PROTEZIONE CIVILE. Cure ausiliarie in situazioni particolari e straordinarie UFFICIO FEDERALE DELLA PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE

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1 PROTEZIONE CIVILE Cure ausiliarie in situazioni particolari e straordinarie UFFICIO FEDERALE DELLA PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE Aprile i.doc

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3 Disponibilità Versione elettronica Internet - Download libero Numero di esemplari Supporto informatico CD-Rom (versione di base) - Ufficio cantonale responsabile della protezione civile 1 Versione cartacea Esemplari per l amministrazione - Ufficio cantonale responsabile della protezione civile - CFIS Schwarzenburg Copie per informazione - Archivio federale - Unione svizzera per la protezione civile - Segretariato del Servizio sanitario coordinato - Federazione svizzera dei samaritani Copie personali - Istruttori a tempo pieno dell UFPP (in funzione delle necessità) Cure ausiliarie in situazioni particolari e straordinarie UFPP i.doc 3

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5 Premessa In situazioni particolari e straordinarie, ossia in caso di eventi maggiori, catastrofi e situazioni d'emergenza, per un periodo più o meno lungo le strutture della sanità pubblica possono essere oberate a causa delle numerose misure che devono dispensare nell'ambito delle cure. In questi casi è quindi opportuno impiegare personale ausiliario non professionista adeguatamente istruito. Se lo sviluppo della situazione lascia supporre la nascita di un conflitto armato, nell'ambito della fase di potenziamento deve essere preparato personale supplementare anche per la cura dei malati. Questo va reclutato tra le fila della protezione civile. La presente pubblicazione può essere impiegata nell'ambito dell'istruzione degli addetti all'assistenza (modulo "Cure" dell'istruzione generale) come pure per la preparazione individuale ad un intervento fissato a breve termine. Berna, aprile 2005 UFFICIO FEDERALE DELLA PROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE Cure ausiliarie in situazioni particolari e straordinarie UFPP i.doc 5

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7 Indice Capitolo Pagina 1 Introduzione Sicurezza Sicurezza nelle cure Diritti del paziente Documentazione di cura Igiene nella cura dei malati Prevenzione di danni alla schiena Comunicazione Importanza della comunicazione nella cura dei malati Promemoria per la comunicazione con i pazienti Aiutare il paziente a comunicare Riposo Importanza del sonno e del riposo Il letto sanitario Aiutare il paziente costretto a letto Movimento Importanza del movimento Importanza della posizione del paziente Pericoli legati ad una lunga degenza a letto Promemoria per la mobilizzazione dei pazienti Posizione del paziente a letto e mobilizzazione Cura del corpo Importanza di tenersi puliti e vestirsi Promemoria per la cura del corpo dei pazienti Lavaggio completo del paziente a letto Pulizia delle protesi dentarie Aiutare il paziente a vestirsi e svestirsi...43 Cure ausiliarie in situazioni particolari e straordinarie UFPP i.doc 7

8 Pagina 7 Mangiare e bere Importanza di bere e mangiare Promemoria relativo all'assunzione di cibi e medicamenti Aiutare il paziente nell'assunzione dei pasti e dei medicamenti Escrezione Importanza dell'escrezione Valutazione delle escrezioni nell'ambito dell'osservazione del malato PM: Aiutare il paziente nell'escrezione Aiutare il paziente nell'escrezione a letto Temperatura corporea Importanza della temperatura corporea Tecniche di misurazione della temperatura corporea Aiutare il paziente in stato febbrile Funzioni vitali Importanza delle funzioni vitali Punti d'osservazione e valori normali per le funzioni vitali più importanti Rilevamento dei valori per respirazione, polso e pressione Aiutare il paziente con disturbi respiratori e cardio-vascolari Morte La morte e il morire Promemoria per la cura dei pazienti in fin di vita Aiutare il paziente in fin di vita Misure da adottare dopo la morte del paziente...71 Appendici Glossario per il settore dell'igiene Schema ABCD per il soccorritori..75 Indice analitico i.doc 8

9 1 Introduzione L'organizzazione mondiale della sanità (OMS) definisce la salute come "stato di totale benessere fisico, mentale e sociale" dell'essere umano. Sarebbe quindi malato chi non soddisfa tutti i requisiti di questa definizione. In pratica però, tenendo conto anche del fenomeno età, i concetti di salute e malattia sono concepiti come due poli situati all'estremità di un asse tra i quali l'essere umano si sposta continuamente avanti e indietro. La cura dei malati, sia essa di tipo professionale o profano, è un'interazione complessa tra persona curante e persona curata 1 Una concezione moderna dell'essere umano in ambito sanitario vede la persona curata nella sua interezza e unicità (fisica, mentale e sociale) e le riconosce gli stessi bisogni fondamentali delle persone sane. Oltre ai bisogni fisiologici e di sicurezza, le cure devono quindi tenere conto anche - dei bisogni di appartenenza - dei bisogni di stima - dei bisogni di autorealizzazione Bisogni di autorealizzazione Bisogni di stima Bisogni di appartenenza Bisogni di sicurezza Bisogni fisiologici Piramide dei bisogni Per soddisfare i propri bisogni fondamentali, una persona adulta che si sente in salute ha bisogno di svolgere delle attività che nei moderni modelli di cura sono definiti come attività della vita quotidiana (AVQ): - creare sicurezza - comunicare - riposare e dormire - muoversi - tenersi puliti e vestirsi - mangiare e bere - andare di corpo - regolare la temperatura corporea - mantenere le funzioni vitali ecc. Le attività della vita quotidiana sono in stretta relazione tra loro. Nell'ambito delle cure servono da base per valutare il bisogno di cure di un paziente. Raramente un paziente necessita di aiuto in tutte le attività della vita quotidiana. Il moderno modello di cure si avvale quindi in modo consapevole delle risorse (possibilità di auto-aiuto) dei pazienti. Nel processo di cura, le singole misure adottate hanno una struttura ed un ordine ben preciso. Di regola questo processo comprende i punti seguenti: - raccolta di informazioni (anamnesi) - accertamento dei bisogni di cure e delle risorse dei pazienti - determinazione degli obiettivi delle cure - pianificazione delle singole misure 1 Per ragioni di semplicità nel testo viene utilizzata solo la forma maschile. Cure ausiliarie in situazioni particolari e straordinarie UFPP i.doc 9

