CONTROLLO SPERIMENTALE

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1 CONTROLLO SPERIMENTALE Indica le modalità con cui si limitano o si controllano le sorgenti di variabilità nella ricerca. Consente di affermare che i cambiamenti della variabile dipendente sono prodotti dalla manipolazione della variabile indipendente e non dall influenza di altre variabili estranee. 1

2 CONTROLLO SPERIMENTALE I metodi di controllo sperimentale più usati sono: Controllo mediante la selezione e l assegnazione dei soggetti Controllo degli effetti dell ordine e della sequenza Controllo degli effetti dovuti alla situazione di ricerca Controllo degli effetti dei soggetti e dello sperimentatore 2

3 SELEZIONE DEI SOGGETTI Popolazione o universo: è l insieme delle unità di osservazione alle quali il ricercatore si interessa e a cui intende generalizzare i risultati. Può essere finita o infinita. Campione: è una selezione di soggetti o unità da una più ampia popolazione di riferimento, con l intenzione che tale selezione sia rappresentativa della popolazione totale. Il ricercatore conduce osservazioni sul campione e le conclusioni tratte da esse sono generalizzate all intera popolazione di riferimento con un margine d errore. Campionamento: è una procedura; è l insieme delle operazioni che il ricercatore attua per selezionare il campione dalla popolazione di riferimento. 3

4 METODI DI CAMPIONAMENTO Campioni probabilistici Casuale semplice Sistematico Casuale stratificato A più stadi Campioni NON probabilistici Per quote A valanga Accidentale Su base volontaria 4

5 Campionamento casuale semplice Campionamento sistematico Nome N. Nome N. Elenco di una classe contenente 50 individui. # = campione casuale semplice $ = campione sistematico Freud # 1 Erikson 2 Festinger # $ 3 Binet 4 Skinner # 5 Adler # 6 Winnicott 7 Jung # $ 8 Watson # 9 Piaget 10 Aronson 11 Asch 12 Tajfel $ 13 Bruner 14 Zeigarnik # 15 Allport 16 Hull 17 Loftus $ 18 Miller # 19 Terman 20 Wechsler 21 Popper 22 Fantz $ 23 Neisser 24 Abelson 25 Moscovici # 26 Bem 27 Weiner $ 28 Thorndike # 29 Pavlov # 30 Kelly 31 Adorno 32 Maslow # $ 33 Lewin 34 Cacioppo # 35 Zimbardo 36 Frijda # 37 Hubel # $ 38 Gardner # 39 Klein 40 Luria 41 Spitz 42 Kohlberg $ 43 Wittgenstein 44 James # 45 Turner # 46 Kahneman 47 Bandura # $ 48 Hewstone # 49 5 Brown 50

6 Una popolazione ipotetica stratificata per età Strati Campionamento casuale stratificato N. nella popolazione N. nel campione anni anni anni 70 + anni Totale

7 Campionamento a più stadi Popolazione Bambini di anni di età (solo scuola pubblica) Ambito del campionamento Elenco dei Provveditorati locali Elenco delle scuole all interno dei Provveditorati selezionati Elenco delle classi all interno delle scuole selezionate Elenco dei bambini all interno delle classi selezionate Procedura di campionamento Step 1 Si prende un campione casuale dei Provveditorati Step 2 Si prende un campione casuale delle scuole all interno di ciascuno dei Provveditorati selezionati Step 3 Si prende un campione casuale delle classi all interno di ciascuna delle scuole selezionate Step 4 Si prende un campione casuale di alunni di anni di età da ciascuna delle classi selezionate. 7

8 Campionamento per quote Percentuali di una popolazione ipotetica appartenenti a cinque fasce di reddito. Fascia di reddito Percentuale della popolazione in ciascun gruppo 1 Euro Euro Euro Euro Euro

9 EFFETTI DELL ORDINE E DELLA SEQUENZA EFFETTO DELL ORDINE E dovuto all ordine in cui i soggetti sono sottoposti alle condizioni sperimentali, indipendentemente dalla specificità delle condizioni stesse. EFFETTO DELLA SEQUENZA E dovuto alla parziale dipendenza di una condizione sperimentale da quella che l ha preceduta. Viene chiamato anche effetto residuale perché indica un cambiamento temporaneo o permanente del comportamento del soggetto per una precedente esposizione ad uno o più trattamenti sperimentali. 9

10 CONTROLLO DEGLI EFFETTI DELL ORDINE E DELLA SEQUENZA RANDOMIZZAZIONE DELL ORDINE DELLE CONDIZIONI RANDOMIZZAZIONE A BLOCCHI ogni condizione viene applicata una volta casualmente ma all interno di ognuno dei due blocchi (per esempio: BCDA ADCB e non AABC). CONTROBILANCIAMENTO INVERSO per esempio: ABC CBA CONTROBILANCIAMENTO INCOMPLETO Quadrato latino non bilanciato Quadrato latino bilanciato 10

11 Quadrato latino non bilanciato A B C D B C D A C D A B D A B C Quadrato latino bilanciato A B C D B D A C C A D B D C B A 11

12 EFFETTI DI DISTURBO EFFETTI DOVUTI ALLA SITUAZIONE DI RICERCA EFFETTI DOVUTI AL SOGGETTO EFFETTI DOVUTI ALLO SPERIMENTATORE 12

