Sì, ti cucco, vite, ché sento già nel sole stridere l api: ti taglio ogni vecchio sarmento, ti lascio tre occhi e due capi

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1 Sì, ti cucco, vite, ché sento già nel sole stridere l api: ti taglio ogni vecchio sarmento, ti lascio tre occhi e due capi Giovanni Pascoli: La vite (Canti di Castelvecchio)

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3 Quaderni di agricoltura innovativa della Provincia di Biella La viticoltura biellese: prospettive nel solco della tradizione A cura di Annamaria Baldassi - Settore tutela ambientale e agricoltura in collaborazione con l Enoteca Regionale della Serra Testi di Annamaria Baldassi Sara Colombera Maurizio Forgia Giuseppe Graziola Stefano Moro

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7 Introduzione La viticultura e l enologia nel Biellese, pur avendo origini molto antiche diffuse in quasi tutto il territorio ed aver attraversato una lunga storia nei secoli scorsi, specie in certe zone, dopo gli anni 60 ha avuto un pesante declino che in certi momenti è parso inarrestabile. Fortunatamente la concessione e la sussistenza delle denominazioni di origine controllata, la tenacia di alcuni produttori, la miglior vocazione di certe zone ed un andamento favorevole del mercato ne ha consentito la sopravvivenza e, negli ultimi anni, una, sia pur discreta, significativa espansione. Sono state molte le iniziative pubbliche, di varia origine amministrativa, che hanno sostenuto e consentito alla nostra vitivinicoltura di reggere, comprese quelle del nostro Ente Provinciale, in questi ultimi 5 anni. É di queste iniziative che la presente pubblicazione racconta cercando, anche, di proporre alcuni modelli di governance di questo settore che, sicuramente ampliabili e migliorabili, possono servire da esempio e stimolo per altre aree geografiche che necessitano di aiuti. Aiuti da non concepire come semplici sostegni economici al settore, ma piuttosto come interventi studiati ed orientati a risultati progettuali che possono consentire la sopravvivenza geografica, sociale, urbanistica e commerciale di produzioni agricole magari non eccessivamente significative dal punto di vista dell economia, ma essenziali per la custodia e la salvaguardia dinamica di un paesaggio rurale che oltre ad essere una preziosa testimonianza diventa anche opportunità di sviluppo del territorio. Progetti realizzati grazie ad indispensabili sinergie tra enti pubblici e imprenditoria privata, sfruttando le risorse e le competenze messe a disposizione dall Ente Regionale, coinvolgendo i Comuni, le Comunità Montane, i Distretti e tutti coloro che, anche solo a livello hobbistico si occupano della loro terra e delle loro piccole vigne. Utilizzando al meglio Istituzioni come le Enoteche Regionali, interagendo con le Organizzazioni Professionali Agricole e con l indispensabile collaborazione, competenza ed impegno del personale del settore Agricoltura delle Province, cui, nella fattispecie per la Provincia di Biella, va il nostro sincero apprezzamento. Giuseppe GRAZIOLA Assessore all Agricoltura Sergio SCARAMAL Presidente

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9 CAPITOLO 1 Valore e dimensioni della viticoltura biellese La provincia di Biella è nata come unità amministrativa nel 1995, ma dal punto di vista storico, sociale ed economico ha da sempre rappresentato un entità autonoma, ben differenziata dal restante territorio vercellese. A differenza di quest ultimo, infatti, ha costruito la propria economia sullo sviluppo dell industria tessile, che si è insediata localmente a partire dal XIX secolo e che si è affermata a tal punto da divenire uno dei principali poli lanieri in Italia e nel mondo. Questa notevole specializzazione ha richiamato nei decenni passati notevole manodopera, attingendola prevalentemente dalla popolazione rurale, ed ha definito ed orientato tutto lo sviluppo economico e sociale dell area. L economia rurale della Provincia è sostanzialmente basata sull allevamento bovino ed ovi-caprino, prevalentemente condotto nelle zone di montagna, e sulla coltivazione cerealicola (essenzialmente riso e mais) nelle pianure. Un importante voce produttiva, sia per il riconoscimento guadagnato al di fuori dei confini locali, che per valore aggiunto alla Produzione Lorda Vendibile provinciale, è rappresentata dal settore florovivaistico, rivolto essenzialmente alla coltivazione di piante ornamentali da esterno. Dal punto di vista della conformazione fisica, la Provincia è caratterizzata da un territorio prevalentemente montuoso e da due ampie fasce collinari, cui corrispondono le due principali aree viticole tradizionali; in direzione sud-est degradano i terrazzi alluvionali che si uniscono alla confluenza dei 3 maggiori corsi d acqua e costituiscono la zona pianeggiante, sfruttata per le coltivazioni intensive, tra cui anche la coltivazione risicola. Per quanto riguarda le potenzialità turistiche dell area, le principali attrattive sono rappresentate dalla suggestiva corona prealpina che racchiude gioielli naturalistici e architettonici riconosciuti quali il Santuario d Oropa, il Santuario di Graglia, il Parco regionale della Burcina, la Riserva naturale della Bessa e della Baraggia con i Ricetti medievali splendidamente conservati e collocati a difesa sulle terrazze alluvionali che dominano la pianura. Suggestiva anche la conca del lago di Viverone, circondata dai terrazzamenti vitati che degradano dalle colline della Serra e che conserva, con fatica, un ampia porzione di territorio naturale, riconosciuto dall Unione Europea quale Sito d Importanza Comunitaria (SIC) per il fondamentale ruolo di luogo di nidificazione dell avifauna. La fascia collinare che coincide con la regione agraria Colline moreniche della Serra, abbraccia i Comuni intorno al lago di Viverone e risale i versanti in direzione nord; essa rappresenta la zona d elezione per la coltivazione dell Erbaluce di Caluso e del Canavese. Le colline che si protendono verso le Prealpi Biellesi e percorrono il lato nord-orientale della Provincia, sono da sempre terre consacrate alla produzione di vini rossi d invecchiamento quali il Bramaterra ed il Lessona e recentemente sono interessate dalla diffusione della DOC Coste della Sesia. Ripercorrendo con un rapido esame lo sviluppo storico del settore vitivinicolo nel territorio della Provincia di Biella, si può affermare che, alla fine degli anni 90, la situazione si

