TERMINOLOGIA TECNICA KARATE GLOSSARIO - A - AGE: sollevare, dal basso verso l alto. AGE ZUKI: pugno verso l alto. AGE GEIKO: allenamento del mattino.

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1 TERMINOLOGIA TECNICA KARATE GLOSSARIO - A - AGE: sollevare, dal basso verso l alto. AGE ZUKI: pugno verso l alto. AGE GEIKO: allenamento del mattino. ASHI KUBI KAKE UKE: parata con la caviglia uncinante. ATE WAZA: tecniche di percossa AWAZE ZUKI: pugni a U AGE UKE: parata contro attacco alto al viso 1 / 56

2 AGE UKE SHUBO UCHI: parata alta con l avambraccio a bastone. ASHI FUMIKAE: cambio di gamba ANTACHI WAZA: situazione iniziale di un movimento tecnico al suolo, quando uno degli avversari si trova in piedi (Tachi) e l altro in ginocchio (Suwari). AIUCHI: termine arbitrale usato negli incontri di Karate, quando ambedue i combattenti eseguono un attacco simultaneo con l impossibilità quindi di determinare chi dei due atleti ha colpito per primo. In tal caso non viene assegnato il punto a nessuno. ASHI: piede ASHI BARAI: spazzata di piede. ASHI WAZA: insieme delle tecniche di proiezione in cui vengono prevalentemente utilizzate gambe e piedi. ASHI GATANA: tracciante esterno del piede. ATEMI: colpo inferto sui punti vitali dell avversario utilizzando correttamente una qualsiasi parte del corpo atta ad offendere. AKA: un atleta dall altro. rosso. Termine utilizzato in fase di combattimento per identificare 2 / 56

3 ATENAI YONI: ammonizione senza penalità. L arbitro alza una mano chiusa a pugno, con l altra la copre, all altezza del petto e la mostra a chi ha commesso il fallo. ATOSHI BARACU: manca poco tempo. (30 secondi di combattimento). ASHIBO KAKE UKE: parata sulla gamba avversaria, con la propria gamba uncinante. ATATAMARU: riscaldarsi. Esercizi di scioglimento e di riscaldamento, praticati nel Dojo prima dell allenamento. - B - BU: guerriero - combattente. BARA TE: colpo col dorso delle dita BASSAI: inserire; Sai, fortezza. Penetrare nella fortezza. Nome attribuito ad alcuni Kata, offensivi, tipici degli stili Suri te e Tomari te di Okinawa. BU DO: via del guerriero. Il termine viene usato solitamente per indicare l insieme delle arie arti marziali giapponesi intese sia come tecniche di combattimento che come etica guerriera. BUSHI: guerrieri di nobili origini. 3 / 56

4 BUSHIDO: via del guerriero. Termine simile al BU DO. Usato soprattutto per sottolineare la morale che ogni guerriero di nobili principi era tenuto a rispettare. BO: bastone lungo. Da 160 cm. a 280 cm., costruito in legno duro ricavato per lo più dalla quercia. BOKUSEKI: arte giapponese della calligrafia, considerata coma una delle sette arti marziali tradizionali poiché richiede una profonda concentrazione, non disgiunta da una perfetta padronanza del gesto e una grande rapidità di esecuzione. - C - CHANSU o IKASU: sfruttare l opportunità CHOKU ZUKI: pugno diretto CHUDAN: parte media del corpo CHUDAN CHOKU ZUKI: pugno diretto alla sezione media del corpo. CHUDAN SHUTO UKE: parata media con la mano a coltello CHUDAN UDE UKE: parata con l avambraccio contro un attacco medio 4 / 56

5 CHOYAKU HANGEKI: contrattacco volante. CHUDAN GAMAE: guardia media. CHUDAN SOTO UKE: parata media dall esterno verso l interno. CHUDAN UCHI UKE: parata media dall interno verso l esterno. CHIBANA CHOSHIN: maestro di arti marziali di Okinawa ( ). Fu lui che nel 1920 modificò il nome di Shuri te in Shorin ryu. CHI MEI: colpo efficace, decisivo (Atemi), esso risulterebbe mortale se fosse portato a fondo. - D - DAN: uomo. Grado di esperto attribuito in Budo. Il Dan conferisce il diritto, a chi l ha acquisito, di portare la cintura nera, che manifesta il livello di conoscenza tecnica superiore raggiunto. I Dan nelle arti marziali tradizionali ( Budo) hanno un significato sia di gradi tecnici sia di gradi onorifici: - 1 Dan: è quello dello studente (Sen) - 2 Dan: titolo di discepolo (Go no sen) - 3 Dan: allievo già esperto 5 / 56

6 - 4 Dan: grado di esperto (Sen no sen) - 5 e 6 Dan: esperti di alto grado, spirituali (Kokoro) - a partire dal 7 Dan fino al 10 Dan: gli esperti si specializzano (divengono Iro kokoro) Solo i gradi di 9, 10 Dan hanno il diritto al titolo di Maestro. I gradi onorifici sono: Hanshi (più alto grado di perfetto controllo dello spirito), Kyoshi (esperti di 6 e 7 Dan che indica il livello di perfezione interiore) e Renshi (attribuito ai preticanti col 5 Dan e che attesta un perfetto autocontrollo psicofisico e la padronanza di sé). DAN ZUKI: pugno consecutivo. DO KYAKU: gamba che si muove. DO: movimento, attività. DE: avanzate. DEAI OSAE: sopprimere l attacco. 6 / 56

7 DE ASHI BARAI: spazzata del piede che avanza. Tecnica di proiezione. DE IAI: tecnica corretta con cui si sposta in avanti il proprio corpo in determinati attachi. DOJO: luogo ove si studia la via. Termine con cui si indicano le palestre ove si praticano le Arti Marziali. La differenza sostanziale fra DOJO e PALESTRA sta appunto nel fatto che nel dojo si ricerca soprattutto un miglioramento spirituale, base fondamentale per il successivo progresso fisico. DACHI: posizione del corpo. DAKI TE: posizione delle mani a uncino, utilizzata in attacco per colpire al volto. - E - EIDO TSUKI: (Morote Heiko Tsuki) tecnica di pugno frontale, eseguita con entrambe le braccia tra loro parallele. EMBUSEN: tracciato d esecuzione. EMPI: gomito. EMPI UCHI: percossa con il gomito. ENSHO: tallone. Viene anche detto KAKATO. 7 / 56

8 ENCHO SEN: prolungamento. L arbitro riapre il combattimento con il comando Shobu Hajime! - F - FUDO DACHI: posizione con le ginocchia piegate come nella posizione del fantino, i piedi vengono rivolti in un altra direzione. E nota anche come sochin dachi. FUMIKIRI: calcio tagliente. Variante del calcio spinto. FUMIKOMI: schiacciare al suolo. FUMIKOMI AGE UKE: parata alta rimontante con avanzamento del corpo. FUMIKOMI SHUTO UKE: parata col bordo della mano (Shuto), avanzamento verso l avversario. FUMIKOMI UDE UKE: parata con l avambraccio. FUMI WAZA: tecnica di schiacciamento, per colpo o compressione, di una parte del corpo dell avversario, eseguita con il piede ( Fumikomi) o con il pugno (Fumitsuki). FUMIKOMI: calcio battente. Variante del calcio spinto. Utilizzando la gamba perno e gamba di 8 / 56

