. L area interessata dal sedime del vero e proprio autodromo è pari a circa mq (di cui circa mq utilizzati per paddock e parcheggi). L edificabilità è limitata alle strutture di servizio e prevede la realizzazione di un edificio ad uso garage/box, direzione piste, ecc. realizzati seguendo le normative sportive internazionali e attenendosi ai più moderni concetti di inserimento territoriale e bioclimatici. Tali strutture, in conformità con le prescrizioni dell Allegato B scheda B2, saranno realizzate con materiali adeguati ad un corretto inserimento nell ambiente circostante. Ancora in conformità con le prescrizioni succitate la struttura sarà dotata dei parcheggi privati necessari e verrà mantenuto e incrementato il sistema di alberature esistente al fine di creare una perimetrazione verde che circondi l intero impianto. La viabilità vicinale esistente sull area della Tenuta Isabella e sulle aree attigue consentirà di realizzare gli accessi e le viabilità di servizio senza la necessità di realizzare varianti sostanziali agli attuali tracciati. 7

8 2 STUDIO SUGLI EFFETTI URBANISTICO-TERRITORIALI Con tale capitolo si affronta il tema della conformità del progetto preliminare proposto con i vigenti Piani e Programmi Territoriali ed urbanistici evidenziando le disposizioni di condizionamento e/o di vincolo valutati e rispettati in sede di progetto. 2.1 ANALISI DEGLI STRUMENTI URBANISTICI Il PIT 2000 inquadrava i Comuni di Pontedera e Cascina all interno del sistema territoriale della Toscana dell Arno e, all interno di questo, sia entro l ambito dell area vasta Pisa-Livorno-Lucca che, per Pontedera, del sistema territoriale locale della Valdera, intrecciandosi in tal modo lungo l asse Pontedera-Valdera con l altro sistema territoriale di programma della Toscana interna e meridionale. Anche il PTC 1998 per il proprio territorio di competenza provinciale individuava due direttrici di sviluppo, l una in senso est-ovest secondo l asse Livorno-Pisa-Firenze lungo l Arno e la superstrada FI-PI-LI con caratteristiche prevalentemente industriali, residenziali, commerciali e di servizio, e l altra in senso nord-sud secondo l asse Lucca-Pontedera-Volterra con caratteristiche prevalentemente agricole, turistiche, agrituristiche e per il tempo libero. Pontedera costituisce, anche con Cascina, il punto di intersezione tra queste due direttrici di sviluppo, diverse ma complementari e tale collocazione ha rappresentato nel corso della storia ed in particolare dell ultimo secolo l occasione per il suo sviluppo; tale collocazione può rappresentare anche un opportunità per il suo sviluppo futuro: il Piano Strutturale Comunale (PS) partendo da questa premessa ed in sua coerenza ha delineato il ruolo di Pontedera per i prossimi anni, come ulteriormente definito e normato dal vigente Regolamento Urbanistico (RU). L intervento in progetto, consistendo in una struttura sportiva costituita da un impianto motoristico e da spazi di servizio e complementari aventi funzioni turistico-ricettive e per il tempo libero si inserisce con sintonia in tale contesto di pianificazione territoriale ed urbanistica. 2.2 IL PIANO DI INDIRIZZO TERRITORIALE (P.I.T.) Il PIT di riferimento per i vigenti Piani Strutturali di Pontedera e Cascina sono stati sostituiti con il nuovo PIT approvato con delibera di Consiglio Regionale n. 72 del , vigente dal A tale nuova strumentazione territoriale ed in particolare ai conseguenti Piani e Programmi Settoriali di Attuazione, la pianificazione urbanistica locale dovrà adeguarsi nei tempi e modi 8

9 previsti ottemperando nel periodo transitorio a quanto sancito dall art. 36 della Disciplina di Piano del PIT Lo Statuto del Territorio Toscano. Misure generali di salvaguardia che recita: 1. Le previsioni dei vigenti Piani regolatori generali e Programmi di fabbricazione soggette a piano attuativo, per le quali non sia stata stipulata la relativa convenzione ovvero non sia stata avviata una specifica procedura esproriativa alla data di pubblicazione sul BURT dell avviso di adozione del piano, sono attuabili esclusivamente alle seguenti condizioni: a) a seguito di esito favorevole della relativa valutazione integrata nel procedimento di formazione del Piano strutturale, per i Comuni che tale piano non abbiano ancora adottato; b) a seguito di deliberazione comunale che - per i Comuni che hanno approvato ovvero solo adottato il Piano strutturale verifichi e accerti la coerenza delle previsioni in parola ai principi, agli obiettivi e alle prescrizioni del Piano strutturale, vigente o adottato, nonché alle direttive e alle prescrizioni del presente Piano di indirizzo territoriale. omissis 3. Gli strumenti della pianificazione territoriale e gli atti di governo del territorio a far data dalla pubblicazione sul BURT dell avviso di adozione del piano, non devono prevedere nuove edificazioni, manufatti di qualsiasi natura o trasformazioni morfologiche negli alvei, nelle golene, sugli argini e nelle aree comprendenti le due fasce della larghezza di m.10 dal piede esterno dell'argine o, in mancanza, dal ciglio di sponda dei corsi d'acqua principali ai fini del corretto assetto idraulico individuati nel Quadro conoscitivo del presente piano come aggiornato dai piani di bacino vigenti e fermo restando il rispetto delle disposizioni in essi contenute.. L intervento proposto è conformabile ai vigenti Piani Strutturali dei Comuni di Pontedera e Cascina anche rispetto il regime transitorio sopra richiamato. 2.3 IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO (P.T.C.) DELLA PROVINCIA DI PISA Anche in questo caso come per il PIT, il PTC di riferimento per i vigenti PS di Pontedera e Cascina (approvato con delibera di Consiglio Provinciale n. 349 del ) è stato sostituito con il nuovo PTC approvato con delibera di Consiglio Provinciale n. 100 del Anche con tale nuovo piano vengono ricompresi i Comuni di Pontedera e Cascina nel Sistema locale della Pianura dell Arno ed al Comune di Pontedera viene riconosciuta la funzione di cerniera tra il sistema della Pianura dell Arno e quello delle Colline interne e meridionali. Si espongono di seguito solamente le componenti di Piano che riguardano direttamente la proposta di progetto in esame Pericolosità idraulica (art. 19 ed art. 7 del previgente PTC) Il PTC fa propri tutti gli elaborati e le discipline pertinenti del PAI ed è quindi a tale strumento che ci riferiremo. L area in oggetto è classificata nella cartografia del PAI vigente (tavole alla scala 1: di sintesi e tavole alla scala 1: di dettaglio) per la gran parte dell areale interessato dal progetto, in zona PI2 (Area a pericolosità media), con l esclusione di una fascia a ridosso del 9

