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1 INTRODUZIONE La formazione è una necessità sempre più pressante per poter accedere ed essere concorrenziale sul mercato del lavoro; perfezionamento ed aggiornamento diventano allora il fiore all occhiello di ogni curricolo professionale. La professione di docente richiede continui aggiornamenti e perfezionamenti per far fronte ai bisogni educativi di una società che si amplia e si trasforma in continuazione. Ai maestri viene chiesto di essere degli educatori, di non limitarsi al semplice insegnamento di una lezione, ma comprendere e sostenere l allievo nella sua crescita. Il bisogno di continuo aggiornamento e perfezionamento professionale mi ha portata ad iscrivermi ad un corso universitario svolto in modalità teledidattica. Ciò mi ha permesso di conciliare studio e lavoro senza spostarmi dalla mia città, di poter seguire una formazione superiore scegliendo la sede dell Università e dedicare allo studio il tempo necessario. Ho scoperto i numerosi vantaggi della formazione a distanza ed ho potuto appurare le difficoltà che un tale approccio comporta rispetto all istruzione tradizionale. Durante il percorso di studi mi sono spesso chiesta se tale tipo di formazione potesse essere utile in campo educativo per il sostegno pedagogico o per l aiuto allo studio a bambini con problemi scolastici. Sviluppando con la docente questo mio pensiero, ed accogliendo la proposta di un approfondimento in tal senso, è nata la tesi che mira a rispondere al quesito sotto il punto di vista dell handicap. Sono certa che l esperienza vissuta personalmente con la formazione a distanza, peraltro positiva, possa fornirmi buoni elementi per poter criticamente analizzare i punti a vantaggio e svantaggio dell e-learning, un metodo d insegnamento/apprendimento che si sta espandendo ma che ha ancora - 3 -

2 parecchie problematiche da sciogliere, in primis quella dello studente isolato davanti ad un computer. Vogliamo sfatare questo mito? Internet è la rete che permette una comunicazione molti a molti, permette un accesso all informazione in tutti gli ambiti ed in qualsiasi momento, ha caratteristiche che possono essere utili a persone diversamente abili sia per la sua flessibilità che per il suo essere ovunque raggiungibile. Tale strumento può però celare problematiche d accesso accanto a questi innumerevoli vantaggi. Scopo della tesi è l approfondimento della formazione on-line per i diversamente abili

3 1. Definizione di handicap Handicap e disabilità nel linguaggio comune vengono utilizzati come sinonimi, tuttavia non lo sono. Nel 1980 l Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel suo documento «Classificazione Internazionale delle menomazioni, delle disabilità e degli handicap (International Classification of Impairments, Disabilities and Handicaps - ICIDH)» proponeva la seguente distinzione: Menomazione: danno biologico causato da una malattia (congenita o meno) o da un incidente, a carico di una struttura o di una funzione psicologica, fisiologica o anatomica; Disabilità: limitazione o perdita (conseguente a menomazione) della capacità di compiere le attività nel modo o nell ampiezza considerati normali per un essere umano; Handicap: condizione di svantaggio (conseguente ad una menomazione o ad una disabilità) che in un certo soggetto limita o impedisce l adempimento del ruolo normale in relazione all età, al sesso e a fattori socioculturali

4 Nel medesimo documento venivano citate le principali disfunzioni: Menomazioni Disabilità Handicap della capacità intellettiva psicologiche del linguaggio e parola auricolari oculari viscerali scheletriche deturpanti nel comportamento nella comunicazione nella cura della persona locomotorie dell assetto corporeo nella destrezza circostanziali In particolari attività quotidiane nell orientamento nell indipendenza fisica nella mobilità occupazionali nell integrazione sociale nell autosufficienza economica altri handicap Le disabilità si possono suddividere in 4 sottocategorie in base alla disfunzione 1 : - Confinamento individuale: costrizione a letto, su una sedia non a rotelle o in casa - Disabilità nelle funzioni: difficoltà nel vestirsi, nel lavarsi, fare il bagno, mangiare - Disabilità motoria: difficoltà nel camminare, nel sedersi - Disabilità sensoriale: difficoltà nel sentire, parlare, vedere - Disabilità cognitiva: difficoltà d apprendimento Nel 1999 nasce un nuovo documento dell OMS, International Classification of Functioning and Disability, Geneve 1999, (ICIDH-2). 2 E successivamente sempre l OMS procede alla delibera della "International Classification of Functioning Disability and Health" (ICF 2001), (Classificazione Internazionale del Funzionamento e della Disabilità e della Salute). Tale documento sostituisce i termini 1 Fonte: Avviamento e sviluppo di progetti per ridurre l handicap mediante l informatica 2 Classificazione Internazionale del Funzionamento e della Disabilità - 6 -

