MONITOR DELLE IMPRESE AGROINDUSTRIALI DEL NORD ITALIA

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1 MONITOR DELLE IMPRESE AGROINDUSTRIALI DEL NORD ITALIA LA CONGIUNTURA: CONSUNTIVO PRIMO SEMESTRE 2014 E PREVISIONI SECONDO SEMESTRE 2014 Daniele Marini COLLANA OSSERVATORI N. 3 OTTOBRE 2014 PROMOSSO DA REGIONE VENETO ASSESSORATO ALL AGRICOLTURA ASSESSORATO ALL ECONOMIA E SVILUPPO, RICERCA E INNOVAZIONE PARTNERSHIP REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA ASSESSORATO ALLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE, COMMERCIO, COOPERAZIONE, RISORSE AGRICOLE E FORESTALI

2 SOMMARIO UNA VISIONE D INSIEME 1. LA CONGIUNTURA: IL CONSUNTIVO DEL PRIMO SEMESTRE Il fatturato 1.2 L occupazione 1.3 Il costo delle materie prime 1.4 Il prezzo dei prodotti finiti 1.5 Le scorte di magazzino e la liquidità aziendale 1.6 La distribuzione, le vendite e gli incassi 1.7 L Indice di Performance IPER 2 2. LE PREVISIONI: UNO SGUARDO AL SECONDO SEMESTRE Il fatturato 2.2 L occupazione 2.3 I nuovi ordini 2.4 Gli ordini dall estero 2.5 Gli investimenti 2.6 L Indice di Fiducia IF 3. APPENDICE 3.1 Nota metodologica 3.2 Risultati COMMUNITY Media Research Nata nel 2013, Community Media Research è specializzata nella ricerca e nello sviluppo di nuovi strumenti e nuovi approcci d analisi, collegati alla comunicazione. Community Media Research rileva e analizza trend, andamenti e opinioni tramite indagini qualitative e quantitative, di mercato, e può fornire inoltre output sugli sviluppi attesi in ambito economico e sociale tramite un approccio innovativo di ricerche e data collection tramite il web. Oggi la tecnologia web consente, infatti, di strutturare un progetto di advisory, comunicazione o lobby conoscendo preliminarmente gli orientamenti della popolazione. Community Media Research, quindi, mette a disposizione delle imprese e degli enti pubblici e privati la possibilità di raccogliere informazioni e dati e di analizzarli internamente, così da procedere con progetti in linea con le aspettative degli stakeholders.

3 UNA VISIONE D INSIEME La rilevazione sul consuntivo del primo semestre 2014 per le imprese del settore agroindustriale del Nord Italia permette di sottolineare alcune dinamiche generali: - Nel complesso il settore ha conosciuto nei primi 6 mesi del 2014 una frenata nel processo di crescita. Il saldo 1 sul fatturato è pari a - 1,2 (era a +6,6 per il consuntivo del 2013), con un 25,6% di aziende che segnala una dinamica di crescita e un 47,6% di stabilità, contro un 26,8% in diminuzione. L occupazione presenta una sostanziale situazione di stabilità (76,4%), anche se il saldo fra aumenti e diminuzioni di personale si attesta a - 0,4. - La dimensione d impresa e l apertura sui mercati esteri, in generale, costituiscono le due variabili che discriminano il campione d imprese. - Sotto il profilo delle aree territoriali, il Trentino Alto Adige, il Veneto e il Piemonte appaiono le realtà dove le aziende manifestano le performance migliori. Viceversa, Liguria e Friuli Venezia Giulia evidenziano indicatori problematici. - Il settore della lavorazione della frutta e ortaggi, degli altri prodotti alimentari 2, appaiono i più dinamici, seguiti da quello delle bevande. - Assumendo il fatturato del primo semestre 2014 come indicatore principale, è possibile osservare come i punti sopra evidenziati siano confermati. Le imprese più piccole (fino a 9 addetti) manifestano un saldo pari a - 10,3 per i primi 6 mesi del 2014, mentre migliora al crescere della strutturazione delle imprese fino a giungere a +9,8 fra quelle con oltre 50 addetti. Le regioni con i migliori risultati sono il Trentino Alto Adige (+15,7), il Veneto (+11,0) e il Piemonte (+2,8). Fra i settori, gli altri prodotti alimentari evidenziano il risultato più brillante (+10,7), seguito dalla lavorazione della frutta e degli ortaggi (+8,4) e dalle bevande (+7,4). Le imprese che distribuiscono i loro prodotti solo in Italia hanno un saldo di - 18,3, mentre chi esporta sui mercati esteri fino al 20% sale a +9,7 e chi supera il 20% giunge a +24,2. - Il costo delle materie prime è aumentato per il 43,0% delle imprese. - Gli aumenti delle materie prime si sono tradotti solo in parte in un aumento dei prezzi sui prodotti finiti (17,3%). Tuttavia, le più penalizzate sono state le piccole imprese (fino a 9 addetti) che, a fronte dei costi, hanno mantenuto stabili i prezzi finali (73,1%) ben più delle più grandi (60,5%), riducendo così i loro margini. - Le imprese che operano esclusivamente sul mercato domestico sono il 50,4%, quelle che esportano fino al 20% (apertura flebile) sono il 26,0%, quelle con oltre il 20% di export (apertura sostenuta) sono il 23,6%. Il 70,4% delle attività più piccole (fino a 9 addetti) opera solo in Italia, mentre analogamente avviene solo per il 21,9% di quelle con oltre 50 dipendenti. Il settore delle bevande è quello più esposto sui mercati internazionali (70,5%), mentre il comparto dei prodotti da forno più di altri operano in ambito locale (64,2%). 3 1 Va rammentato che il saldo è la differenza fra le voci aumento e diminuzione, e non una variazione percentuale. 2 Comparto che raggruppa imprese attive in una pluralità di lavorazioni dalle caratteristiche assai diverse fra loro, dai mangimi per animali, ai piatti pronti e dietetici, dalla lavorazione del cacao e cioccolata alla confetteria, dalla lavorazione del tè e del caffè al riso, etc.

4 - - Le vendite delle imprese agroindustriali hanno per l 84,3% destinazione in Italia, il 10,6% nell UE, il 5,1% nei Paesi extra UE. Mentre le vendite in Italia, nel primo semestre 2014, hanno conosciuto un saldo pari a - 9,7, quelle verso l estero raggiungono quota +25,5. Complessivamente l Indice di Perfomance (IPER) per il primo semestre 2014 è positivo per il 22,4% delle imprese, stazionario per il 56,7%, negativo per il 20,9%, con un saldo complessivo di +1,5. Le previsioni per il secondo semestre 2014 sono improntate a segni tendenzialmente positivi: - Il fatturato conosce un saldo di +16,0. Anche le più piccole mostrano un aspettativa positiva (+6,1), ma sono soprattutto le più grandi (oltre i 50 addetti) a contribuire alla crescita (+35,1). Ancora una volta, il settore della lavorazione di frutta e ortaggi ha saggi positivi sopra la media (+23,9), assieme a quello degli altri prodotti alimentari (+18,6). - L occupazione è prevista sostanzialmente stabile (84,4%) e registra un saldo leggermente positivo (+1,0). - Gli ordinativi dall estero sono in campo decisamente positivo (+15,0), assieme a quello dei nuovi ordini che sembra provenire da un attesa positiva verso i consumi interni (+15,7). - Anche gli investimenti evidenziano un dato positivo attestandosi a un saldo di +10,5. - La costruzione dell Indice di Fiducia (IF) per il secondo semestre 2014 mette in luce come il 29,4% delle imprese agroindustriali del Nord mostri un orientamento ottimista, il 60,2% di stabilità e il 10,4% di pessimismo (saldo: +19,0). Le più fiduciose sono le imprese più grandi (oltre 50 addetti: +29,3), del Veneto (+29,2) e del settore della lavorazione frutta e ortaggi (+34,5), le più aperte ai mercati esteri (+33,2) e quelle con un Indice IPER del primo semestre 2014 più positivo (+54,6). Viceversa, le meno ottimiste sono le più piccole (fino a 9 addetti: +7,5), del Friuli Venezia Giulia (- 7,7), del settore del lattiero- caseario (+10,2), quelle che operano esclusivamente sul mercato domestico (+10,6) e hanno avuto un Indice IPER negativo (- 7,1) nella prima parte dell anno. 4

