UNIVERSITA DEGLI STUDI DELLA BASILICATA. Scuola di Ingegneria. Corso di: TRASPORTI URBANI E METROPOLITANI SEMINARIO
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1 UNIVERSITA DEGLI STUDI DELLA BASILICATA Scuola di Ingegneria Corso di: TRASPORTI URBANI E METROPOLITANI SEMINARIO INTERSEZIONI A ROTATORIA: Evoluzione Storica, Inquadramento Normativo, Dimensionamento Funzionale, Analisi della Sicurezza e Modelli Teorico-Sperimentali per il calcolo della Capacità Dott. Ing. Donato CIAMPA Potenza 18 e 20 Dicembre 2012 che cos è una ROTATORIA? Tecnicamente si tratta di una intersezione stradale ed é così definita per la sua forma circolare Rotatoria ellittica Rotatoria a doppia circonferenza 1
2 ROTATORIE un po di storia William Phelps Eno NEW YORK Columbus Circle 1903 Regola della PRECEDENZA AL FLUSSO ENTRANTE (a destra) Regola della PRECEDENZA ALL ANELLO PARIGI Place de l Etoile 1907 Definizione moderna di ROTATORIA Definizione mutuata dalla Normativa Francese: La ROTATORIA è un incrocio costituito da un area centrale circondata da un anello (carreggiata) percorribile a senso unico antiorario dal traffico proveniente da più entrate, annunciato da specifiche indicazioni segnaletiche. Queste ultime per indicare agli utenti l immissione in una particolare intersezione dove vige la regola di precedenza dei veicoli che percorrono l anello, qualunque sia il tipo di strada da cui provengono 2
3 Aspetti Normativi MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI DECRETO 19 aprile 2006 Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle intersezioni stradali Rotatorie CONVENZIONALI (D = m) Rotatorie COMPATTE (D = m) MINIROTATORIE (D = m) D Aspetti Normativi MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI DECRETO 19 aprile 2006 Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle intersezioni stradali Extraurbane Secondarie Locali Urbane Locali Extraurbane in ambito extraurbano l adozione di MINIROTATORIE viene limitata agli incroci tipo F/F tra strade locali, mentre le ROTATORIE COMPATTE sono consentite per gli incroci tipo C/C, C/F, F/C 3
4 Aspetti Normativi MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI DECRETO 19 aprile 2006 Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle intersezioni stradali D Rotatorie CONVENZIONALI (D = m) Rotatorie COMPATTE (D = m) MINIROTATORIE (D = m) Aspetti Normativi MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI DECRETO 19 aprile 2006 Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle intersezioni stradali CONTROLLO DELLA DEVIAZIONE DELLE TRAIETTORIE IN ATTRAVERSAMENTO DEL NODO I VEICOLI DEVONO ESSERE DEVIATI PER MEZZO DELL ISOLA CENTRALE Per determinare la tangente al ciglio dell isola centrale corrispondente all angolo di deviazione β bisogna aggiungere al raggio di entrata R e,2 un incremento b pari a 3,50 m Per ciascun braccio di immissione si raccomanda un valore dell angolo di deviazione β di almeno 45 4
5 Ulteriori considerazioni TRAIETTORIE DI DEFLESSIONE Archi di cerchio che formano una traiettoria ideale che passa da 1,5m dal bordo dell isola centrale e a 2,00m dal ciglio dei canali di ingresso e di uscita PENDENZA TRASVERSALE DELLA CORONA GIRATORIA Drenaggio delle acque piovane Visibilità dell isola centrale Riduzione di velocità sulla corona giratoria Minimizzazione delle interruzioni di pendenza trasversale nelle corsie di entrata e di uscita VANTAGGI intersezione a rotatoria 32 PUNTI DI CONFLITTO! 8 PUNTI DI CONFLITTO La rotatoria migliora la sicurezza dell intersezione riducendo i punti di conflitto 5
