Le imprese della trasformazione ortofrutticola nei confronti di certificazioni, marchi collettivi e denominazioni protette

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1 Panel agroalimentare Indagini monografiche Panel Agroalimentare Ismea Le imprese della trasformazione ortofrutticola nei confronti di certificazioni, marchi collettivi e denominazioni protette Settembre 2006 Introduzione Attraverso le 110 aziende del Panel Agroalimentare Ismea afferenti al settore della trasformazione ortofrutticola è stata condotta un indagine sull atteggiamento delle imprese di questo segmento nei confronti delle certificazioni, dei marchi collettivi, delle denominazioni protette e del biologico (per maggiori approfondimenti sul Panel Ismea si rimanda alla Nota metodologica, mentre per una breve descrizione delle certificazioni e dei marchi si rimanda alla fine di questo rapporto). Risultati dell indagine I principali risultati dell indagine campionaria, condotta nel mese di gennaio 2006, possono essere sinteticamente individuati nel grafico 1 e nei punti che seguono: Grafico 1 Incidenza delle aziende con almeno un riconoscimento/certificazione Certificazioni (ISO, EMAS, ECOLABEL, ecc.) 49,1% Marchi collettivi 4,5% Denominazioni protette (DOP, IGP, AS) 7,3% Biologico 36,4% Base di riferimento: tutte le aziende del campione (110 casi) Rispetto ai sistemi di certificazione, il 49% delle aziende della trasformazione ortofrutticola ha dichiarato di aderire ad almeno uno di quelli considerati nell indagine, mostrando un atteggiamento abbastanza favorevole, sebbene quasi esclusivamente orientato verso il sistema di gestione della qualità. ISO risulta, infatti, il sistema di certificazione più diffuso, sia nelle aziende del pomodoro sia negli altri settori della trasformazione ortofrutticola. Una discreta adesione si è riscontrata anche per il sistema di gestione ambientale (ISO 14001), posseduto da oltre il 14% delle aziende del campione). I marchi collettivi (diversi dal biologico e dalle denominazioni protette) non sono frequenti nella realtà produttiva del comparto (solo il 4% delle aziende del Panel) e si stima che tale tendenza resterà immutata anche per i prossimi anni, visto che la maggioranza delle aziende attualmente non aderenti ha dichiarato di non voler partecipare ad iniziative di questo tipo in futuro. Le denominazioni d origine presentano un livello di adesione piuttosto scarso: solo il 7% delle aziende del Panel appartenenti al comparto della trasformazione ortofrutticola 1

2 Caratteristiche del Panel I sistemi di certificazione ha, infatti, dichiarato di aderire ad almeno uno dei disciplinari di produzione considerati. La situazione non pare destinata a modificarsi, poiché quasi nessuna azienda del Panel prevede di aderire a DOP e IGP nei prossimi anni, soprattutto vista l esigua presenza di riconoscimenti nel settore della trasformazione ortofrutticola. Il biologico risulta abbastanza significativo nell ambito della trasformazione ortofrutticola nazionale, poiché ben il 36% delle aziende del Panel ha dichiarato di possedere una certificazione di questo tipo. In particolare, si rileva che la diffusione delle aziende con produzione bio è maggiore nell area nord orientale e al Sud; inoltre, la dimensione occupazionale non influenza la scelta di aderire ad un disciplinare bio, che pare essere una condizione cui le aziende si orientano spontaneamente nella maggior parte dei casi. Il campione utilizzato per l indagine è composto da 110 aziende, di cui 30 operanti nel settore della trasformazione del pomodoro e 80 nel settore altra trasformazione ortofrutticola (di seguito sinteticamente indicata con altri ), che comprende aziende della trasformazione delle patate, della produzione dei succhi di frutta e delle conserve (frutta sciroppata, legumi, sottoli, sottaceti, marmellate, ecc. Dal punto di vista territoriale, la ripartizione del campione appare maggiormente concentrata