Gruppo scout A.G.E.S.C.I. Genova 29 Progetto Educativo di Gruppo Verificato in itinere nel novembre 2010

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2 Gruppo scout A.G.E.S.C.I. Genova 29 Progetto Educativo di Gruppo Verificato in itinere nel novembre Art. 14 dello Statuto - Progetto Educativo di Gruppo Il progetto educativo del gruppo, ispirandosi ai principi dello scautismo ed al Patto Associativo, individua le aree di impegno prioritario per il gruppo a fronte delle esigenze educative emergenti dall analisi dell ambiente in cui il gruppo opera e indica i conseguenti obiettivi e percorsi educativi. Ha la funzione di aiutare i capi a realizzare una proposta educativa più incisiva: orienta l azione educativa della Comunità Capi, favorisce l unitarietà e la continuità della proposta nelle diverse unità, agevola l inserimento nella realtà locale della proposta dell associazione. Il progetto educativo di gruppo si muove all interno dello Statuto, del Patto Associativo e del Regolamento dell Associazione. Esso è presentato ad ogni nuovo capo che entra in Comunità Capi, illustrato alle famiglie dei ragazzi e periodicamente ridiscusso secondo le necessità. Il progetto educativo di gruppo viene concretizzato nei programmi di unità con gli strumenti specifici di ciascuna branca. Punto di riferimento dell intero percorso in Associazione è la Partenza che rappresenta il compimento dell iter educativo proposto dall Agesci: educare uomini e donne che scelgono di giocare la propria vita secondo i valori proposti dallo scoutismo, di voler essere uomini e donne che indirizzano la loro volontà e tutte le loro capacità verso quello che hanno compreso essere la verità, il bene, il bello, di annunciare e testimoniare il Vangelo, di voler essere membri attivi della Chiesa, di voler attuare un proprio impegno di servizio. La Comunità Capi si impegna a verificare il P.E.G annualmente, attraverso la verifica dello stesso e le verifiche, intermedie e di fine anno di ciascuna unità. La Comunità Capi

3 chi siamo? Il nostro gruppo è formato da: 3 Branchi misti (ciascuno composta da circa 30 bambini/e): Fiore Rosso, Popolo Libero e Roccia Azzurra, per un totale di circa un centinaio di bambini/e. 2 Reparti misti: Cherokee terrestre (circa 35 ragazzi/e), Surtsey nautico (circa 25 ragazzi/e); per un totale di 60 ragazzi/e. 1 Comunità R/S: Noviziato e Clan composta da circa 30 ragazzi/e 1 Comunità Capi composta da circa 25 capi (tra cui 2 Assistenti Ecclesiastici). Svolgiamo attività nel quartiere di Quarto, presso le Parrocchie che ospitano le nostre sedi: Parrocchia di San Gerolamo di Quarto: Roccia Azzurra e Surtsey Parrocchia dei S.S. Angeli Custodi: Popolo Libero, Noviziato e Clan Parrocchia di San Giovanni Battista di Quarto: Fiore Rosso e Cherokee

4 analisi territoriale Lavorando con ragazzi di diversa età, le branche affrontano problemi e questioni differenti, ma facendo un lavoro di analisi del nostro gruppo e della realtà in cui operiamo, abbiamo potuto evidenziare alcune criticità ed aspetti comuni alle differenti unità. Per facilitare la comprensione, nell attività di analisi e successivamente nella formulazione degli obiettivi abbiamo fatto riferimento alle 3 scelte del Patto Associativo, alle quali abbiamo aderito entrando in Comunità Capi. Particolare importanza viene data alle relazioni con le Famiglie alle quali viene dedicato un paragrafo specifico.