9 sostegno, l altra viene caricata più in alto possibile e poi spinta con forza verso il basso entrando in contatto col suolo con tutta la pianta del piede. FUMIDASHI: consiste nel distendere vigorosamente la gamba perno mantenendo le anche alla stessa altezza e facendo scivolare con leggerezza l altra gamba. FUKUSHIKI KUMITE: doppio assalto in un Kata di combattimento FUNAKOSHI GICHIN: ( ) fondatore del Karate moderno. Creò lo stile shotokan. Egli modificò il significato del termine Karate, sostituendo al carattere ideografico Kara cinese quello simbolizzante il vuoto. FUSEGI: tecnica difensiva. - G - GAKA: agganciare o agganciamento. GAKU: diploma scritto rilasciato al Budoka, dopo l acquisizione di un grado (Dan). GANKAKU: Gru su una roccia. E il nome attribuito a uno dei Kata superiori dello stile Shotokan. GARI: falciare o falciata. 9 / 56

10 GAMEN TSUKI: tecnica di pugno all indietro, in cui si compie un movimento circolare del braccio, facendogli percorrere una traiettoria verso un bersaglio situato posteriormente. GEDAN: parte bassa del corpo. GAI WAN: bordo esterno della parte del mignolo. GEDAN BARAI: parata bassa. GERI o KERI: calcio. GERI WAZA: tecniche dei calci. GYAKU: opposto, rovesciato, inverso. Nel Karate le si utilizza generalmente per indicare una tecnica di attacco e parata portata con il braccio opposto alla gamba avanzata. GOSHIN DO: insieme di tecniche esclusivamente difensive. GAIWAN: porzione esterna dell avambraccio. GEDAN CHOKU TSUKI: pugno diretto alla sezione bassa. GEDAN KAKE UKE: parata bassa uncinante o a gancio. 10 / 56

11 GEDAN TENSHO UKE: parata bassa eseguita con il palmo della mano. GYAKU ASHI: posizione delle gambe opposta a quella delle braccia. GYAKU MAWASHI GERI: calcio circolare inverso. E possibile attaccare calciando dall interno verso l esterno. GYAKU ZUKI: tecnica di pugno con la mano situata sul lato opposto alla gamba anteriore. GYAKU HANMI: posizione semi frontale inversa. GYAKU KAITEN: rotazione inversa. GO NO SEN: prendere l iniziativa in ritardo. GONIN: cinque persone. GONIN GAKE: combattimento eseguito contro cinque avversari. GONIN NUKI: combattimento che necessita di cinque attacchi consecutivi per ottenere un punto. 11 / 56

12 GOSHIN: autodifesa. GOJUSHI HO: 54 passi Kata superiore dello stile Shotokan. Ne esistono due varianti, quella detta breve ( Gojushi ho Sho) e quella detta lunga Gojushi ho Dai). GOJU RYU: è lo stile di Karate in cui si alternano tecniche dure (Go) e tecniche Morbide (Ju), fu fondato nel 1930 da Miyagi Chojun ( ). In seguito ne è stato caposcuola Yamaguchi Gogen ( ), detto il gatto. Caratteristico di questo stile è il Sanchin dachi (posizione a clessidra) i cui spostamenti, di debole ampiezza, vengono eseguiti enfatizzando la respirazione. GO: cinque. GEDAN GAMAE: guardia bassa. GETA: zoccoli di legno leggeri, indossati dai giapponesi nelle giornate piovose. In karate, per potenziare la muscolatura delle gambe, vengono utilizzati dei Geta pesanti di metallo. - H - HEIAN KATA: forme della pace e della tranquillità. Nome attribuito ai cinque Kata fondamentali dello stile Shotokan, creati da Itosu Kensei, che li selezionò tra un considerevole numero di antichi Kata. 12 / 56

13 HANSOKU: perdente, fallo. Termine utilizzato nel Kumite libero per indicare il contendente che, per una infrazione al regolamento di gara, viene squalificato e dichiarato quindi perdente. L arbitro addita, con il suo indice con un angolo di 45, il volto di chi ha commesso il fallo proclamando la vittoria all avversario. HANSOKU CHUI: ammonizione con un ippon di penalità. L arbitro addita con il suo dito indice parallelamente al pavimento, l addome di chi ha commesso il fallo. HANTEI: giudizio. L arbitro chiama al giudizio fischiando con il suo fischietto e i giudici esprimono la loro decisione tramite le bandierine. HIKIWAKE: parità. L arbitro incrocia le braccia sul petto, quindi le stende sull esterno del corpo con le palme delle mani verso l alto. HIDARI: sinistra. HACHIJI UCHI: tecnica eseguita col dorso della mano (Haishu). HACHINOJI DACHI: posizione naturale a gambe divaricate HAISHU: dorso della mano. HAISHU UCHI: percossa con il dorso della mano aperta normalmente eseguita secondo una traiettoria diagonale dal basso in alto e dall interno all esterno. 13 / 56

14 HAISHU UKE: parata con il dorso della mano. HAISOKU: dorso del piede. HAITO: mano a dorso di coltello. La forma e la stessa della mano a coltello, ma se ne impiega la zona compresa tra la base del dito indice e la prima giuntura del pollice. HAITO UCHI: attacco eseguito con il bordo interno della mano. HAIWAN: porzione superiore dell avambraccio. HAIWAN NAGASHI UKE: parata deviante con la parte superiore dell avambraccio. HANGETSU DACHI: posizione a mezza luna. Simile alla posizione frontale nella disposizione dei piedi e alla posizione a clessidra nel modo di rivolgere le ginocchia verso l interno, oltre che in altri punti. Può essere considerata una via di mezzo tra le due. HANMI: posizione semifrontale in cui il tronco forma un angolo di 45 rispetto alla sua posizione frontale, mentre la faccia guarda in avanti. HARA: Ventre è il punto di equilibrio interno del corpo umano e la sorgente del soffio vitale (energia) che, teoricamente, si trova a circa 4 centimetri sotto l ombelico, tra questo e la colonna vertebrale. Può considerarsi il baricentro del corpo umano. 14 / 56

15 HARAI TE: spazzata veloce eseguita con la mano. HASAMI TSUKI: tecnica doppia di pugno a forbice, eseguita con entrambe le mani che convergono sul bersaglio. HASAMI ZUKI: pugni a forbice. I pugni seguono un traiettoria a semicerchio a partire dalle anche, prima verso l esterno, poi verso l interno. HEI KEN: tecnica di pugno in cui vengono utilizzate le dita piegate e il palmo della mano. HESEN KATA: serie di Kata eseguiti gli uni di seguito agli altri in successione. HEIKO DACHI: posizione naturale a piedi paralleli. HEIKO ZUKI: pugni paralleli. Tecnica generalmente diretta verso la regione intercostale al di sotto dei capezzoli. HEISOKU DACHI: posizione naturale a piedi uniti. HIJI o EMPI: gomito. HIJI ATE: percossa con il gomito. HIRAKEN: pugno con le nocche in avanti. Le dita sono piegate all interno fino a che le punte 15 / 56

