Variazione in rapporto alla posizione che il parlante occupa nella stratificazione sociale.
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1 Corso di laurea in Scienze dell Educazione A. A / 2011 Istituzioni di Linguistica (M-Z) Dr. Giorgio Francesco Arcodia / Dr.ssa Francesca Strik Lievers (giorgio.arcodia@unimib.it / francesca.striklievers@gmail.com) 1. La variazione diastratica Variazione in rapporto alla posizione che il parlante occupa nella stratificazione sociale. variabili: grado di istruzione, modelli culturali e comportamentali di riferimento, età / appartenenza generazionale, appartenenza di gruppo (marginalmente, anche il genere) distinzione di massima tra varietà alte (di prestigio) e basse (devianti dallo standard, valutate negativamente dalla comunità parlante)
2 Variazioni fonetiche: lasiare, pasiensa vs. lasciare, pazienza (Piemonte), bira, penzare in luogo di birra, pensare (Roma), pisicologia, spicologia, piscologia in luogo di psicologia pronunce italiane influenzate dal dialetto, tipiche dei parlanti con scarso livello di istruzione Variazioni morfologiche: generalizzazioni di forme, regolarizzazioni analogiche (i amici, dei svizzeri, un sbaglio; dissimo < dicemmo, venghino < vengano, bevavamo < bevevamo); accordo a senso (tutto il paese lo sapevano, qualche esperienze) Variazioni sintattiche: costrutti a tema libero / sospeso (io la mia città è Napoli), doppio condizionale (se potrei, farei), doppio congiuntivo imperfetto (se potessi, facessi) Variazioni lessicali: malapropismi, deformazione di parole per renderle simili a termini noti (autobilancia < autoambulanza, febbrite < flebite, sgominare < sgomberare, scoliosi multipla < sclerosi multipla) 2
3 Italiano popolare: Con l etichetta (discutibile secondo alcuni) di italiano popolare si intende, secondo una nozione anch essa molteplicemente discussa, la varietà sociale per eccellenza dell italiano, vale a dire quell insieme di usi frequentemente ricorrenti nel parlare e (quando sia il caso) nello scrivere di persone non istruite e che per lo più nella vita quotidiana usano il dialetto, caratterizzati da numerose devianze rispetto a quanto previsto dall italiano standard normativo (adattato da: Berruto, Gaetano, 1993, Varietà diamesiche, diastratiche, diafasiche, in Sobrero, A. A., (a cura di), Introduzione all'italiano contemporaneo, Bari, Laterza) i tratti dell italiano popolare possono comparire a seconda del contesto comunicativo, anche presso parlanti colti i tratti popolari non sono tutti necessariamente compresenti, nello stesso testo/produzione linguistica si trovano spesso varianti più o meno popolari cfr. italiano parlato colloquiale: registro informale anche dei parlanti colti. 3
4 Alcuni tratti caratteristici dell italiano popolare: (1) presenza di tratti del parlato spontaneo anche nella produzione scritta (2) alta frequenza di strutture a tema libero, topicalizzazioni incongrue Voialtri nuovi arrivati non ci sarebbe nessuno che faccia il barbiere? Quello lì dov ero io han pigliato in mezzo a due baracche ma io ci ho detto che il libro per me ci pensavo me (adattato da: Berruto, Gaetano, 1993, Varietà diamesiche, diastratiche, diafasiche, in Sobrero, A. A., (a cura di), Introduzione all'italiano contemporaneo, Bari, Laterza) (3) periodo ipotetico sub-standard, con doppio condizionale (se sarebbe ) o doppio congiuntivo (se mangiassimo tutti i giorni così, morissimo ) (4) utilizzo del che polivalente (più spesso che nel parlato) 4
5 (5) ci come pronome clitico tuttofare ci dico [ai nipoti] che è brutto emigrare ( ) c era la sentinella, io ci detti uno spintone ci piace, a Lei? (adattato da: Berruto, Gaetano, 1993, Varietà diamesiche, diastratiche, diafasiche, in Sobrero, A. A., (a cura di), Introduzione all'italiano contemporaneo, Bari, Laterza) (6) grafie devianti: ha per a, in cinta per incinta, all avoro per al lavoro, correzzione per correzione (7) usi lessicali specifici: carte per documenti, tribolare ( avere guai ), giustifica per giustificazione Italiano colto: usi linguistici dei parlanti di livello socio-culturale medio-alto (ed alto) coincide approssimativamente con l italiano standard, la buona lingua media standard normativo vs. standard normale / effettivo (statisticamente prevalente) (Trifone, Pietro, 2007, Malalingua: l italiano scorretto da Dante a oggi, Bologna, Il Mulino) 5
6 Esempio di italiano popolare parlato: [...] io non avevo neanche il fucile, guardi, l Italia, per nostra disgrazia, è sempre quella che sa, cambia poco, sembra che ci sia della gente che ha cambiato la volontà, qualcheduno è d apprezzare, molti no, sono da disprezzare e allora là non c è fucile. Siccome che io per le armi non sono tanto famoso, perché non mi piace il male da fare alla gente io. Allora il tenente disse: Allora tu, quando lo prendi il fucile? Scusi, se non ce l ho, come posso fare? [...] (Foresti, F., Morisi, P. & Resca, M. (a cura di), 1982, Era come a mietere, San Giovanni in Persiceto, in Berruto, Cerruti, 2011) 6
