LA TERAPIA ELASTOCOMPRESSIVA NEL PAZIENTE PARAPLEGICO. Ciro Falasconi
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1 Ciro Falasconi Università degli Studi di Catanzaro Magna Graecia Scuola di Specializzazione in Chirurgia Vascolare Direttore: Prof. S. de Franciscis A.S.L. NA1 D.S.B. 53 Unità Operativa Assistenza Anziani Resp. Dott. L. D Urso Ambulatorio di Chirurgia e Diagnostica Vascolare
2 PARAPLEGIA Condizione di paralisi spastica o flaccida degli arti inferiori, estesa in modo variabile alla zona delle anche ed al tronco, secondaria a lesione midollare tra T2 e S5. Nella maggior parte dei casi secondaria a fratture o lussazioni vertebrali. In caso di lesioni acute: I fase: SHOCK SPINALE II fase: PARAPLEGIA SPASTICA in flessione o estensione
3 PARAPLEGIA Perdita motilità volontaria Perdita sensibilità Disturbi sensoriali Parestesie tipo formicolio, sensazioni soggettive di eccessiva tensione cutanea o di bendaggio stretto Esagerazione riflessi nocicettivi Disturbi autonomici incontinenza sfinterica con svuotamento automatico, alterazione sudorazione, piloerezione, turbe vasomotorie con edema e alterazione termoregolazione
4 PARAPLEGIA Problemi dal punto di vista vascolare: lesioni trofiche (da compressione etc.) edema aumento rischio TEV
5 PROFILASSI TEV IN PAZIENTI NEUROLOGICI LINEE GUIDA ACCP 2001 tus ischemico, Lesioni midollari: (plegia di un arto inferiore): eparina standard a bas dosi o EBPM, elastocompressione+ebpm (GRADO 1A tus emorragico o controindicazione agli anticoagulan I e/o elastocompressione (GRADO 1C+) urata della profilassi? Geerts et al. CHEST 2001; 119: 132S, modi
6 PROFILASSI TEV IN PAZIENTI NEUROLOGICI LINEE GUIDA ACCP 2004 lze elastiche a compressione graduata carsa efficacia nella prevenzione TVP prossimali ed EP MPRESSIONE PNEUMATICA NTERMITTENTE (CPI) ifficoltà per la compliance del paziente e disponibilità tudi di limitate dimensioni Pz. Ad alto rischio emorragico (Grado 1C+) Come aggiunta alla profilassi farmacologica (Grado 2A) Attenzione ad un uso corretto dei mezzi meccanici di profilassi, ed alla compliance del paziente (Grado 1C+) Geerts WH, et al. The Seventh ACCP Conference on Antithrombotic and Thrombolytic therapy. CHEST 2004; 126: 338S-400S
7 SPOSIZIONI SUI GRADI DI RACCOMANDAZION O Rischio/Beneficio Forza dell evidenza Raccomandaz Sicuro Studi randomizzati (RCT) Forte senza importanti limitazioni Sicuro Studi randomizzati Forte con importanti limitazioni* Sicuro Estrapolazioni da RCT o Forte prove schiaccianti da studi non randomizzati Sicuro Studi osservazionali Intermed Incerto Studi randomizzati Intermed senza importanti limitazioni Incerto Studi randomizzati Debole con importanti limitazioni* Incerto Studi osservazionali Molto Deb ati inconclusivi, errori metodologici Guyat, Chest 2001; 119:
8 Il paziente paraplegico e la triade di Virchow: RCOAGULABILITA Trombofilia, ASA, Alterazioni crasi ematica, iperviscosità za di trauma chirurgico, lo manovre invasive TROMBOSI STASI DANNO ENDOTELIALE Deficit pompa cardiaca Immobilità, farmac
9 ISIOLOGIA DELL ELASTOCOMPRESSIONE: IMPLICAZIONI CLINICH - Azione sul sistema venoso superficiale e profondo - riduzione del calibro venoso - chiusura valvolare - Azione sul ritorno venoso e linfatico - aumento della velocità di flusso - Azione sui tessuti - riequilibrio delle pressioni vigenti nell interstizio - Adesione dei trombi alla parete venosa - Azione sul microcircolo - riduzione delle ectasie venose capillari, dell edema interstiziale e dell ispessimento della membrana basale - Azione sulla coagulazione - aumento della fibrinolisi
10 LA TERAPIA ELASTOCOMPRESSIVA NEL PAZIENTE Controindicazioni per l elastocompressione in questi pazienti? Cute delicata e fragile; Disturbi sensoriali ed autonomici con assenza di risposta protettiva Lesioni trofiche (dermoipodermiti, linfangiti, LDD) Insufficienza cardiaca (FA) e rapide variazione precarico; Arteriopatia concomitante (ABI<0,5)
11 LASTICITA apacità di un materiale di contrastare la forza di allungamento e i riprendere la forma originale dopo stiramento, al termine della orza che lo ha determinato OGNI ALLUNGAMENTO DETERMINA TENSIONE Legge di Laplace P = T n/r h P = pressione esercitata sulla superficie cutanea T = tensione del tessuto elastico n = n. delle spire applicate r = raggio di curvatura della superficie compressa h = altezza della benda
12 VARIAZIONI DELLA COMPRESSIONE IN BASE ALLE VARIAZIONI DEL RAGGIO: Arti inferiori: struttura conica irregolare caviglia, gamba, coscia cresta tibiale, tendine di Achille solchi retromalleolari contrazioni muscolari
13 Tipi di elastocompressione BENDAGGIO Bende di fissaggio (cotone, mousse, crepe, ecc.) Bende Anelastiche (ossido di Zn): Bende a corta estensibilità (allungamento<70%) Bende a media e lunga estensibilità (allungamento>70%)
14 Tipi di elastocompressione Calze elastiche: classi di compressione Preventive <18 mmhg Terapeutiche: I classe mmhg II classe mmhg III classe mmhg IV classe >59 mmhg Antitrombo: 18 mmhg
15 aziente non deambulante: Calza Antitrombo Bendaggio fisso coesivo a media elasticità Bendaggio multistrato con benda a corta elasticità fissa associata a benda a media o lunga elasticità mobile. Compressione pneumatica intermittente Calza terapeutica Kl 1-2
16 LA TERAPIA ELASTOCOMPRESSIVA NEL PAZIENTE Elastic compression stockings for prevention of deep vein thrombosis (Cochrane Review) Amaragiri SV, Lees TA:The Cochrane Library, Issue 2, 2004 Analysis of these RCTs confirm that GSC are effective in diminishing th risk of DVT in hospitalised patients. Data examination also suggests that GSC on a background of another method of prophylaxis is even more effective than GCS on its own.
17 astocompressione a a misura di paziente!!! Pur nel rispetto delle tecniche più raffinate, rapportate alla patologia e rispettose della compliance del paziente, bisognerà ottenere un trattamento efficace, operatore indipendente e con un ottimale rapporto costo/beneficio.
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