Repubblica Italiana In nome del popolo italiano Tribunale di Roma Terza Sezione civile. sentenza

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1 Repubblica Italiana In nome del popolo italiano Tribunale di Roma Terza Sezione civile Il Giudice, dott. Guido Romano, ha pronunciato la seguente sentenza nella causa civile di primo grado iscritta al n del ruolo contenzioso generale dell anno 2014 posta in deliberazione all udienza del 31 ottobre 2017, con concessione alle parti del termine di giorni sessanta per il deposito di comparse conclusionali e di giorni venti per repliche e vertente tra Maurizio Tarantello, elettivamente domiciliato in Roma, via Lutezia, n. 8, presso lo studio dell avv. Francesco Fiengo, che lo rappresenta e difende congiuntamente e disgiuntamente all Avv. Elisabetta Livi, in virtù di delega posta a margine dell atto di citazione, attore; e Clama Bar S.r.l., elettivamente domiciliata in Roma, Corso Duca di Genova, n. 138, presso lo studio dell avv. Clemente Cafarelli che lo rappresenta e difende, in virtù di delega posta a margine della comparsa di costituzione e risposta, convenuta; Oggetto: cessione di azienda Conclusioni delle parti: come da verbale del 31 ottobre 2017 ragioni di fatto e di diritto della decisione pagina 1 di 7

2 Con ricorso depositato in cancelleria 26 luglio 2013, la Clama Bar s.r.l. chiedeva al Tribunale di ingiungere al Sig. Maurizio Tarantello il pagamento della complessiva somma di ,00 all uopo rappresentando che: in data 4 aprile 2013, la Clama Bar s.r.l. cedeva al Sig. Maurizio Tarantello l azienda sita nei locali di Via Abate Ugone nn. 25/27, esercente l attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande; il corrispettivo della cessione veniva pattuito in ,00; una parte del prezzo, pari ad ,00, veniva consegnata a mezzo dell assegno bancario n tratto sul Credito Valtellinese soc. coop.; detto assegno veniva trattenuto a garanzia di eventuali debiti pregressi relativi all azienda che fossero poi emersi a seguito di una più approfondita analisi; depositario di detto assegno veniva nominato il rag. Enrico Rota, commercialista di fiducia dell acquirente; non emergeva alcun debito pregresso alla cessione dell azienda; tuttavia, il Sig. Maurizio Tarantello si rifiutava di consegnare l assegno ovvero di procedere al relativo pagamento. Con decreto n. 4424/2014 emesso in data 27 marzo 2014, il Tribunale di Roma ingiungeva al Sig. Maurizio Tarantello di pagare senza dilazione, in favore della Clama Bar s.r.l., la somma di ,00 oltre accessori. Con atto di citazione ritualmente notificato, il Sig. Maurizio Tarantello conveniva in giudizio, dinanzi al Tribunale di Roma, la Clama Bar s.r.l. proponendo opposizione avverso al predetto decreto ingiuntivo e rassegnando le seguenti conclusioni: «in via preliminare: ricorrendo i gravi motivi di cui all art. 649 c.p.c. con ordinanza non impugnabile sospendere l esecuzione provvisoria del decreto ingiuntivo in oggetto; nel merito: dichiarare inefficace e/o revocare in tutto od in parte il decreto ingiuntivo opposto perché non certo, liquido ed esigibile; in via riconvenzionale e comunque in via subordinata anche a titolo di compensazione, accertare la responsabilità contrattuale ex art ed extracontrattuale ex art nonché la violazione degli obblighi di correttezza ex art c.c. nei confronti della Clama bar s.r.l. e condannarla, per l effetto, al relativo risarcimento del danno nella misura di ,76 ( ) ovvero ad altra maggiore o minore somma che sarà determinato in corso di giudizio, ovvero ritenuta di equità o di giustizia da parte di codesto Ecc.mo Tribunale adito; tutte le dette somme dovranno essere maggiorate degli interessi legali e della rivalutazione monetaria dal momento della domanda sino all effettivo soddisfo». A fondamento della svolta opposizione, parte opponente rappresentava che: il Sig. Maurizio Tarantello acquistava dalla Clama bar S.r.l., in data 15 aprile 2013, l azienda sita nei locali di Via Abate pagina 2 di 7

