Decisione N del 15 febbraio 2017

Transcript

1 COLLEGIO DI NAPOLI composto dai signori: (NA) MARINARI (NA) CARRIERO (NA) SANTAGATA DE CASTRO Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (NA) CAPOBIANCO Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (NA) SCOTTI Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore SCOTTI ANNA Nella seduta del 19/07/2016 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica FATTO La controversia sottoposta alla cognizione del Collegio concerne il tema del diritto al risarcimento dei danni per il mancato pagamento di un assegno risultato smarrito e abusivamente tratto, accettato dal beneficiario a causa della ritardata segnalazione nella Centrale Allarme Interbancaria dello smarrimento. Con ricorso del 1 marzo 2016 preceduto da reclamo del 12 gennaio 2016 la società ricorrente, con l assistenza di un difensore, ha esposto che, in data 21 settembre 2013, accettava un assegno circolare dell importo di ,16, emesso il giorno precedente, in pagamento della fornitura di gasolio effettuata ad una società, della quale era stata verificata la partita IVA; assegno che veniva negoziato il successivo 23 settembre con conseguente accredito del relativo importo, sicché il ricorrente autorizzava Pag. 2/7

2 la consegna del gasolio. E, invece, il 26 settembre l intermediario comunicava lo storno della somma accreditata, dovuto al fatto che l istituto emittente il titolo sosteneva trattarsi di assegno falso. In particolare, si apprendeva che nel precedente mese di maggio il corriere, che svolgeva per conto dell intermediario trattario i servizi di consegna, aveva comunicato lo smarrimento di 160 fogli\assegni circolari tra cui l assegno consegnato in pagamento della fornitura di gasolio. Pertanto, il 22 ottobre 2013, la società istante presentava denuncia\querela presso i Carabinieri. Insoddisfatta dell esito del reclamo, si è rivolta all Arbitro bancario finanziario deducendo l evidente responsabilità dell intermediario trattario per non aver tempestivamente segnalato il titolo in Centrale di Allarme interbancaria, segmento PASS assegni smarriti sottratti o bloccati, atteso che la segnalazione dello smarrimento del titolo è stata fatta solo il 10 ottobre 2013, dopo la data di negoziazione del titolo ed avendo in tal modo indotto la ricorrente ad accettare tale mezzo di pagamento. Stante l esistenza di una chiara efficienza causale tra la tardività della segnalazione e il fatto dannoso subito, ha chiesto di condannare la resistente al risarcimento del valore nominale dell a/b in oggetto pari ad ,16, oltre gli interessi legali dalla data di addebito della somma su c/c.. Nelle controdeduzioni, presentate il 6 aprile 2016, l intermediario X ha eccepito, in via preliminare, un difetto di legittimazione passiva, giacché, pur essendo titolare del rapporto dedotto nel procedimento, sarebbe tuttavia rilevante la circostanza che il reclamo e il ricorso sono stati proposti nei confronti dell intermediario Y. Sempre pregiudizialmente ha eccepito anche l irricevibilità per la pendenza del procedimento penale nei confronti del soggetto emittente l assegno. Nel merito, ha precisato che la propria condotta è stata determinata dalla tardiva comunicazione del vettore dello smarrimento degli assegni (24 maggio 2013), rispetto alla data in cui sono avvenuti i fatti (18 febbraio 2013) e la comunicazione al polo operativo dell istituto solo pochi giorni prima della negoziazione; in ogni caso, la dichiarazione del vettore non era conforme ai requisiti formali richiesti nel relativo rapporto contrattuale e non era stata nemmeno accompagnata da una denuncia all autorità competente. A ciò si aggiungerebbe l imprudenza del ricorrente, che ha concordato la fornitura del gasolio sulla base di un accertamento (l esistenza della partita IVA) che non può ritenersi sufficiente, e che non ha nemmeno richiesto la benemissione dell assegno circolare. Ha concluso, infine, rilevando che anche la segnalazione dell assegno in CAI segmento PASS non avrebbe evitato il danno lamentato, giacché il tempo occorrente per la verifica della legittimità del titolo avrebbe determinato comunque l immediato accredito dell importo e poi il successivo storno, ha chiesto al Collegio: in via Pag. 3/7

