SNADIR. Corso di formazione Sviluppo affettivo

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1 SNADIR Corso di formazione Sviluppo affettivo

2 LO SVILUPPO AFFETTIVO by Donatello Barone Piergiorgio Barone Le ricerche classiche nel campo della psicologia dell'età evolutiva hanno messo in luce i principi economici e le leggi dinamiche dello sviluppo che possono così riassumersi:

3 L'energia di base è stata definita libido,, cioè la ricerca del piacere. Questa energia, originariamente indifferenziata, evolve in relazione alle tendenze personali, sessuali e sociali. In particolare, per il bambino piccolissimo che non distingue fra percezioni e sentimenti, né n fra sé s e mondo esterno e vive le soddisfazioni dell'ambiente come dovute alla sua persona, si parla di libido narcisistica, cioè rivolta solo verso se stesso. Quando poi il bambino diventa capace di distinguere da sé s il mondo esterno, si parla di libido oggettuale, diretta cioè alle cose al di fuori del sé. s

4 LIBIDO NARCISISTICA LIBIDO OGGETTUALE

5 L'evoluzione passa attraverso fasi di interesse del soggetto su certe parti del corpo. La sessualità passa attraverso una fase orale, anale, fallica, genitale.

6 Nel rapporto di dipendenza del bambino rispetto alle persone dell'ambiente familiare che lo circondano, la figura dominante è la madre.. Lo sviluppo va da una posizione di assoluta dipendenza alla progressiva indipendenza da queste figure.

7 Assoluta dipendenza Progressiva indipendenza

8 Prima infanzia (0-2 anni) Fase orale 1 anno

9 Gli psicologi considerano la personalità dell'essere che nasce, come un insieme di tendenze allo stato puro, cioè di impulsi e di bisogni,, che vogliono soddisfazione piena ed immediata. Alla personalità infantile iniziale, si contrappone la realtà esterna, fisica, che mette dei freni, degli ostacoli, alla soddisfazione immediata delle tendenze istintive. Il tipo particolare di rapporto che il bambino ha con la realtà,, consente di distinguere, nell'ambito della fase orale, diversi periodi:

10 > Un primo periodo di vita (primi 2 mesi), in cui il bambino non ha psicologicamente un rapporto con gli oggetti, percepiti ed intesi come qualcosa di «diverso da se». La realtà «fisica» non è affatto avvertita come esterna, bensì come un allargamento della propria corporalità (come per esempio il seno della madre è avvertito come qualcosa di personale).

11 > Una seconda fase caratterizzata dalla comparsa, nel comportamento del bambino, della reazione del sorriso di fronte a particolari oggetti. Un vero sorriso, nel senso psicologico del termine, non era possibile prima. In questo periodo il bambino ha dunque iniziato il rapporto con oggetti diversi dal sé. s In genere, il sorriso compare di fronte ad un oggetto, costituito da un volto, che sia situato di faccia e che si muova. Sembra importante, cioè,, la presenza dei due occhi, che costituiscono una faccia. Il bambino sorride, però,, anche se questa faccia è una sagoma di cartone od un fantoccio con occhi schematici. Egli non sa ancora distinguere le cose dalle persone.

12 > Un terzo periodo (entro il mese),in cui il bambino comincia a dimostrarsi capace di distinguere la madre dall'estraneo. Il volto della madre, riconosciuto diventa l'«oggetto privilegiato».. Infatti il bambino, anziché sorridere genericamente, ha ora reazioni negative, ostili, allorché vede un altro al posto della madre. Non sono in gioco soltanto sentimenti di delusione, ma anche di paura. È scomparsa la risposta indiscriminata precedente; c'è ora una risposta selettiva: di accettazione (madre) o di difesa (estraneo). Si parla, a questo proposito, di «angoscia dell'ottavo mese» che il bambino prova di fronte alla figura non materna.

13 Per comprendere ulteriormente i rapporti fra vita affettiva e capacità cognitive nello sviluppo della personalità del bambino, dobbiamo rifarci alle osservazioni di Melanie Klein è ricorsa soprattutto alla «tecnica del gioco» fornendo al bambino un materiale ludico espressivo, così che, in mancanza od in sostituzione della parola, il bimbo si esprimesse, ad esempio, attraverso l'animazione di scene con marionette o burattini, o attraverso l'uso della plastilina, della creta, dei colori, delle matite, ecc. per capire alcune cose del suo mondo interno.