7 2. La variazione diafasica Variazione in rapporto alla situazione comunicativa in cui si usa la lingua. elementi in comune con la dimensione diastratica: polarità orientata da un estremo alto ad un estremo basso presenza di due sottodimensioni parallele: asse dei registri e asse dei sottocodici (detti anche linguaggi settoriali ) Registri: varietà diafasiche dipendenti primariamente dal carattere dell interazione e dal ruolo reciproco assunto da parlante (o scrivente) e destinatario stili / livelli di lingua (Berruto, Gaetano, 1993, Varietà diamesiche, diastratiche, diafasiche, in Sobrero, A. A., (a cura di), Introduzione all'italiano contemporaneo, Bari, Laterza) 7
8 Variabili: (a) grado di formalità / informalità della situazione comunicativa (b) rapporto con l interlocutore e con gli altri ascoltatori (adeguamento / accomodamento) (c) grado di attenzione e controllo che il parlante pone nell attuare la produzione linguistica Assi della variazione di registro: (a) formale informale (b) eufemistico disfemistico (c) solenne - volgare 8
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10 Punti di riferimento (approssimativi) nello spazio di variazione: poetico, pomposo, solenne, aulico, elevato, ricercato, accurato, sorvegliato; colloquiale; disimpegnato, disinvolto, trasandato, volgare, etc. necessità di coerenza nella scelta delle varianti rispetto al livello: cf. comunichiamo agli ascoltatori che il nostro presidente ci ha lasciato le penne Alcune caratteristiche dei registri bassi, molto informali: (1) articolazione sintattica poco esplicitata, utilizzo di connettivi semanticamente poveri (poi, e, allora, dunque, così ) (2) variazione lessicale ridotta, utilizzo di un parole a bassa intensione (dal significato generico: è stata promulgata una legge vs. è stata fatta una legge, tasse vs. imposte, etc.) (3) parlata rapida e trascurata, pronuncia (molto) marcata diatopicamente (4) uso di forme abbreviate (bici, tele, moto ) (5) uso di termini di origine gergale o dialettale (rimorchiare, sacchi, macello ) (6) espressioni volgari ( ) 10
11 Alcune caratteristiche dei registri alti, molto formali: (1) articolazione sintattica molto esplicita, impiego di un grande numero di connettivi (2) tendenza alla verbosità (perifrasi, precisazioni, incisi, periodi complessi e lunghi ) (3) ampia gamma di variazione lessicale, scelta di parole strutturalmente complesse (4) uso di forestierismi (latino, lingue moderne) (5) utilizzo di vocaboli e varianti arcaicizzanti (ove, onde, cagione, recenziore, sovente ) (6) uso del si impersonale (si coglie una vena ironica ) 11
12 Sottocodici / lingue speciali: varietà diafasiche dipendenti primariamente dall argomento del discorso e dall ambito esperienziale di riferimento varietà caratterizzate da tecnicismi (termini tecnici o scientifici): morfema, presidio, short (selling), etc. usi linguistici legati a particolari professioni o ambiti del sapere Es.: matematica, biologia, musica, sport... linguaggi settoriali tipici di certi argomenti o ambienti Es.: lingua delle cronache sportive, lingua della critica letteraria usi connessi con generi e tipi testuali Es.: lingua dei notiziari televisivi, lingua scritta per essere detta : registro formale, preferenza per il linguaggio burocratico, aggettivazioni enfatiche usi propri di un gruppo di parlanti, accomunati da un ideologia o da determinate esperienze culturali (varietà come segno dell appartenenza) tendenza a mescolare registri e sottocodici incompatibili nel parlato 12
13 3. La variazione diamesica Variazione in rapporto al canale attraverso cui la lingua viene usata. Punti cardinali della variazione: scritto e parlato la distinzione tra parlato e scritto ha una posizione particolare nella variazione linguistica, in quanto non si tratta propriamente di una dimensione accanto alle altre, bensì di un opposizione che percorre le altre dimensioni di variazione e allo stesso tempo ne è attraversata ( ) La differenziazione tra parlato e scritto è preliminare e indipendente rispetto all utente (Berruto, Gaetano, 1993, Varietà diamesiche, diastratiche, diafasiche, in Sobrero, A. A., (a cura di), Introduzione all'italiano contemporaneo, Bari, Laterza) distinzione legata alla natura del mezzo, alla situazione di produzione e all architettura del sistema (che assegna determinate funzioni ai due canali) sovrapposizione parziale con la dimensione diafasica; c è una correlazione tipica parlato-registro informale e scritto-registro formale 13
14 Distinzione tra: modo fonico e modo grafico distinzione di supporto fisico modo parlato vs. modo scritto distinzione di caratteristiche strutturali del messaggio Es.: ma non son cattiva dai solo 3menda (sms) modo grafico e parlato Variabili proprie del parlato: prosodia, fenomeni intonativi, paralinguistica... Variabili proprie dello scritto: interpunzione, sottolineature, maiuscole grado di pianificazione minimo (parlato) vs. massimo (scritto) 14
