Trento 30 gennaio 2019

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1 Trento 30 gennaio 2019

2 Il primo percorso: l informazione e la sensibilizzazione Carla Comper Responsabile servizio socio assistenziale Comunità Vallagarina

3 Care giver: Parente Convivente Persona amica Aiuta, sostiene una persona cara non autosufficiente

4 Bisogni del care giver Sono diversi da quelli dell assistito Necessità di riconoscimento come soggetto della rete Bisogno di tempo libero Bisogno di confronto Bisogno di relazioni Bisogno di conoscenza sui servizi..

5 Diversi percorsi con obiettivi specifici 1 percorso: informativo e di sensibilizzazione 2 percorso: formativo supporto relazionale e di prossimità: gruppi AMA

6 Primo Percorso A chi si rivolge? Familiari, amici, vicini, persone interessate,. Quale obiettivo? Avvicinare al tema della non autosufficienza Preparare in vista di Informare sull esistenza di interventi e servizi Promuovere una cultura della solidarietà Creare una rete sui territori

7 Organizzazione 2 incontri serali: 1 invecchiamento e bisogni della popolazione anziana; ruolo del caregiver 2 la rete dei servizi Ogni 15 giorni Capienza 30/40 persone iscrizione Dove? Su tutto il territorio provinciale 40 edizioni nel edizioni nel 2020

8 Cosa èrichiesto alle Comunità in collaborazione con gli altri soggetti della rete Individuazione sedi sui territori (gratuite) Promozione della partecipazione materiale da personalizzare Gestione degli incontri in collaborazione con i soggetti della rete: Presenza ai due incontri Supporto nella gestione d aula Fare il secondo intervento sui servizi Fondazione Demarchi: gestione organizzazione, omogeneizzazione Interventi territoriali

9 Il secondo percorso: la Formazione e i gruppi di Auto Muto Aiuto Massimo Giordani Direttore UPIPA Alessandra Lombardi Medico Geriatra Cure Primarie Ambito Centro nord APSS

10 Primo percorso: informazione e sensibilizzazione Secondo percorso: formazione

11 Obiettivi del secondo percorso: o sviluppare competenze specifiche, per migliorare le capacità del caregiver nell assistenza; oriconoscere e valorizzare un ruolo più consapevole del caregiver;

12 Chi èil Caregiver? Colui che si prende cura, a titolo non professionale e gratuito, di una persona cara affetta da malattia cronica, disabile o con un qualsiasi altro bisogno di assistenza a lungo termine. Eurocarers, 18 ottobre 2017

13 La letteratura distingue due tipologie di caregiver Informale, definito anche primary cargiver che coincide con un familiare del paziente (un figlio o un coniuge) o un amico; Formale, che si identifica con un professionista: un assistente domiciliare privato: persona retribuita dalla famiglia; una figura istituzionale: professionista sanitario, sociale o amministratore di sostegno (figura giuridica della L 6/2004).

14 In funzione del ruolo rivestito il caregiver si distingue anche in: A.organizzativo: persona che si cura degli aspetti organizzativi e finanziari, B.operativo: persona che fornisce prestazioni di aiuto, Le due figure possono coincidere oppure più persone possono rivestire ruoli diversi

15 Perché sostenere i caregiver Il riconoscimento giuridico ed i programmi di formazione/supporto al caregiver: rappresentano un dovere etico e civile, costituiscono un vero e proprio mezzo di cura, esercitano un azione sinergica e di potenziamento con le altre modalità assistenziali.

16 Contesto demografico Nell attuale epidemiologia caratterizzata da elevata prevalenza di patologie croniche e degenerative a prolungato decorso clinico appare sempre più insostituibile il ruolo del caregiver; in Italia si stimano almeno tre milioni di caregiver in prevalenza donne, spesso non occupate e con medio basso livello di istruzione; il «carico» assistenziale, psicologico, fisico ed economico, pesa sul caregiver, produce riflessi negativi sulle persone che ne dipendono, sulle famiglie e sulla comunità in generale.

