L AGRICOLTURA NELLA PROVINCIA DI FIRENZE

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1 IRPET Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana L AGRICOLTURA NELLA PROVINCIA DI FIRENZE Analisi ed elaborazione del 5 Censimento dell Agricoltura 2000 Progetto FILOS Firenze, 2005

2 RICONOSCIMENTI Questo studio fa parte del progetto FILOS, affidato all IRPET dall Amministrazione provinciale di Firenze con convenzione del 27 febbraio Il progetto FILOS si è svolto nell ambito della Sezione di ricerca Economia pubblica, società e territorio, diretta da Giovanni Maltinti, ed è stato coordinato da Alessandra Pescarolo. L analisi del Censimento dell Agricoltura 2000 è stata coordinata da Renata Caselli. La stesura del rapporto di ricerca è stata invece curata da Francesco Felici. Le elaborazioni statistiche sono state realizzate da Silvia Ghiribelli. L allestimento finale del testo è stato curato da Elena Zangheri. 2

3 INDICE PREMESSA 5 1. LE AZIENDE AGRICOLE Breve inquadramento storico dell agricoltura toscana Le aziende agricole nella provincia di Firenze Le dimensioni aziendali L OCCUPAZIONE Le forme di conduzione e la manodopera L'età dei conduttori e il ricambio generazionale LE COLTIVAZIONI L olio Il vino GLI ALLEVAMENTI La zootecnia bovina La commercializzazione L AGRICOLTURA E LE TEMATICHE AMBIENTALI L agricoltura biologica e integrata Pratiche colturali a rilevanza ambientale CONCLUSIONI 39 BIBLIOGRAFIA 43 3

4 PREMESSA La produzione agricola toscana riveste ancora un ruolo di primo piano all interno dell economia della regione, soprattutto grazie alla produzione di alcune zone non particolarmente industrializzate. Le zone maggiormente caratterizzate dall attività manifatturiera o legate ai servizi risultano infatti territorialmente concentrate nell area centrale della Toscana che interessa le province di Firenze, Prato, Pistoia, Arezzo e in parte di quelle pisana e senese e, in particolare, nei fondovalle e nelle aree adiacenti il bacino dell Arno. In tutte le altre zone sono ancora piuttosto diffuse attività agricole o legate all allevamento e alla pastorizia. Dal secondo dopoguerra ad oggi, anche l agricoltura toscana è stata investita da quei cambiamenti che hanno coinvolto l intero sistema economico nazionale: alla rapida industrializzazione degli anni 60 e 70 ha infatti fatto seguito la progressiva terziarizzazione dei processi produttivi degli anni 80 e, soprattutto, 90; il risultato complessivo di questi cambiamenti ha portato ad un lento, ma graduale, processo di ridimensionamento dell attività agricola, che nel 2002 ha visto il proprio valore aggiunto ammontare al 3,4% di quello totale regionale (ARSIA, IRPET, 2004). Tale processo, che fino agli anni 80 ha determinato il graduale esodo dalle campagne, si è però negli ultimi anni arrestato. La crescente attenzione posta negli anni più recenti sulla qualità dell ambiente e del territorio, la valorizzazione delle risorse naturali e delle tradizioni locali hanno contribuito a riscoprire le potenzialità delle aree escluse dai processi di industrializzazione e terziarizzazione dell economia. Nell ultimo decennio, l agricoltura toscana è stata al centro di un importante spinta verso la triplice riqualificazione di prodotti, processi e luoghi, nel tentativo di rinnovare le forze propulsive proprie di antiche esperienze che richiedono oggi un grande sforzo innovativo. Per analizzare queste trasformazioni, utilizzeremo i dati del 5 Censimento dell agricoltura italiana, effettuato nell anno 2000, che segue a quelli del 1961, del 1970, del 1982 e del Rispetto al passato il mondo agricolo che emerge dall ultimo censimento risulta profondamente modificato. Alcuni dei cambiamenti che hanno maggiormente inciso sulla realtà agricola sono: l affermazione della terziarizzazione gestionale, della pluri- 4

5 attività familiare, della diffusione di forme contrattuali nuove come il part time e di altri aspetti che stanno contribuendo al successo di un modello di agricoltura multifunzionale che risponde a nuove aspettative ed esigenze di carattere economico, sociale e ambientale. Oltre a inquadrare un importante settore di attività economica come quello agricolo, il Censimento del 2000 ha consentito di mettere in evidenza alcuni importanti legami del mondo rurale con il resto della realtà economica. Il campo di osservazione ha preso in considerazione tutte le aziende agricole, forestali e zootecniche, di ogni tipologia di ampiezza e forma di conduzione. Sono invece stati esclusi dalla rilevazione: - i suoli edificabili o comunque non destinati ad uso agricolo; - i parchi e i giardini ornamentali; - i terreni completamente abbandonati; - i piccoli orti familiari, generalmente annessi alle abitazioni, la cui produzione è destinata normalmente all autoconsumo (salvo il caso in cui la persona che ne dispone sia conduttore di azienda agricola; in tal caso l orto deve essere considerato parte integrante dell azienda stessa); - i piccoli allevamenti a conduzione familiare, costituiti da uno o due capi di bestiame suino, ovino, caprino o da pochi animali di bassa corte utilizzati normalmente per autoconsumo (salvo il caso in cui la persona che ne dispone sia conduttore di azienda agricola; in tal caso questi allevamenti devono essere considerati parte integrante dell azienda stessa). Il quadro informativo presentato nelle pagine che seguono, si propone di fare emergere le principali caratteristiche dell agricoltura nella provincia di Firenze così come rilevate nel 5 Censimento. L inquadramento, realizzato in un ottica di comparazione temporale, farà riferimento ai seguenti profili di analisi: - le aziende agricole; - le coltivazioni; - gli allevamenti; - l occupazione; - gli aspetti agroambientali; - la commercializzazione dei prodotti. Il rapporto si concluderà con una breve nota integrativa che evidenzierà le più recenti dinamiche dell agricoltura provinciale. 5

6 1. LE AZIENDE AGRICOLE 1.1 Breve inquadramento storico dell agricoltura toscana Dal primo censimento del 1961 ad oggi il numero delle aziende presenti in Toscana è diminuito del 40%, riduzione sostanzialmente in linea con quella media italiana. Questo dato è particolarmente significativo per illustrare l evoluzione sperimentata dal sistema economico regionale nel secondo dopoguerra, ovvero il passaggio da una società agricola a una società matura che si è prima fortemente industrializzata e poi progressivamente terziarizzata. Grafico 1.1 IMPRESE AGRICOLE IN ITALIA E TOSCANA Variazioni % rispetto al 1 Censimento del % -10% -20% % -40% -50% Italia Toscana A una così vistosa riduzione delle aziende si è unita una più contenuta riduzione della Superficie Agricola Utilizzata (SAU): questo dato indica che la cessazione delle aziende ha riguardato principalmente le micro aziende e che in alcuni casi sono avvenuti processi di ricomposizione fondiaria che hanno determinato l aumento medio delle superficie agricole. Il calo del numero delle aziende e della superficie utilizzata è stato fortemente influenzato dal cambio di destinazione d uso di molti terreni situati nelle aree periurbane delle città; questi terreni, infatti, nel tempo sono stati inglobati dal processo di espansione edilizia. 6