10 Canale Scolmatore dell Arno che invece è classificata PI1 (Area a pericolosità moderata). Entrambe le zone sono regolate all articolo 8 delle norme del PAI nel quale si afferma che nelle aree P.I.2 e P.I.1 e nelle aree di ristagno sono consentiti gli interventi previsti dagli strumenti di governo del territorio; tale approfondimento verrà sviluppato nel capitolo successivo dove si esamineranno i Piani Strutturali di Pontedera e Cascina. Figura 4 Estratto da PAI del Bacino del Fiume Arno (Perimetrazione delle aree con pericolosità idraulica-livello di sintesi-scala ) Integrità degli acquiferi (art. 20 ed art. 9 del previgente PTC) A proposito di vulnerabilità (comma 20.1) la Tavola P.9 del PTC colloca l area di interesse nella classe 3 - Vulnerabilità Media e sottoclasse 3a e 3b (ad esclusione del laghetto esistente classificato in classe 4 - Vulnerabilità Elevata, sottoclasse 4 b): Classe 3 - vulnerabilità media: sottoclasse 3a: corrisponde a situazioni in cui la risorsa idrica considerata presenta un certo grado di protezione, insufficiente tuttavia a garantirne la salvaguardia; in essa ricadono, nelle aree di pianura, le zone in cui sono ipotizzabili tempi di arrivo in falda compresi tra i 15 ed i 30 giorni, quali quelle interessate da falde libere in materiali alluvionali scarsamente permeabili con falda prossima al piano campagna, da falde idriche in materiali a medio-bassa permeabilità con piezometria depressa per cause naturali, da falde idriche spesso sospese attestate in terrazzi alluvionali non direttamente connessi con gli acquiferi principali ovvero in estesi corpi detritici pedecollinari nonché, nelle aree collinari e montuose, le zone in cui affiorano terreni a bassa permeabilità e le zone interessate da falde freatiche attestate in complessi detritici sufficientemente estesi o con evidenze di circolazione idrica; sottoclasse 3b: corrisponde a situazioni in cui la risorsa idrica considerata presenta un grado di protezione mediocre; in essa ricadono, nelle aree di pianura, le zone in cui sono ipotizzabili tempi di arrivo in falda compresi tra i 7 ed i 15 giorni, quali quelle interessate da falde libere in materiali alluvionali mediamente permeabili con livelli piezometrici 10

11 prossimi al piano campagna, quelle di ricarica di acquiferi confinati a bassa permeabilità, quelle consistenti in terrazzi alluvionali antichi costituiti da litologie poco permeabili e direttamente connessi all'acquifero principale, quelle a permeabilità medioalta ma con superficie freatica depressa per cause naturali, nonché, nelle aree collinari e montuose, le zone di affioramento di terreni litoidi a media permeabilità, le zone morfologicamente pianeggianti con affioramento di terreni sciolti di media permeabilità con sufficiente estensione e ricarica, le zone di alimentazione delle sorgenti di principale importanza emergenti da litologie poco permeabili; Classe 4 - vulnerabilità elevata: sottoclasse 4a: corrisponde a situazioni in cui la risorsa idrica considerata é esposta, cioè in cui si possono ipotizzare tempi estremamente bassi di penetrazione e di propagazione in falda di eventuali inquinanti; in essa ricadono zone di ricarica di acquiferi confinati ad alta permeabiltà, zone di alveo o di golena morfologicamente depresse nelle quali la falda é esposta o protetta soltanto da esigui spessori di sedimenti, zone nelle quali, per cause naturali o per azioni antropiche, si verifica un'alimentazione indotta con acque facilmente contaminabili delle falde freatiche o semiconfinate, zone interessate da rete acquifera in materiali carbonatici a carsismo completo ed altamente sviluppato, zone di alimentazione delle sorgenti di principale importanza emergenti da litologie molto permeabili, zone di cava con falda esposta nelle pianure alluvionali.. In riferimento invece ai livelli di rischio (comma 20.2), dall esame della Tabella 1 si evince che le trasformazioni ed attività programmate raggiungono il massimo livello II (rischio basso) per il quel è previsto: la trasformazione o l attività è ammissibile, in relazione alle conoscenze disponibili, ma è richiesta verifica a livello locale.. Figura 5 Vulnerabilità Idrogeologica - Carta compilata a partire dai dati vettoriali della Tavola P9 del PTC. (Fonte dati: Sito web per il PTC della Provincia di Pisa). 11