10 configurava come il risultato di un lungo periodo segnato dall abbandono dell attività agricola, in generale, e viticola in particolare, e dall orientamento verso altre opportunità economiche ed occupazionali più redditizie, quali quelle derivanti dallo sviluppo dell industria tessile già accennato. La dipendenza del nucleo familiare verso altre fonti principali di reddito ha ridotto l attività viticola ai margini dell economia familiare e, amplificandosi nel territorio, ai margini dell economia territoriale. Le vigne, quando ciò era possibile, continuavano ad essere coltivate, per una forma di attaccamento morale alla terra, nel tempo libero della giornata o, con il passare degli anni, dai vecchi che si ritiravano dal lavoro. A conferma degli effetti determinati dalla conversione economica e sociale, si propongono alcuni dati statistici dai quali è immediatamente rilevabile l entità del fenomeno dell abbandono, poi chiaramente visualizzato nella carta di uso del suolo con i dati a confronto della metà degli anni 50 e del Tab. 1 - superfici a confronto Comune CENSIMENTO AGRICOLTURA fonte ISTAT anno 1960 Aziende con vigneti superficie a vite CENSIMENTO AGRICOLTURA fonte ISTAT anno 2000 Aziende con vigneti superficie a vite BENNA 51 12,61 0 0,00 BIELLA 51 19,45 5 1,85 BIOGLIO 32 2,92 0 0,00 BORRIANA 7 1,48 0 0,00 BRUSNENGO , ,05 CAMBURZANO 14 1,42 0 0,00 CANDELO ,10 7 0,76 CASAPINTA non disp. non disp. 1 0,20 CASTELLETTO CERVO 17 2,66 0 0,00 CAVAGLIA , ,56 CERRETO CASTELLO 17 9,65 1 0,20 CERRIONE 51 14,13 6 1,47 COSSATO , ,03 CROSA 2 0,23 0 0,00 CURINO ,42 7 1,20 DORZANO 75 49, ,75 GAGLIANICO 48 10,10 2 0,39 GRAGLIA 8 1,60 0 0,00 LESSONA , ,83 MAGNANO 69 26, (*) MASSAZZA 1 0,36 0 0,00 MASSERANO , ,56 MONGRANDO ,43 2 0,30 MOTTALCIATA , ,12 OCCHIEPPO INFERIORE 9 2,44 0 0,00 10

11 OCCHIEPPO SUPERIORE 8 3,77 0 0,00 PIATTO 21 7,18 0 0,00 PONDERANO 22 3,80 0 0,00 QUAREGNA 41 12,88 9 1,35 RONCO BIELLESE 25 4, ,47 ROPPOLO , ,41 SALUSSOLA , ,43 SANDIGLIANO 46 9,07 2 0,12 SOSTEGNO 97 68, ,99 TERNENGO 24 3,61 2 0,24 VALDENGO ,13 2 1,43 VALLANZENGO 4 0,11 0 0,00 VALLE SAN NICOLAO 14 0,70 0 0,00 VERRONE 14 3,08 0 0,00 VIGLIANO BIELLESE ,39 3 1,35 VILLA DEL BOSCO 67 30,73 4 8,48 VILLANOVA BIELLESE 2 0,38 0 0,00 VIVERONE , ,85 ZIMONE , ,64 ZUBIENA 72 24,76 0 0,00 TOTALE , ,03 (*) superfici incluse nel territorio di Zimone (isola amministrativa) Carta d uso del suolo anni fotointerpretazione volo aereo IGM Fonte S.I.T.A. Provincia di Biella. 11

12 Carta d uso del suolo anno 2004 fonte IPLA Carta d uso del suolo anni fotointerpretazione volo aereo IGM Fonte S.I.T.A. Provincia di Biella. 12

13 Carta d uso del suolo anno 2004 fonte IPLA La scomparsa dell economia viticola, seppure prevalentemente di autoapprovvigionamento, è evidente: nei primi anni del nuovo millennio su tutto il territorio biellese è superstite poco più che un decimo del numero di produttori/produttori-consumatori con una superficie residuale pari ad 1/5 ed una perdita di più di ettari di vigna. La contrazione nella regione agraria colline moreniche della serra, area di coltivazione dell Erbaluce di Caluso è radicale. Dati del censimento dell agricoltura anno 1960: 7 comuni (Viverone, Roppolo, Zimone, Cavaglià, Salussola, Dorzano e Magnano) ettari di vigna dati SIAN 2007: sugli stessi comuni rimangono 182 ettari. Simile la dinamica nella regione agraria colline orientali biellesi, area di produzione di alcuni tra i migliori rossi invecchiati della nostra regione: Bramaterra e Lessona. Dati del censimento dell agricoltura anno 1960: su 10 comuni (Brusnengo, Candelo, Cossato, Lessona, Masserano, Quaregna, Sostegno, Valdengo, Vigliano Biellese e Villa del Bosco) 630 ettari di vigna dati SIAN 2007: per gli stessi comuni, residui 103 ettari. Particolarmente significativo il dato del comune di Cossato. Censimento dell agricoltura anno 1960 ettari 102, dato SIAN 2007 ettari 18. Lo sviluppo industriale tessile della vallata a nord di Cossato, è sicuramente alla base del totale abbandono, ma è l espansione degli insediamenti residenziali e commerciali a scalzare ogni forma di occupazione agricola. Unico elemento dimensionale confortante, la faticosa inversione di tendenza, favorita anche dalle politiche di rilancio spese sul territorio, che vede un incremento della superficie vitata in pochi anni (rispetto al censimento 2000) di ca. 30 ettari (+ 10%). 13

14 LE PRODUZIONI Nonostante la limitatezza del territorio e le difficoltà considerate, la Provincia di Biella vanta un patrimonio viticolo di antica tradizione valorizzato dalla produzione di vini d altissimo rango con un areale di coltivazione circoscritto e un prodotto fortemente caratterizzato, anche dal punto di vista territoriale. I Vini a Denominazione d Origine Controllata (vini di qualità prodotti in regioni determinate VQPRD) sono 5. Le 3 DOC principali, o DOC di 1 livello, sono: DOC ERBALUCE DI CALUSO, è la DOC storica del territorio biellese e prima DOC di vino bianco riconosciuta in tutto il Piemonte; nasce nel 1967 e dopo varie modifiche, l ultima nel 1998, è prossimo il prestigioso e meritato riconoscimento alla DOCG (denominazione di origine controllata e garantita). La zona di produzione dell ERBALUCE DI CALUSO DOC è condivisa con la limitrofa Provincia di Torino e comprende diversi Comuni biellesi collocati tra le colline moreniche della Serra. Le migliori uve dei vigneti coltivati a Erbaluce producono il prezioso ERBALUCE DI CALUSO PASSITO DOC, ottenuto con tecniche e cure certosine e invecchiato almeno 5 anni. Le aziende leader della zona, inoltre, hanno introdotto da alcuni anni le moderne tecniche di spumantizzazione per diversificare l offerta e avvicinarsi al mutato gusto del consumatore. 14

15 DOC LESSONA DOC BRAMATERRA Riconosciute rispettivamente nel 1976 e nel 1979, sono rimaste praticamente invariate sino ad oggi (in itinere alcune leggere modifiche). Si distinguono tra i migliori vini rossi di qualità del Piemonte, fiore all occhiello della Provincia, sono vini da uvaggio a base Nebbiolo, garantiscono 2 anni di invecchiamento in botti di rovere o castagno e sono prodotti esclusivamente nel Biellese. Più recenti le DOC COSTE DELLA SESIA e CANAVESE, nate nel 1996 con la funzione di offrire un opportunità di valorizzazione ai territori non inseriti nelle DOC già riconosciute, seppure vocati e tradizionalmente dediti alla viticoltura. Oggi non è più giustificabile il termine di DOC di ricaduta in quanto anche produzioni eccellenti di aziende molto attente all innovazione ed alla qualificazione del prodotto.