7 Grafico 1.2 SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA ITALIA E TOSCANA Variazioni % rispetto al 1 Censimento del % % -20% -30% -40% Toscana Italia Nell arco di tempo considerato ( ), oltre al graduale passaggio dalla società agricola a quella post industriale, si è anche rilevata il passaggio da un agricoltura classica a un agricoltura industriale, per la quale l aumento dei rendimenti (yied increasing) e la riduzione relativa della manodopera utilizzata (labour saving) sono stati, e in parte continuano a essere, gli obiettivi prioritari. Questi cambiamenti si sono manifestati con tempistiche molto differenziate nei vari sistemi economici locali della regione. In una medesima area continuano perciò a persistere diverse tipologie di aziende agricole: alcune di queste hanno mantenuto una struttura a conduzione prettamente familiare, altre si sono trasformate facendo invece ricorso a personale salariato. 1.2 Le aziende agricole nella provincia di Firenze La provincia di Firenze prosegue negli anni novanta la dinamica in atto nei decenni precedenti. Tra il 1990 e il 2000, la provincia registra una diminuzione molto consistente del numero di aziende (-1995), della superficie agricola totale ( ettari) e della superficie agricola utilizzata ( ettari) e queste riduzioni si sommano agli andamenti già marcatamente decrescenti del decennio precedente (-943 aziende, ha). In termini percentuali, la provincia perde tra il 1990 e il 2000 oltre il 10,5% delle aziende e il 14% della superficie agricola totale (SAT). Variazioni superiori non solo ai dati medi regionali (rispettivamente -6,6% e -8,4%,), ma anche a quelli relativi all area senese (-241 aziende), molto simile a quella fiorentina per caratteristiche morfologiche e di specializzazione colturale. 7

8 Tabella 1.1 AZIENDE E SUPERFICIE AGRICOLA TOTALE (SAT), FIRENZE, SIENA E TOSCANA Variazioni % e assolute Var. % 90/82 Var. % 90/ Var. % 00/90 Var. % 00/90 Provincia di Firenze Aziende (n.) , ,5 Sat (ha) , ,0 Provincia di Siena Aziende (n.) , ,6 Sat (ha) , ,2 TOSCANA Aziende (n.) , ,6 Sat (ha) , ,4 L analisi congiunta delle tre variabili (aziende, SAU e SAT) (Graf. 1.3) consente di fare alcune ipotesi per ciò che riguarda le cause che possono aver portato alla contrazione settoriale in esame. Grafico 1.3 AZIENDE AGRICOLE, SAU E SAT NELLE PROVINCIE TOSCANE Variazioni % rispetto al IV Censimento 1990 Massa Carrara Lucca Pistoia Firenze Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Prato TOSCANA -24% -16% -8% 0% 8% 16% Aziende Sat SAU 8

9 Su scala regionale si registrano andamenti negativi che riguardano tutte e tre le variabili: le uniche eccezioni sono rappresentate dalle province di Prato, dove la SAU cresce anche se di poco, e di Arezzo, che segna un lieve incremento del numero delle aziende. Un caso particolare è rappresentato anche dalle province di Pisa e Livorno, dove il calo del numero delle imprese è stato accompagnato da una minor riduzione della SAU e della SAT e, conseguentemente, da un incremento delle dimensioni aziendali, agevolato anche dalle tipologie colturali di queste zone a prevalenza di seminativi. Nelle altre province, e in particolare in quella di Firenze, le riduzioni emerse sono principalmente connesse ad un reale abbandono dei terreni agricoli o a una diversa destinazione d uso del suolo, passato da usi agricoli a residenziali o artigianali. Dal 1990 al 2000 in un continuum temporale che non ha ancora trovato limiti, si è infatti assistito ad una progressiva espansione urbana del capoluogo regionale, generata a sua volta da fenomeni di congestione del centro cittadino, dalla rigidità del mercato immobiliare e dalla ricerca da parte dei cittadini di una migliore qualità ambientale, fattori che hanno contribuito all espansione delle aree residenziali extraurbane e, conseguentemente, alla riduzione di quelle precedentemente destinate ad usi agricoli. Questo fenomeno trova una chiara conferma nei dati dell area urbana fiorentina, dove il numero delle imprese agricole si riduce di 750 unità, mentre in altri sistemi locali della provincia, come ad esempio nel Mugello, la forte riduzione di imprese e superfici è da associarsi specificamente all abbandono dell attività agricola unita a una marcata parcellizzazione aziendale. Un aspetto importante da segnalare riguarda il fatto che in alcune particolari aree della provincia si registra un incremento significativo del numero delle aziende. E il caso della Val d Elsa dove, anche a causa della forte espansione del fenomeno dell agriturismo, uscito dai confini originari del Chianti, si rileva un incremento delle aziende del 5%. 9

10 Grafico 1.4 AZIENDE AGRICOLE, SAU E SAT NEI SEL DELLA PROVINCIA DI FIRENZE Variazioni % rispetto al IV Censimento 1990 FIRENZE Balberino Val d' Elsa Valdarno Nord (Q) Chianti fiorentino (Q) Area urbana fiorentina (Q) Val di Sieve (Q) Mugello (Q) Bassa Val d'elsa (Q) Area urbana empolese (Q) -35% -28% -21% -14% -7% 0% 7% 14% Aziende SAT SAU Tabella 1.2 AZIENDE, SAT E SAU NEI SEL DELLA PROVINCIA DI FIRENZE Variazioni assolute rispetto al IV Censimento 1990 Aziende SAT SAU Numero Variazioni assolute (ha) Variazioni assolute (ha) (ha) Variazioni assolute (ha) Area urbana empolese , , , ,43 Bassa Val d'elsa , , ,19-893,22 Mugello , , , ,00 Val di Sieve , , , ,08 Area urbana fiorentina , , , ,32 Chianti fiorentino , , , ,83 Valdarno Nord ,07-486, ,76-817,99 Barberino Val d'elsa ,55-319, ,88-390,32 PROVINCIA DI FIRENZE , , , , Le dimensioni aziendali Uno dei fattori cui viene generalmente ricondotta la minore competitività del sistema economico italiano e toscano è la ridottissima dimensione delle imprese. Questo 10

