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1 giunta regionale 9^ legislatura ALLEGATOA alla Dgr n. 571 del 03 maggio 2013 pag. 1/7 Oggetto: Piano di classifica degli immobili del consorzio di bonifica Piave di Montebelluna (TV). Approvazione ai sensi dell art. 35, comma 5, della legge regionale 8 maggio 2009, n. 12 Nuove norme per la bonifica e la tutela del territorio. Deliberazione n. 142/CR del 11 dicembre VERBALE ISTRUTTORIO Introduzione La Giunta regionale con deliberazione 19 maggio 2009, n. 1408, ha affidato a dieci Consorzi di bonifica, in attuazione all art. 3 della legge regionale 8 maggio 2009, n. 12, oltre un milione di ettari di territorio veneto classificato di bonifica integrale. La delimitazione territoriale di ciascuno dei nuovi Consorzi di bonifica deriva dalla fusione degli Enti previgenti, istituiti ai sensi della l.r. n. 3/1976. Con l entrata in vigore della legge regionale 8 maggio 2009, n. 12 Nuove norme per la bonifica e la tutela del territorio il comprensorio del consorzio di bonifica Piave, della superficie di quasi ettari, ricade per la quasi totalità entro i confini della provincia di Treviso (90 Comuni), in quanto solo una limitata porzione ricade in provincia di Venezia (3 Comuni); tale territorio si estende dall area pedemontana trevigiana sino al corso del fiume Sile e alla laguna di Venezia, comprendendo l area delle risorgive e assumendo come asse centrale il medio corso del fiume Piave. Pertanto, nella zona settentrionale sono presenti rilievi e acclivi, mentre la parte centro-meridionale, a carattere prevalentemente pianeggiante, è tagliata dalla fascia delle risorgive con andamento nord-est, sudovest, che separa le due aree della alta e bassa pianura trevigiana. Nell area pedemontana la attività del Consorzio è rivolta alla gestione delle acque superficiali, sia nell ottica della difesa idrogeologica, che nella salvaguardia delle aree poste più a valle o depresse. I fenomeni piovosi in queste zone sono spesso molto intensi, tali da generare velocità di scorrimento molto elevate, che comporta forte erosione del fondo e delle sponde dei corsi d acqua, nonché un elevato trasporto solido della frazione sospesa, costituita anche da pietre. Nella fascia dell alta pianura, formata prevalentemente da alluvioni grossolane, la rete idrografica è costituita da corsi d acqua che provengono dalle valli e rilievi pedemontani o da canali artificiali con finalità irrigua. Diversamente, la fascia della bassa pianura al di sotto della linea delle risorgive, è costituita da alluvioni di materiali fini e presenta una rete idrografica superficiale con i caratteri della bonifica idraulica e la diffusa presenza delle strutture per la distribuzione irrigua. Attività del Consorzio Il consorzio di bonifica Piave esercita la propria funzione istituzionale in tutto il comprensorio di competenza, dall area pedemontana al territorio di valle sotto il livello del medio mare, volta alla tutela e difesa dell assetto geo-morfologico del territorio, al governo delle acque meteoriche e alla gestione della risorsa idrica a fini irrigui. L attività del Consorzio si muove su due aspetti fondamentali: la adduzione e distribuzione dell acqua a scopi irrigui, svolta principalmente nella fascia a nord della linea delle risorgive, nonché alla bonifica idraulica per l allontanamento delle acque meteoriche nella porzione del territorio posta a sud delle risorgive. Dal 1436 viene esercitata la concessione al prelievo di acqua a fini irrigui, a servizio dei territori della pianura nord-ovest della provincia di Treviso; la derivazione dal Piave in località Fener di Alano di

2 ALLEGATOA alla Dgr n. 571 del 03 maggio 2013 pag. 2/7 Piave (BL) avviene attraverso un canale di circa 10 km, la Brentella, che adduce portata ai due canali principali di Caerano e del Bosco. Anche l opera di derivazione dal Piave in località Nervesa della Battaglia (TV) risale ad un antica concessione e fornisce acqua alla parte centrale del comprensorio; il Canale della Vittoria funge da adduttore principale, per poi tripartirsi nei tre canali principali denominati Priula, Piavesella e Ponente. Infine, l area orientale del comprensorio si approvvigiona tramite derivazioni indirette dal fiume Piave; da quest ultimo viene immessa acqua nel Lago di Santa Croce il cui emissario alimenta i principali corsi d acqua sui quali il Consorzio ha la concessione alla derivazione: il fiume Meschio, il canale artificiale dell ENEL