LE INFEZIONI AEROTRASMESSE (informazioni a cura del Dott. A. Caterini)

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1 REGIONE LAZIO AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO LE INFEZIONI AEROTRASMESSE (informazioni a cura del Dott. A. Caterini) Sono infezioni in cui la via respiratoria,con il meccanismo dell inalazione, rappresenta la via d ingresso, anche se non esclusiva, degli agenti infettivi negli ospiti. Le sorgenti di infezione sono rappresentate da : 1) Malato 2) Portatore Attraverso la tosse, la fonazione, gli sternuti, ecc. vengono liberate nell aria particelle di due dimensioni : 1) Piccole (< 100 micron ) 2) Grandi ( > 100 micron ) Le particelle piccole presentano una gravità irrilevante e una rapidissima evaporazione. Permangono sospese in aria come droplets nuclei e vengono inalate fino alle porzioni più distali dell albero respiratorio, come particelle aerogene secondarie. Le particelle più grandi presentano invece una gravità elevata e una sedimentazione rapida. Esse precipitano, una volta emesse, sulle superfici come gocce umide e una volta essiccate, evaporano e risospendono in aria come particelle aerogene primarie. Principali infezioni aerotrasmesse che possono interessare gli Operatori Sanitari sono : a) Tubercolosi polmonare bacillifera b) Meningite Meningococcica c) Infezioni da Haemophilus Influenzae di tipo b (Hib) d) Morbillo e) Rosolia f) Parotite Epidemica g) Varicella h) Influenza

2 MENINGITE MENINGOCOCCICA La meningite meningococcica è una malattia acuta ad esordio improvviso, caratterizzata da febbre, intensa cefalea, rigidità nucale, vomito, nausea e spesso da un esantema orticarioide, maculopapulare ma anche petecchiale. Nei casi fulminanti possono verificarsi porpora e coagulazione intravasale disseminata, shock, coma e morte. L agente eziologico è la Neisseria Meninigitidis, diplococco gram negativo di cui sono stati identificati diversi sierogruppi : A,B,C,X,Y,Z,W-135,L. Nel nostro paese il sierogruppo più frequente risulta essere il B. La trasmissione avviene da persona a persona per contatto diretto attraverso le goccioline respiratorie (primarie e secondarie). L infezione causa di solito una rino-faringite acuta oppure un infezione sub-clinica della mucosa rino- faringea. Una piccola percentuale di soggetti sviluppa la meningite o la sepsi. Il periodo di induzione varia da poche ore (24) fino a 10 giorni, solitamente è inferiore a 4 giorni. La contagiosità del malato cessa 24 ore dopo l inizio di un adeguato trattamento antimicrobico. Nella popolazione generale, esiste una consistente proporzione di soggetti che risultano colonizzati dal batterio nel rino faringe, i cosidetti portatori sani. La prevalenza dei portatori sani è assai variabile in rapporto a diversi fattori, quali le aeree geografiche, le condizioni socio-economiche e di densità della popolazione, l età dei soggetti. Essa può oscillare entro limiti ampi, dall 1-2% fino al 15-20% della popolazione sana, salvo raggiungere livelli assai elevati ( 60-70%) in comunità chiuse e circostanze particolari, quali ad esempio quelle che si verificano con le reclute militari. Al di fuori dell organismo la Neisseria M. presenta scarsissima resistenza agli agenti fisici ambientali ( luce solare, essiccamento, ecc) ed ai comuni disinfettanti. PROTOCOLLO OPERATIVO NOTIFICA DI MALATTIA La notifica di M.meningococcica è obbligatoria, classe 2. E comunque raccomandata anche per le sepsi meningococciche la comunicazione immediata, tramite fax o fonogramma, al locale servizio di Igiene Pubblica o al Distretto Sanitario. Per tutti i casi accertati di M. batterica e malattia invasiva da meningococco deve essere compilata dal medico di Reparto anche un apposita scheda di sorveglianza per il Ministero della Salute ( Nota Min. San. Del 27/07/1994) ISOLAMENTO Isolamento respiratorio per 24 ore successive all inizio della terapia DISINFEZIONE Continua di secrezioni nasali e faringee e degli oggetti da queste contaminati; pulizia terminale. PROFILASSI Si avvale di adeguata indagine epidemiologica, della sorveglianza sanitaria e della chemioprofilassi dei conviventi e dei contatti stretti. CHEMIOPROFILASSI : A. RACCOMANDATA : - contatti conviventi : specialmente bambini - contatti dei bambini di asili nido e scuole materne, ( condivisione di stoviglie )

