Il rischio di insolvenza delle società italiane

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1 numero L u g l i o

2 Il rischio d impresa alla prova degli stress test EBA... Gli andamenti generali L a moderata ripresa dell economia italiana attesa per il prossimo triennio favorirà un graduale calo nel flusso di nuove sofferenze, che tuttavia si attesteranno a livelli storicamente molto elevati, ben superiori rispetto a quelli osservati prima del. Se invece il quadro macroeconomico dovesse deteriorarsi ulteriormente, il rischio e le sofferenze sfonderanno gli attuali picchi, raggiungendo livelli più che doppi rispetto a quelli pre-crisi. Sono questi, in estrema sintesi, i principali risultati di un esercizio condotto applicando ai modelli di previsione del rischio di insolvenza di Cerved gli scenari macroeconomici baseline e adverse adottati dalla European Banking Authority (EBA) nell esercizio di stress test condotti sui principali istituti bancari europei, al fine di valutarne la solidità e la capacità di assorbire eventuali shock sui rischi di credito e di mercato. In base allo scenario baseline formulato dalla Commissione Europea, l economia dell Unione crescerà di 1,5 punti percentuali nel, con un consolidamento della ripresa atteso nel (+2%) e un leggero rallentamento nel 2016 (+1,8%). L Italia crescerà a ritmi più lenti rispetto a quelli europei, con il Pil previsto in aumento di 0,6 punti percentuali nell anno in corso e in leggera accelerazione nel successivo biennio (+1,2% e +1,3% nel e nel 2016).... Adottando la nuova definizione armonizzata europea, il livello di crediti problematici potrebbe sfiorare il 10% Il Cerved Group Risk Index (CeGRI) Il Cerved Group Risk Index è l'indice elaborato da Cerved Group che fornisce una misura predittiva del rischio medio di insolvenza delle imprese italiane nel loro complesso, ovvero segmentate per settore o per localizzazione produttiva, su una scala continua da 1 (minimo rischio) a 100 (massimo rischio). È stato sviluppato su basi statistiche utilizzando un campione estremamente esteso e rappresentativo dell'economia italiana contenente oltre 2 milioni di informazioni anagrafiche, statistiche, qualitative e contabili - e circa 72 mila eventi di decadimento (fallimenti, procedure concorsuali, liquidazioni, protesti e altri eventi pregiudizievoli). Il CeGRI integra le valutazioni quantitative di rischio calcolate sulle singole imprese con analisi di scenario macro-economico e settoriale e valutazioni qualitative sull'andamento dei singoli settori elaborate dagli analisti di settore di Cerved Group. Scenario macroeconomico Baseline EBA per l Italia (valori percentuali) Fonte: EBA 2016 Tasso di variazione del Pil reale 0,6 1,2 1,3 Tasso di inflazione 0,9 1,3 1,8 Tasso di disoccupazione 12,6 12,4 12,0 Tasso di variazione del prezzo degli immobili residenziali -3,4-0,7 2,0 2

3 Cerved Group Risk Index Scenario macroeconomico Adverse EBA per l Italia (valori percentuali) Fonte: EBA In base ai modelli di rischio elaborati da Cerved, questa debole ripresa (il Pil rimarrà al termine del periodo di previsione di 5,9 punti percentuali inferiore rispetto a quello del 2007) sarà insufficiente per ristabilire condizioni finanziarie solide all interno del sistema delle imprese italiane: il Cerved Group Risk Index (Cegri), l indice che sintetizza il rischio medio di insolvenza delle società italiane, è previsto in lieve diminuzione tra e (da 75,6 punti a 74,3) per poi flettere con maggiore decisione nel (a 70,1 punti) e scendere a quota 68,3 punti al termine dell esercizio di previsione, un valore ancora ben superiore rispetto