11 fenomeno assume certamente un ruolo importante anche in ambito agricolo. In esso, tuttavia, esistono dei segmenti di attività nei quali le aziende scelgono strategie aziendali capaci di orientare le attività produttive o di servizio verso spazi di mercato dove la concorrenza è meno marcata e dove le piccole dimensioni non rappresentano il principale limite allo sviluppo aziendale. Osservando infatti i dati censuari relativi agli anni che vanno dal 1982 al 2000, si rileva per la provincia di Firenze un incremento di circa il 5% del numero di aziende di piccola dimensione territoriale (superfici inferiori a un ettaro); si tratta spesso di aziende impegnate in attività industriali o terziarie e per le quali l agricoltura costituisce solo un attività secondaria, ma anche di aziende agrituristiche o aziende di produzione biologica. D altra parte, contrariamente a quanto si rileva in Italia e in altre aree della Toscana, nella provincia di Firenze non si registra un ampliamento della dimensione media delle aziende; infatti, a fianco di una certa stabilità numerica delle medie aziende, con superfici comprese tra i 20 e 30 ettari, si rileva una diminuzione più marcata, rispetto all Italia e al resto della Toscana, del numero delle aziende con una SAT superiore ai 50 ettari. Le motivazioni di questi risultati possono essere molteplici e plausibilmente legate all ordinamento colturale principale. Nelle aziende viticole inserite nelle DOC regionali, per esempio, l alta redditività del vino ha incrementato il valore dei terreni in maniera così elevata da sfavorire un ulteriore accorpamento aziendale, se non a fronte di investimenti di notevole importo. In generale, è comunque ipotizzabile che siano avvenute semplici divisioni aziendali legate a successioni parentali. Grafico 1.5 VARIAZIONE DELLE IMPRESE AGRICOLE PER CLASSE DIMENSIONALE ITALIA, TOSCANA, FIRENZE Variazioni % del numero di aziende per classi di SAT 10% < >100 TOTALE 0% -10% -20% -30% -40% -50% Toscana Italia Firenze 11

12 2. L OCCUPAZIONE 2.1 Le forme di conduzione e la manodopera Il Censimento dell agricoltura permette anche di rilevare informazioni relative al numero di individui che prestano attività di lavoro in agricoltura. Questi dati risultano essere particolarmente rilevanti alla luce del fatto che nel comparto agricolo trovano spesso occupazione lavoratori quali pensionati, casalinghe e studenti, figure solitamente trascurate dalle indagini ad hoc sul mondo del lavoro e sugli occupati. Informazioni di questo tipo sono fondamentali per stimare l incidenza dell attività agricola su un determinato territorio, ma per una loro corretta lettura si devono prendere in considerazione anche i dati censuari relativi alle unità di lavoro occupate, stimate sulla base del numero delle giornate di lavoro rilevate. Le aziende agricole toscane, in maniera non molto dissimile da quanto avviene a livello nazionale, sono caratterizzate da una conduzione prevalentemente familiare, sia da un punto di vista giuridico, sia per quanto riguarda l impegno di lavoro nella gestione dei processi produttivi. Ne è prova il fatto che il quadro della forza lavoro utilizzata è ancora caratterizzato dal ruolo nettamente dominante della manodopera familiare rispetto a quello della manodopera extra-familiare: nel 2000, infatti, oltre l 82 % del totale delle giornate di lavoro presenti nelle aziende agricole rilevate è fornito dai componenti della famiglia del conduttore e solo la parte rimanente è costituita da lavoratori extra-familiari. La consistenza del fenomeno, ancora elevata, registra tuttavia un ridimensionamento rispetto alla rilevazione censuaria precedente. In un contesto di generale contrazione dell attività lavorativa, il calo delle giornate di lavoro prestate da familiari e parenti del conduttore è stato, infatti, il più consistente: questo conferma che è in atto un processo evolutivo che, da un lato, vede ridurre il numero di coloro che scelgono di lavorare all interno dell azienda agricola di famiglia come ripiego all assenza di alternative occupazionali mentre, dall altro, è legato a profonde modifiche degli assetti familiari, sempre più spesso caratterizzati da un numero ristretto di figli e, conseguentemente, 12

13 dall assottigliarsi delle potenzialità di collaborazione all interno del nucleo familiare (Tudini, 2005). Tabella 2.1 GIORNATE DI LAVORO AZIENDALE PER CATEGORIA DI MANODOPERA E FORMA DI CONDUZIONE Conduttore Familiari del Altri parenti del conduttore conduttore Incidenza lavoratori familiari rispetto al totale A tempo indeterminato A tempo determinato TOTALE Conduzione diretta del coltivatore % a. con solo manodopera familiare % b. con manodopera familiare prevalente % c. con manodopera extra-familiare prevalente % Conduzione con salariati % Conduzione a colonia parziaria appoderata % Altra forma di conduzione % TOTALE % Per molte aziende agricole si manifesta quindi la necessità di ricercare sul mercato del lavoro manodopera salariata a tempo determinato o part-time. La scelta di lavoratori flessibili è legata alle caratteristiche intrinseche del lavoro in agricoltura, unite ad un elevato ricorso a monoproduzioni colturali, che vede concentrarsi in pochi mesi, se non in poche settimane, molte delle attività lavorative (si pensi alle attività di semina o di raccolta). La provincia di Firenze risulta seconda soltanto a Siena per l utilizzo di manodopera salariata (Graf. 2.1), mentre l utilizzo della manodopera familiare pesa ancora, in termini di giornate di lavoro, per circa un 30% e la categoria dei conduttori ha un incidenza in linea con la media regionale. Più in particolare, nella provincia di Firenze i salariati risultano essere la metà dei conduttori che, a loro volta, sono circa la metà del numero degli altri familiari impiegati. Questa proporzionalità delle tre tipologie lavorative non si riscontra nelle altre province e colloca l area fiorentina in una situazione intermedia tra un agricoltura maggiormente professionalizzata (come nel caso di quella senese), che fa ampio ricorso a lavoratori salariati, e un agricoltura fondata su aziende di piccole dimensioni, che si regge quasi esclusivamente sulla manodopera familiare (è il caso dell agricoltura che emerge dal dato medio di Lucca e Massa Carrara). Quanto detto viene confermato anche dall analisi dei sistemi economici locali (Graf. 2.2), dove la manodopera salariata passa dal 40% delle giornate lavoro del Chianti fiorentino a circa il 20% di quasi tutti gli altri SEL. 13