3 - esposizione diretta alle secrezioni del paziente affetto attraverso baci, condivisione dello spazzolino da denti, delle posate - contatti non protetti durante intubazione endotracheale o respirazione bocca a bocca. B. NON RACCOMANDATA - contatto casuale: nessuna storia di esposizione diretta alle secrezioni orali del malato, per esempio compagni di classe o di lavoro - contatto indiretto : nessun contatto diretto con il paziente indice - personale di assistenza che non è stato direttamente esposto alle secrezioni orali del paziente. Il farmaco di scelta è la RIFAMPICINA. Lo schema consigliato è di 10 mg/kg ( massimo 600mg) ogni 12 ore per 2 giorni per os. Per i lattanti inferiori al mese di vita la dose è dimezzata. Per gli adulti la dose è di 600 mg due volte al giorno per due giorni. Altri farmaci : CEFTRIAXONE in singola somministrazione i.m.: 125 mg per i bambini inferiori ai dodici anni di età, 250 mg per quelli con più di dodici anni; CIPROFLOXACINA 500 mg in dose singola per os : non è consigliata sotto i 18 anni e nelle donne in gravidanza. MALATTIE ESANTEMATICHE MALATTIA MORBILLO ROSOLIA MEGALOERI TEMA Età coinvolta Dopo il 6 Neonatale. Età tra i 5-12 anni mese. Età scolare scolare Andamento epidemico Periodo di contagio Periodo di isolamento Endemico : tre anni circa 5 gg prima, 3 gg dopo esantema 5 gg dall esantema Endemico : 7 anni circa 7 gg prima e 2 settimane dopo esantema Piccoli focolai estate -autunno ES.CRITICO primi 2-3 anni di vita sporadico VARICELLA Età scolare e prescolare Endemico: 3-4 anni sconosciuto sconosciuto 7 gg prima e 7 gg dopo l esantema Non previsto Non previsto Non previsto 7 gg dall esantema Numerosi agenti infettivi, soprattutto virali, possono provocare esantemi nei soggetti colpiti a diversa espressione morfologica : E. maculoso E.papuloso E.maculo-papuloso E. vescicoloso E. petecchiale E. eritematoso E. pustoloso

