CAMBIO LO SGUARDO... GUARDA CHE SCAMBIO! RINALDA MONTANI

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1 CAMBIO LO SGUARDO... GUARDA CHE SCAMBIO! RINALDA MONTANI

2 Tutto comincia con un bravo insegnante (P. Doherty) La scuola è anzitutto il luogo ove si liberano i bambini: si liberano dall'ignoranza e dalla strada, dalla povertà e dall'isolamento, talvolta dalla solitudine, spesso dalla fame e dalle malattie. Ma è anche il luogo dove vengono liberate la loro fantasia, la loro voglia di conoscere, di capire le cose, di imparare a stare insieme. (Massimo Bray, direttore generale dell'istituto della Enciclopedia Italiana)

3 IL VALORE SCUOLA L'atto di allontanarsi di casa e rientrarvi ogni giorno coincide col fare esperienza nel mondo e con l'apprendere e acquisire le competenze che servono a leggerlo e capirlo, come pure quelle che servono per stare a mondo e saper funzionare insieme agli altri. Tutto questo avviene a scuola

4 L'era del rinuncianesimo

5 RICONOSCERE L'ALTRO NELLA RECIPROCITA' Ci sono delle domande che ognuno dovrebbe porsi di fronte all'altro Ti permetto di essere come persona a. (genitore, insegnante, educatore, operatore ) o ti riduco solo a funzione? 2. Come ti penso, ti immagino, ti apprezzo? 3. Ti riconosco come soggetto che possiede competenze, risorse, capacità di aiuto? 4. Cosa faccio io perché TU ti comporti in questo modo? (Come Faccio ad accompagnarti al cambiamento) 5. Chi sei tu per me? 6. Chi sono io per te? E' nei dettagli che la realtà si rivela davvero. (L.Doninelli)

6 Ascoltare è il miglior modo di comunicare Le Sette Regole dell Arte di ascoltare 1. Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca. 2. Quel che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per riuscire a vedere il tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista. 3. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva. 4. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico. 5. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti,perché incongruenti con le proprie certezze. 6. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione interpersonale. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti. 7. Per divenire esperto nell arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare, l umorismo viene da sè. (M.Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili)

7 DEFINIZIONI La disabilità è un concetto in evoluzione. La disabilità è il risultato dell'interazione tra persone con minorazioni e barriere attitudinali ed ambientali che impedisce la loro piena ed efficace partecipazione nella società su una base di parità con gli altri. Preambolo (e) - Convenzione ONU, 2006 Le persone con disabilità includono quanti hanno minorazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali a lungo termine che in interazione con varie barriere possono impedire la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su una base di eguaglianza con gli altri. Art.1 - Convenzione ONU, 2006

8 CORNICE DI RIFERIMENTO: DIRITTI UMANI.

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10 MODELLI DI DISABILITA' Anffas Modello medico: disabilità come problema della persona. Modello biopsicosociale: disabilità che dipende dall'interazione della persona con l'ambiente. Modello della qualità della vita: superare la logica della normalizzazione, ponendo la persona al centro. Modello basato sui diritti umani : pari opportunità e inclusione sociale.

11 CONVIENE Il welfare generativo (WG) Il sistema dei servizi alla persona, assumendo il paradigma dei diritti, nella prospettiva del WG dovrebbe reinterpretare lo slogan della Convenzione ONU Nulla con noi, senza di noi e ripartire da una domanda: Che cosa puoi fare con l'aiuto messo a tua disposizione? - Fondazione Zancan, Il problema non è il problema; il problema è il tuo atteggiamento rispetto al problema. I servizi non sono un'elemosina ma un bene sociale. Le azioni di cura non sono bassa manovalanza.

12 La prospettiva inclusiva La nuova ottica introdotta dalla Convenzione ONU sui Diritti delle persone con disabilità (2006), cambia lo status della persona che ho di fronte: da passivo fruitore a cittadino attivo che deve essere ascoltato, coinvolto in tutte le decisioni che lo riguardano. L'inclusione è un processo che problematizza gli aspetti della vita sociale, delle istituzioni e delle politiche. (R. Medeghini, 2015) L'inclusione è stata assunta come paradigma pedagogico di riferimento, secondo il quale l'accoglienza non è condizionata dalla disponibilità della maggioranza a integrare una minoranza, ma scaturisce dal riconoscimento del comune diritto alla diversità, una diversità che non si identifica solamente con la disabilità, ma comprende la molteplicità delle situazioni personali, così che è l'eterogeneità a divenire normalità. (D. Ianes, 2011)