agli indici pre-crisi. A questi livelli di rischio per il complesso delle società italiane, corrisponderanno tassi di ingresso in sofferenza in calo ma storicamente elevati: in rapporto al numero di società esposte con il sistema bancario, le imprese con prestiti in sofferenza diminuiranno progressivamente, dal 3,5% della fine del, al 3,2% nel 2016, livelli che comunque rimarranno ben superiori rispetto all 1,6% osservato nel Tasso di variazione del Pil reale -0,9-1,6-0,7 Tasso di inflazione 0,9 1,0 0,6 Tasso di disoccupazione 12,9 13,7 14,4 Tasso di variazione del prezzo degli immobili residenziali -7,9-4,7-3,3 Lo scenario adverse delineato dall EBA per l Italia prevede tre anni di ulteriore recessione per la nostra economia: il Pil si ridurrebbe di 0,9 punti percentuali nell anno in corso, di 1,6 punti nel e di 0,7 punti nel In base a questo scenario così drammatico per il nostro 2,3 65,0 64,7 4,3 3,8 3,3 2,8 1,8 1, ,9 20 Il Cerved Group Risk Index Totale società di capitale, ,3 69, Fonte: Banca d Italia ed elaborati Cerved 2011 sistema economico (che complessivamente perderebbe 11,6 punti di Pil rispetto al 2007) applicato ai modelli di previsione di Cerved, l indice di rischio medio delle imprese italiane aumenterebbe ulteriormente, passando dai 75,6 punti del a quasi 80 punti al termine dell esercizio di previsione, con un incremento particolarmente marcato tra e Il tasso di ingresso in sofferenza si impennerebbe superando gli attuali massimi, passando dai 3,5 punti percentuali di fine a 3,7% alla fine del 2016, più del 2012 Tassi di ingresso in sofferenza Società non finanziarie, punti percentuali 68,4 72,3 75,6 75,7 74,3 doppio rispetto al tasso osservato nel 20 (1,7%). 76,9 70,1 79,4 68, F 2016F 3,5 3,5 3,5 3,5 3,6 3, ,7 3,2 3

4 L impatto degli stress test Eba sulla nuova definizione di Non performing exposures Nell Ottobre la Banca Centrale Europea ha avviato una valutazione approfondita (Comprehensive Assessment) delle principali banche europee, tra cui i 15 maggiori gruppi italiani, al fine di verificarne la solidità e, laddove necessario, di rafforzarne la capitalizzazione. L esercizio comprende un analisi dei profili di rischio, un esame della qualità degli attivi (Asset Quality Review, AQR) e uno stress test, con l obiettivo di valutare l effettivo stato di salute degli intermediari secondo criteri armonizzati e quantificare eventuali misure correttive. Uno degli elementi centrali di questa valutazione è la simulazione di uno stress test, ossia la valutazione dei requisiti patrimoniali che sarebbero necessari nel caso in cui lo scenario macroeconomico previsto dalla Commissione Europea di una moderata crescita dell economia non si dovesse verificare e si manifestasse invece, per cause al momento non prevedibili, uno scenario negativo. Un secondo elemento importante è la definizione di esposizione creditizia deteriorata (Non Performing Exposures, NPE), cruciale per la quantificazione armonizzata del patrimonio di vigilanza, a cui tutte le banche europee dovranno fare riferimento. Secondo questa definizione, una banca deve classificare come dete- riorata una esposizione, anche in presenza di eventuali garanzie reali o personali, quando ritiene che il debitore non sia in grado di ripagare totalmente il debito, indipendentemente dalla presenza di importi scaduti e non pagati (unlikely to pay criterion), oppure quando il debito è scaduto da più di 90 giorni, fatti salvi alcuni criteri di materialità. Vale la pena sottolineare che la definizione di Non Performing Exposure è molto ampia, e comprende anche ritardi nei pagamenti, molto spesso segnali di una