10 - esecuzione delle misure pianificate - valutazione degli effetti delle cure in base a criteri e standard fondamentali per la redazione di un rendiconto Dei criteri fondamentali per valutare gli effetti delle cure possono essere: - il senso di benessere del paziente - la sicurezza (igiene nella cura dei malati, sicurezza nel mettere in posizione e far muovere i pazienti) - l'efficacia (mantenere il più possibile l'autonomia del paziente) - l'economicità Il tipo di sistema adottato determina le competenze e le responsabilità nell'ambito delle cure. Il sistema interdisciplinare prevede che un determinato numero di pazienti vengono curati da una squadra composta da personale con qualifiche diverse. Nell'ambito di questo sistema gli aiutanti profani possono dare un grande contributo affiancando il personale professionista nella cura di persone malate, portatrici di handicap o anziane come pure nella pulizia e nella manutenzione del materiale. Non appena un paziente viene assistito da più di una persona, è indispensabile tenere un verbale delle cure. Assistere delle persone malate significa lavorare anche di notte, sia sotto forma di turni che di picchetti; in questo caso si può anche dormire, ma in caso di bisogno si viene chiamati. Per adattarsi al ritmo notturno il fisico ha bisogno di tempo e forze supplementari. In seno alla squadra di cura possono nascere tensioni e conflitti, in particolare quando il lavoro deve essere svolto in tempi limitati. Per evitare ulteriori fattori di stress, i conflitti devono essere appianati il più presto possibile. Tutti i membri del gruppo sono responsabili del buon clima di lavoro i.doc 10

11 2 Sicurezza 2.1 Sicurezza nelle cure Le persone malate, portatrici di handicap o anziane spesso non sono in grado di provvedere alla propria integrità e sicurezza. Sicurezza nell'ambito delle cure significa tra l'altro: - rispettare i diritti delle persone assistite - documentare coscienziosamente il processo di cura dei malati. - rispettare scrupolosamente le prescrizioni generali nel campo della prevenzione degli infortuni ed evitare i pericoli per la propria persona - conoscere l'organizzazione d'emergenza dell'istituzione responsabile delle cure (numeri di telefono, medico d'urgenza di picchetto, valigia delle emergenze, estintori, uscite di sicurezza, ecc.) - osservare le regole d'igiene della rispettiva istituzione - sollevare e sorreggere correttamente e in modo sicuro la persona curata Molte misure per la dispensazione sicura delle cure proteggono non solo i pazienti, ma anche il personale curante. 2.2 Diritti del paziente La persona che beneficia delle cure ha diritto a: - autodeterminazione - informazione e spiegazioni - trattamento e cura - consulenza e sostegno sociale - assistenza psicologica e religiosa - ricevere visite Un diritto fondamentale del paziente è quello alla confidenzialità. Questa implica che la persona che presta le cure non può trasmettere dati e informazioni riguardanti il paziente e il decorso della sua malattia a persone non autorizzate. I famigliari possono essere informati solo previo consenso del paziente. È opportuno non parlare dei pazienti in presenza di persone che non fanno parte del personale curante. Non è consentito dare informazioni riservate per telefono. Se il paziente Obbligo di discrezione rivela alla persona curante delle informazioni difficili da gestire, questa si può rivolgere ai suoi superiori. L'obbligo di confidenzialità persiste anche dopo che il rapporto di cura si è concluso. Dalla persona che beneficia di cure ci si aspetta a sua volta rispetto nei confronti degli altri pazienti e del personale curante. Quest'ultimo eviterà di giudicare il comportamento dei pazienti al fine di instaurare un rapporto possibilmente privo di pregiudizi. Un comportamento apparentemente scontroso e rivolto su sé stesso può essere sintomo di un'esperienza di vita difficile o di un vissuto drammatico. Cure ausiliarie in situazioni particolari e straordinarie UFPP i.doc 11

12 2.3 Documentazione di cura La documentazione di cura è parte integrante della cartella clinica. Di regola è composta dagli elementi seguenti: - raccolta delle informazioni (anamnesi delle cure) - obiettivi / piano delle cure - rapporto / verbale - disposizioni mediche Gli obiettivi delle cure definiscono lo stato di salute che il paziente deve aver raggiunto dopo una determinata fase di cure. Il piano delle cure contempla le istruzioni vincolanti sul lavoro da svolgere. Per poter stimare in modo possibilmente obiettivo le necessità di cura e le risorse del paziente, è necessaria un'osservazione sistematica e continua del malato. Per l'osservazione dei punti generali sono sufficienti gli organi sensoriali del personale curante. Per l'osservazione di determinate funzioni vitali sono invece necessari degli strumenti di misura (temperatura corporea, pressione arteriosa). La documentazione di cura permette di avere a disposizione in qualsiasi momento una descrizione precisa della situazione di ogni paziente e di pianificare in modo ottimale le cure. Essa permette inoltre di rilevare quantitativamente il lavoro svolto per ogni paziente. Per essere precisa deve essere aggiornata subito dopo ogni osservazione fatta o misura adottata. Le registrazioni vanno fatte a penna (mai in matita). 2.4 Igiene nella cura dei malati Per igiene, nella cura dei malati s'intende l'osservanza di misure di pulizia, disinfezione e sterilizzazione volte a limitare la riproduzione e la propagazione di germi patogeni (per es. virus e batteri). I germi si riproducono particolarmente in fretta in un ambiente caldo e umido. Giungono all'interno dell'organismo attraverso le naturali cavità del corpo o le ferite, per via diretta o veicolati (da mani, escrezioni, polvere, biancheria da letto, strumenti, ecc.), e una volta nel corpo possono scatenare un'infezione. I pazienti che si trovano in uno stato di salute generale precario o che vengono sottoposti a terapie aggressive trasmissione dei germi tramite le mani sono particolarmente minacciati dal pericolo d'infezione. In questi casi la trasmissione dei germi attraverso le mani rappresenta il pericolo maggiore. Per questo è necessario disinfettare la pelle e le mucose come pure le superfici e gli oggetti, lavandoli, nebulizzandoli o immergendoli nel prodotto disinfettante. Col tempo, alcuni tipi di germi possono sviluppare una resistenza ai disinfettanti, in particolare quando questi non vengono impiegati correttamente (concentrazione, tempo d'azione). Le istituzioni sanitarie dispongono di piani per l'igiene e la disinfezione adatti per ogni situazione i.doc 12