12 2.3.3 Il Paesaggio (art. 21) In attesa che la Regione definisca il Piano Paesaggistico il PTC ha assegnato all area in esame l appartenenza (Tav. P.10) alle aree di pianura caratterizzate da il paesaggio agricolo locale (a margine esterno dell area di interesse) e paesaggio della bonifica per l area di interesse (art. 22, comma 22.3): Corrisponde, per lo più ad aree di pianura nelle quali si è conservata la trama fondiaria della bonifica, caratterizzata dal reticolo infrastrutturale idraulico e viario, dalle opere puntuali e manufatti idraulici e rurali, dalla tessitura dei campi, solitamente stretti e lunghi, quando derivanti da sistemazioni ottocentesche, o irregolari a mosaico, quando dovute a sistemazioni idrauliche precedenti o in relazione ad assetti morfologici più complessi Gli strumenti urbanistici comunali dovranno definire apposite discipline atte a garantire il mantenimento della forma dei campi, il buon funzionamento della rete scolante, la conservazione delle piantate di carattere strutturale, dei filari di alberi, delle strade poderali e del patrimonio edilizio esistente I Comuni interessati, d intesa con la Provincia, potranno promuovere altresì presso i soggetti competenti interventi coordinati finalizzati a migliorare le condizioni di naturalità delle aree agricole mediante la messa a dimora di siepi e macchie di campo, nonché a migliorare le condizioni di fruibilità ciclo-turistica delle strade poderali, anche mediante la piantumazione di siepi e filari di alberi I soggetti competenti alla manutenzione della vegetazione ripariale lungo i canali della bonifica dovranno garantire la conservazione delle specie tutelate dalla L.R.56/2000 e programmare tagli alternativi della vegetazione tra le due sponde, o soluzioni alternative di pari efficacia, al fine mitigarne gli effetti negativi per la fauna.. Figura 6 Sistemi di paesaggio - Carta compilata a partire dai dati vettoriali della Tavola P10 del PTC. (Fonte dati: Sito web per il PTC della Provincia di Pisa). 12

13 2.3.4 Le emergenze percettive (art. 25) L area potrebbe contenere, almeno in parte, emergenze percettive attribuibili agli Elementi organizzatori del paesaggio rurale le quali debbono essere definite e tutelate attraverso il Piano Strutturale Aree ed elementi di rilevanza ecologica (art. 26 comma 26.1) Rientrano in tale sistema ecologico in quanto aree agricole ad agricoltura (almeno in buona parte) estensiva. Per tali aree gli strumenti locali dovranno perseguire le seguenti finalità: In conformità con gli obiettivi generali della normativa di settore, volta ad aumentare e qualificare le aree naturali ed il tasso di biodiversità, gli strumenti di pianificazione comunale perseguono le seguenti finalità: riconoscere come beni di rilevante interesse pubblico gli habitat naturali e seminaturali, la flora, la fauna e le forme naturali del territorio; garantire il mantenimento di uno stato di conservazione soddisfacente di tutti i tipi di habitat nella loro area di ripartizione naturale ed all occorrenza il loro ripristino; disciplinare con opportune misure di tutela e di valorizzazione le aree caratterizzate da biotopi ed endemismi; promuovere la corretta gestione e fruizione del patrimonio naturale: coordinare le discipline del territorio con i piani e i regolamenti delle aree protette di cui alla L.R. 49/95; favorire la realizzazione di interventi integrati di sistema, a matrice ambientale per la conservazione della natura e lo sviluppo delle attività agricolo-forestali compatibili.. Al comma 26.5 si dettano poi le seguenti disposizioni specifiche: I Comuni del Sistema Territoriale della Pianura dell Arno, con un indice di boscosità inferiore al 20% (Cascina, Calcinaia, Pontedera, Bientina, Ponsacco e S.Croce sull Arno), ai fini del rafforzamento della rete di rilevanza ecologica provinciale dovranno favorire la costituzione di formazioni arbustive/boschive lineari o areali, nelle aree agricole di pianura, anche residuali, in particolare nella zona del Cuoio, nella piana del Comune di Cascina, a margine del reticolo idraulico della bonifica e lungo le infrastrutture viarie, attorno alle infrastrutture di servizio tecnologico puntuali (discariche, inceneritori, depuratori,.) e alle aree produttive, a collegamento tra i sistemi collinari (tra le Cerbaie e le colline di Montopoli V.A. e di S. Miniato, tra il Monte Pisano e le Cerbaie, tra il Monte Pisano e il Sistema delle Colline Interne e Meridionali), tenendo conto delle risorse presenti nelle aree del sistema ambientale e delle modalità di gestione previste dai regolamenti delle Aree Protette Aree di interesse archeologico (art. 35) Le presenze archeologiche sono individuate (Tavola QC 10 - di cui alla Figura 8 del Capitolo 3 Aspetti Paesaggistici del presente studio) all esterno dell area di interesse ed in particolare all interno dell area appartenente allo scolmatore d Arno Il sistema aria (art. 39) Il PTC dispone che i Comuni adottino provvedimenti di verifica e di eventuale azione per mantenere le concentrazioni delle sostanze inquinanti al di sotto dei limiti di legge ai fini di preservare la migliore qualità dell aria. 13