temporanea crisi di liquidità che non necessariamente si trasformerà in un default grave o in un fallimento. I modelli statistici e le basi dati di Cerved possono essere impiegati per stimare il volume di queste posizioni. In base all esercizio, condotto su 593 mila società di capitale consultate sugli archivi Cerved con debiti finanziari non nulli, la probabilità di default media coerente con la definizione di Non Performing Exposure si attesterebbe a fine a un livello del 9,3%, ben più elevato del 3,5% calcolato secondo il tradizionale tasso di ingresso in sofferenza rettificata (che comprende solo i casi più gravi di default). Grazie ai modelli è anche possibile valutarne l evoluzione in base ai due scenari macroeconomici, baseline e adverse, previsti Stima delle Non Performing Exposures negli scenari Baseline e Adverse Probabilità di default media, società di capitale con esposizione >0 (*) 7,0% 7,5% 7,6% 8,7% 9,3% 9,3% 9,1% 9,4% 8,6% 9,7% 8,4% 6,9% F 2016F (*) Considerate 593 mila società di capitali consultate sugli archivi Cerved con debiti finanziari non nulli 4

5 dall E BA. Se nel prossimo triennio l economia italiana dovesse riprendere un sentiero di moderata ripresa, coerente con lo scenario baseline formulato dalla Commissione Europea, le Non Performing Exposures si ridurrebbero progressivamente fino a toccare gli 8,4 punti percentuali nel 2016, un livello superiore di 1,4 punti rispetto a quello stimato per il 20. Nel caso in cui il quadro macroeconomico dovesse invece deteriorarsi così come ipotizzato dall EBA nello scenario adverse, la probabilità di default a 90 giorni delle società italiane arriverebbe a sfiorare il 10% al termine dell esercizio di previsione. A beneficiare maggiormente della ripresa economica sarebbero le PMI e le microimprese, per cui si stima una riduzione tra e 2016 della probabilità di default di circa basis points, quasi il triplo rispetto alle grandi società (-31 punti); dal punto di vista settoriale ne beneficerebbero soprattutto il settore delle costruzioni (-144 basis points) e quello dell industria (-117). Viceversa, una nuova recessione penalizzerebbe soprattutto le microimprese (+51 basis points tra e 2016) e le società maggiori (+44 punti), mentre l aumento della probabilità di default si limiterebbe a basis points per le PMI. Dal punto di vista settoriale, aumenterebbe il rischio soprattutto nelle costruzioni (+82 basis points tra e 2016) e nell agricoltura (+63), mentre l industria risulterebbe il comparto più impermeabile a ulteriori peggioramenti del quadro economico (+30). Parallelamente, è stato valutato il profilo di rischio delle aziende italiane nei due scenari: nello scenario base, il numero di imprese rischiose si Variazione della Probabilità di Default media per dimensione di impresa 2016 F -, basis point Micro Piccole Medie Grandi Totale Variazione della Probabilità di Default media per macrosettore 2016 F -, basis point Agricoltura Industria Costruzioni Commercio Servizi Totale riduce di circa 10 mila unità (da 132 mila, il 22,2% del totale a 121 mila, il 20,5%), ed il volume di esposizioni complessive corrispondenti passa da 207 miliardi di euro del a 196 miliardi del Nello scenario negativo, invece, il numero di imprese rischiose aumenta ancora, rispetto al, di 7 mila unità (da 132 mila a 139 mila, il 23,4% del totale). In questo secondo scenario, le esposizioni a più alto rischio passano dai 207 miliardi del ai 218 del Società rischiose nel e nel 2016 per lo scenario Baseline e Adverse Migliaia di imprese con esposizione >0 (*) e debiti finanziari complessivi 207 Mld 196 Mld 218 Mld (*) Considerate 593 mila società di capitali consultate sugli archivi Cerved con debiti finanziari non nulli