3 Ugone nn. 25/27, esercente l attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande; nei locali ove si svolgeva l attività della Clama bar S.r.l. era, altresì, operativa una rivendita di prodotti del tabacco ed altri generi di monopolio, con annessa ricevitoria Sisal e Lottomatica; il prezzo di vendita veniva fissato per la somma complessiva di ,00, regolarmente quietanzati al momento della stipula del contratto di compravendita; l incasso di una parte del prezzo (10.000,00), nonostante il rilascio di quietanza da parte del cedente, veniva posticipato e subordinato al buon esito della cessione dell azienda; ai sensi dell art. 2 dell atto di compravendita, la cedente si impegnava ad adoperarsi affinché la parte cessionaria ottenesse l intestazione a proprio nome della concessione di vendita di tabacchi e, comunque, a proseguire l esercizio personale della rivendita e della ricevitoria fino al momento in cui essa sarebbe stata rilasciata in capo al Sig. Tarantello; successivamente alla conclusione della cessione d azienda, con istanza prot del 10 maggio 2013, lo stesso attore chiedeva all Ufficio Regionale del Lazio la voltura del patentino n ; con nota prot del 16 maggio 2013, l Ufficio Regionale del Lazio comunicava l esito negativo dell istruttoria prodromica al rilascio del suddetto patentino, in virtù del mancato rispetto delle disposizioni di cui all art. 9 del decreto n. 38/2013; successivamente alla prospettazione di ulteriori osservazioni conseguenti alla comunicazione del diniego di istruttoria, in data 13 settembre 2013, il Sig. Tarantello riceveva la nota n FP del 3 settembre 2013 di diniego di voltura, avverso la quale era costretto, previa consultazione con un legale, a proporre ricorso gerarchico; nel febbraio 2014, a distanza di quasi un anno dalla compravendita del bar, il Sig. Tarantello, in accoglimento del ricorso presentato, riusciva a ottenere il patentino per la rivendita di prodotti del tabacco; è, dunque, infondata la domanda di pagamento della somma di ,00; il Sig. Maurizio Tarantello ha diritto al risarcimento del danno, anche ad eventuale compensazione delle somme liquidate nel decreto ingiuntivo opposto. Sulla scorta di tali premesse, il Sig. Maurizio Tarantello concludeva come sopra riportato. Si costituiva la Clama Bar s.r.l., la quale contestava le deduzioni prospettate da parte attrice e rassegnava le seguenti conclusioni: «Voglia l Ill.mo Giudice adito, rigettata ogni contraria istanza, deduzione, eccezione e conclusione: nel merito, rigettare la domanda dell opponente perché integralmente infondata sia in fatto che in diritto con conferma del decreto ingiuntivo emesso e/o comunque in via gradata con condanna al pagamento della diversa somma ritenuta di giustizia dall Ill.mo Giudice Istruttore, in ogni caso con condanna dell opponente stesso a rifondere le spese ed i compensi di lite, oltre rimborso forfetario 15%». pagina 3 di 7

