Roma, 30 ottobre 2018 COMUNICATO STAMPA Focus Censis/Confcooperative Pil, La competitività tradita. La rana salta con le zampe legate"
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1 Roma, 30 ottobre 2018 COMUNICATO STAMPA Focus Censis/Confcooperative Pil, La competitività tradita. La rana salta con le zampe legate" Ecco le zavorre ammazza imprese. Burocrazia: 31 miliardi e oltre 6 settimane per 14 adempimenti fiscali. Energia: quarta bolletta più cara d Europa. Debiti Pa: 57 miliardi, 3,3% del Pil, il 50% pagati dopo 104 giorni. Lavoro, carico fiscale superiore del 12% alla media Ocse. La rana salta, nonostante le zampe legate da una parte dai lacci della burocrazia, del fisco e della giustizia, dall altra dai costi del lavoro, dell energia, dell accesso al credito e della montagna di debiti della PA. Il sistema imprenditoriale ha ripreso a crescere, ma l economia nazionale continua ad arrancare. I mali endemici del Sistema Italia frenano la ripartenza e perdiamo terreno rispetto ai principali competitor. Dal 2015 l Italia registra un nuovo dinamismo imprenditoriale, in tutte le fasce (micro, medi e grandi imprese). Abbiamo una base produttiva di 4,4 milioni di imprese che con oltre 17 milioni di addetti, su un totale di poco meno di 24 milioni di occupati in Italia, rappresenta un motore di sviluppo insostituibile. Siamo il nono paese al mondo per export, con oltre 450 miliardi di euro. «È questa base produttiva il cuore pulsante dell economia italiana. Siamo ai vertici dell economia mondiale anche nella globalizzazione. Le imprese dice Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative sono zavorrate da 31 miliardi di euro di costi della burocrazia; impiegano 238 ore, oltre 6 settimane di lavoro, per pagare i 14 principali adempimenti fiscali. Abbiamo una macchina statale idrovora di risorse che diventa vincolo allo sviluppo invece di essere moltiplicatore di ricchezza. Alti i costi del lavoro, del carico fiscale e dell energia. Inoltre le imprese continuano a fare da banca alla Pubblica Amministrazione. Germania e Francia hanno un alta tassazione, ma una crescita solida. L Italia ha una tassazione alta a cui corrisponde una bassa crescita. Fino a quando la rana riuscirà a saltare?» 1. L Italia al top delle potenze economiche mondiali anche nella Terza Globalizzazione: Il Pil 2017 è arrivato a miliardi di euro, dato che fa dell Italia l 11ma economia mondiale, il 9 paese per volume di esportazioni (450 miliardi di euro). Il Sistema di imprese resta molto dinamico, nonostante il forte impatto della Grande Recessione :
2 4 milioni e 390mila unità che danno lavoro a quasi 17 milioni di addetti nel 2017, vero asset strategico del Paese. Tab. 1 - Imprese e addetti delle imprese attive, per settore di attività economica e classe di addetti, (v.a.) Classe di addetti Imprese e più Totale Addetti e più Totale (*) Non comprende: amministrazione pubblica e difesa, assicurazione sociale obbligatoria, attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per personale domestico, produzione di beni e servizi indifferenziati per uso proprio da parte di famiglie e convivenze, organizzazioni ed organismi extraterritoriali Fonte: elaborazione Censis su dati Istat 2. Ma l Italia, negli ultimi venti anni, è cresciuta poco e non ha colto il rimbalzo della fine della crisi: Segnali di debolezza del nostro sistema economico: fra il 1995 e il 2017, la crescita annua del Pil è stata pari allo 0,6%, contro l 1,4% della Germania, l 1,6% della Francia e il 2,2% della Spagna. Prima della crisi, il tasso medio annuo si era attestato all 1,5%, nei sette anni di crisi ( ) la perdita di prodotto è stata più forte in Italia, e anche nel 2017 la crescita si presenta meno sostenuta rispetto a quanto accade negli altri paesi europei. Tab. 2 - La crescita del Pil nel periodo Confronto Francia, Germania, Italia, Spagna (var. % annua) Periodi Francia Germania Italia Spagna ,6 1,4 0,6 2, ,3 1,6 1,5 3, ,4 0,6-1,6-1, ,1 2,0 1,0 3, ,2 2,2 1,6 3,0 Fonte: elaborazione Censis su dati Eurostat
3 3. Le zampe legate dell Italia dipendono prevalentemente dalla qualità della macchina pubblica: Per il World Economic Forum nella classifica generale della competitività su 140 paesi, i peggiori risultati per l Italia si registrano nella qualità del sistema istituzionale (56 posto), nel mercato del lavoro (79 posto), nella stabilità macroeconomica, nello sviluppo delle tecnologie più innovative Per la Banca Mondiale, il fare impresa in Italia presenta aspetti critici che condizionano la performance complessiva: su 190 paesi, occupiamo il 112 posto per adempimenti fiscali, il 102 posto nella tutela dei contratti, il 96 posto nelle procedure che condizionano l ottenimento dei permessi edilizi, il 66 in quelle che vincolano l avvio di una nuova impresa. Tre i principali fattori su cui l Italia dovrebbe prioritariamente intervenire per migliorare la capacità attrattiva degli investimenti esteri (Aibe Index): carico fiscale, carico normativo e burocratico e i tempi della giustizia civile. Tab. 3 - Il posizionamento dell'italia nel Doing Business 2018 Indicatori Posizione dell Italia (su 190 paesi) Benchmark Performance complessiva 45 Nuova Zelanda Avviare un'impresa 66 Nuova Zelanda Permessi per costruire 96 Danimarca Erogazione di energia elettrica 28 Emirati Arabi Registrazione contratti di proprietà 23 Nuova Zelanda Accesso al credito 105 Nuova Zelanda Protezione soci di minoranza 62 Kazakhstan Adempimenti fiscali 112 Qatar Commercio transfrontaliero 1 (*) Danimarca Tutela dei contratti 108 Corea Risoluzione procedure di fallimento 24 Giappone (*): Più paesi al top, compresa l Italia, Danimarca con il più alto punteggio relativo Fonte: Banca Mondiale, Lavoro, fisco, burocrazia, debiti Pa e credito le zavorre della competitività. Un sistema che prende tanto e restituisce poco : Lavoro e fisco: Fatto 100 il costo del lavoro, il carico fiscale (imposte sul reddito da lavoro e contributi sociali del datore di lavoro e del lavoratore) in Italia è pari, nel 2017, al 47,7%, mentre in Francia è di poco inferiore (47,6%) e in Spagna è del 39,25%. Media dei paesi Ocse al 35,92%.