Castelletto-Nervesa e l adduttore Crevada. Inoltre, attraverso il collettore principale consortile canale Emanuele Filiberto e la rete di canali irrigui demaniali secondari, la risorsa idrica prelevata dal fiume Meschio riesce ad alimentare due zone irrigue geograficamente distinte. Il Piano in esame riporta che ettari sono serviti da impianti pluvirrigui, con una dotazione specifica di 0,6 l/s/ha; ulteriori ettari sono adacquati a scorrimento la cui dotazione specifica ordinaria ammonta a 1,2 l/s/ha, toccando anche livelli più elevati di 1,4 l/s/ha in corrispondenza di terreni maggiormente serviti. In sinistra idraulica del Piave altri ettari sono irrigati a soccorso. Le concessioni alla derivazione dal fiume Piave prevedono per il Consorzio la possibilità di utilizzo dell acqua anche al di fuori della stagione irrigua, per scopi plurimi. Nel caso del consorzio Piave si fa riferimento all adduzione per uso idroelettrico e per raffreddamento, nonché a favore di utenze non agricole che beneficiano di impianti irrigui consortili per l irrigazione di aree verdi di pertinenza di immobili residenziali. L attività di bonifica idraulica, per le differenti tipologie morfologiche presenti nel comprensorio, viene esercitata nella quasi totalità del territorio consortile, ad esclusione delle zone pedemontane e collinari. Sulla base dei diversi bacini idrografici, dei relativi punti di recapito finale, nonché della orografia del territorio, l attività svolta dal Consorzio risulta diversificata nella gestione delle acque meteoriche, dovuta alla naturale pendenza dei suoli nella fascia a nord delle risorgive, mentre nella pianura alluvionale posta più a valle, sino in prossimità del mare, viene data soluzione alle problematiche idrauliche del territorio con lo scolo meccanico o alternato. Unità Territoriali Omogenee La redazione del Piano di classifica richiede, secondo le Direttive regionali, la preliminare individuazione del perimetro di contribuenza e delle Unità Territoriali Omogenee (UTO). Il perimetro di contribuenza è il risultato della aggregazione dei perimetri di contribuenza dei tre Consorzi unificati. La Tavola 2 mette in evidenza anche le aree che non traggono beneficio dall attività consortile escludendole dal perimetro. In proposito, si deve rilevare che il Consorzio prevede il ricorso all istituto della concessione per le aree esterne al perimetro di contribuenza che beneficiano dell opera del Consorzio per lo scolo delle acque. Ciò appare non condivisibile per evidente contraddizione, in quanto da una parte viene sostenuta la presenza di un beneficio per l opera del Consorzio e dall altra se ne prevede l esclusione dal perimetro di contribuenza. Pertanto, si valuta necessario prescrivere l adozione di ogni possibile approfondimento da parte del Consorzio, anche per quanto attiene l area urbana di Treviso, al fine di aggiornare il perimetro di contribuenza. Data la presenza di una intensa attività irrigua, svolta prevalentemente con strutture attrezzate, il Piano evidenzia preliminarmente l attività di adduzione, finalizzata a portare l acqua laddove vi è scarsità di risorsa idrica, e successivamente descrive le caratteristiche del beneficio di disponibilità irrigua e i relativi indici. Con riferimento ai tre punti di prelievo, sulla base dei quali il Consorzio gestisce un servizio irriguo definito attrezzato, vengono delimitate tre Unità Territoriali Omogenee, UTO Fener, UTO Nervesa e UTO Meschio, che, pur presentando le medesime necessità territoriali, sono organizzate con opere e strutture irrigue separate e ben distinte. In tutte e tre le UTO il servizio irriguo è attrezzato, mentre una ridotta porzione di comprensorio, non considerata nella delimitazione delle UTO irrigue, è servita da irrigazione di soccorso utilizzando a fini promiscui la rete di bonifica. La individuazione delle attività, le relative spese, la

