PROMOZIONE DI UNA NUOVA CULTURA (NON SOLO) DI GENERE:

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1 CONTRO GLI STEREOTIPI DI GENERE NELLA PREVENZIONE PRIMARIA. LA SOCIOLOGIA DELLA SALUTE PER UN PROGETTO DI PREVENZIONE PRIMARIA COME SCIENZA DIALOGICA di Vincenza Geltrude Cavalera socio SISS) La Sociologia della Salute per la PROMOZIONE DI UNA NUOVA CULTURA (NON SOLO) DI GENERE: Per educare e formare al rispetto di sé e dell'altra/o da sé. La scienza dialogica della prevenzione primaria per costruire la nonviolenza: 'Dissolviamo gli stereotipi di genere'. Parole chiave: Cultura, interculturalità, stereotipi, genere, sicurezza informatica, intelligenza emotiva, aggressività, educazione, life skills, sublimazione, cambiamento, condivisione; Area tematica: Prevenzione, educazione, socializzazione alla nonviolenza. Comportamenti a rischio: bullismo, tossicodipendenze (alcol, droghe, GDA, ludopatie), violenze psicofisiche, cyberbullismo, abuso/opportunismo, emarginazione, discriminazione di genere: razza censo, credenze religiose; Stress lavoro/scuola correlato: rischio indotto (carico di lavoro carico di compiti da svolgere nel doposcuola), sicurezza, mobbing (orizzontale/verticale), aggressività, vittimologia, vittimismo, patologie fisiche, depressione esogena/endogena, patologie mentali; Introduzione La proposizione causale del tema, che si tenta di trattare, all'interno del tema complesso della 'Nonviolenza' 1, che vuole essere una proposta di un'iniziativa di quella che è un'esigenza di civiltà, parte dall'assunto di poter educare, socializzare al rispetto di sé e dell'altra o dell'altro da sé', attraverso l'esercizio per la costruzione della prevenzione primaria alla nonviolenza 2, con l'obiettivo costante di dissolvere, proprio nella sfera dei valori e delle credenze di una cultura dominante, quegli aspetti, spesso autoctoni, che si sono tramandati da una generazione all'altra, denominati 'stereotipi' 3 non solo di genere, in tutte le circostanze e i contesti del vivere quotidiano, ad iniziare dalla Scuola, per promuovere e diffondere il pluralismo, la concezione 1 Gandhi e Tolstoj «Quarant'anni fa, mentre attraversavo una grave crisi di scetticismo e dubbio, incappai nel libro di Tolstoj Il regno di Dio è dentro di noi, e ne fui profondamente colpito. A quel tempo credevo nella violenza. La lettura del libro mi guarì dello scetticismo e fece di me un fermo credente nell'ahimsa. Quello che più mi ha attratto nella vita di Tolstoj è il fatto che egli ha praticato quello che predicava e non ha considerato nessun prezzo troppo alto per la ricerca della verità. Fu l'uomo più veritiero della sua epoca. La sua vita fu una lotta costante, una serie ininterrotta di sforzi per cercare la verità e metterla in pratica quando l'aveva trovata. [...] Fu il più grande apostolo della non-violenza che l'epoca attuale abbia dato. Nessuno in Occidente, prima o dopo di lui, ha parlato e scritto della non-violenza così ampiamente e insistentemente, e con tanta penetrazione e intuito. [...] La vera ahimsa dovrebbe significare libertà assoluta dalla cattiva volontà, dall'ira, dall'odio, e un sovrabbondante amore per tutto. La vita di Tolstoj, con il suo amore grande come l'oceano, dovrebbe servire da faro e da inesauribile fonte di ispirazione, per inculcare in noi questo vero e più alto tipo di ahimsa.» (Mahatma Gandhi[2]) 2 La nonviolenza (dal sanscrito ahims a «non violenza», «assenza del desiderio di nuocere o uccidere») è un metodo di lotta politica che consiste nel rifiuto di ogni atto di violenza, in primo luogo contro i rappresentanti e i sostenitori del potere cui ci si oppone, ma anche disobbedendo a determinati ordini militari (obiezione di coscienza) o altre norme e codici, articolando la propria azione in forme di disobbedienza, boicottaggio e non collaborazione (resistenza nonviolenta).