16 toccano la base delle dita stesse e il pollice è premuto con forza contro l indice. HISHIGI: tecnica di rottura in cui il Karateka prova la sua potenza utilizzando di preferenza il pugno ( Ken), il bordo esterno della mano (Shuto) o i piedi (Koshi, Sokuto, Kagato). Per ottenere una maggiore efficacia, i Karateka si allenano per molto tempo a colpire sul Makiwara, per indurire e condizionare il tracciante esterno della mano ( Tegatana ) e il pugno ( Kento ). HITSUI GERI: tecnica di percossa eseguita col ginocchio. HIZAGASHIRA: o Hiza, Hitsui ginocchio. HIZA UKE: tecnica di parata eseguita, con movimento ascendente, dal ginocchio della gamba flessa. HIJI SURI UKE: parata scivolante col gomito. HIKI TE: mano che ritorna al fianco per preparare un nuovo attacco. HINERI NAGASHI: raki Uke. scivolata obliqua roteando il corpo internamente. Essa è opposta a Hi HIRA: piatto. Vengono così definite tutte le superfici piatte del corpo umano: palmo della mano, pianta dei piedi, ecc. 16 / 56

17 HAITO UCHI: colpo con la mano a dorso di coltello. HENKA WAZA: tecniche mutevoli. HIDARI WAKI GAMAE: guardia laterale sinistra. HYOCHI: ritmo. HACHI: otto. HAKAMA: sorta di larghi pantaloni, che fanno parte del costume tradizionale di cerimonia giapponese e che vengono indossati anche da alcune categorie di donne dette Miko (sacerdotesse) dei santuari Shinto. Haori: è la giacca a maniche ampie indossata sopra l hakama. - I - IBUKI: tecnica di respirazione sonoramente percepibile che parte dal ventre e che, principalmente per i praticanti di Karate è indispensabile per sopportare il dolore prodotto da un Atemi ; oppure quello conseguente a una tecnica di rottura. L Ibuki produce degli effetti equiparabili al kiai. 17 / 56

18 ICHIBAN: primo. In giapponese si utilizza questo termine per indicare tutto ciò che è di prima qualità, e che può applicarsi contemporaneamente sia a una cosa, sia a una disciplina di combattimento. Ichi: uno. ICHIBYOSHI: in un respiro (attaccare). IKKEN HISSATSU: uccidere con un colpo solo. IPPON: uno solo. Anche un punto netto. Abbinato al termine Kumite significa un solo attacco. Utilizzato come termine arbitrale. Lo si ottiene portando una tecnica di calcio o pugno che, pur essendo perfettamente controllata sul bersaglio, viene ritenuta dall arbitro potenzialmente capace di ferire o uccidere l avversario. IPPON KEN: pugno a una nocca. Dopo aver formato il pugno come nel seiken, si fa sporgere in avanti la giuntura di mezzo dell indice, mantenendola premuta con il pollice. IRIMI UKE: schivata laterale verso l esterno, su un attacco al corpo o al volto. - -J - JIIN: antico Kata della tradizione buddista, che veniva utilizzato dai monaci guerrieri per il loro addestramento. JION: riconoscenza del Buddha. E il nome di un antico Kata, pervenutoci attraverso i monaci guerrieri buddisti, che lo utilizzavano per il loro addestramento marziale. 18 / 56

19 JODAN: parte alta del corpo. JODAN GAMAE: guardia alta. JODAN AGE UKE: parata alta. JODAN CHOKU ZUKI: pugno diretto alla sezione alta. JU: morbido, flessibile, adattabile, armonioso. Ju : dieci. JUDO: la via della cedevolezza. Arte marziale non violenta e non offensiva creata nel 1882 da Kano Jigoro ( ), derivandone le principali tecniche dal Ju jutsu praticato dai Bushi. JU JUTSU: arte della cedevolezza. Tecniche di combattimento a mani nude elaborate in Giappone dai Bushi dell epoca Kamakura ( ), per consentire ai samurai di difendersi efficacemente anche di fronte a un avversario che possedesse ancora le sue armi. JUJI: incrociare, incrociato, croce. JUJI UKE: parata ad X. JUJI ASCHI: gamba perno. JISSEN: combattimento reale. 19 / 56

20 JOSOKUTEI: pianta del piede con le dita sollevate. JUN KAITEN: rotazione normale. JOGAI: uscita dal campo di gara. L arbitro indica con il suo indice con un angolo di 45, il limite del campo di gara dal lato di chi ha commesso il fallo. JOGAI KEIKOKU: seconda uscita dal campo di gara. All avversario viene assegnato un Waza ari. JOGAI HANSOKU CHUI: terza uscita dal campo di gara. L arbitro usa due segnali. Con la mano e dice: Aka (o Shiro) Jogai Hansoku Chui prima indica con l indice il limite del campo di gara dal lato di chi ha commesso il fallo, poi l addome di questi. JOGAI HANSOKU: quarta e ultima uscita dal campo di gara. L arbitro proclama la vittoria dell avversario, dicendo: Aka (o Shiro) Nokachi. JIYU KUMITE JIYU IPPON KUMITE: combattimento semilibero ad un attacco. Uno dei due partner, dopo aver dichiarato genericamente la sezione del corpo scelta come bersaglio, attacca improvvisamente, l altro para e contrattacca. Entrambi sono liberi di applicare tutte le tecniche che conoscono. JIYU NIHJU KUMITE: combattimento semilibero a due attacchi. 20 / 56

21 JIYU SAMBON KUMITE: combattimento semilibero a tre attacchi. JIYU KUMITE: combattimento libero. - K - KANKU: guardare verso il cielo, saluto al sole. Antico Kata da cui furono ricavati gli attuali Heian e Pinan. Si distinguono due forme di Kanku, quella lunga ( Dai) e quella corta (S ho ). KEIKOKU: ammonizione con penalità di un Waza Ari in Sanbon Shobu. L arbitro addita con il suo indice i piedi di chi ha commesso il fallo formando un angolo di 45. KYU: livello inferiore nelle arti marziali, al di sotto della cintura nera. I praticanti graduati in kyu sono detti Mudansha (senza Dan). KYUDAN: insieme di gradi inferiori (Kyu) e superiori (Dan) attribuiti nelle arti marziali. KYO KU SHIN KAI KAN: associazione giapponese di Karate. Questo stile, con connotazioni marcatamente sportive, creato nel 1955 da Masutatsu Oyama (1923), è una variante dello stile Goju ryu. Esso è una forma molto dura ed efficace di Karate, basata sulla forza e sullo spirito zen, in cui le posizioni sono naturali e le tecniche eseguite in rapida successione, per ridurre la resistenza dell avversario. Attribuisce grande importanza agli esercizi respiratori e utilizza delle tecniche pericolose, quindi vietate dal Karate do, ma che si dimostrano di grande efficacia nel combattimento reale. KIKEN: abbandono. L arbitro indica con l indice verso il concorrente. 21 / 56