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17 CAPITOLO 2 I vini di qualità prodotti in Provincia di Biella (da Piemonte: la qualità nel bicchiere - Regione Piemonte, 2006 e Vini in Distretto - Distretto dei vini dell Alto Piemonte, 2007) ERBALUCE DI CALUSO O CALUSO Riconoscimento D.O.C.: DPR del 9 luglio 1967, modificato con D.P.R. 17/3/1988, D.P.R. 27 luglio 1990, D.P.R. 28 febbraio 1995 e con Decreto Ministero Politiche Agricole del 25 giugno La produzione massima di uva non deve essere superiore a 12 t/ettaro e la resa massima dell uva in vino non deve essere superiore al 70%. Erbaluce di Caluso Vitigno: Erbaluce; Colore: giallo paglierino; Profumo: vinoso, fine e delicato; Sapore: secco, fresco, caratteristico; Gradazione alcolica minima complessiva: 11 gradi; Acidità Totale minima: 5 per mille; Non è previsto un periodo di invecchiamento. Le operazioni di vinificazione devono essere effettuate nella zona di produzione; Temperatura di servizio: 8-10 C; Abbinamenti: antipasti, pesce, risotti, zuppe, verdure. Zona di produzione La zona di produzione delle uve per l ottenimento dei vini atti ad essere designati con la D.O.C. Erbaluce di Caluso o Caluso nelle tre tipologie, comprende l intero territorio dei seguenti comuni della provincia di Biella: Roppolo, Viverone, Zimone oltre ai Comuni del Canavese torinese e di Moncrivello in provincia di Vercelli. Erbaluce di Caluso PASSITO Vitigno: Erbaluce; Colore: dal giallo oro all ambrato scuro; Profumo: delicato, caratteristico; Sapore: dolce, armonico, pieno, vellutato; Gradazione alcolica minima complessiva: 17 gradi; Acidità Totale minima: 5 per mille ; Le operazioni di vinificazione e invecchiamento devono essere effettuate nella zona di produzione. Nella vinificazione l uva, dopo aver subito un accurata cernita, deve essere sottoposta ad un appassimento che deve essere protratto fino ad avere un contenuto zuccherino non inferiore al 29%. La resa massima delle uve in vino dopo l appassimento non deve essere superiore al 35%; Temperatura di servizio: C; Abbinamenti: formaggi erborinati, pasticceria secca, torta di nocciole e frutta secca. Erbaluce di Caluso SPUMANTE Vitigno: Erbaluce; Colore: paglierino scarico; Spuma: leggera, evanescente, perlage fine e persistente; Profumo:delicato, caratteristico; Sapore: asciutto, fresco, vellutato, caratteristico; Gradazione alcolica minima complessiva: 11,5 gradi; Acidità Totale minima: 5 per mille; Le operazioni di spumantizzazione e del relativo imbottigliamento devono essere effettuate in ambito regionale. 17

18 LESSONA Zona di produzione La zona di produzione delle uve del vino Lessona è circoscritta all intero territorio del comune di Lessona. Riconoscimento D.O.C.: DPR del 3 dicembre 1976; Vitigni: Nebbiolo. Possono concorrere singolarmente o congiuntamente le uve provenienti dai vitigni Vespolina e Uva rara fino ad un massimo del 25%. La produzione massima di uva non deve essere superiore a 8 t/ettaro e la resa massima dell uva in vino non deve essere superiore al 70%. Colore: rosso granato, con sfumature aranciate con l invecchiamento; Profumo: fine ed intenso con sentori di viola; Sapore: asciutto, gradevolmente tannico, con caratteristica e piacevole sapidità, persistente; Gradazione alcolica minima complessiva: 12 gradi; Invecchiamento minimo per legge: 2 anni di cui almeno uno in fusti di legno. Le operazioni di vinificazione e invecchiamento obbligatorie debbono essere effettuate nel territorio amministrativo del comune di Lesiona; Temperatura di servizio: C; Abbinamenti: perfetto l abbinamento con piatti della tradizione piemontese (bollito, carni rosse e selvaggina, formaggi stagionati, fonduta) BRAMATERRA Zona di produzione La zona di produzione delle uve del vino Bramaterra comprende i terreni comunali situati nelle zone collinari a nord della strada statale n. 142, di Masserano, Brusnengo, Curino, Villa del Bosco, Sostegno (in provincia di Biella) e Roasio e Lozzolo (in Provincia di Vercelli). Riconoscimento D.O.C.: DPR del 9 aprile 1979; Vitigni: Nebbiolo (localmente detto Spanna) dal 50 al 70%, Croatina dal 20 al 30%, Uva rara e Vespolina congiuntamente o singolarmente dal 10 al 20%. La produzione massima di uva non deve essere superiore a 7,5 t/ettaro e la resa massima dell uva in vino non deve essere superiore al 70%. Colore: rosso granato con riflessi aranciati che si attenua col tempo; Profumo: intenso e persistente (si percepiscono note floreali e speziate); Sapore: buona struttura e buona tannicità, asciutto, vellutato con gradevole sottofondo amarognolo; Gradazione alcolica minima complessiva: 12 gradi; Acidità Totale minima: 5 per mille; Invecchiamento minimo per legge: due anni di cui almeno 18 mesi in botti di legno. Le operazioni di vinificazione e di invecchiamento obbligatorio devono essere effettuate nel territorio amministrativo dei comuni di produzione; Temperatura di servizio: C; Abbinamenti: ottimo con primi piatti (soprattutto con il risotto), altrettanto apprezzato con la carne. 18

19 COSTE DELLA SESIA La denominazione comprende diverse tipologie. Caratteristiche comuni Riconoscimento D.O.C.: DPR del 14 settembre 1996, modificato dal Decreto Ministeriale 17 febbraio Le operazioni di vinificazione e di invecchiamento sono consentite nell intero territorio delle Province di Biella e Vercelli. La resa massima dell uva in vino non deve essere superiore al 70%. Coste della Sesia Rosso/Rosato Vitigno: uve provenienti da vigneti composti nell ambito aziendale da almeno il 50% da uno dei seguenti vitigni: Nebbiolo, Uva rara, Vespolina, Croatina e Barbera. Possono concorrere altri vitigni a bacca rossa non aromatici autorizzati. La produzione massima di uva non deve essere superiore a 11 t/ettari. Colore: rubino intenso tendente al granato con note aranciate se invecchiato; Profumo: secco, intenso; Gradazione alcolica minima complessiva: 11 gradi (tipologia Rosso) e 10,5 (tipologia rosato); Acidità Totale minima: 5 per mille. Coste della Sesia bianco Vitigno: Erbaluce; La produzione massima di uva non deve essere superiore a 11 t/ettari. Colore: giallo paglierino più o meno intenso; Profumo: fine e fragrante; Sapore: secco, armonico, caratteristico; Gradazione alcolica minima complessiva: 10,5 gradi; Acidità Totale minima: 5 per mille. Coste della Sesia Nebbiolo/Spanna Vitigno: Nebbiolo o Spanna per almeno l 85%; possono concorrere, per la restante parte, altri vitigni a bacca rossa non aromatici, autorizzati. La produzione massima di uva non deve essere superiore a 9 t/ettaro in coltura specializzata. Colore: granato tendente all aranciato se invecchiato; Profumo: intenso, caratteristico; Sapore: secco, di buon corpo, caratteristico; Gradazione alcolica minima complessiva: 11 gradi; Acidità Totale minima: 5 per mille. Coste della Sesia Uva Rara Vitigno: Uva Rara per almeno l 85%; possono concorrere, per la restante parte, altri vitigni a bacca rossa non aromatici, autorizzati. La produzione massima di uva non deve essere superiore a 10 t/ettaro. Colore: rosso rubino più o meno intenso; Profumo: fine, intenso, persistente; Sapore: sapido, equilibrato, talvolta vivace; Gradazione alcolica minima complessiva: 11 gradi; Acidità Totale minima: 5 per mille. Zona di produzione La zona di produzione delle uve per l ottenimento dei vini atti ad essere designati con la D.O.C. Coste della Sesia nelle varie tipologie comprende oltre ad alcuni comuni ricadenti in Provincia di Vercelli l intero territorio dei seguenti comuni Lessona, Masserano, Brusnengo, Curino, Villa del Bosco, Sostegno, Cossato, Mottalciata, Candelo, Quaregna, Cerreto Castello, Valdengo e Vigliano Biellese. 19