14 2.3.8 Il sistema rumore (art. 42) I Comuni di Pontedera e Cascina hanno già approvato i loro PCCA (Piani Comunali di Classificazione Acustica) nonché hanno subordinato la pianificazione comunale (PS) a tale Piano. Il progetto in esame dovrà rispettare tali strumenti anche con l ausilio di presidi antirumore Spazi per la ricettività turistica e le strutture di servizio in ambito rurale (art. 57) Tale articolo disciplina la possibilità di ampliamento di attività esistenti e/o la realizzazione di nuove strutture per il turismo rurale come specificato al comma In ambito rurale sono ammessi, nel rispetto delle condizioni generali di cui al comma 57.1, i seguenti interventi finalizzati alla ricettività turistica: a) interventi eccedenti la ristrutturazione edilizia di strutture ricettive esistenti, compresi gli ampliamenti che possano determinare anche la realizzazione di una nuova distinta unità edilizia; b) interventi per realizzare nuove strutture ricettive e di ristorazione, eccedenti la ristrutturazione edilizia, di strutture edilizie esistenti, tipicamente agricole e non più utili alla conduzione del fondo, che non determinino la demolizione, se non di volumi secondari, con ricostruzione ed accorpamento dei volumi eventualmente demoliti e/o con ampliamenti; c) interventi finalizzati alla realizzazione di nuove strutture ricettive, mediante la sostituzione edilizia, con demolizione totale dei manufatti edilizi esistenti non più utili all attività agricola e ricostruzione, con eventuale aumento di volume; d) interventi finalizzati alla realizzazione di nuove strutture turistico ricettive, mediante la sostituzione edilizia di annessi agricoli specialistici di grandi dimensioni, ed escluse le serre fisse, con demolizione totale e ricostruzione parziale.. Il progetto proposto rispetta quanto previsto dall articolo sopra richiamato Impianti per la pratica e lo spettacolo sportivo di interesse sovracomunale (art. 59) I Comuni nel prevedere impianti o strutture per la pratica e lo spettacolo di specifiche discipline sportive d interesse sovracomunale determinano il bacino di utenza, dando conto delle capacità di servizio e di esercizio offerte per quegli sport dalle strutture esistenti nel sistema territoriale di appartenenza o, se di d interesse provinciale, nell intero territorio provinciale La scelta localizzativa dell impianto sportivo d interesse sovracomunale o provinciale tiene conto, in relazione al bacino di utenza, di: l accessibilità dal sistema infrastrutturale viario, ferroviario ed aeroportuale e dai nodi intermodali esistenti o di progetto; la disponibilità della risorsa idrica, della depurazione e della rete fognaria ; la capacita di servizio di smaltimento dei rifiuti; la disponibilità energetica per la gestione dell impianto, la possibilità di utilizzo della struttura o dell area anche ai fini della protezione civile e la compatibilità del rischio per la struttura rispetto alla pericolosità idraulica e geomorfologia, idrogeologica, a insediamenti a rischio d incidente rilevante, a incendio, a terremoto; il piano zonizzazione acustica comunale; la compatibilità visiva, rispetto a visuali da tutelare, beni culturali e beni paesaggistici Gli impianti fissi per lo svolgimento permanente di attività sportive ed agonistiche non sono ammessi: - all interno dei centri abitati; 14

15 - nelle aree a vincolo paesaggistico come richiamate all art.157 lett. a,b,c,d,e,f, del codice dei beni culturali e del paesaggio approvato con decreto legislativo 22 gennaio 2004 n.42 e fatta salva l applicazione dell art.143 comma 6, l art.144 comma 2 e l art.156 comma 4; - nei parchi e riserve nazionali e regionali, nei parchi territoriali urbani degli SSUU; - nelle aree protette di cui alla L.R.49/95; - nei S.I.R.; - nelle aree di interesse ambientale come individuate alla TAV.P 6; - nelle aree facenti parte del patrimonio agricolo forestale della RT ai sensi della LR 64/76; - nei territori di protezione della fauna selvatica di cui all art.10 lett.a), b), c) della legge 11 febbraio 1992 n.157 (oasi di protezione, nelle zone di ripopolamento e cattura, nei centri pubblici di riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale; - nelle zone soggette a vincolo idrogeologico, fatto salvo quanto previsto all art.07 comma 1 bis della L.R.48/ Gli impianti fissi non possono pregiudicare l assetto idrogeologico del territorio Nella scelta dell ubicazione di impianti fissi dovrà essere tenuto conto della situazione dei fondi limitrofi preesistente la realizzazione degli impianti, per quanto si riferisce alle emissioni anche acustiche e il diritto alla salute degli abitanti.. l impianto proposto è quindi compatibile con le disposizioni normative sovra richiamate Le aree agricole (artt ) L area in studio è classificata nel a) Sistema agricolo di pianura nonché nel a1) Sub Sistema agricolo della pianura alluvionale. I Piani Strutturali di Pontedera e Cascina hanno poi, conseguentemente, classificato l area ad Area a prevalente funzione agricola oltre a definirne la disciplina attuativa. 2.4 IL PIANO STRUTTURALE COMUNALE (PS) ED IL REGOLAMENTO URBANISTICO (RU) Il Comune di Pontedera è dotato di un Piano Strutturale Comunale approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 3 del nonché di un Regolamento Urbanistico approvato con delibera di Consiglio Comunale del Piano Strutturale (P.S.) L area fa parte del Sistema Territoriale della Pianura (art. 12 delle NTA) ed in particolare del Subsistema Agricolo di Pianura per il quale all art. 13 delle NTA, al Capitolo Prescrizioni, si recita: - Nell area individuata come servizi turistico-ricettivi 1A1, dove già esiste una attività di carattere turistico ricettivo sarà possibile mantenere detta attività con possibilità di incremento della stessa attraverso un apposita strumentazione attuativa ed in accordo con il Comune di Cascina all interno del quale si trovano altre aree già destinate a tale scopo.. Il Regolamento Urbanistico deve essere formato seguendo gli indirizzi programmatici e le prescrizioni del Piano Strutturale. 15