nelle aree del Nord Est e del Sud e Isole rispettivamente con quote pari al 47% e al 48% del totale; il Nord Ovest è rappresentato da appena 5 aziende, mentre non ci sono rilevazioni nel Centro (tabella 1). Per quanto concerne la stratificazione del campione per dimensione occupazionale si specifica che, ai fini dell indagine, è stata utilizzata una classificazione diversa da quella prevista dal decreto MAP del 18/04/2005 e, pertanto, si considerano piccole le imprese fino a 9 addetti, intermedie quelle con addetti e grandi le imprese con 30 e più addetti. Il Panel dell industria della trasformazione ortofrutticola vede una supremazia numerica delle imprese di piccole dimensioni, con una quota pari al 44% del totale; seguono le grandi imprese, che rappresentano il 32% del campione, e quelle di medie dimensioni, pari al 25%. Tabella 1 - Composizione del campione (numero aziende) Settore Dimensione (n. addetti) Pomodoro Altri Totale Nord Ovest Nord Est Cento Sud e isole Totale Il 49% delle aziende intervistate, ovvero 54 casi su 110, ha dichiarato di aderire ad almeno uno dei sistemi di certificazione considerati. I due settori considerati si eguagliano in termini di sensibilità ai sistemi di certificazione, sebbene nel caso del pomodoro trasformato si registi una lievissima prevalenza di aziende che possiedono almeno una certificazione (grafico 2). La certificazione più diffusa tra le aziende del comparto della trasformazione ortofrutticola è ISO (1), cui aderisce il 46% delle aziende del campione; seguono per importanza ISO (2), posseduta dal 14% del totale intervistato. Un numero più ridotto di imprese ha iniziato a porre attenzione agli altri sistemi: EMAS (3) con 3 aziende certificate, RSI (4) con 2 aziende del settore del pomodoro ed SA 8000 (5) con 1 sola impresa aderente appartenente al settore altri. Nessuna azienda è certificata ECOLABEL (6) (tabella 2). Con riferimento alle aree geografiche si osserva che la presenza di aziende certificate è più rilevante nel Sud e nelle Isole, fatta eccezione per EMAS che risulta concentrata esclusivamente nel Nord Est (tabella 3). Dal punto di vista dimensionale è la classe intermedia (10-29 addetti) che vede la maggiore quota di aziende certificate, seguita dalla 2

3 classe superiore (30 ed oltre addetti); solo nel caso di RSI si fa riferimento ad aziende di piccole dimensioni (1-9 addetti). Grafico 2 Incidenza delle aziende con almeno una certificazione, per settore Pomodoro 50,0% Altri 48,8% Totale 49,1% Base di riferimento: aziende con almeno una certificazione (54 casi) Tabella 2 - Tipologia di certificazione posseduta, per settore di attività (risposte affermative) ISO , , ,5 ISO , , ,5 EMAS 1 3,3 2 2,5 3 2,7 ECOLABEL 0 0,0 0 0,0 0 0,0 SA ,0 1 1,3 1 0,9 RSI 2 6,7 0 0,0 2 1,8 Totale Risposta multipla Base di riferimento: tutte le aziende del campione (110 casi) Tabella 3 - Tipologia di certificazione posseduta, per area e dimensione (%) ISO ,0 40,4 0,0 50,9 27,1 63,0 57,1 ISO ,0 11,5 0,0 18,9 4,2 25,9 20,0 EMAS 0,0 5,8 0,0 0,0 0,0 7,4 2,9 ECOLABEL 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 SA ,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 2,9 RSI 0,0 0,0 0,0 3,8 4,2 0,0 0,0 Risposta multipla - Base di riferimento: tutte le aziende del campione (110 casi) Le aziende che hanno aderito alle certificazioni hanno dichiarato di aver ottenuto vantaggi rispetto al 57% di questi sistemi di gestione (41 casi), mentre rispetto al 21% di averne riscontrati pochi (15 casi). Pari al 15% l incidenza di certificazioni ritenute non vantaggiose; per il restante 7% le aziende non hanno espresso alcun giudizio (tabella 4). Circa il 27% del campione prevede di aderire, nel corso dei prossimi anni, a certificazioni diverse da quelle già conseguite oppure di entrare per la prima volta nel sistema delle certificazioni (tabella 5). Rispetto ai casi di adesione futura (certa e probabile), il 41% (ovvero 13 aziende) prevede di adottare il sistema di gestione della qualità ISO ; il 31% aderirà, certamente o probabilmente, a ISO 14001; il 6% a EMAS (2 aziende) e l 1% a SA 8000 (1 sola azienda del comparto altri ). Le restanti aziende che hanno espresso l intenzione futura di aderire ad un sistema di certificazione, invece, non hanno saputo indicare la tipologia (tabella 6). 3