20 COSTE DELLA SESIA (continua) Zona di produzione La zona di produzione delle uve per l ottenimento dei vini atti ad essere designati con la D.O.C. Coste della Sesia nelle varie tipologie comprende oltre ad alcuni comuni ricadenti in Provincia di Vercelli l intero territorio dei seguenti comuni Lessona, Masserano, Brusnengo, Curino, Villa del Bosco, Sostegno, Cossato, Mottalciata, Candelo, Quaregna, Cerreto Castello, Valdengo e Vigliano Biellese. Coste della Sesia Croatina Vitigno: Croatina per almeno l 85%; possono concorrere, per la restante parte, altri vitigni a bacca rossa non aromatici, autorizzati.la produzione massima di uva non deve essere superiore a 11 t/ettaro. Colore: rosso vivo, più o meno intenso; Profumo: vinoso caratteristico, intenso; Sapore: secco, equilibrato, di corpo; Gradazione alcolica minima complessiva: 11 gradi; Acidità Totale minima: 5 per mille. Coste della Sesia Vespolina Vitigno: Vespolina per almeno l 85%; possono concorrere, per la restante parte, altri vitigni a bacca rossa non aromatici, autorizzati. La produzione massima di uva non deve essere superiore a 10 t/ettaro. Colore: rosso di buona intensità; Profumo: molto caratteristico, intenso; Sapore: secco, giustamente tannico; Gradazione alcolica minima complessiva: 11 gradi; Acidità Totale minima: 5 per mille. CANAVESE Zona di produzione La zona di produzione delle uve per l ottenimento dei vini atti ad essere designati con la denominazione di origine controllata Canavese nelle varie tipologie, comprende oltre ad alcuni comuni ricadenti in Provincia di Vercelli e Torino, l intero territorio dei seguenti comuni della provincia di Biella: Cavaglià, Dorzano, Roppolo, Salussola, Viverone, Zimone. La denominazione comprende diverse tipologie. Caratteristiche comuni Riconoscimento D.O.C.: D DM del 12 settembre 1996, modificato con D.M. 18 novembre 1996 e D.M. 17 febbraio Le operazioni di imbottigliamento devono essere effettuate nel territorio della Regione PIEMONTE. La resa massima dell uva in vino non deve essere superiore al 70%. Canavese Bianco Vitigno: Erbaluce; La produzione massima di uva non deve essere superiore a 12 t/ettaro. Colore: giallo paglierino; Profumo: caratteristico, fruttato intenso, gradevole; Sapore: asciutto, armonico; Gradazione alcolica minima complessiva: 11 gradi; Acidità Totale minima: 5 per mille. Canavese Rosso/Rosato Vitigno: uve provenienti da vigneti aventi la seguente composizione: Nebbiolo, Barbera, Bonarda, Freisa, Neretto di Bairo da soli o congiuntamente. Possono concorrere altri vini non aromatici autorizzati fino ad un massimo del 40%. La produzione massima di uva non deve essere superiore a 11 t/ettaro. Colore: rosso rubino più o meno intenso; Profumo: intenso, caratteristico, vinoso; Sapore: asciutto, armonico; Gradazione alcolica minima complessiva: 10,5 gradi; Acidità Totale minima: 5 per mille. 20

21 CANAVESE (continua) Canavese Nebbiolo Vitigno: uve provenienti da vigneti composti almeno per l 85% di Nebbiolo; per la rimanente parte possono concorrere i vitigni a bacca rossa autorizzati. La produzione massima di uva non deve essere superiore a 10 t/ettari. Colore: rosso rubino o granato, talvolta riflessi aranciati; Profumo: caratteristico, delicato, leggermente floreale; Sapore: secco asciutto di buon corpo, leggermente tannico; Gradazione alcolica minima complessiva: 11 gradi; Acidità Totale minima: 5 per mille. Canavese Barbera Vitigno: uve di vigneti composti per almeno l 85% di Barbera; per la rimanente parte possono concorrere vitigni a bacca rossa autorizzati. La produzione massima di uva non deve essere superiore a 11 t/ettari. Colore: rosso rubino più o meno intenso, talvolta con riflessi violacei; Profumo: vinoso caratteristico, leggermente fruttato; Sapore: asciutto, armonico, di buon corpo; Gradazione alcolica minima complessiva: 10,5 gradi; Acidità Totale minima: 5 per mille. Zona di produzione La zona di produzione delle uve per l ottenimento dei vini atti ad essere designati con la denominazione di origine controllata Canavese nelle varie tipologie, comprende oltre ad alcuni comuni ricadenti in Provincia di Vercelli e Torino, l intero territorio dei seguenti comuni della provincia di Biella: Cavaglià, Dorzano, Roppolo, Salussola, Viverone, Zimone. 21

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23 CAPITOLO 3 Principali vitigni coltivati nel Biellese (fonte Regione Piemonte - Osservatorio vitivinicolo) VITIGNO NEBBIOLO Nell area delle colline orientali era comunemente indicato come Spanna per distinguerlo dal Nebbiolo di Gattinara (Croatina), sulle colline della Serra indicato anche come Nebbiolo Barolo. É il vitigno a bacca rossa più diffuso in Provincia. Vigoria e produttività sono buone, tradizionalmente era allevato a maggiorino (soprattutto nelle aree collinari orientali del territorio), oggi logicamente questa pittoresca ma ingestibile forma di allevamento è stata sostituita dalle consuete forme a controspalliera. Grappolo grande, di forma piramidale-alato, compatto; acino di dimensioni medie, molto pruinoso di colore blu-nero. Maturazione tardiva (seconda / terza decade di ottobre), tra i vitigni coltivati in zona è l ultimo a essere vendemmiato. In relazione alla compattezza del grappolo ed al periodo avanzato di maturazione risulta facilmente soggetto alla muffa grigia. Le uve rappresentano la base dei migliori vini biellesi, si prestano particolarmente all ottenimento di vini di corpo e struttura, anche a lungo invecchiamento. Rientra nella composizione dei seguenti Vini D.O.C. Bramaterra Lessona Canavese Coste della Sesia 23

