Adolescenza; alimenti per crescere
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- Virginio Deluca
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1 Adolescenza; alimenti per crescere - Indagine conoscitiva - Note di commento Questionario In collaborazione con: anno
2 ABITUDINI ALIMENTARI Il primo dato che si evidenzia dall'indagine - realizzata su un campione nazionale rappresentativo di 2153 studenti (1103 maschi 1050 femmine) frequentanti la classe terza media inferiore - è che c'è ancora un 35% di adolescenti che non fa tutti i giorni la prima colazione: a "saltarla" sono in particolare le ragazze (meno del 60% la fa abitualmente e il 20% dichiara di non farla mai). A questo si aggiunge che meno del 60% fa lo spuntino di metà mattina e solo un terzo fa la merenda pomeridiana. Si tende quindi a concentrare l'alimentazione della giornata nel pranzo e nella cena e, di conseguenza, siamo ben lontani dai cinque pasti al giorno che pediatri e dietologi indicano come la migliore garanzia per un apporto calorico correttamente distribuito nell'arco della giornata e quindi ideale per prevenire sovrappeso ed obesità. E proprio per quanto riguarda pranzo e cena, gli alimenti consumati "tutti i giorni o quasi" da oltre il 60% degli adolescenti intervistati sono la pasta (69,6%) e il e (65,8%), mentre al di sopra del 50% troviamo la frutta (54,4%). Molto basso, invece, il consumo abituale di pesce (7,3%), con oltre il 30% che dichiara di mangiarlo raramente o mai. Il 40% ha un consumo pressoché quotidiano di verdure (ma oltre il 20% le mangia raramente o mai), mentre ogni giorno, nella dieta degli adolescenti intervistati, c'è del salume per il 32% e dei dolci per il 22%. Interessante osservare che i dati sono del tutto sovrapponibili a quelli di una indagine analoga effettuata dalla Società Italiana di Pediatria nel La pasta oltre ad essere l'alimento più consumato è anche l'alimento preferito (piace molto al 75,4%), seguita dalla carne (75%) dai dolci (70%) e dai salumi (68,6%). Anche la frutta è molto gradita da circa il 65%, mentre verdura e legumi sono al fondo della classifica (rispettivamente 35,8% e 25,8%). Dovendo descrivere le loro abitudini alimentari meno della metà (43,9%) dichiara di avere una alimentazione variata, mentre la maggioranza si divide tra chi dice di mangiare "sempre le stesse cose" (25,4%) e chi dice di mangiare "solo le cose che mi piacciono" (29,6%). In questo caso, confrontando i dati con quelli di analoghe indagini della Società Italiana di Pediatria del 2010 e del 2007 risulta diminuita la percentuale di chi dichiara di avere una dieta molto variata. Passando dai piccoli centri alle metropoli diminuisce la percentuale di chi dichiara di avere una alimentazione molto variata (46,4% vs 41%), probabile conseguenza della maggiore abitudine, nelle grandi città, a non avere un pranzo in cui si riunisce tutta la famiglia. Molti adolescenti, infatti, si preparano da loro il pranzo, non essendo in casa i genitori. La bevanda più utilizzata ai pasti è l'acqua minerale naturale (64%) seguita dall'acqua di rubinetto (27%) e dalla minerale gasata (24,6%).
3 LE DIETE FAI DA TE Si conferma la cattiva abitudine degli adolescenti (in particolare delle femmine) a seguire diete alimentare "autoprescritte". Ad aver già fatto una dieta è il 22% dei maschi e il 28% delle femmine (ma un ulteriore 17% dice di volerla fare). E solo un terzo di chi ha seguito una dieta si è affidato alle indicazioni di un medico: il 40% delle femmine ha deciso da sola cosa e quanto mangiare, mentre il rimanente 30% si è affidata a suggerimenti non professionali (genitori, amiche, TV, Internet...) SCELTE ALIMENTARI Ad accompagnare i genitori a fare la spesa alimentare sono prevalentemente le femmine (tra chi lo fa spesso e chi lo fa qualche volta si sfiora l'80%), ed è una abitudine prevalentemente diffusa al sud e nelle isole. La scelta, circa gli alimenti da acquistare, è prevalentemente condivisa fra genitori e figli (62,5%), La spesa si fa prevalentemente al supermercato (78,9) piuttosto che in negozi specifici (9,5) ma le percentuali differisco tra piccoli centri e grandi città e tra diverse aree geografiche. Il supermercato - pur rimanendo il riferimento principale per quanto concerne la spesa alimentare - perde terreno nei confronti del negozio specifico (panetteria, salumeria, macelleria...) passando dalle grandi città ai piccoli centri e dal nord al sud/isole. Lo stimolo ad acquistare un prodotto alimentare mai provato prima è dato in massima parte dall'induzione da parte di un amico/a che lo ha fatto assaggiare o ne ha parlato (82,3%), ma oltre il 60% si lascia anche tentare dall'averlo visto esposto in un supermercato o negozio. Molta meno influenza ha la pubblicità televisiva (35%) e soprattutto quella su Internet (5%). Pochissimo appeal hanno anche eventuali "raccolte punti" legate al prodotto (8%). Rispetto ad analoghe indagini effettuate negli anni passati perde "peso" il ruolo influenzante della pubblicità (sia televisiva che Internet). E sempre riguardo la pubblicità, l'88% ritiene che sia utile per far conoscere un nuovo prodotto, ma è anche consistente la percentuale (66%) di chi ritiene che senza pubblicità il prodotto costerebbe di meno. Solo un quarto degli intervistati collega la pubblicità alla qualità e solo il 16% afferma di potersi generalmente fidare di ciò che dice la pubblicità. ALIMENTI, QUANTO NE SO Relativamente ai principali alimenti, una percentuale di adolescenti che oscilla tra il 70 e l''80% (a seconda dell'alimento) sa correttamente rispondere se l'alimento in questione contenga in prevalenza proteine, vitamine o carboidrati, mentre il 20-30% da indicazioni del tutto errate.