13 Promemoria per l'igiene personale e delle mani nella cura dei malati - Se possibile portare solo scarpe con tomaia di pelle liscia e indumenti lavabili a novanta gradi (evitare i pullover) - Tenere le unghie corte e pulite - Prima di iniziare il lavoro, legare i capelli lunghi, togliere orologi e gioielli (ad eccezione delle fedi nuziali piatte), lasciare gli avambracci liberi dagli indumenti e indossare abiti da lavoro puliti (soprabito, grembiule) - Indossare gli abiti da lavoro solo all'interno del settore lavorativo, osservare il divieto di fumare e consumare alcolici, non mangiare durante il lavoro - Informare immediatamente l'organo superiore se si soffre di una malattia - Quando si svolgono lavori durante i quali è possibile sporcarsi, indossare guanti monouso; quando si tolgono, rovesciarli in modo che la parte interna rimanga rivolta verso l'esterno - Dividere in modo coerente le superfici e gli oggetti puliti da quelli sporchi - Eliminare direttamente i rifiuti, gettare la biancheria usata direttamente nell'apposito carrello - Evitare assolutamente di versare escrezioni corporee, limitare al minimo la produzione di polvere Lavare le mani La persona che presta le cure deve lavare le mani all'inizio di ogni turno lavorativo, prima di assumere un pasto, prima di ogni trattamento che richiede misure igieniche particolari (per es. somministrazione di gocce per gli occhi), dopo aver utilizzato il bagno e dopo aver svolto un lavoro durante il quale ci si può sporcare. In caso di contatto diretto con la sporcizia, le mani, prima di essere lavate, devono essere disinfettate. - Insaponare gli avambracci e le mani (compresi gli interstizi tra le dita) e strofinare per almeno 15 secondi - Risciacquare bene gli avambracci e le mani e asciugare accuratamente con un asciugamano monouso - Chiudere il rubinetto con l'asciugamano - Per evitare danni alla pelle, eventualmente utilizzare una crema per le mani Disinfezione delle mani Le mani devono essere disinfettate all'inizio e alla fine del turno lavorativo come pure tra un paziente e l'altro. - Azionare la leva del dispensatore con l'avambraccio e versare ca. 3-5 ml di disinfettante nel palmo della mano - Massaggiare palmo e dorso delle mani (compresi interstizi tra le dita) per 30 secondi - Lasciar asciugare il disinfettante Cure ausiliarie in situazioni particolari e straordinarie UFPP i.doc 13

14 2.5 Prevenzione di danni alla schiena Nell'ambito delle cure è importante mantenere una posizione corporea corretta onde evitare lesioni alla schiena. Delle tecniche di sollevamento e trasporto errate portano ad una sollecitazione eccessiva della colonna vertebrale e con il tempo possono causare dolori alla schiena. L'obiettivo è mantenere una posizione eretta naturale e muscoli delle spalle e della schiena rilassati. Promemoria per la prevenzione di danni alla schiena - Portare indumenti che non limitano la libertà di movimento e calzature comode, chiuse, con una suola piatta e antisdrucciolo - Posizionare il letto ad un'altezza adeguata per l'esecuzione del relativo trattamento (ca. 65 cm); in seguito riabbassarlo - Stare in piedi diritti davanti al letto, aumentare la superficie d'appoggio tenendo le gambe leggermente divaricate o un piede più avanti dell'altro, ginocchia leggermente flesse (non rigide) - Non sollevare e non trasportare mai un carico pesante da soli - Impiegare mezzi ausiliari per sollevare e trasportare carichi meno pesanti - Coinvolgere le risorse del paziente, coordinare i movimenti (informare il paziente) - Tenere la schiena diritta; nel portare il peso in avanti, muovere le articolazioni del bacino invece di piegare la schiena; per abbassarsi, accovacciarsi invece di piegare la schiena - Evitare i movimenti bruschi, non eseguire dei movimenti di torsione del busto durante il sollevamento di un peso (per cambiare direzione, ruotare con tutto il corpo) errato corretto posizione del corpo corretta per prevenire lesioni alla schiena - Sollevare e trasportare i carichi tenendoli vicini al corpo; ripartire uniformemente il peso sulle due braccia - Contrarre e rilassare regolarmente la muscolatura, allenare la muscolatura dorsale i.doc 14

15 Appunti personali relativi al capitolo "Sicurezza" Cure ausiliarie in situazioni particolari e straordinarie UFPP i.doc 15

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17 3 Comunicazione 3.1 Importanza della comunicazione nella cura dei malati La comunicazione, l'"entrare in contatto" con l'altro, è il presupposto di ogni convivenza sociale. Il modo in cui le persone danno e ricevono informazioni ed esprimono e vivono i sentimenti si ripercuote (positivamente o negativamente) sui loro rapporti interpersonali. Senza rapporti sociali soddisfacenti l'essere umano si isola e può anche ammalarsi. Si distinguono due tipi di comunicazione: quella verbale, che usa le parole, e quella non verbale. La comunicazione non verbale (detta anche "linguaggio del corpo") è spesso più esplicita delle parole; essa può essere consapevole o inconsapevole. Di regola le informazioni vengono trasmesse per mezzo di parole, gli aspetti relazionali tramite il linguaggio del corpo (postura, mimica, gesti). Oltre alle relazioni con altri esseri umani possono avere importanza anche le relazioni con animali, piante, oggetti e attività. Nella cura dei malati la comunicazione tra persona curante e persona curata riveste grande importanza. I pazienti con un handicap del linguaggio dipendono dal fatto che la persona curante prenda l'iniziativa nell'ambito della comunicazione. Nelle persone anziane la comunicazione può risultare particolarmente difficile a causa di disturbi dell'udito e della vista oppure a causa della lotta costante contro dolori cronici. Un aspetto tipico della sordità senile è che il paziente tenta di nascondere il suo handicap. Molti anziani soffrono di una crescente perdita della memoria. Spesso hanno una maggiore esigenza di poter attirare l'attenzione su di sé (campanello). I pazienti anziani con una rete sociale ridotta possono inoltre tendere a coinvolgere eccessivamente il personale curante o a ripiegarsi completamente su sé stessi. 3.2 Promemoria per la comunicazione con i pazienti - Se è uso nella relativa istituzione, portare il cartellino recante nome e funzione in modo ben visibile sugli abiti da lavoro - Quando si entra nel locale in cui si trova il paziente, bussare brevemente e salutare - Dare del tu solo ai bambini, rivolgersi agli altri pazienti sempre con "Signor" o "Signora" - Rivolgersi con il loro nome anche alle persone prive di sensi - Chiedere ai pazienti quali sono i loro bisogni e i loro desideri; informarli di tutte le misure adottate su di loro o sull'ambiente che li circonda - Ascoltare il paziente senza interromperlo, capire i suoi sentimenti - Non modificare l'ora e il tipo di cure senza un valido motivo; mantenere quanto detto (ev. portare con sé un appunto scritto) - Parlare di sé stessi in prima persona (non usare formule come "si" o "noi"); esprimere i propri sentimenti senza nasconderli - Non gravare il paziente con le proprie difficoltà e i propri problemi - Chiedere consiglio al personale di cura professionista su come trattare con pazienti dementi o in depressione Cure ausiliarie in situazioni particolari e straordinarie UFPP i.doc 17