5 1. LA CONGIUNTURA: IL CONSUNTIVO DEL PRIMO SEMESTRE 2014 Le imprese del settore agroindustriale continuano a dimostrare performance economiche generalmente positive, persino migliori di altri comparti come il metalmeccanico, che costituisce la punta di diamante del manifatturiero italiano. È sufficiente rinviare alle dinamiche dell export e ai livelli crescita dell agroindustria per cogliere a pieno i risultati e le potenzialità di questa porzione di manifatturiero che caratterizza il Made in Italy 3. Ciò non di meno, il primo semestre del 2014, pur presentando ancora esiti positivi, evidenzia alcune difficoltà che coinvolgono in modo quasi trasversale l intero comparto. Si potrebbe affermare che la prima parte dell anno è caratterizzata da una crescita frenata Il fatturato Il 2013 si era chiuso complessivamente in modo positivo, con un lusinghiero saldo del fatturato pari a +6,6 4. Il primo semestre del 2014, invece, si caratterizza per un leggero saldo negativo (- 1,2): la quota di aziende che ha visto crescere (25,6%) e rimanere stabile (47,6%) il proprio giro d affari costituisce la maggioranza degli interpellati, mentre una situazione di difficoltà ha interessato un quarto delle imprese intervistate (26,8%). Il dato negativo, rispetto al consuntivo positivo del , è determinato più da una diminuzione delle aziende che segnalano un aumento del fatturato, piuttosto che da un aumento di quelle in situazione di difficoltà. Tab. 1 Rispetto al primo semestre 2013, quali sono stati nel primo semestre 2014 gli andamenti di: (val. %) AUMENTO STABILE DIMINUITO SALDO I SEM Fatturato 25,6 47,6 26,8-1,2 Occupazione 11,6 76,4 12,0-0,4 Costo materie prime 43,0 45,1 11,9 +31,1 Prezzi prodotti finiti 17,3 69,7 13,0 +4,3 Un analisi di dettaglio consente di osservare alcuni aspetti peculiari: - La dimensione d impresa continua costituire un fattore discriminante nel generare risultati positivi. Le imprese più piccole (fino a 9 addetti) evidenziano un saldo 3 Si veda ICE, L Italia nell economia internazionale. Rapporto ICE , Roma, Va rammentato che i dati di saldo costituiscono la differenza fra le voci aumento e diminuzione, e non una variazione percentuale. 5 La precedente rilevazione era la prima rilevazione sulle imprese agroindustriali del Nord Italia, quindi non esiste un riferimento analogo temporalmente. Il confronto con il 2013 è solo indicativo, poiché riguarda il consuntivo dell intero anno. Ciò non di meno risulta interessante utilizzarlo per avere una primo parametro di confronto. Per il consuntivo del 2013 e le previsioni del primo semestre 2014, rinvio a D. Marini, Monitor delle imprese agroindustriali del Nord Italia. La congiuntura: consuntivo 2013 e previsioni primo semestre 2014, Collana Osservatori n. 1, maggio 2014, Milano- Treviso, Community Media Research.

6 fortemente negativo (- 10,3), mentre al crescere della struttura migliora l indicatore fino a giungere a +9,8 per le colleghe con più di 50 occupati. A livello territoriale le regioni che maggiormente segnalano saldi più positivi sono il Trentino Alto Adige (+15,7), il Veneto (+11,0), mentre il Friuli Venezia Giulia (- 27,9), la Lombardia (- 12,3) e la Liguria (- 7,0) segnano una forte contrazione. I settori che raccolgono un fatturato più cospicuo sono quelli degli altri prodotti alimentari 6 (+10,7), della lavorazione della frutta e ortaggi (+8,4) e delle bevande (+7,4). Quest ultimo, però, conosce un rallentamento nella crescita rispetto al consuntivo del La diminuzione del saldo del fatturato, trova un primo riverbero nell occupazione che rimane largamente stabile, tant è che la differenza fra un incremento e una diminuzione degli occupati appare solo di poco negativa (- 0,4). Il costo delle materie prime è aumentato nel primo semestre del 2014, ma in misura inferiore rispetto al Ciò s è tradotto in un più contenuto incremento dei prezzi dei prodotti finiti, che aumentano assai meno che nel Segno che le imprese per mantenere una posizione competitiva sul mercato, a fronte di minori introiti, hanno ridotto i loro margini. 6 Tab. 2 Rispetto al primo semestre 2013, quali sono stati gli andamenti del fatturato nel primo semestre 2014: (val. %) AUMENTO STABILE DIMINUITO SALDO I SEM Fatturato 25,6 47,6 26,8-1,2 Fino a 9 addetti 20,7 48,3 31,0-10, addetti 23,2 50,1 26,7-3, addetti 30,8 44,3 24,9 +5,9 Oltre 50 addetti 32,2 45,4 22,4 +9,8 Nord Ovest 23,8 52,4 23,8 0,0 - Piemonte - VdA 24,3 54,2 21,5 +2,8 - Liguria 22,8 47,4 29,8-7,0 Lombardia 21,7 44,3 34,0-12,3 Nord Est 29,2 47,8 23,0 +6,2 - Trentino Alto Adige 37,3 41,1 21,6 +15,7 - Veneto 30,5 50,0 19,5 +11,0 - Friuli Venezia Giulia 14,0 44,1 41,9-27,9 Emilia Romagna 27,6 46,7 25,7 +1,9 Lavorazione carne e pesce 20,1 46,7 33,2-13,1 Lavorazione frutta, ortaggi, oli 36,6 35,2 28,2 +8,4 Lattiero- caseario 24,5 50,3 25,2-0,7 Prodotti da forno, farinacei 22,4 46,5 31,1-8,7 Altri prodotti alimentari 28,6 53,5 17,9 +10,7 Bevande 32,2 43,0 24,8 +7,4 6 È il comparto che raggruppa imprese attive in una pluralità di lavorazioni dalle caratteristiche assai diverse fra loro, dai mangimi per animali, ai piatti pronti e dietetici, dalla lavorazione del cacao e cioccolata alla confetteria, dalla lavorazione del tè e del caffè al riso, etc.

7 Un ulteriore elemento di discrimine è il grado di apertura sui mercati esteri. Le possibilità di sviluppo del fatturato, infatti, sono in stretta correlazione con questa dimensione. Abbiamo suddiviso l universo campionario utilizzando come proxi la quota percentuale di fatturato in relazione alla distribuzione delle vendite in tre fasce: quelle che operano esclusivamente in Italia e non esportano (mercato domestico); chi ha una quota di export non superiore al 20% (apertura flebile); infine, quante esportano oltre il 20% della loro produzione (apertura sostenuta). Assumendo questa tripartizione, otteniamo che la metà delle imprese intervistate opera esclusivamente sul mercato domestico (50,4%), quindi è totalmente soggetta alle dinamiche del consumo interno. Un quarto delle aziende (25,9%) ha un esposizione contenuta (apertura flebile) verso i mercati internazionali e una quota analoga (23,7%) evidenzia rapporti consolidati (apertura sostenuta). 7 Tab. 3 Fatturato e livello di apertura ai mercati esteri (I sem. 2014; val. %) LIVELLO APERTURA MERCATO DOMESTICO APERTURA FLEBILE (<20%) APERTURA SOSTENUTA (>20%) 50,4 25,9 23,7 Fatturato Aumentato 16,2 32,2 39,4 Stabile 49,3 45,3 45,4 Diminuito 34,5 22,5 15,2 Totale 100,0 100,0 100,0 Saldo - 18,3 +9,7 +24,2 Osservando il risultato del fatturato in rapporto al grado di apertura possiamo osservare come, rispetto al 2013 (erano il 50,9%), la quote di imprese propense a solcare i mercati internazionali sia rimasta sostanzialmente stabile nel tempo. Appare evidente come quanto maggiore è la possibilità di accedere ai mercati esteri, tanto più le performance economiche risultino positive. In modo speculare, il saldo di quante operano esclusivamente sul mercato domestico è pari a - 18,3, viceversa per chi si proietta all esterno in modo flebile si attesta a +9,7 e quante in modo più sostenuto salgono a +24,2. Di più, il confronto con i dati di consuntivo del 2013, evidenzia un aspetto di particolare interesse: un effetto di polarizzazione sul mercato che tende a dividere in misura crescente le imprese. Infatti, la quota di imprese che ha esclusivamente un mercato domestico tende a vedere peggiorare le proprie condizioni (era - 10,8 nel 2013). Viceversa, solo le aziende con un apertura ai mercati esteri sostenuta sembrano reggere il proprio livello competitivo (+28,9 nel 2013), mentre anche quelle che esportano in misura contenuta soffrono un peggioramento delle performance (+20,9 nel 2013). 1.2 L occupazione L andamento dell occupazione rappresenta un secondo indicatore di performance delle imprese. Se il 2013 si era chiuso con una situazione di sostanziale stabilità rispetto all anno precedente (+0,5), il primo semestre del 2014 porta un segno

