PROGETTO DI RELAZIONE
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1 ASSEMBLEA PARLAMENTARE EURO-LATINOAMERICANA EURO-LATIN AMERICAN PARLIAMENTARY ASSEMBLY ASSEMBLEIA PARLAMENTAR EURO-LATINO-AMERICANA ASSEMBLÉE PARLEMENTAIRE EURO-LATINO- AMÉRICAINE PARLAMENTARISCHE VERSAMMLUNG EUROPA-LATEINAMERIKA Commissione per gli affari politici, la sicurezza e i diritti umani PROGETTO DI RELAZIONE sulla ristrutturazione del debito sovrano Commissione per gli affari politici, la sicurezza e i diritti umani Correlatori: Ángel Rozas (Parlatino, Argentina) Ernest Urtasun (Parlamento europeo, Spagna) DR\ docx AP v01-00
2 DR_Assemblies INDICE Pagina PROPOSTA DI RISOLUZIONE...3 PROCEDURA...7 AP v /7 DR\ docx
3 sulla ristrutturazione del debito sovrano PROPOSTA DI RISOLUZIONE L'Assemblea parlamentare euro-latinoamericana, vista la risoluzione 68/304 dell'assemblea generale delle Nazioni Unite, del 9 settembre 2014, intitolata "Towards the establishment of a multilateral legal framework for sovereign debt restructurings" (Verso l'istituzione di un quadro giuridico multilaterale per le ristrutturazioni del debito sovrano), vista la risoluzione 69/247 dell'assemblea generale delle Nazioni Unite, del 29 dicembre 2014, intitolata "Modalities for the implementation of Resolution 68/304" (Modalità di attuazione della risoluzione 68/304), vista la risoluzione 69/319 dell'assemblea generale delle Nazioni Unite, del 10 settembre 2015, intitolata "Basic Principles on Sovereign Debt Restructuring Processes" (Principi di base sui processi di ristrutturazione del debito sovrano), vista la risoluzione 20/10 del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, del 5 luglio 2012, intitolata "The effects of foreign debt and other related international financial obligations of States on the full enjoyment of all human rights, particularly economic, social and cultural rights" (Gli effetti del debito esterno e degli obblighi finanziari internazionali connessi degli Stati sul pieno esercizio di tutti i diritti umani, e in particolare dei diritti economici, sociali e culturali), viste le regolamentazioni dell'associazione internazionale dei mercati di capitali (International Capital Markets Association, ICMA), approvate nel 2014 e 2015, sulle clausole contrattuali come le clausole pari passu e le clausole di azione collettiva, A. considerando che la crisi del debito sovrano è un problema ricorrente nel corso della storia, spesso associato alle difficoltà dei paesi in via di sviluppo e ai sistemi democratici poco consolidati; B. considerando che, negli ultimi anni, il debito sovrano non è più un problema che riguarda esclusivamente i paesi meno sviluppati ma interessa anche gli Stati ad alto reddito; C. considerando che il sistema finanziario internazionale non dispone attualmente di un quadro giuridico multilaterale globale per la ristrutturazione del debito sovrano che consenta agli Stati di pervenire, entro un termine ragionevole, a soluzioni efficaci, giuste, eque, giuridiche e sostenibili; D. considerando che, data l'assenza di consensi più ampi, gli sforzi sono stati orientati alla riforma delle clausole contrattuali delle obbligazioni sovrane, come le clausole pari passu, le clausole di azione collettiva e le clausole di aggregazione, annunciate dall'icma nel 2014 e che già iniziano a essere utilizzate in alcune emissioni del debito DR\ docx 3/7 AP v01-00
4 successive al 2014; E. considerando che lo stock del debito sovrano è composto da diverse tipologie di debito, come obbligazioni, crediti bancari e crediti bilaterali e multilaterali, e che i problemi relativi all'azione collettiva non si verificano soltanto con una di queste categorie di obbligazioni ma in più di una e che, pertanto, ciò complica la ristrutturazione del debito in un unico processo; F. considerando che l'inadeguata gestione del debito sovrano e l'assenza di chiarezza nei quadri giuridici per la ristrutturazione, nonché gli impatti imprevisti nella congiuntura internazionale o persino le catastrofi