Questionario rivolto agli operatori della filiera dei cereali. Report finale

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1 Valutazione dei risultati intermedi Indagine in itinere sui contratti di filiera Questionario rivolto agli operatori della filiera dei cereali Report finale Roma, 14 Novembre 2011

2 INTRODUZIONE Il progetto Frumento di Qualità Granaio Italiano, è finalizzato alla realizzazione di un Sistema Integrato di Filiera, inteso come un insieme organico di azioni e strumenti di supporto ad essa, che possa garantire la concreta valorizzazione della produzione agricola attraverso una efficace e permanente presenza sul mercato. Base del sistema di organizzazione della produzione è la sottoscrizione tra i diversi soggetti della filiera di accordi, che sappiano coniugare nuovi modelli organizzativi, attraverso consoni strumenti di supporto in grado di razionalizzare, incanalare, agevolare, il rapporto tra acquirente ed offerente. L'efficienza e l efficacia di tale rapporto tra domanda ed offerta si incentra sullo sviluppo della fasi inerenti l economia contrattuale ed in particolare: assistenza alle aziende agricole divulgando la sperimentazione e la diffusione dei dati e l orientamento imprenditoriale; individuazione di varietà con caratteristiche qualitative ed agronomiche ottimali; programmazione delle semine;programmi di controllo e di campionamento durante e dopo la campagna; un contratto di coltivazione che offra alle imprese agricole un reale incentivo economico sul prezzo, in funzione della qualità; costituzione di un sistema di concentrazione e movimentazione in grado di valorizzare le produzioni e rendere economica la contrattualità con l industria di trasformazione; in particolare il sistema deve rendere possibile la separazione fisica e documentale delle partite di frumento di diversa qualità;informazione e formazione dei produttori sulle pratiche agronomiche specie per quanto riguarda quelle a basso impatto ambientale; concentrazione e ammodernamento degli impianti di trasformazione, nonché introduzione di installazione e tecnologie innovative per il controllo della qualità (in particolare macchine per l analisi veloce) e dei prodotti derivati attraverso l adozione dei sistemi di certificazione della qualità dei processi; ottimizzazione economica dell utilizzazione degli impianti anche attraverso programmi di concentrazione in funzione delle potenzialità dei bacini di utenza e dei risultati della contrattualità di filiera. reperibilità programmata della produzione nazionale in funzione delle caratteristiche coerenti con i requisiti del prodotto finale;

3 sviluppo di ricerche per lo sviluppo di nuovi strumenti di determinazione del prezzo dei cereali nei contratti di filiera; reperibilità di prodotti garantiti e certificati attraverso il Sistema Qualità ;ottimizzazione della logistica e della movimentazione. Attori e Destinatari: Operatori del settore e le loro associazioni, associazioni di consumatori e rappresentanti istituzionali. Obiettivi Generali: Realizzazione di uno o più accordi di filiera. Costruzione di un sistema integrato tra i diversi soggetti della filiera che si confronti, altresì, nella produzione e nel commercio internazionale. Rendere la produzione nazionale market oriented attraverso forme contrattuali certe stipulate tra settore primario e quelli a valle della trasformazione primaria e finale, ed un coinvolgimento comune della ricerca e della sperimentazione. Valorizzare le vocazionalità della produzione nazionale ed enfatizzare il Know How inglobato nell industria molitoria e della trasformazione finale. Accrescere la redditività nei diversi segmenti della filiera introducendo innovazioni organizzative, di processo e di prodotto. Obiettivi Specifici: Organizzazione dell offerta Miglioramento qualitativo del prodotto Contrattazione/programmazione interprofessionale Innovazione di prodotto e processo Razionalizzazione delle strutture e della logistica. Per la parte agricola aumento della rimuneratività della coltura attraverso: la sperimentazione e la diffusione dei dati e l orientamento varietale; individuazione e distinzione di zone omogenee; individuazione di varietà con ottime caratteristiche qualitative ed agronomiche; programmi di semina;

