CLOTILDE CAMERATA CHIARA SIMEONI COORDINA DOMIZIANA AVANZINI
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1 CLOTILDE CAMERATA CHIARA SIMEONI COORDINA DOMIZIANA AVANZINI MONTESILVANO MARINA 23 MAGGIO 2015
2 PROGETTO E ORGANIZZAZIONE DI PERCORSI FORMATIVI 1
3 L ordine delle idee deve procedere secondo l ordine delle cose. G.B.Vico 2
4 ALCUNE DOMANDE: Che cosa è la formazione? Perché fare formazione? Per chi fare formazione? A chi fare formazione? Come fare formazione? 3
5 CHE COSA E LA FORMAZIONE? La formazione è un insieme di interventi finalizzati a sviluppare nei destinatari un insieme organico di conoscenze, abilità o competenze tali da renderli in grado di collocarsi adeguatamente in specifici contesti e situazioni. (Fraccaroli e Vergani 2004) 4
6 CHE COSA E LA FORMAZIONE? La formazione è un insieme di attività, incontri, azioni finalizzate a produrre un cambiamento, nel senso di una trasformazione che porta il soggetto ad una presa di coscienza e a un miglioramento delle proprie risorse, delle proprie capacità, e dell'impiego di tali risorse in un progetto associativo". (Castelli C. - Elementi di progettazione formativa, Ed. Provincia Autonoma di Trento, 1981). 5
7 PERCHE FARE FORMAZIONE? Per comprendere e gestire il cambiamento delle persone e dell associazione (come sta cambiando l associazione? Di cosa abbiamo bisogno? ) Per sviluppare le competenze necessarie a svolgere al meglio il proprio servizio e accrescere il benessere dei volontari; Per migliorare la qualità dei servizi offerti. 6
8 Formazione per acquisire competenze Che cosa è la competenza? E la capacità di attivare risorse in modo pertinente, in un contesto specifico, di fronte ad un compito specifico. E la capacità di tirare fuori dalla valigia gli attrezzi giusti per quella situazione La competenza si manifesta sempre in situazione 7
9 La competenza La competenza si costruisce attraverso l esperienza, che è il fatto di vivere qualcosa che amplia e arricchisce le conoscenze e le abilità (Robin) 8
10 La competenza La competenza è un mix equilibrato di - sapere (conoscenze) - saper fare (capacità) abilità da utilizzare nello svolgimento del proprio ruolo - saper essere (qualità) doti personali e atteggiamenti relazionali 9
11 Per arrivare a Saper divenire (auto-percezioni e motivazioni): capacità di cambiare, di imparare sempre. E quindi QUALE FORMAZIONE? 10
12 Formazione tecnica Scopi: Fare in modo che i partecipanti seguano un certo procedimento, lo comprendano e siano in grado di replicarlo (vi è un modello, va capito e utilizzato). Tipo di programmazione: È una programmazione di contenuti e abilità, in funzione della procedura che si vuole trasmettere (modello del sapere, del fare, dell essere). Strumenti didattici: Servono per far toccare con mano ai partecipanti come occorre fare (il role playing, le simulazioni. 11
13 Formazione identificatoria Scopi: Fare in modo che i partecipanti seguano e condividano un determinato sistema di valori traducendo in atteggiamenti e comportamenti attesi. Tipo di programmazione: Ha al centro i valori e comportamenti di ruolo da veicolare, da far assumere. Strumenti didattici: Servono per coinvolgere, convincere, far sentire i partecipanti appartenenti alle cose proposte. Un esempio: la testimonianza. 12
14 Formazione a pensare Scopi: Gli oggetti della formazione sono costruiti progressivamente con i partecipanti, sulla base di un processo di riflessione condiviso. Tipo di programmazione: È una programmazione che allestisce spazi e contesti di riflessione, propone ipotesi e aiuta a riconoscere il percorso. Strumenti didattici: Servono per supportare la lettura, l organizzazione e l interpretazione dei dati. (La discussione in gruppo, l analisi di casi.) 13
15 Una conoscenza azione finalizzata a Sviluppare: - strategie di riflessione sull azione - strategie di riflessione nel corso dell azione e quindi - Sviluppare competenze trasversali (comunicative, relazionali, gestionali) per modificare e migliorare le proprie pratiche di volontariato, di lavoro 14
16 PER CHI FARE FORMAZIONE? Associazione sviluppo Miglioramento cambiamento Volontari crescita personale valorizzazione motivazione Destinatari: malati/utenti/strutture più soddisfazione Maggior offerta di servizi 15
17 A CHI FARE FORMAZIONE? destinatari: - Aspiranti volontari formazione di base - Volontari effettivi - Volontari con ruoli specifici (Consiglieri, responsabili, tutor, tirocinanti) formazione continua/permanente 16
18 COME FARE FORMAZIONE? 17
19 IL PROCESSO FORMATIVO PROCESSO FORMATIVO fasi del processo formativo Clotilde Camerata
20 ANALISI DEI BISOGNI Vale a dire farsi determinate domande: - Dove sta andando l Associazione? - Di che cosa c è bisogno? - Che difficoltà ci sono? - Quali competenze è necessario sostenere e sviluppare? - Su quali ruoli investire? 19
21 ANALISI DEI BISOGNI Con quali strumenti? colloqui e osservazioni questionario intervista qualitativa riunioni di gruppo Dopo l analisi? rielaborazione delle informazioni/analisi raccolte report: sintesi dell analisi effettuata condivisione degli esiti con la direzione e prime ipotesi di attività formative 20