8 leggermente negativo (- 0,4), sebbene la grande maggioranza dei titolari intervistati (76,4%) dichiari di avere mantenuto stabili i propri livelli occupazionali. Anche in questo caso, tuttavia, possiamo registrare alcune differenze significative: - Sono le imprese di dimensioni più contenute (fino a 19 addetti) a evidenziare un saldo negativo, mentre le classi dimensionali più grandi (sopra i 20 addetti) mostrano esiti positivi. Basti pensare che il 17,4% delle aziende con oltre 50 dipendenti ha assunto nel primo semestre del 2014 e in continuità con il Se il Veneto (+3,0) e il Trentino Alto Adige (+6,0) sono le realtà regionali con valori più positivi, il Friuli Venezia Giulia (- 15,0), la Liguria (- 5,2) e l Emilia Romagna (- 0,7) manifestano le situazioni più critiche. - I settori della lavorazione della frutta e ortaggi (+5,6) e degli altri prodotti alimentari (+4,4) trainano positivamente la media delle performance agroindustriali, mentre il lattiero- caseario (- 4,4) e la lavorazione della carne (- 2,2) portano segni negativi. Lo stesso settore delle bevande, che aveva avuto performance brillanti nel 2013, nel primo semestre dell anno manifesta una battuta d arresto sotto il profilo dell occupazione (- 0,8), pur registrando la quota più alta di stabilità occupazionale (80,8%). 8 Tab. 4 Rispetto al primo semestre 2013, quali sono stati gli andamenti dell occupazione nel primo semestre 2014: (val. %) AUMENTO STABILE DIMINUITO SALDO I SEM Occupazione 11,6 76,4 12,0-0,4 Fino a 9 addetti 7,4 79,8 12,8-5, addetti 9,0 78,2 12,8-3, addetti 16,2 73,1 10,7 +5,5 Oltre 50 addetti 17,4 71,9 10,7 +6,7 Nord Ovest 10,9 79,4 9,7 +1,2 - Piemonte - VdA 11,5 79,7 8,8 +2,7 - Liguria 8,6 77,6 13,8-5,2 Lombardia 9,7 77,0 13,3-3,6 Nord Est 13,5 74,4 12,1 +1,4 - Trentino Alto Adige 16,0 74,0 10,0 +6,0 - Veneto 13,7 75,6 10,7 +3,0 - Friuli Venezia Giulia 7,5 70,0 22,5-15,0 Emilia Romagna 11,8 75,7 12,5-0,7 Lavorazione carne e pesce 9,1 79,6 11,3-2,2 Lavorazione frutta, ortaggi, oli 22,5 60,6 16,9 +5,6 Lattiero- caseario 9,9 76,2 13,9-4,0 Prodotti da forno, farinacei 11,2 74,4 14,4-3,2 Altri prodotti alimentari 12,5 79,4 8,1 +4,4 Bevande 9,2 80,8 10,0-0,8 Come in precedenza, è possibile sottolineare una correlazione stretta fra il grado di apertura all internazionalizzazione e saldi positivi per l occupazione. Chi opera esclusivamente sul mercato domestico vede diminuire significativamente la propria

9 occupazione (- 7,4), viceversa chi ha un apertura sostenuta (>20%) su paesi esteri presenta un saldo largamente positivo (+12,5). 1.3 Il costo delle materie prime L aumento del costo delle materie prime nella prima parte del 2014 appare frenato (43,0%) rispetto al 2013 (61,1%), generando un saldo complessivo pari a +31,1 (era al +55,2 per il 2013). Sono in particolare le imprese di più ridotta dimensione (fino a 19 addetti) a denunciare l aumento maggiore e quelle situate nel Nord Ovest (+45,3). In assoluto, il settore più penalizzato è la lavorazione della frutta e ortaggi (+39,4), mentre i prodotti da forno registrano l incremento tendenziale più contenuto (+27,6). 9 Tab. 5 Rispetto al primo semestre 2013, quali sono stati gli andamenti dei costi delle materie prime nel primo semestre 2014: (val. %) AUMENTO STABILE DIMINUITO SALDO I SEM Costo materie prime 43,0 45,1 11,9 +31,1 Fino a 9 addetti 43,4 46,9 9,7 +33, addetti 46,0 42,7 11,3 +34, addetti 38,7 48,7 12,6 +26,1 Oltre 50 addetti 41,9 41,2 16,9 +25,0 Nord Ovest 53,9 37,5 8,6 +45,3 - Piemonte - VdA 52,6 37,7 9,7 +42,9 - Liguria 56,1 36,9 7,0 +49,1 Lombardia 42,0 45,6 12,4 +29,6 Nord Est 39,6 49,0 11,4 +28,2 - Trentino Alto Adige 46,0 40,0 14,0 +32,0 - Veneto 37,7 51,7 10,6 +27,1 - Friuli Venezia Giulia 40,5 47,6 11,9 +28,6 Emilia Romagna 38,2 46,8 15,0 +23,2 Lavorazione carne e pesce 42,7 49,2 8,1 +34,6 Lavorazione frutta, ortaggi, oli 50,7 38,0 11,3 +39,4 Lattiero- caseario 47,3 38,0 14,7 +32,6 Prodotti da forno, farinacei 40,5 46,6 12,9 +27,6 Altri prodotti alimentari 42,3 44,4 13,3 +29,0 Bevande 41,5 49,2 9,3 +32,2 1.4 Il prezzo dei prodotti finiti L aumento più contenuto dei costi delle materie prime si è riverberato nei confronti dei prezzi dei prodotti finiti, mettendo in luce però strategie diverse fra le imprese agroalimentari. In generale, i due terzi degli interpellati hanno dichiarato d aver mantenuto stabili i prezzi (69,7%, era il 61,1% nel 2013) e solo il 17,3%, invece, li ha aumentati. Il saldo complessivo ammonta così a +4,3. Tuttavia, tale comportamento non è generalizzabile. Mentre il saldo fra quanti hanno aumentato e chi ha diminuito si