5 1* creare dei legami la famiglia In questo momento di forte crisi di valori abbiamo deciso di fermarci a riflettere sulla relazione con la famiglia. Nel nostro ruolo di educatori la relazione con il nucleo familiare è fondamentale per costruire una buona proposta educativa. Siamo certi infatti che quanto più è saldo il rapporto tra gli educatori e le famiglie tanto più è efficace e credibile la nostra proposta che coinvolge costantemente i ragazzi e bambini del nostro gruppo. È necessario armonizzare gli stimoli educativi tra scoutismo e famiglia affinché possiamo trovare nei genitori un aiuto e una speranza rispetto alla nostra azione educativa, ciò è possibile solo attraverso un rapporto aperto basato sulla fiducia reciproca. 2* cittadini sul nostro territorio scelta politica Attraverso la dimensione del gioco, si è cercato di proporre ai bambini del Branco la conoscenza del territorio e allo stesso tempo la riflessione su temi sociali. Spesso i bambini faticano a trovare nella loro quotidianità, fatta di mille impegni, a volte frammentati, stimoli - adatti alla loro fascia di età - che li aiutino a maturare una coscienza sociale basata sul rispetto di ciò e chi li circonda. In Reparto si è cercato di valorizzare la dimensione quartiere, organizzando attività ed uscite che permettessero di conoscere ed esplorare la realtà circostante, poco conosciuta pur essendo così vicina. Ci siamo impegnati a gettare i primi spunti relativi a nel mio piccolo posso fare..., cercando in questo modo di combattere la dimensione di egoismo e menefreghismo tipica dei ragazzi di questa età. In questi anni nelle attività di Clan e Noviziato si è cercato di favorire la predisposizione al servizio da parte dei ragazzi, che viene recepito ora, dai ragazzi stessi, come punto fondamentale per la crescita personale e base importante per essere cittadini attivi. In questo percorso si è però trascurata la dimensione più vicina ai ragazzi, la

6 loro realtà, che conoscono poco, portandoli a privilegiare grandi eventi che si svolgono lontano dalla loro intorno più vicino. 3* testimoni nelle nostre comunità scelta cristiana Il gruppo ha difficoltà a entrare nelle realtà Parrocchiali a cui appartiene, questo è dovuto principalmente alla difficoltà da parte delle Parrocchie di percepire lo Scoutismo come mezzo per avvicinare i ragazzi alla Chiesa. Il metodo scout non è conosciuto e di conseguenza la spiritualità che si vive all interno delle attività viene sottovalutato. I bimbi del Branco, trascinati dalle famiglie e dal Catechismo vivono in maniera interessante e partecipe le attività di fede, soprattutto se coinvolti attivamente. Questa positività nei confronti della Chiesa viene a mancare nelle branche successive. I ragazzi del Reparto vanno incontro, col passare del tempo, ad un'evoluzione che li porta a staccarsi da una fede scelta dai genitori. Vivono i primi dubbi e perplessità, non ricercano spazi di preghiera e spiritualità, ma, se adeguatamente stimolati, nonostante lo scetticismo iniziale, riescono a mettersi molto in gioco, apprezzando questi momenti di cui, in fondo, sentono il bisogno. Vivono la Chiesa con distacco ed un po' di scetticismo, ma i sacramenti si sono rivelati una buona chiave per riavvicinarli. In Clan e in Noviziato i ragazzi privilegiano la dimensione personale; faticano a confrontarsi su eventuali dubbi, non percependo la possibilità di crescita nel confronto reciproco. Si evidenzia soprattutto la difficoltà di vivere la Chiesa come Comunità, che viene percepita solo come Istituzione.

7 4* vivere la natura scelta scout Lo scoutismo è una scuola di educazione alla vita sociale per mezzo della scienza dei boschi. Lo scopo dello studio della natura è di sviluppare una presa di coscienza del Dio creatore e di infondere il senso della bellezza del Creato. La vita all aria aperta è la vera meta dello scoutismo e la chiave del suo successo. (Girl Guiding, 1938 Taccuino, ottobre 1920) Uno scout vive le attività proposte dal metodo educativo anche in città, in tutti gli ambienti in cui può apprendere le tecniche e in tutti gli ambienti in cui può rendersi utile al prossimo. Ma è con le attività a contatto con la natura che i ragazzi e le ragazze vivono le esperienze più caratteristiche del metodo scout. La natura è un meraviglioso spettacolo, che ci stupisce tante volte per la sua grandezza e perfezione, in essa vediamo la meraviglia del Creato, in essa si impara ad apprezzare ogni piccola cosa. Nella loro quotidianità i ragazzi vivono poco la dimensione naturale, in una giornata ricca d impegni scolastici e non, in una città che scarseggia di spazi verdi pubblici si fatica a vivere pienamente all aria aperta.