[1] Il principio venne teorizzato formalmente negli anni venti del Novecento dal Mahatma Gandhi e applicato dal movimento anticoloniale indiano, che lo ricollegava al principio di origine induista e buddhista dell'ahims a, ed ebbe un peso notevole per il successo del movimento indipendentistico indiano. All'esempio di Gandhi si sono richiamati esplicitamente Martin Luther King e diversi movimenti pacifisti, ecologisti e per i diritti civili, soprattutto a partire dagli anni sessanta. 3 (tipogr.) [stampato con il procedimento della stereotipia: ristampa s. di un volume] stereotipato. 2. (fig.) [di gesto, espressione e sim., ripetuto in modo meccanico e senza partecipazione, secondo un modello fisso] e [ STEREOTIPATO (2)]. s. m. 1. [modello ricorrente e convenzionale di comportamento, discorso e sim.: definire, ragionare per s.; s. sociali] cliché, luogo comune. 2. (ling.) [locuzione o espressione fissatasi in una determinata forma e ripetuta quindi meccanicamente e banalizzata: parlare per s.; abusare di s.] frase fatta, luogo comune, modo di dire, slogan. 3. (tipogr.) [matrice di piombo o altro materiale, usata per la riproduzione, che permette di ottenere da una composizione tipografica a caratteri o a righe mobili lastre di piombo o di plastica fuse in un blocco unico per la stampa in piano o su macchine rotative] cliché, lastra, stereotipia.

2 dell'essere e del fare delle persone, siano esse donne o uomini, anziani o giovani, disabili o abili, omosessuali o eterosessuali, stranieri o connazionali'. a) Nell'ambito dei diversi percorsi scolastici, a partire dalle classi 4' e 5' della scuola primaria e fino a tutto il biennio degli Istituti secondari di II, si rilevano indicatori dello stato di rischio e/o di possibili eventi sentinella (violenza assistita psicofisica da isolamento/ricerca di identità: dipendenza dal web che, contestualmente all'analisi dell' ambito familiare, possono identificare determinati indicatori dello stato di rischio e/o di possibili eventi sentinella (violenza assistita psicofisica da isolamento/ricerca di identità: dipendenza da web. 4 b) Si rileva ancora la necessità di analisi nell'ambito del'assistenza dei soggetti anziani e/o disabili, all'interno delle strutture residenziali protette RSA/RSSA, Case di riposo); c) Si individua anche l'ambito lavorativo, contesto nel quale possano sussistere condizioni di rischio per il lavoratore per mancata e/o insufficiente applicazione delle norme sulla sicurezza (D.Lgs. n. 81/2008 Testo unico sulla sicurezza negli ambienti e luoghi di lavoro); condizioni di rischio dovute ad assunzione di alcool, droghe; condizioni di rischio dovute ad eventuali episodi di mobbing (orizzontale/verticale), ovvero ad episodi di aggressività, vittimismo, depressione esogena/endogena da parte del lavoratore; Si evidenzia, a tal fine, che dal gennaio 2011 è obbligatorio, per le aziende italiane, effettuare la valutazione dello Strss Lavoro Correlato (S.L.C.) ed anche a livello di Comunità Europea è alta l'attenzione sui rischi emergenti... Sanzioni: omessa e/o incompleta redazione del DVR (...) - Rischi e fonti di Stress sul lavoro: Medici, Infermieri, Polizia, Assistenti sociali, Insegnanti, Autotrasportatori, piloti... d) Ancora, soprattutto nel sud Italia, si rileva la necessità di evidenziare l''ambito Italia luogo di immigrazione': sono migliaia le persone che, per cause economiche o politiche, sono approdate o stanno per approdare nella nostra penisola: paese di passaggio o fine ultimo, l Italia si ritrova oggi ad affrontare l arrivo di moltissime persone. Nei diversi Centri di accoglienza, ben quattro CDA/CARA, distribuiti sulle coste pugliesi, tra cui il Centro di prima accoglienza Don Tonino Bello di Otranto. Quest ultimo, gestito sin dal 2003 dal Comune di Otranto, ha chiuso i battenti nel 2005 ed ha riaperto solo nell'agosto 2010 per funzionare come centro di primissima accoglienza in cui lo straniero sbarcato sulle coste pugliesi sosta un periodo variabile tra le 24 e 48 ore, prima di essere trasferito verso una struttura attrezzata per periodi di soggiorno più lunghi. In alcuni casi può succedere che l'affluenza degli ospiti immigrati, all'interno dei centri di accoglienza, superi doppio