4 Tab. 4 - Il carico fiscale nei paesi Ocse (% sul Pil) 50,0 45,0 40,0 35,0 33,2 34,3 37,6 39,3 42,9 45,3 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 Fonte: Ocse Regno Unito Media Ocse Germania Spagna Italia Francia Burocrazia: Gli oneri amministrativi gravano sulle piccole imprese italiane per circa 31 miliardi di euro per il periodo (ultimi dati resi disponibili dal Ministero per la Pubblica Amministrazione). La conseguente azione di razionalizzazione avrebbe dovuto portare a un risparmio, sempre per le imprese, di circa 9 miliardi, ma non c è traccia di quest azione di alleggerimento. In Italia si impiegano circa 238 ore per i 14 principali adempimenti fiscali (oltre 6 settimane lavorative), contro le 138 ore della Francia per 9 adempimenti. Debiti PA: La stima sui debiti commerciali della Pubblica Amministrazione aggiornata al 2017 parla di: 57 miliardi di euro, di cui 27,6 miliardi in ritardo nel pagamento (rispettivamente il 3,3% e l 1,6% del Pil); 73 giorni il tempo medio di pagamento concesso dall impresa al cliente pubblico e 104 il termine effettivo di pagamento. Tab. 5 - I debiti commerciali della PA in Italia (v.a. in mld, val. %) Debiti con pagamenti in ritardo 53,3 43,3 38,9 39,7 35,5 27,6 Debiti con pagamenti in linea con quanto stabilito per contratto 40,3 33,7 30,8 29,7 28,7 29,3 Totale debiti commerciali 93, ,7 69,4 64,2 56,9 % debiti commerciali sul Pil % debiti con pagamenti in ritardo sul Pil % debiti con pagamenti in ritardo sul totale debiti Fonte: elaborazione Censis su dati Banca d Italia 5,8 4,8 4,3 4,2 3,8 3,3 3,3 2,7 2,4 2,4 2,1 1,6 56,9 56,2 55,8 57,2 55,2 48,5
5 Tab. 6 - I termini di pagamento effettivi del settore pubblico nei confronti delle imprese italiane (val. %) giorni Termini di pagamento concessi dall impresa Tempo medio effettivamente impiegato dal pubblico per pagare Tempo di pagamento più breve offerto dall impresa Termine di pagamento più lungo concesso dall impresa Range fra termine più breve termine più lungo Fonte: elaborazione Censis su dati Intrum, European Payment Report 2018 Credito: Forte selezione fra piccole e grandi imprese nell accesso al credito. Nel primo semestre del 2017, l 11,6% delle imprese a minore dimensione con difficoltà nell ottenimento del credito, contro il 6,5% delle imprese francesi e il 5,1% di quelle tedesche. Le imprese piccole, ma sane subiscono una differenza del tasso applicato a breve termine, rispetto alle grandi, pari a 4,44 punti percentuali. Questa differenza si riduce nonostante aumenti la classe di rischio, a 3,74 punti nel caso delle imprese vulnerabili e a 3,25 nel caso di imprese rischiose. Tab. 7 - Le difficoltà di accesso al credito per le imprese italiane. Confronto I semestre , Italia, Francia Germania, Spagna (val.%) Piccole e medie imprese Grandi imprese Paese 1 sem sem sem sem Italia 35,9 11,6 32,6 2,7 Francia 17,6 6,5 11,9 1,6 Germania 8,2 5,1 4,9 2,4 Spagna 37,5 12,2 30,6 5,7 Fonte: BCE, Banca d Italia Tab. 8 - Tassi di interesse a breve termine per classe di rischio delle imprese (val. %) 2017 Classe di rischio Microimprese Grandi imprese Differenza Imprese sane 5,70 1,26 4,44 Imprese vulnerabili 5,94 2,20 3,74 Imprese rischiose 6,49 3,24 3,25 Fonte: BCE, Banca d Italia Energia: Il prezzo lordo per kilowattora è pari a 16,42 centesimi di euro, valore questo che fa dell Italia la quarta bolletta energetica più salata nella graduatoria dei 28 UE. Ampia differenza fra prezzo lordo e prezzo al netto di imposte e tasse, pari a 7,50 centesimi (quasi la metà se ne va in imposte e tasse).
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