6 Cerved Group Risk Index S Il rischio nei settori Mezzi trasporto econdo i modelli di previsione di Cerved, con un evoluzione del quadro economico coerente con lo scenario baseline adottato dall E BA, in tutti i settori dell economia italiana il rischio di credito inizierà gradualmente a diminuire nell anno in corso, per continuare una lenta discesa nel. Ovunque però il rischio di insolvenza rimarrà decisamente superiore rispetto ai livelli del , quando la crisi ancora non si era abbattuta sulla nostra economia. Tra tutti i macrosettori, le società che operano nella filiera agricola rimarranno le meno fragili, con il Cegri che passerà dai 64,2 punti del ai 62,5 punti del. Nelle costruzioni, il comparto che ha risentito maggiormente della lunga crisi che ha colpito l economia italiana dalla seconda metà del 20, si prevede un calo del rischio di insol- Chimica e farmaceutica Hi tech Prodotti intermedi Meccanica Metalli Sistema casa Largo Consumo Sistema moda Il CeGRI nell industria 53,1 61,2 66,0 64,1 65,8 66,2 64,2 62,2 67,0 68,0 65,2 69,7 71,1 72,6 73,7 74,1 71,1 76,2 67,3 64,9 61,4 60, ,4 64,8 60,8 59, Agricoltura 68,5 64,8 66,8 61,0 58,7 20 Il CeGRI per macrosettore Totale società di capitale 72,1 69,0 59,3 73,9 68,7 66,3 60, Industria 71,9 68,0 65,6 61, ,1 71,5 69,4 63, Servizi 81,6 74,8 73,1 64,2 Costruzioni 77,8 71,4 69,9 62,5 venza, con una diminuzione del Cegri da 81,6 punti del ai 77,8 del : la riduzione è dovuta soprattutto all uscita in massa dal mercato delle società più fragili già osservata in questi anni. I segnali congiunturali indicano che la fase più acuta della crisi è alle spalle, ma sono ancora insufficienti per parlare di ripresa: si prevede un livello di rischio comunque molto elevato anche per gli anni a venire. 79,9 73,0 Nell industria si prevede che l indice di rischio diminuirà dai 73,1 punti del ai 69,9 punti del, grazie soprattutto al contributo positivo delle esportazioni, che giocheranno un ruolo cruciale di sostegno alla domanda delle società che operano con l estero. Nonostante il sostegno dell export, il rischio delle società industriali rimarrà in quasi tutti i segmenti superiore rispetto a quello, già elevato, toccato all apice della prima fase della recessione, nel. Secondo l outlook, nonostante il netto miglioramento rispetto ai livelli attuali, la fliliera dei mezzi di trasporto sarà il settore caratterizzato dal maggior livello di rischio nel, con il Cegri stimato a 76,2 punti (80,2 nel e 71,1 nel ). Il rischio rimarrà elevato anche nel sistema moda, ma con una forte eterogeneità tra le imprese ben posizionate sui mercati esteri e le aziende di minore dimensione che operano solo sui mercati interni. In media il Cegri si attesterà a 74,1 punti nel, in calo di 2,9 rispetto al ma ancora più elevato rispetto ai 73,7 punti del. Il comparto del largo consumo ha attraversato una fase di forte difficoltà nel corso degli ultimi anni e il miglioramento stimato nel periodo di previsione sarà insufficiente a recuperare i livelli di rischio pre-crisi. Ha inciso, da un lato, la forte contrazione dei consumi un fenomeno che l economia italiana non aveva mai sperimentato prima 71,9 63,6 6