10 assesta a +0,3 per le imprese di più piccola dimensione (fino a 9 addetti), lo stesso sale a +9,5 fra quelle di taglia più grande (oltre 50 addetti). In altri termini, mentre le più piccole per mantenere il proprio mercato hanno ristretto i margini, già peraltro esigui come s è potuto notare con i risultati sul fatturato, le più grandi hanno potuto essere più flessibili, fruendo di spazi maggiori in termini di distribuzione dei costi e utilizzando le economie di scala. Ciò non di meno, si assiste a un calo generalizzato su tutta la platea delle imprese. Gli aumenti maggiori si registrano soprattutto in Trentino Alto Adige (+54,0), mentre addirittura in due regioni (Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna) osserviamo un decremento dei prezzi: rispettivamente - 2,3 e - 5,2. Relativamente ai settori, mentre il lattiero- caseario ha ridotto i prezzi (- 4,7), le imprese ascrivibili alle bevande hanno manifestato il saldo più elevato: +18,8. 10 Tab. 6 Rispetto al primo semestre 2013, quali sono stati gli andamenti dei prezzi dei prodotti finiti nel primo semestre 2014: (val. %) AUMENTO STABILE DIMINUITO SALDO I SEM Prezzi prodotti finiti 17,3 69,7 13,0 +4,3 Fino a 9 addetti 13,6 73,1 13,3 +0, addetti 16,3 72,1 11,6 +4, addetti 18,8 67,7 13,5 +5,3 Oltre 50 addetti 24,5 60,5 15,0 +9,5 Nord Ovest 23,0 68,5 8,5 +14,5 - Piemonte - VdA 25,1 64,3 10,6 +14,5 - Liguria 16,1 82,1 1,8 +14,3 Lombardia 14,0 72,0 14,0 0,0 Nord Est 20,2 69,0 10,8 +9,4 - Trentino Alto Adige 24,0 76,0 0,0 +24,0 - Veneto 20,0 68,3 11,7 +8,3 - Friuli Venezia Giulia 16,7 64,3 19,0-2,3 Emilia Romagna 13,2 68,4 18,4-5,2 Lavorazione carne e pesce 14,3 67,6 18,1-3,8 Lavorazione frutta, ortaggi, oli 26,8 56,3 16,9 +9,9 Lattiero- caseario 18,9 57,5 23,6-4,7 Prodotti da forno, farinacei 13,7 77,1 9,2 +4,5 Altri prodotti alimentari 18,9 69,5 11,6 +7,3 Bevande 21,7 75,0 3,3 +18,4 1.5 Le scorte di magazzino e la liquidità aziendale Infine, ai titolari interpellati è stato chiesto di offrire un indicazione sul livello di scorte di magazzino e sulla liquidità aziendale. Nel caso delle scorte di magazzino, quasi i nove decimi (88,3%) le considera normali senza che si registrino particolari differenziazioni all interno del campione. Invece, la liquidità aziendale è considerata normale dal 77,4% degli intervistati e insufficiente dal 21,0%. Qui si registrano significative diversità. Com è facile intuire, il problema insiste maggiormente fra le più piccole (il 25,3% denuncia un insufficienza di liquidità, contro il 10,7% di quelle con oltre 50 addetti).

11 Ancora una volta, le imprese liguri (26,3%) e quelle friulane (39,0%) paiono più esposte alle difficoltà. Tab. 7 Giudizio sul livello delle scorte di magazzino (I sem. 2014; val. %) Scorte di magazzino IN ECCESSO NORMALI INSUFFICIENTI I sem ,2 88,3 6,5 Fino a 9 addetti 4,5 90,3 5, addetti 4,9 88,6 6, addetti 6,1 85,9 8,0 Oltre 50 addetti 6,0 87,3 6,7 Nord Ovest 6,1 90,4 2,3 - Piemonte - VdA 7,9 89,8 7,5 - Liguria 1,9 90,6 8,9 Lombardia 3,7 90,2 6,1 Nord Est 6,5 88,1 5,4 - Trentino Alto Adige 7,8 90,2 2,0 - Veneto 6,4 88,7 4,9 - Friuli Venezia Giulia 5,1 82,1 12,8 Emilia Romagna 4,5 85,5 10,0 Lavorazione carne e pesce 4,5 87,0 8,5 Lavorazione frutta, ortaggi, oli 5,6 87,4 7,0 Lattiero- caseario 10,3 82,1 7,6 Prodotti da forno, farinacei 3,0 90,6 6,4 Altri prodotti alimentari 6,1 88,2 5,7 Bevande 5,0 92,5 2,5 11

12 Tab. 8 Giudizio sul livello di liquidità aziendale (I sem. 2014; val. %) Liquidità IN ECCESSO NORMALI INSUFFICIENTI I sem ,6 77,4 21,0 Fino a 9 addetti 0,7 74,0 25, addetti 1,0 74,7 24, addetti 1,5 81,1 17,4 Oltre 50 addetti 5,4 83,9 10,7 Nord Ovest 1,7 79,8 18,5 - Piemonte - VdA 2,3 82,2 15,5 - Liguria 0,0 73,7 26,3 Lombardia 1,7 76,5 21,8 Nord Est 1,3 77,0 21,7 - Trentino Alto Adige 0,0 84,0 16,0 - Veneto 1,9 78,8 19,3 - Friuli Venezia Giulia 0,0 61,0 39,0 Emilia Romagna 2,2 76,4 21,4 Lavorazione carne e pesce 0,6 77,9 21,5 Lavorazione frutta, ortaggi, oli 2,8 81,7 15,5 Lattiero- caseario 2,1 79,3 18,6 Prodotti da forno, farinacei 2,1 70,0 27,9 Altri prodotti alimentari 2,0 80,3 17,7 Bevande 0,8 86,5 12, La distribuzione, le vendite e gli incassi Come già anticipato, abbiamo suddiviso le imprese intervistate in tre fasce: quelle che operano esclusivamente in Italia e non esportano (mercato domestico: 50,4%); chi ha una quota di export non superiore al 20% (apertura flebile: 26,0%); infine, quante esportano oltre il 20% della loro produzione (apertura sostenuta: 23,6%). Analizzando più in profondità il campione è possibile evidenziare i seguenti aspetti: - La dimensione dell impresa incide fortemente sulla capacità di esposizione. Se poco più di un quarto (29,6%) delle imprese fino a 9 addetti si rapporta complessivamente con i mercati oltre confine, tale soglia cresce progressivamente fino a giungere al 78,1% fra quelle con oltre 50 dipendenti. Dunque, si conferma una relazione diretta fra dimensione e capacità di internazionalizzazione. - La capacità di proiettarsi verso l estero è particolarmente evidente nelle imprese agroindustriali del Trentino Alto Adige (54,9%), del Veneto (56,5%) e del Piemonte (52,7%). Viceversa, al contrario, quelle più dedite al mercato domestico sono rinvenibili in Friuli Venezia Giulia (54,5%), Emilia Romagna (54,1%) e Lombardia (53,5%).

13 Tab. 9 Livello di apertura ai mercati esteri (val. %) Apertura a mercati esteri APERTURA FLEBILE APERTURA SOSTENUTA MERCATO DOMESTICO (<20%) (>20%) I sem ,4 26,0 23,6 Fino a 9 addetti 70,4 16,8 12, addetti 52,9 26,3 20, addetti 40,8 32,4 26,8 Oltre 50 addetti 21,9 31,7 46,4 Nord Ovest 48,3 21,9 29,8 - Piemonte - VdA 47,3 20,8 31,9 - Liguria 51,8 25,0 23,2 Lombardia 53,5 31,7 14,8 Nord Est 45,5 25,6 28,9 - Trentino Alto Adige 45,1 27,4 27,5 - Veneto 43,5 26,5 30,0 - Friuli Venezia Giulia 54,5 20,5 25,0 Emilia Romagna 54,1 23,7 22,2 Lavorazione carne e pesce 59,8 31,0 9,2 Lavorazione frutta, ortaggi, oli 31,0 31,0 38,0 Lattiero- caseario 56,3 33,1 10,6 Prodotti da forno, farinacei 66,2 15,7 18,1 Altri prodotti alimentari 38,6 31,5 29,9 Bevande 19,5 24,6 55, Il settore delle bevande (80,5%) assieme a quello della lavorazione della frutta e ortaggi (69,0%) e degli altri prodotti alimentari (61,4%) conosce la maggiore esposizione verso l estero, mentre le imprese dei prodotti da forno (66,2%), della carne (59,8%) e il lattiero- caseario (56,3%) vivono maggiormente del mercato domestico. Mediamente, l 84,3% della produzione delle imprese agroindustriali viene distribuito in Italia, il 10,6% nei paesi dell UE e il 5,1% raggiunge nazioni al di fuori dell UE. Ancora una volta, al mercato italiano guardano in particolare le imprese più piccole (fino a 9 addetti: 91,0%), mentre al crescere della dimensione il peso del mercato nazionale tende a diminuire (72,3% fra quelle con oltre 50 dipendenti), pur mantenendo comunque un ruolo di rilievo. Il mercato locale è particolarmente importante per le imprese liguri (82,8%), friulane (86,2%) ed emiliano- romagnole (86,5%), mentre incide relativamente in misura inferiore per quelle trentine (79,5%) e venete (79,5%). E così pure per quelle dei settori della lavorazione della carne (93,1%) e il lattiero- caseario (91,3%).