4 Con ordinanza del 20 febbraio 2015, il Tribunale rigettava l istanza presentata da parte opponente ex art. 649 c.p.c. di sospensione della provvisoria esecutività del decreto ingiuntivo opposto. Istruita la causa esclusivamente mediante acquisizione della documentazione, successivamente, all udienza del 31 ottobre 2017, le parti precisavano le rispettive conclusioni come da relativo verbale, e la causa veniva trattenuta in decisione con concessione alle parti del termine di giorni sessanta per il deposito di comparse conclusionali e di giorni venti per repliche. ************************ La Clama Bar s.r.l. ha, mediante proposizione del ricorso monitorio, instaurato il presente giudizio al fine di sentire condannare il Sig. Maurizio Tarantello al pagamento della somma di ,00 quale residua parte del prezzo ancora dovuta in ragione della cessione dell azienda, intervenuta in data 15 aprile 2013, esercente l attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande. Per parte sua, il Sig. Maurizio Tarantello non ha contestato né il titolo negoziale costituito dalla cessione di azienda sulla base del quale la controparte fonda la propria pretesa creditoria né di non avere provveduto al pagamento della residua parte del prezzo di ,00. Tuttavia, l opponente ha dedotto di avere legittimamente omesso il suddetto pagamento in presenza di un comportamento, serbato dalla Clama Bar s.r.l., gravemente inadempiente alle obbligazioni assunte: infatti, il Sig. Maurizio Tarantello si sarebbe visto negare, dalle autorità amministrative competenti, il rilascio del patentino idoneo a legittimare il servizio di tabacchi interno al bar oggetto dell azienda compravenduta. Così ricostruite le allegazioni delle parti, l opposizione proposta dal Sig. Maurizio Tarantello avverso al decreto ingiuntivo n. 4424/14, emesso in data 27 marzo 2014 dal Tribunale di Roma, e già dichiarato esecutivo, non è fondata e va, conseguentemente, respinta per le ragioni che si vanno ad esporre. L art. 2 del contratto di compravendita dell azienda concluso tra le parti in data 15 aprile 2013 espressamente prevedeva ( ) entrambe le parti ribadiscono che, dal presente contratto, è esclusa la cessione o qualsiasi subingresso della parte cessionaria nell esercizio della rivendita di tabacchi e ricevitoria già citati in premessa, pur essendo gli stessi ubicati nei locali in cui l azienda è esercitata. A tale proposito esse si dichiarano edotte che il titolare della relativa concessione è tenuto a proseguire l esercizio personale della rivendita e della ricevitoria fino al momento in cui, a seguito di sua rinunzia, risulti rilasciata l autorizzazione del competente ufficio della gestione in capo all odierna parte cessionaria: la pagina 4 di 7

5 parte cessionaria dell azienda in oggetto, per quanto occorrer possa, acconsente espressamente a tale prosecuzione dell esercizio della rivendita di tabacchi e della ricevitoria fino al momento in cui essa stessa sarà stata espressamente autorizzata ad assumere la gestione. La parte cedente si impegna ad adoperarsi affinché la parte cessionaria ottenga l intestazione a suo nome di detta concessione. Ciò posto, appare del tutto evidente come le parti abbiano inteso espressamente escludere dal contratto di compravendita dell azienda la cessione o qualsiasi subingresso della parte cessionaria nell esercizio della rivendita di tabacchi e ricevitoria. Tale affermazione, d altra parte, compare anche nelle premesse dell atto ove si legge che l esercizio di tale attività [ricevitoria Sisal e Lottomatica] è subordinato ad autorizzazione personale da parte dei competenti uffici e autorità possibile solo a seguito di rinunzia da parte del precedente titolare, ed ai sensi di legge tale attività non può essere ceduta ad alcun titolo; conseguentemente l attività di esercizio delle sopra dette rivendita di prodotti del tabacco ed annessa ricevitoria non è ricompresa nella presente cessione. La circostanza che le parti abbiano escluso ogni collegamento tra cessione dell azienda ed il subentro del cessionario nella titolarità delle autorizzazioni amministrative necessarie per svolgere l attività di rivendita di prodotti del tabacco ed annessa ricevitoria impedisce di considerare legittimo il trattenimento di una parte del corrispettivo determinato per la prima sulla base di un asserito inadempimento relativo al secondo profilo. In altre parole, sul prezzo della cessione dell azienda (e sulla conseguente debenza di esso) non può avere alcuna interferenza un eventuale inadempimento riferito al generico impegno, assunto dalla Clama Bar s.r.l., di adoperarsi affinché il Sig. Tarantello potesse ottenere le autorizzazioni amministrative per la rivendita di tabacchi e per la ricevitoria. Tuttavia, anche a volere prescindere dalla superiore - assorbente, ai fini del rigetto dell opposizione - considerazione, il Tribunale evidenzia come le stesse allegazioni del Sig. Maurizio Tarantello siano prive di fondamento. In particolare, parte opponente lamenta che il diniego di voltura del patentino (16 maggio 2013), successivo alla conclusione della compravendita definitiva, sarebbe derivato dalla condotta della Clama Bar S.r.l. Contrariamente a quanto prospettato da parte opponente, il mancato ottenimento, da parte del Sig. Maurizio Tarantello, del patentino è dipeso non già dall inadempimento della Clama Bar s.r.l. ad una obbligazione pattuita contrattualmente, ma esclusivamente dalla sopravvenienza (rispetto al momento della stipulazione del contratto di cessione) di una diversa normativa che ha disciplinato i nuovi requisiti necessari ad ottenere il rilascio della predetta concessione. pagina 5 di 7