13 Ambiente come oggetto-stimolo Ambiente fisico Caratteristiche di richiesta Tempo Durata nel tempo degli effetti del trattamento o della stabilità dei risultati della ricerca Ora della giornata in cui ha luogo la prova Durata delle prove Istruzioni EFFETTI DI DISTURBO DOVUTI ALLA SITUAZIONE DI RICERCA Scritte / Orali 13

14 CONTROLLO DEGLI EFFETTI DOVUTI ALLA SITUAZIONE DI RICERCA Controllo nel laboratorio Messa a punto della situazione di ricerca Misura delle risposte Ripetizione della ricerca 14

15 EFFETTI DI DISTURBO DOVUTI AL SOGGETTO Selezione dei soggetti: i soggetti più facilmente avvicinabili (cavie di laboratorio, studenti, pazienti di vario genere, scolaresche...) hanno caratteristiche proprie, non facilmente generalizzabili all intera popolazione. Soggetti volontari e non volontari: i risultati delle ricerche condotte con soggetti volontari non sono facilmente generalizzabili all intera popolazione, dal momento che i volontari differiscono dalla popolazione generale per alcune caratteristiche (sono più istruiti, più socievoli, più ansiosi, più giovani, più disponibili a collaborare, più bisognosi di approvazione sociale, di livello socioeconomico più elevato...). Chi è il volontario? Ruolo ed effetti della ricompensa in denaro o altro 15

16 EFFETTI DI DISTURBO DOVUTI AL SOGGETTO Conoscenze e aspettative del soggetto Conoscenze psicologiche vere e proprie, al di là del loro grado di correttezza Conoscenze generiche sulle procedure sperimentali, per aver già collaborato ad altri esperimenti Conoscenze della procedura e del contenuto della specifica ricerca, per averne discusso con soggetti già sottoposti all esperimento 16

17 EFFETTI DI DISTURBO DOVUTI ALLO SPERIMENTATORE Effetti della presenza fisica dello sperimentatore /spettatore (vedi: effetto Hawthorne) Facilitazione delle risposte più semplici e/o conformistiche Facilitazione delle risposte già apprese Inibizione della fase di apprendimento Caratteristiche individuali dello sperimentatore: Caratteristiche fisiche (sesso, età, appartenenza etnica, condizione sociale) Caratteristiche di personalità (orientamento al controllo, stile interattivo, abilità espressive, bisogno di approvazione...) Stati emozionali del momento 17

18 EFFETTI DI DISTURBO DOVUTI ALLO SPERIMENTATORE Effetti delle aspettative e delle conoscenze dello sperimentatore Effetto delle aspettative (expectancy effect), visto come funzione delle motivazioni personali e professionali. Errori involontari in fase di pianificazione della ricerca, di rilevazione, di analisi e di interpretazione dei dati. Errori sistematici legati ai propri comportamenti (sorrisi e sguardi, tensione del corpo, tono di voce, presentazione non uniforme delle istruzioni, sottolineatura di date parole, dilatazione pupillare, movimenti della testa, scelta delle parole nelle istruzioni o domande). Errori di osservazione, di registrazione e di calcolo dovuti a: lettura errata dei test, codifica poco precisa del 18 comportamento, scarsa esperienza..

19 CONTROLLO DEGLI EFFETTI DOVUTI AL SOGGETTO E ALLO SPERIMENTATORE Automazione (registrazione) Osservatori e valutatori molteplici Procedimenti singolo e doppio cieco Creazione di un contesto adeguato 19

20 VALIDITA ESTERNA Si ha VALIDITA ESTERNA se la relazione riscontrata tra le variabili oggetto di una data ricerca è generalizzabile a soggetti, situazioni, tempi, luoghi diversi da quelli sperimentali. TIPI DI VALIDITA ESTERNA Validità di popolazione Validità temporale Validità ecologica 20

21 VALIDITA DI POPOLAZIONE Possibilità di generalizzare i dati dal campione alla popolazione, cioè all universo delle persone su cui lo studio si è focalizzato. VALIDITA TEMPORALE I risultati della ricerca rimangono stabili nel tempo, cioè mantengono la loro validità anche in altri momenti. VALIDITA ECOLOGICA Generalizzabilità dei risultati anche ai contesti della vita quotidiana. 21

22 MINACCE ALLA VALIDITA DI POPOLAZIONE Scarsa rappresentatività del tipo di soggetti utilizzati (ad es. studenti universitari o soggetti volontari) Inadeguate procedure di campionamento MINACCE ALLA VALIDITA TEMPORALE Variazioni stagionali (seasonal variation): cambiamenti che avvengono nella popolazione ad intervalli regolari. Tempo fisso (fixed-time) Tempo variabile (variable-time) Variazione ciclica (cyclical variation): dipende dall organismo dei soggetti. Variazione personologica (personological variation): cambiamento delle caratteristiche degli individui nel tempo. 22

23 COME OTTENERE LA VALIDITA ESTERNA Ripetizione della ricerca ( attendibilità) Rappresentatività dei soggetti sperimentali ( validità di popolazione) Ripetizione esatta dell esperimento a distanza di tempo ( validità temporale) SUGGERIMENTI PER AUMENTARE LA VALIDITA ESTERNA Usare misurazioni non intrusive Raccogliere i dati prima che i soggetti si accorgano che il ricercatore ha iniziato il suo lavoro di indagine Se eticamente possibile, non dire il vero motivo della ricerca Condurre la ricerca in situazioni naturali Ricorso a disegni complessi 23 Controllare gli effetti del pre-test sui dati della ricerca

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