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6 Rendere concreta l appartenenza della persona disabile all interno del suo contesto di vita attraverso esperienze diversificate in ambiti ricreativi, musicali, sportivi, culturali e artistico espressivi. Valorizzare e alimentare le risorse del territorio affinché possano esprimere ed agire consapevolmente la loro funzione di cura e di presa in carico. Aiutare la comunità a produrre inclusione sociale, valorizzando le opportunità esistenti e studiandone di nuove.

7 Sulla base delle disponibilità del quartiere vengono organizzati i primi Gruppi di Lavoro Territoriali sulla Disabilità. Vengono organizzate le prime attività nel territorio, le persone disabili iniziano a frequentare e vivere il luoghi di incontro del quartiere facendosi conoscere.

8 Le persone che abitano il quartiere iniziano ad avere meno timore delle persone disabili: ne emergono potenzialità e risorse, vengono vissuti sotto una luce diversa. INIZIA IL CAMBIAMENTO CULTURALE DEL TERRITORIO

9 Importanza del territorio quale luogo in cui la persona rivendica, agisce il proprio diritto di cittadinanza attraverso la relazione con gli altri si è passati da un lavoro sull utente (logica del servizio) ad un lavoro sul contesto (logica della sussidiarietà, della sostenibilità e della corresponsabilità di tutti).)

10 Coinvolgimento del territorio nella fase di progettazione: Dall idea del progetto da condividere, all avvio delle fasi di co-progettazione con tutte le componenti del territorio disponibili a mettersi in gioco.

11 Gli interlocutori del territorio non subiscono un progetto calato dall alto, ma vengono chiamati ad essere protagonisti dentro un processo di crescita culturale attorno alla disabilità, pur riconoscendo ruoli e competenze diverse.

12 Si è lavorato coniugando il pensiero (costruzione del progetto) con l azione (realizzazione di contesti di opportunità) progettualità consapevole.

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14 Diventano luoghi importanti e riconosciuti dal territorio per l organizzazione di iniziative, culturali, sportive, ricreative, formative finalizzate all inclusione e integrazione della persone disabili. Maturano la capacità di pensarsi e di agire nel territorio con maggiore autonomia: incrementano la loro capacità di essere interlocutori attivi nei confronti del tessuto sociale circostante.

15 Stabiliscono nuovi equilibri di funzionamento maggiormente vicini all identità del proprio quartiere, rendendosi più visibili e riconosciuti all interno del tessuto sociale. Ampliano le connessioni e le collaborazioni con le diverse realtà presenti nel territorio, sia quelle di tipo istituzionale che di tipo sociale.

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21 Promuove e cura le condizioni che rendono possibile la progettazione sociale. Promuove la nascita di un osservatorio sulle politiche sociali in collaborazione con una rete di soggetti territoriali in cui si realizza il monitoraggio della qualità dei processi di accoglienza in favore della fragilità. Coordina le risorse e fa da supporto tecnico operativo. Tenuta delle reti sociali. Fa da garante della qualità e dell equità degli interventi. Cura la documentazione. Predispone i livelli informativi. Accompagna la crescita delle competenze sociali del territorio.

22 Promuove e cura le condizioni che rendono possibile la progettazione sociale. Valorizza e promuove le risorse della persona disabile. Svolge il ruolo di facilitatore, utilizzando strumenti educativi per attivare e sostenere i processi di crescita e cambiamento. Esprime idee, ipotesi, intuizioni e potenzialità in una logica di dialogo costruttivo con l Ente pubblico. Mette a disposizione energie, risorse e competenze in una prospettiva di rete. Crea opportunità, spazi, occasioni di reciprocità nelle esperienze di vita della comunità. Collabora nella realizzazione di azioni concrete su un piano orizzontale in cocostruzione con le persone che abitano la Comunità. Rende concreti i principi e valori di solidarietà attraverso la quotidianità. È portatore di uno stile di lavoro (cura delle relazioni, reciprocità, promozione delle risorse della persona disabile, promozione delle risorse del territorio, costruzione e monitoraggio della rete).