6 VANTAGGI intersezione a rotatoria Manovra di svolta a SINISTRA! Elimina le svolte a sinistra e riduce le velocità di transito Sicurezza dei PEDONI Ridotto numero di PUNTI DI CONFLITTO BASSE VELOCITÀ dei veicoli Presenza di isole divisionali salvagente Sicurezza di CICLISTI e MOTOCICLISTI Aumenta la sicurezza dei CICLISTI e dei MOTOCICLISTI per la ridotta velocità dei veicoli in approccio e in uscita dall anello I RISULTATI A LIVELLO INTERNAZIONALE RISULTANO CONTRASTANTI! VANTAGGI intersezione a rotatoria Inversione di marcia! Tutti i mezzi possono compiere in sicurezza l inversione di marcia, scoraggiando le svolte a sinistra difficoltose anche nelle intersezioni vicine L isola centrale di rotazione consente di valorizzare il luogo con un intervento di valenza paesaggistica ed architettonica 6
7 VANTAGGI intersezione a rotatoria Richiedono una segnaletica stradale ridotta e semplificata Evitando traiettorie rettilinee obbligano gli autoveicoli a limitare la velocità VANTAGGI intersezione a rotatoria Le rotatorie non prevedono tempi morti e lo spazio stradale è continuamente impegnato da veicoli in movimento Maggiore sicurezza nell arco delle 24 ore considerato che i semafori vengono disattivati durante le ore notturne Minor inquinamento acustico e chimico per la ridotta e più costante velocità e per l abbattimento degli ingorghi interni all anello 7
8 SVANTAGGI intersezione a rotatoria Difficoltà di gerarchizzazione per strade con portate di traffico fortemente differenziate Grande zona di occupazione e maggiori costi di realizzazione Assenza di corsie riservate per mezzi pubblici e/o di soccorso Le rotatorie risultano spesso difficili da attraversare per ciclisti e pedoni CAPACITÀ DI UNA ROTATORIA Regola della PRECEDENZA AL FLUSSO ENTRANTE (a destra) Regola della PRECEDENZA ALL ANELLO CAPACITÀ DI SCAMBIO: numero di veicoli che possono intrecciarsi nella zona compresa tra due bracci consecutivi CAPACITÀ DELLE ENTRATE: Più piccolo valore del flusso sul ramo di ingresso che determina la presenza permanente di veicoli in attesa di immettersi MATRICE O/D 8
9 CAPACITÀ DI UNA ROTATORIA Metodi ANALITICI HCM Highway Capacity Manual Metodi EMPIRICI KIMBER SETRA CETUR BRILON PROCEDIMENTI OPERATIVI CAPACITÀ DI UNA ROTATORIA Metodo dell HCM HIGHWAY CAPACITY MANUAL Teoria dell ACCETTAZIONE DELL INTERVALLO Intervallo CRITICO Tempo di SCALAMENTO IN CODA 9
10 CAPACITÀ DI UNA ROTATORIA Metodo dell HCM HIGHWAY CAPACITY MANUAL Capacità del ramo di una rotatoria C = Capacità del ramo (veic/h); Q C = Traffico circolante in conflitto con il flusso in entrata (veic/h); t C = Intervallo critico (s); t f = Tempo di scalamento in coda (s). Il minimo valore di C coincide con la capacità della rotatoria CAPACITÀ DI UNA ROTATORIA Metodo dell HCM HIGHWAY CAPACITY MANUAL Intervallo critico minimo = 4.1 s Intervallo critico massimo = 4.6 s Fonte HCM Special Report 209 (2000) Tempo di scalamento in coda minimo = 2.6 s Tempo di scalamento in coda massimo = 3.1 s Il Metodo HCM non considera in alcun modo l influenza delle caratteristiche geometriche sulla capacità Il Metodo HCM è valido solo per le rotatorie a singola corsia 10