il numero di posti disponibili, oltre ai tempi di permanenza prolungati e alla mancanza di servizi essenziali come elettricità o acqua calda (anche d inverno). Accade spesso che tali condizioni 4 4 MILANO, 07 FEB - Sono stati 1522 i casi curati nel 2016 dal Centro nazionale sul cyberbullismo e l'attività illegale in rete della Casa pediatrica di Milano: più dell'8% rispetto all'anno precedente e nell'80% dei casi si trattava di bullismo derivante dalla rete stessa. Sono dati forniti a un convegno a Milano, in occasione della Giornata nazionale della Sicurezza in rete dal professor Luca Bernardo, direttore del Dipartimento materno-infantile dell'ospedale Fatebenefratelli. Per quanto riguarda le vittime, Bernardo ha spiegato che "sono loro direttamente a rivolgersi a noi, mentre i bulli, purtroppo non arrivano mai da soli, ma inviati dalle forze dell'ordine o alla messa in prova disposta dal tribunale". "Si immagina che i bulli siano nelle scuole secondarie - ha sottolineato -, quindi alle medie, ma in realtà già al secondo, terzo anno delle scuole primarie si struttura il concetto di classe, di leader, e quindi di bullo e di vittima" (ANSA Milano 07/02/2017).

3 precarie di vita non possono che inasprire inevitabilmente gli animi contribuendo a spiegare alcuni incidenti di violenza avvenuti nei centri; e) Altri luoghi in cui possono manifestarsi episodi di violenza sono tutti quei contesti ri- educativi/riabilitativi, quali le comunità terapeutiche per tossicodipendenti, per pazienti psichiatrici, compresi gli istituti penitenziari, luoghi di contenimento delle persone disagiate. 1.La scienza dialogica per la promozione di una cultura della nonviolenza Un'appendice di una materia scolastica, la Storia e l'educazione civica 5 è oramai in disuso nello spettro delle materie d'insegnamento negli Istituti scolastici di primo e secondo grado. Una nuova 'Etica per la nonviolenza' bisogna insegnarla: far conoscere teorie, metodologie ed esperienze che possono dimostrare e far comprendere una lunga storia e una sistemazione scientifica notevoli. Da Mohandas Gandhi a Aldo Capitini a Ernesto Balducci, da Johan Galtung a Giuliano Pontara a Gene Sharp, da Martin Luther King a Danilo Dolci a Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto, da Alberto L'Abate a Hildegard Goss-Mayr a Jean Marie Muller, da Hannah Arendt a Franco Basaglia ad Hans Jonas, da Nanni Salio a Enrico Peyretti ad Alessandro Zanotelli, da Ivan Illich a Susan George a Vandana Shiva, vi sono molteplici esperienze e riflessioni che possono e devono essere valorizzate e condivise, studiate e discusse, apprese e utilizzate. Tra queste, vanno prese in esame le fonti più antiche, secondo le quali la nonviolenza ha un carattere fortemente religioso. Certo, considerazioni storiche sulla nonviolenza nella situazione presente portano a considerarla innanzi tutto un tipo di comportamento collettivo, atto a risolvere un conflitto di interessi, ma se si guarda alle sue origini essa è stata anche considerata come una virtù individuale che pacifica e rende degni della salvezza ultraterrena. Nell esame dello sviluppo dell etica di nonviolenza le due dimensioni, religiosa e politica, debbono essere tenute costantemente presenti, con l aggiunta però che, anche esaminando la non violenza nella sua dimensione politica, permane una duplicità di aspetti da considerare: quello tecnico e quello etico, perché la non violenza è insieme arma rivoluzionaria e comportamento dello spirito, nella misura in cui ciò è possibile attraverso l azione sociale. 6 Il nostro tempo, con l'industria 4.0, costituisce la quarta rivoluzione industriale che è il processo che porterà alla produzione industriale del tutto automatizzata e interconnessa. 7 E' il tempo dei 'nativi digitali' 8, (digital native), che crescerebbero in una società multischermo e considererebbero le tecnologie come un elemento naturale, non provando alcun disagio nel manipolarle e interagire con esse; quello degli immigrati digitali (digital immigrant) che si applicherebbe alle persone che son cresciute prima delle tecnologie digitali e le hanno adottate in un secondo tempo. Una terza figura sarebbe invece quella dei tardivi digitali, persone cresciute senza tecnologia e che la guardano tutt'oggi con diffidenza. L'avvento della websociety con la partecipazione molto larga a questo approccio di un grande numero di persone ha permesso alle prime due Laura Operti, 'Per una cultura della nonviolenza', Trauben