14 La Klein,, ha potuto così dare evidenza al fatto che la vita del bambino, nei primi mesi di vita, è particolarmente ricca di contenuti che prendono il nome di «fantasmi» cioè una presenza interna, irreale ed autoplastica (presenze che si originano da sé). s Queste «presenze»,, sono costituite ad esempio dai sogni, dalle fantasie, dalle rappresentazioni mentali. Dal 5 all'8 mese la madre, verrebbe vissuta dal bambino ora come «oggetto buono»,, quando soddisfa i suoi bisogni, ora come «oggetto cattivo»,, quando frustra tali bisogni. Il bambino vive cioè dapprima due oggetti diversi.

15 2 anno Fase anale e fase sadico-anale

16 La fase sadica è così denominata per sottolineare il fatto che il bambino ha dei bisogni d'aggressività e di lotta. In quest'et età il bambino comincia anche a sviluppare l'attività verbale, ed a questo proposito si è notata la comparsa nel suo linguaggio dell'avverbio «no». Il termine di fase anale deriva dal fatto che in questo medesimo periodo la zona degli sfinteri, che regolano la escrezione, acquista importanza particolare: infatti, la madre, nel 2 2 anno, comincia ad esigere che il bambino «non sporchi». Il bambino, educando i propri sfinteri, può infatti dimostrare che ha imparato a corrispondere. È così che la zona anale acquista il valore di seconda zona erogena.

17 Seconda infanzia (2-5 anni) Fase fallica o edipica (dai 3 ai 5 anni)

18 Questa fase dello sviluppo della personalità è stata denominata «fallica» in quanto verso il 3 3 anno il bambino, per la prima volta, accentua l'interesse verso gli organi genitali. Tutti si accorgono, ad esempio, che i bambini in questo periodo cominciano a porre determinate domande che riguardano fondamentalmente due problemi:

19 le differenze fra i sessi; -- il meccanis- mo della nascita del bambino

20 In genere, egli comincia a porre la questione della differenza fra i sessi. Il secondo problema, riguardante la nascita, è posto in genere poco più tardi dal bambino. Questo è molto importante per due motivi: IDENTIFICAZIONE SESSUALE FORMAZIONE DEL SUPER-IO (sistema di regole formali ed interiorizazione di divieti e richieste genitoriali).

21 Per l'analogia col mito greco, tale situazione triangolare maschile viene anche denominata come COMPLESSO DI EDIPO

22 Il complesso edipico, in questa prospettiva, consisterebbe nella trasformazione di una situazione triangolare in cui i genitori non sono distinguibili l'uno dall'altro (coppia unita), in una situazione triangolare più realistica in cui il genitore dello stesso sesso, percepito separato dall'oggetto del desiderio, acquisterebbe funzioni normative per le caratteristiche di interdizione che riveste la sua figura.

23 Dunque il bambino, attraverso l'identificazione normativa con la figura genitoriale, supera la fase edipica e si prepara alla «fase di latenza».

24 Dopo Freud le conoscenze sullo sviluppo della personalità hanno progredito. In particolare si è cercato di integrare le istanze biologiche e psicologiche, prevalenti nella teoria freudiana, con quelle sociali proprio allo scopo di dare un maggiore spazio all'individuazione dell'io e della sua autonomia.

25 Un contributo originale in questa descrizione è rappresentato dalla teoria di Erikson. La sua ipotesi è che ogni stadio evolutivo è caratterizzato da un compito di sviluppo specifico che deve essere portato a termine. La società influenza il modo in cui ciascuno risolve i compiti specifici di ogni fase.

26 La teoria dell'attaccamento Costituisce un paradigma concettuale privilegiato per la comprensione dell'attribuzione del significato emotivo di eventi nello sviluppo degli esseri umani. In particolare, ci permette di indagare l'aspetto più originale che riguarda la costituzione emotiva nel piccolo dell'uomo e la possibilità di usarla ai fini dell'adattamento adattamento.

27 La teoria dell'attaccamento, infatti, assume come punto focale e fortemente determinante nello sviluppo del bambino, le vicissitudini relative al suo rapporto con la propria madre e più in generale con i caregivers, coloro che danno e prestano le cure primarie al bambino.

