Esercizi di Fine Unità 7 Per i Capitoli 28, 29 e 30

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1 Esercizi di Fine Unità 7 Per i Capitoli 28, 29 e 30 SEZIONE 1: VERIFICA QUELLO CHE HAI APPRESO Attività A: Trombo. 2. Curativo. 3. Leucocitosi. 4. Idrocolloidali. 5. Mediante sondino. 6. Nasointestinali Attività B: Vero. 2. Vero. 3. Falso L infiammazione, azione di difesa fisiologica spontanea che l organismo mette in atto a seguito di un danno tissutale può durare approssimativamente da 2 a 5 giorni, ma può variare in ragione del tipo di ferita e/o di situazione clinica del paziente. 4. Vero. 5. Falso La nutrizione enterale prevede la somministrazione di sostanze nutritive direttamente nello stomaco o nel piccolo intestino. Attività C: Anestesista. 2. Donatori concordati. 3. Proliferazione. 4. Risoluzione. 5. Misurazione NEX. Attività D: B. 2. E. 3. D. 4. A. 5. C. 2. C. 2. A. 3. B.

2 Attività E: Definizione Metodo di drenaggio Trattamento della lesione Drenaggi aperti Sono cannule piatte e flessibili che fungono da via d uscita per i liquidi drenati che vengono assorbiti dalla medicazione. Il drenaggio del materiale avviene passivamente grazie alla forza di gravità e per capillarità (movimento di un liquido verso il punto di contatto con una superficie solida, in questo caso la medicazione di garza) Generalmente il drenaggio viene fissato al punto di uscita della ferita tramite un punto di sutura per evitarne lo scivolamento all interno o la fuoriuscita completa dalla ferita stessa. Quando si medica una ferita con drenaggio, l area cutanea in cui esso è inserito deve essere detersa con soluzione salina sterile; un drenaggio aperto potrebbe necessitare di strati aggiuntivi di garza perché non vi è un contenitore di raccolta dei materiali drenati. Drenaggi chiusi Sono cannule che terminano all interno di un contenitore (es: Hemovac). Sono più efficienti di quelli aperti perché aspirano i liquidi creando un vuoto o una pressione negativa. Questo avviene aprendo la connessione del contenitore, spremendo la camera di raccolta di drenaggio e, infine, richiudendo la valvola. Dopo aver deterso l area cutanea è necessario applicare una garza pretagliata attorno al punto di inserzione del drenaggio. Attività F: a) Gli elementi rappresentati in figura che mostra l inserimento di un sondino nasogastrico sono: (1) faringe; (2) esofago; (3) sondino naso gastrico; (4) sfintere cardiale; (5) sfintere pilorico; (6) stomaco. b) I potenziali effetti avversi di questa procedura sono: (1) inserimento erroneo nelle vie respiratorie; disagio localizzato a naso e gola; (3) irritazione tissutale o lacerazione se il diametro della sonda è troppo largo o la pressione originata dal tubo è prolungata; (4) dilatazione dello sfintere esofageo con conseguente reflusso gastrico; (5) trauma alle narici durante l inserimento. Attività G:

3 Attività H: Un dispositivo pneumatico di compressione è un apparecchio gonfiabile che esercita pressioni alternato a livello degli arti inferiori, favorendo il ritorno venoso ed evitando la stasi sanguigna; 2. La preparazione della cute prevede (1) la tricotomia (ove richiesta), (2) la doccia antisettica e (3) la detersione e l antisepsi del sito chirurgico. La tricotomia se necessaria deve essere effettuata solo nelle aree interessate, immediatamente prima dell intervento e utilizzando rasoi elettrici con testine monouso (clipper). La doccia preoperatoria (o il bagno) è utile a diminuire la colonizzazione microbica della cute. Infine, l antisepsi del sito di incisione chirurgica viene effettuato utilizzando prodotti antisettici (iodofori, prodotti contenenti alcol e clorexidina gluconato); 3. Le ferite possono guarire: (1) per prima intenzione, i margini della ferita vengono messi a contatto diretto l uno con l altro; (2) per seconda intenzione, i margini della ferita sono ampiamente separati e a volte non avvicinabili a causa della perdita di sostanza. Ciò determina un processo riparativo più lungo e complesso; (3) per terza intenzione, i lembi della ferita sono molto distanti e vengono approssimati l uno all altro in un momento successivo con dei punti di sutura, dopo aver effettuato una toilette chirurgica dei lembi stessi; 4. Le cause di perdita della gastrostomia sono le seguenti: disconnessione tra il deflussore e la sonda, clampaggio del tubo G mentre il deflussore viene infuso; incompatibilità tra la sezione del tubo G e lo stoma; aumento della pressione addominale per accumulo di formula, conati di vomito, starnuti e tosse; insufficiente insufflazione del palloncino sottocutaneo; modesta qualità dello stoma o della sua localizzazione; 5. Le sonde gastriche o intestinali vengono utilizzati per: (1) eseguire un gavage; (2) somministrare farmaci orali che il paziente non può deglutire; (3) prelevare campioni di secrezioni per i test diagnostici; (4) eseguire un lavaggio; (5) decomprimere; (6) controllare il sanguinamento gastrico (compressione o tamponamento. SEZIONE II: APPLICA LE TUE CONOSCENZE Attività I: Le sostanze volatili come alcol e acetone non devono essere utilizzate in prossimità del laser perché sono infiammabili; 2. Nei pazienti chirurgici la volemia può essere ridotta a causa delle restrizioni di cibo e liquidi nella fase preoperatoria e alle perdite ematiche durante l intervento; 3. Le medicazioni trasparenti sono meno voluminose di quelle in garza perché sono formate da un unico strato di materiale adesivo che si inattiva quando viene a contatto con i fluidi biologici e quindi con la superficie lesionata; 4. E importante perché un microambiente umido favorisce i processi riparativi e conseguentemente, la guarigione delle ferite;