4 categorie di essere totalmente interconnessi, navigando e vivendo nella rete le relazioni, le comunicazioni ed anche i conflitti. 2.Gli obiettivi del Progetto La proposta di un atto legislativo (o amministrativo, o regolamentare) che istituisca per un determinato numero di moduli e di ore, una specifica formazione e addestramento continui alla nonviolenza, e' una urgente necessita'. Una proposta di legge, significativa della corresponsabilità civile per tutte le istituzioni preposte alla salvaguardia e alla tutela di una nuova 'Etica per la nonviolenza'. Una formazione propedeutica per la ri-nascita dei valori, quali il rispetto', la pazienza dell'accettazione e della sublimazione della violenza, con tutte le sue rappresentazioni, in ogni stadio dell'età della persona. Formazione specifica per tutto il personale docente che, a sua volta, coinvolga la formazione mirata per i genitori degli studenti di ogni gruppo scolastico; per tutto il personale (responsabili ed operatori sanitari delle RSA RSSA Case di riposo - Comunità terapeutiche, altre Comunità); per tutto il personale delle aziende produttive territoriali (Responsabili e dipendenti); per tutte le forze dell'ordine (gruppi di detenuti e responsabili). 3. Un glossario minimo di problemi e aree d intervento LA RETE, LE TRAPPOLE VIOLENTE Sono tanti gli adolescenti vittime del Cyberbullismo e/o del cyber-attacco e, come da pubblicazione, sono in aumento dell'8/100 in un anno (2016). Le categorie del cyberbullismo si suddividono come segue: Tipologie (Smith, 2007, Willard, 2007, Pisano, Saturno 2008, Pisano 2014) 'Il Cyberbullismo è, dunque, una cyber-violenza dalle molteplici forme, suddivisibili in diverse tipologie (Willard, 2007a, 2007b, Pisano, Saturno, 2008), a tratti, ed in alcuni casi, con aree di sovrapposizione tra loro: FLAMING: Con tale termine si indicano messaggi elettronici, violenti e volgari, mirati a suscitare battaglie verbali online, tra due o più contendenti, che si affrontano ad armi pari (il potere è, infatti, bilanciato e non sempre è presente una vittima come nel tradizionale bullismo) per una durata temporale determinata dall attività on line condivisa. Il flaming può essere, infatti, circoscritto ad una o più conversazioni che avvengono nelle chat o caratterizzare la partecipazione (soprattutto degli adolescenti di sesso maschile) ai videogiochi interattivi su internet (game). In questo secondo caso, ad esempio, possono essere presi di mira, con insulti e minacce, i principianti che, con il pretesto di errori inevitabilmente connessi all inesperienza, diventano oggetto di discussioni aggressive. Il divertimento sembra collegato, allora, non solo alla partecipazione al game interattivo, ma soprattutto al piacere di insultare o minacciare il nuovo arrivato (new user) che, sentendosi protetto dall anonimato e dalla conseguente, presunta, invisibilità, può rispondere egli stesso in modo fortemente aggressivo alle provocazioni, alimentandole. E bene, però, precisare che una lunga sequenza di messaggi insultanti e minacciosi (flame war) potrebbe, in alcuni casi, precedere una vera e propria aggressione nella vita reale. Proprietà: intenzionalità, escalation simmetrica (contendenti in posizione one up che lottano per l affermazione del potere), durata circoscritta all attività on line condivisa. Carattere: comportamento deviante (soggetto che, infrangendo, con il suo comportamento, una norma, viola quel complesso di regole, implicite ed esplicite, condivise dalla maggior parte delle persone che appartengono ad uno specifico sistema, famiglia, scuola, società).

