LINEE GUIDA INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA. Attività di formazione e sperimentazione nei distretti della Regione Liguria e della Regione del Veneto

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1 LINEE GUIDA INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA Attività di formazione e sperimentazione nei distretti della Regione Liguria e della Regione del Veneto

2 OBIETTIVI E METODOLOGIA

3 Obiettivi a) favorire la conoscenza reciproca dei partecipanti, delle finalità progettuali e degli obiettivi specifici del WP4. b) esplicare, esemplificare, portare al confronto rispetto alle specifiche realtà ed esperienze di riferimento, i contenuti delle linee guida di integrazione sociosanitaria c) favorire una riflessione specifica rispetto alla consonanza/divario dei contenuti delle linee guida rispetto alla propria realtà distrettuale di riferimento. d) favorire l analisi del posizionamento del proprio distretto, nell ambito dell azione di integrazione sociosanitaria dei servizi, rispetto :a) alle peculiarità delle aree rurali, b) al caregiver, c) all utente finale

4 Metodologia lezioni frontali questionari K J diagramma delle affinità benchmark

5 Distretti Liguri

6 Distretti Liguri

7 INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA NEI DISTRETTI Restituzione lavori di gruppo Benchmarking (3 distretti veneti,6 distretti liguri)

8 PUNTI DI FORZA VENETO Capacità di essere vicini ai territori (7 punti) Efficacia della formazione e degli approcci culturali comuni (7 punti) Integrazione (ospedale/territorio/cure domiciliari) e differenziazione (centri servizio) dei modelli organizzativi (6 punti) LIGURIA Esistenza di procedure integrate formalizzate (16 punti) Esperienza territoriale del management e competenze di integrazione (12 punti) Distretto forte (7 punti) Cultura dell integrazione presente negli operatori (7 punti)

9 PUNTI DI DEBOLEZZA VENETO Le famiglie sono in difficoltà nello svolgere un ruolo di interlocutore attivo (9 punti) I rapporti tra ULSS e Comune sono critici nelle decisioni e nell impiego di risorse (5 punti) Le procedure di accesso e valutazione non sono standardizzate ed efficaci (5 punti) Il contributo e la collaborazione dei/con i MMG è motivo di difficoltà (4 punti) LIGURIA Debolezza del sistema politico socio-sanitario (9 punti) Mancanza di competenze sociosanitarie nel personale (9 punti) Mancanza di budget di distretto (8 punti)

10 POSIZIONAMENTO DISTRETTI VALORE MEDIO STIMATO NTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA NEL DISTRETTO RISPETTO ALLE AREE RURALI: VENETO: 8,1 rispetto a 8,5 LIGURIA: 7,28 rispetto a 6,46 SERVIZI CAPILLARI MAGGIORE CONOSCENZA UTENTI E INTEGRAZIONE PROFESSIONALE IN AREE A BASSA DENSITA CRITICITÀ TRASPORTI, ELEVATI COSTI TERRITORIO ESTESO, DISPERSIVO,DIFFICILMENTE RAGGIUNGIBILE ELEVATI COSTI MANCANZA DI VOLONTA POLITICA DA PARTE DEI COMUNI DI ASSOCIARSI E PROGRAMMARE SERVIZI OMOGENEI

11 POSIZIONAMENTO DISTRETTI VALORE MEDIO STIMATO NTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA NEL DISTRETTO RISPETTO ALL UTENTE FINALE: VENETO: 8,1 rispetto a 6,1 LIGURIA: 7,28 rispetto a 7 PERMANERE DI ASPETTI DI SEPARATEZZA TRA SANITARIO E SOCIALE CHE OSTACOLANO LA PRESA IN CARICO GLOBALE DIFFICOLTÀ ALL ATTIVAZIONE DEL PUNTO UNICO DI ACCESSO PUA :ESPERIENZE IN ESSERE MA CARENZA DI PERSONALE ADEGUATO E RISORSE USO INAPPROPRIATO DELL UVM MMG FORTI DIFFICOLTA DI COLLABORAZIONE/INTEGRA ZIONE

12 POSIZIONAMENTO DISTRETTI VALORE MEDIO STIMATO INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA NEL DISTRETTO RISPETTO AL CAREGIVER: VENETO: 8,1 rispetto a 5,3 LIGURIA: 7,28 rispetto a 5,14 Oltre ai servizi SAD e ADI, in essere progetti di educazione del caregiver e progetti specifici (es verso familiari di malati di Alzheimer Oltre a SAD e ADI diverse attività in essere, ma le azioni non sono ancora integrate scarsa focalizzazione dell importanza del tema

13 LINEE GUIDA PER L INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA Dalle esperienze distrettuali...i punti chiavi

14 INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA :PUNTI CHIAVE DI SISTEMA AREA DI INTERVENTO SUL TERRITORIO E NELLE POLITICHE Dimensione omogenea del Distretto Sociosanitario e della Zona/Ambito sociale Piano del Distretto Sociosanitario integrato con gli interventi del Piano di Zona

