Linguistica applicata. a.a Federica Da Milano
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- Anna Speranza
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1 Linguistica applicata a.a Federica Da Milano
2 Che altro vuol dire tradurre se non porre in relazione due entità diverse, o meglio creare la possibilità della relazione tra due lingue e dunque tra due culture? Il traduttore vive in un non-luogo, tra le culture, e dà la propria voce all'altro che ha di fronte Il gesto traduttivo si crea con un atto di dislocazione spaziale e temporale; le lingue non si danno come enti statici dai confini definiti, ma sono in continua evoluzione ed entrano spesso in collisione tra loro, determinando dei mutamenti nel modo di pensare degli uomini
3 Breve (brevissima) storia della traduzione III millennio a.c. : in Asia Minore glossari bilingui e plurilingui incisi su tavolette di terracotta Gr. ermeneus/ermeneuo: attività di traduzione condotta oralmente per lo più a fini pratici, data la diffusa ostilità nei confronti di ciò che non era autoctono, indicato con il termine barbaros Lat. interpres/interpretor (trad. orale) vs. verto, converto, transverto, imitor (trad. scritta) In età imperiale: mutare e transferre
4 Breve (brevissima) storia della traduzione Cicerone De optimo genere oratorum : distinzione tra interpres (promotore di una traduzione letterale) e orator (chi si distacca dal testo di partenza) Traduzioni della Bibbia: tradurre come 'volgarizzare', rendere accessibile al popolo Dante, De vulgari eloquentia: una difesa della lingua volgare, in latino Lutero e la lingua tedesca
5 Breve (brevissima) storia della traduzione Nelle diverse epoche hanno prevalso traduzioni infedeli (le cosiddette traduzioni libere) o fedeli al testo originale Romanticismo tedesco: fondamenti per una moderna teoria della traduzione su base interdisciplinare Novecento: svolta epocale che ha portato al passaggio da quella che Steiner (Dopo Babele) ha definito una riflessione 'pre-scientifica' sulla traduzione al tentativo di fondare su basi scientifiche una pratica estremamente complessa
6 Breve (brevissima) storia della traduzione Non si può parlare di teoria della traduzione, ma solo di teorie de#a traduzione Translation Studies
7 Filosofie della traduzione Il fine più intimo della traduzione è l'apertura all'altro, il dialogo, la relazione, il meticciato, il decentramento; essa vuole unire e non disgiungere, mescolare e non separare, creare soglie e distruggere confini
8 Filosofie della traduzione Non è la stessa cosa parlare una lingua in cui esistono o non esistono i tempi verbali, o nella quale il soggetto domina incontrastato o resta indefinito. In questo secondo caso ad esempio, come nella lingua giapponese, prima che l'uomo si identifichi con un individuo, si trova nella forma della relazione, vive in una zona interstiziale tra me e te, non si percepisce come oggetto stabile e identificabile una volta per tutte, ma come evento in continuo mutamento
9 Filosofie della traduzione Tradurre un testo da una lingua ad un'altra è un atto estremamente rischioso, perché vuol dire trasformarlo nella sua identità materiale, esercitare su di esso un atto di violenza, che consiste nel trapiantare una visione del mondo in un paese straniero Colonialismo, traduzione e post-colonial studies Una colonia nasce con un atto di tra-duzione, di traslazione, con una copia di un originale collocato altrove nella carta geografica; in tale gesto di appropriazione la lingua gioca un ruolo essenziale : se, nominando, l'uomo si appropria di qualcosa, rinominare vuol dire tradurre nella propria lingua, "de-territorializzare" e ricollocare in un altrove "L' equivalenza nella differenza è il problema centrale del linguaggio e l'oggetto fondamentale della linguistica" (Jakobson) Se ci spostiamo dal piano meramente linguistico a quello più ampio della cultura, risulta evidente quanto pericoloso possa essere andare alla ricerca di equivalenze