4 programmi di controllo e di campionamento durante la campagna; costituzione di un sistema di concentrazione e movimentazione in grado di valorizzare le produzioni e rendere economica la contrattualità con l industria di trasformazione; informazione e formazione dei produttori sulle pratiche agronomiche specie per quanto riguarda quelle ecocompatibili e di tipo biologico. Durata: 4 anni Verifica e valutazione: Grazie agli interventi sopra scritti, la razionalizzazione organizzativa che il sistema opera un totale ribaltamento della situazione attuale in cui la valutazione delle caratteristiche organolettiche del prodotto avviene solo alla fine del processo produttivo quando il prodotto è già stato ottenuto. Gli interventi sono localizzati nelle aree vocate alla produzione di frumento tenero e del frumento duro, i soggetti beneficiari sono: 1. UNIONE SEMINATIVI S.C.A.R.L. 2. CAP PIEMONTE ORIENTALE SOC.COOP. A R.L., 3. ACOF SOC. COOP. AGRICOLA, 4. PRODUTTORI SEMENTI MEDITERRANEI S.R.L., 5. CAP INTERPROVINCIALE FORLIì CESENA E RIMINI S.C.A.R.L., 6. S.I.S. SOCIETA ITALIANA SEMENTI S.P.A., 7. SOCIETA PRODUTTORI SEMENTI S.P.A., 8. CONSORZIO AGRARIO LOMBARDO VENETO SOC. COOP. A R.L., 9. MOLINO PARRI S.R.L. 10. CONSORZIO AGRARIO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA SOC. COOP. A R.L., 11. CAP MAREMMA TOSCANA, SOC. COOP. A R.L., 12. CAP SIENA SOC. COOP. A R.L., 13. PROGEO SOC. COOP. A R.L. 14. SOCIETA COOPERATIVA AGRICOLA POMONTE 15. CAP DI PISA Per la parte industriale l ottimizzazione degli approvvigionamenti, sostegno alle innovazioni di prodotto e all enfatizzazione del Made in Italy attraverso:

5 1. Introduzione dei sistemi di certificazione della qualità dei processi, in particolare per quanto riguarda il controllo di qualità in entrata 2. Ottimizzazione nell utilizzazione degli impianti anche attraverso programmi di concentrazione in funzione delle potenzialità dei bacini di utenza e dei risultati della contrattualità di filiera. 3. Reperibilità programmata della produzione nazionale in funzione delle caratteristiche coerenti con i requisiti del prodotto finale 4. Attività comunicazionale con forti contenuti di garanzia per il consumatore 5. Reperibilità di prodotti garantiti e certificati attraverso il Sistema Qualità Ottimizzazione della logistica e della movimentazione. Il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, ha individuato le azioni di filiera all interno del contratto e possono essere riassunte secondo i seguenti Gruppi di lavoro attraverso i quali Granaio Italiano intende operare: Contrattualistica, Sistema di qualità, Ricerca, Informatica, formazione, comunicazione e Pubblicità. Nell ambito di quest ultima azione, per il 2011 era prevista una valutazione dei risultati intermedi delle attività legate a Granaio Italiano. Tale indagine è stata realizzata tramite la somministrazione di un questionario, che si è posto i seguenti obiettivi conoscitivi: - conoscenza del progetto; - vissuto: opinioni maturate: - desiderata, tutte le aspettative, nonché la segnalazione di consigli per superare eventuali criticità riscontrate. Le modalità di somministrazione sono: - invio del questionari via mail; - eventuale recall telefonico a coloro che non hanno partecipato fino al raggiungimento del campione;

6 - report finale. LA SITUAZIONE NEL COMPARTO AGROALIMENTARE E NEL SETTORE DEI CEREALI In questo momento storico sia a livello nazionale che internazionale il settore risente degli effetti della globalizzazione, in atto già da diversi anni e, particolarmente nell ultimo biennio, di una situazione di crisi non solo a livello nazionale, ma anche ovviamente internazionale. In questo difficile contesto l'innovazione rappresenta una strategia fondamentale per avviare le economie mature verso la ripresa e per lasciarsi alle spalle il difficile momento di crisi che ha inciso negativamente sugli investimenti e sulla competitività. Per inaugurare un nuovo ciclo di crescita, è però fondamentale che le politiche di innovazione siano basate su requisiti di sostenibilità in chiave strategica, supportate cioè da risorse adeguate e ponderate in un orizzonte di lungo periodo. Nella stessa Strategia Europa 2020 l'asse prioritario "crescita intelligente" promuove la conoscenza e l'innovazione come motori della nostra futura crescita. L'Europa promuove l'innovazione e il trasferimento delle conoscenze in tutta l'unione, l'utilizzo ottimale delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e incentiva la trasformazione in nuovi prodotti e servizi delle idee innovative. Si riconosce che per affrontare le sfide a cui oggi la nostra società va incontro, dall'efficienza energetica alle trasformazioni demografiche, dovranno essere rafforzati gli investimenti in ricerca e innovazione, così da garantire un futuro più efficiente e più sostenibile, tanto per la società quanto per il nostro territorio. Un elemento sicuramente ancora innovativo è caratterizzato dagli accordi di filiera, che rappresentano un riferimento e una risorsa per gli operatori dalla volatilità sempre crescente dei prezzi, unitamente all incertezza economica e finanziaria di questo periodo. Gli accordi permettono di fissare dei prezzi e delle premialità che non lasciano l operatore da solo, ma lo fanno diventare parte di un sistema più solido e strutturato. TIPOLOGIE DI ACCORDI E CONTRATTI