15 Alcuni tratti caratteristici del parlato (spontaneo / informale): (1) uso massiccio di segnali discorsivi (diciamo, insomma, no, ecco, vero?) (2) frammentarietà sintattica, alta frequenza di strutture sintattiche interrotte ( ) anche perché mh, le informazioni che danno sono- va be, a parte la segreteria è aperta tre volte la settimana proprio- quando va bene, eh, se uno deve saperne qualcosa sugli studi che vuole fare deve credo, chiedere a qualche amico è la cosa migliore, perché- le informazioni che danno nelle segreterie sono proprio cose- così (adattato da: Berruto, Gaetano, 1993, Varietà diamesiche, diastratiche, diafasiche, in Sobrero, A. A., (a cura di), Introduzione all'italiano contemporaneo, Bari, Laterza) (3) dislocazioni (le lezioni, le incomincio mercoledì, la linguistica, per capirci qualcosa bisogna studiare) (4) c'è presentativo (c è un signore che vuole parlare con te) (5) pause, esitazioni ed autocorrezioni 15
16 ( ) voglio dire di facile portata nell acquisto, insommma, quindi curate, ma, eh, sufficientemente abbordabili in quanto appunto alle tasche dei compratori, mentre prima ecco c erano bellissime edizioni di classici ma molto molto costosi, insomma, ecco ( ) (adattato da: Berruto, Gaetano, 1993, Varietà diamesiche, diastratiche, diafasiche, in Sobrero, A. A., (a cura di), Introduzione all'italiano contemporaneo, Bari, Laterza) (6) prevalenza della coordinazione sulla subordinazione (7) semplificazione dei paradigmi utilizzo dell indicativo presente, passato prossimo e imperfetto; impiego ridotto di condizionale e congiuntivo (se volevo, venivo vs. se avessi voluto, sarei venuto) utilizzo del che polivalente (sono fortunato / perché non c è niente che ho bisogno) (8) limitata variazione lessicale, frequenti ripetizioni della stessa parola cosa, roba, affare, storia, tipo, tizio (9) uso di forme attenuative ed intensificative (attimino, ben, un filo, un sacco ) (10) Pronuncia a ritmo allegro : troncamento (son tornato, so tornato), aferesi ( sto, sera, bastanza), fusioni e legamenti (i-ffazzoletto, non nascondo) 16
17 4. Rapporto tra le dimensioni di variazione Nelle reali varietà d'uso della lingua spesso le varie dimensioni si intersecano, e le relative varietà possono determinarsi [...] contemporaneamente secondo più assi di variazione [...]. Un italiano fortemente marcato in diatopia sarà per lo più anche una varietà socialmente bassa; l'italiano popolare, varietà diastratica tipica di fasce sociali non istruite, sarà per i suoi parlanti anche una varietà diafasica, il registro delle occasioni più formali. Difficili da collocare con precisione, anche se appartengono fondamentalmente alla dimensione diafasica, sono poi le varietà di lingua legate a movimenti culturali, a mode, a costumi più o meno passeggeri ( ) come sinistrese, politichese, giornalese e così via (G. Berruto, 1993, Varietà del repertorio, in A. A. Sobrero (a cura di), Introduzione all'italiano contemporaneo. Vol II: La variazione e gli usi, Roma-Bari, Laterza) 17
18 in riferimento alla situazione italiana, variazione diatopica e diastratica sono sostanzialmente inseparabili; le varietà di lingua apprese nell infanzia hanno comunque una connotazione diatopica (o, meno spesso, corrispondono ad un dialetto) ad ogni produzione linguistica può essere assegnato un valore per le quattro dimensioni della variazione Ess.: riprovevole è neutrale in diamesia (può essere usato sia nel parlato che nello scritto), medio-alto in diafasia, alto in diastratia, neutrale in diatopia (ma la pronuncia conta!!) 18
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20 Nove varietà di riferimento nel continuum pluridimensionale Dire a qualcuno che non si può andare da lui nelle nove varietà: (1) Italiano formale aulico Mi pregio informarla che la nostra venuta non rientra nell ambito del fattibile (2) Italiano tecnico-scientifico Trasmettiamo a Lei destinatario l informazione che la venuta di chi sta parlando non avrà luogo (3) Italiano burocratico Vogliate prendere atto dell impossibilità della venuta dei sottoscritti (4) Italiano standard letterario La informo che non potremo venire (5) Italiano neo-standard Le dico che non possiamo venire 20
21 (6) Italiano parlato colloquiale Sa, non possiamo venire (7) Italiano popolare Ci dico che non possiamo venire (8) Italiano informale trascurato Mica possiam venire, eh (9) Italiano gergale... (Berruto, G., 1993, Varietà del repertorio, in A. A. Sobrero (a cura di), Introduzione all'italiano contemporaneo. Vol II: La variazione e gli usi, Roma-Bari, Laterza) 21
1. La variazione diafasica. Variazione in rapporto alla situazione comunicativa in cui si usa la lingua.
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