4 Tab. 4 - Riscontro di vantaggi derivanti dall'adesione ai sistemi di certificazione Certificazione Sì Pochi No N.r. Totale ISO casi % 60,0 18,0 16,0 6,0 100,0 ISO casi % 50,0 25,0 18,8 6,3 100,0 EMAS casi % 33,3 66,7 0,0 0,0 100,0 ECOLABEL casi % 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 SA 8000 casi % 100,0 0,0 0,0 0,0 100,0 RSI casi % 50,0 0,0 0,0 50,0 100,0 Totale casi % 56,9 20,8 15,3 6,9 100,0 Base di riferimento: numero di certificazioni sottoscritte dalle aziende (72 casi) Tabella 5 - Aziende che intendono aderire a certificazioni nei prossimi anni, per settore di attività Certamente sì 2 6,7 7 8,8 9 8,2 Probabilmente sì 5 16, , ,1 Probabilmente no 9 30, , ,1 Certamente no 10 33, , ,7 Non so 4 13, , ,9 Totale , , ,0 Base di riferimento: tutte le aziende del campione (110 casi) Tabella 6 - Previsione di adesione per tipologia di certificazione, per settore ISO , , ,6 ISO ,6 8 32, ,3 EMAS 0 0,0 2 8,0 2 6,3 ECOLABEL 0 0,0 0 0,0 0 0,0 SA ,0 1 4,0 1 3,1 RSI 0 0,0 0 0,0 0 0,0 Non so, n.r. 3 42,9 3 12,0 6 18,8 Totale 7 100, , ,0 Risposta multipla - Base di riferimento: aziende che hanno dichiarato di aderire ad una certificazione in futuro certamente o probabilmente (30 casi) Le imprese che non prevedono di aderire a certificazioni nei prossimi anni, indicano come motivi prevalenti la non attesa di vantaggi (60%), i costi troppo elevati che queste comportano (21%), la non conoscenza delle certificazioni (9%). Altre motivazioni indicate sono quelle legate ai vincoli e agli adeguamenti indispensabili per la gestione del sistema di certificazione che, complessivamente considerati, coinvolgono circa il 12% delle aziende intervistate (grafico 3). 4

5 Grafico 3 - Motivazioni relative alla non adesione futura a sistemi di certificazione Non vediamo vantaggi 59,6% Costi di gestione troppo elevati 21,1% Non le conosciamo 8,8% Troppi vincoli da rispettare Eccessivi costi delle procedure burocratiche Necessità di adeguamenti troppo onerosi Eccessica complessità delle procedure burocratiche Altro 7,0% 5,3% 5,3% 3,5% 8,8% N.r. 5,3% ISO Risposta multipla Base di riferimento: aziende non intenzionate ad aderire alle certificazioni in futuro (57 casi) Il 62% delle aziende certificate ISO ha dichiarato che l adesione al sistema di gestione della qualità è stata una scelta spontanea; per il 20% è stata una scelta derivata da fattori esterni, come sollecitazioni provenienti dai clienti, dai competitors, dalle associazioni di cui l azienda fa parte; per il 16% è stata una decisione tanto spontanea quanto indotta (tabella 7). Nel settore del pomodoro si evidenzia una minore incidenza delle aziende che hanno effettuato una scelta indotta da fattori esogeni, mentre risulta più significativa la coesistenza di cause esterne e scelte spontanee rispetto alla media complessiva del comparto ortofrutticolo. Tabella 7 - Motivazioni dell'adesione a ISO , per settore Scelta spontanea 8 61, , ,0 Derivata dall esterno 2 15,4 8 21, ,0 In uguale misura 3 23,1 5 13,5 8 16,0 Altro 0 0,0 0 0,0 0 0,0 Non so, n.r. 0 0,0 1 2,7 1 2,0 Totale , , ,0 Base di riferimento: aziende certificate ISO (50 casi) Dal punto di vista territoriale si non rilevano particolari differenze, fatta eccezione dell area nord occidentale, in cui la metà delle aziende certificate ISO ha dichiarato che tale decisione è stata determinata da fattori esogeni, mentre l altra metà non ha saputo esprimere un opinione (tabella 8). La dimensione aziendale non ha influito sulla scelta di aderire al sistema di certificazione, poiché le aziende che hanno spontaneamente aderito risultano tanto di piccole quanto di grandi dimensioni; al contrario, le cause esterne hanno avuto un incidenza maggiore nel caso di aziende di piccole dimensioni (31% contro il 20% del comoparto complessivamente 5

