PROVINCIA DI BERGAMO Settore Politiche Sociali
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- Agata Giorgi
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1 Laboratorio animativo n 1 Demenza e Riabilitazione Cognitiva Dr.ssa Francesca Magni - Psicologa PROVINCIA DI BERGAMO Settore Politiche Sociali
2 Il laboratorio animativo n 1è stato pensato e proposto come cantiere nel quale attivare: Formazione: approfondimento delle caratteristiche della malattia e di come relazionarsi a soggetti colpiti da declino cognitivo Costruzione: progettazione di specifici interventi operativi da proporre nel proprio luogo di lavoro Sperimentazione: applicazione del progetto costruito in aula nel proprio ente Supervisione: possibilità di verificare e di confrontare i risultati del progetto al rientro in aula
3 L approccio teorico utilizzato fa riferimento al modello Gentle Care (M. Jones, 1999) le persone che si rapportano con il malato (operatori, famigliari, chiunque possa essere considerato risorsa relazionale) le attività consigliate per un approccio riabilitativo e di stimolazione delle funzioni residue; attività per rendere il più accettabile possibile la propria condizione di malattia l ambiente nella sua accezione protesica, ovvero come ulteriore elemento per aiutare il superamento del disagio del malato
4 Fondamenti della relazione di cura con le persone affette da demenza: competenza: conoscenza, interventi proposti osservazione e analisi empatia: essere sensibili al vissuto dell altro coerenza: assenza di contraddizione tra parole e gesti degli costanza: proposizione di routine nello svolgimento della giornata e stabilità dell ambiente fisico clima: l ambiente in cui vive il malato deve essere il più possibile calmo e rilassato
5 Chi è il malato? L identità desunta. Identità = 1) il percepirsi continuo attraverso il tempo edistinto come entità da tutte le altre 2) la relazione che la memoria instaura tra presente e passato
6 L identità è quindi la risultante dell esistere nel tempo con un proprio progetto di vita il malato perde identità l operatore deve desumerla osservando, ascoltando, raccogliendo i segnali del malato per tradurli in itinerari di senso
7 Osservare, ascoltare, raccogliere: l importanza del metodo Frequenza Luogo Durata di un comportamento ci consentono di risalire alle possibili cause e di allestire progetti riabilitativi che rispondono ad un bisogno reale.
8 La progettazione di qualsiasi attività d aiuto rende l intervento riabilitativo qualcosa che va oltre un semplice schema operativo. Essa deve essere pensata, costruita e letta nelle diverse fasi di attuazione perché progettare significa ipotizzare una strategia di soluzione di un problema attraverso azioni mirate amutare una data condizione.
9 Il progetto deve essere documentato attraverso: 1) Strumenti di routine (cartella sanitaria, diario delle consegne, ) 2) Schede valutative rispetto alla situazione di partenza ea quella di arrivo (scheda relativa alla definizione del problema e alla sua misurazione; scheda di definizione degli obiettivi e dei programmazione degli risultati interventi; attesi; scheda intermedia;scheda di valutazione efficacia) e condiviso in equipe multidisciplinare. scheda di di verifica
10 Il progetto: : percorso in continua evoluzione Gli interventi riabilitativi constano di: 1) elementi stabili (linee generali) 2) elementi variabili (es. aggravamento dei deficit) che possono indurre la ridefinizione in itinere dell attività e degli obiettivi
11 Il contatto con il malato di Alzheimer richiede all operatore una disponibilità alla seduzione (nel senso etimologico del termine seducere = sviare, da se(d) = via e ducere = condurre), ovvero la possibilità di lasciarsi condurre in una direzione che può essere diversa dalla strada maestra e, contemporaneamente, la capacità di non scivolare sugli ostacoli posti dalla nuova via intrapresa.
12 Flessibilità dell operatore antidoto per: 1) Ipercoinvolgimento (operatore Icaro) 2) Disinteresse (operatore Sisifo)
13 Fu chiesto a Franco Basaglia: Che cosa farebbe se il black-out capitasse improvvisamente a casa sua? Rispose: Accetterei il buio e organizzerei la situazione. Mi metterei cioè a fare insieme con gli altri un attività giusta per il buio. (da G. Baggio, Adulti e gioco Anziani Oggi n. 2/3, 1998)
14 Grazie per l attenzione PROVINCIA DI BERGAMO Settore Politiche Sociali
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