naturali o le conseguenze di conflitti vicini possono portare a situazioni di crisi le cui conseguenze compromettono le possibilità di sviluppo sostenibile dei paesi debitori che, in molti casi, durante il tentativo di ristrutturazione subiscono pressioni dovute alle pretese di gruppi minoritari di creditori che possono approfittare dell'inesistenza di quadri normativi in materia, dando priorità ai loro interessi speculativi; G. considerando che l'istituzione di un quadro normativo generale potrebbe offrire un'ulteriore alternativa nella ricerca di soluzioni più rapide e sostenibili per le parti, garantendo una maggiore prevedibilità e sicurezza giuridica del processo nonché riducendo in modo sostanziale i costi associati ai servizi legali e finanziari; H. considerando l'importanza di dare priorità all'attuazione di politiche macroeconomiche sostenibili orientate alla crescita e alla creazione di posti di lavoro e alle riforme necessarie tese a garantire sistemi fiscali equi ed efficienti al di là della dipendenza dal debito sovrano esterno; I. considerando che, nonostante le successive ristrutturazioni del debito, la Grecia continua a mostrare livelli di debito insostenibili secondo l'analisi della sostenibilità del debito dello stesso FMI, nella quale si evidenzia la necessità di passare a una maggiore ristrutturazione del debito; che il caso greco si somma a livelli di indebitamento dell'area dell'euro ai massimi storici, segnatamente in alcuni Stati membri, e che non esiste nell'unione europea un quadro giuridico per la ristrutturazione del debito; 1. afferma che la sfida del recupero della sostenibilità del debito sovrano dopo una crisi non deve essere affrontata partendo esclusivamente da variabili macroeconomiche, ma che occorre rispettare la promozione e il rispetto della democrazia e dei diritti umani, incluso il diritto allo sviluppo; accoglie pertanto con favore le iniziative dell'assemblea generale delle Nazioni Unite in tal senso; 2. sottolinea che gli Stati hanno il dovere di impedire che gli impegni derivanti dai processi di indebitamento si ripercuotano negativamente sul benessere e sulla tutela dei diritti umani, ragion per cui occorre profondere maggiori sforzi per conseguire la responsabilità di bilancio, la trasparenza dei governi e la giustizia fiscale; 3. sottolinea che il pagamento del debito è solo uno dei diversi obblighi finanziari legali e costituzionali degli Stati e che i parlamenti devono garantire che il peso della crisi del debito sia ripartito in maniera equa, evitando di mettere a rischio la prestazione dei servizi pubblici essenziali e tutelando i diritti dei loro cittadini; AP v /7 DR\ docx
5 4. osserva che i governi non possono considerare gli obblighi giuridici derivanti da un titolo di debito o di credito come preminenti rispetto ad altri, per esempio il pagamento delle pensioni o la prestazione di servizi pubblici di base; 5. sottolinea il ruolo dei diversi attori internazionali (istituti finanziari internazionali, organizzazioni intergovernative internazionali, società civile, organizzazioni non governative) nel processo di ristrutturazione del debito sovrano e in particolare il ruolo dei parlamenti, che devono promuovere l'adozione di misure concrete come, tra l'altro, l'introduzione di impegni internazionali nei rispettivi ordinamenti nazionali, il lavoro comune per la prevenzione di crisi future, l'inserimento di clausole di azione collettiva e di aggregazione nei prestiti futuri e la mobilitazione di iniziative internazionali; 6. ribadisce la necessità di lavorare per istituire un meccanismo internazionale consensuale per la ristrutturazione del debito sovrano, che garantisca la prevedibilità alle parti e che promuova l'attuazione di politiche di prevenzione delle crisi finanziarie internazionali e il rafforzamento dei sistemi finanziari nazionali; 7. ribadisce la propria convinzione che gli sforzi degli Stati a favore della ristrutturazione dei rispettivi debiti sovrani, in situazioni di crisi, non debbano