18 3.3 Aiutare il paziente a comunicare Aiutare i pazienti con un handicap linguistico - Limitare i rumori di fondo (per es. radio, altre persone che parlano) - Assicurarsi che la mucosa orale del paziente non sia secca e che eventuali protesi siano al loro posto - Mostrare al paziente che lo si sta ascoltando - Lasciare al paziente tempo sufficiente per esprimersi, eventualmente aiutarlo a trovare le parole giuste - Parlare al paziente con un linguaggio e un tono di voce normali e utilizzare frasi semplici (non utilizzare parole straniere) - Porre domande a cui il paziente può rispondere con sì o no - Ripetere le affermazioni del paziente e chiedergli di ripetere le proprie per verificare se ci si è capiti bene; non confermare mai affermazioni che non si sono capite - Utilizzare gesti concordati come segni della mano, battiti delle palpebre o cenni della testa - Utilizzare mezzi ausiliari come materiale per scrivere, lavagnette, simboli, ecc. - Nel caso di pazienti stranieri impiegare la comunicazione non verbale (gesti, mimica) o un vocabolario, eventualmente ricorrere ad un interprete Aiutare i pazienti con un handicap uditivo - Limitare i rumori di fondo (per es. radio, altre persone che parlano) - Rivolgere la parola o toccare il paziente solo dopo che si è accorto della nostra presenza (ev. stabilire un segno, per es. accendere e spegnere la luce) - Guardare il paziente in faccia mentre gli si parla - Parlare lentamente e con movimenti della bocca chiari che il paziente può leggere dalle labbra (ev. parlare ad alta voce e/o vicino all'orecchio del paziente) - Verificare se il paziente ha capito tutto, spiegare ciò che non è stato capito con altre parole oppure per scritto - Utilizzare i mezzi ausiliari come apparecchi acustici o telefoni con volume regolabile secondo le prescrizioni Apparecchio acustico (applicato dietro l'orecchio o integrato negli occhiali) - Considerare gli apparecchi acustici come oggetti di valore (non lasciarli cadere o bagnarli, prima di effettuare la manutenzione leggere attentamente le istruzioni per l'uso) Aiutare i pazienti con un handicap visivo - Creare un ambiente bene illuminato e ricco di contrasti - Presentarsi ogni volta con il proprio nome i.doc 18

19 - Su sua richiesta, leggere al paziente informazioni, lettere, ecc. - Comunicare al paziente la disposizione delle pietanze nel piatto - Mostrare i locali in modo esaustivo (fare un giro insieme al paziente, lasciare che si orienti col tatto) - Se possibile non modificare l'ambiente che circonda il paziente; informarlo di eventuali cambiamenti - Eliminare i pericoli (ante o cassetti aperti, pavimenti bagnati, cavi, ecc.) - Quando si cammina vicino al paziente, comunicargli man mano gli ostacoli che si presentano (scale, marciapiedi, ostacoli all'altezza della testa, ecc.) - Utilizzare mezzi ausiliari come occhiali, lenti a contatto, lente, libri con caratteri grandi - Considerare gli occhiali come oggetto di valore (se necessario pulirli, non appoggiarli sulle lenti Cure ausiliarie in situazioni particolari e straordinarie UFPP i.doc 19

20 Appunti personali relativi al capitolo "Comunicazione" i.doc 20

21 4 Riposo 4.1 Importanza del sonno e del riposo Riposare e dormire sono bisogni fondamentali dell'essere umano. Servono al recupero fisico e mentale e sono necessari per mantenere la salute, il rendimento e la gioia di vivere. Il riposo è un momento di distrazione o di inattività dopo gli sforzi della giornata. Spesso il riposo è una componente indispensabile nel processo di guarigione delle patologie fisiche. Durante il sonno l'essere umano si trova in uno stato di coscienza ridotto. Gli stimoli sensoriali di minore intensità vengono percepiti ed elaborati in modo inconsapevole. Il battito cardiaco, la pressione sanguigna, la respirazione, i processi metabolici e la tensione muscolare sono ridotti. Il bisogno di dormire e lo schema del sonno, ossia l'alternarsi delle varie fasi del sonno di diversa intensità, dipendono dall'età e dalle esigenze individuali della singola persona. Inoltre, molte persone hanno delle abitudini legate al momento di coricarsi e di regola anche una posizione favorita per addormentarsi. I disturbi del sonno possono manifestarsi in vari modi (difficoltà ad addormentarsi, continui risvegli durante la notte, risveglio precoce, ecc.). Nella persona malata costretta a letto il bisogno di dormire e la struttura del sonno possono cambiare. Non tutti i fattori che disturbano il sonno possono essere influenzati dal personale curante (per es. ambiente estraneo). Per prevenire i danni dovuti ad una lunga degenza a letto o per incentivare il processo di guarigione può essere necessario mettere il paziente in una determinata posizione oppure cambiarla regolarmente. Nelle persone anziane di regola aumenta il bisogno di riposare durante il giorno mentre diminuisce il bisogno di dormire durante la notte. La loro reazione alla somministrazione di sonniferi e calmanti può essere paradossale, nel senso che questi possono renderli agitati e confusi. 4.2 Il letto sanitario Il presupposto materiale più importante per un riposo e un sonno salutare è un buon letto. Il letto sanitario deve offrire all'utente il maggior comfort possibile e soddisfare al meglio le sue esigenze. Salvo eccezioni (bisogno di sentirsi protetti, mancanza di spazio), il letto sanitario deve essere accessibile dai due lati. Di regola è munito di ruote bloccabili e dispositivo a comando elettronico che permette di sollevare la parte alta o la parte bassa del letto come pure di dispositivo di comando schienale maniglia Letto sanitario pedana scaletta Cure ausiliarie in situazioni particolari e straordinarie UFPP i.doc 21