3 ALLEGATOA alla Dgr n. 571 del 03 maggio 2013 pag. 3/7 scelta degli indici da utilizzare e la determinazione dei relativi valori avviene tutto all interno di ciascuna UTO; pertanto, le considerazioni di seguito riportate valgono per ciascuna UTO. Le attività di adduzione e derivazione vengono svolte tutto l anno e a favore di più utilizzazioni e di più categorie di utenti: durante la stagione irrigua ne fanno uso i produttori agricoli, in modalità turnata, e i proprietari di fabbricati per l irrigazione di giardini, in modalità continua, mentre i produttori di energia elettrica ne dispongono per tutto l anno e in modalità continua. Ne deriva che tutte le sopracitate categorie di utenti sono chiamate a contribuire alle spese sostenute per il sistema di adduzione. Il Piano in argomento arriva ad individuare le quote relative all irrigazione e agli utenti produttori di energia idroelettrica ricorrendo ai parametri della portata e della lunghezza della rete di adduzione. Per quanto attiene gli utenti produttori di energia elettrica il riparto della relativa quota tra gli opificianti viene compiuto in proporzione alla potenza installata sul singolo impianto rispetto alla somma delle potenze di tutti i diversi impianti installati nella rete idraulica della UTO. Diversamente, per quanto attiene gli utenti irrigui, sia agricoli che non agricoli, la relativa quota viene suddivisa ricorrendo alla superficie virtuale. Relativamente a questi ultimi, alcune valutazioni di carattere estimativo portano a individuare in 250 mq di pertinenza a verde dell edificato la superficie equivalente ad un ettaro di terreno agricolo irrigato in termini di attribuzione della relativa spesa. Si deve, peraltro, rilevare le difficoltà incontrate in sede di istruttoria nell individuare i criteri e la metodologia utilizzati al fine di attribuire le relative quote di spesa, in quanto le spiegazioni riportate impongono continui rimandi a diverse parti del testo. Si ritiene che tali problematiche legate all illustrazione del testo debbano venir superate in sede di redazione di un apposito manuale applicativo nel quale vengano trattate, con riferimento alla medesima base territoriale, le varie attività legate alla derivazione di acqua (per adduzione e per ciascuna tipologia di utilizzo), la metodologia per la determinazione degli indici e una rappresentazione di sintesi dei relativi valori per il necessario confronto. In particolare, deve trovare chiara illustrazione il metodo di raffronto che porta a individuare in 250 mq di pertinenza urbana la superficie equivalente ad un ettaro di superficie agricola irrigua. Il passaggio successivo prevede la individuazione del criterio in base al quale attribuire la spesa sostenuta dal Consorzio per la distribuzione irrigua a carico della superficie agricola irrigua e delle pertinenze urbane. Relativamente a quest ultima deve essere preliminarmente evidenziata la differenza di tipologia di consegna irrigua, che può avvenire attraverso i canali a pelo libero indice pari a 1 o le tubazioni in pressione indice pari a 2 ; un ulteriore differenza è legata alla durata della stagione irrigua, per la quale un indice inferiore a 1 è assegnato ad un utilizzo per un periodo inferiore a sette mesi. In proposito, deve essere evidenziato che il Piano non articola i diversi elementi che concorrono nella determinazione dei valori dell indice richiamato; pertanto, si chiede che, nell ambito della redazione del manuale sopra richiamato, vengano illustrati gli elementi di valutazione adottati e i relativi valori, mettendo in evidenza, conformemente a quanto previsto nelle Direttive regionali, il confronto tra l onere per le utenze non agricole e l onere per le utenze agricole. Per quanto attiene l onere relativo alla distribuzione nelle superfici irrigue attrezzate, che durante la stagione irrigua il Consorzio gestisce con consegna turnata, il contributo viene calcolato ricorrendo alla combinazione degli indici tecnici di dotazione irrigua, di metodologia distributiva, pedologico, di servizio irriguo e di potenza impiegata, in conformità alle previsioni delle Direttive regionali di cui alla DGR n. 79/2011. Per ciascun indice il Piano ha individuato i valori, senza illustrare con chiarezza i riferimenti e le diverse casistiche alla base delle attribuzioni, che dovranno essere oggetto di specifica trattazione nell ambito del manuale più volte richiamato. L indice di dotazione irrigua è definito a partire dalla dotazione specifica per tutti i diversi impianti. Per le diverse tipologie distributive viene assunto come riferimento un valore standard di dotazione specifica, espresso in l/s/ha. Per individuare l indice viene calcolato il rapporto tra la dotazione prevista per il singolo impianto e il valore standard. Nel caso degli impianti ad aspersione l indice è sempre pari a 1 perché dotati tutti della medesima dotazione specifica. Diversamente, per quanto riguarda lo scorrimento superficiale la dotazione di 1,2 l/s/ha viene considerata come valore di riferimento. Pertanto, la soluzione adottata non valorizza i sistemi distributivi con dotazioni specifiche più ridotte. Peraltro, si deve rilevare la presenza di contraddittorietà nell ambito del testo per quanto attiene la distribuzione pluvirrigua dove, pur venendo