15 INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA :PUNTI CHIAVE DI SISTEMA LE RISORSE FINANZIARIE Gestione integrata delle risorse finanziarie (fondo sanitario, fondo sociale, risorse proprie dell area distrettuale) Flessibilità del reimpiego delle risorse rispetto alle peculiarità distrettuali

16 INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA :PUNTI CHIAVE DI SISTEMA GLI STRUMENTI OPERATIVI Strumenti condivisi di valutazione multidimensionale dei bisogni Ruolo chiave dei MMG PAI (Piano Assistenziale Individualizzato) Aggiornamento del PAI PDTA (Protocolli Diagnostici Terapeutici Assistenziali) Procedure per il passaggio di «consegne» tra i soggetti della rete (compreso il caregiving familiare)

17 INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA :PUNTI CHIAVE DI SISTEMA SERVIZI E STRUTTURE MMG e Medici della continuità assistenziale Ospedali Dimissioni Protette Strutture intermedie Assistenza residenziale e semiresidenziale Servizio di assistenza domiciliare (SAD) Servizio di assistenza domiciliare integrata (ADI) CAREGIVING FAMILIARE P U N T O U N I C O D I A C C E S S O CAREGIVER PRIMARI Definizione del ruolo del caregiver e assistente familiare nel sistema integrato della cura e delle cure

18 INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA : PUNTI CHIAVE DI SISTEMA RISORSE UMANE Formazione e sviluppo di competenze per l integrazione dei dirigenti, dei quadri e degli operatori Ridefinizione dei percorsi formativi professionalizzanti rispetto all integrazione sociosanitaria Formazione dei caregiver CAREGIVER E ASSISTENTE FAMILIARE

19 INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA : PUNTI CHIAVE VERSO L UTENTE FINALE Punto Unico di accesso ai servizi sociosanitari Valutazione multidimensionale dei bisogni della persona (in relazione alla complessità del caso attivazione UVM) Sulla base dell analisi dei bisogni :Piano di Assistenza Individualizzato Condivisione del PAI con la persona e referenti familiari Identificazione del Caregiver familiare primario e del Case Manager Continuità assistenziale

20 INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA :PUNTI CHIAVE VERSO CAREGIVER PRIMARIO Informazione esaustiva sullo stato della persona, condivisione del PAI e definizione dei relativi ruoli e responsabilità Formazione al dare cura (educational care e formazione in situazione) e alle relazioni nella rete Piano Operativo e procedure per il passaggio di consegne Servizi di sollievo programmato ed emergenze Offerta di assistenza familiare nell ambito della rete Servizi di formazione e incontro per domanda e offerta di lavoro privato di cura Il volontariato a supporto del caregiver per sostenere la conciliazione

21 UNA BUONA PRATICA: IL CODICE D ARGENTO Modelli innovativi per la presa in carico del paziente anziano fragile nella transizione dall ospedale al territorio e dal territorio all ospedale

22 Codice d argento:obiettivo sperimentare per la popolazione "fragile" e/o non autosufficiente residente nei Distretti sociosanitari ASL 3 Genovese Valbisagno e Levante un ricorso appropriato e corretto al Pronto Soccorso e all'ospedalizzazione, offrendo alternative valide e tempestive alle esigenze di salute.

23 Snodi organizzativi 1. Nucleo di accoglienza al Pronto Soccorso Identificare i soggetti portatori di fragilità socio-sanitaria tra i pazienti che accedono al Pronto Soccorso e ricoverati in Medicina d'urgenza, affidando il paziente stesso, se ancora bisognoso di cure ospedaliere, al case-manager (assistente sanitario/infermiere) che opera nel reparto di degenza per patologie acute e/o Cure Intermedie Composto da personale sanitario (infermieri e/o assistenti sanitari) e sociale (assistenti sociali) con il compito di: Leggere il bisogno e definire i problemi avvalendosi dello strumento valutativo della Regione Liguria (Aged Plus) quale linguaggio comune in ospedale e territorio Segnalare il ricovero al Medico di Medicina Generale (MMG) e dallo stesso ricevere informazioni sul paziente Segnalare precocemente ai Servizi Territoriali i problemi del paziente al termine della fase acuta per la presa in carico e, contestualmente. ricevere informazioni tramite il collegamento con il sistema informativo territoriale Accogliere, informare ed orientare il paziente stesso ed il nucleo familiare sulle possibilità offerte dal territorio

24 Snodi organizzativi 2. Nucleo Integrato di Assistenza Tutelare Temporanea CNATT) Prestazioni di assistenza tutelare al domicilio della durata di un mese (6h o 12h/die a seconda del Profilo Assistenziale) mediante la disponibilità delle prestazioni di assistenti familiari regolarmente assunti dal paziente/familiare integrate con attività sanitarie domiciliari erogate dai servizi distrettuali ASL 3, secondo le procedure già in uso. Prestazioni di assistenza tutelare in residenza per la durata massima di un mese, svolte in Comunità di tipo Familiare, ed integrate, secondo le necessità del singolo ospite, da prestazioni sanitarie mediche, infermieristiche, riabilitative e specialistiche erogate dal personale distrettuale ASL 3 Genovese. L'accesso a tale struttura è previsto solo se la residenza del paziente non è adeguatamente funzionale all'intervento.