7 e, dall altro, la pressione esercitata sui margini dalla grande distribuzione. L indice di rischio è atteso a 72,6 punti nel, 7,4 in più rispetto al livello del, anno in cui i consumi ancora non si erano contratti. Il sistema casa è il settore industriale per cui si prevede il maggiore calo del rischio tra e : il Cegri passerà da 75,2 a 71,1, con un calo di 4,1 punti. Come nel caso del sistema moda, il rischio medio rimarrà comunque a livelli molto elevati, superiori a quelli del, con un ulteriore apertura della forbice tra le aziende presenti sui mercati internazionali e quelle che operano solo in Italia, che si troveranno a fronteggiare una domanda ancora debole. Nel settore dei metalli e della loro lavorazione, nel l indice di rischio si attesterà a livelli inferiori rispetto a quelli medi (68 contro 69,9) e in calo rispetto a quelli del (70,5), ma lontani da quelli del. Incide la debolezza della domanda interna ed estera e l eccesso di capacità produttiva, che penalizza il livello dei prezzi. Nella meccanica e nei prodotti intermedi, il rischio rimarrà a livelli inferiori rispetto a quelli del resto dell industria, rispettivamente a 67 e a 66,2 punti nel, con un calo di 3,1-3,2 punti rispetto ai livelli del. L hi tech, con un Cegri di 64,1 punti nel (-3,8 rispetto al ), è l unico comparto in cui il rischio si riduce rispetto ai livelli del : questo outlook positivo è dovuto al riposizionamento delle grandi aziende, che hanno dismesso i business in perdita o a bassa redditività, alla ripresa delle esportazioni nella meccanica (che incorpora la componentistica elettronica) e alle buone performance attese nelle apparecchiature medicali, in cui l Italia conta una nicchia di aziende eccellenti. La chimica e la farmaceutica, pur rimanendo il settore industriale con il minor rischio medio di insolvenza, si posiziona su livelli più alti rispetto al passato, con un Cegri che si attesta a quota 61,2, 8,1 punti in più rispetto al. Pesa l eccesso di capacità produttiva, aggravata da una rivitalizzazione della chimica americana legata allo shale gas. Sulla farmaceutica pesano invece sia i problemi legati alla scadenza contemporanea di molti brevetti importanti, non sostituiti da nuovi brevetti altrettanto rilevanti, sia le politiche di forte contenimento e razionalizzazione della spesa sanitaria. Nei servizi si prevede che l indice di rischio passerà Energia & utility Servizi non finanziari Informazione e intrattenimento Distribuzione Logistica e trasporti Il CeGRI nel terziario 59,9 65,1 66,7 67,1 dai 74,8 punti del, ai 73 del, per poi diminuire ulteriormente nel, ma rimanendo sopra quota 70 (a 71,4). Anche nel il settore della logistica e dei trasporti rimarrà il più rischioso dell economia, con il Cegri ben oltre quota 80 (81,5) e nonostante un miglioramento dagli attuali 85,3: pesa il basso livello di domanda atteso, che si unisce alla strutturale fragilità delle imprese che operano nel comparto. Anche la distribuzione si caratterizza per una diffusa presenza di piccole imprese, strutturalmente fragili e con una domanda asfittica: il Cegri è atteso a 74,8 punti nel, in calo rispetto al dato del (77,3) ma ben superiore rispetto al (70,8). Nel campo dell informazione e intrattenimento, è previsto un calo dell indice di 2,6 punti tra e, che porterà il livello di rischio a quota 73, leggermente inferiore rispetto ai 73,1 del. In forte calo il Cegri nel campo dei servizi non finanziari: l indice diminuirà tra e di 4,4 punti, portandosi a quota 67,1, un livello ancora superiore rispetto al. Il comparto della produzione di energia e delle utility si caratterizza come uno di quelli in cui il rischio di insolvenza è minore (65,1 punti nel ), ma in netto aumento rispetto al (59,9). Pesa la profonda crisi del settore della raffinazione, dovuta all eccesso di capacità produttiva e all ingresso di nuovi operatori sullo scenario internazionale. Nella produzione di energia, si assiste ad una crisi del termoelettrico, legata all entrata in produzione di impianti fotovoltaici (che godono della priorità di dispacciamento) e dei minori livelli di consumo. 73,1 73,0 70,8 74,8 73,3 81,5 7