subire interferenze o essere scoraggiati da creditori commerciali specializzati nella speculazione finanziaria; 8. accoglie con favore l'adozione dei nove principi di base sui processi di ristrutturazione del debito sovrano da parte dell'assemblea generale delle Nazioni Unite attraverso la risoluzione 69/319 del 10 settembre 2015, principi che devono essere interpretati in maniera armoniosa tra di loro; ritiene che tali principi costituiscano un antecedente al dibattito orientato alla possibile adozione di un quadro giuridico multilaterale consensuale che contribuirà ad armonizzare i criteri, promuoverà l'efficienza e l'ordine nei processi di ristrutturazione del debito sovrano e favorirà la risoluzione opportuna e tempestiva della crisi in questo settore, poiché la sua applicazione renderà possibile un processo più prevedibile e giuridicamente sicuro; 9. riconosce il diritto degli Stati sovrani di elaborare le loro politiche macroeconomiche, che includono la ristrutturazione del debito sovrano e i principi di buona fede, trasparenza, imparzialità, trattamento equo, immunità sovrana di giurisdizione e di esecuzione in materia di ristrutturazione del debito sovrano dinanzi ai tribunali nazionali ed esteri, legittimità, sostenibilità e ristrutturazione per maggioranza; 10. invita la comunità internazionale a continuare a lavorare per la messa a punto di una risposta completa e globale a tutte le problematiche associate all'assunzione di prestiti, alle crisi del debito sovrano e alla sua ristrutturazione; 11. invita il partenariato UE-CELAC a includere il debito sovrano nel suo dialogo bilaterale al fine di portare avanti lo scambio di esperienze e il lavoro comune a livello internazionale; invita in particolare il partenariato a promuovere proposte alternative, sia contrattuali che statutarie, che integrino le soluzioni a tali problematiche, inclusa la possibilità di istituire un registro di obbligazionisti che consenta di avviare procedimenti giudiziari alle condizioni originarie unicamente a chi, al momento della cessazione dei DR\ docx 5/7 AP v01-00
6 pagamenti, risultava il titolare effettivo del titolo di debito; 12. esorta l'area dell'euro a organizzare una conferenza europea sul debito, con la partecipazione di molteplici attori, ivi compresi i parlamenti e la società civile, per rispondere alle esigenze in termini di ristrutturazione di tutta l'area monetaria, nonché per progredire verso un quadro giuridico realmente europeo per tale processo; 13. invita i governi europei e dell'america latina a unire gli sforzi per conseguire un quadro giuridico internazionale per la ristrutturazione del debito sovrano, nonché a includere le modifiche contrattuali relative alle clausole di azione collettiva e pari passu sulla base delle proposte dell'icma; 14. incarica i suoi copresidenti di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio dell'unione europea e alla Commissione europea, ai parlamenti degli Stati membri dell'unione europea e di tutti i paesi dell'america latina e dei Caraibi, al Parlamento latinoamericano, al Parlamento centroamericano, al Parlamento andino e al Parlamento del Mercosur, al Segretariato della Comunità andina, alla Commissione dei rappresentanti permanenti del Mercosur, alla Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici, al Segretariato permanente del sistema economico latinoamericano, alla Presidenza pro tempore e ai paesi appartenenti alla troika della CELAC, nonché ai segretari generali dell'organizzazione degli Stati americani, dell'unione delle nazioni sudamericane e delle Nazioni Unite. AP v /7 DR\ docx
7 PROCEDURA Titolo Organo competente Correlatori La ristrutturazione del debito sovrano Commissione per gli affari politici, la sicurezza e i diritti umani Ángel Rozas (Parlatino, Argentina), Ernest Urtasun (Parlamento europeo) Esame in commissione Data di approvazione Membri presenti al momento della votazione finale Esame in Aula DR\ docx 7/7 AP v01-00
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