22 KEMPO: la via del pugno. Arte marziale cinese di combattimento senz armi, introdotta a Okinawa intorno al Quest arte cinese era originale per le sue tecniche di pugno, forti e veloci, e per gli agili spostamenti delle gambe durante il combattimento. KENDO: via della sciabola, via della spada. Arte marziale (Budo) del maneggio della sciabola, spada (Ken). Questa disciplina di combattimento era praticata sin dall antichità da tutti i guerrieri giapponesi (Bushi) e dopo il XIII secolo, dai Samurai. La pratica del Kendo ha per obbiettivo quello di plasmare lo spirito e il corpo, di sviluppare uno spirito risoluto. KEN: pugno. Vi sono sei tipi di pugni. KENSETSU GERI: tecnica di calcio eseguita lateralmente sul ginocchio dell avversario. KENTSUI: pugno a martello. Viene chiamato anche Shutsui (mano a martello). I colpi vengono effettuati con la parte inferiore del pugno. KENTSUI UCHI: percossa col pugno a martello. KENSHIKAN: stile di Karate analogo allo Shito ryu, praticato soprattutto in Giappone nella regione di Kyoto. Si basa soprattutto sullo studio dei Kata e la loro applicazione e interpretazione. KESA GERI: tecnica di calcio eseguita in diagonale, trasversalmente. KACHI MAKE: combattimento di gara che deve terminare obbligatoriamente, con una vittoria per ippon. In tal caso il vincitore viene detto Kachite. 22 / 56

23 KIBA DACHI: posizione del fantino. Le gambe sono divaricate, i piedi sono paralleli con il peso distribuito in eguale misura su entrambi; le anche sono abbassate, il dorso è eretto e perpendicolare rispetto al suolo. KIME: concentrazione finale di potenza. Fissaggio della tecnica al momento del contatto. Contrazione Isometrica dopo una contrazione isotonica. KIZAMI ZUKI: pugno corto. Colpo improvviso distendendo con forza il braccio utilizzando la spinta delle anche e della gamba posteriore. KOBUSHI: tecnica di pugno mortale KO EMPI: piccola tecnica di percossa con il gomito verso l indietro, eseguita da distanza ravvicinata. KO HAKU SHIAI: competizione tra due squadre, quella dei Bianchi e quella dei Rossi, i cui componenti si affrontano singolarmente. KOKEN: tecnica di percussione (Koken uchi) eseguita con il dorso del polso flesso. KOKUTSU DACHI: posizione basata sulla gamba posteriore. I piedi sono distanziati tra loro ad angolo retto, la gamba posteriore è piegata mentre quella anteriore è leggermente allungata, i fianchi sono bassi e il tronco è in posizione semifrontale. Il peso è distribuito nelle seguenti percentuali: 30% sulla gamba anteriore, 70% sulla gamba posteriore. 23 / 56

24 KOSA DACHI: posizione a piedi incrociati. Heian 4. KOSHI: avampiede. KO BUDO: si attribuisce il termine di Antiche arti marziali alle arti marziali cosiddette minori. Questo nome si applica a tutte quelle discipline marziali che utilizzano delle armi non convenzionali. Le piccole scuole di Kobudo sono raggruppate nella Federazione giapponese Kobudo Shinko Kai. KUMADE: mano a zampa d orso. La dita ed il pollice sono piegate in modo che le punte tocchino il palmo. KUMADE UCHI: percossa con la mano a zampa d orso. KURU RUN FA: antico Kata che insegna la maniera di bloccare un attacco e di annullarlo. KIME WAZA: tecnica decisiva. KATA (KAHO): forma, sequenza tecnica. In tutte le arti marziali i Kata sono dei combattimenti immaginari, costituiti da movimenti e tecniche di base eseguiti in maniera lenta e corretta. Essi vengono studiati per meglio comprendere l essenza di uno stile e sono praticati sia per ottenere un perfezionamento tecnico sia per un motivo squisitamente estetico (la bellezza del gesto). Essi possono definirsi come la coreografia dell attacco e della difesa e le forme rituali delle tecniche e dei movimenti, mentre i Waza ne rappresentano l applicazione pratica il Do l aspetto spirituale. Tutti i Kata devono iniziare e terminare con un saluto ai maestri e ai suoi assistenti. 24 / 56

25 KATACHI: forma. KAMAEKATA: guardia. Dev essere tale da consentire il movimento in tutte le direzioni, sia in attacco che in difesa. KEN: condizione di attività. KEN NO SEN: prendere l iniziativa in anticipo. KERRI NUKE: attaccare di calcio spiazzando l avversario. KI: energia interiore. KI AI: unione delle energie, è il grido che dona la vita, considerato come la concretizzazione del principio attivo ( Aiki) dell universo. Esso è il grido emesso durante un attacco, il cui effetto, producendo delle vibrazioni della stessa natura di quelle dell avversario, sarebbe in grado di paralizzare per un istante le reazioni di quest ultimo, permettendo quindi una vittoria più agevole e sicura. KIKAKU: spirito. KOKJU: respirazione (ritmo). KAN: è importante mantenere lo sguardo su tutte le cose sia in ampiezza che in profondità. Vi sono 25 / 56

26 due modi di guardare: Kan e Ken. Kan è penetrare la vera natura delle cose, Ken è rimanere alla superficie dei fenomeni. KAKE: gancio a uncino. KAKA UKE: parata con il braccio o la mano a gancio. KANI BASAMI: forbice. KARIKOMI: penetrare. KIZAMI GERI: calcio improvviso. KUZUSHI: schiacciare, demolire. KAMAE: posizione naturale di guardia. KAMAE TE: posizione di guardia con le mani pronte ad attaccare e a parare. KARA: letteralmente vuol dire vuoto. In Karate si riferisce sia alle mani vuote cioè prive di qualsiasi arma, che alla mente, che durante il combattimento deve essere totalmente libera da pensieri e impressioni. KARATE GI: uniforme di combattimento per il Karate (erroneamente chiamato Kimono), 26 / 56

27 composta da un ampia giacca di cotone bianco e da un paio di pantaloni strutturalmente analoghi a quelli del Judogi, ma di un tessuto meno robusto rispetto a questo poiché il karategi non deve sopportare le sollecitazioni di un combattimento corpo a corpo in posizione eretta ( Tachi waza ) o al suolo ( Ne waza ). La cintura può essere percorsa, logitudinalmente, da un filo di colore rosso o bianco. KARATE DO: tutti i praticanti di Karate-Do tradizionale, a qualunque stile appartengano, tengono a rimarcare la qualifica di Do attribuita alla loro arte, per sottolineare che il loro Karate, con la ricerca della Via, costituisce un Budo a pieno titolo e si differenzia da stili di combattimento similari privi di una tale implicazione spirituale, eticae morale. KARATE SHINTO: scuola giapponese di Karate, fondata da Yamaguchi Gogen nel 1955 che amalgamava tra loro i principi dello Zen, dello Yoga, dello Shinto e del Karate do. Esso tende a trasformare la pratica del Karate in una sorta di religione spiritualista. KIHON: fondamentale. KURUWASATE KATSU: sconvolgere il ritmo. KUZUSHI: spazzata. KO SOTO GAKE: piccola falciata esterna. Tecnica di proiezione. KAGI ZUKI: pugno a gancio. Viene tirato con il gomito completamente piegato su dei bersagli laterali (plesso solare o fianchi dell avversario). 27 / 56