4 5. Le sonde riempite di mercurio non vengono più utilizzate perché il mercurio è difficile da smaltire completamente e in sicurezza e perché è tossico sia per la persona che per l ambiente; 6. Nei pazienti con sondino per decompressione gastrica l acqua deve essere somministrata con moderazione perché è ipotonica e richiama elettroliti nel liquido gastrico determinando una deplezione degli elettroliti sierici. Attività L: I potenziali fattori di rischio che possono aumentare la probabilità di complicanze perioperatorie comprendono: fasce estreme di età, la disidratazione, la malnutrizione, l obesità, il fumo, il diabete, le patologie cardiopolmonari, abuso di droghe o alcol; tendenza al sanguinamento, bassi valori emoglobinici e della conta eritrocitaria, la gravidanza. 2. a) Le informazioni preoperatorie che devono essere fornite al paziente riguardano: (1) i farmaci preoperatori, quando assumerli e i relativi effetti; (2) il controllo postoperatorio del dolore; (3) la descrizione della sala di risveglio post-anestesia e area post-chirurgica; (4) la frequenza di valutazione dei parametri vitali e utilizzo delle strumentazioni di monitoraggio; (5) le modalità di effettuazioni di respirazioni profonde, esercizi di tosse efficace ed esercizi per gli altri inferiori; b) La preparazione fisica che in genere viene attuata sul paziente da parte del personale infermieristico comprende: (1) la preparazione cutanea, intestinale e urinaria; (2) la restrizione dell assunzione di alimenti e liquidi; (3) la rimozione e la custodia dei monili e di eventuali protesi. 3. a) Per eseguire correttamente un irrigazione dell orecchio, l infermiere deve: ispezionare l orecchio per verificare la presenza di un corpo estraneo che potrebbe gonfiarsi durante l irrigazione e incastonarsi ancora più saldamente all interno dell orecchio; procedere con l irrigazione iniettando la soluzione verso il tetto del canale uditivo. È importante fare attenzione a non occludere il canale con la punta della siringa per evitare che la pressione della siringa danneggi il timpano; b) Dopo l irrigazione l infermiere deve inserire un batuffolo di cotone (o di garza) nell orecchio per assorbire il materiale drenato senza ostruirne la fuoriuscita. 4. Le sei tecniche di base per applicare un bendaggio sono: (1) bendaggio circolare, si usa per ancorare e fermare una medicazione; (2) il bendaggio a spirale, ogni giro sormonta in parte quello precedente; la sovrapposizione può essere della metà fino a tre quarti della larghezza della benda stessa; (3) il bendaggio a spirale inverso, è una variante del precedente; (4) il bendaggio a otto, realizzato con avvolgimenti obliqui; (5) il bendaggio a spiga, una variante di quello a otto; (6) il bendaggio ricorrente, si realizza facendo passare il rotolo di benda indietro e poi di nuovo sopra un estremità corporea.

5 5. a) Le procedure per l attivazione della nutrizione enterale a domicilio sono specifiche e non uniformi nelle diverse regioni e aziende sanitarie. Informazioni di carattere generale che l infermiere deve comunque fornire al paziente e i familiari riguardano le caratteristiche delle formulazioni prescritte, le modalità d uso dei dispositivi, le modalità per la cura della cute e delle mucose nella sede di inserimento del sondino; i problemi potenziali correlati alla terapia enterale, i numeri di riferimento nel caso di difficoltà, le indicazioni relative al follow-up; b) In relazione ai dati raccolti durante la cura del paziente, l infermiere può identificare una o più delle seguenti diagnosi: (1) nutrizione inferiore al fabbisogno; (2) deficit nella cura di sé: alimentazione; (3) compromissione della deglutizione; (4) rischio di aspirazione; (5) compromissione della mucosa orale; (6) diarrea; (7) stipsi. 6. Le comuni linee guida applicate per i pazienti portatori di sonde da decompressione intestinale comprendono: (1) preparazione di tutti i dispositivi necessari per il posizionamento della sonda; (2) posizionare correttamente il sondino naso gastrico (rispettare la procedura); (3) inserire la sonda in eccesso in una compressa di garza fissata sulla fronte; (4) far camminare il paziente se possibile; (5) posizionare il paziente sul lato destro per 2 ore (dopo che la radiografia ha confermato che la sonda è passata oltre lo stomaco), poi sul dorso in posizione di Fowler per 2 ore e infine sul lato sinistro per altre 2 ore; (6) far avanzare, secondo le indicazioni, la sonda di alcuni cm ogni ora; (7) osservare i segni graduati sul tubo; (8) richiedere una conferma radiografica quando la sonda ha raggiunto la distanza prescritta; (9) assicurare la sonda al naso dopo che la sua localizzazione distale è stata confermata; (10) arrotolare la sonda in eccesso e fissarla al pigiama del paziente; (11) connettere l estremità prossimale a un aspiratore a muro o portatile. Attività M: Non vengono formulate risposte definitive per le domande espresse in questa attività; gli studenti possono scegliere di discutere i propri pensieri e le proprie opinioni con i colleghi e/o con il docente e, successivamente, articolare con loro le risposte. SEZIONE III: PREPARATI A SOSTENERE L ESAME Attività N: D; 2. A; B; D; E; 3. A; B; C; 4. A; 5. B; D; E. 6. B.

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