22 alzare e abbassare il letto in altezza. Dispone inoltre di diversi accessori impiegati in base alle esigenze (materasso speciale, maniglia, scaletta, sponde, ecc.) Spesso il materasso viene protetto con un rivestimento protettivo impermeabile. Di regola il lenzuolo inferiore ha gli angoli cuciti in modo da adattarsi perfettamente al materasso. In caso di lenzuola normali, l'estremità superiore deve essere più lunga perché i pazienti tendono a scivolare verso il basso tirando con sé il lenzuolo. Se necessario, sul lenzuolo inferiore, all'altezza del bacino viene posto un panno impermeabile di un tessuto ben tollerato dalla pelle. Come soluzione di fortuna è possibile utilizzare una pezza di gomma o plastica coperta da una traversa di stoffa infilata lateralmente sotto il materasso. Fanno parte dei normali accessori di un letto sanitario: un cuscino e una coperta adatta alla stagione e alle esigenze del paziente (piumino o lenzuolo con coperta). La biancheria del letto viene cambiata regolarmente e ogni volta che è necessario. La biancheria sporca deve essere posta negli appositi sacchi del carrello della biancheria sporca (secondo la regolamentazione della relativa istituzione, per es. separata tra poco e molto sporca o in base alla temperatura di lavaggio). In situazioni particolari è possibile impiegare biancheria monouso (usa e getta). Ogni letto sanitario dovrebbe disporre in un tavolino mobile che può essere utilizzato per mangiare oppure, in posizione reclinata, per leggere. Alcuni tavolini dispongono di pulsanti (campanello, luce). 4.3 Aiutare il paziente costretto a letto Il procedimento da adottare per aiutare il paziente costretto a letto dipende dalle possibilità del paziente e dell'ausiliario di cura. In caso di collaborazione tra due ausiliari di cura sono necessari accordi preliminari. Tecniche di base: sollevare il paziente per le natiche, girare il paziente su un fianco, alzare il paziente in posizione seduta, spostare il paziente verso l'alto. Sollevare il paziente per le natiche Per svolgere la maggior parte delle attività di cura è sufficiente sollevare leggermente il bacino del paziente (per es. mettere la padella, infilare i pantaloni). - Tenere il materiale necessario a portata di mano - Abbassare lo schienale (rialzarlo a lavoro ultimato) - Informare il paziente e invitarlo a collaborare sollevare il paziente per le natiche - Mettersi di fianco al letto all'altezza del bacino del paziente steso sul dorso e tenere le gambe leggermente divaricate - Piegare indietro la coperta i.doc 22

23 - Chiedere al paziente di flettere le gambe, appoggiare saldamente i piedi sul materasso e sollevare leggermente il bacino - Tenere i piedi del paziente con una mano per tenerli fissi oppure sollevare il paziente per le natiche - Eseguire il trattamento Girare il paziente su un fianco Per eseguire molte attività di cura (per es. cambiare le lenzuola, cambiare posizione al paziente, eseguire un lavaggio completo del paziente costretto a letto, mettere la padella) è necessario voltare il paziente su un fianco. - Tenere il materiale necessario a portata di mano - Abbassare lo schienale (rialzarlo a lavoro ultimato) - Informare il paziente e incoraggiarlo a collaborare - Mettersi di fianco al letto sul lato cui il paziente rivolgerà la schiena dopo essere stato girato - Piegare indietro la coperta - Tirare le gambe distese del paziente verso di sé girare il paziente su un fianco - Posare le mani dapprima sotto le natiche e la zona sacrale, poi sotto la zona sacrale e le spalle del paziente e tirarlo verso di sé con movimenti altalenanti - Girare il paziente su un fianco spingendolo via da sé, piegare la gamba superiore del paziente ad angolo retto - Infilare un cuscino sotto la testa del paziente, ev. sostenere la schiena con mezzi ausiliari - Eseguire il trattamento Cure ausiliarie in situazioni particolari e straordinarie UFPP i.doc 23

24 Aiutare il paziente a sedersi nel letto Molte cure vengono dispensate quando il paziente è seduto nel letto (per es. imboccare il cibo, lavare i denti, vestire il paziente). - Tenere il materiale necessario a portata di mano - Abbassare lo schienale (rialzarlo a lavoro ultimato) - Informare il paziente e incoraggiarlo a collaborare - Mettersi di fianco al letto all'altezza del busto del paziente steso sul dorso, tenere una gamba più avanti dell'altra (posizione di marcia) e appoggiare il ginocchio contro il lettoinvitare il paziente ad afferrare la maniglia o la scaletta aiutare il paziente a sedersi nel letto - Infilare una mano sotto la nuca e le spalle del paziente (la testa nell'incavo del gomito), infilare l'altra dal davanti sotto l'ascella - Mettere il paziente seduto tirandolo con cautela verso di sé - Sostenere il paziente con una mano, ev. sostenere le ginocchia con materiale ausiliario - Eseguire il trattamento Spostare il paziente verso l'alto La persona sempre sdraiata a letto tende a scivolare verso il basso. Una delle misure più frequenti da adottare in relazione ai pazienti costretti a letto è quindi quella di spostarli verso l'alto. La semplice trazione verso l'alto tenendo il paziente sotto le ascelle va possibilmente evitata. Se il paziente non è in grado di collaborare è opportuno spostarlo in due. Variante con la collaborazione del paziente: - Abbassare lo schienale - Informare il paziente e incoraggiarlo a collaborare - Piegare indietro la coperta, se possibile togliere il cuscino - Mettersi di fianco al letto all'altezza del busto del paziente steso sul dorso, tenere le gambe divaricate e appoggiare le ginocchia contro il letto - Invitare il paziente ad afferrare la maniglia o la scaletta variante: spostare il paziente verso l'alto - Chiedere al paziente di flettere le gambe e di appoggiare saldamente i piedi sul materasso i.doc 24