4 ALLEGATOA alla Dgr n. 571 del 03 maggio 2013 pag. 4/7 evidenziata la presenza di impianti con dotazioni sottodimensionate, non viene prevista una riduzione del relativo indice. Per quanto attiene l indice di potenza impiegata il Piano richiama i parametri di potenza installata di ciascun impianto di pompaggio e il relativo periodo di funzionamento. Nella metodologia, invece, il Piano tratta il riparto di una spesa specifica, compiuto senza ricorrere ad un indice e senza che nel Piano venga illustrata la relativa metodologia. Si valuta, pertanto, opportuno che in sede di stesura del richiamato manuale di applicazione venga data precisa illustrazione della metodologia di attribuzione della relativa spesa. Pertanto, considerato che per i diversi indici tecnici il Piano in argomento non riporta sufficienti elementi per comprendere i valori assunti dagli indici stessi, si ritiene che il Consorzio debba fornire nel manuale più volte richiamato gli elementi conoscitivi di maggior dettaglio su ciascun indice tecnico per l irrigazione turnata agricola, al fine di evidenziare le differenze alla base della variabilità dei valori e la metodologia seguita per la individuazione dei valori stessi. Infine, per quanto attiene l indice economico il Piano in argomento sostiene che, essendo compensato il deficit idrico in modo uniforme in tutta l area irrigata, l incremento di valore del fondo in conseguenza della irrigazione è omogeneo per tutti i terreni, tale da non provocare significativa variazione di valore tra gli immobili agricoli serviti dalla irrigazione turnata; pertanto, l indice economico viene posto uniformemente uguale a 1. Nel contesto degli utilizzatori di acqua irrigua ad uso agricolo il Piano dedica un breve accenno agli utenti privati derivatari ; si tratta di Soggetti privati particolari ai quali il consorzio Piave adduce acqua in modalità continua, perché venga utilizzata per usi plurimi. Pertanto, il Piano prevede che tali Soggetti sono chiamati a contribuire alle spese per l adduzione irrigua e al pagamento del contributo di bonifica idraulica. Per tale motivo, si prescrive lo stralcio dal Piano di classifica del terzo capoverso del capitolo relativo ai privati derivatari. Per quanto riguarda il beneficio di natura idraulica l attività consortile ha rilevanza diversa nel territorio, in particolare in relazione alle differenti tipologie morfologiche presenti nel comprensorio consortile: pedemontana, collinare, alta pianura arida e sassosa, pianura alluvionale di bonifica e aree soggiacenti il livello medio mare, valli lagunari bonificate. Ne risulta che l individuazione delle UTO non può prescindere dalla organizzazione gestionale delle attività nei diversi contesti idraulici, di seguito illustrati. La UTO Muson è identificata con la porzione di bacino idrografico dell omonimo fiume; presenta caratteri collinari e pedemontani a nord e si chiude a sud dopo aver raccolto le acque di vari scoli collinari a Castelfranco Veneto. La UTO Piave, suddivisa in Piave A a monte delle risorgive, relativa alla porzione di bacino idrografico del fiume a nord del Montello, e in Piave B a valle della linea delle risorgive, costituito da una fascia decorrente lungo la sponda sinistra del Piave e un breve tratto lungo la sponda destra. La UTO Livenza costituisce la parte più orientale del comprensorio dove il fiume Livenza solca completamente arginato la pianura alluvionale a valle delle risorgive, per cui ampie zone sono a scolo alternato. In tale territorio il Livenza riceve importanti apporti dagli immissari Cellina-Meduna, provenienti dal territorio friulano caratterizzato da precipitazioni medie annue molto consistenti; le portate di tali affluenti possono originare picchi di piena molto elevati. Il fiume Monticano, per le sue particolarità, costituisce UTO a sé stante. Tale UTO comprende le colline di Conegliano e Vittorio Veneto, chiudendosi a Motta di Livenza in corrispondenza della immissione nel fiume Livenza. La UTO Brian ricade su terreni naturalmente tributari di bacini idraulici esterni al comprensorio, i bacini Bidoggia e Grassaga confluenti, attraverso il canale Brian, direttamente in mare. La UTO Sile A, riferita al bacino del fiume Sile posto a