CAPITOLO PRIMO MODELLI TEORICI DI RIFERIMENTO. La sociolinguistica è un ramo della linguistica che studia la variazione linguistica

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1 CAPITOLO PRIMO MODELLI TEORICI DI RIFERIMENTO 1.1. La sociolinguistica La sociolinguistica è un ramo della linguistica che studia la variazione linguistica secondo diversi livelli, tutti in qualche modo legati al contesto sociale in cui si trovano i parlanti di una determinata lingua. Le varietà di lingua sono riconducibili a diverse dimensioni. Avremo così: la variazione diatopica (a seconda dello spazio geografico in cui viene parlata una lingua): ad esempio, l'uso di una determinata parola può essere preferito o meno nelle diverse regioni di un paese come l'italia. la variazione diastratica (a seconda dei gruppi e delle classi sociali di appartenenza): si può ad esempio osservare come i giapponesi coniugano i verbi in maniera diversa a seconda del ceto a cui appartengono. la variazione diafasica (dipendente dal contesto in cui avviene la comunicazione, l'argomento e i rapporti tra gli interlocutori): ad esempio Può abbassare il volume della radio? e Abbassa questa lagna sono due modi per chiedere la stessa cosa ma entrambi ci possono dare utili informazioni sul tipo diverso di rapporto che intercorre tra i parlanti.. la variazione diamesica (a seconda del mezzo attraverso il quale si 5

2 comunica): un telegramma o un sms riportano dei testi che non coincideranno con quelli di una lettera. la variazione diacronica (temporale) - (che registra i cambiamenti linguistici avvenuti nel corso degli anni o secoli): si noti ad esempio come al giorno d'oggi non si usa più il voi come forma di cortesia, dando invece la preferenza al lei. Per la sua attenzione alla "diversificazione" cui viene esposto qualsiasi sistema linguistico, per la sua predilezione dunque per le "differenze" tra i parlanti, la sociolinguistica si contrappone alla linguistica teorica il cui obiettivo principale è al contrario svelare le strutture universali del linguaggio umano. La sociolinguistica si occupa quindi dell'uso della lingua, di come le strutture astratte (studiate dalla linguistica generale) si comportano quando sono intercalate nella realtà sociale La variazione diastratica Questo tipo di variazione si manifesta classicamente nella cosiddetta 'variabile sociolinguistica' ovvero un insieme di varianti di una data regola del sistema, le quali correlano progressivamente con valori sociali (in particolar modo a livello fonologico, le 'variabili laboviane' sensibili contemporaneamente alla variazione diastratica e a quella diafasica: ex. -r- intervocalica studiata da Galli de' Paratesi per Roma; una distribuzione sociale e stilistica al contempo di questo tipo è caratteristica di molte variabili dell'it. cont., anche la gorgia toscana studiata da Giannelli-Savoia, ed è nota come 'distribuzione di prestigio'). 6

3 Tra le varietà diastratiche più analizzate c è quella che analizza le differenze nell uso della lingua dipendente dal livello socio-culturale. Altre varietà diastratiche sono quelle generazionali, quelle gergali e quelle fra gruppi sociali specifici. Altra varietà diastratica da prendere in considerazione è quella relativa al sesso, un tema studiatissimo senza che però si sia mai giunti a conclusioni definitive che diano conto non solo di effettive varietà di lingua differenti dipendenti dal sesso, ma anche di semplici distinzioni significative. Certo, donne e uomini hanno differenti modalità di condurre l'interazione e sfere lessicali di utilizzo (o non utilizzo) in correlazione con differenti tipi di avvenuta socializzazione e di ruoli riservati socialmente all'una e all'altro nella cultura occidentale (lo stile di interazione femminile è più orientato sulle relazioni interpersonali che non sui contenuti referenziali, onde peraltro un'alta ricorrenza di marche formali di cortesia, di forme di esitazione e attenuazione della forza illocutoria degli enunciati nelle donne). Ciò tuttavia non autorizza a parlare di una 'lingua delle donne' distinta da quella degli uomini in termini significativi. Va piuttosto rilevato che le distinzioni tra donne e uomini sembrano da ricercarsi in atteggiamenti sociolinguistici: le donne paiono più orientate degli uomini a utilizzare, ceteris paribus, le varianti normative o comunque più prestigiose (probabilmente per motivi di ascesa sociale non ancora garantita tanto quanto agli uomini). Rimangono invece stereotipi le credenze secondo le quali le donne userebbero in misura maggiore soluzioni del tipo CARINO, BELLINO, SCIOCCHINO e sim. in 7

4 opposizione agli uomini che impiegherebbero al contrario parolacce, bestemmie, imprecazioni e si avvarrebbero maggiormente di linguaggi tecnici Una particolare variabile diastratica: l orientamento sessuale. La definizione orientamento sessuale descrive la direzione della sessualità di un individuo (detta anche tendenza sessuale), spesso in relazione al proprio sesso o genere. Nel linguaggio comune si parla di orientamento eterosessuale (o, impropriamente, ""normale"), bisessuale ed omosessuale (lesbico, gay). La parola omosessualità definisce l'attrazione sessuale e/o affettiva di alcuni individui verso altri del loro stesso sesso. Dal punto di vista della ricerca sociolinguistica, tranne che per alcuni rari studi sul lessico degli omosessuali maschi, sembra che gay, lesbiche e bisessuali non esistano. Per quanto riguarda invece le ricerche dei Non linguisti essi non considerato i dati che risultano essere fondamentali per la maggior parte dei sociolinguisti: la forma che le persone usano per parlare Il background linguistico: Studi sul linguaggio, il genere e l orientamento sessuale Maschile e Femminile E ormai dimostrato come nello sviluppo di cosa significhi essere maschio o femmina il linguaggio svolga un ruolo di fondamentale importanza; infatti come sottolinea Coates quando i bambini adottano comportamenti linguistici considerati 8

5 appropriati al loro sesso, loro perpetuano l ordine sociale che crea le distinzioni di genere. Lakoff creò una lista di caratteristiche del linguaggio delle donne osservò come molti degli items della sua lista potessero anche rappresentare le caratteristiche degli stereotipi riguardanti il linguaggio degli uomini omosessuali, come l uso di aggettivi espressivi (p.e., divine ). La studiosa ipotizzò che gli uomini gay imitassero alcune (non dice quali) delle caratteristiche associate al linguaggio delle donne. Sottolinea però che mentre alcuni uomini possono usare norme linguistiche caratteristicamente femminile, loro lo fanno con differenti significati o per ragioni individuali speciali, senza però presentare un indagine più approfondita. Ciò che accomuna entrambi gli studi è il fatto che le ricercatrici usano il linguaggio degli uomini come un punto di riferimento per la loro descrizione di quello femminile. Greer condusse uno studio longitudinale sullo sviluppo del transessualismo nei ragazzi che mostravano un comportamento di genere non conforme. Egli notò come, mentre un piccolo numero di ragazzi con comportamenti femminili da lui studiato non assunse come identità di genere quella di donna, una significativa porzione di essi (67%, n = 30) non sviluppò un comportamento transessuale, ma divenne gay o bisessuale. Nel gruppo di controllo di 25 ragazzi con comportamento maschile solamente uno divenne gay. 9

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