28 KAISHO: mano aperta. KAKATO: o ENSHO o KAGATO. Tallone. KAKE SHUTO UKE: parata agganciante con la mano a coltello. L avambraccio para dall interno verso l esterno con un movimento circolare. KAKE WAZA: tecnica d agganciamento. KAKIWAKE UKE: parata a cuneo rovesciato. Con un movimento dall interno verso l esterno, la parte esterna delle avambraccia esegue una parata o un allontanamento su di un pugno diretto al viso. KAKUTO: polso a testa di gru. La mano è piegata al massimo verso l interno (flessione palmare). KAKUTO UKE: parata con la mano a testa di gru. KEAGE: calcio frustato. KEITO: polso a testa di gallina. Mano piegata verso l esterno (flessione ulnare) con il pollice 28 / 56

29 verso l interno e le dita flesse. KEITO UKE: parata con la mano a testa di gallina. KEKOMI: calcio spinto. KALARIPAYAT: addestramento per il campo. Arte marziale indiana, molto antica, originaria del Kerala. Essa comprende tecniche a mani nude, simili a quelle del Karate e dello Aiki jutsu. KU: nove. KUMITE: combattimento. KUMITE KIHON IPPON KUMITE: combattimento prestabilito ad un attacco. KIHON SAMBON KUMITE:combattimento prestabilito a tre attacchi. KIHON GOHON KUMITE: combattimento prestabilito a cinque attacchi. - M - 29 / 56

30 MAE: avanti, frontale. MAWASHI: circolare. MIGI: destra. MOROTE: ambedue le mani. MAE EMPI UCHI: colpo di gomito frontale. MAE GERI: calcio frontale MAE HIJI ATE: colpo di gomito frontale. MAE GERI KEAGE: calcio frontale frustato. MAE GERI KEKOMI: calcio frustato a spinta. MAE TOBI GERI: tecnica di calcio frontale eseguita saltando verso l alto. MAEUDE DEAI OSAE UKE: parata con l avambraccio pressante. 30 / 56

31 MAEUDE HINERI UKE: parata con la rotazione dell avambraccio dall interno verso l esterno. MA ITTA: mi arrendo. Viene pronunciato dal combattente che si considera battuto (utilizzato nelle competizioni di Judo). MAKIWARA: tavola elastica in legno, per l allenamento del pugno, rivestita nella sua parte terminale di paglia intrecciata o di altro materiale idoneo, fissata al muro o direttamente infissa in verticale al suolo. In Giappone i Makiwara sono spesso costituiti di raffia intrecciata, incollata su una tavola di legno o avvolta attorno a un piccolo palo. MATA: parte interna della coscia. MAWASHI EMPI UCHI: colpo di gomito circolare. MAWASHI GERI: calcio circolare. MAWASHI ZUKI: pugno circolare. MAWASHI UKE: parata circolare. Termine utilizzato anche per definire un esercizio di riscaldamento, con le braccia sollevate, di flessione laterale del corpo. MIZU NAGARE: posizione dell avambraccio a flusso d acqua. Heian 5. MOROTE UKE: parata con l avambraccio rinforzato. MOROTE ZUKI: pugno doppio. Colpire contemporaneamente con entrambi i pugni 31 / 56

32 mantenendoli paralleli o perpendicolari tra di loro. MOROTE SUKUI UKE: parata a cucchiaio eseguita con entrambe le mani. MOROTE TSUKAMI UKE: parata con presa a due mani. MOSUBI DACHI: posizione naturale a piedi divaricati. Posizione del saluto. MA: distanza. MAAI: distanza utile da cui è possibile effettuare un attacco di pugno o di calcio, viceversa, è allo stesso tempo la distanza da cui con un minimo spostamento si può evitare un attacco. Il Maai idealmente significa mantenersi lontano dall avversario standogli il più vicino possibile. MAWASHI HIJI ATE: colpo di gomito circolare. MEIKYO: Kata dello Specchio chiaro, in cui lo spirito è in grado di riflettere la coscenza dell avversario. ME NO TSUKEKATA: direzione dello sguardo. Per non perdere di vista alcuna parte dell avversario occorre fissare lo sguardo come se fosse diretto verso un oggetto più lontano, quasi sfocandolo. MAWASHI SHUTO UKE: parata circolare con la mano a coltello. MIENAI: non visto. Termine dell arbitraggio utilizzato per indicare che l arbitro non ha visto 32 / 56

33 l azione di combattimento e quindi non può esprimere un giudizio in merito. MIGI WAKI GAMAE: guardia circolare destra. MIKAZUKI GERI: calcio crescente. Utile per parare con la parte interna del piede un pugno o un calcio. MONDO: riunione formale di un maestro di arti marziali e dei suoi allievi e discepoli nel Dojo, durante la quale, assieme, discutono sullo spirito del Budo. MOROASHI GARI: spazzata su entrambe le gambe. MUNEN MUSO: libero da idee e da pensieri. Munen muso no uchi: colpire senza pensieri ne idee. MURAKAMI TETSUJI: maestro giapponese di Karate (morto nel 1987), chiamato in Francia da Henri Plée per insegnarvi questa disciplina. Egli contribuì in maniera notevole allo sviluppo del Karate, stile Shotokan, poi stile Shotokai, in Francia e in Europa. ME NO KUBARI: lo sguardo. Mantenere lo sguardo su tutte le cose sia in ampiezza MUBOBI: ammonizione per mancanza di riguardo per la propria sicurezza. L arbitro punta l indice in aria, con un angolo di 60, dal lato di chi ha commesso il fallo. MUBOBI KEIKOKU: ammonizione con penalità di un Waza Ari. L arbitro utilizza 33 / 56

34 due segnali con la mano e dice: Aka (o Shiro) Mubobi Keikoku. Prima, usando l indice, indica, con un angolo di 60, dal lato di chi ha compiuto il fallo poi i piedi di questi. - N - NAGA ASHI: proiezione dell avversario per spazzata della gamba. NAGASHI ZUKI: pugno fluente. Può essere eseguito dalla posizione Hanmi mentre si avanza o si indietreggia a 45. NAGASHI UKE: parata deviante. NAIWAN: porzione interna dell avambraccio. NAI WAN: bordo interno dalla parte del pollice. NAKAYAMA MASATOSHI: esperto giapponese di arti marziali nato a Tokyo ( ), figlio di un medico militare; incontrò Funakoshi Gichin nel 1922 e studiò assieme a lui il Karate. In patria egli creò, assieme a Nishiyama, la Japan Karate Association (JKA), formata da numerosi e valenti esperti, che furono inviati in America e in Europa per diffondervi gli insegnamenti del Karate. Dopo la morte di Funakoshi, Nakayama organizzo i primi campionati di Karate in Giappone (Funakoshi aborriva ogni forma di competizione relativa al Karate) che riscossero un grandissimo successo. NAKADAKA KEN: chiamato anche Nakadaka ippon ken. Pugno con la nocca del dito medio. In questo pugno la giuntura di mezzo del medio sporge avanti e l indice e l anulare lo comprimono, il pollice preme a volta su queste due dita. 34 / 56