28 Questa teoria, elaborata dallo studioso inglese John Bowlby, integra il risultato di diverse aree di studio, ovvero quella psicoanalitica, quella etologica e quella antropologica.

29 Il legame di attaccamento è definito da una classe di comportamenti intenzionalmente rivolti a provocare e mantenere la vicinanza di una persona che viene scelta come figura principale di attaccamento.

30 L'attaccamento ha origine da un certo numero di sistemi comportamentali caratteristici della specie. Questi modelli di comportamento che contribuiscono all'attaccamento sono il succhiare, l'aggrapparsi, il seguire, il piangere. Tali sistemi si integrano successivamente, focalizzandosi sulla madre e costituiscono le basi di ciò che viene definito comportamento di attaccamento.

31 La funzione principale del comportamento di attaccamento è quella di protezione verso eventuali pericoli esterni.

32 La relazione del piccolo umano con la madre ha un carattere privilegiato e specifico. La madre è (o dovrebbe essere) accessibile e rispondente alle richieste che egli esprime attraverso il comportamento. I comportamenti di attaccamento compaiono anche nei confronti di altre figure rilevanti per il piccolo.

33 Caratteristiche del comportamento di attaccamento: la procedura della Strange Situation

34 Alla fine degli anni 70 la psicologa canadese Mary Ainsworth ideò una procedura standardizzata per la valutazione del comportamento di attaccamento in bambini tra il primo e il secondo anno di vita, detta Strange Strange Situation.

35 Tale procedura prevede momenti temporalmente scanditi di separazione e riunione tra il bambino e la madre nei quali si alterna la presenza di uno "stranger": ": in questo modo è possibile valutare, dalle reazioni del bambino in una situazione stressante (precondizione( dell'innesco del sistema di attaccamento), il tipo di comportamento relativo all'attaccamento sviluppato dal bambino.

36 In generale distinguiamo: - bambini con attaccamento "sicuro : iange al rientro del genitore e lo accoglie attivamente cercando di essere preso in braccio. Dopo un breve tempo di contatto con il genitore, si calma rapidamente e riprende a giocare;

37 -bambini con attaccamento insicuro- ansioso ambivalente: non sono in grado di esplorare l'ambiente che li circonda, ed hanno una rilevante difficoltà ad accettare di essere confortati dalla madre dopo la separazione. Sono attivamente arrabbiati (cercano e/o si oppongono al genitore) oppure passivi. Al ritorno del genitore non si calmano.

38 bambini con attaccamento insicuro- ansioso evitante: non piangono durante la separazione, evitano e ignorano attivamente la madre al suo rientro. Le espressioni delle emozioni e della rabbia sono assenti.

39 Dagli studi in questo campo, è emerso che il tipo di attaccamento si mantiene costante nel corso dello sviluppo. L'importanza del comportamento di attaccamento è tale che i piccoli sono impegnati per gran parte del loro tempo in attività ad esso relative: anche quando non ne sono consapevoli, i bambini prestano attenzione alla localizzazione fisica della figura di attaccamento e alla sua accessibilità.

40 L'importanza del comportamento di attaccamento è tale che i piccoli sono impegnati per gran parte del loro tempo in attività ad esso relative: anche quando non ne sono consapevoli, i bambini prestano attenzione alla localizzazione fisica della figura di attaccamento e alla sua accessibilità.

41 In base a queste variabili, poi, il bambino dovrà individuare la strategia migliore per raggiungere e mantenere il grado di vicinanza preferita. Deve sapere sia dove la figura di attaccamento si trova, sia come avvicinarsi a lei in modo efficace.

42 Il piccolo con attaccamento sicuro, si fida della base sicura e ciò lo spinge a sentirsi sicuro ed a esplorare attivamente il mondo alla ricerca di novità che renderanno sempre più complessa la mappa di sé s e dell'ambiente.

43 Nei bambini con attaccamento insicuro-evitante, la figura di attaccamento è inaccessibile nella relazione e il piccolo si abitua a contare su di sé. s

44 Infine, il piccolo con attaccamento insicuro-ambivalente, ha una relazione irregolare e caotica con la figura di attaccamento, che viene percepita come imprevedibile. Il piccolo tenta perciò di mantenere con lei una vicinanza strettissima, rinunciando a qualsiasi movimento esplorativo autonomo.

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