5 HARASSMENT: Dall inglese molestia, consiste in messaggi scortesi, offensivi, insultanti, disturbanti, che vengono inviati ripetutamente nel tempo, attraverso , SMS, MMS, telefonate sgradite o talvolta mute. A differenza di quanto accade nel flaming, sono qui riconoscibili le proprietà della persistenza (il comportamento aggressivo è reiterato nel tempo) e della asimmetria di potere tra il cyber-bullo (o i cyberbulli) e la vittima. Si tratta, dunque, di una relazione sbilanciata nella quale, come nel tradizionale bullismo, la vittima è sempre in posizione one down (Watzlawick, Beavin, Jackson, 1971), subisce, cioè, passivamente le molestie o, al massimo, tenta, generalmente senza successo, di convincere il persecutore a porre fine alle aggressioni. Può talvolta anche accadere che la vittima replichi ai messaggi offensivi con comunicazioni altrettanto scortesi ed aggressive, ma, differentemente da quanto avviene nel Flaming, l intento è unicamente quello di far cessare i comportamenti molesti. In alcuni casi, il cyberbullo, per rafforzare la propria attività offensiva, può anche coinvolgere i propri contatti on line (mailing list), che, magari pur non conoscendo direttamente lo studente target, si prestano a partecipare alle aggressioni on line (si potrebbe definire il fenomeno harassment con reclutamento volontario, Pisano, 2008). Proprietà: intenzionalità, relazione complementare rigida (persecutore in posizione one up, vittima in posizione one down), persistenza, talvolta stabilizzata dal contributo attivo e richiesto di altri utenti della rete (reclutamento volontario). Carattere: comportamento criminale (soggetto che viola una norma contenuta nel codice penale). CYBERSTALKING: Quando l harassment diviene particolarmente insistente ed intimidatorio e la vittima comincia a temere per la propria sicurezza fisica, il comportamento offensivo assume la denominazione di cyber-persecuzione. E facile riscontrare il cyberstalking nell ambito di relazioni fortemente conflittuali con i coetanei o nel caso di rapporti sentimentali interrotti. In questo caso, il cyberbullo, oltre a minacciare la vittima di aggressioni fisiche può diffondere materiale riservato in suo possesso (fotografie sessualmente esplicite, videoclip intimi, manoscritti personali) nella rete. Proprietà: intenzionalità, relazione complementare rigida, persistenza, grave pericolo per l incolumità fisica della vittima. Carattere: comportamento criminale. DENIGRATION: L obiettivo del cyberbullo è, in questo caso, quello di danneggiare la reputazione o le amicizie di un coetaneo, diffondendo on line pettegolezzi e/o altro materiale offensivo. I cyberbulli possono, infatti, inviare o pubblicare su internet immagini (fotografie o videoclip) alterate della vittima, ad esempio, modificando il viso o il corpo dello studente target al fine di ridicolizzarlo, oppure rendendolo protagonista di scene sessualmente esplicite, attraverso l uso di fotomontaggi. In questi casi, i coetanei che ricevono i messaggi o visualizzano su internet le fotografie o i videoclip non sono, necessariamente, le vittime (come, invece, prevalentemente avviene nell harassment e nel cyberstalking) ma spettatori, talvolta passivi del cyberbullismo (quando si limitano a guardare), più facilmente attivi (se scaricano download il materiale, lo segnalano ad altri amici, lo commentano e lo votano). Dunque, a differenza di quanto avviene nel cyberstalking, l attività offensiva ed intenzionale del cyberbullo può concretizzarsi in una sola azione (esempio: pubblicare una foto ritoccata del compagno di classe), capace di generare, con il contributo attivo, ma non necessariamente richiesto, degli altri utenti di internet ( reclutamento involontario, Pisano, 2008), effetti a cascata non prevedibili. Ricordiamo, infine, che la denigration è la forma di cyberbullismo più comunemente utilizzata dagli studenti contro i loro docenti: numerosi sono, infatti, i videoclip, gravemente