24 VITIGNO ERBALUCE Rientra nella composizione dei seguenti Vini D.O.C. Erbaluce di Caluso Canavese Coste della Sesia É il vitigno a bacca bianca per eccellenza della Provincia, nelle colline verso il Novarese è anche conosciuto come Greco. Originario dell area compresa tra Canavese e colline moreniche della Serra, da sempre utilizzato per la produzione del prezioso Caluso Passito. Pianta molto vigorosa, fruttifica prevalentemente nella parte distale del tralcio per cui viene tradizionalmente allevata a pergola. Foglia di colore verde chiaro con seno peziolare tipicamente sguarnito (delimitato dalla nervatura principale). Grappolo cilindrico allungato, acini di media grandezza e sferoidali acquisiscono un tipico colore dorato-rosato se esposti al sole. Maturazione medio- precoce (seconda decade di settembre). Le uve sono dotate di elevata acidità fissa e si prestano alla produzione di vini di diversa tipologia, dagli eleganti spumanti secchi, ai vini tranquilli, caratterizzati da profumo fine e leggero e gusto fresco ed acidulo, agli importanti passiti, ottenuti dall appassimento in fruttaio di uve scelte. VITIGNO CROATINA Rientra nella composizione dei seguenti Vini D.O.C. Bramaterra Coste della Sesia, Canavese Nebbiolo di Gattinara (Spannibièu). Molto diffusa in tutta la Provincia per l elevata produttività, frequentemente confusa, soprattutto in passato, con il vitigno nebbiolo, è presente, in misura più o meno rilevante, nella maggior parte dei vigneti. Pianta vigorosa, ma molto sensibile alla Peronospora e soggetta ad alternanza (annate produttive e annate con produzione scarsa). Tralci striati di rosso, foglie tipicamente ripiegate a coppa; grappolo grande, piramidale, acino mediamente piccolo. Maturazione dell uva medio- tardiva. Le uve di Croatina, ricche di materiale colorante e dotate di moderata acidità consentono di ottenere vini morbidi, brevemente invecchiati, oppure giovani e appena mossi. 24

25 Vitigno a bacca rossa particolarmente apprezzato per la sua duttilità di impiego; da esso si possono ricavare vini freschi e frizzanti, di pronta beva, o vini più strutturati, adatti a un medio invecchiamento (3-5 anni). Pianta di media vigoria, che si adatta bene alle varie forme di allevamento e potatura, con produzioni elevate e costanti. Foglia con lobi ben evidenti, spesso molto incisa a seguito di patologie virali, lembo inferiore molto lanuginoso. Grappolo di media grandezza, piramidale con ali brevi, acino caratteristico ellissoidale, di colore blu-nero, mediamente pruinoso. Epoca di maturazione dell uva media, è molto suscettibile alla muffa grigia ed al marciume acido. VITIGNO BARBERA Rientra nella composizione dei seguenti Vini D.O.C. Canavese Coste della Sesia Bonarda di Cavaglià, di Gattinara o semplicemente Bonaria (da non confondersi con la Bonaria piemontese). Vitigno a bacca rossa presente in tutta la fascia vitata Biellese in quanto da sempre considerato una eccellente uva da tavola per l elevato contenuto zuccherino e la moderata acidità. Pianta mediamente vigorosa, foglia con lembi fortemente incisi, tipicamente ginocchiata (la nervatura centrale si piega a ginocchio), lembo inferiore cotonoso. Il grappolo di media grandezza, conico, è molto spargolo, con pedicelli disposti a 90 gradi e tende a disarticolarsi. L acino medio-grande di colore blu scuro, pedicelli di colore rosso violaceo. Le uve quasi mai vinificate in purezza conferiscono al vino un colore dai riflessi violacei e un tipico retrogusto amarognolo. VITIGNO UVA RARA Rientra nella composizione dei seguenti Vini D.O.C. Bramaterra Lessona Coste della Sesia Canavese 25

26 VITIGNO VESPOLINA Rientra nella composizione dei seguenti Vini D.O.C. Bramaterra Lessona Coste della Sesia Nespolina (Nespoulìna). Vitigno a bacca rossa il cui nome sembra derivi probabilmente dal fatto che è molto ricercata dalle vespe per la sua dolcezza. Vitigno di media vigoria, foglia piccola, incisa e con denti pronunciati, lembo inferiore molto lanuginoso. Il grappolo è di dimensioni medie, cilindrico o piramidale un po allungato, con un ala spesso lungamente peduncolata, spargolo, acino elissoidale molto pruinoso, blu. Le uve possono essere vinificate in purezza ottenendo un vino molto profumato di colore ricco e fragrante (non adatto a conservazioni troppo lunghe), oppure, utilizzato per uvaggi con Nebbiolo, Croatina, Uva rara e Barbera. VITIGNO DOLCETTO La sua presenza a livello provinciale è sporadica e limitata in quanto, probabilmente, non si adatta bene alle condizioni pedoclimatiche. Vitigno di medio vigore; tralci, nervature e rachide fortemente violacei. Grappolo conico allungato, con ali molto sviluppate, acino medio di colore blu-nero-violetto. Nell area biellese può rientrare in minima parte nei diversi uvaggi. 26

27 Vitigno presente in Provincia, in proporzioni limitate; negli ultimi anni è stato rivalutato e viene riproposto in abbinamento ai principali rossi della zona. Apprezzato per la capacità di adattamento ai terreni più diversi, ha internodi lunghi e scarsa vogliosità. La foglia è piccola con seno peziolare molto aperto. VITIGNO FREISA Rientra nella composizione dei seguenti Vini D.O.C. Canavese Grappolo di media grandezza cilindrico e molto allungato con peduncolo lungo verde chiaro o rosato, acino medio/piccolo buccia sottile e pruinosa di colore blu-nero. Le caratteristiche delle uve si prestano all ottenimento sia di vini vivaci (leggermente frizzanti), che fermi ma di pronta beva. 27