7 Le principali modalità di acquisto sono: al prezzo di mercato, il conto deposito, la gestione sociale e il contratto di coltivazione. Acquistando al prezzo di mercato, l'acquirente (centro di stoccaggio, molino o mangimificio) compra il prodotto all'occorrenza, sulla base dei prezzi definiti dai listini, e in piena libertà; con il conto deposito (o conto conferimento) l'agricoltore conferisce il prodotto al centro di stoccaggio (ugualmente al molino o al mangimificio) e decide autonomamente quando venderlo, senza vincoli di alcun tipo. Nel caso in cui il conferimento avvenga presso un mangimificio il conferente generalmente acquista la farina che utilizza come alimento zootecnico nella propria azienda. Il conto deposito è ancora, purtroppo, una realtà consolidata in tutto il Paese. L'inadeguatezza dell'utilizzo del conto deposito è stata sottolineata più volte sia dai trasformatori che dagli stoccatori di cereali: la volontà degli agricoltori non coincide con quella degli operatori più a valle della filiera (i trasformatori in particolare). Fino ad alcuni anni fa il numero di acquirenti era molto elevato, di conseguenza la gestione del conto deposito non rappresentava un problema. Con i rapidi e costanti processi di aggregazione nell'ambito della filiera, la gestione del conto deposito è diventato un punto critico tra produttore e utilizzatore: perché il depositante può decidere di vendere in qualsiasi momento, anche quando il depositario non ha nessuno cui vendere, con il rischio di creare una turbativa di mercato e provocando una diminuzione del prezzo. All'opposto, può accadere che il mercato richieda la merce quando lo stoccatore non ne ha la proprietà perché non ancora acquistata, e qualche volta diventa necessario rifornirsi all'estero. Questo meccanismo genera riflessi negativi sui listini nazionali, poiché non esiste un sistema organizzato di collocamento di prodotto sul mercato. Cosa si può, dunque, fare per eliminare o quanto meno attenuare, queste problematiche? Sicuramente la gestione sociale rappresenta un notevole passo in avanti poiché, in questo caso, non è l'agricoltore a decidere il momento della vendita e il prezzo, che può, invece, essere fissato sulla base dell'andamento del mercato e in funzione della gestione della cooperativa. Anche la realizzazione di contratti di coltivazione rappresenta una modalità di acquisto più adatta per il miglioramento della gestione dei rapporti commerciali nell'ambito di tutta la filiera: si fa un accordo per il ritiro del prodotto, regolato da uno

8 specifico contratto nel quale si fissano delle griglie di prezzo, derivate dalle condizioni di mercato al momento della vendita e dalle caratteristiche qualitative. La realizzazione di questi contratti prevede, da parte del centro che ritira, la possibilità di conoscere in anticipo le caratteristiche qualitative del prodotto che gli arriverà in campagna e quindi la possibilità di potersi organizzare non solo per la realizzazione dello stoccaggio differenziato, ma anche per i successivi contratti di vendita con gli operatori più a valle. Relativamente allo stoccaggio differenziato, anche se si sono verificati dei progressi, esistono ancora molti magazzini che non permettono la gestione separata del prodotto, quindi la realizzazione dei contratti ha come "conditio sine qua non" la presenza di centri adeguati. I contratti di coltivazione consentono di instaurare rapporti più saldi tra produttori e stoccatori, di programmare la scelta delle varietà, inoltre inducono il produttore a coltivare secondo specifici disciplinari di produzione e a produzione realizzata possono anche essere definiti premi in relazione alle migliori caratteristiche qualitative ottenute sui cereali coltivati. La consegna è generalmente programmata e ripartita nell'arco della campagna, e spesso il disciplinare prende in considerazione anche le modalità di gestione del prodotto nel post raccolta e anche nello stoccaggio. Per i contratti di filiera si può fare un discorso analogo ai contratti di coltivazione: è necessario specificare però che mentre i contratti di coltivazione si stipulano tra produttore e stoccatore, i contratti di filiera coinvolgono anche i trasformatori (molini e mangimifici) e possono arrivare anche alla seconda trasformazione (pastifici, industrie dolciarie e panifici) o al settore distributivo. Anche per quanto riguarda la vendita, l'integrazione di filiera è, purtroppo, lontana dall'essere pienamente realizzata: le filiere cerealicole nella nostra regione, ma ancora di più a livello nazionale, sono tuttora frammentate. Aggregazione aziendale, stoccaggio differenziato e formazione sono i cardini che possono far fare un "salto di qualità" nell'ambito della realizzazione dei contratti e della creazione di filiere più forti. Questa indagine fa parte proprio della proposta esecutiva Comunicazione e pubblicità, in quanto con il questionario, oltre a realizzare una prima indagine in itinere, è anche occasione di informazione, confronto e scambio di opinioni sui contratti e sulla situazione, in generale, dei rapporti di filiera in questo settore, che ovviamente non vuole essere