35 NAMI GAESHI: calcio a onda di risacca. Tekki 1 NEKO ASHI DACHI: posizione del gatto, leggermente raccolta, con il peso prevalente sulla gamba posteriore e con la gamba anteriore in appoggio sull avampiede. NIDAN GERI: doppio calcio volante. NUKITE: mano a lancia. Le dita sono tese e le punte sono leggermente piegate. NIHON NUKITE: mano a lancia con due dita. NI: due NI NO KOSHI NO HYOSHI: in due tempi. - O - OBI: cintura. Le cinture costituiscono il simbolo distintivo dei vari gradi nelle arti marziali. OI: avanzare. O SOTO GARI: tecnica di proiezione. Grande falciata esterna. 35 / 56

36 OSAE UKE: parata pressante. O UCHI GARI: tecnica di proiezione. Grande falciata interna. OKINAWA: grande isola dell arcipelago delle Ryu kyu, a sud del Giappone, è posta a metà strada tra l isola di Taiwan e le coste nipponiche. Essa fu resa celebre dagli aspri combattimenti che ebbero come protagonisti, nel 1945, americani e giapponesi. Questa isola, prima conquistata dai cinesi nel XVI secolo, poi dai giapponesi nel XVII secolo, fa attualmente parte dello stato giapponese. Cinesi e giapponesi durante la fase iniziale della loro occupazione dell isola, infransero la tenace resistenza degli isolani, con l interdizione, pena la morte, dell uso di qualsiasi tipo di arma da parte di chi non fosse appartenuto alle truppe di occupazione. I contadini e i pescatori di Okinawa, alcuni dei quali erano andati in Cina dove avevano appreso alcune tecniche di Kempo, trasformarono i loro attrezzi in vere e proprie armi e crearono dei metodi di combattimento particolari utilizzando Nunchaku, Tonfa, Sai Kusarigama, Kai, ecc. in abbinamento a tecniche a mani nude e di lotta corpo a corpo. Ogni villaggio o regione possedeva un proprio stile; tutti questi stili erano conosciuti col termine generale onnicomprensivo di Okinawa te. OKURI ASHI: spostamento in direzione dell avversario scivolando con entrambi i piedi. OI ZUKI: pugno lungo. Pugno con braccio corrispondente al piede che avanza. OSHIKOMI GERI: calcio pressante. OTOSHI EMPI UCHI o HIJI ATE: colpo di gomito verso il basso. OTOSHI UKE: parata dal basso verso l alto. 36 / 56

37 OTSUKA HIDENORI: fondatore ( ) dello stile Wado ryu di Karate. Con il suo stile egli enfatizzò l uso dell agilità e della morbidezza in luogo della sola forza, e si oppose sempre fieramente agli esercizi eseguiti al Makiwara, destinati a indurire alcune parti del corpo. La sua filosofia era quella di rendere il Karate essenzialmente una disciplina dello spirito. OJI KAESHI: parata di un attacco, con un immediato contrattacco come risposta. OYAYBI NUKITE: tecnica di punta eseguita agli occhi dell avversario con il pollice, e le altre dita della mano leggermente flesse. - P - PINAN: nello stile Wado ryu, Shito ryu e in altri, rappresentano in Kata di base, analoghi agli Heian no kata dello stile Shoto kan. - R - REN: collegare, combinare. REN GERI: di piede consecutivi. combinazione classica di Karate consistente in due attacchi 37 / 56

38 RENKO HO: tecniche d immobilizzazione delle breccia dell avversario, con una parata o una chiave articolare. RENSHI: colui che ha il controllo di sé. Titolo di esperto per una cintura nera di 4, 5 e 6 Dan, indispensabile per avere il diritto a divenire istruttore. REN ZUKI: pugno alternato. RENZOKU WAZA: tecniche in combinazione, continue. REY: saluto. RIKEN UCHI: tecnica di percossa eseguita col dorso del pugno, secondo una traiettoria circolare esterna. RYU: stile o scuola. REIMYO TOTE: termine utilizzato per rendere noto a tutti la potenza distruttiva del Karate, letteralmente vuol dire: Karate miracoloso. RENOJI DACHI: posizione a L. RYOSHO TSUKAMI UKE: parata a due mani con presa. RANDORI: combattimento nel Judo. 38 / 56

39 ROKU: sei. - S - SHIKKAKU: squalifica. L arbitro utilizza due segnali con la mano dicendo: Aka (o Shiro) Shikkaku. Prima indica con l indice il volto di chi ha commesso il fallo poi obliquamente su e dietro di se. L arbitro annuncerà con il gesto appropriato come precedentemente descritto: Shiro (o Aka) No Kachi!. SHOBU HAJIME: comincia il prolungamento. L arbitro è sulla sua linea. SHOBU SANBON HAJIME: comincia il combattimento. L arbitro è sulla sua linea. SHUGO: consultazione di Giudici. L arbitro fa segno con le braccia ai Giudici. SHINDO SHIZEI RYU: scuola fondata nel 1934 da Konishi Yasuhiro, un allievo di Funakoshi Gichin e Ueshiba Morihei, che enfatizzava lo sviluppo spirituale dei Karateka, con la pratica di un gran numero di Kata. SHITO RYU: scuola di Karate di Okinawa creata nel 1928 da Mubuni Kenwa ( ), che prevede un numero considerevole di Kata (circa cinquanta) e in cui la potenza fisica gioca un ruolo di primaria importanza. SHIZEN TAI: posizione naturale. Il corpo rimane rilassato ma potenzialmente pronto al 39 / 56

40 movimento per reagire a qualsiasi situazione. Le ginocchia sono rilassate e flessibili per poter scivolare istantaneamente in una posizione di attacco o di difesa. SHORINJI KEMPO: stile particolare di Karate concepito da dei religiosi Zen e utilizzato come completamento ai loro esercizi spirituali di non meditazione; esso può considerarsi come una miscellanza di Judo e Karate. SHORIN RYU KARATE DO: scuola di Karate creata nel 1830 a Okinawa da Mtsumura Sokon ( ), essa studia in maniera approfondita i Kata e la loro applicazione. SHOTOKAI: scuola di Karate creata a Tokyo verso il 1926 da Funakoshi Yoshitaka, figlio di Funakoshi Gichin. Essa cerca soprattutto di sviluppare lo spirito dei praticanti, trasformando il Karate più in arte di vita che in uno sport. SHUKOKAI: scuola di Karate coreografico creata nel 1948 da Tani Chojiro che si ispira a tecniche di Karate mutuate dal Goju ryu e dallo Shito ryu. I combattimenti, senz altro spettacolari, vengono praticati indossando maschere, parrucche e altri accessori. SHO SUKUI UKE: parata raccolta col palmo della mano. SHUBO: l avambraccio può anche essere così chiamato, letteralmente vuol dire braccio bastone. a SHUTO: taglio della mano a coltello. Le dita sono tese e contratte, si utilizza il bordo esterno del palmo sia per parare che per attaccare. SHUTO UCHI: percossa col taglio della mano a coltello. 40 / 56