23 Si attivano per conoscere i bisogni della persona disabile. Collaborano alla mappatura dinamica delle risorse territoriali: umane; culturali; strutturale; materiali. Partecipano alla co-progettazione sociale. Collaborano e sono di supporto nella ideazione e gestione di iniziative volte a favorire l integrazione sociale. Favoriscono la crescita culturale del territorio attraverso iniziative formative.

24 Mantengono uno sguardo attivo sul progetto di vita dell utente (raccordo con i Servizi, gruppi, associazioni di riferimento della persona in carico). Sono facilitatori rispetto alle relazioni ed alle connessioni interne al quartiere di riferimento, con uno sguardo curioso ed aperto sulla Città. Agevolano il processo di integrazione sociale (Battito delle Orobie, Artedisarte, Drum Circle,..). Operano nella complessità e nella fragilità. Progettano, collaborano, condividono con la Comunità: promuovono una modalità di lavoro compartecipata ed orizzontale.

25 Fanno un lavoro costante di confronto e raccordo con l equipe di riferimento. Fanno dell informalità il proprio campo di azione. Coltivano e sviluppano flessibilità ed elasticità in base alle esigenze ed alle particolarità del territorio. Sono un supporto progettuale ed esecutivo. Curano e presidiano una dimensione di gruppo, favorendone la crescita in termini relazionali e di competenze. Sono leader positivi e punti di riferimento all interno della Comunità. Sviluppano appartenenza senza creare dipendenza Il Melograno; Non Solo Parole,. Il ruolo dell educatore è in continua formazione.

26 NON sono genitori e/o volontari. NON sono figure assistenziali. NON sono su piani diversi rispetto agli altri ( gestione del potere ). NON sono solo manodopera o solo pensiero. NON sono soli, ma parte di un gruppo. NON sono tuttologi. NON sono come gli altri, ma sono con gli altri.

27 Portano idee, freschezza, energia, gratuità, semplicità, spontaneità. Sono punti di riferimento e supporto per educatori, famiglie e persone con disabilità. Creano cultura sul territorio, promuovendo un nuovo sguardo della disabilità/fragilità. Sono un tassello importante del fare per e con la Comunità.

28 Condividono un progetto ed un percorso, all interno di un processo condiviso e di corresponsabilità. Si mettono in gioco offrendo il proprio tempo, le energie, le competenze personali e le proprie conoscenze. Si sperimentano in una visione sia territoriale, e quindi di supporto e crescita del proprio quartiere di appartenenza, che interterritoriale, con sguardo allargato alla Città. Sono espressione e specchio della sensibilità e dello stato di salute della comunità e del contesto, portandone risorse e resistenze.

29 NON sono educatori professionali; NON sono sostituti dei genitori; NON sono soli, ma parte di un gruppo; NON sono passivi alle proposte ; NON sono manovalanza, ma risorse da coltivare e su cui investire; NON hanno l obbligo di continuità, anche se viene richiesto loro di fare delle scelte con responsabilità; NON operano solo nel territorio in cui vivono.

30 Si confrontano e si mettono in rete raggiungendo e agganciando altre famiglie. Sono risorse e portatori di bisogni. Sono portatori di fatiche. Sono interlocutori e collaboratori. Sono portatori di cultura e conoscenza. Se non adeguatamente coinvolti e motivati possono assumere atteggiamenti di delega. Se motivati hanno buona disponibilità a mettersi in gioco. Vogliono uscire dall isolamento e sperimentare nuovi modi di conoscere e relazionarsi.

31 NON sono fruitori di un Servizio ma attori del Processo. NON sono una parte passiva. NON sono soli, ma parte di una Comunità. NON sempre possono partecipare alle attività. NON sempre sono disposti a farsi coinvolgere.

32 È un lavoro che necessita di un forte investimento, soprattutto a livello professionale nel garantire una tenuta forte del progetto. Più il progetto si amplia e i quartieri acquisiscono livelli di autonomia, nelle loro forme aggregative ed organizzative, più è necessario avere un luogo di tenuta forte del processo di crescita culturale del territorio. Importanza di organizzare momenti formativi per ragionare con i volontari e i genitori sullo stato di salute dei gruppi e per costruire futuri orientamenti.

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