28 Vite allevata a maggiorino

29 CAPITOLO 4 Forme di allevamento tradizionali e moderne La potatura della vite, nell antichità, era coltivata con il sistema ad altena cioè attorcigliata agli alberi di castagno o ai gelsi. Raggiungeva grandi altezze e la vendemmia veniva effettuata usando lunghe scale. I monaci Benedettini di S. Nazaro Sesia insegnarono, intorno all anno mille, a coltivare la vite attaccandola a pali conficcati nel terreno, dapprima a fila semplice, poi in doppia fila sostenendo i tralci con bastoni posti orizzontalmente (sistema a pergolato o topia ). Il metodo era sicuramente migliore rispetto all attorcigliamento sugli alberi, ma spesso le coltivazioni venivano danneggiate dai venti durante i temporali che abbattevano i pali di sostegno delle viti. Nel XVII secolo si incominciò la pratica della roncatura ossia la formazione di veri e propri vigneti regolari su file trasversali alla pendenza, o su terreni terrazzati e sostenuti con muretti di pietra a secco. I pali di legno verticali, sotto la spinta del vento, non sempre reggevano il peso dei tralci carichi di uva e talvolta crollavano trascinando nella loro rovina i grappoli maturi. Fu l architetto Alessandro Antonelli di Maggiora, geniale costruttore di miracoli di statica muraria come la Mole di Torino e la cupola di San Gaudenzio di Novara, a trovare una soluzione pratica, Sfidando la diffidenza dei viticoltori locali studiò la campanatura dei pali di sostegno, ossia mise quattro o sei pali per ogni vite o gruppo di viti, disposti obliquamente in modo che la loro inclinazione verso l interno compensasse la forza traente dei tralci carichi di uva, ottenendo una situazione di equilibrio. Tale sistema, conservato ancora in alcuni piccolissimi vigneti relitto e da salvaguardare in ogni modo per la preziosa funzione di documento storico della viticoltura locale, viene chiamato quadretto maggiorino. (Da Comune di Boca online). I moderni sistemi di coltivazione della vite, ormai diffusi in tutti i vigneti collinari del Piemonte e, generalmente, garanzia di contenimento delle produzioni e di miglioramento qualitativo delle uve, sono rappresentati dalla forma a controspalliera in cui la pianta viene allevata su un solo piano verticale e con la vegetazione diretta verso l alto. Tra questi il sistema tipo Guyot, prevede un tronco di altezza cm sul quale è inserito un capo a frutto di 8-10 gemme piegato orizzontalmente ed Vite allevata a maggiorino 29

30 uno sperone di 1-2 gemme, utilizzabile per il rinnovo nell anno seguente. In alternativa, il sistema Capovolto a 1 o 2 archetti in cui i capi a frutto sono ripiegati verso il basso. I sistemi di allevamento a controspalliera presuppongono una densità d impianto di ceppi a ettaro. Una valutazione a parte richiede la descrizione della forma di allevamento tradizionale espansa utilizzata nella coltivazione del vitigno Erbaluce. Il territorio di origine, il Canavese, è caratterizzato da bassi rilievi, spesso quasi pianeggianti, come noto disegnati dal movimento dei ghiacciai, e dotati di una discreta scioltezza e acidità. Inoltre, il vitigno stesso presenta caratteristiche peculiari: elevata vigoria e produzione di una notevole massa vegetativa, le gemme basali del tralcio sono poco fertili. Questa particolare forma di allevamento si è dimostrata nel tempo la più razionale sia per assecondare la naturale fisiologia del vitigno che per ridurre i fenomeni di ombreggiamento verificabili nelle posizioni più pianeggianti (aumenta decisamente la captazione della radiazione solare rispetto alle forme verticali). L insieme di questi due fattori ha favorito la diffusione, anche nel territorio biellese maggiormente acclive e meno fertile, della tipica pergola del calusiese, una pergola a falda piatta, con un altezza di cm. La potatura tradizionale comprende l allevamento di tre branche, di lunghezza crescente a seconda dell età della branca stessa, ciascuna con un capo a frutto di 10 gemme all estremità. L eliminazione annuale della branca più vecchia consente di mantenere la forma negli anni successivi, ricavando il nuovo capo a frutto da un germoglio cresciuto sullo sperone. La densità tipica d impianto, rispettando la tendenza dell Erbaluce a produrre grappoli nella parte distale del tralcio, si aggira intorno a ceppi/ettaro. Negli ultimi anni, la tendenza a ricercare una minore produttività dei vigneti e un miglioramento qualitativo delle uve, ha indotto la Provincia a commissionare agli enti di ricerca una sperimentazione per valutare l adattabilità del vitigno Erbaluce alla forma di allevamento a controspalliera con densità d impianto superiore a ceppi/ettaro. La sperimentazione, condotta dal Prof. Vittorino Novello del Dipartimento di Colture arboree dell Università di Torino, ha fornito risultati non particolarmente incoraggianti. Il passaggio dalla forma espansa a quella verticale non è risultata determinante a livello di miglioramento della qualità delle uve mentre determinerebbe un aumento considerevole del costo di impianto. Inoltre si nutrono forti preoccupazioni sulla capacità di contenere la vigoria della pianta che potrebbe, con il passare degli anni, sfuggire al controllo. L adattabilità potrebbe essere maggiore nei terreni a giacitura più acclive, terreni che, tuttavia, difficilmente consentirebbero la meccanizzazione delle operazioni di potatura, motivo non secondario del tentativo di sostituzione dell allevamento a pergola. Vite allevata a pergola 30

31 Vite a controspalliera

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33 CAPITOLO 5 Il mondo del vino: gli attori Tab. 2 - dati statistici sui viticoltori COMUNI Sup. vitata ettari (*) N produttori (**) BRUSNENGO 23,66 5 CANDELO 6,06 1 CAVAGLIÁ 47,89 49 CERRETO CASTELLO 0,57 1 CERRIONE 2,27 7 COSSATO 10,55 13 CURINO 1,95 3 DORZANO 11,16 9 GAGLIANICO 0,44 0 LESSONA 25,28 8 MAGNANO 2,08 0 MASSERANO 23,40 13 MOTTALCIATA 11,31 10 QUAREGNA 1,49 1 RONCO BIELLESE 0,15 0 ROPPOLO 27,95 32 SALUSSOLA 18,20 22 SOSTEGNO 15,00 10 VALDENGO 0,96 2 VIGLIANO BIELLESE 6,98 4 VILLA DEL BOSCO 28,54 3 VIVERONE 58,85 55 ZIMONE 6,78 21 ALTRI COMUNI 0,00 38 (***) TOTALE 331, (*) esclusi i vigneti non in produzione (**) Dato SIAP (Sist. Informativo Agricolo Piemontese) anno localizzati in base al centro aziendale (non è compresa buona parte dei conduttori di vigneti di superficie inferiore a mq) (***) produttori con sede aziendale al di fuori dei comuni vitati sopracitati 33

34 Tab. 3 - dati statistici sulle superifici DOC e da tavola Vini DOC Sup. iscritta ettari (*) (%) (%) Erbaluce di Caluso 16, ,81 Canavese 27, ,34 Lessona 11,813 11,63 Bramaterra 29, ,53 Coste della Sesia 15, ,69 Superficie totale doc 101, ,65 Superficie totale tavola 229, ,35 Superficie totale vitata 331, (*) fonte C.C.I.A.A. di Biella vendemmia 2008 Tabella 4 elenco imbottigliatori DITTA COMUNE DOC Alberta Luciana Cavaglià Canavese Zaniboni Massimo Viverone Erbaluce Di Caluso Colombera Carlo Zaniboni Paolo Clerico Massimo Masserano Viverone Lessona Vallotto Adriana Cavaglia Canavese Coste Della Sesia Bramaterra Lessona Canavese Erbaluce Di Caluso Lessona Coste Della Sesia Soc. Agricola Cella Grande s.s Viverone Erbaluce Di Caluso Aziende Agricole Sella Massimo Zani Sartor Adriano Barni Giuseppe Filippo Lessona Masserano Brusnengo Brusnengo Bramaterra Coste Della Sesia Lessona Bramaterra Coste Della Sesia Bramaterra Coste Della Sesia Bramaterra Coste Della Sesia Gattinara Pozzo Elisabetta Roppolo Canavese Società Agricola b&d s.s. Villa Del Bosco Bramaterra Coste Della Sesia 34