6 considerato. Nel caso in cui l adesione sia stata sollecitata (anche solo in parte) da fattori esterni, questi vengono ricondotti sostanzialmente alla pressione dei clienti e, in misura molto minore, a quella della concorrenza e ad obblighi di legge. Tabella 8 - Motivazioni dell'adesione a ISO , per area e dimensione (%) Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Scelta spontanea 0,0 66,7 0,0 63,0 69,2 47,1 70,0 Derivata dall esterno 50,0 14,3 0,0 22,2 30,8 17,6 15,0 In uguale misura 0,0 19,0 0,0 14,8 0,0 29,4 15,0 Altro 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Non so, n.r. 50,0 0,0 0,0 0,0 0,0 5,9 0,0 Totale 100,0 100,0 0,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Base di riferimento: aziende certificate ISO (50 casi) Ben il 60% delle aziende certificate ISO ritiene di avere ottenuto dall adesione vantaggi sostanziali, il 18% di averne ottenuti pochi ed il 16% di non averne ottenuti affatto (tabella 9). I consensi più convinti si rilevano nel settore del pomodoro e nell area meridionale, pur senza eccessive differenze rispetto al settore altri e alle altre due aree geografiche considerate. La dimensione aziendale non influisce sulla percezione dei vantaggi; da notare, tuttavia, come nella classe addetti si registri la minore concentrazione di risposte negative (tabella 10). Tabella 9 - Riscontro di vantaggi dall'adesione a ISO , per settore Sì 8 61, , ,0 Pochi 4 30,8 5 13,5 9 18,0 No 0 0,0 8 21,6 8 16,0 N.r. 1 7,7 2 5,4 3 6,0 Totale , , ,0 Base di riferimento: aziende certificate ISO (50 casi) Tabella 10 - Riscontro di vantaggi dall'adesione a ISO , per area e dimensione (%) Sì 50,0 57,1 0,0 63,0 61,5 58,8 60,0 Pochi 0,0 19,0 0,0 18,5 15,4 29,4 10,0 No 0,0 19,0 0,0 14,8 23,1 5,9 20,0 N.r. 50,0 4,8 0,0 3,7 0,0 5,9 10,0 Totale 100,0 100,0 0,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Base di riferimento: aziende certificate ISO (50 casi) I vantaggi si riconducono sostanzialmente al versante commerciale, cioè alla possibilità di penetrare nuovi mercati (44%), al riconoscimento da parte dei clienti (44%) e al maggiore potere negoziale nei loro confronti (20%). Apprezzabile anche la quota di aziende (33%) che attribuisce il miglioramento dei propri metodi operativi all adesione ad ISO (grafico 4). 6

7 Grafico 4 Vantaggi derivanti dall'adesione a ISO Possibilità di entrare in determinati mercati 43,6% Maggior potere contrattuale verso i clienti 20,5% Riconoscimento da parte dei clienti 43,6% Adozione di migliori metodi operativi 33,3% Altro 7,7% Risposta multipla Base di riferimento: aziende certificate ISO che hanno riscontrato vantaggi (39 casi) ISO Il 62% delle aziende certificate ISO ha dichiarato che l adesione al sistema è stata spontanea, il 19% derivata da fattori esterni, il 13% sia spontanea che indotta dall esterno. Sono soprattutto le aziende del settore altri (25%) e della classe addetti intermedia (29%), a ritenere che l adesione sia stata sollecitata da condizionamenti esogeni (tabelle 11 e 12), ricondotti, in ordine decrescente d importanza, alla pressione esercitata dai clienti, ad obblighi di legge, alla concorrenza e alle sollecitazioni delle associazioni a cui le aziende aderiscono. Tabella 11 - Motivazioni dell'adesione a ISO 14001, per settore Scelta spontanea 3 75,0 7 58, ,5 Derivata dall esterno 0 0,0 3 25,0 3 18,8 In uguale misura 1 25,0 1 8,3 2 12,5 Altro 0 0,0 0 0,0 0 0,0 Non so, n.r. 0 0,0 1 8,3 1 6,3 Totale 4 100, , ,0 Base di riferimento: aziende certificate ISO (16 casi) Tabella 12 - Motivazioni dell'adesione a ISO 14001, per area e dimensione (%) Scelta spontanea 0,0 50,0 0,0 70,0 50,0 57,1 71,4 Derivata dall esterno 0,0 16,7 0,0 20,0 0,0 28,6 14,3 In uguale misura 0,0 16,7 0,0 10,0 50,0 14,3 0,0 Altro 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Non so, n.r. 0,0 16,7 0,0 0,0 0,0 0,0 14,3 Totale 0,0 100,0 0,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Base di riferimento: aziende certificate ISO (16 casi) 7