9 definitivo o esaustivo, ma chè dà qualche informazione utile anche per coloro che lavorano in questo contesto. CONTENUTO DELL INDAGINE Per la realizzazione dell'indagine è stato sottoposto agli operatori un questionario, che è allegato al presente report, suddiviso in due parti: la prima riguarda il generale, domande sui contratti di filiera e di coltivazione, la seconda è invece specificatamente dedicata al progetto Granaio Italiano. Per ciascuna parte sono state predisposte le seguenti domande: Tema 1 I contratti di filiera e di coltivazione - Conoscete i contratti di filiera? - Se sì ritenete che possano essere utili per gli operatori del settore? - Se sì, specificare perché - Conoscete i contratti di coltivazione? - Se sì ritenete che possano essere utili per gli operatori del settore? - Se sì, specificare perché - Avete mai sottoscritto un contratto di filiera e/o coltivazione? - Se sì, avete ottenuto vantaggi (finanziari, organizzativi, o di altro genere) dalla applicazione dei contratti di filiera e/o di coltivazione? - Se sì, specificare da quale tipo di contratto e quale vantaggio - Avete riscontrato inconvenienti e criticità? - Se sì, specificare da quale tipo di contratto e che tipo di inconveniente o criticità - Suggerimenti o proposte. Tema 2 Il progetto Granaio Italiano - Conoscete il contratto di filiera Granaio Italiano? - Se sì siete beneficiari del contratto? - Se sì siete soddisfatti in generale dell andamento del progetto? - Quali aspettative avete?

10 - Suggerimenti o proposte. La presente indagine ha preso in considerazione operatori a livello nazionale, per un totale di 126 questionari, comprendenti: - Aziende agricole N Molini N Stoccatori N Mangimifici N Ditte sementiere N. 3 - Altro (commercianti, ditte afferenti al settore) N. 7 L indagine è stata realizzata dalla Coop. Percorsi, con la collaborazione dei beneficiari di Granaio italiano, che hanno compilato o direttamente, o collaborato alla distribuzione e raccolta dei questionari, complessivamente 44 dei 126 questionari (circa il 35%). Il campione di operatori intervistati ha cercato di essere il più possibile rappresentativo, utilizzando elenchi di imprese provenienti da contatti realizzati da Unione Seminativi nel corso della propria attività, unitamente a nominativi ottenuti da internet. Considerata la natura delle domande, la maggior parte aperte, per valutare opinioni e punti di vista, non sono state realizzare elaborazioni di tipo statistico, ma considerazioni sul contenuto e aggregazioni generali sulle tipologie di risposte da parte degli intervistati. Sulle domande chiuse sono state invece realizzate indicazioni precise sulle % delle risposte. I RISULTATI DELL INDAGINE Sono qui di seguito indicati i risultati dell indagine, elencati Tema 1 I contratti di filiera e di coltivazione 1.1 Conoscete i contratti di filiera? I contratti di filiera vengono generalmente stipulati tra forme aggregate di produttori agricoli, o cooperative, o stoccatori e gli utilizzatori (molini, mangimifici nella maggioranza dei casi).

11 A questa domanda il 77,8 % degli intervistati ha risposto sì, il 21,4 % non li conosce, e lo 0,8% (1 intervistato) non ha risposto (Figura 1). Figura 1 Risposte alla domanda conoscete i contratti di filiera?? No non li conosce Non sa/non risponde Sì li conosce In particolare, tra coloro che hanno risposto sì, sono tutti gli intervistati della categoria stoccatori e ditte sementiere, il 36,4% delle aziende agricole, il 26,6% dei molini, il 33,3% dei mangimifici, mentre 5 intervistati su 7 classificati nella categoria altro non li conosce. Questo è un dato importante in quanto dimostra che, o a livello solo informativo, o perché viene effettivamente utilizzato, questo tipo di contratti è abbastanza conosciuto. Sicuramente è un segnale positivo, in quanto la maggior parte degli operatori intervistati conosce questi strumenti. 1.2 Se sì ritenete che possano essere utili per gli operatori del settore? Anche in questo caso la maggioranza (73%) degli intervistati ha risposto sì (Figura 2). In particolare, tra coloro che hanno risposto sì, la % di aziende è pari all 80,6%, mentre i 2/3 dei molini e solo 1/3 dei mangimifici è convinto che siano utili per il settore, di conseguenza, oltre agli stoccatori e alle ditte sementiere, che hanno risposto sì nella totalità, sono le aziende agricole la categoria maggiormente convinta che siano utili per il settore. Un solo intervistato della categoria altri ha dichiarato che possono essere utili per il settore.