nord delle risorgive, ricopre un area interessata da una rete idrica artificiale secolare: le notevoli pendenze orografiche garantiscono un veloce deflusso delle acque. L area è caratterizzata da una elevata omogeneità di comportamento idraulico e da un importante livello di urbanizzazione a carattere diffuso. La UTO Sile B, riferita all area posta a sud delle risorgive, costituita da suoli alluvionali fini e da emergenze di risorgiva che danno origine a vari fiumi. La parte posta più a valle richiede lo scolo meccanico per l allontanamento delle acque meteoriche. Per quanto riguarda l abitato di Treviso, che il Piano di classifica esclude dal perimetro di contribuenza, pur essendo presente una fitta rete idraulica superficiale,

5 ALLEGATOA alla Dgr n. 571 del 03 maggio 2013 pag. 5/7 tributaria del Sile, si valuta opportuno un approfondimento al fine di accertare l esistenza di un beneficio idraulico di scolo e/o di difesa. Il Piano mette in evidenza che la banca dati catastale, derivante dai dati contenuti nei catasti dei consorzi originari, non rispecchia la reale suddivisione in terreno agricolo, strade, ferrovie e suolo urbanizzato desumibile dalla banca dati dell uso del suolo del PTCP; tuttavia, nel determinare gli indici tecnici il Piano esamina tutti i parametri di base in funzione delle reali condizioni del territorio. Peraltro, il Piano impone l aggiornamento della banca dati catastale consortile, prevedendo una fase transitoria in cui il contributo finale viene calcolato utilizzando gli indici derivanti dalla situazione territoriale reale, ma applicati alla classificazione della base dati catastale dei consorzi originari. Si ritiene che tale previsione non possa essere condivisibile, in quanto fa riferimento ad una base dati non aggiornata che può costituire motivo di conflittualità infelice con la contribuenza urbana; pertanto, se ne propone lo stralcio. L indice di comportamento idraulico esprime la risposta dei suoli in riferimento alla piovosità e al tipo di variazione della capacità di infiltrazione. Il coefficiente udometrico, ovvero la portata idraulica per ettaro nell unità di tempo, viene pertanto individuato per ciascuna tipologia di suolo (agricolo, stradeferrovie, urbano rado, aree produttive, urbano fitto). Una volta individuati i valori dell indice per i suoli agricoli sulla base della composizione dei terreni e della intensità della rete di bonifica, viene attribuito per le strade e le ferrovie il valore che presenta maggiori analogie con i parametri considerati per i suoli agricoli, mentre per i suoli urbanizzati viene valutato l incremento della quota di deflusso rispetto al suolo agricolo. Non è stato, però, descritto il procedimento che porta all indicizzazione; pertanto, si ritiene di dover prescrivere che, nel contesto del citato manuale applicativo, venga descritta la metodologia adottata per la indicizzazione del coefficiente udometrico. Per la quasi totalità del comprensorio l indice di soggiacenza presenta valore 1, mentre per le aree a deflusso meccanico o alternato è maggiore di 1 per quanto di seguito illustrato. Infatti, queste aree sono dotate di impianti di sollevamento idraulico che fanno fronte all allontanamento delle acque meteoriche anche quando la quota idrometrica del corpo ricettore è alta. Il parametro di riferimento considerato per definire l indice di soggiacenza è dato dal prodotto della potenza installata di ciascuna pompa per le ore di funzionamento. Tale parametro viene monetizzato nel valore del consumo energetico specifico unitario in /ha; tale importo viene utilizzato come riferimento per individuare il valore dell indice di soggiacenza, senza che ne sia specificata la metodologia. Pertanto, si ritiene di dover prescrivere che, nel contesto del citato manuale applicativo, venga descritta la metodologia di indicizzazione e rappresentata una sintesi dei valori finali dell indice. Di norma, l indice di efficacia rileva l inadeguatezza strutturale delle opere e degli impianti di bonifica; generalmente è pari a 1 per indicare che l efficacia risulta soddisfatta. Nel Piano in esame, tuttavia, alcune aree irrigue nelle quali non è stata realizzata una rete di scolo mista o distinta per lo scolo delle acque, sono state differenziate attribuendo un indice pari a 0.2; inoltre, per i terreni nei rilievi pedemontani o collinari con ordinamento colturale diverso dal bosco e dal prato stabile, che richiedono una ridotta attività consortile, l