14 Tab. 10 Distribuzione vendite per mercato di destinazione (I sem. 2014; media; val. %) Mercati di destinazione ITALIA UE EXTRA UE I sem ,3 10,6 5,1 Fino a 9 addetti 91,0 5,6 3, addetti 85,2 10,6 4, addetti 82,9 11,9 5,2 Oltre 50 addetti 72,3 18,5 9,2 Nord Ovest 80,6 13,3 6,1 - Piemonte - VdA 80,0 13,6 6,4 - Liguria 82,8 12,3 4,9 Lombardia 89,4 7,5 3,1 Nord Est 80,4 13,8 5,8 - Trentino Alto Adige 79,5 16,0 4,5 - Veneto 79,5 14,3 6,2 - Friuli Venezia Giulia 86,2 8,6 5,2 Emilia Romagna 86,5 8,4 5,1 Lavorazione carne e pesce 93,1 4,7 2,2 Lavorazione frutta, ortaggi, oli 75,4 18,4 6,2 Lattiero- caseario 91,3 6,4 2,3 Prodotti da forno, farinacei 88,0 9,2 2,8 Altri prodotti alimentari 80,7 12,3 7,0 Bevande 65,7 21,5 12,8 14 L analisi delle vendite delle imprese agroindustriali mette in luce, una volta di più, le difficoltà dei consumi interni che attanagliano il nostro paese. Dopo un 2013 problematico, nel primo semestre del 2014 la tendenza non s è invertita. Anzi, le imprese hanno registrato una diminuzione delle vendite in Italia (29,9%) analoga a quella dello scorso anno (29,5% nel 2013). Per contro, tendono a diminuire quelle che segnalano un incremento (20,2%; era il 23,7% nel 2013), portando così il saldo a - 9,7 (era a - 5,8 nel 2013). Viceversa, le vendite all estero mettono a segno un saldo pari a +25,5, che però risulta più contenuto rispetto al 2013 (+39,6). Dunque, per un verso si conferma come l export costituisca l ancora di salvezza per il sistema produttivo. Tuttavia, anche la capacità di penetrazione sui mercati esteri nel primo semestre del 2014 si è dimostrata subire qualche contraccolpo. Nel dettaglio, è possibile osservare come: - Le uniche dimensioni d impresa che registrano un saldo positivo per le vendite sul mercato domestico siano quelle con oltre 50 addetti (+4,7, ma era +14,8 nel 2013), mentre tutte le altre portano un segno negativo, soprattutto fra le più piccole (meno di 9 addetti: - 15,8; leggermente migliore di quello registrato nel 2013: - 19,4). - Le regioni più penalizzate risultano ancora la Liguria (- 23,2) e il Friuli Venezia Giulia (- 11,3), mentre ne risente di meno il Veneto (- 1,9) e l Emilia Romagna (- 5,6).

15 - Va sottolineato come i settori più penalizzati siano quelli della lavorazione della carne e pesce (- 18,4) e il lattiero- caseario (- 12,8). Tab. 11 Qual è stato l'andamento di (I sem. 2014; val. %) AUMENTO STABILE DIMINUZIONE SALDO I SEM Vendite Italia 20,2 49,9 29,9-9,7 Vendite all'estero (totale) 39,4 47,0 13,6 +25,8 Vendite UE 37,4 49,6 13,0 +24,4 Vendite extra UE 38,4 48,7 12,9 +25,5 Tab. 12 L andamento delle vendite in Italia (I sem. 2014; val. %) AUMENTO STABILE DIMINUZIONE SALDO I SEM Vendite Italia 20,2 49,9 29,9-9,7 Fino a 9 addetti 14,8 54,6 30,6-15, addetti 20,1 48,2 31,7-11, addetti 22,3 46,9 30,8-8,5 Oltre 50 addetti 27,2 50,3 22,5 +4,7 Nord Ovest 15,5 57,2 27,3-11,8 - Piemonte - VdA 17,6 56,6 25,8-8,2 - Liguria 8,9 59,0 32,1-23,2 Lombardia 17,7 48,1 34,2-16,5 Nord Est 23,7 48,3 28,0-4,3 - Trentino Alto Adige 21,6 49,0 29,4-7,8 - Veneto 25,4 47,3 27,3-1,9 - Friuli Venezia Giulia 18,2 52,3 29,5-11,3 Emilia Romagna 23,6 47,2 29,2-5,6 Lavorazione carne e pesce 18,4 44,8 36,8-18,4 Lavorazione frutta, ortaggi, oli 27,8 40,3 31,9-4,1 Lattiero- caseario 20,8 45,6 33,6-12,8 Prodotti da forno, farinacei 21,6 48,7 29,7-8,1 Altri prodotti alimentari 17,1 59,0 23,9-6,8 Bevande 19,5 54,2 26,3-6,8 15 Per converso, considerando le vendite all estero nel loro complesso, le condizioni si ribaltano. Come detto, il saldo è largamente positivo (+25,8), ma alquanto inferiore allo scorso anno (+39,6). Mostra saggi di rilievo soprattutto per le imprese di più grandi dimensioni (oltre i 50 addetti: +32,2), del Veneto (+37,6). All interno dei settori, spiccano quelle appartenenti alla lavorazione della frutta e ortaggi (+53,0), mentre le bevande hanno un comportamento più contenuto (+20,0).

16 Tab. 13 L andamento delle vendite all'estero in totale (I sem. 2014; val. %) AUMENTO STABILE DIMINUZIONE SALDO I SEM Vendite all'estero (totale) 39,4 47,0 13,6 +25,8 Fino a 9 addetti 34,4 48,4 17,2 +17, addetti 37,9 52,4 9,7 +28, addetti 37,9 47,3 14,8 +23,1 Oltre 50 addetti 47,9 36,4 15,7 +32,2 Nord Ovest 42,3 48,5 9,2 +33,1 - Piemonte - VdA 40,8 50,5 8,7 +32,1 - Liguria 46,4 39,3 14,3 +32,1 Lombardia 29,8 53,6 16,6 +13,2 Nord Est 48,0 39,3 12,7 +35,3 - Trentino Alto Adige 55,2 24,1 20,7 +34,5 - Veneto 47,2 43,2 9,6 +37,6 - Friuli Venezia Giulia 36,8 42,1 21,1 +15,7 Emilia Romagna 36,1 48,9 15,0 +21,1 Lavorazione carne e pesce 23,2 59,7 17,1 +6,1 Lavorazione frutta, ortaggi, oli 57,1 38,8 4,1 +53,0 Lattiero- caseario 40,3 44,4 15,3 +25,0 Prodotti da forno, farinacei 42,3 46,2 11,5 +30,8 Altri prodotti alimentari 42,5 43,1 14,4 +28,1 Bevande 34,7 50,6 14,7 +20,0 16 Infine, ma non per importanza, l andamento degli incassi divide quasi egualmente il campione di imprese agroindustriali interpellate. Nel primo semestre del 2014 il 55,7% (era il 50,5% nel 2013) dichiara di registrare una situazione di sostanziale normalità e il corrispondente 44,3% (49,5% nel 2013), invece, denuncia ritardi. Una volta ancora, le più penalizzate sono le imprese di dimensioni contenute (fino a 9 addetti: 49,2%). Il settore che riscontra i maggiori ritardi è quello della lavorazione della carne (53,5%).