25 - Infilare le mani da due lati sotto i fianchi del paziente e tirarlo verso l'alto con movimenti altalenanti - Rialzare lo schienale - Sistemare coperta e cuscino Cambiare le lenzuola di un letto occupato - Tenere a portata di mano il carrello della biancheria sporca, lenzuola pulite (lenzuolo inferiore, se necessario traversa, fodere per cuscini e piumino, camicia da notte o pigiama), ev. asciugamano e materiale per misure profilattiche (per es. per frizionare la schiena) - Mettere una o due sedie all'estremità inferiore del letto, eventualmente chiudere le finestre - Informare il paziente e incoraggiarlo a collaborare - Abbassare lo schienale, eventualmente appendere la maniglia sopra al letto - Ev. offrire al paziente la padella da letto e/o il pappagallo - Piegare in tre la coperta (a fisarmonica, in modo che la parte aderente al corpo rimanga all'interno) e posarla su una sedia, ev. coprire il paziente con un asciugamano (da levare alla fine) - Togliere eventuali sostegni - Girare il paziente su un fianco spingendolo via da sé e infilargli un cuscino sotto la testa (prestare particolare attenzione alla sicurezza: lavorare in due e utilizzare le sponde) - Ev. adottare le misure profilattiche - Arrotolare la traversa usata verso il paziente, togliere il lenzuolo da sotto il materasso e arrotolare anche quello verso il paziente (lato usato all'interno) cambiare le lenzuola - Infilare un'estremità del lenzuolo pulito sotto il materasso e stenderlo sulla parte libera del letto Arrotolare la parte di lenzuolo rimanente (la metà ca.) e adagiarla vicino al paziente - Poggiare una nuova traversa sul lenzuolo inferiore, arrotolare la metà rimanente e adagiarla vicino al paziente - Cambiare lato del letto - Girare il paziente sull'altro fianco, dall'altra parte del lenzuolo e della traversa arrotolati, spingendolo via da sé, e infilargli un cuscino sotto la testa (prestare particolare attenzione alla sicurezza) Cure ausiliarie in situazioni particolari e straordinarie UFPP i.doc 25

26 - Togliere la traversa e il lenzuolo usati e gettarli direttamente nel carrello della biancheria sporca - Srotolare il lenzuolo pulito e fissarlo sotto il materasso, srotolare la traversa pulita - Ev. cambiare la camicia da notte o il pigiama - Ev. cambiare la fodera dei cuscini e del piumino, scuotere il cuscino (lontano dal paziente) - Rialzare lo schienale - Mettere il paziente in una posizione comoda (ev. secondo disposizioni mediche) - Sistemare coperta e cuscino - Riporre le sedie e il carrello della biancheria i.doc 26

27 Appunti personali relativi al capitolo "Riposo" Cure ausiliarie in situazioni particolari e straordinarie UFPP i.doc 27

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29 5 Movimento 5.1 Importanza del movimento Il movimento è un bisogno fondamentale di ogni essere umano. Da sempre, per l'uomo come per gli animali la capacità di muoversi è una condizione indispensabile per la sopravvivenza. È provato che una buona mobilità fisica ha effetti benefici sulla psiche e che il movimento (sport, ballo, ecc.) incrementa la gioia di vivere. Inoltre, anche in presenza di una rete sociale intatta, l'autonomia e l'indipendenza dipendono in gran parte da una buona mobilità. Ogni movimento provocato da una contrazione muscolare richiede il movimento di un altro muscolo che limita o frena il movimento iniziale. Senza questa collaborazione tra i vari muscoli non è possibile muoversi in modo mirato. Oltre al movimento, la muscolatura dà anche stabilità. Nella persona sdraiata la muscolatura è rilassata e adattata alla posizione del corpo. Il movimento attiva la circolazione sanguigna, incrementa la forza muscolare e mantiene la mobilità. Inoltre fa arrivare più aria nei polmoni e stimola l'appetito e la digestione. Nell'ambito delle cure infermieristiche, il paziente viene aiutato a muoversi secondo i principi della cinestesia. La terapia motoria basata su questo principio mira ad eliminare le paure e lo stress del paziente, che si esercita nell'esecuzione consapevole di determinati movimenti. Questa moderna tecnica di percezione del movimento viene insegnata sul posto da personale sanitario professionista. Nelle persone anziane la mobilità diminuisce, le ossa diventano più fragili e le articolazioni possono irrigidirsi. Questa limitazione dei movimenti porta ad un'atrofizzazione dei muscoli, e di conseguenza ad una riduzione della forza. Anche il senso dell'equilibrio è reso più precario dall'età, aumentando il rischio di cadute. Molte persone anziane soffrono di vertigini al risveglio. Altre sono in grado di camminare da sole o con l'aiuto di un sostegno, ma non sono in grado di alzarsi da sole. 5.2 Importanza della posizione del paziente Una posizione adeguata del paziente nel letto può servire a scongiurare un pericolo di vita imminente (posizione per persone prive di sensi), a mantenere le normali funzioni del corpo, a lenire il dolore o a immobilizzare il paziente. Le principali posizioni del paziente nel letto sono le seguenti: - posizione sul dorso (o supina) - posizione laterale (sul fianco destro o sinistro) - posizione rialzata del busto - posizione rialzata delle gambe (e delle braccia) - posizione sul ventre (o prona) posizione supina Cure ausiliarie in situazioni particolari e straordinarie UFPP i.doc 29