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15 STRATEGIE E STRUMENTI

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17 Insegno sostegno... (tra irritazione e sconcerto) E' uno strano insegnamento che sposta il suo baricentro dalle materie, o discipline, a chi le accoglie ricevendole. È dunque un insegnamento eccentrico rispetto alla centralità delle discipline. Si tratta di andare oltre l'idea di entrare in classe per svolgere esclusivamente il contenuto di una disciplina, ma di dover capire come svolgerlo insieme a quel gruppo di persone che compongono la classe (studenti e colleghi). (A.Canevaro)

18 La disciplina eccentrica del sostegno Comporta un impegno non facile e che non può essere assicurato per ordine di servizio, ma va conquistato come si conquista la credibilità: sul campo, e grazie a una formazione iniziale e continua, permanente, adeguata. Si tratta di creare l'insieme attraverso un progetto che non può diventare solo il progetto di chi insegna sostegno.

19 La differenziazione La differenziazione è un approccio all insegnamento focalizzato sulla singola persona. È la manifestazione del convincimento che ogni studente è nello stesso tempo unico e di primaria importanza come discente e come essere umano. Significa affermare che le differenze umane sono normali e auspicabili, e che gli insegnanti eccellenti pianificano, insegnano e riflettono tenendo a mente queste differenze. (Tomlinson, Imbeau, 2012)

20 Partendo da questo assunto, Tomlinson propone tre condizioni per condurre e gestire una classe eterogenea: "Quando gli studenti sono impegnati, non hanno nessun motivo per comportarsi male". "Se gli studenti capiscono che li consideriamo come persone meritevoli e degne, dotate di significative potenzialità, ciò aprirà le porte all apprendimento". "La classe non può funzionare per tutti fino a che non funziona per ciascuno". (Tomlinson,2012)

21 La differenziazione didattica. La si può definire come una prospettiva metodologica di base capace di promuovere processi di apprendimento significativi per tutti gli allievi presenti in classe, volta a proporre attività educative didattiche mirate, progettate per soddisfare le esigenze dei singoli in un clima educativo in cui è consuetudine affrontare il lavoro didattico con modalità differenti. [ ] La differenziazione didattica, se ben condotta e supportata da una corretta gestione della classe, può essere la chiave d'accesso per permettere a ogni singolo allievo di raggiungere i migliori risultati possibili sul piano delle conoscenze, delle abilità e delle competenze (d'alonzo, 2016)

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23 I passi che facciamo OGGI tracciano il sentiero del nostro DOMANI Utopia L utopia sta all orizzonte, mi avvicino di due passi, lei s allontana dieci passi più in là. Per quanto io cammini, non la raggiungo mai. Quindi, a che serve l utopia? Serve a questo: a camminare. (Eduardo Galeano)

24 BIBLIOGRAFIA Canevaro Andrea, P. Mendolicchio, Un coro di voci, Erickson, Trento 2017 d'alonzo Luigi, Come fare per gestire la classe nella pratica didattica, Giunti, Firenze 2012 d'alonzo Luigi, La differenziazione didattica per l'inclusione, Erickson, Trento 2016 Ianes Dario (a cura di), Evolvere il sostegno si può (e si deve), Erickson, Trento 2016 Pavone Marisa, L'inclusione educativa, Indicazioni pedagogiche per la disabilità, Mondadori, Milano 2014 Sclavi M., Giornelli G., La scuola e l'arte di ascoltare, Feltrinelli, Milano 2014 Tomlinson Carol, Imbeau M., Condurre e gestire una classe eterogenea, LAS, Roma 2012

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26 La gestione della classe La gestione della classe consiste nell'organizzare e dirigere le attività del gruppo, nonché nel regolare le interazioni sociali che vi si svolgono. Si definisce come -l'insieme degli atti ponderati, sequenziali e simultanei che il personale docente concepisce, organizza e realizza per e con gli alunni allo scopo di stabilire, mantenere o ripristinare un clima favorevole all'impegno degli alunni nei loro apprendimenti e allo sviluppo delle loro competenze.- (Gaudreau) La gestione della classe richiede all'insegnante di stabilire dei metodi e di porre in essere diverse azioni.

27 (d'alonzo, 2012)

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31 7 PUNTI CHIAVE PER UNA DIDATTICA INCLUSIVA (Erickson) 1. La risorsa compagni di classe. 2. L'adattamento come strategia inclusiva. 3. Strategie logico-visive, mappe, schemi e aiuti visivi. 4. Processi cognitivi e stili di apprendimento. 5. Metacognizione e metodo di studio. 6. Emozioni e variabili psicologiche nell'apprendimento. 7. Valutazione, verifica e feedback.

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