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1 Ufficio Sindacale R A P P O R T O CONGIUNTURALE OSSERVATORIO Settembre 212

2 RAPPORTO CONGIUNTURALE 1 semestre 212 I risultati dell Osservatorio congiunturale di Femca Cisl Lombardia, riferiti al 1 semestre 212 e su un campione sempre più ampio e significativamente rappresentativo di aziende, confermano l evoluzione negativa dei dati sulla crisi con un accentuato e consistente aumento del numero di aziende che subiscono pesanti difficoltà produttive ed occupazionali in tutti i settori industriali della Federazione. Sono ancora i settori manifatturieri del comparto tessile e dell area gomma plastica nel comparto chimico, che prevalentemente continuano a soffrire e ad utilizzare tutti gli ammortizzatori sociali ma nel contempo si manifesta, un aumento del numero delle aziende in crisi e dei lavoratori nel settore chimico e farmaceutico. Si confermano, pertanto, i dati indiscutibili di un 212 in recessione con prospettive critiche e davvero complicate se non intervengono condizioni che alimentino la ripresa economica e la crescita industriale del Paese. NUMERO AZIENDE IN CRISI PER COMPARTO ENERGIA MODA Il numero delle imprese interessate al monitoraggio con le varie tipologie di crisi è aumentato del 26% rispetto alla rilevazione precedente con aziende (erano 867 nel 3 quadrimestre 21 e 748 nel 1 semestre 211). Nel comparto moda sono 771 e in aumento rispetto al periodo precedente (+37% circa), e anche nell area chimica (43) sono in forte aumento (+34% circa). Nel comparto energia petrolio prosegue la gestione della crisi TAMOIL con l utilizzo degli ammortizzatori sociale per i 26 lavoratori interessati con la CIGS e la procedura di mobilità per cessata attività e le attività di bonifica del sito. Il numero di lavoratori e lavoratrici direttamente coinvolti nelle varie tipologie di crisi è anch'esso direttamente aumentato: addetti (+9%) ( area tessile, 14.5 area chimica, 26 area energia) nel 1 semestre 212 rispetto ai circa 33.4 addetti (di cui 66% area tessile e 34 % area chimica) dell ultimo quadrimestre 211. ADDETTI COINVOLTI PER COMPARTO ENERGIA MODA

3 I territori maggiormente interessati all utilizzo degli ammortizzatori sociali sono quelli di Varese (2,34%), Como (19,83%), e Bergamo (14,38%), a seguire Monza Brianza, (8,26%) Brescia, Mantova e Milano (circa il 6%). L analisi più approfondita del dato rileva come a Varese si sia incrementato l uso di tutte le tipologie di ammortizzatori e in particolate della CIGS e della CIG in Deroga, a differenza di Como e Bergamo dove il forte aumento degli strumenti si focalizza in particolare nella CIG in deroga con significativi aumenti in percentuale sul periodo di rilevazione precedente. Analisi aziende in crisi per territorio % 25, 2, 15, 1, 5,, % Tutta la Lombardia, nel suo complesso, attraversa ormai da troppi anni una crisi che si accentua in maniera sempre più preoccupante, coinvolgendo pesantemente, interi comparti produttivi e in particolare quelli manifatturieri composti da un tessuto di piccole e medie imprese, intervallate qua e là da grandi marchi internazionali e da aziende grandi con storici insediamenti industriali che sulla base dell andamento dei mercati e dei volumi produttivi, attivano riorganizzazioni sui costi e ristrutturazioni irreversibili che incidono pesantemente, sia sul futuro del territorio dove sono allocate, sia sulle prospettive occupazionali dei lavoratori interessati. Nell industria manifatturiera della gomma, della plastica e in tutto il sistema moda, pertanto, si registra il continuo tracollo occupazionale con la cessata attività o ridimensionamento di numerose aziende. La FEMCA Lombardia ritiene che bisogna invertire rapidamente questo trend, attraverso azioni della politica di Governo, nazionale e regionale, tese a recuperare i livelli di attività perduti, con azioni mirate a favorire lo sviluppo e sostenendo efficacemente le imprese, incoraggiando quelle che investono sempre più in produzioni basate sull innovazione di processo e di prodotto, se si vuole continuare a mantenere posti di lavoro e porre le basi per un aumento della forza lavoro, soprattutto nelle produzioni incentrate sulla competenza professionale e la qualità. Necessita quindi una seria politica di rilancio dell industria nel nostro Paese, ad oggi assente, con il mantenimento del comparto manifatturiero che deve continuare a essere la sala macchine della crescita perché dalla sua attività si generano molti dei guadagni di produttività dell intero sistema economico, direttamente o indirettamente, attraverso cioè le innovazioni incorporate nei beni utilizzati nel resto dell economia. Dal manifatturiero, infine, e in particolare per un Paese povero di risorse naturali come il nostro, provengono i beni esportabili che servono a pagare le bollette energetiche e alimentari e, in generale, a finanziare gli acquisti di beni e servizi all estero. 3