16 Regolamento Urbanistico (R.U.) L area di interesse appartiene al Sistema Territoriale della Pianura, Subsistema Agricolo della Pianura ed in particolare è inserito nelle Aree a prevalente funzione agricola (Tavola 5d del PS). L articolo 21 è quello di riferimento dove al comma 21.1 si dettano le prescrizioni per tali aree a prevalente funzione agricola. A maggior dettaglio, per il progetto proposto, occorre fare riferimento al comma , che si riporta di seguito, come pure si riportano gli estratti, relativi ai comparti di interesse delle Tavole 3 e 4 ed infine le Schede dei comparti medesimi contenute all interno dell Allegato B al Regolamento Urbanistico Comparti edilizi di particolare valore ambientale e urbanistico 1. All interno del Sistema Agricolo della pianura, ad ovest del Canale Scolmatore ed a Sud della via di Gello, sono presenti le seguenti attività di tipo turistico e per il tempo libero diverso dall agriturismo e turismo rurale di cui ai precedenti articoli; detti comparti sono individuati nelle Tavv. 3 e 4 e all interno dell Allegato B attraverso il codice riportato in tabella: B1 Tenuta Isabella B2 Tiro a segno in zona scolmatore. 2. Tali attività potranno effettuare interventi così come previsto nelle schede di cui all Allegato B alle presenti N.T.A.. 3. Altri interventi di Ristrutturazione Urbanistica potranno essere individuati successivamente secondo le modalità definite all art Figura 7 Estratto da Tavola 3a del Regolamento Urbanistico (Individuazione cartografica Zone omogenee). 16

17 SCHEDA B1 - Tenuta Isabella Descrizione Il Complesso de La Tenuta Isabella ricomprende al proprio interno attività sportive, ricreative e attività turistico-ricettive. E ubicato a confine con il Comune di Cascina a sud della Strada Provinciale di Gello, fra il Canale Scolmatore e I Pardossi. La struttura svolge da anni una attività di carattere ricreativo e turistico-ricettivo. Il centro sportivo ha necessità, per poter svolgere le proprie attività, di ulteriori spazi per servizi turistico-ricettivi. Obiettivi 1. Mantenimento e incremento delle attività sportive e turistico-ricettive esistenti. 2. Valorizzazione del centro ricreativo esistente come centro di attrazione turistica, sportiva e di interesse pubblico nell ambito di una valorizzazione turistica della Valdera. Funzioni e Destinazioni d uso Le destinazioni d uso ammesse sono: - turistico-ricettive e per il tempo libero; - commerciali (negozi di vicinato) e artigianali di servizio; - pubbliche e/o di interesse pubblico; - residenziali nei limiti e per lo svolgimento delle funzioni principali. Strumenti Attuativi Gli interventi dovranno essere attuati attraverso un Piano particolareggiato di iniziativa privata convenzionato con l individuazione delle nuove funzioni e destinazioni d uso, le volumetrie aggiuntive necessarie per le nuove destinazioni e funzioni, le opere di urbanizzazione necessarie, le opere di riqualificazione agricola, ambientale e paesaggistica, le parti da cedere al Comune per funzioni pubbliche e di interesse pubblico, i tempi necessari e le relative garanzie fidejussorie per l esecuzione delle opere pubbliche previste. Indirizzi e Prescrizioni - Il centro de La Tenuta Isabella potrà incrementare le proprie attività turistico-ricettive di 100 posti letto, compreso tutti i servizi necessari, ricomprendendo in essi tutte le superfici necessarie per servizi alberghieri diretti e indiretti: fra questi sono ricompresi ristorazione, locali per la convegnistica, spazi per lo sport e il tempo libero, aperti e scoperti, servizi direzionali e per la promozione delle attività, attività commerciali di vicinato e artigianali di servizio: l ubicazione e il dimensionamento dei servizi necessari allo svolgimento delle funzioni turistico-ricettive sarà effettuato in sede di piano particolareggiato in funzione delle effettive attività da inserire e delle caratteristiche prestazionali e qualitative delle stesse. - Il piano particolareggiato di dettaglio dovrà individuare la sistemazione planivolumetrica complessiva del centro sportivo compreso le attività turistico-ricettive. - Gli interventi sui fabbricati storicizzati di cui all allegato C del presente R.U. dovranno essere realizzati secondo quanto prescritto all art. 14 delle N.T.A. del R.U.. - Per i fabbricati esistenti non ricompresi nell Allegato 6C sono possibili tutti gli interventi previsti dall art. 15 delle N.T.A. del R.U. - Sia i nuovi volumi che le strutture pertinenziali dovranno essere realizzati in modo progettualmente compatibile con la qualità ambientale dei luoghi sia in termini di materiali e finiture che di tipologie. - Per le funzioni turistico-ricettive e per quelle residenziali dovranno essere realizzati parcheggi privati nella misura pari al 50% della SUL di progetto: questi dovranno comunque essere ben distribuiti e inseriti nel contesto ambientale in modo assolutamente non impattante sull ambiente. - Dovranno essere reperiti standards pubblici nella misura di 30 mq. di cui 15 a parcheggio e 15 a verde pubblico attrezzato; mq./ab da calcolare sulle nuove strutture turistico-ricettive. SCHEDA B2 - Tiro a piattello - Zona scolmatore Descrizione 17