11 CAPACITÀ DI UNA ROTATORIA Metodo di KIMBER Analisi statistiche condotte con tecniche di regressione su dati sperimentali di rotatorie con precedenza all anello in Gran Bretagna C = capacità del ramo (veic/h); Q C = Flusso circolante in opposizione al flusso in ingresso (veic/h); K, F, f C = Parametri definiti dalla GEOMETRIA della rotatoria. In aggiunta ai parametri geometrici classici quali il diametro della corona giratoria (D), la larghezza dell entrata (e) e l ampiezza della corona giratoria (L C ) il metodo di KIMBER utilizza ulteriori variabili geometriche CAPACITÀ DI UNA ROTATORIA Metodo di KIMBER ULTERIORI PARAMETRI GEOMETRICI Metà larghezza del ramo di ingresso (V) misurata dal ciglio esterno della corsia di immissione, perpendicolarmente all asse del ramo, prima dell inizio della svasatura Lunghezza media della SVASATURA (L ) Strettezza della svasatura (S) S = 1,6 (e-v)/l Raggio di ingresso r Valore di Progetto 11
12 CAPACITÀ DI UNA ROTATORIA Metodo di KIMBER ULTERIORI PARAMETRI GEOMETRICI Valori consigliati: Larghezza della CORSIA DI INGRESSO (e): e = 3,50 4,00m (singola corsia) Valori consigliati: RAGGIO DI INGRESSO (singola corsia): r = 10 30m Ambito Urbano r < 10m Strade Urbane Locali con assenza di mezzi pesanti r = 15 20m Ambito Extraurbano CAPACITÀ DI UNA ROTATORIA Metodo di KIMBER ULTERIORI PARAMETRI GEOMETRICI ANGOLO DI INGRESSO ( ) Rappresenta l angolo di conflitto tra i flussi di traffico entranti e circolanti Rotatorie di piccolo diametro Rotatorie di grande diametro 12
13 CAPACITÀ DI UNA ROTATORIA Metodo di KIMBER FORMULAZIONE ANALITICA DEI PARAMETRI GEOMETRICI dove: Generalmente i valori di K variano da 0.9 a 1.1 t d si pone pari ad 1 per i grandi diametri e a 1.5 per quelli piccoli Geometria = f (, r, e, V, S, D) CAPACITÀ DI UNA ROTATORIA Metodo di KIMBER La CAPACITÀ di un ramo: AUMENTA SIGNIFICATIVAMENTE al crescere di V, e, r ed L AUMENTA LENTAMENTE al crescere del diametro della corona giratoria (D) SI RIDUCE al crescere dell angolo di ingresso ( ) 13
14 CAPACITÀ DI UNA ROTATORIA Metodo del SETRA La capacità di un ramo viene calcolata con riferimento al traffico che percorre l anello in corrispondenza dell immissione (Q C ) e al traffico (Q U ) che abbandona la rotatoria uscendo dal braccio preso in considerazione C = f (Q U, Q C, L C, L d, L i ) C = capacità del ramo (veic/h) Q C = Flusso sull anello (veic/h) Q i = Flusso entrante (veic/h) Q U = Flusso uscente (veic/h) Q d = Flusso di DISTURBO (veic/h) L d = Larghezza dell isola spartitraffico L C = Larghezza dell anello L i = Larg. della semicarr. dietro il 1 veicolo fermo sulla linea del dare precedenza CAPACITÀ DI UNA ROTATORIA Metodo del SETRA Nota la MATRICE ORIGINE/DESTINAZIONE la procedura di calcolo si articola nei seguenti passi: TRAFFICO USCENTE EQUIVALENTE TRAFFICO COMPLESSIVO DI DISTURBO CAPACITÀ DEL BRACCIO C = f (Q d, L i ) 14
15 CAPACITÀ DI UNA ROTATORIA Metodo del SETRA CONSIDERAZIONI CRITICHE Il parametro geometrico più importante per il calcolo della capacità è L i e in particolare il suo scarto rispetto alla larghezza di 3,5m Sperimentalmente si evidenzia che a parità di condizioni per ogni incremento di 1m di L i a partire da 3,5m la capacità aumenta del 10% Si introduce quindi il FLUSSO ENTRANTE EQUIVALENTE: CAPACITÀ DI UNA ROTATORIA Metodo del CETUR Formulazione sperimentale ottenuta in base a osservazioni eseguite su un vasto campione di rotatorie nei contesti URBANI francesi b = 1 per L C < 8 m b = 0,9 per L C 8m e R int < 20m b = 0,7 per L C 8m e R int 20m Dove: = 1 per ingressi a una corsia = 1,5 per ingressi a due o più corsie Q d = Flusso di DISTURBO (veic/h) 15