17 Tab. 14 L andamento degli incassi (I sem. 2014; val. %) Andamento incassi NORMALI IN RITARDO I sem ,7 44,3 Fino a 9 addetti 50,8 49, addetti 50,0 50, addetti 62,1 37,9 Oltre 50 addetti 69,1 30,9 Nord Ovest 57,4 42,6 - Piemonte - VdA 57,5 42,5 - Liguria 57,1 42,9 Lombardia 56,0 44,0 Nord Est 54,0 46,0 - Trentino Alto Adige 43,1 56,9 - Veneto 55,6 44,4 - Friuli Venezia Giulia 59,5 40,5 Emilia Romagna 55,8 44,2 Lavorazione carne e pesce 46,5 53,5 Lavorazione frutta, ortaggi, oli 55,1 44,9 Lattiero- caseario 61,6 38,4 Prodotti da forno, farinacei 56,9 43,1 Altri prodotti alimentari 58,1 41,9 Bevande 55,5 44, L Indice di Performance IPER Per offrire una sintesi sulla condizione delle imprese agroindustriali, abbiamo creato un indicatore di performance: IPER. Esso considera gli andamenti del fatturato, dell occupazione, delle vendite in Italia e di quelle all estero. In questo modo, è possibile identificare tre aree tendenziali: quella delle imprese che si trovano in una situazione positiva, le cui indicazioni sono tutte o in netta prevalenza di crescita; quella in stazionarietà, le cui espressioni complessivamente sono stabili; quella negativa, dove i segnali negativi prevalgono o lo sono totalmente. In questo modo, nel primo semestre del 2014, poco più di un quinto (22,4%) delle imprese agroindustriali del Nord evidenzia una condizione di positività (era il 28,1% nel 2013), il 56,7% di stazionarietà (52,4% nel 2013) e il 20,9% di negatività (19,7% nel 2013). Dunque, in generale una quota leggermente inferiore delle imprese agroindustriali del Nord si situa in un area di crescita complessiva rispetto allo scorso anno, mentre più che aumentare la porzione di quelle in difficoltà, cresce la platea di quante vivono una situazione di stazionarietà. Analizzando questi esiti con le variabili di riferimento possiamo sottolineare i seguenti aspetti: - Le imprese a maggiore criticità sono le più piccole (saldo di - 8,1 fra quelle con meno 9 dipendenti), mentre tutte le altre classi dimensionali presentano risultati

18 progressivamente positivi in proporzione alla struttura, per giungere a un saldo pari a +12,7 fra quelle con oltre 50 addetti. - Le regioni che dimostrano una particolare vivacità positiva sono il Piemonte (+5,9), il Trentino Alto Adige (+4,1) e soprattutto il Veneto (+8,3). - I settori della lavorazione della frutta (+14,7) e degli altri prodotti alimentari (+11,0) raggiungono gli esiti più elevati. - Incide anche il livello di esposizione sui mercati esteri: chi opera esclusivamente su quello domestico somma un saldo decisamente negativo (- 14,6). Viceversa, un esposizione flebile già porta a un +8,7 per raggiungere +22,6 per chi ha un apertura sostenuta. I consumi interni sono fiacchi e penalizzano le imprese che operano sul mercato domestico. Capacità di essere presenti sui mercati esteri e dimensioni d impresa costituiscono i due fattori oggi favorevoli per ottenere buone performance economiche. 18 Tab. 15 Indice di Performance IPER (val. %) Indice IPER POSITIVO STAZIONARIO NEGATIVO SALDO I sem ,4 56,7 20,9 +1,5 Fino a 9 addetti 17,3 57,3 25,4-8, addetti 22,7 56,2 21,1 +1, addetti 23,0 59,3 17,7 +5,3 Oltre 50 addetti 30,3 52,1 17,6 +12,7 Nord Ovest 21,1 61,0 17,9 +3,2 - Piemonte - VdA 21,1 63,7 15,2 +5,9 - Liguria 22,6 51,0 26,4-3,8 Lombardia 19,6 55,7 24,7-5,1 Nord Est 24,6 56,3 19,1 +5,5 - Trentino Alto Adige 22,9 58,3 18,8 +4,1 - Veneto 26,2 55,9 17,9 +8,3 - Friuli Venezia Giulia 17,2 55,2 27,6-10,4 Emilia Romagna 24,0 54,3 21,7 +2,3 Lavorazione carne e pesce 17,4 56,9 25,7-8,3 Lavorazione frutta, ortaggi, oli 33,8 47,1 19,1 +14,7 Lattiero- caseario 17,2 64,1 18,7-1,5 Prodotti da forno, farinacei 23,0 52,3 24,7-1,7 Altri prodotti alimentari 24,9 61,2 13,9 +11,0 Bevande 23,0 54,9 22,1 +0,9 LIVELLO DI EXPORT Mercato domestico 14,5 56,4 29,1-14,6 Apertura flebile (<20%) 25,4 57,9 16,7 +8,7 Apertura sostenuta (>20%) 33,3 56,0 10,7 +22,6

19 2. LE PREVISIONI: UNO SGUARDO AL SECONDO SEMESTRE 2014 Come abbiamo potuto osservare, la prima parte del 2014 si è chiusa con esiti ancora favorevoli per le imprese agroindustriali del Nord Italia, ma la crescita registrata non ha avuto il medesimo slancio del 2013, nonostante le previsioni d inizio anno degli imprenditori avessero un orientamento positivo. Va da sé, che è complicato fare congetture in un contesto così incerto e mutevole. Ad esempio, nessuno avrebbe potuto prevedere la situazione creatasi con l embargo dei prodotti italiani da parte della Russia, e i cui riverberi ancora non si possono misurare appieno. Ciò non di meno, gli imprenditori interpellati consegnano una previsione moderatamente positiva. Anzi, dopo un primo semestre del 2014 concluso con esiti meno positivi rispetto alle attese, paiono rilanciare per i mesi che portano alla chiusura d anno Il fatturato La previsione del fatturato del secondo semestre si attesta a +16,0. La stessa indicazione sul livello di occupazione, che nel primo semestre ha visto un - 0,4, oggi si colloca in campo leggermente positivo (+1,0). Quindi, si prevede una crescita del fatturato, ma in generale i livelli occupazionali rimarranno sostanzialmente identici. Anche per quanto riguarda gli ordini, il trend appare positivo e il fatto che a crescere siano sia gli ordinativi dall estero (+15,0), sia quelli del mercato domestico (+15,7), parrebbe indicare che gli imprenditori individuino finalmente qualche chance di risalita dei consumi interni. Anche le prospettive degli investimenti, seppure con qualche cautela, evidenziano un esito positivo (+10,5), benché ancora modesto nella quantità d imprese disposte a rilanciare il proprio sviluppo. Tab. 16 Le previsioni per il secondo semestre 2014 (val. %) AUMENTO STABILE DIMINUZIONE SALDO II SEM SALDO I SEM Fatturato 29,6 56,8 13,6 +16,0 +12,6 Occupazione 8,3 84,4 7,3 +1,0 +0,4 Nuovi ordini 24,9 65,9 9,2 +15,7 +13,9 Ordini estero 23,3 68,4 8,3 +15,0 +1,0 Investimenti 21,8 66,9 11,3 +10,5 +9,8 All interno di un quadro previsionale generalmente positivo, non possono mancare accenti diversi. Considerando le prospettive per il fatturato aziendale emergono alcune differenze significative. - La dimensione d impresa gioca ancora un ruolo discriminante. Se va segnalato che anche le imprese più piccole (fino a 9 addetti) mettono a segno un saldo positivo (+6,1), al crescere della strutturazione aumenta la prospettiva positiva, fino a raggiungere +35,1 fra quelle con oltre 50 addetti.