17 Scenario Anche in Italia, le politiche sanitarie sono volte a limitare il tradizionale ricovero ospedaliero alle acuzie delle patologie, introducendo una gestione più territoriale per le malattie croniche; Ai caregivers sono richieste competenze crescenti: azioni e compiti di cura che un tempo erano di pertinenza medico infermieristica; La famiglia rappresenta il principale erogatore di assistenza a lungo termine e deve esseresostenuta, non sostituita.

18 Le competenze del caregiver Saper erogare interventi di aiuto alla persona: supporto nelle ADL e IADL, Interfacciarsi con sanitari e collaborare in attività a carattere clinico e contenuto tecnico, Conoscere i sintomi della malattia e saperli gestire, Conoscere le emergenze e saperle affrontare Ottenere la compliance del familiare ammalato Saper gestire le emozioni e i comportamenti del familiare ammalato e le proprie;

19 Il carico assistenziale L assistenza ad una persona malata fa assorbire tutta l attenzione fino a far perdere di vista la propria salute e il proprio benessere; La gestione di emozioni difficili come inadeguatezza, rimpianto, senso di colpa, depressione, ansia e risentimento portano al burn out.

20 Caregiver burden Descrive il grado di sofferenza emotiva, fisica sociale o finanziaria del caregiver a causa della presa in carico del proprio familiare. E un concetto multidimensionale, deriva dalla percezione di stress nello svolgere le attività assistenziali. E influenzato da molti fattori: psicosociali, ambientali e culturali.

21 Destinatari del corso persone interessate, intercettate nella fase di sensibilizzazione; familiari di pazienti che si rivolgono ai servizi sociali e/o sanitari, per bisogni incidenti; soggetti segnalati dagli operatori (sociali o sanitari) perché coinvolti in qualità di caregiver in percorsi di assistenza diretta, sorveglianza passiva e/o compiti collaterali.

22 Obiettivi diffondere la cultura dell assistenza attraverso la corretta informazione e l acquisizione di maggiore consapevolezza del ruolo di caregiver, sviluppare competenze specifiche, per migliorare le capacità organizzative e tecniche nelle attività di assistenza per affiancare e collaborare efficacemente con i professionisti delle cure, offrire supporto ai caregiver ed alle famiglie valorizzando il loro ruolo insostituibile e contribuire alla prevenzione del burn out.

23 Mission Il percorso di formazione: si propone di fornire conoscenze e competenze, pone attenzione anche all approccio non solo ai contenuti: finalità non professionalizzante; offre un intervento educativo che presta attenzione al caregiver, considera prioritarie le sue esigenze, prevede interventi formativi integrati e tra loro correlati: coerenza pedagogica.

24 Aspetti organizzativi Numero edizioni e sedi due edizioni sperimentali, una in contesto urbano e l altra periferico; Numero partecipanti per edizione partecipazione di persone per corso, da suddividere in sottogruppi per favorire un impostazione interattiva e partecipata.

25 L'offerta formativa si struttura in più setting: lezioni d aula e laboratori presso le RSA e in contesti domiciliari. 7 incontri di 2 ore ciascuno (di cui 2 laboratori presso RSA) più 1 incontro finale flessibile da programmare in base alle esigenze espresse dai partecipanti

26 Informazioni di base Orientamento Accesso a prestazioni sanitarie, sociali, socio-sanit. Opportunità e risorse disponibili sul territorio Formazione specifica Sostegno allo svolgimento delle attività della vita quotidiana e dell autocura Per GRUPPI Iniziative per gruppi di caregiver Empowerment Supporto ed empowerment del caregiver INDIVIDUALE Formazione/tutoring/addestramento Individuale sul singolo caso

27 Le raccomandazioni a livello UE

28 Addestramento e consulenza (anche tele assistenza) Verifica della capacità e del desiderio di assistere Condivisione tra care givers Le raccomandazioni a livello UE

29 Sviluppi dell'offerta formativa Supervisione domiciliare (accessi cadenzati a domicilio per supportare il caregiver). Gruppi di auto mutuo aiuto per fornire l opportunità di rielaborare in forma auto riflessiva e tra pari l esperienza di caregiver e prevenire il burn out (destinati a caregiver che hanno effettuato insieme il percorso di formazione e sono interessati a sostenersi a vicenda).

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