4 Abitualmente danno esantema i seguenti Virus : - Morbillo - Rosolia - Megaloeritema (V malattia) - Esantema critico (VI malattia) - Varicella - Malattie da ECHO ( tipi ) - Malattie da Coxsackie ( tipi ) Occasionalmente danno esantema i seguenti virus: - Altri tipi di ECHO - Altri tipi di COXSACKIE - ADENOVIRUS ( tipi ) - Mononucleosi infettiva La ROSOLIA è causa di focolai epidemici nel personale ospedaliero spesso perché non diagnosticata ( forme cosidette frustre). L esposizione del personale in gravidanza nel primo trimestre, rappresenta un rischio potenziale per il prodotto del concepimento. In corso di valutazione la possibilità di effettuare uno screening sierologico per il personale femminile e praticare la vaccinazione anti rubeolica in caso di assenza di immunizzazione. Il rischio occupazionale del MORBILLO è estremamente basso per l esiguo numero di suscettibili nella popolazione adulta. Il rischio risulta maggiore per gli Operatori che lavorano in reparti pediatrici e di malattie infettive; per questi ultimi si potrebbe ricorrere a screening sierologici per la tutela dei suscettibili che dovrebbero effettuare la vaccinazione specifica. Il personale esposto a virus della VARICELLA ( HVVZ ) può facilmente contrarre questa infezione che presenta, tra le malattie esantematiche dell adulto,le complicanze più gravi ( polmoniti ed encefaliti ). Il rischio di infezione a seguito di esposizione del personale a HVVZ è del 4.7%. Per la varicella non sono disponibili né le IG specifiche né il Vaccino. HAEMOPHILUS INFLUENZAE E un microrganismo scarsamente invasivo, non raramente presente nel cavo orale (ceppi acapsulati)di soggetti sani soprattutto durante la stagione invernale. Il ceppo più temibile di H.Influenzae è quello capsulato di tipo b, responsabile di forme invasive : meningite neonatale e polmonite. Queste due forme cliniche sono prevalentemente appannaggio della popolazione pediatrica. L incidenza delle malattie invasive da Hib in Italia è stimata intorno a 51/ Almeno il 5% di tali forme morbose conduce a morte o si complicano con sequele neurologiche permanenti. Per il ceppo Hib esiste un vaccino che presenta una buona efficacia e che va somministrato sopra il 18 mese di età. Le infezioni da H.Inflenzae per quel che concerne il personale di assistenza riguardano soprattutto i reparti pediatrici. I casi di meningite debbono essere opportunamente isolati per 24 h dall inizio di opportuna antibioticoterapia ( Circ. Min. n.400.2/15/5709 del 29/12/1993 ). La chemioprofilassi va proposta ai contatti fino a sei anni di età.

5 L isolamento respiratorio a cui è sottoposto il caso indice prevede l adozione delle misure protettive per via aerea del personale di assistenza, in particolare l utilizzo di idonei filtranti facciali ( vedi anche quanto illustrato nel capitolo Tubercolosi polmonare ). INFLUENZA L influenza è una malattia infettiva acuta provocata dai virus influenzali A,B o C. Il virus A sostiene prevalentemente la forma ad andamento epidemico e talora pandemico ; il tipo B le forme sporadiche e le piccole epidemie, mentre il virus C provoca infezioni inapparenti e piccoli focolai tra i bambini. Il quadro clinico è tipico, caratterizzato da febbre, malessere generale, astenia, artromialgie e flogosi delle vie aeree e delle congiuntive. Il virus A in base alle variazioni degli antigeni emoagglutinina (H) e Neuroaminidasi (N) dà origine periodicamente a vari sottotipi e ceppi, responsabili delle ondate epidemiche. Il virus B è antigenicamente assai più stabile ; non sono note varianti antigeniche del virus C, di modestissima rilevanza in patologia umana. La capacità di diffusione dell epidemia, trasmessa attraverso la via aerea, risulta più agevole durante la stagione fredda,e presenta una capacità di diffusione straordinaria. L epidemia raggiunge l acme entro 15 gg dalla comparsa dei primi casi e può colpire sino al 40% della popolazione, con maggior incidenza tra i 5 e i 14 anni. L unico mezzo efficace di prevenzione rimane l immunizzazione attiva mediante vaccini. La vaccinazione conferisce protezione per 4-6 mesi nel 60-70% dei soggetti. Gli operatori sanitari costituiscono una delle categorie a elevato rischio. Il personale sanitario di assistenza ai pazienti rappresenta la categoria da vaccinare prioritariamente nel corso di una pandemia ( Piano Italiano multifase d emergenza per una pandemia influenzale : G.U. n.72 del 26/03/2002 ) L offerta del vaccino ha un duplice intento : da parte dell operatore, evitare la malattia e le sue complicanze ( polmonite, miocardite, encefalite) da parte della Direzione, incidere sui costi legati alla morbidità della malattia con conseguente perdite di giornate lavorative.

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