INTERVENTI TERRITORIALI DI ORIENTAMENTO E PREVENZIONE
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- Ottaviana Fabiani
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1 Area Diritti dell Infanzia e dell Adolescenza. INTERVENTI TERRITORIALI DI ORIENTAMENTO E PREVENZIONE Commissione provinciale Affidamento Familiare con coordinamento provinciale, partecipazione di associazioni di famiglie, di rappresentanti comunali e del gruppo tecnico della AUSL allo scopo di promuovere una cultura dell accoglienza, tramite interventi di informazione formazione indirizzati a chiunque manifesti un qualche interesse rispetto a tale tematica e quindi l individuazione di famiglie disponibili all affido. Coordinamento in materia di maltrattamento, abuso e pedofilia gruppo interistituzionale coordinato dalla AUSL con associazioni di Volontariato, rappresentanti comunali e provinciali e gruppo tecnico aziendale in collegamento con la Prefettura allo scopo di promuovere una cultura rispettosa dell infanzia e delle sue esigenze. Si è intensificato il collegamento tra le varie Istituzioni impegnate anche al fine di facilitare il percorso delle segnalazioni e diffondere una cultura più attenta e sensibile al problema. Interventi socio educativi in favore dei minori a scopo di assistenza e prevenzione del disadattamento - sono organizzati a livello territoriale e consistono nell attivare azioni mirate ad incidere sui meccanismi di marginalità, disagio e devianza attraverso cambiamenti nelle relazioni tra persone, ambiente e istituzioni in modo da favorire la crescita personale e l avvicinamento alle opportunità presenti nel contesto territoriale. Consistono in interventi socio-educativi all interno di Gruppi Educativi Territoriali per ragazzi in età compresa fra i 6 ed i 14 anni. All interno di questi gruppi vengono inseriti ragazzi segnalati dai servizi e su questi predisposto un progetto educativo individuale. 103
2 Corsi di massaggio al neonato tesi a dare benessere al bambino ed in particolare ad instaurare un rapporto diretto positivo con la madre. Progetti educativi all interno delle scuole svolti dal Sert e dal Consultorio Giovani es. Educazione alla sessualita (64 incontri e 484 partecipanti) Educazione socio-affettiva (16 incontri e 120 partecipanti) Peer education (10 incontri e 14 partecipanti) Intervento in situazione di crisi (7 incontri e 26 partecipanti) ecc. Si tratta di incontri con i ragazzi e di incontri con gli insegnanti. Predisposizione e conduzione di momenti pubblici sulle tematiche minorili organizzazione di incontri sia per target professionale (es. insegnanti, pediatri ecc.) che aperti al pubblico in genere. Mediabus progetto che offre attività aggregativa su temi cari agli adolescenti (musica, video, informatica ecc.) direttamente sui luoghi di vita in collaborazione con le Associazioni e il Privato Sociale. Progetti di prevenzione del disagio giovanile in collaborazione con i Comuni e le forze sociali organizzate sul territorio. Centro d ascolto per adolescenti interventi di taglio psicologico con ragazzi non tossicodipendenti, ma che presentano problematiche legate all uso di sostanze. Accoglienza adolescenti (14 20 anni) al Consultorio Giovani per interventi psicologici ed educativi individuali legati a problematiche psico relazionali e/o sessuali. Elaborazione ed adozione di linee guida di intervento sull aiuto alle vittime minorili dello sfruttamento sessuale ed attivazione dell Osservatorio Nazionale Sulla Prostituzione Minorile (2000), avvio di due ricerche (finanziamenti ad hoc). PREMUR progetto triennale teso a far percepire la diversità come risorsa umana e a sostenere l integrazione dei minori immigrati e delle loro famiglie, tramite un azione congiunta con la scuola ed i mass media a livello culturale (aggiornamento professionale docenti) ed operativo (attività 104