41 SHUTO UKE: parata con la mano a coltello. SHUTSUI: mano a martello. SHUWAN: porzione inferiore dell avambraccio. SOKUBO KAKE UKE: parata con la gamba uncinante. SIKUMEN AWASE UKE: parata laterale combinata utilizzando ambedue le mani. SOCHIN: So violenza; Chin calma. Kata presente negli stili Shotokan e Shito ryu, un tempo chiamato Hakko. Le tecniche di questo Kata variano secondo gli stili, ma tutti sono imperniati sulla posizione di base Sochin dachi (posizione consolidata, vedi Fudo dachi) che permette l esecuzione della maggior parte delle tecniche d attacco e di difesa. Esso è uno dei Kata superiori dello stile Shotokan. SOKUTEI MAWASHI UKE: parata circolare con la pianta del piede. SOKUTEI OSAE UKE: pa rata pressante con la pianta del piede. SOKUTO : taglio del piede. SOKUTO OSAE UKE: parata pressante col taglio del piede. SOTO MAWASHI UCHI: colpo di taglio circolare, dall esterno verso l interno. 41 / 56

42 SANBON: tre attacchi. SANBON GERI: tre calci. SANBON ZUKI: tre pugni. SHOTO: soprannome del M Funakoshi. SHOTOKAN: stile di Karate creato e praticato dal M Funakoshi. SEI: quiete e movimento, inerzia e attività. SUN DOME: arrestare la tecnica appena prima del contatto con l avversario, un sun equivale a circa tre centimetri. SABAKI: tecnica di spostamento. SAGATE EMPI: percossa di gomito a livello basso. SAMURAI: classe di Bushi (guerrieri, Shi) al servizio di un nobile della corte imperiale, per la sua personale protezione (da cui il nome, Saburai, da Sa murai tenersi al lato, servire), e particolarmente addestrati nella pratica delle arti marziali. In seguito, il 42 / 56

43 nome di Samurai fu attribuito a tutti i Bushi di un certo rango, appartenenti a famiglie guerriere ( Buke ). Solo i Samurai avevano il diritto di portare le due sciabole. SAN: tre in sino giapponese. Suffisso onorifico di un nome che sta a significare, indifferentemente, Signore, Signora o Signorina.E anche detto Sama. SEN NO SEN: prendere l iniziativa in anticipo. SHIZEN KUMITE: combattimento naturale. SHOBU ZUYOSA: strappare la vittoria dalla morsa della sconfitta. SHUBO UCHI: percossa con l avambraccio a bastone. SOTO MAWASHI UKE: parata circolare col taglio della mano. SUBER IKOMI: scivolare nella guardia dell avversario. SURI UKE TSUKI: parata scorrevole con pugno. Deviazione del pugno dell avversario dall interno con un movimento scorrevole del gomito, attaccando contemporaneamente. SUTEMI WAZA: tecnica d emergenza. SANCHIN: esercizio respiratorio abbinato a movimenti di modesta ampiezza. Esso è anche un 43 / 56

44 Kata di base dell area Shorei. SANCHIN DACHI: posizione a clessidra. Gambe divaricate con un piede in posizione di poco avanzata rispetto all altro. Entrambe le ginocchia devono essere piegate e dirette all interno. Tendere l addome verso il basso mantenendo il tronco eretto e perpendicolare rispetto al suolo. SANKAKU: stile di Karate moderno, creato da Nambu Yoshinamo, che si sviluppò soprattutto negli USA e in Giappone negli anni settanta. SANKAKU TOBI: triangolo. Calcio triplo, eseguito saltando e diretto alla testa o al torace dell avversario. SANREN TSUKI: tre tecniche di pugno eseguite in rapida successione. SASAE UKE: tecnica di parata protratta nel tempo. SEIKEN: parte anteriore del pugno. Per colpire si utilizzano le nocche dell indice e del medio. SEI ZA: posizione assunta dai praticanti di arti marziali, prima dell allenamento o nell intervallo tra due fasi di esso, seduti alla giapponese sulle ginocchia o nella posizione del loto. In entrambi i casi la colonna vertebrale deve mantenersi verticale e la testa diritta, con le mani appoggiate sulle cosce o sulle ginocchia. posizione detta anche Zano. SENSEI: professore, nato prima. Titolo attribuito, con deferenza, a tutti coloro che hanno la reputazione di aver completato un loro importante opera. Nelle arti marziali questo titolo viene riservato al caposcuola o al fondatore di un Ryu o di uno stile: generalmente un 10 Dan. Nella pratica, però, il Sensei è colui che dirige un Dojo e, generalmente, un maestro di arti marziali. 44 / 56

45 SERYUTO: mano a sciabola cinese. Piegare la mano in modo da formare una curva con il polso. SERYUTO UKE: parata con la mano a sciabola cinese. SHAOLIN SI: tempio buddista cinese detto della piccola foresta, fondato, secondo la tradizione, nella regione di Henan sul monte Sonshan nel 496. Il monaco indiano Bodhidharma, secondo la tradizione, vi avrebbe soggiornato nella seconda metà V secolo, insegnando i principi indiani di combattimento senza armi, per permettere ai religiosi Chan di difendersi contro le aggressioni dei banditi da strada. SHI: Yon. quattro. SHIAI JO: termine equivalente a Dojo. Lo Shia jo ha le stesse dimensioni di un Dojo di Judo; in generale esso è costituito da una superficie quadrata di 8 o 10 mt. di lato, su cui vengono effettuati i combattimenti arbitrati. SHIKO DACHI: posizione quadrata. Posizione identica a quella del fantino (Kiba dachi), eccetto che i piedi sono diretti all infuori con un angolo di 45 ed i fianchi sono più bassi. SHIMPI TOTE: Karate misterioso. SHIHO WARI: tecnica di rottura di tavolette, eseguita con potenza, su quattro lati. SHITTSUI: ginocchio a martello. 45 / 56

46 - T - TORIMASEN: tecnica non valida (utilizzato anche per leggero contatto al viso). L arbitro incrocia la mani verso il basso. TSURI ASHI DACHI: posizione della gru. Posizione in piedi, in equilibrio su una gamba; il ginocchio dell altra gamba flessa è sollevato a livello delle gonadi. TSUZUKETE: combattimento. Ripresa del combattimento quando ha luogo una interruzione non autorizzata. TSUZUKETE HAJIME: ripresa del combattimento, si comincia! L arbitro, stando sulla linea, fa un passo in dietro in Zenkutsu dachi e avvicina le palme delle mani l una verso l altra. TSUZUKI: (Tsu tsuki). Porzione superiore del cranio (parte alta della fronte), che può servire come un arma in combattimento, più sconsideratamente, per effettuare tecniche di rottura. TAE KWON DO: Tae piede, Kwon, pugno, Do, via. Varietà coreana dei Karate, creata nel 1955 e derivata da antichissimi sistemi di allenamento delle arti marziali, un tempo riservato agli Hwarang (giovani nobili influenzati dalla dottrina confuciana), che si costituirono in associazione patriottica durante l unificazione della Corea sotto la dinastia di Silla (VI secolo). Attualmente è una disciplina sportiva la cui prerogativa principale è quella di essere eminentemente difensiva. Il combattimento di Tae kwon do utilizza un gran numero di tecniche di calcio, soprattutto saltate. TAI: corpo. TAIKYOKU NO KATA: Kata del corpo. Gruppo di sei Kata (Shodan, Nidan, Sandan, Yodan, 46 / 56