30 La posizione supina, con la testa leggermente rialzata e le braccia appena piegate, permette un rilassamento ottimale della maggior parte dei muscoli. La posizione con busto rialzato (posizione semi-seduta, schienale alzato a formare un angolo di ) è particolarmente indicata in caso di respirazione affannosa, malattie cardiache e polmonari e per mangiare e bere. La posizione a gambe rialzate favorisce il riflusso sanguigno in seguito ad operazioni alle vene e in caso di flebiti. L'immobilizzazione è una forma di auto-aiuto in caso di ferite o dolori nell'esecuzione di determinati movimenti. Ma può anche essere una terapia prescritta dal medico in caso di ferite o malattie dell'apparato motorio. Per immobilizzare il paziente e ridurre la pressione sui tessuti vengono impiegati dei mezzi ausiliari: - stecche, sacchi, cinghie (immobilizzazione) - materassi speciali (per es. materasso antidecubito) - cuscini di misure e materiali diversi (miglio, lolla, piume, palline di materiale sintetico) - cuscini al gel - rotoli e cunei di gommapiuma - anelli d'aria e d'acqua - pelli e scarpe di pelle materasso antidecubito I mezzi ausiliari vengono utilizzati con criterio e non devono rappresentare un handicap per il paziente. 5.3 Pericoli legati ad una lunga degenza a letto La mancanza di movimento dovuta ad una lunga degenza a letto può causare malattie secondarie quali: - decubito - irrigidimento delle articolazioni (contrattura) - flebiti e trombosi - polmonite La misura profilattica più importante consiste in una mobilizzazione adatta alle condizioni fisiche del paziente. Si inizia con esercizi motori passivi o attivi a letto, in seguito il paziente viene dapprima fatto sedere sul bordo del letto, poi fatto sedere sulla poltrona o al tavolo e infine accompagnato per distanze dapprima brevi e via via più lunghe come pure su e giù dalle scale. Le attività quali lo svolgimento degli esercizi motori passivi e attivi come pure aiutare il paziente ad alzarsi la prima volta dopo una lunga degenza a letto sono di competenza esclusiva del personale sanitario professionista. Il decubito è una piaga che si forma a causa di un apporto insufficiente di sangue nei tessuti. Si forma presso pazienti lungodegenti quando una pressione agisce ininterrottamente per più di due ore sulla pelle, in particolare nei punti del corpo in cui si trovano ossa sporgenti poco coperti da tessuto molle. Le cellule parti del corpo a rischio di decubito i.doc 30

31 non sufficientemente nutrite iniziano a morire (processo di necrosi). I primi sintomi del decubito sono zone della pelle pallide, biancastre o che rimangono arrossate anche dopo l'eliminazione della compressione. Per il paziente una piaga da decubito significa sopportare forti dolori per settimane o mesi. La profilassi del decubito consiste, oltre alla mobilizzazione, nel cambiare la posizione del paziente ogni 2 ore ca. (per es. posizione laterale sinistra - posizione supina - posizione laterale destra), nel poggiare le zone a rischio su un supporto soffice o sospenderle in modo da non creare punti di compressione e nella cura regolare della pelle. È consigliato adagiare il paziente in posizione laterale con un'angolazione di 30 gradi, ossia sulla natica e non sul coccige o l'osso dell'anca, punti ad alto rischio di decubito. La sospensione è ideale per le parti del corpo più piccole come talloni, caviglie e gomiti. L'irrigidimento delle articolazioni (contrattura) è la conseguenza del ritirarsi di muscoli, tendini e legamenti, che porta alla perdita della mobilità dell'articolazione. Una limitazione della normale funzione delle articolazioni può risultare anche da una posizione errata del paziente. Dato che i muscoli flessori di regola sono più forti di quelli estensori, nella maggior parte dei casi di verifica una contrattura dei muscoli flessori, per cui il paziente non riesce più a raddrizzare dita, gomiti, articolazioni piede equino dell'anca e ginocchia. Una forma particolare di contrattura è quella detta a "piede equino", dove la punta del piede rimane piegata verso il basso. Un paziente che dopo una lunga degenza a letto riporta questo tipo di contrattura non è più in grado di camminare. La profilassi della contrattura consiste principalmente nella mobilizzazione del paziente. La terapia motoria dei pazienti compete al personale sanitario professionista (fisioterapisti). Il pericolo di trombosi è particolarmente elevato in caso di lesioni o cambiamenti patologici alle pareti venose oppure flusso sanguigno rallentato a cui si aggiunge ev. una maggiore coagulazione del sangue, fattori che possono portare alla formazione di un trombo (coagulo di sangue solidificato). Le parti del corpo più minacciate da trombosi sono le estremità inferiori. Nel peggiore dei casi il trombo si stacca dalla parete venosa e viene trasportato dal flusso sanguigno attraverso il cuore fino ai polmoni, dove può otturare un vaso sanguigno provocando un'embolia polmonare. I primi sintomi di una trombosi sono dolori, calore, arrossamento, gonfiore e febbre. La profilassi della trombosi prevede, oltre alla mobilizzazione e alla somministrazione di medicamenti, la posizione a gambe rialzate e il loro bendaggio (può essere sostituito dalle apposite calze comprimenti). La polmonite è un'infiammazione del tessuto polmonare causata da germi patogeni. Spesso insorge come conseguenza di una malattia polmonare preesistente. La polmonite è particolarmente pericolosa nei pazienti anziani e nelle persone affette da patologie gravi. L'escrezione insufficiente di muco tramite la tosse può incentivare l'insorgere di una polmonite. La profilassi della polmonite comprende, oltre alla mobilizzazione e alla somministrazione di medicamenti, il cambio regolare della posizione e l'esecuzione di esercizi respiratori. Cure ausiliarie in situazioni particolari e straordinarie UFPP i.doc 31

32 La terapia respiratoria dei pazienti compete al personale sanitario professionista (fisioterapisti). 5.4 Promemoria per la mobilizzazione dei pazienti (vedasi anche cifre 2.4 e 2.5, passaggi in corsivo) - Controllare che il paziente non giaccia su bottoni, pieghe, briciole o oggetti duri - Durante la mobilizzazione prestare particolare attenzione a sonde, drenaggi, cateteri, perfusioni, ecc. - Se le gambe non sono già bendate e il paziente non indossa calze comprimenti, adottare questa misura mentre il paziente si trova ancora a letto - Tenere a portata di mano vestiti, calze, scarpe e mezzi ausiliari di deambulazione come bastone, carrello, cavalletto, grucce; portare la sedia a rotelle nella giusta posizione e bloccare le ruote - Se il paziente è insicuro, fargli indossare i vestiti, le calze e le scarpe a letto - Prevedere spazio sufficiente per la mobilizzazione, liberare il passaggio lungo l'itinerario previsto - Concedere delle pause tra le singole fasi della mobilizzazione, prendere sul serio le paure espresse dal paziente - Rimanere nelle vicinanze del paziente nel caso chiamasse oppure assicurarsi che il campanello sia alla sua portata - Interrompere la mobilizzazione in caso di segnali di debolezza (giramenti di testa, stordimento, pallore, colorazione bluastra delle labbra, ecc.) - Mantenere la calma se il paziente dovesse perdere i sensi, eventualmente sostenerlo mentre si accascia a terra e proteggere la testa - Per risollevarlo ev. utilizzare la presa di Rautek (presa all'avambraccio) - Effettuare l'osservazione del paziente, aggiornare la documentazione presa di Rautek (o presa all'avambraccio) i.doc 32