20 - - Le regioni del Veneto (+19,8) e dell Emilia Romagna (+20,3) sono le più positive, mentre va segnalato che l unica regione a distinguersi per una prospettiva leggermente negativa è il Friuli Venezia Giulia (- 4,6). Le aziende dei settori della lavorazione della frutta (+23,9) e degli altri prodotti alimentari (+18,6) presentano una previsione migliore degli altri comparti. Tab. 17 Le previsioni per il secondo semestre 2014 per il fatturato (val. %) Fatturato AUMENTO STABILE DIMINUZIONE SALDO I sem ,3 60,0 13,7 +12,6 II sem ,6 56,8 13,6 +16,0 Fino a 9 addetti 22,3 61,5 16,2 +6, addetti 26,3 58,9 14,8 +11, addetti 33,6 55,0 11,4 +22,2 Oltre 50 addetti 45,0 45,1 9,9 +35,1 Nord Ovest 25,6 61,8 12,6 +13,0 - Piemonte - VdA 26,1 60,6 13,3 +12,8 - Liguria 22,4 65,5 12,1 +10,3 Lombardia 27,5 60,1 12,4 +15,1 Nord Est 31,9 51,5 16,6 +15,3 - Trentino Alto Adige 31,4 51,0 17,6 +13,8 - Veneto 33,8 52,2 14,0 +19,8 - Friuli Venezia Giulia 23,3 48,8 27,9-4,6 Emilia Romagna 32,8 54,7 12,5 +20,3 Lavorazione carne e pesce 29,6 56,4 14,0 +15,6 Lavorazione frutta, ortaggi, oli 39,4 45,1 15,5 +23,9 Lattiero- caseario 26,7 56,6 16,7 +10,0 Prodotti da forno, farinacei 30,6 55,4 14,0 +16,6 Altri prodotti alimentari 27,9 62,8 9,3 +18,6 Bevande 27,7 56,3 16,0 +11, L occupazione I livelli occupazionali conoscono, invece, un maggior livello di stabilità: le imprese tendono ancora a non volersi sbilanciare, nonostante le previsioni positive sui fatturati. Ben l 84,4% degli interpellati pensa di mantenere gli assetti attuali, con un saldo di poco superiore allo 0 (+1,0). Solo le imprese più strutturate (oltre i 20 addetti) prevedono un leggero incremento dell occupazione, mentre un ulteriore segnale di difficoltà proviene da quelle più piccole (- 3,4: fino a 9 addetti; - 1,8: addetti). Per le imprese liguri (- 5,1), del Trentino Alto Adige (- 6,0) e soprattutto quelle friulane (- 15,9) la prospettiva è ancora di una riduzione del personale, pur avendo anche in queste tre regioni una larga prevalenza di imprese che ritiene di non intaccare i livelli occupazionali (rispettivamente 84,5%, 66,0% e 84,1%). Se i settori delle bevande (+7,5) e della lavorazione della frutta (+4,3) ipotizzano un leggero incremento di occupati, quello del lattiero- caseario (- 2,7) immagina ancora una tenue riduzione.

21 Tab. 18 Le previsioni per il secondo semestre 2014 per l'occupazione (val. %) Occupazione AUMENTO STABILE DIMINUZIONE SALDO I sem ,8 86,8 6,4 +0,4 II sem ,3 84,4 7,3 +1,0 Fino a 9 addetti 4,3 88,0 7,7-3, addetti 5,5 87,2 7,3-1, addetti 11,0 82,0 7,0 +4,0 Oltre 50 addetti 19,3 73,4 7,3 +12,0 Nord Ovest 8,8 82,9 8,3 +0,5 - Piemonte - VdA 9,9 82,9 7,2 +2,7 - Liguria 5,2 84,5 10,3-5,1 Lombardia 6,2 87,6 6,2 0,0 Nord Est 11,9 79,5 8,6 +3,3 - Trentino Alto Adige 14,0 66,0 20,0-6,0 - Veneto 13,9 81,8 4,3 +9,6 - Friuli Venezia Giulia 0,0 84,1 15,9-15,9 Emilia Romagna 6,6 87,2 6,2 +0,4 Lavorazione carne e pesce 5,9 87,6 6,5-0,6 Lavorazione frutta, ortaggi, oli 9,9 84,5 5,6 +4,3 Lattiero- caseario 6,6 84,1 9,3-2,7 Prodotti da forno, farinacei 10,2 78,7 11,1-0,9 Altri prodotti alimentari 7,1 88,9 4,0 +3,1 Bevande 10,9 85,7 3,4 +7, I nuovi ordini L acquisizione di nuovi ordini registra un significativo balzo positivo. A una diminuzione prevista dal 9,2% degli interpellati, fa riscontro un 24,9% che prevede un incremento, portando così il saldo a +15,7. Se questo esito interessa anche le imprese più piccole (fino a 9 addetti: +9,6), al crescere della dimensione aumentano anche le prospettive positive: quelle con oltre 50 dipendenti raggiungono un saldo pari a +32,9. In tutte le regioni si segnalano esiti positivi con un picco in Veneto il cui saldo si attesta a +22,4. L unico saldo negativo si registra in Friuli Venezia Giulia con - 2,4. Considerando i settori, se il lattiero- caseario registra il dato positivo più basso (+5,6), quello della lavorazione della frutta e ortaggi quello migliore (+34,3).

22 Tab. 19 Le previsioni per il secondo semestre 2014 per i nuovi ordini (val. %) Nuovi ordini AUMENTO STABILE DIMINUZIONE SALDO I sem ,3 65,3 10,4 +13,9 II sem ,9 65,9 9,2 +15,7 Fino a 9 addetti 20,2 69,2 10,6 +9, addetti 21,6 68,5 9,9 +11, addetti 27,9 62,9 9,2 +18,7 Oltre 50 addetti 37,8 57,3 4,9 +32,9 Nord Ovest 24,3 66,9 8,8 +15,5 - Piemonte - VdA 26,7 64,6 8,7 +18,0 - Liguria 16,7 74,0 9,3 +7,4 Lombardia 21,7 69,7 8,6 +13,1 Nord Est 27,8 60,3 11,9 +15,9 - Trentino Alto Adige 22,4 61,3 16,3 +6,1 - Veneto 30,2 62,0 7,8 +22,4 - Friuli Venezia Giulia 23,8 50,0 26,2-2,4 Emilia Romagna 25,5 66,8 7,7 +17,8 Lavorazione carne e pesce 21,1 71,1 7,8 +13,3 Lavorazione frutta, ortaggi, oli 41,4 51,5 7,1 +34,3 Lattiero- caseario 17,4 70,8 11,8 +5,6 Prodotti da forno, farinacei 25,9 62,7 11,4 +14,5 Altri prodotti alimentari 26,4 67,0 6,6 +19,8 Bevande 24,1 67,3 8,6 +15, Gli ordini dall estero Come anticipato, le previsioni per gli ordini dall estero rispetto alle analoghe del primo semestre 2014 (+1,0) appaiono mediamente crescere (saldo a +15,0), tuttavia nascondono situazioni molto diverse e, ovviamente, in relazione all esposizione sui mercati esteri. Così, mentre le imprese più piccole (fino a 9 addetti) segnano un saldo leggermente positivo (+4,3), quelle più grandi (oltre 50 addetti) prevedono possibilità di incremento ulteriore (+26,9). Va sottolineato come per le imprese di tutte le regioni s intraveda un segno positivo, con in testa quelle del Trentino Alto Adige (+25,0) e del Veneto (+23,1), fino a comprendere anche il Friuli Venezia Giulia (+7,7). Ancora una volta, le imprese più penalizzate sono quelle dei settori della lavorazione della carne (+2,9) e dei prodotti da forno (+10,8), comunque in campo positivo. Viceversa, il comparto della lavorazione della frutta e ortaggi (+29,3) prevede un incremento degli ordini esteri significativo.