4 I lavoratori coinvolti nella crisi prevalentemente si collocano in CIG Ordinaria e sono in aumento all'incirca del 2%, rispetto alla rilevazione precedente, mentre continua il trend in riduzione della richiesta di CIG Straordinaria (-5%), ad eccezione di Varese e in particolare nel comparto industriale chimico plastico. In crescita l utilizzo dello strumento della Cassa Integrazione in Deroga (+ 5% circa), mentre sono i lavoratori collocati in mobilità e quelli coinvolti in cessata attività dell azienda per un complessivo di circa 4.7 lavoratori che hanno perso il lavoro nei primi sei mesi del CONFONTO TRA ADDETTI PER TIPOLOGIE DI CRISI TOTALE ADDETTI ADDETTI COINVOLTI C.I.G.O C.I.G.S CIG Deroga IND. CIG Deroga ARTIG. MOBILITA' CESSATA ATTIVITA' Come già indicato, preminente, nel suo molteplice utilizzo, risulta essere l impiego degli ammortizzatori sociali nel sistema moda (circa 21.6 lavoratori coinvolti) con prevalenza nei territori di Como, Bergamo, Brescia e Varese con effetti di pesanti ricadute occupazionali in tutte quelle imprese che hanno usufruito e concluso l utilizzo di tutti gli strumenti utili per attenuare l impatto sociale della crisi. Nel comparto chimico farmaceutico e manifatturiero gomma - plastica sono circa 14.8 e in crescita il numero dei lavoratori interessati (erano nel 3 quadrimestre 211) in particolare su Varese, Bergamo, Milano e Monza Brianza, dove sono presenti imprese e distretti importanti, anche se ridimensionati da questa lunga crisi, della gomma e plastica (BG- VA) e multinazionali chimiche e farmaceutiche (VA, MI e MB) MODA 4