6 offensivi, presenti su internet, riportanti episodi della vita in classe. In alcuni casi le scene rappresentante sono evidentemente false e, dunque, ri-costruite ad hoc dallo studente, talvolta sono, purtroppo, vere. Proprietà: intenzionalità, relazione complementare rigida, talvolta persistenza, contributo attivo ma non necessariamente richiesto degli spettatori (reclutamento involontario). Carattere: comportamento deviante che, nei casi più gravi, diviene criminale. IMPERSONATION: Se uno studente viola l account di qualcuno (perché ha ottenuto consensualmente la password o perché è riuscito, con appositi programmi, ad individuarla) può farsi passare per questa persona e inviare messaggi ( ) con l obiettivo di dare una cattiva immagine della stessa, crearle problemi o metterla in pericolo, danneggiarne la reputazione o le amicizie. Pensiamo, ad esempio, al caso dello studente che, impossessatosi dell account di un coetaneo, invia, dalla mail dell ignaro proprietario, con facilmente immaginabili conseguenze, messaggi minacciosi ai compagni di classe o ai docenti. Proprietà: intenzionalità, relazione complementare rigida, durata circoscritta nel tempo (fino a quando la vittima scopre la violazione dell account). Carattere: comportamento criminale. OUTING AND TRICKERY: Si intende con il termine outing una forma di cyberbullismo attraverso la quale, il cyberbullo, dopo aver salvato (registrazione dati) le confidenze spontanee (outing) di un coetaneo (SMS, Chat, etc), o immagini riservate ed intime, decide, in un secondo momento, di pubblicarle su un Blog e/o diffonderle attraverso . In altri casi, il cyberbullo può sollecitare, con l inganno (trickery), l amico a condividere online segreti o informazioni imbarazzanti su se stesso o un altra persona per poi diffonderli ad altri utenti della rete, o minacciarlo di farlo qualora non si renda disponibile ad esaudire le sue richieste (talvolta anche sessuali). Il cyberbullo può, dunque, avere inizialmente un rapporto bilanciato con la futura vittima, o quantomeno fingere di averlo, per poi assumere una posizione prevaricatoria one up e contare sul contributo attivo ma non necessariamente richiesto degli altri navigatori di internet. Proprietà: intenzionalità, relazione inizialmente bilanciata che rapidamente evolve in complementare rigida, talvolta persistenza, contributo attivo ma non necessariamente richiesto degli spettatori (reclutamento, generalmente, involontario). Carattere: comportamento deviante che, nei casi più gravi, diviene criminale. EXCLUSION: Il Cyberbullo decide di escludere intenzionalmente un coetaneo da un gruppo online ( lista di amici ), da una chat, da un game interattivo o da altri ambienti protetti da password. Talvolta gli studenti per indicare questa modalità prevaricatoria utilizzano il termine bannare. E bene precisare che la leadership di un giovane studente è, attualmente, determinata non solo dai contatti che ha nella vita reale ma anche dal numero di amici raggiungibili on line. L exclusion è, allora, una severa punizione, impartita dai coetanei, che determinando una netta riduzione di collegamenti amicali, riduce la popolarità, dunque, il potere. Proprietà: intenzionalità, relazione complementare rigida, persistenza, contributo attivo e richiesto degli spettatori (reclutamento, generalmente, volontario). Carattere: comportamento deviante. Aftab (2007) e Smith (2007) inseriscono, inoltre, tra le diverse forme di cyberbullismo, anche il: CYBERBASHING O HAPPY SLAPPING: Un ragazzo o un gruppo di ragazzi picchiano o danno degli schiaffi ad un coetaneo, mentre altri riprendono l aggressione con il videotelefonino. Le immagini vengono, poi, pubblicate su internet e visualizzate da utenti ai quali la rete offre, pur non avendo direttamente