47 Godan e Rokudan quello di perfezionare le tecniche di base di uno stile di Karate. ), il cui scopo è TAI SABAKI: rotazione del corpo. TORI: colui che prende l iniziativa (porta un attacco) in un allenamento effettuato a coppie. TATAMI: materassine in paglia pressata ricoperta da una stuoia in paglia di riso intrecciata, con i bordi di robusto tessuto cucito. TATE EMPI UCHI: colpo di gomito verso l alto. TATE HIJI ATE: colpo di gomito verso l alto. TATE MAWASHI UCHI: percossa verticale. TATE SHUTO UKE: parata con la mano a coltello verticale. Portando l avambraccio dall interno verso l esterno, piegare il polso in flessione radiale con le punta delle dita verso l alto. Parata utile contro attacchi diretti al petto o al plesso solare. TATE ZUKI: pugno verticale. TE: mano. TEKKI: nome attribuito a una serie di tre Kata superiori, (Tekki Shodan, Tekki Nidan, Tekki Sandan ), eseguiti da soli o con un 47 / 56

48 partner. Essi hanno indiscussi rapporti con i Kata degli stili di Okinawa e della Cina del Nord ( Shaolin ), e un tempo venivano praticati stando a cavallo, da cui deriva la posizione ( Kiba dachi ). TEIJI DACHI: posizione a T. TEISHO: base della mano. Si forma dalla mano aperta flettendo completamente all indietro il polso. TEISHO AWASE UKE: parata con la palme delle mani combinate, cioè unite alla base della mano. TEISHO UKE: parata con la base del palmo. Utile per deviare l avambraccio o la gamba dell avversario. TEKUBI: polso. TEKUBI KAKE UKE: parata con il polso a gancio. TE NAGASHI UKE: parata deviante con la mano aperta. Utilizzata per deviare un pugno alto o parare un calcio circolare alto, la si effettua sul lato opposto al braccio che la carica. TE OSAE UKE: parata pressante con la mano. Utile per deviare attacchi di pugno diretti al tronco. TETTSUI: variante del Kentsui, viene detto martello di ferro. (Tetsui). 48 / 56

49 TOBI: salto. TOBO KOMI ASHI: tecnica consistente nel falciare le gambe dell avversario, saltandovi sopra. TOBI KOMI TSUKI: tecnica di pugno eseguita saltando verso l avversario (Shotokan) o avanzando semplicemente di un passo (stile Wado ryu ). TOBI GERI: calcio volante. TOBI YOKO GERI: calcio volante laterale. TOBI KONDE: avvicinandosi all avversario saltando con un doppio passo. TOKUI: particolare, favorito. TONFA: stretto bastone in legno duro, lungo dai 45 ai 60 cm. con un piolo infisso perpendicolarmente a circa 3/4 della sua lunghezza, per permettere una salda presa dell attrezzo, utilizzato soprattutto in agricoltura per praticare piccoli buchi nel terreno per piantare, oltre che per schiacciare i semi di soia e mondare il riso. Utilizzato dai contadini di Okinawa per proteggersi gli avambracci dai fendenti di sciabola e se ne servivano anche come valida arma offensiva. TOTE: chiamato anche Te, cioè mano, era un arte di autodifesa sviluppatasi da secoli ad Okinawa. 49 / 56

50 TSUKI: si intende il pugno diretto (choku zuki), nonostante ve ne siano numerosi altri tipi. TSUMASAKI: punta delle dita dei piedi. TEISHO UCHI: percossa con la base del palmo della mano. TACHIKATA: posizione. Si riferisce alla parte inferiore del corpo, anche e gambe, che trasporta letteralmente quella superiore. TSUKAMI UKE: parata a due mani con presa del braccio o della gamba dell avversario. TSUKKOMI: caricamento. TAI: condizione di quiete. Mantenere la mente in uno stato di quiete durante un combattimento. TAI NO SEN: in esso non si manifesta alcun movimento, dal Kamae ha origine un attacco frontale, e la difesa si adegua alle necessità della situazione. Ciò significa capire l avversario, rompere le sue difese ed attaccare. In questo caso viene prima la strategia poi la tecnica. TAITAI NO SEN: prendere l iniziativa sia col proprio attacco che quando l avversario attacca. - U - UKE: assorbire, parare, ricevere. E anche utilizzato per indicare, in un allenamento in coppia, colui che subisce l iniziativa. 50 / 56

51 UKE WAZA: tecnica delle parate. USHIRO: indietro. UCHI: percossa. UCHI UKE: tecnica di parata dall interno verso l esterno. UCHI HACHINOJI DACHI: posizione naturale a gambe divaricate all interno. I piedi sono rivolti internamente, formando un angolo di circa 45 con l asse sagittale antero-posteriore. UCHI MAWASHI UCHI: colpo di taglio circolare, dall interno verso l esterno. UCHI WAZA: tecnica di percossa. UDE: avambraccio. UECHI RYU: scuola di Karate originaria d Okinawa, fondata nel 1897 da un contadino, Uechi Kambun, che aveva studiato il Wushu in Cina sotto la direzione del M Zhu Shua. Questa scuola insegnava otto Kata di combattimento. UESHIBA MORIHEI: ( ) creatore dell Aikido, si interesso giovanissimo a tutti gli aspetti religiosi della setta buddista esoterica dello Shigon. 51 / 56

52 URAKEN: dorso del pugno. URAKEN UCHI: percossa con il dorso del pugno. URA ZUKI: pugno rovesciato. Colpire in avanti con la parte anteriore del pugno rivolgendo il palmo verso l interno o verso l alto. USHIRO EMPI UCHI: o anche denominato Ushiro hiji ate colpo di gomito all indietro. USHIRO KEKOMI: calcio all indietro spinto. UDE UKE: parata con l avambraccio. URAKEN YOKO MAWASHI UCHI: percossa orizzontale col dorso del pugno. UCHI ASHI BARAI: spazzata dall interno. UKE KIME: parare concludendo. UKE KIME ICHIJO: parata e Kime sono una cosa sola. UNSUKU: movimenti fondamentali delle gambe. USHIRO GERI: calcio all indietro. 52 / 56

53 USHIRO KAKATO BARAI: spazzata sul tallone posteriore. USHIRO MAWASHI GERI: calcio circolare all indietro. - W - WADO RYU: WA pace, accordo armonia; scuola della via dell armonia. Stile di Karate, basato sull esecuzione di movimenti naturali, che utilizza poche tecniche di calcio, fondato nel 1939 da Otsuka Hidenori ( ), discepolo di Funakoshi Gichin. Questo stile particolare, meno violento e spettacolare dello Shotokan, unisce i movimenti di base del Ju jutsu alle tecniche di schivata, enfatizzando un Karate in cui predominano la cedevolezza e la via dell armonia. WAZA ARI: termine arbitrale per indicare una tecnica di mezzo punto. WANTO: avambraccio. WASHIDE: mano a testa d aquila. raggruppare premendo assieme le dita fino a farle somigliare a un becco d uccello. WAKIBARA: termine utilizzato per indicare che la forza sprigionata dal braccio con cui si esegue un attacco sarà tanto maggiore quanto più vicino si terrà il gomito al lato del corpo. 53 / 56

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