14 Grafico 2.1 GIORNATE DI LAVORO AZIENDALE PER CATEGORIA DI MANODOPERA A LIVELLO PROVINCIALE Valori % rispetto al totale giornate di lavoro Massa Carrara Lucca Pistoia Firenze Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Prato TOSCANA 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Conduttore Altri familiari Salariati Grafico 2.2 GIORNATE DI LAVORO AZIENDALE PER CATEGORIA DI MANODOPERA Dati relativi ai SEL della provincia di Firenze Provincia di Firenze Barberino Val d'elsa Valdarno Nord Chianti fiorentino Area urbana fiorentina Val di Sieve Mugello Bassa Val d'elsa Area urbana empolese 0% 20% 40% 60% 80% 100% Conduttore Altri familiari Salariati Da questi dati sembra inoltre emergere una certa somiglianza tra la distribuzione delle giornate lavoro dell area urbana fiorentina e quella urbana empolese, dove i conduttori contribuiscono ad oltre il 50% delle giornate lavoro, gli altri familiari pesano 14

15 per una quota intorno al 30% e le restanti ore sono fornite da salariati. Nonostante il numero di persone coinvolte nell agricoltura fiorentina risulti relativamente elevato, l incidenza di questa componente lavorativa rispetto alla popolazione totale è molto contenuta e pari al 6%. Il dato risulta fortemente influenzato dall area urbana fiorentina dove solo il 2% della popolazione è coinvolto in attività agricole. Nei restanti SEL l incidenza delle persone coinvolte in agricoltura varia dal 9% del Mugello al 16% della Bassa Val d Elsa. Tabella 2.2 PERSONE COINVOLTE IN AGRICOLTURA E INCIDENZA SULLA POPOLAZIONE RESIDENTE A LIVELLO PROVINCIALE Conduttore Altri familiari Salariati TOTALE Pop. residente Incidenza delle persone coinvolte in agricoltura sul totale popolazione Massa % Lucca % Pistoia % Firenze % Livorno % Pisa % Arezzo % Siena % Grosseto % Prato % TOSCANA % Tabella 2.3 PERSONE COINVOLTE IN AGRICOLTURA E INCIDENZA SULLA POPOLAZIONE RESIDENTE A LIVELLO DI SEL Conduttore Altri familiari Salariati TOTALE Pop. residente Incidenza delle persone coinvolte in agricoltura sul totale popolazione Area urbana empolese % Bassa Val d'elsa % Mugello % Val di Sieve % Area urbana fiorentina % Chianti fiorentino % Valdarno Nord % Barberino Val d'elsa % PROVINCIA DI FIRENZE % 2.2 L'età dei conduttori e il ricambio generazionale Uno dei principali elementi di criticità dell attività agricola regionale è costituito dall elevata età media degli addetti, che mette in rilievo alcune criticità connesse alle 15

16 dinamiche del ricambio generazionale. Molte aziende agricole toscane sono infatti gestite da conduttori che si trovano oramai in età avanzata e non sempre capaci di trovare all interno del proprio nucleo familiare persone disposte a continuare l attività. Anche la provincia di Firenze è caratterizzata da questo fenomeno che potrebbe segnare in negativo le sorti dell agricoltura provinciale. Nelle tabelle 2.4 e 2.5 viene riportata l incidenza delle giornate di lavoro effettuate da persone con età inferiore ai quarant anni rispetto al totale delle giornate. Questo indice evidenzia come il Mugello e il Chianti siano i SEL con una incidenza di giovani maggiore, entrambi con il 19%, mentre la popolazione più anziana risiede nelle aree urbane di Empoli e Firenze e nel Val d Arno Nord. Tabella 2.4 GIORNATE DI LAVORO MANODOPERA FAMILIARE PER CLASSI DI ETÀ E PROVINCIA Valori % su totale provinciale Fino a 29 Da 30 a 39 Da 40 a 49 Da 50 a ed oltre Incidenza % del lavoro inferiore ai 40 anni Età media (anni) Massa Carrara Lucca Pistoia Firenze Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Prato TOSCANA Tabella 2.5 GIORNATE DI LAVORO MANODOPERA FAMILIARE PER CLASSI DI ETÀ E SEL Valori % sul totale dei SEL Fino a 29 Da 30 a 39 Da 40 a 49 Da 50 a ed oltre Età media (anni) Incidenza % del lavoro inferiore ai 40 anni Area urbana empolese 5,9 9,6 12,7 21,1 50, Bassa Val d'elsa 6,0 8,2 12,7 21,2 51, Mugello 5,1 14,0 15,5 21,6 43, Val di Sieve 5,0 10,5 17,1 21,8 45, Area urbana fiorentina 4,3 9,0 12,0 22,1 52, Chianti fiorentino 5,6 13,4 14,8 19,8 46, Valdarno Nord 3,3 9,4 14,8 25,6 46, Barberino Val d'elsa 7,7 9,5 18,9 20,7 43, PROVINCIA DI FIRENZE 5,2 10,4 13,9 21,7 48, L elevata presenza di giovani nel Mugello e nel Chianti potrebbe essere determinata da cause diverse: per il Mugello il dato potrebbe essere generato dalla mancanza di alternative occupazionali, unito ad un forte legame con il territorio e alla rilevante 16

17 presenza di aziende a conduzione diretta, mentre per il Chianti il dato (confermato anche nel comune di Barberino) evidenzia come grazie agli agriturismi e alla buona redditività delle coltivazioni legnose il comparto agricolo sia diventato appetibile anche per le fasce più giovani. Tuttavia non si esclude che anche per il Mugello possano valere le considerazioni fatte per il Chianti: recentemente, infatti, anche in questo SEL si va diffondendo la presenza di agriturismi, accompagnati dalla scelta di coltivare prodotti di qualità più elevata. 17

18 3. LE COLTIVAZIONI In quasi tutte le province della Toscana appare dominante la presenza di seminativi, rispetto alle coltivazioni legnose (frutteti, oliveti e vigneti) e ai pascoli. Nella provincia di Firenze le superfici coperte a seminativi sono invece per dimensione analoghe a quelle investite dalle coltivazioni legnose agrarie (Graf. 3.1). Questo aspetto distingue fortemente la situazione agricola dell area fiorentina da quella senese, dove i seminativi continuano a rivestire un ruolo importante. Grafico 3.1 SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA SECONDO L UTILIZZO DEI TERRENI PER PROVINCIA Valori % TOSCANA Prato Grosseto Siena Arezzo Pisa Livorno Firenze Pistoia Lucca Massa-Carrara 0% 20% 40% 60% 80% 100% Seminativi Coltivazioni legnose agrarie Prati permanenti e pascoli Alla luce delle recenti modifiche agli aiuti diretti, introdotte dalla riforma della politica agricola comunitaria (PAC), è possibile affermare che la specializzazione colturale dell area fiorentina subirà meno contraccolpi rispetto a quanto potrà rilevarsi in altre province, dove le scelte colturali erano spesso determinate dai premi comunitari, più che dalle effettive esigenze del mercato. Con la riforma della PAC infatti, i premi 18