3 preliminare: - dichiarare il difetto di legittimazione passiva di [Banca chiamata in giudizio] in luogo di Banca [costituitasi in giudizio]; - dichiarare l irricevibilità del ricorso per litispendenza stante l esistenza di procedimento penale presso il Tribunale di Bari per cui risulta imputato uno dei soggetti coinvolti nella vicenda. Nel merito: - respingere ogni contestazione in merito alla responsabilità della [BANCA costituitasi in giudizio] per il danno subito dalla [ricorrente], il cui ammontare viene indicato in ,16; - confermare la legittimità del comportamento tenuto dalla nostra Banca, la quale non è mai stata messa in condizione di esercitare alcun tipo di controllo sul titolo di credito in questione. La società ricorrente ha depositato note di replica, nelle quali ha osservato i) che la costituzione in giudizio dell intermediario X, titolare del rapporto controverso, ha sanato l eventuale erronea identificazione del legittimato passivo; ii) che non sussiste connessione tra il procedimento penale nei confronti del soggetto emittente l assegno e l accertamento della responsabilità della resistente; iii) che l intermediario che ha negoziato l assegno ha utilizzato il lettore CAI ed ha pertanto operato correttamente; iv) che, invece, va rimarcata la negligenza della resistente la quale per molti mesi dalla comunicazione dello smarrimento degli assegni non aveva adottato alcuna iniziativa. Anche la resistente ha presentato successive note di replica, osservando che l intermediario Y svolge le abituali funzioni dell impresa bancaria capogruppo, in virtù di un mandato senza rappresentanza, ma ciò non incide sulla fondatezza dell eccezione pregiudiziale e che il presente procedimento e l azione penale sono collegati da un rapporto di connessione impropria che integra la pendenza della lite, causa di improcedibilità del ricorso all Arbitro bancario finanziario. DIRITTO Il Collegio è chiamato preliminarmente a esaminare le eccezioni pregiudiziali sollevate dalla resistente. In primo luogo, l intermediario costituitosi nel procedimento ha chiesto di dichiarare il proprio difetto di legittimazione passiva rilevando che sia il reclamo che il ricorso all Arbitro bancario finanziario sono stati rivolti ad altro intermediario, pur appartenente allo stesso gruppo societario. Orbene, innanzitutto non si può trascurare il fatto che, sia nella fase introdotta dal reclamo, sia nel presente procedimento, è stato l intermediario odierno resistente, rispettivamente a riscontrare il reclamo e a costituirsi avverso il ricorso; e che, in particolare, nella fase di gestione del reclamo non aveva Pag. 4/7

4 formulato alcun rilievo circa la sussistenza di legittimazione passiva. Peraltro, sarebbe oltremodo singolare che un soggetto non convenuto, si costituisca nel procedimento eccependo il proprio difetto di legittimazione passiva laddove nessuno lo aveva chiamato in giudizio; è vero che appare ragionevole piuttosto la sussistenza di una legittimazione che trova il suo fondamento nei rapporti interni al gruppo bancario. Dirimenti, poi, sono per un verso l affermazione dell intermediario, che si è costituito, di essere il titolare del rapporto controverso, come si evince dal fatto di avere emesso l assegno bancario di cui si discute; e, per l altro l accettazione della costituzione da parte del ricorrente che sostiene essersi verificata una sanatoria sostanzialmente rivolgendo le proprie pretese al soggetto che con il proprio intervento è divenuto parte del procedimento. Parimenti non appare fondata l eccezione di litispendenza sollevata dall intermediario, che, in applicazione della Sez. I, par. 4 delle Disposizioni sui sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari, determinerebbe l improcedibilità del ricorso. Infatti, sebbene sia acquisito il principio che la nozione di litispendenza comprenda anche i procedimenti penali, nel caso di specie l azione penale risulta avviata nei confronti di un soggetto diverso dall intermediario, e cioè colui che consegnando il titolo invalido al ricorrente si era appropriato illecitamente della fornitura di merce commissionata. Nel merito, i fatti decisivi sono racchiusi nella successione cronologica della vicenda che si scandisce tra: i) il 18 febbraio 2013, in cui furono smarriti i titoli (tra cui quello di cui si discute) durante il loro trasporto; ii) il 24 maggio 2013, data della dichiarazione sostitutiva di atto notorio resa dal vettore nel quale era rappresentata la circostanza dello smarrimento; iii) il 23 settembre 2013, data di negoziazione dell assegno; iv) il 10 ottobre 2013, giorno in cui l assegno è stato inserito in CAI PASS (il segmento della Centrale Allarme Interbancaria, il cui acronimo indica la Procedura assegni sottratti e smarriti, nel quale, ai sensi del Regolamento del Governatore della Banca d Italia del 29 gennaio 2002, confluiscono i dati degli assegni bancari e postali sottratti, smarriti, non restituiti dal correntista revocato ovvero [assegni] bloccati per altri motivi ). Appare evidente il lungo lasso di tempo trascorso tra la perdita del titolo e il suo inserimento nella CAI PASS, a fronte del quale l intermediario ha fornito delucidazioni generiche e poco convincenti, affermando che la dichiarazione del vettore non solo era pervenuta pochi giorni prima della negoziazione del titolo, ma che non era conforme rigorosamente alle regole procedurali, costringendo la resistente ad un approfondimento che aveva richiesto l impiego di tempo ulteriore. Infatti, a prescindere dalla mancata Pag. 5/7