7 partecipato al fatto, occasione di condivisione on line (possono commentare, aprire discussioni, votare il video preferito o più divertente, consigliarne la visione ad altri...). Proprietà: intenzionalità, relazione complementare rigida, talvolta persistenza, reclutamento involontario. Carattere: comportamento criminale. 4.Come agganciare i nativi digitali e gli immigranti digitali? Per aiutare le persone, singole o le famiglie, o ancora, le istituzioni, che cercano la soluzione della condizione di disagio prodotta da una qualsiasi forma di violenza, che li riguarda direttamente o indirettamente, oggi, si può fare ricorso alla blog-terapia, che può costituire un ruolo di sostegno nei percorsi di quotidianità personali. In questo specifico caso è quello di un percorso per la promozione della nonviolenza, la Crowd-Medicine 9. Questo percorso di frequentazione dialogica interagisce con i professionisti del benessere e della salute, attraverso consulti online a comunità di persone che si interfacciano con particolare condizioni di violenza, 'malattia sociale epidemica', per cercare di prendersi cura delle persone, delle famiglie o di una comunità di persone che vivono la malattia più insidiosa del nostro tempo, quale quella di essere vittima o artefice di azioni violente, oppure avere responsabilità nell'ambito della gestione dei conflitti all'interno di specifici gruppi di persone (scuola, residenze protette, aziende produttive, comunità terapeutiche, centri di accoglienza). Sul web si registra un uso variegato di blog che trattano le terapie alternative e tradizionali per la soluzione di patologie fisiche e psicologiche, ma occorre, al fine di allineare i percorsi dialogici, fare alcune distinzioni. Il percorso dialogico della Crowd Medicine, anche attraverso l'utilizzo della tecnica dello Storyelling che permette il raccontare storie attraverso la narrazione del disagio via web per condividere i vissuti, la richiesta di bisogni legati alla propria condizione diveenta sostegno e indicazioni al recupero dei caratteri della socialità del benessere attraverso l'accettazione dei vissuti di dolore per la 'trasformazione' (sublimazione). 5.Un lavoro in progress per un progetto in divenire Si cercherà di approfondire le varie tematiche anche attraverso lo studio e l'analisi dei contesti e dei vissuti personali, con l'ausilio di adeguati strumenti di rilevazione, identificando precedentemente 'eventi sentinella' che possano far luce sull'indagine stessa, al fine di trovare percorsi condivisi di affrancamento dal disagio e dal dolore. Il lavoro progettuale è stato già trasmesso, in data 19 giugno u. s., al compianto Assessore al Welfare della Regione Puglia, Dott. Arch. Salvatore Negro, scomparso il 14 novembre scorso. L'Assessore lo ha presentato, in forma cartacea, al tavolo tecnico che si è tenuto a Roma i primi giorni del mese di Ottobre, presso il Ministero delle Pari opportunità. La sua idea era, anche quella, in divenire. Ci si augura che non resti soltanto sulla carta ma che possa librarsi anche nella Sua volontà e in Sua memoria. Riferimenti biblio-sitografici: Cipolla C. (2013), Perchè non possiamo non essre eclettici. Il sapere sociale nella web society, Franco Angeli, Milano; Corposanto C. (a cura di, 2017), Narrazioni di salute nella web society, Rubettino. Soveria Mannelli, (CZ)

8 Guzzo P. P.aolo, Fiorita A., Amendola M. (a cura di, 2018), Le dipendenze di genere nella web society. Teoria, ricerche, esperienze, Franco Angeli, Milano (in press) n. 1 n. 2 n. 3 n. 4 n. 5 n. 6 n.7 n. 8 n. 9 violenza+di+genere&ots=b0vxcwojb-&sig=cqxkspfbwul- 7pk3TVwhSdbJcFg#v=onepage&q&f=false n g0IC&oi=fnd&pg=PA200&dq=quali+prove+di+efficacia+violenza+di+genere&ots=kpvMp2Qf7h&sig=kD xknb5se5- npzqhc7yhx8zn3ju#v=onepage&q&f=false n hl=it&lr=&id=ispn1temczmc&oi=fnd&pg=pa77&dq=prove+di+efficacia+violenza+educazione+di+gene re&ots=eiccpbh5bp&sig=pvvcnmexlozx5br0cgk_af2mo0q#v=onepage&q&f=fals e Legge contro il Cyberbullismo - Senato della Repubblica XVII LEGISLATURA - N. 1261

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