3 con i ragazzi all interno della programmazione scolastica ed attività integrativa pomeridiana negli stessi plessi) in collaborazione con le Associazioni di Volontariato, il Privato Sociale, i Comuni nelle loro varie articolazioni e la Provincia ( ). Organizzazione di un corso di formazione sul grave maltrattamento ed abuso sessuale rivolto alle insegnanti coordinatrici dell educazione alla salute dei plessi elementari (anni ). INTERVENTI DOMICILIARI E DI SOSTEGNO FAMILIARE Affidamento familiare - Consiste nell inserimento di un minore in un ambiente familiare che lo accoglie e gli assicura mantenimento, educazione ed istruzione per un periodo di tempo determinato con la prospettiva del suo rientro in famiglia, quando vi sia un temporaneo impedimento o difficoltà all esercizio del ruolo genitoriale da parte del proprio nucleo familiare. Può essere diversificato con forme e funzioni diverse in relazione alle esigenze del minore: affido familiare a tempo pieno; affido familiare a tempo parziale (diurno); affido a parenti. L affidamento familiare a tempo pieno può essere consensuale o giudiziale (disposto dal Tribunale). L affidamento consensuale vede l accordo della famiglia di origine e di quella affidataria e l intervento del Giudice Tutelare che rende esecutivo l accordo ratificato da atto deliberativo dell Azienda USL. La famiglia affidataria riceve un contributo mensile dall Azienda. Per tutti i minori in affido l AUSL stipula apposita polizza assicurativa. Sostegno psicologico e sociale nel periodo di affidamento preadottivo Consiste nell accompagnare il bambino, che si trova in situazioni di abbandono morale e materiale da parte dei genitori o dei parenti tenuti a provvedervi (art. 8 Legge 184/83) nel percorso di inserimento nella famiglia adottiva, sostitutiva del nucleo familiare di origine, che lo accoglie e che diventa a tutti gli effetti la sua vera famiglia. Gli operatori hanno anche un compito istituzionale in questa materia: infatti, su disposizione 105
4 del Tribunale per i Minorenni svolgono funzioni di vigilanza sull andamento dell affidamento preadottivo del minore, al termine del quale sono tenuti a relazionare al Tribunale, mentre il tutore deve esprimere il proprio assenso all adozione stessa. Assistenza domiciliare educativa e di base - rivolta al minore in situazioni di disagio o di disabilità con la predisposizione di un piano educativo o di un piano assistenziale individuale con l obiettivo di integrare le competenze dei genitori. Visite vigilate predisposizione di uno spazio protetto con la presenza di un operatore per incontri fra figlio minore e genitore, su disposizione della autorità giudiziaria. Tutela dei minori in caso di non riconoscimento da parte della madre - al momento della nascita la madre può non riconoscere il proprio figlio: gli operatori ospedalieri denunciano la nascita all Anagrafe Comunale e segnalano il caso ai servizi territoriali, i quali inviano relazione alla Procura del Tribunale per i Minorenni che apre la Tutela a favore del minore e la stessa viene dal Giudice Tutelare affidata al Coordinatore Sociale dell Azienda USL. Gli operatori affidano temporaneamente il bambino ad una Casa Famiglia, dove permane per il tempo concesso alla madre per ripensarci (due mesi per il riconoscimento tardivo), quindi il bimbo viene dichiarato adottabile e velocemente consegnato a coppie dichiarate idonee all adozione su indicazione del T.M., che stabilisce l abbinamento bambino famiglia. Tutela dei minori in caso di abbandono morale o materiale, grave trascuratezza, maltrattamento e abuso Sono qui compresi anche gli interventi di vigilanza sulle condizioni di disagio familiare che espongono il minore a situazioni di rischio e pregiudizio, nonché quelli volti alla protezione del minore stesso. Può succedere di dover ricorrere all art. 403 C.P.C. qualora vi sia grave pregiudizio per il minore in situazione d urgenza. L attività nei casi di cui sopra si svolge in un rapporto di costante collaborazione con gli organi della giustizia minorile (Giudice Tutelare Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni Tribunale per i Minorenni), e può prevedere interventi diversi a seconda del progetto elaborato sul singolo caso. Agli operatori spetta il compito di approfondire i termini del disagio del minore e le sue connessioni con l ambiente di vita, specie in riferimento alla qualità delle relazioni con gli adulti significativi 106