35 Antoniotti Odilio Cerruti Manuela Zola Adelina Pozzo Giuseppe Bozzone Costa Giuliano Vampari Stefano Soc. Agricola Vigneti De Marchi di Demarchi Paolo e C. società semplice Castello Di Roppolo di Libra E C. sas Anzivino Alessandro Sostegno Lessona Viverone Viverone Masserano Soprana Lessona Roppolo Sostegno Bramaterra Coste Della Sesia Lessona Coste Della Sesia Erbaluce Di Caluso Canavese Erbaluce Di Caluso Canavese Bramaterra Coste Della Sesia Bramaterra Coste Della Sesia Lessona Coste Della Sesia Canavese Bramaterra Coste Della Sesia Zago Magda Annalisa Cossato Coste Della Sesia Pastoris Massimo Viverone Erbaluce Di Caluso Canavese Reda Maria Vigliano Biellese Coste Della Sesia Diana Roberto Brusnengo (*) fonte C.C.I.A.A. di Biella vendemmia 2008 Bramaterra Coste Della Sesia La Provincia, insieme a Novara, Torino, Vercelli e Verbania, è parte del Distretto dei vini Alto Piemonte, costituito a seguito della L.R. n. 20 del 9 agosto Esso è formato dall insieme dei territori collinari e montani, caratterizzati da una storica tradizione viticola e da una consistente presenza di attività connesse al turismo e all enogastronomia. L istituzione opera attraverso un Piano di distretto approvato dalla Giunta regionale nel 2005 e programmi annuali di attuazione. La maggior parte delle iniziative di riqualificazione descritte in questo volume sono state portate a termine grazie ai finanziamenti che annualmente il Distretto ha riconosciuto a fronte dei progetti presentati dalla nostra Provincia. DISTRETTO DEI VINI DELL ALTO PIEMONTE Villa Paolotti - Corso Valsesia 112, Gattinara (VC) Di seguito si riportano altri enti e associazioni che, ognuno nell ambito delle proprie conoscenze e competenze, rivestono un ruolo importante nella guida e nello sviluppo del settore vitivinicolo provinciale. 35

36 ENOTECA REGIONALE DELLA SERRA Piazza Castello 2, Roppolo (BI) ENOTECA REGIONALE DI GATTINARA Villa Paolotti - Corso Valsesia 112, Gattinara (VC) info@enotecaregionalegattinara.it CONSORZIO DI TUTELA DEI VINI DOC CALUSO, CAREMA E CANAVESE Piazza Umbertini 1, Caluso (TO) consorziocaluso@libero.it CONSORZIO DI TUTELA DEI NEBBIOLI ALTO PIEMONTE Via Roma 21, Ghemme (NO) cons@nebbiolialtop.it CANTINA SOCIALE COOPERATIVA DELLA SERRA Strada nuova 12, Piverone (TO) cs.laserra@iol.it Associazione Interprovinciale per la vitivinicoltura di pregio nelle aree collinari del BRAMATERRA Via Pietro Micca 75, Roasio (VC) SETTORE FITOSANITARIO REGIONALE Via Livorno 60, Torino piemonte.fitosanitario@regione.piemonte.it SERVIZIO ANTISOFISTICAZIONI VITIVINICOLE della Provincia di Torino (competente anche per il territorio biellese) Corso Inghilterra 7/9, Torino sav1@provincia.torino.it COMUNITÁ MONTANA PREALPI BIELLESI Via Bassetti 1, Casapinta (BI) Federazione Interprovinciale Coltivatori diretti VERCELLI E BIELLA Via Maestri del Commercio 4, Biella Piazza Zumaglini 14, Vercelli Corso Valsesia, Gattinara (VC) Associazione Contadini BIELLESI Via Galimberti 4, Biella Confederazione Italiana Agricoltori VERCELLI-BIELLA Via Fratelli Bandiera 16, Vercelli Unione interprovinciale degli agricoltori VERCELLI-BIELLA Via Oberdan 17, Biella Piazza Zumaglini 14, Vercelli 36

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39 CAPITOLO 6 Un progetto di riqualificazione della vitivinicoltura locale: la condotta enologica Le conseguenze della marginalizzazione dell attività viticola descritta nelle pagine precedenti, rappresentano a tuttoggi i principali motivi di criticità della zona: aumento delle aree vitate abbandonate, frammentazione spinta dei vigneti, invecchiamento degli addetti, ridottissime possibilità e capacità di accesso all informazione tecnica e di mercato, scarsa propensione all innovazione e, in generale, un sistema, anche pubblico, in difficoltà nell orientamento e nel sostegno del settore. Il tessuto produttivo raccoglie tre tipologie di operatori: gli imprenditori viticoli che traggono dall attività la principale, o una significativa, fonte di reddito; i cosiddetti imprenditori part-time, che svolgono comunque un attività di tipo professionale ed infine i viticoltori amatoriali che coltivano e producono per il solo diletto personale e la cui produzione si esaurisce con l autoconsumo. Le aziende vitivinicole specializzate costituiscono una parte minoritaria del panorama viticolo, ma rappresentano in molti casi il fiore all occhiello di una realtà agricola che vuole emergere e distinguersi per la qualità dei propri prodotti. In alcuni casi sono aziende storiche che hanno costruito la grande tradizione di questo territorio, in altri sono aziende di recente creazione, guidate da soggetti giovani con una forte propensione all innovazione, non solo tecnologica, un sentimento di identificazione profonda con il territorio. Infine, una rete diffusa di piccoli vigneti e di viticoltori amatoriali o di aziende agricole a indirizzo misto, per i quali la viticoltura rappresenta una risorsa marginale in termini economici, ma un grande motivo di orgoglio; ad essi, in primo luogo, l onore di aver resistito all abbandono nonostante lo sviluppo industriale del passato e la scarsa redditività (Mazzilli, 1987; Colombo, 1993). Questa contemporanea presenza di soggetti a diverso grado di integrazione economica nel sistema è un dato comune a molte altre realtà, ma localmente, per i motivi precedentemente illustrati, tutte e tre le categorie hanno un peso importante per la vitalità del settore e per il mantenimento della valenza paesaggistica e di preservazione ambientale di un territorio. É importante che il sistema sia in grado di fornire alle aziende viticole specializzate, storiche e di nuova costituzione, strategie decisionali anche attraverso il confronto con situazioni esterne all area e il collegamento con le istituzioni scientifiche specialistiche. Gli imprenditori part time devono poter accedere ad una rete di informazioni di carattere tecnico che consenta loro di operare le scelte più opportune adattandole alla propria situazione e devono poter trovare sul territorio strutture cui rivolgersi per affrontare problematiche particolari. I viticoltori amatoriali, infine, presentano le stesse esigenze, in scala più ridotta degli imprenditori part time, ma su di loro l accesso all informazione e al sostegno può anche tradursi nell incentivo ad intraprendere un attività di tipo professionistico arricchendo le potenzialità di tutto il sistema. inoltre, la cura dei vigneti, anche dei piccoli appezzamenti, sempre localizzati nei territori collinari, spesso delimitati da boschi, raggiungibili con instabili carrarecce e lontani dai centri aziendali, offre riparo al progredire del ripopolamento boschivo, al diffondersi 39