8 formazione capi I Capi della Comunità Capi si impegnano, entrando in essa, a partecipare ai campi di formazione nei tempi previsti dal Regolamento Metodologico. La Comunità Capi, conscia di far parte di un Associazione, si impegna a partecipare con assiduità alle riunioni e alle assemblee di zona, alle assemblee e convegni regionali, dando loro la precedenza rispetto alle attività di unità. Inoltre ci proponiamo di vivere da protagonisti nelle staff gli eventi che proponiamo ai ragazzi (piccole orme, campetti, botteghe, ross) o campi scuola.

9 mete, obiettivi, strumenti, tempi Gli obiettivi costituiscono, nel rispetto del regolamento metodologico AGESCI, le linee guida per l elaborazione del progetto e del programma di unità. 1* creare legami Rinforzare il legame tra famiglia e educatori con il fine di creare un rapporto basato sulla fiducia reciproca. OBIETTIVO: Creare un legame stabile con le famiglie, facendo conoscere la proposta scout proposta educativa alle famiglie. Creazione di un Patto Educativo : documento in cui si spiega cosa è lo scoutismo (utilizzando il sito internet di gruppo) Riunione in cui si chiede la motivazione che sta dietro all iscrizione del figlio in un gruppo scout rielaborazione dei risultati in Co.Ca. coinvolgere i genitori nella festa di gruppo a fine anno scout, giocando assieme su argomenti educativi 1 anno: ciclo dei passaggi Attenzione al linguaggio che si usa nei rapporti con le famiglie, utilizzare un linguaggio chiaro, di chi fa educazione, non utilizzare solo il linguaggio scout. Utilizzare le professioni dei genitori e degli ex scout. Creare dei legami. Importanza del rapporto tra capi e famiglie. Rilanciare cene e incontri tra staff e famiglie. Creare momenti di preghiera aperti anche ai genitori. Veglie di Natale e Pasqua aperte alle famiglie.

10 2* cittadini sul nostro territorio Portare l Associazione nel quartiere aiutando i ragazzi a focalizzare l attenzione sulla realtà di ciò che li circonda più da vicino: l altro, l ambiente sociale, l ambiente naturale OBIETTIVO: Conoscenza reciproca tra lo scoutismo e il quartiere di azione. Formare cittadini informati e partecipi della vita di quartiere. *rapporti tra istituzioni locali e Comunità Capi presentare il nostro progetto educativo dialogare con le istituzioni per cercare gli obiettivi consoni al nostro ambito di azione e progettarci consegna del Bilancio Di Missione Agesci Liguria al Municipio creare un rapporto con le istituzioni territoriali che vada al di là della sola newsletter proponendosi per attività di servizio per il quartiere, nel quartiere animazione nel quartiere annuale nello spazio dell Ippai aperta a tutto il quartiere *conoscenza dei ragazzi del quartiere privilegiare il territorio limitrofe per le uscite. Almeno 1 uscita deve essere effettuata nel quartiere. riscoprire la dimensione di Civitas con attività mirate *vivere la realtà di Quarto Alto creazione di un pattuglino che mantenga le relazioni con il quartiere soprattutto attraverso il coinvolgimento di quei genitori attivi sul territorio. TEMPI: nei tre anni di progetto lavoreremo su quanto scritto precedentemente, in particolare ci impegneremo nel triennio a: 1 anno: creazione di relazioni stabili con le istituzioni, animazione pomeridiana nel quartiere (Ippai) 2 anno: mantenere le relazioni stabili con le istituzione, animazione nel quartiere con un primo coinvolgimento delle realtà locali