12 Sicuramente è un segnale positivo, in quanto la maggior parte degli operatori che conoscono questo tipo di strumento ritengono anche che possa essere uno strumento utile. Figura 2 Risposte alla domanda Se sì ritenete che possano operatori del settore? essere utili per gli Sì No Non sa/non risponde 1.3 Se sì, specificare perché A questa domanda ha rispostoo il 71,4% degli intervistati. Le risposte sono state diverse, in generale viene sottolineata l utilità di questo strumento per le garanzie di regolamentazione dei rapporti, e di maggiore trasparenza sui requisiti del prodotto e sulla tracciabilità. Si sottolinea l importanza dei contratti, considerando la sempre maggiore volatilità dei mercati, come strumento di dialogo tra le parti interessate: ai produttori interessa un prezzo in grado di dare sostenibilità alle proprie produzioni, con la sicurezza del ritiro del prodotto, all industria interessa avere prezzi certi a garanzia di forniture future, allo stoccatore interessa garantirsii un servizio senza rischi commerciali. In questo modo si contribuisce anche a determinare una ripartizione più equa del valore tra i diversi soggetti che partecipano all accordo. Sono state anche suggerite modalità di stipula degli accordi, sottolineando l importanza di alcuni aspetti da prendere in considerazione nella valutazione del prezzo, quali i costi di produzione, molto importanti poiché questi sono spesso alti, ma variano da zona a zona sulla base delle rese/ha.

13 Viene considerata l utilità anche in relazione al valore aggiunto che può derivare da un accordo tra le parti, poiché è il risultato di accordi chiari e regole precise, che rendono più trasparenti i rapporti contrattuali, in una situazione che, soprattutto negli ultimi anni si è modificata: non è più sufficiente produrre quantità e qualità in senso generico, ma avere obbiettivi mirati. Diverse risposte sottolineano l importanza degli accordi poiché gettano le basi per la realizzazione di una maggiore qualità e rintracciabilità. Si ritiene anche che gli accordi possano tutelare maggiormente la parte più a monte della filiera (produttori e stoccatori), che tra l altro è anche maggiormente frammentata e con minore forza contrattuale rispetto alla prima e seconda trasformazione. La stipula di contratti permette anche, conoscendo maggiormente il prezzo finale, dà il vantaggio di programmare e potere investire anche nell utilizzo dei mezzi di produzione, con minori rischi rispetto al prezzo dei listini. Un elemento importante è stato sottolineato da un produttore che evidenza l utilità di realizzare accordi tra produttori e utilizzatori, che non richiede intermediari, che graverebbero poi sul prezzo finale, in una filiera, quella dei cereali, che ha già molti passaggi, e che si cerca, anche ultimamente attraverso progettualità e contratti nell ambito delle cosiddette filiere corte di ridurre quanto possibile. Sono stati portati esempi della filiera dei cereali paragonati ad una lunga catena, che necessita di lubrificante (i contratti) per girare. Si ritiene anche che, tra i trasformatori, possano essere maggiormente avvantaggiati quelli di medie/grandi dimensioni, poiché gli altri acquistano spesso da agricoltori delle zone vicine, spesso conosciuti da tempo con rapporti già di per sé abbastanza consolidati. Si sottolinea anche che non sempre, alla fine, i risultati sono adeguati all investimento effettuato per ottemperare agli accordi dei contratti e che, in ogni caso, anche se sicuramente in misura inferiore, i prezzi sono sempre legati alle oscillazioni di mercato. Alcuni, tra gli intervistati, evidenziano una certa complessità nella gestione, anche burocratica, di questi contratti, e spesso i piccoli produttori sono restii, e forse anche diffidenti a utilizzare questi strumenti. 1.4 Conoscete i contratti di coltivazione? I contratti di coltivazione vengono generalmente stipulati tra l azienda agricola e il centro di stoccaggio. A questa domanda il 74,6 % degli intervistati ha risposto sì.

14 Figura 3 Risposte alla domanda conoscete i contratti di coltivazione? No non li conosce Non sa/non risponde Sì li conosce In particolare, tra coloro che hanno risposto sì, la % di aziende è pari all 81,8, tutti gli intervistati delle ditte sementiere e degli stoccatori hanno risposto sì, mentre solo i 2/3 dei mangimifici e un terzo dei molini dichiarano di conoscerli. Questo è un dato importante in quanto dimostra che, o a livello solo informativo, o perché viene effettivamente utilizzato, questo tipo di contratti è abbastanza conosciuto. Sicuramente è un segnale positivo, in quanto la maggior parte degli operatori intervistati conosce questi strumenti. Da queste prime rilevazioni risulta evidente che sono conosciuti allo stesso livello, sia i contratti di filiera che quelli di coltivazione (rispettivamente 77,8% e 74,,6%). 1.5 Se sì ritenete che possano essere utili per gli operatori del settore? Anche in questo caso la maggioranza (62,7 %) degli intervistati ha risposto sì (Figura 4). In questo caso però la percentuale di intervistati che non ha risposto, o non ha una opinione precisa riguardo all utilità di questo strumento, è pari a poco meno di un terzo (30,2%) di tutti gli intervistati, e superiore rispetto alla stessa risposta relativa ai contratti di filiera (4%). Figura 4 Risposte alla domanda Se sì ritenete che possano essere utili per gli operatori del settore?