5 (genitori o altre figure parentali) al fine di dare, attraverso interventi mirati, contenimento e risposta a quei bisogni disattesi dalla famiglia per difficoltà temporanee o per inadeguatezza. Gli interventi messi in atto tendono prioritariamente a mantenere il bambino nel suo nucleo d origine; se poi per la gravità della problematica familiare ciò risulta impraticabile, si procede a interventi sostitutivi alla famiglia d origine. Qualora l autorità giudiziaria reputi di dover sospendere o far decadere la potestà genitoriale, si apre la tutela che il Giudice Tutelare deferisce al Coordinatore Sociale. L esercizio della tutela giuridica comporta l amministrazione del patrimonio (successioni, vendite ecc.) e la determinazione delle scelte principali (studio, lavoro, interventi chirurgici ecc), oltre a tutto quanto concerne la vigilanza sulla vita quotidiana. Audizioni protette di minori su richiesta della Procura, presso saletta con specchio unidirezionale, con l ausilio di operatori sociali che interagiscono con i bambini facendo in modo che gli stessi parlino della loro esperienza in rapporto a reati commessi a loro danno. Interventi di vigilanza e sostegno nelle situazioni di minori che hanno commesso reati gli operatori sono tenuti a raccogliere tutti gli elementi di conoscenza sulle caratteristiche del minore imputato, della sua famiglia e del suo ambiente di vita affinchè l Autorità Giudiziaria possa adottare i provvedimenti più opportuni (inserimento in comunità, affidamento al servizio soc., messa alla prova ecc.) tra quelli previsti dal D.P.R. n. 448 del 1988 (Approvazione delle disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni). Può essere anche richiesta la partecipazione dell operatore sociale alle udienze penali. Il lavoro viene svolto in collaborazione con gli operatori del Servizio Sociale Minorile del Tribunale per i Minorenni, specie per quanto attiene la progettazione operativa di misure quali la messa alla prova (art. 28 del citato D.P.R.) che comporta la sospensione del processo e l affidamento dell imputato minorenne ai servizi minorili. Gestione delle emergenze rispetto a minori non accompagnati - con interventi di: - accoglienza temporanea di minori non residenti sprovvisti di mezzi di sussistenza; - ricerca degli esercenti la potestà al fine di un ricongiungimento familiare, laddove possibile, anche attraverso l individuazione e l attivazione dei Servizi del territorio di origine; - collegamento con il Servizio Sociale Internazionale. 107
6 Recupero e reinserimento sociale di minorenni dediti/e alla prostituzione - La problematica della prostituzione minorile impegna rispetto all accoglienza, protezione, cura, trattamento e inserimento sociale e lavorativo, o rimpatrio (ove è possibile), dei minori violati e sfruttati. Per ogni minore viene predisposto un progetto rivolto all acquisizione della propria autonomia. Attività di segretariato sociale INTERVENTI DIURNI - SEMIRESIDENZIALI L inserimento di minori nei centri diurni si prospetta come un intervento educativo che affianca quello familiare in casi molto particolari, in cui si ritenga non sufficiente l assistenza educativa domiciliare. Il più utilizzato diurno è quello offerto dal Ceis. INTERVENTI COMUNITARI E RESIDENZIALI Gli interventi messi in atto tendono prioritariamente a mantenere il bambino nel suo nucleo d origine; se poi per la gravità della