5 presentazione di prove univoche sulle circostanze affermate, occorre rilevare che l accertamento dello smarrimento dei titoli e la tempestiva attivazione degli oneri conseguenti attiene alla diligenza del buon banchiere e comporta l obbligo dell intermediario di dotarsi di una adeguata organizzazione con l approntamento di procedure idonee, che in definitiva diventa una declinazione del dovere di corretta esecuzione del contratto. Nel caso di specie, peraltro, una segnalazione del vettore vi era stata e, pertanto, risulta ingiustificato che a distanza di mesi l intermediario abbia consentito la negoziazione dell assegno. Ciò premesso, il ricorrente ha chiesto il risarcimento del danno nella misura pari all importo dell assegno negoziato, corrispondente al corrispettivo contrattuale il cui mancato incameramento è dipeso dal comportamento illecito dell intermediario. Effettivamente, il nesso di causalità appare estremamente chiaro: prima di effettuare la fornitura di merce, la società ricorrente si era recata presso l intermediario per accertare la bontà dell assegno ricevuto in pagamento. A seguito di tale ricerca il titolo non risultava segnalato come smarrito, sottratto o bloccato irrilevante è l asserzione della resistente di una mancata richiesta di bene emesso, nella sostanza implicita nella negoziazione - tanto che la fornitura all acquirente era eseguita dopo la negoziazione e il superamento dell esame del titolo allo sportello. Pertanto, il danno deve essere commisurato all intero importo della prestazione eseguita dalla società ricorrente, atteso che, se l intermediario non avesse negoziato l assegno, non vi sarebbe stata alcuna perdita per l istante; in altri termini, a differenza delle ipotesi di cui frequentemente si è occupato l Arbitro bancario finanziario in cui la negoziazione illecita si risolve in una perdita di chance di recuperare il credito per il suo titolare, la quale va concretizzata di volta in volta nel suo ammontare, qui la condotta negligente rappresenta un antecedente di fatto essenziale e esclusivo della consegna della merce e, quindi, causa della perdita corrispondente al valore di questa, il cui risarcimento deve essere integrale per il danneggiato. Tale importo può essere equitativamente determinato in un ammontare corrispondente all importo dell assegno perché presuntivamente corrispondente al valore della prestazione, ragione per la quale non possono invece essere attribuiti gli interessi legali dalla data di addebito della somma sul conto corrente. P.Q.M. Pag. 6/7

6 In parziale accoglimento del ricorso, il Collegio dichiara l intermediario, così come individuato in motivazione, tenuto al risarcimento dei danni nella misura equitativamente determinata di euro ,16. Il Collegio dispone inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di 200,00 quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente la somma di 20,00 quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. firma 1 IL PRESIDENTE Pag. 7/7