10 Le peculiarità del testo "Il testo è il tuono che poi continua a lungo a risuonare" (Benjamin) Die Aufgabe der Übersetzers 'il compito del traduttore' Metafora del 'manto regale': il rapporto che originale e traduzione intrattengono con il nucleo essenziale (Gehalt) della lingua è assai diverso: nel primo caso, simile alla relazione tra il frutto e la sua scorza, un rapporto naturale di unità; nel secondo caso, simile alla relazione tra re e manto regale, di tipo simbolico
11 Le peculiarità del testo La traduzione deve far intravvedere l'originale; deve situarsi sulla soglia tra le due lingue e sentire risuonare l'eco dell'originale
12 Le peculiarità del testo Il testo specialistico Generi fortemente standardizzati al di là delle lingue e delle culture di riferimento Costanti di genere ipertestualità multimodalità variabilità rispetto allo scopo strutturazione
13 Le peculiarità del testo Schemi compositivi dei diversi tipi testuali come superstrutture formali e retoriche Visione flessibile dei generi Testi come 'forme ibride' Tipi testuali predominanti e sussidiari
14 Le peculiarità del testo Testo ibrido: prodotto di un'operazione di mediazione grazie alla quale il traduttore cerca di trasmettere la cultura del testo di partenza operando opportuni adeguamenti affinché il testo sia 'accettabile' nella cultura di arrivo, nel senso di adeguato al nuovo lettore sul quale dovrà sortire lo stesso effetto pragmatico del testo di partenza pur non rinunciando a trasmettere i modelli culturali ai quali si è ispirato il testo fonte Localizzatore
15 Le peculiarità del testo Il testo elettronico Qualsiasi testo diffuso attraverso la rete Link ipertestuali Pagina vs. schermata
16 Variazione diafasica e registro Registro: varietà della lingua distinguibile per l'uso che se ne fa in determinate situazioni Variazione diafasica Prendere in esame il registro significa passare da un inquadramento del contesto culturale all'individuazione del contesto situazionale nel quale collocare il testo Assi di variazione Variazione diafasica Variazione diacronica Variazione diatopica Variazione diastratica Variazione diamesica
17 Variazione diafasica e registro Es. Zadie Smith english vs. English Nel passaggio all'italiano, la scelta è quella di non rendere la variazione linguistica attraverso il ricorso a deviazioni dalla lingua standard, ma di lasciare che il lettore la intuisca dagli elementi culturali di cui è ricco il contesto
18 La componente lessicale it. piatto it. unico ingl. plate, dish ingl. only, unique Co-testo
19 La componente lessicale La nozione di 'parola' 'Cio che è compreso tra due spazi bianchi'--> solo lingue dotate di scrittura (parola grafica) 'Unità della lingua che da sole possono formare un enunciato' --> ma le preposizioni?
20 La componente lessicale "A word may be defined as the union of a particular meaning with a particular complex of sounds capable of a particular grammatical employment" (Lyons) Unità che non può essere interrotta, al cui interno non può essere inserito altro materiale linguistico
21 La componente lessicale "In realtà, è impossibile definire la parola da un punto di vista funzionale, perché la parola può essere tutto, dall'espressione di un singolo concetto - concreto o astratto o puramente relazionale (come in of 'di', o by 'da', o and 'e') - fino all'espressione di un pensiero completo (come nel latino dico oppure, con una forma più elaborata, in un verbo nootka che significa 'mi sono abituato a mangiare venti oggetti rotondi [cioè, mele] pur essendo occupato [a fare questo e quest'altro]). Nell'ultimo caso citato, la parola si identifica con la frase"
22 La componente lessicale "La parola, dunque, è soltanto una forma, un'entità chiaramente modellata che accoglie quel molto o poco materiale concettuale che il genio di una data lingua le consente di accogliere" (Sapir) "Il meglio che possiamo fare è dire che la parola è uno dei più piccoli frammenti adeguati di 'significato' isolato nei quali si divide la frase. Non possiamo infrangerla senza sconvolgere il significato, poiché l'una o l'altra delle porzioni infrante (o tutte e due) ci restano tra le mani come relitti inservibili" (Sapir)
23 La componente lessicale Il piano lessicale della lingua non può essere preso in considerazione a prescindere da quello sintattico Lessico specialistico: prestiti intra- e interlinguistici
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