18 E un area destinata dal R.U. a funzioni sportive di tiro al piattello posto in prossimità del canale scolmatore a confine con il Comune di Cascina: Obiettivi - Consentire lo svolgimento di detta attività rumorosa lontano dai centri abitati. Funzioni e Destinazioni d uso Le destinazioni d uso ammesse sono: - Turistico-ricettive e per il tempo libero; Strumenti Attuativi - Per la realizzazione degli interventi previsti si dovrà approntare un Piano particolareggiato di iniziativa pubblica e/o privata convenzionato con l individuazione delle funzioni e destinazioni d uso che si intendono inserire nell area, le opere di urbanizzazione necessarie, le opere di riqualificazione ambientale e paesaggistica. Indirizzi e Prescrizioni - Per lo svolgimento dell attività potranno essere realizzate strutture di servizio (ristoro, servizi igienici, reception, ecc ) nella misura massima di 300 mq. di SUL. così come definita all art. 5 delle N.T.A. - Le strutture di servizio dovranno essere realizzate ad un piano e con materiali adeguati all ambiente rurale. - La struttura si dovrà dotare dei parcheggi privati necessari. - L area dovrà essere mantenuta piantumata al contorno.. - E` stato inoltre tenuto conto nella progettazione delle Prescrizioni Ambientali di cui all art che si riporta: 21.3 Prescrizioni ambientali (Riferimento tav. 8 Valutazione degli Effetti Ambientali ) 1. Per qualunque tipo d intervento, sia esso di semplice trasformazione agraria del territorio, che di carattere edilizio dovranno essere rispettate le prescrizioni per le trasformazioni relativamente ad ogni tipo di risorsa interessata al fine di garantire la sostenibilità degli interventi così come previsto in sede di Valutazione degli Effetti Ambientali di cui alla Tav. 8 del presente Regolamento Urbanistico e come di seguito prescritto. 2. Deve essere mantenuto in efficienza il reticolo minore attraverso la periodica pulitura delle fosse e il loro risezionamento. 3. Deve essere disincentivato l uso di fitofarmaci o fertilizzanti chimici. 4. Devono essere mantenuti in efficienza gli assetti vegetazionali esistenti con il ripristino e l incremento della vegetazione e delle aree boscate. 5. Le viabilità che attraversano le aree agricole devono essere, per quanto non in contrasto con il codice della strada, corredate lungo i lati da barriere verdi a scopo antirumore e per ragioni di mitigazione degli impatti visivi. 6. Devono essere rispettate le prescrizioni per la riduzione dell inquinamento acustico di cui al Piano di Zonizzazione Acustica vigente. 7. Le criticità maggiori del territorio di pianura risiedono nel rischio idraulico determinato dalle potenziali esondazioni dei Fiumi Arno ed Era nonché dalla fragilità del sistema idraulico minore. Gli studi idrologico-idraulici condotti a supporto del Piano Strutturale e del P.A.I. del Bacino dell'arno hanno individuato aree a pericolosità medio-elevata nelle quali sono stati calcolati battenti idrici variabili per le diverse zone. Per le prescrizioni generali da attuare in caso di interventi nelle zone agricole, si vedano le Prescrizioni particolari per il Sistema Territoriale della Pianura inserite all'art. 8 delle presenti norme, nel quale è riportata la Tabella per la fattibilità delle trasformazioni previste.. 18