16 CAPACITÀ DI UNA ROTATORIA Metodo del CETUR La procedura di calcolo del CETUR è stata creata ad hoc per le rotatorie in ambito URBANO dunque in tale contesto è preferibile rispetto a quella del SETRA valida in generale in ambito urbano, periurbano ed extraurbano Requisiti di applicabilità del Metodo CETUR: Rotatorie URBANE MEDIO-GRANDI (R int = 10-30m) Buona disposizione dei bracci Ripartizione equilibrata del traffico CAPACITÀ DI UNA ROTATORIA Metodo di BRILON Deriva da esperienze tedesche nell ambito di un Programma di Ricerca attivato alla fine degli anni ottanta presso l Università della Ruhr. Rotatorie di diametro variabile tra 28m e 100m. [uvp/h] Q e = Capacità espressa in Unità di Veicoli Passeggeri per Ora (Flusso Equivalente di sole Autovetture) Requisiti di applicabilità del Metodo di BRILON: 16
17 CAPACITÀ DI UNA ROTATORIA Metodo di BRILON [uvp/h] AFFIDABILITA : Soddisfacente per 2 corsie nella corona giratoria e agli ingressi. Non soddisfacente per 3 corsie nella corona giratoria. In corso di valutazione per 1 corsia nella corona giratoria e all ingresso. 1 Veicolo Pesante = 2,8 uvp 1 Motociclo = 0,75 uvp 1 Ciclo = 0,5 uvp Fonte: Road Research Laboratory RRL oggi TRRL Q e deve essere opportunamente RIDOTTO se utilizzato in fase di verifica o di progetto. Influenza del DIAMETRO, del NUMERO DEI RAMI e della DISTANZA TRA GLI INGRESSI nella determinazione di Q c. Studi in corso. RISERVA DI CAPACITÀ La differenza tra la Capacità dell entrata (C) e il flusso in ingresso (Q i ) è definita RISERVA DI CAPACITÀ (R C ) dell entrata R C : GIUDIZIO sul livello di funzionalità di una rotatoria Rc (%) R C > 30% 15% < R C 30% 0% < R C 15% R C < 0% Condizione di esercizio Fluida Soddisfacente Aleatoria Critica Il valore di R C dovrebbe essere compreso tra il 20% e l 80% Se 5% < R C < 25% occorre fare attenzione ai tempi di attesa e alla lunghezza delle code Se R C < 5% sono da temere gravi malfunzionamenti 17
18 RISERVA DI CAPACITÀ Rc (%) R C > 30% 15% < R C 30% 0% < R C 15% R C < 0% Condizione di esercizio Fluida Soddisfacente Aleatoria Critica Un valore troppo elevato di R C su un entrata principale deve indurre a pensare se la sua larghezza non sia sovradimensionata o se il numero delle corsie non sia maggiore del necessario Se R C è elevata su TUTTE le entrate si può arrivare a ridurre la larghezza dell anello ULTERIORI CONSIDERAZIONI Regola della PRECEDENZA ALL ANELLO CAPACITÀ DELLE ENTRATE (C i ): Più piccolo valore del flusso sul ramo di ingresso che determina la presenza permanente di veicoli in attesa di immettersi A partire dai valori di capacità (C) possono valutarsi due INDICI PRESTAZIONALI della rotatoria nel suo insieme: CAPACITÀ SEMPLICE Primo valore di capacità che può ottenersi SU UN RAMO per un aumento UNIFORME dei flussi della matrice O/D CAPACITÀ TOTALE Sommatoria dei valori di CAPACITÀ SEMPLICE nell ipotesi che questi vengano raggiunti contemporaneamente 18
19 Procedura Operativa CAPACITÀ SEMPLICE (Q s ) Conservazione dei Flussi all Anello: P = [P ij ] (i, j = 1, 4) Matrice delle Percentuali di traffico tra i Rami Q = [Q i ] Vettore delle Portate in Ingresso 4 Equazioni 4 Incognite i Scelto tra i quattro i il minore (ad esempio j ) risulta: Q S = j Q j I flussi che attingono Q S sono quelli che si ottengono amplificando di j ognuna delle Q i di partenza Procedura Operativa CAPACITÀ TOTALE (Q T ) 4 Equazioni 4 Incognite Q ei Metodo Iterativo di GAUSS-SEIDEL Si assegnano al primo passo le Q (1) ei ovvero Q (k) ei con K=1 TEST DI CONVERGENZA Al passo successivo si ottengono le Q (k+1) ei Q ek = Vettore delle Capacità G = Vettore delle g i = Valore piccolo Se ciò NON accade si pone K=K+1 e si ITERA il procedimento 19