8 L adesione a ISO ha apportato vantaggi apprezzabili per il 50% delle aziende certificate, ne ha apportati pochi per il 25% e per il 19% nessuno. I consensi più convinti vengono espressi dal settore altri, dal Sud e Isole e dalla aziende di dimensione intermedia (tabelle 13 e 14). Al contrario, le aziende piccole sono le più deluse, poichè nessuna ha percepito benefici derivanti dall adesione al sistema di certificazione. I vantaggi rilevati si riconducono sostanzialmente all area commerciale, cioè, in ordine decrescente di importanza, al riconoscimento dei clienti (58% dei rispondenti), alla possibilità di penetrare nuovi mercati (42%), al maggiore potere negoziale nei confronti degli acquirenti (25%). Il contributo di ISO è importante anche ai fini del miglioramento dei metodi operativi, così come espresso dal 33% delle aziende che hanno riscontrato vantaggi (grafico 5). Tabella 13 - Riscontro di vantaggi dall'adesione a ISO 14001, per settore Sì 1 25,0 7 58,3 8 50,0 Pochi 2 50,0 2 16,7 4 25,0 No 1 25,0 2 16,7 3 18,8 N.r. 0 0,0 1 8,3 1 6,3 Totale 4 100, , ,0 Base di riferimento: aziende certificate ISO (16 casi) Tabella 14 - Riscontro di vantaggi dall'adesione a ISO 14001, per area e dimensione (%) Sì 0,0 33,3 0,0 60,0 0,0 85,7 28,6 Pochi 0,0 50,0 0,0 10,0 0,0 14,3 42,9 No 0,0-0,0 30,0 100,0 0,0 14,3 N.r. 0,0 16,7 0,0 0,0 0,0 0,0 14,3 Totale 0,0 100,0 0,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Base di riferimento: aziende certificate ISO (16 casi) Grafico 5 Vantaggi derivanti dall'adesione a ISO Possibilità di entrare in determinati mercati 41,7% Maggior potere contrattuale verso i clienti 25,0% Riconoscimento da parte dei clienti 58,3% Adozione di migliori metodi operativi 33,3% Risposta multipla - Base di riferimento: aziende certificate ISO che hanno riscontrato vantaggi (12 casi) 8

9 I marchi collettivi Soltanto il 4% delle aziende intervistate aderisce a marchi collettivi diversi dal biologico e dalle denominazioni protette. Si tratta di 5 aziende concentrate soprattutto nel settore del pomodoro e nell area Nord Est (tabella 15 e 16). L adesione a marchi collettivi pare non entusiasmare: infatti, appena l 8% delle aziende non aderenti a marchi collettivi dichiara che l adesione sarà in futuro probabile, ma non certa, mentre per i restanti sono disinteressati (72%) o non sanno come si comporteranno (20%) (tabella 17). Tabella 15 - Adesione a marchi collettivi diversi dal biologico e dalle denominazioni protette, per settore Si 3 10,0 2 2,5 5 4,5 No 26 86, , ,5 N.r. 1 3,3 0 0,0 1 0,9 Totale , , ,0 Base di riferimento: tutte le aziende del campione (110 casi) Tabella 16 - Adesione a marchi collettivi diversi dal biologico e dalle denom.ni protette, per area e dimensione (%) Sì 0,0 7,7 0,0 1,9 4,2 0,0 8,6 No 100,0 90,4 0,0 98,1 93,8 100,0 91,4 N.r. 0,0 1,9 0,0 0,0 2,1 0,0 0,0 Totale 100,0 100,0 0,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Base di riferimento: tutte le aziende del campione (110 casi) Tabella 17 - Aziende che intendono aderire a marchi collettivi nei prossimi anni, per settore Pomodoro Altri Certamente sì 0 0,0 0 0,0 0 0,0 Probabilmente sì 2 7,7 6 7,7 8 7,7 Probabilmente no 9 34, , ,8 Certamente no 12 46, , ,3 Non so 3 11, , ,2 Totale , , ,0 Base di riferimento: aziende non aderenti a marchi collettivi diversi dal biologico e dalle denominazioni protette (104 casi) I motivi del rifiuto si ritrovano sostanzialmente nel fatto che queste aziende prevedono di non ottenere vantaggi, così come affermato dal 35% dei rispondenti, oppure i marchi collettivi non sono conosciuti (19%) o si ritiene che la loro gestione abbia costi elevati (7%) (grafico 6). 9