indice di efficacia è stato posto pari a 0.5, usando in tal caso l indice di efficacia per attenuare il contributo e non per indicare una efficacia ridotta. Il Piano non riporta una sintesi dell indice tecnico idraulico finale, dato dalla combinazione degli indici tecnici, e in tal modo non consente di verificare se sia rispettato il vincolo di legge secondo cui l indice tecnico idraulico finale degli immobili urbani debba essere pari o inferiore a non più di venti volte il corrispondente indice per i terreni agricoli. Si ritiene di dover prescrivere che, nel contesto del più volte citato manuale applicativo, il Consorzio procede alla rappresentazione sintetica dei valori dell indice tecnico idraulico finale distinto per UTO e per tipologia di immobile. L indice economico viene determinato separatamente per i fabbricati e per i terreni, come di seguito specificato. Per i fabbricati l indice economico è espressione della salvaguardia e della conservazione del valore fondiario del bene e per tale motivo è funzione della rendita catastale; si rileva, però, l assenza della descrizione della metodologia attraverso la quale i valori della rendita catastale vengono tradotti in indice. Per quanto riguarda i terreni l indice economico viene riferito al valore medio del reddito dominicale nella zona omogenea; poiché per i terreni irrigui tale valore medio è superiore del 10% rispetto a quelli non irrigui, per i primi viene individuato un indice economico pari a 1.1, mentre per i secondi tale indice

6 ALLEGATOA alla Dgr n. 571 del 03 maggio 2013 pag. 6/7 è pari all unità. Va osservato che l indice pari a 1.1 viene così ad interessare anche le aree interessate da irrigazione di soccorso. L irrigazione di soccorso, infatti, pur non essendo in grado di colmare il deficit idrico delle colture, garantisce comunque una maggiore potenzialità produttiva del terreno. Conformemente alle Direttive regionali, il Piano in esame prevede, per le diverse UTO, la quantificazione dell onere complessivo per categoria di immobile attraverso il prodotto delle rispettive superfici territoriali per l indice di comportamento idraulico omogeneo per categoria, pari a 1 per gli immobili agricoli, 18 per gli urbani e 4 per le infrastrutture a rete. Solo successivamente, per ciascun immobile ricadente nella UTO il Piano prevede l applicazione dei diversi indici tecnici ed economici, al fine di individuare il carico contributivo, utilizzando la superficie reale per gli immobili agricoli e per le infrastrutture a rete, mentre per gli immobili urbani il riferimento alla superficie avviene attraverso la rendita catastale di ciascun immobile. Al fine di dare piena illustrazione alla complessa sequenza di operazioni attraverso la quale viene determinato il contributo a carico di ciascun immobile rientrante nelle diverse categorie di cui sopra, si valuta opportuno che, nell ambito del manuale applicativo più volte richiamato, venga illustrata sistematicamente la sequenza delle operazioni attraverso la quale i diversi indici tecnici ed economici portano alla determinazione del contributo. Il Piano riporta, infine, la suddivisione del beneficio di natura idraulica nelle due componenti di scolo e difesa sulla base dei coefficienti udometrici calcolati utilizzando i dati derivanti dall Analisi regionalizzata delle precipitazioni predisposta nell ambito di uno studio commissionato ad un professionista esterno. Gli esiti mostrano che la variabilità tra UTO è poco significativa, tale da prevedere in modo omogeneo per tutto il territorio consortile la componente di scolo pari al 42% e la componente di difesa pari al 58%. Da tali considerazioni emerge che il Piano applica le suddette percentuali a valle del calcolo del contributo di bonifica idraulica per ciascun immobile, laddove tale suddivisione poteva riguardare solamente gli immobili urbani. Per quanto attiene gli scarichi di cui al comma 1, art. 37, della l.r. n. 12/2009, il Piano descrive la determinazione del contributo seguendo le modalità disposte dalle Direttive regionali, mettendo in relazione le spese complessive per UTO al rapporto tra la portata scaricata e la portata massima annua veicolata dalla rete di bonifica consortile; peraltro, nel medesimo testo viene fatto riferimento anche alla portata media annua veicolata, in contraddizione con il riferimento precedente. Il Piano differisce all apposito regolamento delle concessioni del consorzio per i dettagli sulla metodologia e sulla