15 No Non sa/non risponde Sì In particolare, tra coloro che hanno risposto sì, la % di aziende è pari a 67,5, sempre la totalità delle ditte sementiere e degli stoccatori, mentre solo 5 mangimifici su 12 e 5 su 15 dichiarano di conoscerli, anche perché, probabilmente, sia i molini che i mangimifici non solo coinvolti generalmente nella stipula di questa tipologia di contratti, Sicuramente è un segnale positivo, in quanto la maggior parte degli operatori che conoscono questo tipo di strumento ritengono anche che possa essere uno strumento utile. E necessario sottolineare che la maggioranza degli stoccatori intervistati e tutte le ditte sementiere sono beneficiari di granaio italiano, e questo spiega in parte la totalità di risposte positive a questi quesiti. 1.6 Se sì, specificare perché A questa domanda ha rispostoo il 61,1% degli intervistati. Le risposte sono state diverse, che ricalcano in parte quelli già illustrati in relazione ai contratti di filiera: in generale viene sottolineata l utilità di questo strumento per le maggiori possibilità date al produttore agricolo: i contratti di coltivazione sono ritenuti lo strumento più importante attraverso il quale si concretizzano gli accordi di filiera. I contratti di coltivazione sono inoltre una importante risorsa per stabilire rapporti più trasparenti e duraturi. Questo permette di seguiree in modo strutturato le coltivazioni dal punto di vista agronomico attraverso disciplinari di produzione e conseguentemente potere gestire meglio gli input necessari per garantirne meglio i requisiti qualitativi e igienico-sanitari.

16 Sono considerati anche una opportunità per diversificare le proprie produzioni e le proprie tecniche agronomiche, ma si ritiene che, in caso di scarse rese o di altri eventi negativi, anche il contratto di coltivazione non possa in alcun modo tutelare il produttore. Viene sottolineato soprattutto il vantaggio dei contratti di coltivazione sulla possibilità di realizzare una efficace programmazione delle produzioni e degli investimenti da effettuare, poiché si conoscono prima le condizioni contrattuali, e si può affrontare il mercato in modo più efficace, mirato e organizzato. Il contratto di coltivazione viene visto anche come un opportunità per il piccolo produttore che trasferisce sulla cooperativa o sul consorzio gli aspetti complessi della gestione delle vendite sul mercato, sono guidati nelle scelte e hanno una garanzia maggiore sul ritiro e sui ricavi. 1.7 Avete mai sottoscritto un contratto di filiera e/o coltivazione? A questa domanda hanno risposto il 98,4% degli intervistati, dei quali il 43,6% ha risposto di no, il 54,8% ha risposto si, mentre solo l 1,6% non ha risposto (Figura 5). Può essere interessante confrontare le tipologie di operatori con le risposte: tra le aziende agricole sono il 63,2% che hanno risposto sì, una percentuale maggiore rispetto alla media generale delle risposte. Anche tra gli stoccatori (11 su 11 risposte) hanno risposto sì, e tra le ditte sementiere (3 sì su 3 risposte), prevalgono i sì. Tra i molini sono invece molti di più quelli che non li hanno mai sottoscritti (11 no contro 4 sì ), situazione simile per quanto riguarda i mangimifici (9 no contro 2 sì ) e la categoria altro (6 no e un solo sì ). Questi dati evidenziano, in sostanza, l utilizzo ancora abbastanza limitato di questi strumenti di contrattazione, più diffuso nell ambito delle aziende agricole, degli stoccatori e delle ditte sementiere rispetto agli utilizzatori. Figura 5 Risposte alla domanda Avete mai sottoscritto un contratto di filiera e/o coltivazione?

17 No Non sa/non risponde Sì 1.8 Se sì, avete ottenuto vantaggi (finanziari, organizzativi, o di applicazione dei contratti di filiera e/o di coltivazione? altro genere) dalla A questa domanda hanno risposto sì il 43,7% pari a 55 intervistati. Di questi, 36 intervistati sono produttori, 4 sono molini 2 mangimifici, 9 stoccatori, 3 ditte sementiere. Il dato è abbastanza positivoo ed evidenzia che la realizzazione dei contratti è venuta incontro alle aspettative di coloro che li hanno attuati. intervistati non hanno riscontrato vantaggi, e li hanno anche motivati: hanno riscontrato notevoli spese su sementi e mezzi tecnici, con premi che non sono stati tali da compensare l impegno perseguito. 1.9 Se sì, specificare da quale tipo di contratto e quale vantaggio A questa domanda ha risposto il 39,7%, pari a 50 intervistati e il 90,9 % di coloro che ritengono che siano strumenti utili per il settore. Hanno quindi spiegato i vantaggi e/o le tipologie di contratti il 100% di tutte le categorie, ad eccezione delle aziende agricole dove però non hanno risposto solo 5 intervistati (Figura 6). Riteniamo questo un dato molto positivo, poiché sono stati spiegati da quasi tutti gli operatori i dettagli sui vantaggi ottenuti da questo tipo di contrattualistica, questo è un segnale importante e denota interesse nell illustrare motivazioni e dettagli su questo argomento. Vengono elencati dagli intervistati alcune esperienze concrete, molto diverse per tipologia: - Accordo quadro Regione Emilia Romagna Barilla - Altri accordi con Barilla - Contratto di Filiera Granaio Italiano