10 Grafico 6 - Motivazioni della non adesione futura a marchi collettivi Troppi vincoli da rispettare Eccessiva complessità delle procedure burocratiche 1,9% 1,0% Non vediamo vantaggi 34,6% Non li conosciamo 19,2% Marchio aziendale già noto 3,8% Eccessivi oneri burocratici 2,9% Costi di gestione troppo elevati 6,7% Altro 4,8% N.r. 13,5% Le denominazioni d origine Risposta multipla Base di riferimento: aziende non intenzionate ad aderire a marchi collettivi nei prossimi anni (104 casi) Poco più del 4% delle aziende della trasformazione ortofrutticola ha dichiarato di possedere nel proprio portafoglio prodotti una Denominazione di Origine Protetta (8) ed il 4% una Indicazione Geografica Protetta (9) (tabella 18). Territorialmente le aziende con prodotti DOP si concentrano soprattutto nel Nord Ovest, mentre quelle con prodotti IGP si ripartiscono equamente tra Nord Est e Centro. Sotto il profilo dimensionale, invece, la diffusione di DOP e IGP presenta un incidenza maggiore nel caso di grandi aziende (tabella 19). Tabella 18 Presenza di denominazioni d origine, per tipologia di certificazione e settore di attività DOP 1 3,3 4 0,0 5 4,5 IGP 0 0,0 4 0,0 4 3,6 AS 0 0,0 0 0,0 0 0,0 Totale Risposta multipla - Base di riferimento: aziende del Panel (110 casi) Tabella 19 Presenza di denominazioni d origine, per tipologia di certificazione, area geografica e dimensione (%) DOP 20,0 3,8 0,0 3,8 4,2 3,7 5,7 IGP 0,0 3,8 0,0 3,8 0,0 3,7 8,6 AS 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Base di riferimento: aziende del Panel (110 casi) La situazione descritta non pare destinata a modificarsi nei prossimi anni, poiché solo 2 aziende del Panel prevedono - probabilmente - di inserire nel proprio portafoglio prodotti DOP e IGP. La scelta è condizionata soprattutto dall esigua presenza di riconoscimenti nel settore della trasformazione ortofrutticola, ma anche dalla limitata percezione di vantaggi concreti da parte degli operatori. Per 3 delle 5 aziende aderenti alla DOP, la scelta è stata derivata da condizionamenti esterni, che si identificano nella pressione dei clienti e della concorrenza, mentre per 2 di 10

11 Le produzioni biologiche esse l adesione è risultata vantaggiosa soprattutto nel rapporto con i clienti (maggiore riconoscibilità e potere contrattuale). Per quanto concerne l IGP, invece, la scelta di aderire è risultata spontanea per 2 aziende sulle 4 aderenti. Una sola azienda ritiene che l adesione non sia stata vantaggiosa, mentre le altre hanno riscontrato facilitazioni nella fase di commercializzazione. Le aziende del Panel con certificazione di produzione biologica (11) sono 40, pari a circa il 36% del campione complessivo. Sia in termini assoluti che relativi, la produzione bio è poco presente nel settore del pomodoro (appena 4 aziende su un collettivo di 30 unità); nel settore altri il biologico è, invece, molto più diffuso con circa il 42% delle aziende con produzione certificata (tabella 20). Dal punto di vista territoriale, le aziende con produzione certificata bio nell ambito dell ortofrutta trasformata sono principalmente concentrate nel Nord Est (38% del totale corrispondente) e al Sud (34% del totale corrispondente), mentre risultano scarsissime nell area Nord occidentale (solo 2 aziende). La scelta del biologico appare, inoltre, una condizione produttiva cui si orientano tanto le aziende piccole quanto quelle di maggiori dimensioni, sebbene in questo caso si rilevi una concentrazione lievemente superiore alla media (40% contro il 36%). Tabella 20 - Aziende con certificazione biologica, per settore, area e dimensione Settore num % Pomodoro 6 20,0 Altri 34 42,5 Area Nord Ovest 2 40,0 Nord Est 20 38,5 Centro 0 0,0 Sud e Isole 18 34,0 Dimensione (addetti) , ,3 30 ed oltre 14 40,0 Totale 40 36,4 Base di riferimento: aziende del Panel (110 casi) L adesione al sistema di produzione biologica è stata una scelta spontanea per il 67% delle aziende certificate; il 25% ha dichiarato, invece, che è stata una decisione