5 Questi dati, come previsto, confermano nella sua drammaticità, le condizioni di difficoltà in cui versano i comparti e le filiere industriali lombarde che segue la nostra Federazione e quanto sia ormai critico il livello di tenuta occupazionale e di capacità produttiva. I dati macro e micro economici confermano la fase di recessione, anche se non mancano parziali e limitate eccezioni nel mercato della cosmesi e degli intermedi chimici in termini di volumi e di fatturato, mentre permane diffusa una riduzione dei livelli occupazionali in tutti i settori a conferma del rialzo del tasso di disoccupazione registrato a livello nazionale. Sono state circa 5, infatti, le aziende industriali che nel periodo analizzato hanno cessato l attività con un indice di tasso medio occupazionale pari a 44,62 lavoratori (2.231 lavoratori hanno perso il lavoro), in particolare nelle provincie di Brescia, Bergamo, Milano e Lodi. Altro dato evidenziato risulta essere la tendenza dell aumento del numero di accordi per l utilizzo del contratto di solidarietà, sono, infatti, 23 le aziende in CdS ed erano 14 nel 3 quadrimestre 211 e interessano lavoratori su complessivi con una riduzione media dell orario di lavoro settimanale del 5%. Tuttavia nel panorama degli ammortizzatori sociali, rimane uno strumento poco praticato per evitare il ridimensionamento strutturale delle imprese (il CdS è presente solo nel 5% dei territori lombardi). IL CONTRATTO DI SOLIDARIETA' addetti coinvolti totale addetti La fotografia di questo contesto produttivo lombardo, ma del Paese nel suo complesso, la consapevolezza che il sistema economico è in recessione e che si profila una sostanziale stagnazione anche per il 213, impone a tutti i soggetti istituzionali e sociali una profonda riflessione e un Patto sociale con il quale si costruisca e si definisca il modello di sviluppo e sul come connotare la crescita della società del dopo crisi, oltre alla tutela sul piano occupazionale, professionale e della conoscenza, infatti, necessitano anche urgenti azioni imprenditoriali, investimenti e politiche attrattive nei nuovi settori emergenti. La sostenibilità ambientale, il risparmio e l efficienza energetica, le biotecnologie e nanotecnologie devono essere il quadro di riferimento generale per lo sviluppo di nuovi prodotti e di processi produttivi in tutti i comparti industriali. Tutto ciò deve essere adeguatamente sostenuto da un miglior accesso al credito e da interventi adeguati sul piano della ricollocazione dei lavoratori licenziati dalle imprese in crisi con delle mirate politiche attive del lavoro. 5

6 IL COMPARTO MODA La valutazione dei dati economici del comparto moda nel suo complesso è positiva. Anche il 211 evidenzia in termini di solo fatturato complessivo del sistema una crescita (+6% circa) anche se in leggero calo rispetto all anno precedente (+7%) Nonostante i processi di ristrutturazione più o meno recenti che vi sono stati nel settore, se si confronta l industria del tessile moda con il complesso del manifatturiero italiano, anche per il 211 trova conferma il ruolo chiave rappresentato nell economia del Paese. Tuttavia, tutto ciò non basta, si persiste, infatti, nel registrare andamenti negativi, sia sul versante produttivo, che appare diversificato nei vari settori della filiera del sistema industriale, con un calo sostanziale dei volumi e degli ordini, sia in termini di peggioramento occupazionale. Anche nel 212, infatti, non si interrompe il ridimensionamento del settore in termini di aziende attive ed occupati. In particolare, con riferimento alle perdite occupazionali, si prospetta l ennesima contrazione di posti di lavoro (nel primo semestre in Lombardia sono già i lavoratori che hanno perso il lavoro, collocati in mobilità o per la chiusura dell azienda). Prosegue quindi l erosione in termini di addetti e aziende nel settore, sono, infatti, complessivamente circa 6.7 i lavoratori che hanno perso il lavoro tra il 2 semestre 211 e il 1 semestre 212. MODA totale TIPOLOGIA addetti addetti. coinvolti C.I.G.O C.I.G.S CIG Deroga Ind CIG Deroga Art MOBILITA' CESSATA ATTIVITA' 1.66 La rilevazione di contesto con i dati a consuntivo nel 1 semestre 212 mostrano come, ad eccezione della CIG straordinaria, rispetto alla rilevazione precedente, tutti gli altri ammortizzatori sociali, continuano ad essere utilizzati in maniera costante e robusta. Cresce l utilizzo di qualsiasi forma di CIG sia ordinaria che in deroga, mentre sono i lavoratori collocati in mobilità in 37 aziende e 1.66 sono coinvolti in chiusure di 33 imprese, segnale evidente della crisi strutturale in termini di assetto industriale del comparto e della conclusione di qualsiasi ricorso degli ammortizzatori a sostegno dell occupazione dei lavoratori che scivolano lentamente ma inesorabilmente nell area dei senza lavoro. Infine si denota una correlazione molto accentuata tra i lavoratori interessati e quelli effettivamente coinvolti nell utilizzo degli ammortizzatori sociali, segnale evidente di una domanda coerente tra le ore richieste e quelle effettivamente usufruite ADDETTI MODA Coinvolti 6