19 verranno erogati ad ettaro e non più a seconda delle coltivazioni effettuate. Questa modifica, che prende il nome di disaccoppiamento degli aiuti, unita alla modulazione, che comporta la progressiva riduzione dei premi, ha influenzato da subito e in maniera pesante la scelta colturale da parte degli agricoltori, tanto che i primi effetti della riforma della PAC si sono concretizzati già a partire dai primi mesi del Secondo i dati forniti dall ISMEA Unione Seminativi, la riduzione delle superfici destinate a grano duro, nella campagna 2004/2005 in Toscana, è quasi del 40%, mentre segni nettamente positivi si registreranno per il grano tenero e le coltivazioni industriali come il girasole, la colza e la barbabietola da zucchero. Possiamo quindi attenderci all interno delle superfici destinate a seminativo una progressiva differenziazione delle coltivazioni effettuate. Al momento non si conosce l entità della riduzione su base locale e, come detto in precedenza, nonostante le ripercussioni della modifica della PAC nella provincia di Firenze siano lievi, esse riguarderanno sicuramente circa aziende che alla data del censimento producevano cereali su una superficie di ettari. La situazione a livello di SEL (Tab. 3.1) non si discosta molto dal quadro generale provinciale. La riforma della PAC produrrà le principali variazioni colturali nei sistemi locali della Bassa Val d Elsa e dell Area Urbana Empolese dove sono consistenti, e pressoché stabili fra il 1990 e il 2000, le aree dedicate a seminativo. Effetti minori si avranno nel Mugello dove è rilevante il numero dei pascoli, nonostante la riduzione di oltre ettari nel periodo intercensuario, e nei restanti SEL, dove si registra una forte presenza di vigneti e oliveti (Tab. 3.2). Tabella 3.1 SUPERFICIE SECONDO IL TIPO DI UTILIZZO DEI TERRENI PER SEL Incidenza % rispetto alla SAU del SEL Seminativi Legnose agrarie Prati Area urbana empolese 51,0 45,3 3,7 Bassa Val d'elsa 59,0 30,5 10,5 Mugello 48,2 11,7 40,2 Val di Sieve 22,1 47,3 30,5 Area urbana fiorentina 29,3 57,8 12,8 Chianti fiorentino 21,2 70,7 8,0 Valdarno Nord 32,5 47,6 19,9 Barberino Val d Elsa 46,7 48,9 4,4 PROVINCIA DI FIRENZE 40,8 39,8 19,4 19

20 Tabella 3.2 SUPERFICIE SECONDO L'UTILIZZAZIONE DEI TERRENI PER SEL. ANNI Variazioni assolute in ettari SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA Seminativi (ha) Legnose agrarie(ha) Prati (ha) Sau (ha) Area urbana empolese Bassa Val d'elsa Mugello Val di Sieve Area urbana fiorentina Chianti fiorentino Valdarno Nord Barberino Val d Elsa PROVINCIA DI FIRENZE L olio L olivo risulta la coltivazione di gran lunga più diffusa in Toscana: con oltre aziende impegnate nel settore, esso rappresenta oltre il 58% delle aziende agricole censite e, insieme alla vite, rappresenta uno dei capisaldi del paesaggio colturale toscano. La superficie investita da questa coltura come coltivazione principale ha raggiunto nel 2000 i 97 mila ettari, occupando l 11,3% della superficie agricola utilizzata della regione. Di questa superficie, gli ettari in produzione sono 93 mila, pari ad oltre il 96%. Rispetto al censimento del 1990 sia il numero delle aziende sia la superficie investita fanno registrare incrementi rispettivamente del 9,2% e del 12%, che rappresentano le variazioni più elevate registrate dal censimento del 1970, quando le aziende interessate alle coltivazioni dell olivo erano solamente 52 mila ma con una superficie di poco inferiore a quella attuale. Il successo della crescita della coltivazione dell olivo si spiega non solo con gli andamenti abbastanza favorevoli del mercato, ma anche e soprattutto con il fatto che l olivo rappresenta una coltura con forti legami alla tradizione, relativamente semplice da gestire, che si presta alla coltivazione anche in aziende poco strutturate e non professionali. Questo tipo di coltivazione assume infatti un significato importante non solo in termini di collocamento del prodotto sul mercato, ma anche ai fini dell autoconsumo e comunque nell ambito di segmenti di vendita diretta poco formali (autoconsumo allargato), dove anche partite di ridotte dimensioni possono raggiungere 20

21 il successo commerciale (Belletti, 2005). La coltivazione dell olivo si concentra per oltre il 58% della superficie nelle province di Firenze, Grosseto e Siena. La provincia di Firenze mantiene la quota prevalente anche se rispetto al 1990 registra, come la provincia di Lucca, una riduzione lieve della superficie investita e una modesta crescita del numero delle aziende (Tab. 3.3). Tabella 3.3 EVOLUZIONE DELL OLIVICOLTURA TOSCANA PER PROVINCIA Variazioni assolute e % di aziende e SAU a olivi AZIENDE SUPERFICIE INVESTITA / / 90 Val.ass. (n.) % su tot. Variaz. % Val.ass (ha). % su tot. Variaz. % Arezzo ,0% 24,9% ,1% 8,0% Firenze ,4% 5,9% ,8% -1,4% Prato (*) ,6% ,1% Grosseto ,7% 9,4% ,4% 20,4% Livorno ,4% 34,1% ,8% 37,0% Lucca ,6% -4,3% ,0% -2,3% Massa ,0% -11,4% ,8% 2,8% Pisa ,7% 28,5% ,2% 22,6% Pistoia ,1% 16,3% ,3% 16,4% Siena ,6% 10,0% ,5% 9,1% TOSCANA ,0% 12,0% ,0% 9,2% (*) A fini di calcolo delle variazioni 1990 / 2000 la provincia di Prato è stata compresa in quella di Firenze. Fonte: Censimenti I dati provinciali relativi alla classe di dimensione delle aziende (Graf. 3.2) evidenziano che per le province di Firenze, Grosseto, Siena e Prato la coltivazione dell olivo è riconducibile prevalentemente ad aziende di grandi dimensioni (oltre 50 ettari di SAU), mentre per quelle di Lucca, Massa e Pistoia essa è diffusa soprattutto nelle aziende di piccola dimensione (fino a 5 ettari di SAU). Dall analisi a livello di sistema economico locale (Tab. 3.4) emerge che la concentrazione maggiore di aziende e di superfici olivicole ricadono nell area urbana fiorentina e in particolar modo nei comuni di Bagno a Ripoli, Firenze, Fiesole, Calenzano, Lastra a Signa, Sesto Fiorentino e Scandicci (mentre a Campi Bisenzio e Signa le superfici sono ridottissime). In questa zona la coltura dell olivo costituisce un elemento dominante sotto il profilo paesaggistico e ambientale, oltre ad essere importante anche da un punto di vista strettamente economico. 21