sollecitata da fattori esterni, mentre per le restanti aziende la scelta è stata in parte spontanea ed in parte derivata (tabella 21). In particolare, le aziende del settore pomodoro (83%), quelle localizzate nel Sud e Isole (77%) e quelle con dimensioni ridotte (88%) risultano le meno vincolate nella loro scelta da fattori esterni. La scelta risulta, al contrario, maggiormente condizionata rispetto alla media nazionale nelle aziende dell area nord occidentale e per le realtà di dimensioni maggiori (tabella 22). Il fattore che più influenza la scelta delle imprese è la pressione dei clienti, così come indicato dal 30% delle aziende certificate. Tabella 21 - Motivazioni dell'adesione alla certificazione di prodotto biologico, per settore Scelta spontanea 5 83, , ,5 Derivata dall esterno 0 0, , ,0 In uguale misura 1 16,7 2 5,9 3 7,5 Altro 0 0,0 0 0,0 0 0,0 Non so, n.r. 0 0,0 0 0,0 0 0,0 Totale 6 100, , ,0 Base di riferimento: aziende con certificazione di produzione biologica (40 casi) 11

12 Tabella 22 - Motivazioni dell'adesione alla certificazione di prodotto biologico, per area e dimensione (%) Scelta spontanea 50,0 60,0 0,0 77,8 88,2 44,4 57,1 Derivata dall esterno 50,0 30,0 0,0 16,7 11,8 33,3 35,7 In uguale misura 0,0 10,0 0,0 5,6 0,0 22,2 7,1 Altro 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Non so, n.r. 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Totale 100,0 100,0 0,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Base di riferimento: aziende con certificazione di produzione biologica (40 casi) Il 62% delle aziende con produzione bio ritiene che l adesione a questa tipologia di certificazione abbia portato loro vantaggi; per il 13% i vantaggi riscontrati sono pochi e per il 18% non si è riscontrato alcun vantaggio (tabella 23). I consensi più convinti si evidenziano nel settore del pomodoro, mentre dal punto di vista territoriale le aree in cui sono stati percepiti vantaggi concreti sono il Nord Ovest (100%) ed il Nord Est (70%). La dimensione aziendale influisce poco sulla percezione di vantaggi, che resta pressoché simile per tutte le classi di addetti, evidenziando una leggera flessione rispetto alla media in quella intermedia (tabella 24). I vantaggi sono percepiti sostanzialmente sul fronte della commercializzazione; le opzioni maggiormente citate dalle aziende intervistate sono risultate, infatti, la possibilità di entrare in nuovi mercati, il riconoscimento da parte dei clienti ed il maggiore potere negoziale nei loro confronti. Tabella 23 - Riscontro di vantaggi dalla certificazione biologica, per settore Sì 5 83, , ,5 Pochi 1 16,7 4 11,8 5 12,5 No 0 0,0 7 20,6 7 17,5 N.r. 0 0,0 3 8,8 3 7,5 Totale 6 100, , ,0 Base di riferimento: aziende con certificazione di produzione biologica (40 casi) Tabella 24 - Riscontro di vantaggi dalla certificazione biologica, per area e dimensione (%) Sì 100,0 70,0 0,0 50,0 64,7 55,6 64,3 Pochi 0,0 20,0 0,0 5,6 5,9 22,2 14,3 No 0,0 5,0 0,0 33,3 17,6 22,2 14,3 N.r. 0,0 5,0 0,0 11,1 11,8 0,0 7,1 Totale 100,0 100,0 0,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Base di riferimento: aziende con certificazione di produzione biologica (40 casi) Note 1) La certificazione ISO è una norma internazionale volontaria che specifica i requisiti che un sistema di gestione per la qualità di un azienda/organizzazione deve possedere per dimostrare la propria capacità di fornire prodotti conformi ai requisiti dei clienti ed alle prescrizioni regolamentari applicabili. 2) La certificazione ISO è una norma internazionale di carattere volontario, applicabile a tutte le tipologie di imprese, che definisce come deve essere sviluppato un efficace sistema di gestione ambientale. 3) Il sistema EMAS (Eco Management and Audit Scheme), istituito con Reg. (CEE) 1836/93 e successivamente modificato dal Reg. (CE) 761/2001, è uno schema volontario applicabile, a livello UE ed European Environment Agency, a tutte quelle organizzazioni - pubbliche o private - che vogliono valutare, monitorare e migliorare le proprie prestazioni ambientali. Rispetto alla ISO 14001, il 12