problematica familiare ciò risulta impraticabile, si procede a interventi sostitutivi alla famiglia d origine qual è l affido familiare e/o l inserimento in comunità di accoglienza. Nella quasi totalità dei casi gli inserimenti di minori presso strutture residenziali sono disposti su provvedimenti di allontanamento dal nucleo familiare emanati dalla autorità giudiziaria. Sono utilizzate le Comunità Educative (Casa Clementini, Casa Flaminia, Casa Borgatti) e le Case Famiglia, a seconda della tipologia del caso, dell età del minore e dell utenza già esistente nella struttura. Si fa ricorso anche a strutture fuori provincia, qualora non vi sia disponibilità sul territorio. L inserimento in struttura viene sempre considerato temporaneo, perché si tende a recuperare, ove possibile, la famiglia di origine, o far mutare l intervento in affidamento familiare. E evidente che ciò non è sempre possibile, in quanto alcuni ragazzi, soprattutto se giunti in struttura in età preadolescenziale od adolescenziale segnati da esperienze molto negative, rifiutano il modello familiare. In forte crescita l inserimento in strutture di madri con figli. 108
7 FORMAZIONE OPERATORI (anni ) Corso di aggiornamento professionale interno inter-settoriale LA CONDUZIONE DI GRUPPI CON LA TECNICA DEL GIOCO PSICOLOGICO SUL TEMA DELLA SESSUALITA, DELLA AFFETTIVITA, DEL DISAGIO, DEL MALTRATTAMENTO E DELL ABUSO SESSUALE AI DANNI DEI MINORI Vi hanno partecipato Psicologi, Assistenti Sociali, Assistenti Sanitarie, Ostetriche, Infermiere Professionali operanti nei Distretti di Rimini e Riccione e nei reparti ospedalieri di Pediatria e Ostetricia. Il corso si è svolto nel periodo novembre - dicembre 2001 in cinque giornate per un totale di 36 ore complessive; esso ha avuto una modalità prevalentemente esperienzale, finalizzata a far sperimentale ai partecipanti le tecniche di gioco che da tempo il Centro Studi utilizza per lavorare con modalità interattive sulla tematica della sessualità, dell ascolto, dell affettività e del disagio, con particolare riferimento alle problematiche del maltrattamento e dell abuso sessuale. Corso di aggiornamento professionale esterno ABUSO SESSUALE ALL INFANZIA: PERCORSI TERAPEUTICI Formazione presso la sede del CBM di Milano per n. 4 Psicologi e n. 1 Neuropsichiatra Infantile rispetto alla presa in carico terapeutica delle famiglie maltrattanti e/o abusanti ( n. 2 psicologhe) e rispetto alla valutazione/trattamento dei bambini vittime (n. 2 psicologhe e n. 1 Neuropsichiatra). Corso di aggiornamento professionale interno inter settoriale ACCOGLIERE UN BAMBINO AIUTANDO LE FAMIGLIE Iniziativa di formazione intersettoriale sul tema dell Affidamento Familiare di minori, alla quale hanno partecipato Psicologi, Assistenti Sociali, Educatori dei Distretti di Rimini e di Riccione, Assistenti Sociali operanti presso il Centro per le Famiglie del Comune di Rimini, un rappresentante dell Amministrazione Provinciale, e Famiglie Affidatarie e rappresentanti di Associazioni operanti nel settore dell affido, in un ottica di integrazione e costruzione di rete tra servizi pubblici e realtà del Privato Sociale. Il corso si è svolto nel periodo Febbraio 2001 Maggio 2001 in cinque giornate di 6 ore ciascuna, in forma seminariale ed è stato condotto dalla Prof.ssa Lia Sanicola dell Università di Parma e altri professionisti della Agenzia di Formazione METE di Milano. 109
8 Giornata seminariale sullo sfruttamento sessuale minorile organizzata ed attuata in collaborazione con Regione e Ministero, Forze dell Ordine e Magistratura per operatori pubblici e privati. Giornata seminariale aperta su Obiettivi e strategie per la tutela sociale e sanitaria dell infanzia organizzata ed attuata a livello locale per una conoscenza ed un confronto sulle attività realizzate dal pubblico e dal privato in ambito provinciale.
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