22 Grafico 3.2 RIPARTIZIONE PERCENTUALE PER PROVINCIA DELLE SUPERFICI A OLIVO PER CLASSI DI SAU HA, 5-50 HA, >50 HA Toscana Siena Prato Pistoia Pisa Massa Lucca Livorno Grosseto Firenze Arezzo 0% 20% 40% 60% 80% 100% da 1 a 5 da 5 a 50 Oltre 50 Tabella 3.4 AZIENDE, SUPERFICI E SUPERFICI MEDIE OLIVICOLE NEI SEL Incidenza aziende e superfici in % rispetto al totale provinciale, superficie media in ettari Inc. % Aziende Inc. % Superficie Superficie media oliveti (Ha) Area urbana empolese (Q) 25% 15% 1,42 Bassa Val d'elsa (Q) 11% 8% 1,66 Mugello (Q) 3% 2% 1,75 Val di Sieve (Q) 9% 11% 2,87 Area urbana fiorentina (Q) 24% 27% 2,65 Chianti fiorentino (Q) 14% 22% 3,82 Valdarno Nord (Q) 12% 11% 2,27 Barberino Val d'elsa 2% 3% 3,99 PROVINCIA DI FIRENZE 100% 100% 2,37 L attività di queste aziende è fortemente determinata dalle strette relazioni che esse instaurano con il centro urbano, dove si sviluppano i principali canali di vendita del prodotto dando vita a quelle forme di autoconsumo allargato precedentemente menzionato. Altre zone a elevata concentrazione di aziende olivicole sono l area urbana empolese, dove opera il 25% delle aziende presenti nella provincia, e il Chianti fiorentino, dove sono attive il 14% delle aziende, che occupano però il 22% della superficie complessivamente utilizzata. In queste aree infatti la superficie media degli oliveti è, insieme a quella dell area di Barberino Val d Elsa, la più elevata (3,8 ha e 3,9 ha rispettivamente). 22

23 3.2 Il vino A livello regionale le aziende viticole della regione rappresentano oltre il 38% sul totale delle aziende agricole toscane: nonostante la forte contrazione numerica delle aziende e delle superfici (-28% e -17% rispettivamente), esse costituiscono ancora la seconda componente più importante della produzione agricola regionale in termini di incidenza aziendale. La forte diminuzione registrata è in gran parte dovuta, da un lato, a fattori che operano sul fronte dell offerta, come la riqualificazione degli impianti esistenti, il loro rinnovamento, la scelta di coltivazioni che impegnano meno risorse umane e finanziare e, dall altro, a fattori che operano sul fronte della domanda, come il profondo cambiamento delle abitudini alimentari della popolazione (Marescotti, 2005a). Nel panorama regionale, le province di Siena e di Firenze costituiscono degli ambiti produttivi che richiedono uno specifico approfondimento. Nella provincia di Siena ad una riduzione del numero delle imprese pari a circa il 20%, avvenuta tra il 1990 e il 2000, è corrisposto un incremento della superficie vitata del 2,5% (Tab. 3.5); il calo del numero delle aziende è quindi principalmente riconducibile all accorpamento fondiario che ha caratterizzato l area senese. Nella provincia di Firenze, invece, ad una riduzione di quasi il 30% delle aziende, ha fatto fronte una riduzione del 15% della superficie vitata; in questo caso possiamo ipotizzare che la ricomposizione fondiaria abbia riguardato solo determinate aree, mentre in altre si è assistito alla dismissione di particolari tipologie di vigneti, non adatti alle coltivazioni di qualità o con costi di gestione troppo elevati. Secondo i dati del 2000, Firenze e Siena rimangono comunque le province con le più elevate concentrazioni di superfici vitate (rispettivamente, il 30,3% e il 29,7%) e con le più elevate dimensioni aziendali, caratteristiche che denotano la presenza di imprese ben strutturate e a elevata professionalità. Per quanto riguarda il numero delle aziende, è la provincia di Arezzo la prima in graduatoria, con il 19,2% del totale. Firenze è la seconda provincia con il 14,3% delle aziende. Seguono Grosseto (12,8%), Siena (12,4%) e Pisa (12%). 23

24 Tabella 3.5 AZIENDE CON VITE E RELATIVA SUPERFICIE A VITE (HA) PER PROVINCIA Aziende % su tot. Sup. (ha) % su tot Var % Az. Var % sup. Var % Az. Var % sup. Arezzo , ,7 12,0-16,7-21,4-34,2-44,3 Firenze , ,0 30,3-29,1-15,1-45,1-29,7 Grosseto , ,7 10,0-20,8-27,0-41,1-40,0 Livorno , ,2 3,4-30,6-19,1-45,8-41,1 Lucca , ,3 2,9-40,7-35,5-63,0-59,0 Massa , ,5 2,2-37,8-20,2-47,0-51,7 Pisa , ,3 6,6-31,9-41,0-50,4-58,0 Pistoia , ,5 2,1-38,7-38,4-64,7-67,3 Prato 791 1,5 487,8 0,8-38,9-37,2-51,4-50,4 Siena , ,0 29,7-19,6 2,5-35,2-6,0 TOSCANA , ,0 100,0-28,3-17,3-46,8-35,0 Per poter meglio comprendere le variazioni intervenute dal 1990 al 2000 è opportuno considerare le classi di SAU a livello provinciale (Tab. 3.6). Il rinnovamento della viticoltura sembra avere premiato maggiormente le province di Siena, Grosseto e Livorno. La situazione è particolarmente felice a Siena, dove crescono tutte le superfici vitate superiori ai 10 ettari, mentre il rinnovamento di Livorno e Grosseto è dovuto principalmente all aumento delle superfici superiori ai 50 ettari (con valori rispettivamente del 7,7% e 4,6%), dovuto probabilmente all affermazione di aziende situate in Val di Cornia e nell area di Scansano. Tabella 3.6 SUPERFICIE INVESTITA A VITE PER CLASSE DI SAU E PER PROVINCIA Variazioni % < >100 TOTALE Massa Carrara -24,5-18,2-28,6 34,0-19,9 121,2-74,9 n.s. -15,5 Lucca -35,9-45,6-40,8-33,5 0,0-20,2-37,9-66,3-35,5 Pistoia -43,6-45,2-46,2-31,7-29,3-42,1-10,8-66,1-38,4 Firenze -34,1-35,1-29,2-29,0-14,4-2,2-11,8-5,8-15,1 Prato -45,9-17,0-47,8-27,2-29,7-25,5-67,5-41,6-37,3 Livorno -42,2-31,2-25,0-25,4-10,1-31,3 4,6 16,7-19,1 Pisa -33,5-39,6-42,8-43,8-30,6-58,8-4,0-41,9-41,0 Arezzo -17,9-22,8-27,4-31,8-8,8-18,3-15,7-23,2-21,4 Siena -15,3-17,0-21,4-8,7 2,6 15,8 7,7 4,4 2,5 Grosseto -30,8-24,5-21,1-25,6-17,1-37,3 7,7-45,0-27,0 TOSCANA -29,8-31,2-30,8-26,2-12,3-14,2-4,3-7,6-17,2 Per ciò che riguarda la provincia di Firenze, dalle variazioni infracensuarie emergono delle dinamiche negative per tutte le classi di addetti, con una sostanziale tenuta delle aziende comprese tra i 20 e i 50 ettari, dove la riduzione è limitata al 2,2%. Queste dinamiche fanno emergere un quadro della provincia al 2000 piuttosto positivo che si caratterizza per avere oltre il 40% della superficie vitata gestita da aziende di grandi dimensioni (oltre 50ha di viti), circa il 55% da aziende medie (5-50 ha) e il restante da piccole aziende. 24