quantificazione degli importi da porre a carico dei titolari degli scarichi; in tale sede il Consorzio dovrà chiarire a quale portata intendeva fare riferimento. Osservazioni e ricorsi L Assemblea del Consorzio di bonifica Piave, con la deliberazione del 29 giugno 2011, n. 7/A, ha approvato, per quanto di competenza, il Piano di Classifica degli immobili ricadenti nel comprensorio consortile; a tale provvedimento è stata data immediata esecuzione ai sensi dell art. 3, comma 3, della legge regionale 18 dicembre 1993, n. 53. Dell avvenuto deposito del Piano di classifica presso gli uffici della Direzione regionale Difesa del Suolo, è stata data notizia sul Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto n. 56 del 29 luglio 2011, nonché secondo le modalità e i tempi disposti dalla legge. Nei citati avvisi è stata riportata la previsione del 4 comma dell art. 35 della legge regionale n. 12/2009, che dispone la possibilità di presentare ricorso alla Giunta regionale avverso il Piano di classifica entro 45 giorni dalla data di pubblicazione dell avviso di deposito nel BUR. Entro tale termine, il Soggetto gestore del Servizio Idrico Integrato ETRA S.p.A. ha presentato osservazione con riferimento alle aree urbane servite da fognatura mista, in particolare rendendo nota la tipologia di fognatura del Comune di Resana (TV). Tale informazione, utile ai fini dei sistematici aggiornamenti ai quali il Consorzio ricorre per il catasto consortile, dovrà essere adeguatamente utilizzata dal medesimo Consorzio al momento dell applicazione del Piano di classifica.

7 ALLEGATOA alla Dgr n. 571 del 03 maggio 2013 pag. 7/7 Piano di riparto Deve essere preliminarmente evidenziato che in sede di riparto della spesa complessiva sostenuta per le attività consortili il consorzio Piave con l atto in esame ha previsto che la spesa totale venga suddivisa per le due aree tecnico/organizzative, l area irrigua e l area bonifica, che trovano illustrazione nella Tavola 2. La denominazione delle due aree tecniche trae origine dalla attività prevalente ancorché in entrambe le aree vengano compiute sia l attività irrigua che quella di bonifica. Pertanto, per prima cosa viene fatta la attribuzione a ciascuna area tecnica delle spese dirette sostenute sia per la bonifica che per l irrigazione; le spese generali vengono successivamente attribuite a ciascuna area tecnica in ragione della rispettiva quota di spese dirette. E importante rilevare che, successivamente, la attribuzione delle spese generali all interno delle aree tecniche segue due percorsi distinti. Nell area tecnica irrigua le spese generali vengono ulteriormente ripartite, una volta detratto il contributo regionale per la manutenzione, in ragione delle spese dirette sostenute per l attività irrigua e per l attività di bonifica; invece, per l area tecnica di bonifica le spese generali vengono ripartite, una volta detratte le entrate non specifiche, in ragione delle superfici interessate dalle due attività. Va da sé che nell area tecnica bonifica le superfici che sono interessate sia dalla attività di bonifica che da quella irrigua, vengono computate due volte in sede di riparto della quota delle spese generali. La soluzione non appare condivisibile e, pertanto, va stralciata; di conseguenza, si dispone che venga valutata l opportunità di ricorrere allo stesso criterio previsto per l area tecnica irrigua. La soluzione di porre in detrazione il contributo regionale per la manutenzione solo nella area tecnica irrigua e le entrate non specifiche solo nell area tecnica di bonifica non è condivisibile, concorrendo storicamente il contributo regionale a dar sollievo anche nell area del comprensorio del Piave dove è prevalente la attività di bonifica. Di conseguenza si propone lo stralcio di tale soluzione, ritenendo che debba venir detratto in ambedue le aree tecniche il contributo regionale per la manutenzione, che è stato determinato in ragione dei costi sia di bonifica che di irrigazione che l hanno generato; parimenti, si propone lo stralcio della previsione di detrarre le entrate non specifiche solo nell area tecnica di bonifica, ritenendo che, stante la natura delle entrate, debbano venir detratte adottando un criterio che faccia riferimento all interezza del territorio contribuente e non alla sola area tecnica di bonifica. Venezia, lì 22/03/2013 GLI ISTRUTTORI dott. Luigi De Lucchi dott.ssa Roberta Rainato

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