7 BERGAMO BRESCIA COMO CREMONA LECCO LEGNANO MAGENTA LODI MANTOVA MILANO MONZA BRIANZA PAVIA SONDRIO VALCAMONICA VARESE FEMCA CISL Lombardia I territori che, nel periodo analizzato, rilevano il maggior numero di lavoratori interessati alla crisi sono quelli con una tradizionale presenza del settore, Como, (in aumento rispetto alla rilevazione precedente), Bergamo, Brescia e Varese (distretti del tessile, abbigliamento e calzature con la presenza di storici insediamenti industriali), Mantova (calzetteria), Monza-Brianza e Legnano Magenta (con la zona di Parabiago distretto delle calzature). Sono inoltre numerose le miriadi di piccole e medie imprese in tutta la Lombardia che, lavorando prevalentemente conto terzi per i grandi marchi del Made in Italy e per i Gruppi industriali del settore, soffrono in misura rilevante, mettendo in risalto uno degli aspetti storici del sistema industriale della moda italiano basato sulle micro dimensioni aziendali Comparto MODA Lavoratori Comparto MODA Se con questo tessuto industriale nel passato si è favorita la flessibilità gestionale, la presenza di una qualificata professionalità e l espansione dei prodotti made in Italy, tuttavia oggi risulta essere, in relazione alle nuove esigenze di mercato mondiale, un altra difficoltà da superare per ricostruire un futuro e salvare l eccellenza italiana e lombarda della moda. Il settore sta affrontando nel suo complesso, una sua evoluzione soprattutto per gli impulsi e le nuove esigenze imposte da cicli economici/produttivi espansivi brevi, sofferenze ormai strutturali. A tal fine, questo comparto industriale ha bisogno di una maggiore apertura del credito, investimenti per il rinnovo di macchinari e impianti, ricerca e innovazione sia tecnologica che di prodotto, oltre a ritornare a presidiare e ripristinare quelle parti della filiera, la quale integrità rimane la chiave del successo del made in Italy. Pertanto, ad eccezione di qualche segmento di mercato con alto valore tecnologico e a forte contenuto di innovazione, creatività e qualità, quasi tutte le aziende, pur in maniera diversificata, con approcci e strategie funzionali al mercato di riferimento, sono state coinvolte nella crisi. Necessita pertanto una inversione di tendenza, nonostante la Lombardia, prima regione nel comparto moda per la presenza di aziende (19% sul totale nazionale), seppure in una fase ormai strutturalmente recessiva e con il calo più consistente di chiusure di siti produttivi, continua a reggere poiché molte aziende del sistema hanno aumentato le loro esportazioni, innovato i loro prodotti e mantenuto il presidio d importanti aree di mercato. 7

8 IL COMPARTO I settori della chimica, farmaceutica, articoli in gomma e delle materie plastiche per la loro peculiarità confermano i dati di difficoltà, anche se in maniera non omogenea con un considerevole aumento sia delle imprese in difficoltà sia dei lavoratori coinvolti rispetto alla rilevazione del 3 quadrimestre 211. Il settore chimico registra nel 1 semestre 212 un rallentamento della domanda con una riduzione dei volumi a causa di una gestione più cauta delle scorte di materie prime dei clienti e delle stesse imprese chimiche con calo congiunturale della produzione causato in gran parte dalle riduzioni dei volumi dovuti alle debolezze del mercato nazionale ed europeo ed all andamento dei prezzi delle materie prime. Nel settore farmaceutico già in fase di riassetto industriale, permane l incognita degli effetti che rischiano di produrre le recenti normative sui principi attivi dei farmaci e le politiche di Governo sulla sanità, con la possibilità di accelerare ulteriormente sia il processo di ristrutturazione del settore con trasferimenti e razionalizzazioni di produzioni e sia il riassetto commerciale, con una costante e continua riduzione degli ISF (informatori scientifici del farmaco). Il settore manifatturiero degli articoli di gomma e delle materie plastiche è in contrazione e le ragioni stanno principalmente nella crisi di importanti comparti industriali quali quello dell auto e degli elettrodomestici e nel ristagno dell edilizia con pesanti ricadute nel settore tubi. In quest area si registra un aumento consistente del ricorso a tutti gli ammortizzatori sociali e in particolare la CIGO, la CIG in Deroga e le cessate attività. Nel dettaglio si evidenziano in crescita, i dati congiunturali collegati alla CIG Ordinaria e quelli strutturali della CIG in Deroga, utilizzata sia dalle piccole aziende, sia dalle imprese che hanno concluso il ciclo di possibile utilizzo della CIG con la cessata attività di 17 aziende con 571 lavoratori coinvolti, concentrate nei territori di Milano, Lodi, Varese e Bergamo. Tipologia totale addetti addetti coinvolti C.I.G.O C.I.G.S CIG Deroga Ind CIG Deroga Art MOBILITA' CESSATA ATTIVITA' 571 Oltre al maggior numero dei lavoratori complessivamente coinvolti, a differenza delle precedenti rilevazioni, l analisi del rapporto tra i lavoratori interessati e quelli effettivamente coinvolti, denota che solo l utilizzo della cassa integrazione guadagni (sia ordinaria che quella in deroga nelle aziende industriali) non è diffusa nella totalità dei lavoratori ADDETTI Coinvolti 8