18 - Filiera Plasmon - Contratto SIGRAD - Filiera Molini Pivetti PSR Contratti di coltivazione di riso per Sushi con Japan Food Corporation (Gruppo Kikkoman) - Accordi specifici tra coltivatori e stoccatori (Consorzi Agrari) - Contratti su specifiche varietà - Contratti riferiti ad un prezzo medio precedentemente concordato I vantaggi evidenziati sono molteplici, organizzativi, commerciali e finanziari: la possibilità di realizzare una migliore programmazione logistica e finanziaria, e la possibilità di una soddisfazione reciproca, da parte del produttore e dell utilizzatore, sia dal punto di vista della collocazione del prodotto, della remunerazione e per la valorizzazione del prodotto. Viene incentivata una produzione con precise caratteristiche qualitative che, se realizzate, danno premialità in termini finanziari, attraverso azioni programmate di assistenza tecnica. E stato anche evidenziato come, prodotti coltivati e lavorati in Italia, attraverso accordi commerciali, possano essere valorizzati ed esportati all estero: è questo l esempio del riso per sushi, che viene esportato nei ristoranti giapponesi in Europa e permette così di valorizzare un prodotto made in Italy. Figura 6 Risposte alla domanda Se sì, specificare da quale tipo di contratto e quale vantaggio Hanno dettagliato i vantaggi Non hanno dettagliato i vantaggi 1.10 Avete riscontrato inconvenienti e criticità?

19 A questa domanda hanno risposto sì 31 intervistati sui 69 (poco meno della metà) che hanno dichiarato di avere sottoscritto un contratto di filiera e/o di coltivazione (domanda 1.7). Di questi, 20 sono produttori, 7 sono stoccatori, 2 sono mangimifici, e poi c è un solo molino e una ditta sementiera. Questo denota una incertezza e, in ogni caso, il fatto che ci sono ancora diverse criticità e in generale ci sono ancora discreti margini di milgioramento rispetto a questo strumento Se sì specificare da quale tipo di contratto e che tipo di inconveniente o criticità A questa domanda hanno risposto quasi tutti quelli che hanno segnalato inconvenienti (30 su 31). Di questi, 19 sono aziende agricole, 7 sono stoccatori, 2 mangimifici, 1 molino e 1 ditta sementiera. Negli intervistati le criticità segnalate sono ricorrenti: la difficoltà che si riscontra, qualche volta, nel dialogare in modo costruttivo, senza particolarismi, ma con la volontà di costruire una filiera nella quale tutti ne traggono benefici. E stato segnalato che, in alcuni casi, si è partiti con un certo numero di utilizzatori, e alla fine questi utilizzatori non sempre hanno portato a termine gli impegni programmati. Un altro elemento riscontrato è che la speculazione nei mercati riduce e in qualche caso vanifica i vantaggi nei contratti, oppure che, rispetto alla data di stipula, il prezzo di mercato aumentava e di conseguenza vanificava in parte l impegno e le risorse impiegate, per un prezzo inferiore a quello del mercato nel momento della vendita effettiva. E anche vero che in ogni caso la contrattualistica attenua in generale gli effetti della contrattazione libera e la volatilità dei prezzi. Vengono segnalate anche le difficoltà e le spese a fronte di un maggiore ricavo che non sempre è confermato, poiché al di là degli accordi l andamento meteorologico negativo può annullare le spese e l impegno nel rispettare le condizioni contrattuali, oppure un aumento dei costi di produzione, se non ci sono condizioni contrattuali legate a questo aspetto, può ridurre in modo consistente i ricavi.