19 2.5 CONCLUSIONI Dall esame dell analisi dei Piani Territoriali ed Urbanistici sopra richiamati si evince la coerenza della proposta progettuale con gli stessi Piani ed in particolare con il Piano Strutturale ed il Regolamento Urbanistico. Tale progetto prevede la realizzazione di una struttura sportiva costituita da un impianto motoristico e da spazi di servizio e complementari aventi funzioni turistico ricettive e per il tempo libero. Ai fini di una più organica distribuzione delle superfici da trasformare, e in funzione delle esigenze tecniche-normative connesse ad un impianto motoristico a servizio delle realtà imprenditoriali locali e turistiche nazionali, il progetto propone che la perimetrazione delle aree B1 e B2 venga modificata. Tale modificazione non va assolutamente ad incidere sul territorio e paesaggio circostante e non modifica in alcun modo le quantità complessive trasformabili. In altri termini si tratta di una variante non sostanziale che conferma l estensione delle superfici B1+B2 pari a circa mq e si limita a distribuirle in modo diverso e più compatibile con le funzioni previste. La parte a sud-est, ex area del Tiro a Segno, sarà la zona che verrà occupata dall impianto motoristico propriamente detto, mentre nella zona centrale, in adiacenza alla Tenuta Isabella viene individuata l area di trasformazione con destinazioni d uso turistico-ricettive e di servizio. Queste localizzazioni e destinazioni d uso, meglio descritte nella tavola che individua il layout dell intervento, risultano coerenti con le indicazioni e con gli obiettivi previsti dal Regolamento Urbanistico e con gli Indirizzi Programmatici del Piano Strutturale del Comune di Pontedera. La diversa distribuzione sul territorio delle zone trasformabili consente di tutelare la stessa quota di aree agricole prevista nel Regolamento Urbanistico (Tav. 3A) pari a circa 21 ha e in particolare propone la salvaguardia della parte nord di maggior pregio, quella caratterizzata da colture legnose in prossimità del Podere del Diavolo. Viene proposto, contestualmente all intervento, un nuovo tracciato per la pista ciclabile-percorso pedonale, che si attesterebbe lungo la Via Bientinese a partire dal Podere del Diavolo e sino a raggiungere il canale Scolmatore d Arno. L accessibilità alle zone sportive e turistico ricettive è garantita a partire dalla viabilità esistente Via di Gello Ovest - Via Bientinese, che dopo aver lambito l impianto motoristico, si attesta alla Tenuta Isabella e infine entra nell impianto sportivo propriamente detto. Al fine di garantire la sostenibilità dell intervento e come previsto all art comma 5 delle NTA del R.U., le porzioni di viabilità che attraversano le aree agricole saranno, per quanto non in 19

20 contrasto con il Codice della Strada, corredate lungo i lati da barriere a scopo antirumore e per ragioni di mitigazione degli impatti visivi. Si sottolinea infine che la Variante al Regolamento Urbanistico proposta, ritenuta coerente con il Piano Strutturale Vigente, sia possibile in esplicito riferimento al comma 7 dell art. 3 delle NTA del RUE ( 7. Varianti o integrazioni al R.U. sono ammesse in qualunque momento purché non in contrasto con il P.S. vigente. ) applicando il procedimento previsto al comma 8 dell art. 3 delle NTA del RUE ( 8. Per il procedimento di formazione e approvazione delle varianti al R.U., conformi al P.S., si applicano le procedure definitive dalla legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1. ). 20

21 3 ASPETTI PAESAGGIATICI Il comparto interessato dal progetto s inserisce in un area di pianura caratterizzata da morfologia pianeggiante e uniforme. L unico elemento paesaggistico di rilievo è il Canale Scolmatore dell Arno; si segnala anche la collinetta artificiale realizzata nei pressi del campo di tiro al piattello che forma un rilievo poco pronunciato rispetto il paesaggio circostante e che verrà utilizzata per la realizzazione della tribuna. L uso agricolo del suolo è a prevalentemente seminativo. All interno dell area interessata dal progetto sono già presenti alcune strutture ricettive che si prevede di ampliare. La tavola n. 10 del Quadro Conoscitivo del PTC della Provincia di Pisa non individua vincoli paesaggistici che interessino direttamente l area in esame. Solo vicino ad essa, in corrispondenza di un breve tratto dell argine del Canale Scolmatore dell Arno, viene localizzata un area con vincoli archeologici. Figura 8 Vincoli paesaggistici presenti all intorno dell area interessata dal progetto (perimetro marrone). (Realizzato a partire dai dati contenuti nella tavola QC10-Il sistema dei vincoli paesaggistici del Quadro Conoscitivo del PTC della Provincia di Pisa). Facendo riferimento alla tavola di progetto n. 10 del PTC della Provincia di Pisa si evince come non vi siano elementi del paesaggio significativi all interno dell area interessata dal progetto. 21

22 Questa è compresa all interno del Sistema del Paesaggio della Pianura (Tavola di Progetto n. 10 del PTC) Figura 9 Elementi del Paesaggio di Pianura presenti all intorno dell area interessata dal progetto qui esaminato. (Realizzato a partire dai dati contenuti nella tavola P10-I sistemi di paesaggio del PTC della Provincia di Pisa. 3.1 CONCLUSIONI Esaminate le caratteristiche paesaggistiche dell area interessata dal progetto, anche tenendo conto dei contenuti evidenziati sia nelle tavole del quadro conoscitivo sia di progetto del PTC della Provincia di Pisa, si può concludere come l impatto del progetto nei confronti degli aspetti paesaggistici possa essere ritenuto basso. Gli interventi principali si concentrano infatti prevalentemente in settori che sono già stati interessati da lavori (la pista motoristica e le tribune sfrutteranno la collinetta del tiro al piattello già presente; la ricettività attuale verrà per lo più potenziata nelle attuali sedi). L impatto sul paesaggio sarà prevalentemente dovuto alla realizzazione del rilevato atto a fungere da barriera di difesa dal rumore che verrà realizzata a ovest della pista da corsa. 22

23 4 MOBILITA L analisi della viabilità presentata in questo capitolo è articolata in tre fasi: definizione del grafo stradale, determinazione dei flussi veicolari e analisi del livello di servizio. Si riporta nella figura sottostante l inquadramento delle infrastrutture presenti ai margini dell area studiata. L area di interesse è servita da via Bientinese che si immette nella Strada Provinciale SP23 via del Gello Ovest di collegamento tra la Strada di grande Comunicazione Firenze Pisa Livorno a sud (località Gello di Lavaiano) e la Strada Statale 67 e 67 bis a nord (località Fornacette, Comune di Calcinaia). area in esame Figura 10 Inquadramento generale dell area in esame. 23