25 Snodi organizzativi 3. Servizio Medico di Guardia Domiciliare infrasettimanale per pazienti che non presentano caratteristiche di urgenza grave (codici bianchi e verdi) Riorganizzazione sperimentale del Servizio di Emergenza, integrando il Servizio di Guardia Medica notturna, prefestiva e festiva con tre Medici ad orario diurno, selezionati tra quelli in possesso di idoneità all'iscrizione negli elenchi dei MMG (triennio). Detto personale, in attesa delle chiamate da parte del 118 per le visite domiciliari, è chiamato ad integrare gli attuali dirigenti medici assegnati all'ambulatorio "Codici a bassa priorità" del P.S. permettendone l'attivazione sulle 12 ore, dalle 8 alle 20 (anzichè fino alle 14). La riorganizzazione, assegnata funzionalmente al 118, ha l'obiettivo di rendere intercettabili le chiamate del paziente al 118 e le richieste di aiuto rivolte al proprio MMG, momentaneamente non disponibile, facente capo alle Medicine di Gruppo dei due DSS, evitando l'accesso inappropriato al PS. Infatti, nel caso di richiesta diretta, il servizio 118, dopo la codifica del paziente, informerà prioritariamente il MMG e solo successivamente, se quest'ultimo risulterà impegnato, richiederà l'intervento del Medico di Guardia Domiciliare. A sua volta il MMG potrà chiedere al 118 l'intervento del Medico di Guardia Domiciliare, se riceve una richiesta di aiuto da un proprio paziente (fragile e/o non autosufficiente) cui non può dar corso per indisponibilità momentanea Se durante la visita il Medico di Guardia Domiciliare rileva problematiche anche di natura assistenzia le e tutelare, dovrà segnalare al paziente, d'intesa con il MMG, possibili prestazioni attivabili nel DSS (ad esempio intervento dei Custodi Sociali) e potrà fornire al paziente il numero telefonico di riferimento del soggetto imprenditoriale all uopo selezionato, per l'eventuale attivazione di servizi aggiuntivi (attivazione assistente familiare, disbrigo pratiche, sostituzioni.)

26 Codice d argento PERCORSO DEL PAZIENTE IN DIMISSIONE PROTETTA

27 L ESEMPIO DI UN «PERCORSO» PER IL SOSTEGNO E L IMTEGRAZIONE DEL CAREGIVING FAMILIARE L esperienza di Anziani e non solo

28 VALORIZZARE IL RUOLO: UNA GIORNATA DEDICATA AI CAREGIVER FAMILIARI per dare visibilita al ruolo, spesso invisibile, del caregiver familiare per far conoscere le attività territoriali a favore dei caregiver familiari per favorire una maggiore consapevolezza pubblica sulle tematiche del caregiving familiare per promuovere una azione sul piano individuale, sociale, di governo a sostegno dei diritti del caregiver familiari

29 LA RICERCA E LE TESTIMONIANZE La violenza agita e subita nella relazione di cura

30 L INFORMAZIONE

31 FORMAZIONE DEL CAREGIVER FAMILIARE

32 L ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO DI CURA Uno strumento base per concertare le attività ed effettuare la valutazione economica dell intervento

33 FORMAZIONE E VALIDAZIONE DELLE COMPETENZE DELLE ASSISTENTI FAMILIARI

34 SPORTELLI DI INCROCIO DOMANDA E OFFERTA LAVORO DI CURA Sono stati attivati sportelli per l incontro domanda-offerta assistenti familiari con il metodo Aspasia: EMILIA ROMAGNA: Distretto Terre D Argine -Campogalliano, Carpi, Novi, Soliera- Distretto di Ferrara Distretto di Cento Distretto di Codigoro Distretto di Copparo Polo di Bagnolo in Piano (RE) 15 Sportelli Sardegna 11 Sportelli Assap/Inforjob Puglia 9 Sportelli Assap/Inforjob Calabria 7 Sportelli Assap/Inforjob Campania 13 Sportelli Assap/Inforjob Sicilia

35 ASSOCIAZIONISMO DEI CAREGIVER FAMILIARI

36 accompagnare il percorso, offrire sostegno e formazione rafforzare i servizi per l impiego con particolare attenzione e capacità di valorizzare questo segmento Offrire percorsi mirati verso il volontariato (relazione di aiuto)

37

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