13 Regolamento EMAS pone una forte attenzione agli aspetti di comunicazione verso l'esterno, che si concretizzano principalmente con la diffusione della Dichiarazione Ambientale, convalidata da un Verificatore Accreditato a livello nazionale (per l'italia l'accreditamento viene rilasciato dall'apat - Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici). 4) La RSI (Responsabilità Sociale delle Imprese) è "l'integrazione su base volontaria, da parte delle imprese, delle preoccupazioni sociali e ambientali nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate" (Libro Verde della Commissione Europea, luglio 2001). La RSI riveste un'importanza strategica per il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che nel 2002 ha avviato un progetto volto alla diffusione della cultura sulla responsabilità sociale delle imprese e lo scambio di esperienze e buone pratiche. 5) SA 8000 è uno standard di certificazione a carattere volontario sviluppato dal Social Accountability International, al fine di migliorare le condizioni di lavoro e il rispetto della salute e della sicurezza dei lavoratori. 6) L Ecolabel, istituito con Reg. (CE) n. 1980/2000, è il marchio di qualità ecologica che viene conferito ai prodotti e ai servizi con il minor impatto ambientale. Il marchio, il cui logo è rappresentato da un fiore, è uno strumento volontario, selettivo e con diffusione a livello europeo. 7) Il marchio collettivo è un marchio ad adesione volontaria, concesso in uso a tutte le aziende produttrici che si assoggettano a regole prestabilite proprie del marchio. Risulta tutelato contro qualsiasi impiego commerciale, usurpazione, imitazione, o indicazione che possa indurre in errore il consumatore. Es: il marchio di un Consorzio. 8) La Denominazione di Origine Protetta (DOP - Reg. CE 2081/92) è un marchio riservato ai prodotti agricoli o alimentari, con esclusione dei prodotti vitivinicoli e delle bevande spiritose (es. il vino), le cui fasi del processo di produzione (materie prime impiegate, loro trasformazione ed elaborazione fino al prodotto finito) devono avvenire nell'area geografica delimitata di cui il prodotto porta il nome. Le particolari caratteristiche/qualità del prodotto devono essere legate essenzialmente o esclusivamente all ambiente geografico, comprensivo dei fattori naturali ed umani. 9) L Indicazione Geografica Protetta (IGP - Reg. CE 2081/92) è un marchio riservato ai prodotti agricoli o alimentari che siano originari di una regione, di un luogo o, in casi eccezionali, di un paese determinato. Per ottenere il marchio sono richieste due condizioni, ovvero che una determinata qualità, la reputazione o un altra caratteristica possa essere attribuita all origine geografica e che una delle fasi della produzione e/o trasformazione e/o elaborazione avvengano nell area geografica determinata. 10) L Attestazione di Specificità (AS) o Specialità Tradizionale Garantita (STG) è assegnata a prodotti che si differenziano da altri similari in quanto hanno un "elemento o insieme di elementi che distinguono nettamente un prodotto agricolo o alimentare da altri prodotti o alimenti analoghi appartenenti alla stessa categoria" (Reg. CE 2082/92). È richiesta la duplice condizione che il prodotto in questione si distingua da altri prodotti per la sua specificità e che il prodotto abbia carattere tradizionale, ossia sia ottenuto utilizzando materie prime tradizionali, ovvero abbia una composizione tradizionale, ovvero abbia subito un metodo di produzione e/o trasformazione di tipo tradizionale. 11) Produzione Biologica - Regg. (CE) n. 2092/91 e n. 1804/99 e successive modifiche ed integrazioni. Ismea Direzione Mercati e Risk Management Unità operativa Osservatori e Panel Maria Ronga (+39)

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