25 Grafico 3.3 RIPARTIZIONE % PER PROVINCIA DELLE SUPERFICI A VITE PER CLASSI DI SAU ha, 5-50 ha, >50 ha Siena Prato Pistoia Pisa Massa Lucca Livorno Grosseto Firenze Arezzo 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% >50 La coltivazione della vite necessita di investimenti in capitale umano e finanziario generalmente superiori a quelli richiesti dalle produzioni olivicole: questo è sufficiente a spiegare perché, nell area urbana fiorentina (Tab. 3.7), la coltivazione vinicola risulti piuttosto ridotta in termini di superficie, ma interessi una percentuale elevata di aziende di piccole dimensioni, molte delle quali rimangono nella sfera dell autoconsumo. Anche l area urbana empolese, grazie soprattutto ai comuni di Montespertoli, Cerreto Guidi e Vinci, registra un numero elevato di aziende e vaste superfici dedicate. Tabella 3.7 AZIENDE, SUPERFICI E SUPERFICI MEDIE VITICOLE NEI SEL FIORENTINI Incidenza aziende e superfici in % rispetto al totale provinciale, superficie media in ettari Aziende Superficie Superficie media vigneti Area urbana empolese 29% 30% 2,34 Bassa Val d'elsa 16% 15% 2,12 Mugello 4% 1% 0,74 Val di Sieve 7% 9% 2,88 Area urbana fiorentina 17% 7% 1,02 Chianti fiorentino 14% 27% 4,29 Valdarno Nord 10% 6% 1,38 Barberino Val d'elsa 2% 5% 5,49 PROVINCIA DI FIRENZE 100% 100% 2,31 25

26 4. GLI ALLEVAMENTI I dati del censimento tengono conto del numero di capi presenti nelle aziende, divisi per le principali tipologie di categorie animali, come bovini, caprini, ovini, suini ed equini, ma anche di altre categorie come bufalini, avicoli, conigli e struzzi. Vista la rilevanza del comparto dei bovini all interno della provincia di Firenze (che raccoglie il 14% del totale regionale dei capi), nei paragrafi successivi si farà riferimento soprattutto a questo. Tabella 4.1 CAPI DI ALLEVAMENTO PER LE PRINCIPALI TIPOLOGIE NELLE PROVINCE TOSCANE. ANNO 2000 Ripartizione % sul totale regionale Ovini Caprini Equini Suini Bovini MassaCarrara 2% 12% 7% 2% 4% Lucca 3% 15% 5% 1% 6% Pistoia 1% 5% 5% 3% 4% Firenze 5% 12% 14% 6% 14% Livorno 1% 5% 6% 1% 4% Pisa 8% 6% 13% 13% 10% Arezzo 6% 14% 12% 46% 16% Siena 23% 9% 13% 14% 14% Grosseto 51% 21% 23% 14% 29% Prato 0% 2% 3% 0% 1% TOSCANA 100% 100% 100% 100% 100% 4.1 La zootecnia bovina La zootecnia bovina da carne sta attraversando in Toscana, come in altre regioni italiane, un importante fase di contrazione e concentrazione, dovuta sia a fattori esterni che a fattori interni. Tra i primi troviamo una competizione di prezzo sempre più marcata con i bovini da carne provenienti da paesi esteri, generata dalla graduale riduzione dei contributi comunitari che, durante gli anni 90, hanno sostenuto una zootecnia di massa nelle aree svantaggiate. Tra i fattori interni si assiste invece allo stravolgimento della filiera della carne, che ha subito pesanti trasformazioni volte a garantire una maggiore sicurezza durante i processi di macellazione, e all inserimento 26

27 della grande distribuzione organizzata (GDO) nei principali canali di vendita. Questi cambiamenti, da un lato, hanno favorito il consolidamento delle aziende zootecniche di maggiori dimensioni (concentrazione) condotte in maniera full-time e capaci di garantire l approvvigionamento periodico della GDO e, dall altro, hanno determinato la quasi totale sparizione delle piccole aziende part-time (contrazione) (Marescotti, 2005b). Nell ultimo decennio infracensuario la contrazione del numero delle aziende (Tab. 4.2) è stata del 46,1%, maggiore anche della riduzione del numero di capi bovini presenti sul territorio, che sono passati da oltre unità a (-30,9%). Queste dinamiche stanno coinvolgendo tutta la filiera degli allevamenti di bovini da carne, fino a coinvolgere le fasi a valle della macellazione e della distribuzione. Per quanto riguarda il settore dei bovini da latte, i cambiamenti sembrano invece riguardare solo le aziende produttrici, mentre i processi di trasformazione e di commercializzazione sembrano essersi ormai consolidati. Tabella 4.2 AZIENDE CON BOVINI E RELATIVO NUMERO DI CAPI PER PROVINCIA Aziende % su tot. Capi % su tot. Var. % Az. Var. % capi Var. % Az. Var. % capi Arezzo ,1% ,8% -43,9% -22,3% -75,9% -44,4% Firenze ,0% ,6% -49,3% -26,2% -76,3% -46,9% Grosseto ,6% ,2% -38,9% -28,8% -58,3% -37,6% Livorno 171 3,4% ,7% -43,2% -51,9% -69,6% -76,8% Lucca ,9% ,7% -51,4% -43,8% -71,6% -56,4% Massa ,6% ,7% -48,9% -46,6% -64,7% -66,9% Pisa 393 7,9% ,2% -42,4% -27,8% -68,0% -46,7% Pistoia 148 3,0% ,9% -42,4% -5,5% -74,5% -45,8% Prato 66 1,3% 645 0,6% -52,9% -50,5% n.s. n.s. Siena 402 8,1% ,5% -47,0% -38,4% -74,4% -53,0% TOSCANA ,0% ,0% -46,1% -31,5% -69,5% -49,0% Osservando la distribuzione territoriale delle attività di allevamento bovino in Toscana si nota come la provincia di Firenze registri un numero di capi inferiore solo alla provincia di Grosseto e a quella di Arezzo: queste province, insieme a quella di Siena, sono peraltro caratterizzate dalla presenza di allevamenti di dimensioni maggiori, mentre la quota più consistente delle aziende di piccole dimensioni è situata nelle zone montane delle province di Massa Carrara, Lucca e Pistoia. 27