24 4.1 DEFINIZIONE DEL GRAFO STRADALE La definizione del grafo stradale utilizzato per l analisi della mobilità è stata realizzata includendo nello studio le principali direttrici da e per l area di interesse con il territorio circostante. Gli assi che interessano l area sono descritti nella tabella di seguito. Tabella 1 Descrizione delle sezioni studiate. sezione arco nodi tratto A SS 67 via Tosco - Romagnola 1 B SS 67 via Tosco - Romagnola C SP 23 via Palmiro Togliatti C SP 23 via Palmiro Togliatti 2 E via Palmiro Togliatti D via del Battaglione F SP 23 via di Gello Ovest F SP 23 via di Gello Ovest 3 G via delle Quadrelle H SP 23 via di Gello Ovest H SP 23 via di Gello Ovest 4 I via Bientinese L SP 23 via di Gello Ovest L SP 23 via di Gello Ovest 5 M viale America N SP 23 via di Gello Est R viale America N SP 23 via di Gello Est 6 O direzione Gello di Lavaiano P direzione Ponsacco Q direzione Fi-Pi-Li R viale America 7 S via dei Poggi T via Tosco - Romagnola Nella pagina successiva viene riportata l illustrazione del grafo stradale in cui sono evidenziate le sezioni, cui corrispondono in rosso gli archi stradali che si intersecano in nodi (cerchi). I numeri rappresentano la caratterizzazione dei nodi e delle direzioni. Nella tabella precedente è riportata la descrizione schematica della successiva cartografia. 24

25 3 A SEZ. 1 1 B 2 C 6 E F 4 D 5 SEZ. 2 8 G 7 SEZ H 17 T SEZ. 7 S 18 SEZ. 4 I 9 L R SEZ. 5 M 12 N 13 O 14 SEZ. 6 Q P Figura 11 Definizione del grafo stradale. 25

26 4.2 DETERMINAZIONE DEI FLUSSI - STATO ATTUALE La definizione dei flussi di traffico veicolare è stata effettuata attraverso rilevamenti manuali realizzati durante la punta mattina (ore 7:30 a ore 8:30) in quanto ritenuta rappresentativa della situazione di maggior domanda veicolare. I rilievi sono avvenuti in giornate feriali del mese di marzo I volumi di traffico sono stati rilevati in corrispondenza degli incroci stradali di interesse in modo tale da ricavare i dati necessari per la caratterizzazione della rete definita dal grafo stradale. Si osserva che degli incroci monitorati la sezione 5 è caratterizzata dalla presenza di semaforo sui quattro rami stradali, mentre la sezione 6 è una rotonda. Di seguito sono riportati i flussi lungo gli archi esaminati allo stato attuale per senso di marcia; VL: veicoli leggeri, VP: veicoli pesanti, Veq: veicoli equivalenti. Tabella 2 Esito dei rilievi nell ora di punta del traffico veicolare allo stato attuale. archi e nodi ora di punta arco nodo iniziale nodo finale VL VP Veq A A B B C C D D E E F F G G H H I I L L M M N N O

27 archi e nodi ora di punta arco nodo iniziale nodo finale VL VP Veq O P P Q Q R R S S T T DETERMINAZIONE DEI FLUSSI - STATO FUTURO La definizione dei flussi di traffico allo stato futuro prende in considerazione il traffico indotto dall area in esame che sarà composto dai dipendenti del comparto e dal traffico dei fruitori delle attività proposte. Si tratta comunque di traffico veicolare di tipo leggero. La stima dell afflusso è basata sull analogia di impianti similari esistenti, dotati dei medesimi servizi, ed è stata fornita da un esperto di settore. Tabella 3 Stima del traffico veicolare leggero indotto dal comparto in esame. traffico medio traffico massimo indotto/giorno indotto/giorno La valutazione si basa su un intervallo medio diurno di mezzi e su un dato giornaliero di picco inerenti al periodo di apertura dell impianto che va dalle 9:00 alle e dalle 14:30 alle 18:30. In ottica cautelativa per l analisi dell impatto sulla viabilità esistente si considera il valore massimo di traffico, considerando però che esso interesserà l orario di punta serale con flusso dimezzato (mezzi in uscita). La distribuzione sulla rete viaria viene fatta considerando esclusivamente le arterie primarie privilegiando le destinazioni principali e dimezzando il flusso ad ogni incrocio. 27

28 Tabella 4 Distribuzione del traffico indotto nell orario di punta. archi e nodi ora di punta arco nodo iniziale nodo finale VL Veq A B C F H I L N P Q R T DETERMINAZIONE DEL LIVELLO DI SERVIZIO La stima del Livello di Servizio di una tratta stradale avviene facendo riferimento a modelli analitici. Quelli che riscontrano maggiore consenso e credibilità a livello internazionale sono quelli contenuti nell Highway Capacity Manual (HCM) nelle versioni del 1985 e Il livello di servizio (L.d.S.) è un indicatore del grado di libertà di manovra dei conducenti durante la marcia Il livello di servizio e rappresenta una misura della qualità di deflusso veicolare in uno specifico arco stradale. Esistono 6 livelli di servizio: A, B, C, D, E ed F. Essi descrivono tutto il campo delle condizioni di circolazione, dalle situazioni operative migliori (L.d.S. A) a quelle peggiori (L.d.S. F). Tabella 5 Descrizione dei livelli di servizio e delle fasce corrispondenti. L.d.S. grado di saturazione x [%] A B C D E F >

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