8 Il rischio per area geografica I due anni, ma solo nelle regioni del Centro dati territoriali indicano che il rischio medio di insolvenza delle società italiane si ridurrà ovunque nei prossimi e del Nord Est il Cegri scenderà sotto i livelli del, il primo anno di forte crisi dell economia italia. Il rischio rimarrà ben sopra i livelli pre-recessione ovunque, con l eccezione del Trentino Alto Adige. 71,4 67,2 61,1 57, ,9 66,4 61,7 57, Nord Est 61,7 58,6 20 Il CeGRI per area geografica Totale società di capitale 75,2 70,3 70,7 67,0 67,2 63,6 74,9 71,1 66,6 62, Nord Ovest 76,2 68,5 65,0 61, ,4 71,0 68,0 63, Centro 83,1 73,9 72,2 67,4 79,8 79,3 71,9 70,1 70,2 68,4 66,1 63,6 Sud e Isole Il CeGRI nel Nord Est Trentino Alto Adige Friuli Venezia Giulia Veneto Emilia Romagna 62,3 54,3 64,7 61,0 63,4 63,5 63,7 65,8 Il Nord Est si conferma l area del Paese in cui le imprese sono caratterizzate dal minor rischio di insolvenza, con un calo da 67,4 a 63,6 punti tra e. Con una diminuzione di ben otto punti rispetto ai livelli del, il Trentino Alto Adige risulta una vera e propria isola felice non solo nella Penisola ma anche nell area: il Cegri è previsto a quota 54,3, livello inferiore anche rispetto a quelli osservati tra 2003 e Anche il Friuli Venezia Giulia, con un Cegri atteso a 61 punti nel, farà registrare un rischio medio di insolvenza inferiore a quello del, ma ancora più alto di quello pre-crisi. In Veneto e in Emilia Romagna, nonostante il miglioramento previsto tra e, l indice rimarrà a livelli superiori rispetto a quelli del. Nel Nord Ovest è prevista una riduzione del Il CeGRI nel Nord Ovest Cegri di 3,8 punti, dai 72,2 del ai 68,4 del. Nonostante un miglioramento nei prossimi due anni generalizzato a tutta l area, secondo l outlook, solo nella Valle d Aosta l indice nel sarà a livelli inferiori rispetto al (65,8 contro 69,5). Il Cegri è atteso nel a quota 67,9 in Piemonte (in calo dai 71,7 punti del ), a quota 69 in Lombardia (72,7 nel ) e a 69,8 in Liguria (73,6). 66,8 69,0 69,5 65,8 67,7 67,9 68,8 Lombardia Valle d Aosta Piemonte Liguria 69,8 8

9 Nelle regioni dell Italia Centrale, l indice di rischio è previsto in riduzione dai 73,9 punti del ai 70,1 del, un livello inferiore a quello del (70,7) ma superiore rispetto agli anni precedenti. Il miglioramento rispetto ai livelli del è attribuibile alla riduzione del rischio attesa in Toscana e nel Lazio, regioni in cui il Cegri è previsto rispettivamente a 68,5 e 70,4 punti nel (contro i 69,6 e i 71,1 del ). Viceversa, Marche e Umbria si caratterizzano per un rischio maggiore (72,6 e 72,8 punti) e per livelli superiori a quelli del (71,2 e 71,5). Nel Mezzogiorno e nelle Isole l indice che sintetizza la probabilità media di insolvenza delle imprese si ridurrà sotto la soglia di 80 punti già nel (a 79,8 punti, dagli 83,1 del ), per attestarsi a quota 79,3 nel. Il Cegri rimarrà oltre quota 80 in Sicilia (84,6), Il CeGRI nel Centro 69,6 68,5 Toscana Marche Umbria Lazio 71,2 72,6 71,5 72,8 71,1 70,4 Molise (83,1), Calabria (80,7) e Basilicata (80,1); i livelli di rischio saranno inferiori a quota 80, ma comunque elevati e superiori rispetto a tutte le regioni del Centro-Nord, in Abruzzo (79,9), in Campania (79,8), Sardegna (78,7) e Puglia (77,5). Il CeGRI nel Sud e nelle isole 76,2 76,8 79,9 83,1 74,7 74,6 79,8 71,7 78,7 Sardegna Abruzzo Campania Molise Puglia Basilicata 77,5 75,3 80,1 70,8 Calabria 77,4 84,6 Sicilia 80,7 9

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