6 Ciò posto, con provvedimento del 16 maggio 2013, l Agenzia delle Dogane e dei Monopoli evidenziava che, nel corso dell anno 2012, il patentino aveva prelevato tabacchi per un valore complessivo annuo inferiore ad ,00 e, precisamente, di ,00. Quindi, con nota del 3 settembre 2013, rigettava l istanza, presentata dal Sig. Tarantello, di rilascio del patentino. Tuttavia, risulta dalle note appena menzionate che la decisione è stata assunta sulla base del d.m. (Ministero dell Economia e delle Finanze) n. 38/2013, entrato in vigore il 17 aprile 2013 e, dunque, come accennato, successivamente alla stipulazione del contratto di cessione di azienda. In particolare, l art. 9 co. 3 del menzionato d.m. prevede che il rinnovo è concesso a condizione che il soggetto titolare del patentino abbia effettuato un prelievo di generi di monopolio per un valore complessivo medio annuo pari o superiore a: a) euro per i comuni con popolazione fino a abitanti; b) euro per i comuni con popolazione compresa tra e abitanti; c) euro per i comuni con popolazione compresa tra i e abitanti; d) euro per i comuni con popolazione compresa tra e di abitanti; euro per i comuni aventi oltre di abitanti. Pertanto, contrariamente a quanto affermato dall opponente, il mancato rilascio del patentino da parte dell Agenzia delle Dogane e dei Monopoli non è conseguenza del comportamento omissivo o, comunque, inadempiente della Clama Bar s.r.l., ma esclusivamente alle mutate condizioni normative. D altra parte, risulta (doc. 5 fascicolo parte convenuta) che la Clama bar S.r.l., in data 29 marzo 2013, ovvero 17 giorni prima la stipulazione del contratto definitivo, procedeva positivamente al rinnovo del patentino necessario a permettere la rivendita dei tabacchi, patentino rinnovato, peraltro, dal medesimo organo amministrativo che successivamente all atto di cessione di azienda negava la voltura del patentino stesso. Tale circostanza conferma come l unica causa che ha dato luogo alla impossibilità del rilascio del patentino è stata la descritta sopravvenienza normativa, chiaramente non imputabile ad alcuna condotta del cedente. In conclusione, l impegno che, come risulta dal contratto, il cedente doveva adoperare al fine di consentire l ottenimento della concessione a nome del cessionario, non può spingersi a generare un obbligo (o meglio l assicurazione di un risultato) per lo stesso cedente, in caso di un evento come quello descritto, di acquisire il patentino citato dall organo amministrativo competente. Risulta, invero, onere del cessionario ricorrere agli strumenti necessari per ottenere la concessione stessa fatto che peraltro si verificava alcuni mesi dopo e, fino a tale momento, il minor guadagno derivante dalla mancata vendita di tabacchi non è in alcun modo imputabile al cedente. pagina 6 di 7

7 In definitiva, alla luce delle precedenti considerazioni, l opposizione, proposta dal Sig. Maurizio Tarantello, avverso al decreto ingiuntivo n. 4424/14, emesso in data 27 marzo 2014 dal Tribunale di Roma, e già dichiarato esecutivo deve essere rigettata. Vanno rigettate tutte le altre domande presentate dal Sig. Maurizio Tarantello. Le spese della presente procedura, liquidate come in dispositivo, seguono la soccombenza. p.q.m. Il Tribunale di Roma, definitivamente pronunciando in persona del dott. Guido Romano, nel contraddittorio tra le parti, così provvede: I) rigetta l opposizione, proposta dal Sig. Maurizio Tarantello, avverso al decreto ingiuntivo n. 4424/14, emesso in data 27 marzo 2014 dal Tribunale di Roma, e già dichiarato esecutivo; II) rigetta tutte le altre domande presentate dal Sig. Maurizio Tarantello; III) condanna il Sig. Maurizio Tarantello alla refusione, in favore di Clama bar S.r.l., delle spese della presente procedura che liquida in complessivi ,00 per compensi oltre rimborso forfetario per spese generali al 15%, iva e cap come per legge; Roma, 26 marzo 2018 Il Giudice (dott. Guido Romano) pagina 7 di 7