20 In generale si rileva difficoltà a coprire gli investimenti e anche difficoltà di tipo burocratico. In alcuni casi viene anche sottolineato che in alcuni contratti si prevede il versamento di un acconto a dicembre e del saldo a maggio. Questa modalità non fornisce la liquidità sufficiente per affrontare le spese nel corso dell annata agraria. Viene segnalata anche una scarsa attenzione nel settore pubblico a supportare questo tipo di attività. Si sottolinea la minore opportunità nell utilizzare questi strumenti da parte dei piccoli produttori, in termini di impegno finanziario e organizzativo, a fronte dei risultati conseguiti Suggerimenti o proposte A questa domanda ha risposto il 19,1%degli intervistati. I suggerimento sono diversi e riguardano aspetti molto diversi tra loro: si sottolinea la necessità di utilizzare gli strumenti contrattuali con equilibrio, destinando una parte alla vendita senza e una parte con accordi, fissando possibilmente un prezzo minimo, che potrebbe garantire un livello accettabile di sicurezza. Si riscontra la necessità di potenziare azioni progettuali di investimento a queste azioni contrattuali e anche alla divulgazione, poiché si segnala che spesso i produttori hanno difficoltà a entrare nel meccanismo. Altri suggerimenti riguardano l utilizzo della contrattualistica per contribuire indirettamente a contrastare l eccessiva concentrazione di alcune multinazionali straniere, la convinzione che le Associazioni di categoria dovrebbero intervenire in modo più incisivo per salvaguardare un maggiore equilibrio tra le parti e la necessità di ampliare e razionalizzare i centri di stoccaggio nel territorio come strutture a supporto della realizzazione di azioni contrattuali, che spesso sono difficili da raggiungere. Alcuni intervistati ritengono però che rimanere liberi e senza vincoli contrattuali possa dare un maggiore vantaggio. In sintesi, si suggerisce di realizzare contratti che siano meno a carattere politico e molto più legati ai concreti rapporti tra imprese, avere dimensioni più piccole ed essere più snelli e operativi.

21 Tema 2 Il progetto Granaio Italiano 2.1 Conoscete il contratto di filiera Granaio Italiano? A questa domanda ha rispostoo no il 72,2% degli intervistati (Figura 7) In particolare, tra coloro che hanno risposto sì, sono presenti le ditte sementiere, gli stoccatori, e la maggioranza delle aziende agricole afferenti ai centri di stoccaggio che hanno sottoscritto il contratto di filiera Granaio Italiano. Dalle risposte ottenute, come era prevedibile (considerata la ancora recente applicazione dell azione contrattualistica di Granaio Italiano), la maggioranza degli intervistati non lo conosce. Figura 7 Risposte alla Italiano? domanda Conoscete il contratto di filiera Granaio No Non sa/non risponde Sì 2.2 Se sì siete beneficiari del contratto? A questa domanda il 23,8% degli intervistati ha risposto si, sono il 90,9% di quelli che hanno dichiarato di conoscere questo tipo di contratto, soltanto 3 intervistati (due stoccatori e una azienda agricola, hanno dichiarato di conoscerlo anche senza essere beneficiari diretti). 2.3 Se sì siete soddisfatti in generale dell andamento del progetto? Tra i beneficiari la quasi totalità (28 su 30) ha risposto sì, mentre un beneficiario non ha risposto e un solo intervistato ha risposto di non esserlo.

22 2.4 Quali aspettative avete? Le aspettative da parte dei beneficiari del progetto Granaio italiano si incentrano nella importanza di realizzare gli investimenti proposti nel progetto iniziale, investire nel miglioramento in generale del valore aggiunto dell impresa, anche attraverso il miglioramento della rintracciabilità e della qualità, con la realizzazione ad esempio di silos che permettano lo stoccaggio differenziato e condizioni di conservazione idonee per il prodotto. Sono considerate importanti anche le aspettative di vedere riconosciuto il valore aggiunto, ottenuto attraverso gli investimenti finanziati dal progetto, ma anche attraverso l intera realizzazione del contratto di filiera, dalla ricerca di nuove varietà di frumento e alla programmazione delle semine, fino alla vendita finale, in un sistema efficiente ed organizzato, dove sono anche, di conseguenza, migliori i rapporti tra gli operatori della filiera. Infine si sottolinea l aspettativa che la realizzazione del progetto Granaio Italiano possa essere uno stimolo per una maggiore diffusione di questo tipo di contrattualistica tra gli operatori del settore, ma anche si possano equilibrare maggiormente i rapporti all interno della filiera e realizzare azioni che nel medio e lungo periodo creino una minore dipendenza tra alcune tipologie di azioni realizzate e la dipendenza, a volte eccessiva, rispetto ai contributi pubblici. 2.5 Suggerimenti e/o proposte Si segnala l efficacia delle proposte in corso di realizzazione, ma in parallelo la necessità di semplificare l iter burocratico del progetto. Si propone anche, per i prossimi contratti, di porre il prerequisito di accesso a coloro che realizzano effettivamente già contratti di filiera, proprio con l obiettivo di incentivare chi già realizza queste azioni. Ringraziamo per la collaborazione la ditta Percorsi, gli operatori che hanno risposto ai questionari e i beneficiari di Granaio Italiano.

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