22 PROGRAMMAZIONE DEFINISCE: - obiettivi da raggiungere ( al termine del corso i partecipanti saranno in grado di ) - contenuti, temi, questioni intorno ai quali si lavorerà - metodologie ( come lavoreremo? ) - materiali - tempi - costi della formazione 21
23 REALIZZAZIONE Le metodologie formative principali: tradizionali: lezione (la persona è passiva: ascolta) attive: lavoro di gruppo, casi, autocasi, simulazioni, roleplaying, discussioni, esperienziali: action learning (esperienza concreta), coaching (servizio insieme ad volontario esperto) nella formazione degli adulti è importante valorizzare le esperienze 22
24 Quali sono le condizioni che facilitano la formazione? - Motivazione: le persone riconoscono un senso alla formazione. - Coinvolgimento: le persone partecipano alla costruzione della conoscenza. - Concretezza: l esperienza è al centro dei contenuti e le persone riconoscono una trasferibilità per ciò che stanno imparando. - Gradualità: la formazione è agganciata ai soggetti e alle loro competenze. - Rinforzo: il percorso riconosce e valorizza gli apprendimenti delle persone. 23
25 UN BUON CORSO 1. Prevede modalità didattiche mix: impostazione teorica e pratica, esercitazioni con feedback, interazione docentediscenti, attività di piccolo gruppo, esempi, studio di casi, giochi di ruolo 2. Sa scegliere un buon docente : buon comunicatore competente, coinvolgente, interattivo, flessibile, informale, esterno, interno, eclettico 3. Seleziona gli argomenti in relazione ai destinatari e agli obiettivi del corso: mirati, temi dei bisogni formativi 4. Predispone materiali didattici chiari e utilizzabili : dispense, bibliografia, slides, link 24
26 VALUTAZIONE La valutazione può avvenire in 4 fasi: ex ante: competenze in ingresso in itinere: ridefinizione dell azione formativa conclusiva: questionario gradimento e autovalutazione dell apprendimento ex post: valutazione d impatto sul servizio (da parte di partecipanti, responsabili, utenti) 25
27 Una tazza di tè Nan-in, un maestro giapponese dell'era Meiji ( ), ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen. Nan-in servì il tè. Colmò la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare. Il professore guardò traboccare il tè, poi non riuscì più a contenersi. «è ricolma. Non ce n'entra più!». "Come questa tazza," disse Nan-in "tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza?". 26
28 MONTESILVANO MAGGIO AVO GENOVA PROGETTO E ORGANIZZAZIONE DI PERCORSI FORMATIVI AGENDA OFFERTA PER NUOVI VOLONTARI (Corso Base, Tirocinio) OFFERTA PER VOLONTARI GIA IN SERVIZIO (Incontri di crescita, Tutors, Conferenze Berio, Progetto Scuola Ospedale Galliera)
29 CORSO BASE PER NUOVI VOLONTARI Il Corso Base si articola in quattro macroaree: INFORMAZIONE SPECIALIZZAZIONE RELAZIONE COMPORTAMENTI 2
30 RISULTATI CORSO BASE 2014 STATISTICHE GENERALI DEL CORSO BASE 2014 Iscritti 165 % In servizio 87 52,73% Mancati ingressi (rinunciatari o non idonei) 76 46,06% Passati a prossimo tirocinio 2 1,21% In servizio Mancati ingressi (rinunciatari o non idonei) Passati a prossimo tirocinio 3
31 ESPERIENZA DI TIROCINIO Per venire incontro alle richieste di quanti, per svariati motivi, non hanno potuto frequentare il corso base, pur avendo fatto domanda. Accoglimento domande entro il 31 marzo e colloquio preliminare informativo nel mese di aprile Inizio servizio effettivo a maggio 4
32 RISULTATI DEL TIROCINIO STATISTICHE GENERALI TIROCINANTI MAGGIO 2014 Iscritti 41 % In servizio 29 70,73% Rinunce x motivi vari 9 21,95% Passati direttamente al corso base 3 7,32% In servizio Rinunce x motivi vari Passati direttamente al corso base 5
33 INCONTRI DI CRESCITA CRESCERE, EVOLVERE, ANDARE AVANTI 4 Incontri marzo aprile
34 INCONTRI DI CRESCITA ARGOMENTI L Associazione I volontari e la struttura Io e il gruppo L evolversi della motivazione: individualismo e associazionismo 7
35 TUTORS RIFLESSIONI 1) Come sei stato accolto al primo giorno di servizio e come avresti voluto essere accolto? 2) Come hai affrontato questa nuova esperienza di tutor o (per i nuovi tutors) come pensi di affrontarla? 8
36 TUTORS QUALITA PER ESSERE UN BUON TUTOR (EMERSE DAL LAVORO DI GRUPPO) Ascolto Capacità di comunicare entusiasmo Conoscenza dei regolamenti Discrezione Disponibilità Promuovere lo spirito di appartenenza all Associazione Umiltà 9
37 CONFERENZE BERIO 10
38 PROGETTO SCUOLA OSPEDALE GALLIERA Il progetto ha coinvolto gli studenti delle ultime tre classi di due scuole medie superiori di Genova con le seguenti finalità: promuovere attività di partecipazione e formazione civica fornire la visione dei percorsi di cura all interno di un ospedale favorire la conoscenza ed il confronto con le Associazioni di volontariato primo approccio al mondo del lavoro 11
39 PROGETTO SCUOLA OSPEDALE GALLIERA 12
40 GRAZIE PER L ATTENZIONE Gruppo Formazione AVO Genova 13
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