20 Applicazione numerica Matrice delle percentuali di traffico CAPACITA TOTALE (a partire da BRILON) Numero corsie ingressi = 1 Numero corsie anello = 2 Ponendo Q i = Q ei (1) (2) Sostituendo le (2) nelle (1) per i=1, 4 si ottiene un sistema di 4 EQUAZIONI in 4 INCOGNITE Q ei CAPACITA TOTALE Applicazione numerica (1) i= 1, 4 (2) Metodo Iterativo di GAUSS-SEIDEL 4 Equazioni 4 Incognite Q ei Si pone al PRIMO passo: (3) uvp/h Dalla PRIMA delle (2) e delle (1): (4) Sostituendo la SECONDA delle (4) e il QUARTO elemento delle (3) nella SECONDA delle (2) e oi nella SECONDA delle (1) si ottiene: (5) Sostituendo la SECONDA delle (5) la SECONDA delle (4) nella TERZA delle (2) e poi nelle TERZA delle (1): (6) Sostituendo la SECONDA delle (6) la SECONDA delle (5) nella QUARTA delle (2) e poi nelle QUARTA delle (1): (7) 20
21 Applicazione numerica Metodo Iterativo di GAUSS-SEIDEL PRIMO passo: uvp/h SECONDO passo: uvp/h VETTORI MOLTO DIFFERENTI TRA LORO! SI RIPETE IL PROCEDIMENTO A PARTIRE DA Q (2) e CAPACITA TOTALE (a partire da BRILON) LA CONVERGENZA DEI RISULTATI SI OTTIENE DOPO 4 ITERAZIONI: RISERVA DI CAPACITA NULLA PER OGNI INGRESSO Applicazione numerica Sia NOTA la DOMANDA in INGRESSO: CAPACITA SEMPLICE (a partire da BRILON) uvp/h (a) (b) (c) Sostituendo nelle (b) e nelle (c) alle Q ei i PRODOTTI i Q i, dove le Q i sono quelle specificate nella (a) si ottiene: 4 Equazioni 4 Incognite i PRIMO FENOMENO DI CONGESTIONE PER LA ROTATORIA (Braccio 4) 21
22 DISTANZE DI VISIBILITÀ IN ROTATORIA Occorre garantire la presenza di spazi liberi da ostacoli che possano invadere il campo visivo del conducente (h= m) CRITERI DI VISIBILITÀ 1) Criterio della visibilità per l arresto sul ramo di ingresso 2) Criterio della visibilità a sinistra (o del quarto di corona) 3) Criterio della visibilità per i veicoli in circolo 4) Criterio delle fasce di rispetto 5) Criterio della visibilità pedone-veicolo 6) Criterio della visibilità veicolo-pedone OSSERVAZIONE CRITERIO n.2: Unico criterio previsto dal D.M. 19/04/2006 Norme Funzionali e Geometriche per la Costruzione delle Intersezioni Stradali DISTANZE DI VISIBILITÀ IN ROTATORIA 1) CRITERIO DELLA VISIBILITÀ PER L ARRESTO SUL RAMO DI INGRESSO Consente di garantire un adeguato spazio privo di ostacoli visivi tra il veicolo in approccio all intersezione e la linea del dare precedenza per consentire l arresto del veicolo in sicurezza Distanza di visuale libera per l arresto D.M. 05/11/2001 Norme Funzionali e Geometriche per la Costruzione delle Strade V 0 = Velocità degli utenti sul ramo di ingresso (85 percentile o velocità di progetto) 22
23 DISTANZE DI VISIBILITÀ IN ROTATORIA 2) CRITERIO DELLA VISIBILITÀ A SINISTRA (O DEL QUARTO DI CORONA) Unico criterio formalmente contemplato dal: D.M. 19/04/2006 Norme Funzionali e Geometriche per la Costruzione delle Intersezioni Stradali Negli incroci a rotatoria, i conducenti che si approssimano alla rotatoria devono vedere i veicoli che percorrono l anello centrale al fine di cedere ad essi la precedenza o eventualmente arrestarsi Sarà sufficiente una visione completamente libera sulla sinistra per un quarto dello sviluppo dell intero anello posizionando l osservatore a 15metri dalla linea che delimita il bordo dell anello giratorio DISTANZE DI VISIBILITÀ IN ROTATORIA 1) Si pone il punto di osservazione a 15-20m dalla linea di dare precedenza 2) Si fissa la posizione planimetrica del veicolo sulla mezzeria della corsia in entrataaunadistanzaminimadi1,5m dal bordo della carreggiata 3) Si fissa la posizione altimetrica del veicolo ad 1m dal piano viabile 4) Rotatoria a 4 BRACCI: la zona di visuale libera è delimitata dalla retta che passa per il punto di osservazione, è tangente al cerchio esterno e interseca il prolungamento del raggio 5) Rotatoria a 3 BRACCI: la zona si estende fino all innesto a sinistra 23