9 I territori che stanno subendo il maggior travaglio della crisi sono Varese per la numerosa presenza di aziende della plastica e farmaceutiche, Bergamo per le aziende di gomma Milano e Monza Brianza per la concentrazione di multinazionali chimiche e farmaceutiche, e Como per il massiccio utilizzo congiunturale della CIGO di imprese in gran parte della gomma-plastica Comparto Lavoratori Comparto Le previsioni sull industria chimica nel suo complesso, tenuto conto della differente composizione plurisettoriale, dei diversi mercati di sbocco e di un costante aumento dell esportazione, registrano uno scenario negativo ma meno pesante rispetto alla media dell industria. Anche in questo caso, come nel comparto moda, a dati economici complessivamente positivi del settore, la situazione occupazionale del settore peggiora e aumenta la richiesta di riorganizzazioni e razionalizzazioni produttive per una politica di riduzione dei costi che riduce sempre più, ad eccezione dei grandi Gruppi industriali e delle multinazionali, la dimensione dell impresa in questo settore industriale. Nel settore farmaceutico si continua a gestire il fenomeno dell aumento dei prodotti generici a danno dei farmaci in scadenza di brevetto e si dovrà tenere conto anche dell obbligo di prescrizione del principio attivo che potrebbe causare una pesante ricaduta al marchio e alle produzioni delle industrie farmaceutiche italiane. Permane, infine, l assenza di una politica sulla ricerca di nuove molecole nel nostro Paese da parte delle multinazionali, che anzi attuano condizioni per ridimensionare e chiudere centri di ricerca e di sviluppo del prodotto. L industria degli articoli di gomma e delle materie plastiche, infine, risulta l area manifatturiera peggiore con tutti gli indici mediamente al ribasso poiché, con un difficile panorama economico nazionale ed internazionale, il profilo delle aspettative a breve rimangono molto incerte. La persistente debolezza della domanda per consumi, le cui aspettative sono di ulteriore peggioramento e la crisi dei maggiori mercati di riferimento di questo settore (auto, elettrodomestico, edilizia e prodotti industriali) risentono della riduzione degli ordinativi e delle commesse. Tutto ciò prevedibilmente si rifletterà negativamente in termini produttivi con un forte calo dei volumi e con il perdurare di una situazione di crisi che deve essere superata attraverso una maggiore internazionalizzazione dei mercati e dei clienti. La capacità di presidiare e aggredire i mercati esteri, che pur in presenza di un rallentamento mondiale continuano a sostenere la crescita devono essere, infatti, i fattori vincente per questo comparto manifatturiero. Infine sul versante occupazionale, in tutto il comparto chimico nel periodo settembre 211-giugno 212, hanno perso il lavoro circa 3.6 addetti e 32 aziende hanno cessato la loro attività. 9

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