33 5.5 Posizione del paziente a letto e mobilizzazione Posizione laterale con torsione di 30 gradi - Informare il paziente e incoraggiarlo a collaborare - Abbassare lo schienale - Piegare indietro la coperta, se possibile togliere il cuscino, incrociare le braccia del paziente supino - Girare il paziente su un fianco - Infilare un cuscino sotto la testa del paziente, sostenere la schiena con un cuscino posizione laterale con torsione di 30 gradi - Tirare avanti la spalla appoggiata sul materasso in modo da ottenere una torsione di ca. 30 gradi (ev. tirare leggermente in avanti anche l'anca) - Rialzare lo schienale - Porre un cuscino tra le gambe, mettere le braccia in una posizione comoda - Sistemare la coperta Fasciatura delle gambe - Tenere a portata di mano il materiale necessario (bende elastiche di ca. 8 cm di larghezza, fermagli o nastro adesivo) - Informare il paziente e incoraggiarlo a collaborare - Chiedere al paziente di mettersi in posizione supina e di tenere il piede leggermente inclinato in avanti - Iniziare alla base della prima falange con 2 o 3 giri stretti partendo dall'interno verso l'esterno - Girare a ventaglio attorno al calcagno, poi salire in modo circolare lungo la gamba e affrancare la benda - Ev. proseguire il bendaggio con una seconda benda (sovrapporre leggermente alla prima) - Durante la mobilizzazione controllare che le dita dei piedi non assumano un colore bluastro; in questo caso allentare il bendaggio bendaggio delle gambe Cure ausiliarie in situazioni particolari e straordinarie UFPP i.doc 33

34 Far sedere il paziente sul bordo del letto - Tenere a portata di mano la vestaglia - Informare il paziente e incoraggiarlo a collaborare - Ev. reclinare lo schienale - Piegare indietro la coperta - Ev. fasciare le gambe del paziente - Spostare il paziente all estremità del bordo dove andrà a sedere e alzare al massimo lo schienale - Infilare una mano sotto la nuca e le spalle del paziente e l'altra sotto le ginocchia - Tirare le gambe fuori dal letto e mettere il paziente seduto - Lasciare che il paziente si appoggi al bordo del letto o al materasso oppure sostenerlo far sedere il paziente sul bordo del letto - Abbassare il letto finché il paziente può appoggiare i piedi saldamente a terra - Appoggiare la vestaglia sulle sue spalle - Sorvegliare il paziente (colore della pelle) Far sedere il paziente fuori dal letto - Tenere a portata di mano i vestiti, le calze e le scarpe, ev. cuscini e coperta - Mettere la sedia sul lato del letto che preferisce il paziente, ad angolo retto rispetto al bordo del letto - Nel caso di sedie o poltrone a rotelle, bloccare le ruote, togliere il bracciolo dal lato del letto, alzare i poggiapiedi - Informare il paziente e incoraggiarlo a collaborare - Far sedere il paziente sul bordo del letto - Mettere gli abiti, le calze e le scarpe al paziente - Chiedere al paziente di fare un passo in modo da portare più avanti la gamba vicina alla sedia - Porsi di fronte al paziente, un piede davanti all'altro di modo che la gamba vicina alla sedia rimanga più indietro dell'altra - Passare le mani sotto le ascelle o attorno ai fianchi del paziente e esortarlo ad affrancarsi far sedere il paziente fuori dal letto - Appoggiare le ginocchia contro quelle del paziente e girarlo con cautela verso la sedia, in posizione bassa (piegati) o eretta, a dipendenza dalle condizioni fisiche del paziente i.doc 34

35 - Sollecitare il paziente a piegarsi in avanti e a sedersi non appena la parte posteriore delle sue gambe entra in contatto con la sedia - Controllare la posizione del paziente, ev. mettergli un cuscino piatto dietro la schiena e coprirgli le ginocchia - Mettere il necessario alla sua portata (campanello, bere, lettura, occhiali, telefono, ecc.) - Controllare il paziente a brevi intervalli Per rimettere il paziente nel letto si procede secondo lo stesso procedimento, in ordine inverso. Camminare di fianco al paziente - Preparare i mezzi ausiliari di deambulazione - Informare il paziente e incoraggiarlo a collaborare - Far sedere il paziente sul bordo del letto o su una sedia - Portare il paziente in posizione eretta - Togliere la mano da sotto l'ascella sul lato più forte e mettersi subito sul lato più debole del paziente (in presenza di parapetti e corrimano, stare sul lato opposto) - Esortare il paziente a respirare profondamente e a non guardare a terra - Ev. stabilire un punto d'arrivo, non dimenticando di calcolare anche il ritorno - Adattare il proprio passo a quello del paziente (eventualmente spingere avanti la sua gamba malata con il proprio piede posto trasversalmente sotto il suo) Condurre il paziente nella sedia a rotelle - Preparare la sedia a rotelle - Informare il paziente e incoraggiarlo a collaborare - Far uscire il paziente dal letto e metterlo a sedere nella carrozzella - Condurre la sedia unicamente per le parti fisse (e non per es. per i braccioli) - Spingere la sedia lentamente, in particolare prima di raggiungere un ostacolo (per es. scalini) - Non piegare mai la sedia a rotelle in avanti, non lasciare mai la presa prima di aver bloccato i freni far alzare dalla sedia a rotelle - Per parlare con il paziente sulla sedia a rotelle, piegarsi in avanti verso di lui - Per superare uno scalino in salita (marciapiede, soglia di una porta, ecc.), piegare leggermente indietro la sedia a rotelle e poggiare le piccole ruote anteriori sullo scalino; in seguito sollevare la sedia per le maniglie e spingere le ruote posteriori sullo scalino. Cure ausiliarie in situazioni particolari e straordinarie UFPP i.doc 35

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