23 Tab. 20 Le previsioni per il secondo semestre 2014 per gli ordini dall'estero (val. %) Ordini estero AUMENTO STABILE DIMINUZIONE SALDO I sem ,8 57,4 20,8 +1,0 II sem ,3 68,4 8,3 +15,0 Fino a 9 addetti 13,0 78,3 8,7 +4, addetti 22,3 71,7 6,0 +16, addetti 26,4 63,0 10,6 +15,8 Oltre 50 addetti 35,9 55,1 9,0 +26,9 Nord Ovest 21,2 70,0 8,8 +12,4 - Piemonte - VdA 21,7 68,4 9,9 +11,8 - Liguria 19,0 73,9 7,1 +11,9 Lombardia 17,4 76,2 6,4 +11,0 Nord Est 31,8 58,2 10,0 +21,8 - Trentino Alto Adige 40,9 43,2 15,9 +25,0 - Veneto 30,2 62,7 7,1 +23,1 - Friuli Venezia Giulia 26,9 53,9 19,2 +7,7 Emilia Romagna 21,7 70,5 7,8 +13,9 Lavorazione carne e pesce 14,7 73,5 11,8 +2,9 Lavorazione frutta, ortaggi, oli 36,2 56,9 6,9 +29,3 Lattiero- caseario 21,8 70,9 7,3 +14,5 Prodotti da forno, farinacei 18,1 74,6 7,3 +10,8 Altri prodotti alimentari 29,3 63,5 7,2 +22,1 Bevande 27,8 62,0 10,2 +17, Gli investimenti Il quadro delle previsioni degli investimenti segnala alcuni elementi d interesse. Il saldo si attesta generalmente a +10,5, in linea con quello del semestre precedente (+9,8), con un quinto delle imprese (21,8%) che ipotizza un loro aumento nel secondo semestre del Se le più piccole (fino a 9 addetti) si presentano in difficoltà su questo versante (+1,1), al crescere della dimensione la propensione aumenta fino a giungere a +17,7 fra le più grandi (oltre 50 dipendenti). Sotto questo profilo, è interessante osservare come le uniche imprese che evidenzino un saldo negativo, e in misura rilevante, siano quelle della regione Friuli Venezia Giulia (- 22,5) e del Trentino Alto Adige (- 6,4), mentre offrono indicazioni positive quelle del Veneto (+20,4) e del Piemonte (+16,8). I prodotti da forno (+13,2) e le bevande (+20,3) sono i settori dove maggiormente si manifestano le intenzioni di incrementare gli investimenti. Non è secondario sottolineare come esista un connubio molto forte fra apertura ai mercati esteri e propensione a realizzare investimenti. Fra le imprese che operano esclusivamente sul mercato domestico, tale previsione ottiene un saldo pari a +1,4. Osservando quelle che, invece, operano anche con i mercati esteri, il saldo raggiunge +12,5 fra quante hanno un apertura flebile e +26,8 fra le sostenute. Quindi, l esposizione sui mercati esteri obbliga a investire se si vuole aumentare la propria competitività.

24 Tab. 21 Le previsioni per il secondo semestre 2014 per gli investimenti (val. %) Investimenti AUMENTO STABILE DIMINUZIONE SALDO I sem ,9 66,0 12,1 +9,8 II sem ,8 66,9 11,3 +10,5 Fino a 9 addetti 12,8 75,5 11,7 +1, addetti 21,2 68,7 10,1 +11, addetti 27,7 60,0 12,3 +15,4 Oltre 50 addetti 29,9 57,9 12,2 +17,7 Nord Ovest 22,6 69,9 7,5 +15,1 - Piemonte - VdA 24,4 68,0 7,6 +16,8 - Liguria 16,7 75,9 7,4 +9,3 Lombardia 19,5 67,9 12,6 +6,9 Nord Est 24,9 60,6 14,5 +10,4 - Trentino Alto Adige 6,4 80,8 12,8-6,4 - Veneto 31,8 56,8 11,4 +20,4 - Friuli Venezia Giulia 10,0 57,5 32,5-22,5 Emilia Romagna 20,2 70,1 9,7 +10,5 Lavorazione carne e pesce 18,1 69,0 12,9 +5,2 Lavorazione frutta, ortaggi, oli 24,2 62,2 13,6 +10,6 Lattiero- caseario 19,6 65,9 14,5 +5,1 Prodotti da forno, farinacei 23,9 65,4 10,7 +13,2 Altri prodotti alimentari 19,0 70,3 10,7 +8,3 Bevande 27,4 65,5 7,1 +20, L Indice di Fiducia IF Come in precedenza, per ottenere una valutazione di sintesi sulle prospettive future delle imprese agroindustriali, abbiamo costruito un indicatore di fiducia (IF) fondato sulle previsioni circa il fatturato, i livelli occupazionali, l acquisizione di nuovi ordini, gli ordinativi dall estero, gli investimenti. Sono state così individuate tre aree prevalenti. La prima identifica un sostanziale ottimismo, dove le previsioni sono tutte o in larga prevalenza di aumento: tale area raccoglie il 29,4% delle imprese (26,0% nel primo semestre 2014). La seconda è l area della stabilità, dove gli imprenditori ritengono di non variare gli assetti attuali, e aggrega il 60,2% dei titolari (59,8% nel semestre precedente). Infine, l area dei pessimisti ovvero di quanti ritengono di conoscere un totale o parziale diminuzione degli assetti per l impresa: 10,4% (14,2% nel primo semestre Nel complesso, il saldo risulta essere pari a +19,0 (+11,8 primo semestre 2014). Come in precedenza, considerando in modo più analitico le risposte, possiamo individuare alcune fratture di rilievo nell universo delle imprese agroindustriali del Nord interpellate: - Una volta di più, la dimensione d impresa gioca un ruolo fondamentale. Le unità più piccole (fino a 9 addetti) evidenziano un saldo di +7,5, che diviene largamente

25 - - positivo già nella classe di addetti immediatamente superiore per salire progressivamente fino a giungere a +29,3 fra quelle con oltre 50 addetti. Le regioni del Veneto (+29,2) e del Piemonte (+20,6) esprimono un più elevato tasso di fiducia nelle prospettive a breve termine. Dal punto di vista dei settori, quello della lavorazione della frutta e ortaggi (+34,5) svetta su tutti gli altri, mentre le imprese appartenenti al settore della lavorazione della carne manifestano sì prospettive positive, ma decisamente meno rosee (+15,5). Tab. 22 Indice generale di Fiducia IF (val. %) AREA OTTIMISMO AREA STABILITÀ AREA PESSIMISMO SALDO I sem ,0 59,8 14,2 +11,8 II sem ,4 60,2 10,4 +19,0 Fino a 9 addetti 20,4 66,7 12,9 +7, addetti 29,2 61,9 8,9 +20, addetti 32,1 57,9 10,0 +22,1 Oltre 50 addetti 39,3 50,7 10,0 +29,3 Nord Ovest 28,7 61,2 10,1 +18,6 - Piemonte - VdA 30,8 58,9 10,3 +20,5 - Liguria 22,0 68,2 9,8 +12,2 Lombardia 25,5 65,8 8,7 +16,8 Nord Est 34,5 52,9 12,6 +21,9 - Trentino Alto Adige 27,9 55,8 16,3 +11,6 - Veneto 37,5 54,2 8,3 +29,2 - Friuli Venezia Giulia 26,9 38,5 34,6-7,7 Emilia Romagna 28,2 61,8 10,0 +18,2 Lavorazione carne e pesce 24,3 66,9 8,8 +15,5 Lavorazione frutta, ortaggi, oli 41,8 50,9 7,3 +34,5 Lattiero- caseario 25,2 59,8 15,0 +10,2 Prodotti da forno, farinacei 30,5 58,2 11,3 +19,2 Altri prodotti alimentari 30,2 61,4 8,4 +21,8 Bevande 29,7 59,4 10,9 +18,8 LIVELLO EXPORT Mercato domestico 16,0 68,6 15,4 +0,6 Apertura flebile (<20%) 35,8 57,5 6,7 +29,1 Apertura sostenuta (>20%) 40,7 51,8 7,5 +33,2 INDICE PERFORMANCE IPER Positivo 59,8 35,0 5,2 +54,6 Stazionario 21,8 71,4 6,8 +15,0 Negativo 17,4 58,1 24,5-7, L esposizione sui mercati esteri, al pari della dimensione, condiziona fortemente le prospettive. Chi opera sul mercato domestico denuncia ancora, in prevalenza, un orientamento attendista. Nonostante il 68,6% nel complesso preveda una situazione di stabilità, il saldo risulta comunque prossimo allo 0 (+0,6). Viceversa, l apertura ai mercati esteri fa vedere in modo più favorevole le prospettive sia per

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