11 3 anno: organizzazione di un Evento che coinvolga il quartiere a 360, mostrare la presenza attiva dello scoutismo nel quartiere. 3* testimoni nelle nostre Comunità Avvicinare i ragazzi alla Chiesa, simbolo di Comunità Cristiana OBIETTIVO: Conoscenza reciproca tra educazione scout e Parrocchia *Vivere la Parrocchia partecipare alla vita parrocchiale di tutte e tre le Parrocchie attraverso una programmazione attiva e consapevole in occasione delle festività Parrocchiali scambio reciproco dei programmi cercare di partecipare, dove possibile al Consiglio Pastorale, motivando la nostra volontà a partecipare come Associazione Educativa che opera nella Parrocchia stessa, proponendoci come risorsa per la Parrocchia e non come limite. Calendarizzare la partecipazione alle S. Messe fuori dalle attività (distribuendoci sulle varie parrocchie del quartiere). Prestare più attenzione dove i rapporti sono meno sviluppati Incaricati relazioni parrocchiali, con le tre parrocchie. *Riscoperta della Parola e del Messaggio di Cristo Utilizzare le Scritture nelle attività, facendo passare il messaggio attraverso il metodo scout Privilegiare l ambiente Naturale per le attività, come manifestazione di Dio. Cammino di Catechesi personale del capo educatore Incontri di testimonianza in Comunità Capi.

12 4* vivere la natura Riportare lo Spirito di Avventura all interno delle attività in tutte le branche vivendo il più possibile le attività all aria aperta. Valorizzando il Creato come segno della presenza di Cristo. OBIETTIVO: Vivere la Natura *Proporre uno scoutismo attivo, a contatto con la natura Riscoprire il cammino in tutte le branche. Cercare nuovi posti per lo svolgimento delle uscite, non limitiamoci a ciò che già conosciamo Privilegiare le uscite in tenda in E/G e R/S Riscoperta di strumenti dimenticati: veglia alle stelle Attenzione all'ambiente acqua come scenario naturale dove svolgere le attività

13 scoutismo ed handicap La Comunità Capi, consapevole dei suoi limiti, al fine di riservare a tutti i ragazzi lo stesso livello di attenzione alla crescita, conscia del fatto che il metodo scout possa offrire un alternativa valida anche a bambini e ragazzi portatori di handicap ha deciso che: l entrata in Unità di bambini e ragazzi portatori di handicap deve essere discussa in Comunità Capi e non nelle singole Staff; questo per poter garantire una continuità nel percorso che si propone alla famiglia. Laddove siano presenti casi di handicap, la Comunità Capi si impegna a rafforzare lo staff in modo da aiutare la partecipazione del ragazzo alle attività. La Co.Ca. si impegna a mantenere un rapporto costante con le famiglie dei ragazzi portatori di handicap, per favorire gli Staff che devono avere direttamente a che fare coi ragazzi e per aiutare le stesse famiglie a seguire il cammino scout dei ragazzi.

14 scoutismo nautico Il gruppo continua a credere nella positività di vivere il proprio cammino scout vicino ad un ambiente acquatico che, se ben sfruttato, può rappresentare un elemento di avventura enorme. È per questo che, nonostante le numerose difficoltà che comporta, vogliamo continuare a mantenere la denominazione di Gruppo Nautico, svolgendo con i ragazzi attività acquatiche. Il Gruppo si impegna a coltivare un rapporto di reciproco dialogo con l altro gruppo nautico presente sul territorio regionale (il Celle Ligure 1) per portare avanti questa realtà nel miglior modo possibile. La Comunità Capi si impegna anche a collaborare con il Centro Nautico, cercando di stimolare l entrata di persone nuove, soprattutto tra i Capi non più in servizio con i ragazzi; e la pattuglia nautica, dando però priorità alle esigenze dei ragazzi. Si cercherà di ampliare la proposta nautica in tutte le branche, proposta che attualmente viene vissuta principalmente dalla Reparto Surtsey, cercando di non intendere la nautica solo come scuola di barca a vela, ma di utilizzare l elemento acqua come filo conduttore in tutte le attività proposte.

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