4 Il 70% ha sentito parlare di alimenti OGM; il 44% ha un'idea corretta che cosa si intenda per "commercio equo e solidale", mentre solo il 16% sa individuare la definizione corretta di "filiera corta". Il 56% sa che i genitori sono attenti nel leggere le etichette dei prodotti alimentari con una percentuale che cresce considerevolmente se si passa dal nord al sud e alle isole. Riguardo lo "spreco alimentare" oltre la metà del campione dichiara di averne parlato (spesso o qualche volta) in famiglia e tra le possibili cause che possono favorirlo (indicate nel questionario) la più "gettonata" (30%) è stata "Per avere prezzi più bassi si comprano confezioni più grandi o maggiore quantità di prodotti alimentari che alla fine non si riescono a mangiare e si buttano". L'INFLUENZA DELLA FAMIGLIA. Estrapolando, nell'analisi dei dati, il sottocampione di adolescenti che afferma che i propri genitori sono abitualmente attenti alle etichette dei prodotti alimentari, e il sottocampione di adolescenti che dichiara di bere abitualmente a tavola acqua di rubinetto, troviamo che gli appartenenti a questi due sottocampioni, confrontati con il residuo del campione, hanno delle abitudini alimentari tendenzialmente migliori. Da una maggiore propensione ad avere abitualmente 5 pasti al giorno, ad un maggior consumo di pesce, frutta, verdura e legumi ai pasti principali, ad una maggiore propensione al consumo di prodotti freschi, piuttosto che confezionati, negli spuntini quotidiani. Inoltre, gli adolescenti appartenenti ai suddetti sottogruppi hanno maggiore abitudine ad accompagnare i genitori a "fare la spesa" e ad essere coinvolti nelle scelte dei prodotti alimentari e hanno maggiori consapevolezze circa i componenti (vitamine, proteine, carboidrati) presenti nei principali alimenti. Sono altresì più critici nei confronti della pubblicità riducendo (in percentuale) le affermazioni positive e incrementando quelle negative. Il medesimo lavoro di estrapolazione di un sottocampione è stato effettuato "isolando" gli adolescenti che avevano risposto correttamente alle domande relative al "commercio equo e solidale" e alla "filiera corta". Qui - confrontando le risposte con quelle del residuo di campione - le differenze (comunque in positivo) sono apparse molto più sfumate, ad eccezione della maggiore consapevolezza circa i componenti (vitamine, proteine, carboidrati) presenti nei principali alimenti, che è risultata anche in questo caso evidente. Volendo trarre delle conclusioni potremmo dire che l'influenza maggiore è determinata dagli stili alimentari e comportamentali familiari (il che è del tutto ragionevole considerata l'età del campione), piuttosto che da una maggiore conoscenza individuale (verosimilmente acquisita a scuola) su tematiche legate all'alimentazione.
5 Alcune differenze comportamentali nelle abitudini alimentari si evidenziano anche in relazione all'origine dei genitori (entrambi italiani o uno o entrambi stranieri). Gli adolescenti con entrambi i genitori italiani hanno una maggiore frequentazione con i fatidici cinque pasti quotidiani rispetto ai coetanei con uno o entrambi i genitori stranieri, che tendono ancora di più a concentrare l'alimentazione quotidiana in pranzo e cena. D'altro canto questi ultimi, a pranzo e a cena, hanno un consumo significativamente maggiore di frutta, verdura e legumi e nettamente inferiore di salumi (qui influiscono ovviamente influenze di tipo religioso). La pasta rimane l'alimento più consumato, ma perde molto terreno essenzialmente nei confronti del riso. In complesso, quelli che hanno almeno un genitore straniero dichiarano in percentuale maggiore di avere una alimentazione molto variata. Non cambiano significativamente i comportamenti familiari (indipendentemente dall'origine dei genitori) relativamente ai luoghi di acquisto dei prodotti alimentari (supermercato vs negozio specifico) né l'abitudine degli adolescenti ad accompagnare i genitori a "fare la spesa" e ad influire nella scelta dei prodotti da acquistare. Circa le "conoscenze" sulle tematiche legate all'alimentazione proposte dal questionario, gli adolescenti con entrambi i genitori italiani appaiono generalmente più ferrati. LA CUCINA ETNICA La cucina cinese risulta essere quella più sperimentata (37%), seguita da quella mediorientale (29,1%), giapponese (22,7%), indiana (16,6%) e africana (12,1%). Per quello che concerne il tasso di gradimento (rapportando, per ciascuna, la percentuale di chi l'ha provata con quella di chi l'ha gradita) al primo posto c'è la cucina mediorientale (tasso di gradimento 85%), seguita da cinese (75%), indiana (73%), africana (72%) e giapponese (71%). Lo scetticismo maggiore è rivolto, tra quelle proposte nella domanda, alla cucina africana (Il 49% non l'ha provata e non vuole provarla), mentre le cucine cinesi e mediorientali sono quelle verso la quali ci sono meno resistenze preconcette ("solo" il 30% di chi non le ha provate non intende nemmeno sperimentarle). A CENA CON GLI AMICI Per una sera a cena con gli amici tra le preferenze degli adolescenti la pizza resiste saldamente al primo posto (48,1%) seguita a distanza dal panino (Mc Donald's style) (31%), che però comincia ad essere insidiato da vicino, specie al nord, dal Kebab. Perde sempre più quota la "paninoteca" tradizionale, tanto di moda tra i giovanissimi degli anni '80 e '90.
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