5 menomazione, disabilità e handicap utilizzati finora e riferiti a una caratteristica mancante o problematica nell individuo, con: - Funzioni corporee: funzioni fisiologiche dei sistemi corporei; - Strutture corporee: parti anatomiche del corpo; - Attività: esecuzione di un compito od azione; - Partecipazione: coinvolgimento di un individuo in una situazione di vita; - Fattori ambientali: caratteristiche del mondo che lo circonda, sociali, atteggiamenti. L OMS prevede una classificazione del livello di menomazione nelle diverse funzioni, le restrizione nella partecipazione sociale e le barriere che possono sorgere nel contesto ambiente sociale attraverso l assegnazione di un valore numerico in base alla gravità. La menomazione non viene più definita attraverso il problema ivi legato es. menomazione auricolare ma attraverso le funzioni legate all organo uditivo e il grado di difficoltà in tale funzione. Tabella 1: Fonte: OMS, International Classification of Functioning, Disability and Health, (cfr. ) 0 Nessuna menomazione 1 Lieve menomazione 2 Moderata menomazione 3 Grave menomazione 4 Totale menomazione 8 Non specificato 9 Non applicabile - 7 -

6 La disabilità é quindi intesa come conseguenza della relazione tra condizione di salute, fattori personali, ambientali e sociali. Ogni individuo può dunque avere un limite nelle proprie capacità ed essere considerato un diversamente abile. Ciò dipende non solo dallo stato di salute ma anche dalle aspettative di vita ed esigenze personali di ognuno in relazione al proprio stile di vita, alla società in cui vive, alle azioni che compie quotidianamente. Un handicap é dunque uno svantaggio riducibile o aumentabile secondo la situazione ed i mezzi a disposizione di ogni singolo individuo. L handicap non va confuso con il deficit che è invece irreversibile; esso dipende da una serie di barriere di carattere architettonico, sociale, psicologico ed educativo che con i dovuti ausili può essere ridotto se non addirittura eliminato. Un paraplegico può avere un handicap nel giocare a calcio ma non nell utilizzo di un PC, non dovrebbe quindi essere definito handicappato nell accezione classica del termine. La legge italiana ed i diritti della persona con handicap Negli ultimi 50 anni sono stati promossi diversi progetti per migliorare l integrazione delle persone disabili ed il loro inserimento sia sociale che lavorativo. Nella scuola dell obbligo abbiamo un numero sempre maggiore di bambini disabili che seguono le normali lezioni, alcune barriere architettoniche sono state abbattute ma resta ancora molto da fare

7 La legge 104 del 5 febbraio 1992 detta principi in materia di diritti, integrazione sociale ed assistenza alla persona con handicap. Ha come obiettivo la ricerca scientifica, genetica, sociale, tecnologica e psicopedagogica per poter incrementare l integrazione. L art. 8 della legge Inserimento ed integrazione sociale cita le modalità con cui la persona con handicap e le famiglie vengono assistite per garantire una migliore qualità di vita. L art. 12 diritto all educazione e all istruzione ribadisce il diritto all istruzione della persona portatrice di handicap e l inserimento, quando possibile, nelle classi di scuola dell infanzia, elementare, media ed ordini superiori. Lo scopo di tale integrazione è «lo sviluppo delle capacità del bambino handicappato nell apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione 3». Nello stesso articolo viene citato il diritto del minore disabile, impossibilitato a frequentare temporaneamente la scuola, all istruzione scolastica che avviene attraverso classi speciali. L art. 13 Integrazione scolastica cita il dovere da parte degli istituti scolastici di collaborare con enti sanitari, socio-assistenziali, culturali e ricreativi, alfine di favorire l integrazione dell alunno disabile. Le scuole devono dotarsi delle attrezzature tecniche e dei sussidi didattici necessari per la formazione di questi allievi e programmare interventi adeguati al bisogno della persona anche attraverso attività di sostegno. 3 Fonte: Legge-quadro nr. 104, l integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate,

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