24 DISTANZE DI VISIBILITÀ IN ROTATORIA 3) CRITERIO DELLA VISIBILITÀ PER I VEICOLI IN CIRCOLO VERIFICA la possibilità di arresto dei veicoli in circolo, per effetto di oggetti o di altri veicoli sull anello GARANTISCE agli utenti dei veicoli sull anello la corretta percezione dei veicoli in immissione Il veicolo viene posizionato a 2m dal bordo interno dell isola centrale Non devono essere posti ostacoli visivi (come alberi) a meno di 2m dal bordo interno dell isola centrale Per il calcolo della DISTANZA DI ARRESTO si rimanda al CRITERIO 1 Altezza punto di vista: 1,10m Altezza ostacoli: 0,10m 0,20m DISTANZE DI VISIBILITÀ IN ROTATORIA 4) CRITERIO DELLE FASCE DI RISPETTO Il Nuovo Codice della Strada impone la presenza di zone libere da ostacoli da identificarsi nelle cosiddette FASCE DI RISPETTO e di un ulteriore TRIANGOLO DI VISIBILITÀ D.Lgs. 30/04/1992 n.285 e succ. mod. Nuovo Codice della Strada D.P.R. 16/12/1992 n.495 e succ.mod. Regolamento di attuazione del Nuovo Codice della Strada 24
25 DISTANZE DI VISIBILITÀ IN ROTATORIA 4) CRITERIO DELLE FASCE DI RISPETTO OSSERVAZIONE Se il criterio delle FASCE DI RISPETTO è soddisfatto, sulla STRADA SECONDARIA si pone il segnale di: Dare precedenza altrimenti: Fermarsi e dare precedenza DISTANZE DI VISIBILITÀ IN ROTATORIA 5) CRITERIO DELLA VISIBILITÀ VEICOLO-PEDONE GARANTISCE che gli eventuali attraversamenti pedonali risultino visibili ai veicoli circolanti nell anello e/o a coloro che si devono immettere in rotatoria provenendo dal ramo immediatamente a sinistra dell attraversamento D.M. 05/11/2001 V 0 veicoli in immissione: V media calcolata con riferimento a due raggi di curvatura (ingresso e deflessione) V 0 veicoli in circolo Velocità calcolata in base al raggio di circolazione (veicolo posto planimetricamente a 2m dall isola) 25
26 DISTANZE DI VISIBILITÀ IN ROTATORIA 6) CRITERIO DELLA VISIBILITÀ PEDONE-VEICOLO GARANTISCE la corretta visione del veicolo da parte del pedone Il PUNTO DI OSSERVAZIONE del pedone varia da 1,10m per i bambini a 1,70m per gli adulti Distanza di visibilità pedone veicolo: dove D P = Distanza di visibilità pedone-veicolo (m) V P = Velocità in km/h dei pedoni in attraversamento (3,5 4,0 km/h) V = Velocità in km/h degli utenti in circolo o sul ramo immediatamente a sinistra dell attraversamento considerato (idem CRITERIO 5) L P = Lunghezza dell attraversamento pedonale DISTANZE DI VISIBILITÀ IN ROTATORIA 6) CRITERIO DELLA VISIBILITÀ PEDONE-VEICOLO Esempi Distanza di visibilità pedone veicolo: Input: L P = 3,50m V P = 4km/h V = 30km/h Output: D P = 26,25m dove V = 50km/h D P = 43,75m D P = Distanza di visibilità pedone-veicolo (m) V P = Velocità in km/h dei pedoni in attraversamento (3,5 4,0 km/h) V = Velocità in km/h degli utenti in circolo o sul ramo immediatamente a sinistra dell attraversamento considerato (idem CRITERIO 5) L P = Lunghezza dell attraversamento pedonale 26
27 INTERSEZIONI A ROTATORIA: Evoluzione Storica, Inquadramento Normativo, Dimensionamento Funzionale, Analisi della Sicurezza e Modelli Teorico-Sperimentali per il calcolo della Capacità Bibliografia D.M. 05/11/2001, Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade D.M. 19/04/2006, Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle intersezioni stradali Sascia Canale et al, Progettare le rotatorie, EPCLibri, Roma Dott. Ing. Donato CIAMPA Potenza 18 e 20 Dicembre 2012 Fine 27
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