40 di attacchi di selvatici (cinghiali, caprioli, tassi) sempre più frequenti e all instaurarsi di condizioni favorevoli allo sviluppo di malattie fungine o trasmesse da insetti. In ordine a quanto sinora premesso, si ritiene che qualsiasi intervento finalizzato al sostegno delle attività viticole in Provincia non possa prescindere dal coinvolgimento di tutte le tre categorie indicate con azioni mirate al diverso grado di urgenza. Negli ultimi anni le politiche comunitarie e regionali nonché una tenace volontà di valorizzazione espressa dall Amministrazione Provinciale hanno dato notevole impulso al rinnovamento della base viticola aziendale, invertendo la tendenza all abbandono in atto da almeno 3 decenni. Nel 2005 la Provincia di Biella decide di farsi carico direttamente di un progetto finalizzato al mantenimento, rafforzamento e riqualificazione della presenza vitivinicola locale, partendo da una precedente esperienza maturata anni prima in seno all Enoteca regionale della Serra, per sostenere e valorizzare le produzioni viticole: nasce la condotta enologica. La scelta strategica punta al mantenimento, al rafforzamento e alla riqualificazione della presenza vitivinicola locale tramite l utilizzo di strumenti diversi tra cui il principale è la creazione di una struttra tecnico-enologica di riferimento che offre un servizio di analisi e consulenza enologica a coloro che vinificano in proprio o si avvalgono di strutture esterne per le fasi di trasformazione e/o imbottigliamento. Si sceglie di svolgere il programma strutturando il servizio di consulenza enologica su due livelli diversi: il primo di profilo, più semplice ed immediato, è rappresentato da recapiti periodici presso due sedi, una per areale: a Roppolo nei locali messi a disposizione dall Enoteca regionale della Serra e presso il Municipio di Brusnengo. Con questo strumento si da la possibilità a tutti coloro che ne hanno la necessità o l interesse di confrontarsi con un esperto enologo sugli elementi di base della vinificazione. Si opta per recapiti a cadenza prefissata per dare, da un lato, un riferimento sul territorio, dall altro per limitare gli spostamenti in aree viticole a volte anche distanti fra loro. Il recapito permette di risolvere le problematiche più velocemente, soprattutto le più semplici, in maniera più rapida e agevola l instaurarsi di un rapporto di fiducia con l utente che comprende anche meglio i meccanismi e le opportunità che offre il servizio. Il secondo livello, cuore del servizio, è la visita in cantina, ha una programmazione settimanale, viene fissata su appuntamento e si svolge direttamente dal produttore, presso le sue strutture produttive, ovvero in cantina. É un momento molto importante: rappresenta il contatto tra la base produttiva ed il mondo scientifico, si concretizza e si ripete ogni volta che un produttore ha l esigenza di risolvere un problema specifico valutando in cantiere l elemento di criticità o adottando l opportuno comportamento per rimuoverlo. Questo momento di assistenza è stato studiato per offrire la massima flessibilità rispetto alle esigenze di programmazione di verifica e di controllo del lavoro svolto in cantina. A complemento sia dell attività svolta al recapito che di quella condotta presso il produttore è necessario avere un supporto analitico che fornisce i parametri chimicofisici dei vini per individuare i punti critici delle vinificazioni, per approfondire o avvalorare le analisi organolettiche, per impostare le strategie aziendali. L assenza o il difficile accesso ad una struttura che localmente, fosse in grado di fornire questo tipo di servizio avrebbe parzialmente annullato l impulso alla crescita dell intero comparto vitivinicolo locale. Fondamentale è, infatti, la conoscenza del dato analitico, inizialmente per la scelta e per la programmazione del momento della vendemmia, a 40

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42 seguire per la gestione delle fermentazioni e delle altre operazioni di cantina. Quindi il servizio analitico garantito dal laboratorio messo a disposizione dall enologo è lo strumento che completa il progetto della condotta enologica. Come già precisato, l accesso alle consulenze offerte in sede di recapito e la visita in cantina costituiscono forme di assistenza di diverso livello, tuttavia, l accesso ad entrambe le forme è garantito a tutti i viticoltori-trasformatori, siano essi professionali o amatoriali, perché spesso tra i viticoltori hobbisti o part-time si nascondono soggetti particolarmente interessati e dinamici che, se adeguatamente sostenuti e stimolati, potrebbero rappresentare in futuro una nuova realtà produttiva. Un percorso iniziato nel 2005 Il servizio nel 2005 ha avvio a settembre con la vendemmia alle porte. Il clima durante l estate ha avuto un decorso favorevole alla vite: le precipitazioni si sono alternate alle giornate calde e luminose e la maturazione è avanzata bene fino ad agosto quando le condizioni sono cambiate; le piogge sono aumentate di frequenza e di intensità, le temperature si sono bruscamente abbassate. Da questo momento la maturazione ha subito un deciso rallentamento mentre la sanità delle uve iniziava a destare forti perplessità. Il tempo nel mese di settembre è proseguito con andamento incerto per migliorare nel mese di ottobre (fonte Le valutazioni degli indici tecnologici delle uve, fondamentali per individuare il momento migliore per la raccolta, erano molto attesi dai viticoltori, che hanno, sin dall inizio, manifestato notevole fiducia nel servizio, pur se fortemente preoccupati per il decorso stagionale. Le scelte operate, elaborate sulla base delle rilevazioni sulla sanità delle uve rilevati in campo, sono state il frutto del confronto tra l enologo ed i tecnici viticoli operanti sul territorio; per i vitigni a maturazione precoce e per le situazioni in cui l integrità dei grappoli era compromessa, si è scelto di anticipare la vendemmia, mentre nei vigneti a maggiore vocazione si è ricercata una maturazione spinta. Il servizio ha rappresentato, soprattutto per i soggetti più esperti, un occasione di confronto estremamente importante, già dalle fasi di vendemmia, fase particolarmente delicata, mentre la maggioranza di utenti ha preferito ricorrere alle analisi per verificare l esito delle vinificazioni sui mosti o, ancor più spesso sui vini. Tab. 5 - Organizzazione del servizio - anno 2005 Anno 2005 Location Frequenza Ore/frequenza Periodo settembre / dicembre Brusnengo Settimanale 4 Roppolo Settimanale 1 Visite in cantina Settimanale 6 Facendo un quadro complessivo per la provincia di Biella si può dire che la campagna 2005 si è distinta per l entità delle piogge autunnali, ma grazie alla corretta gestione in vigneto si sono raggiunti gli obiettivi tecnologici prefissati ottenendo vini che si dimostreranno anche più equilibrati di quelli ottenuti nelle annate precedenti. Il positivo risultato non può essere generalizzato, e nei casi più difficili, quelli sfuggiti al controllo iniziale, non si è più potuto intervenire sul vino ormai finito per apportare le necessarie azioni correttive. Così il parere dell enologo serve per valutare la piacevolezza dei vini, per individuarne 42

Vitigni. Vitigno Croatina

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