28 Tabella 4.3 ZOOTECNIA BOVINA. NUMERO DI AZIENDE E CAPI PER CLASSI DI CAPI PER PROVINCIA Valori assoluti oltre 100 TOTALE Az. Capi Az. Capi Az. Capi Az. Capi Az. Capi Az. Capi Az. Capi AR FI GR LI LU MS PI PT PO SI TOTALE Dall analisi a livello di SEL della provincia di Firenze emerge che la quasi totalità degli allevamenti interessa il territorio del Mugello e della Val di Sieve. In queste zone gli allevamenti sono di dimensioni medie e sono il risultato della concentrazione avvenuta nel corso degli ultimi anni. Tabella 4.4 AZIENDE E CAPI BOVINI PER SEL Aziende CAPI Bovini totale Dimensione media ( in capi) Incidenza % sul totale capi Area urbana empolese ,5 4 Bassa Val d'elsa ,1 5 Mugello ,8 70 Val di Sieve ,8 12 Area urbana fiorentina ,1 2 Chianti fiorentino ,7 1 Valdarno Nord ,8 5 Barberino Val d'elsa ,0 0 PROVINCIA DI FIRENZE , La commercializzazione Nella fotografia dell agricoltura emersa nel 2000 vengono messe in evidenza le principali tipologie di attività commerciali che mettono in relazione le aziende agricole con i clienti finali o i commercianti intermedi, vale a dire: vendita diretta in azienda, conferimento delle produzioni a cooperative, stipula di contratti di vendita con catene commerciali o industriali. 28

29 La situazione risulta estremamente diversificata tra le diverse province. Per illustrare tale situazione si può fare ricorso a due indicatori, l indice di diversificazione delle modalità di vendita, calcolato come rapporto tra il numero di modalità di commercializzazione complessive rilevate e le aziende che dichiarano di fare ricorso ad almeno una modalità e l intensità del ricorso alle diverse tipologie di commercializzazione, calcolato come percentuale sul totale. Tabella 4.5 MODALITÀ DI VENDITA UTILIZZATA PER PROVINCIA (PRODOTTI AZIENDALI NEL COMPLESSO) Valori % ad eccezione dell indice di diversificazione Vendita diretta al consumatore Con vincoli a imprese industriali Con vincoli a imprese commerciali Senza vincoli contrattuali A organismi associativi Indice di diversificazione Massa 64,0 41,0 3,0 16,6 3,7 1,28 Lucca 52,4 9,1 9,2 46,4 24,6 1,42 Pistoia 42,3 4,3 4,5 49,8 24,3 1,25 Firenze 58,2 7,5 8,4 39,9 34,4 1,48 Livorno 46,0 12,0 7,1 43,2 46,0 1,54 Pisa 45,1 12,5 6,0 45,5 36,0 1,45 Arezzo 36,1 11,5 6,1 45,3 39,2 1,38 Siena 35,7 14,8 10,8 48,1 50,0 1,59 Grosseto 17,7 20,1 6,5 54,4 56,6 1,55 Prato 59,3 15,2 8,1 39,6 4,4 1,27 TOSCANA 39,7 13,1 7,2 46,3 39,7 1,46 Le province di Firenze, Prato e Massa Carrara appaiono nettamente caratterizzate dalla vendita diretta al consumatore, mentre Massa Carrara è anche l unica provincia dove la vendita con vincoli contrattuali a imprese industriali assume una certa rilevanza; nelle province di Grosseto e Siena emerge nettamente il ricorso a organismi associativi, ma anche la larga diffusione della vendita senza vincoli contrattuali. La provincia di Firenze oltre alla menzionata quota di vendita diretta (oltre il 58%), evidenzia anche una buona percentuale di aziende con vincoli a imprese commerciali (8,4%), alla quale si contrappone una ridotta percentuale di aziende che effettuano la vendita mediante vincoli a imprese industriali (7,5%). Queste differenze si spiegano in parte con le specificità produttive delle singole province e vengono confermate dall analisi dei SEL (Tab. 4.6). 29

30 Tabella 4.6 MODALITÀ DI VENDITA UTILIZZATA PER SEL (PRODOTTI AZIENDALI NEL COMPLESSO) Valori % ad eccezione dell indice di diversificazione Vendita diretta al consumatore Con vincoli a imprese industriali Con vincoli a imprese commerciali Senza vincoli contrattuali A organismi associativi Indice di diversificazione Area urbana empolese 51,8 3,4 7,5 35,2 52,2 1,5 Bassa Val d'elsa 43,1 3,4 7,9 27,7 63,1 1,5 Mugello 52,2 19,7 12,1 57,4 19,3 1,6 Val di Sieve 67,4 17,9 5,6 36,6 19,8 1,5 Area urbana fiorentina 65,5 5,5 8,1 48,7 10,2 1,4 Chianti fiorentino 72,5 3,7 9,6 43,3 22,9 1,5 Valdarno Nord 73,5 11,9 5,5 25,2 23,6 1,4 Barberino Val d'elsa 70,6 1,6 14,3 57,1 23,8 1,6 PROVINCIA DI FIRENZE 58,2 7,5 8,4 39,9 34,4 1,4 L utilizzazione della la vendita diretta (senza ricorso a mediatori o commercianti) è un chiaro sintomo di un agricoltura che trova nel territorio di insediamento una reale possibilità di vendita dei propri prodotti. L acquisto dei prodotti presso le aziende caratterizza fortemente il Chianti ma anche la Val di Sieve e il Val d Arno: questo tipo di commercializzazione è favorito sia dalla presenza di flussi turistici, sia dalla coltivazione di prodotti che possono essere venduti in qualsiasi periodo dell anno (vino e olio). Tra i vari sistemi economici locali è il Mugello a mostrare un indice di diversificazione aziendale elevato. Oltre alla vendita diretta, il Mugello ha quote rilevanti di aziende che effettuano contratti con imprese industriali (19,7%), commerciali (12,1%) o mediatori senza vincoli contrattuali (57,4%); ridotto risulta invece il conferimento a organismi associativi, che mostra invece un valore decisamente alto nella bassa Val d Elsa (63,1%) e nell area urbana empolese (52,2%). 30

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