TRACCE di Roberto Garofoli
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1 TRACCE di Roberto Garofoli
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3 Roberto GAROFOLI LE NUOVE TRACCE DI PENALE Temi svolti con analisi guidate e focus giurisprudenziali
4 CONCEPT E GRAPHIC DESIGN Pantaleo MEZZINA Aranea Internet Marketing s.r.l. - Molfetta (Ba) FINITO DI STAMPARE NEL MESE DI GENNAIO 2016 DA: Arti Grafiche Editoriali Srl Via della Stazione, URBINO (PU) Italy NELDIRITTO EDITORE srl, Piazza Galeria, 17 - Roma La traduzione, l adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm, i film, le fotocopie), nonché la memorizzazione elettronica, sono riservati per tutti i paesi. ISBN L elaborazione dei testi, anche se curata con scrupolosa attenzione, non può comportare specifiche responsabilità per eventuali involontari errori o inesattezze. I lettori che desiderano essere informati sulle novità di Neldiritto Editore possono visitare il sito web o scrivere a info@neldiritto.it
5 PREMESSA La casistica giurisprudenziale impone un inarrestabile attività di selezione delle questioni di cui occuparsi nel percorso di formazione e aggiornamento. L Opera radicalmente rinnovata nei contenuti e nella stessa filosofia di fondo identifica taluni tra i più significativi temi di recente al centro dell attenzione pretoria, in specie quelli che, per settorialità e specificità, sfuggono ad una trattazione manualistica, ad onta della loro spiccata attualità. Tanti i profili problematici presi in considerazione e analizzati sempre seguendo un metodo semplice che muove dall inquadramento generale dei principi per giungere ad esaminare, in modo completo ed esaustivo, le spesso numerose correlazioni con istituti connessi oltre che le questioni applicative. Il metodo di analisi seguito consente, in particolare, a chi si sta preparando per i più impegnativi concorsi pubblici, primo tra tutti l imminente concorso per 350 posti di magistrato ordinario, non solo di mettere a fuoco tematiche temibili, ma anche di far proprio un approccio semplice a problematiche anche esasperatamente complesse, con un ordinato e ragionato esame delle norme generali e settoriali che vengono in rilievo. Ogni trattazione si conclude con l estratto delle pronunce giurisprudenziali rilevanti: la lettura della motivazione delle sentenze è, invero, un ausilio essenziale per consolidare la preparazione e meglio comprendere i percorsi logico-giuridici seguiti in giurisprudenza. Gennaio 2016 gli autori V
6 AUTORI Le tracce sono state aggiornate da BORRIELLO Giuseppe sulla base di casi e materiali forniti da: AIMI Alberto (traccia n. 16) AMMANNATO Elena (traccia n. 9) BASILE Fabio (tracce nn. 21, 27, 29, 31, 34) BENUSSI Carlo (traccia n. 37) BETTANINI Tommy (traccia n. 7) CISLAGHI Davide (traccia n. 30) CARBONE Gabriele (tracce nn. 12, 33) DEMURO Gian Paolo (traccia n. 14) GALLUCCIO Alessandra (traccia n. 2) GIACOMETTI Tatiana (traccia n. 39) GIUDICI Andrea (traccia n. 35) GOISIS Luciana (traccia n. 23) LA ROSA Emanuele (traccia n. 38) MONTANI Eleonora (traccia n. 22) PELAZZA Marta (traccia n. 17) PIAZZA Marika (traccia n. 5) POLI Pierfrancesco (traccia n. 19) PUSATERI Verena (traccia n. 18) SORIO Carlo (traccia n. 26) ROSSI Alessandra (traccia n. 36) RUSSO Roberta (traccia n. 8) TURCHETTI Sara (traccia n. 6) TRINCHERA Tommaso (traccia n. 20) UBIALI Chiara (traccia n. 28) ZIRULIA Stefano (tracce nn. 15, 32) Le tracce n. 1, 3, 4, 10, 11, 13, 24, 25, 40 sono da attribuirsi esclusivamente a BORRIELLO Giuseppe. VI
7 SOMMARIO Capitolo I Le nuove frontiere del principio di legalità TRACCIA 1 PRINCIPIO DI LEGALITÀ, CEDU E DIRITTO DELL UNIONE. IL REGIME NAZIONALE DELLA PRESCRIZIONE TRA CESTARO E TARICCO 3 TRACCIA 2 CONFISCA URBANISTICA (ART. 44, C. 1, LETT. C, D.P.R. 380/2001) E SENTENZA DI PRESCRIZIONE CEDU, SEZ. II, 29 OTTOBRE 2013, VARVARA C. ITALIA 20 TRACCIA 3 SANZIONI AMMINISTRATIVE E SANZIONI PENALI IRROGATE A LIVELLO NAZIONALE, E LA LORO RICADUTA IN RELAZIONE AL NE BIS IN IDEM ALLA LUCE DELLA GIURISPRUDENZA SOVRANAZIONALE 32 TRACCIA 4 LA RESPONSABILITÀ PENALE DEL GESTORE DEL CENTRO TRASMISSIONE DATI IN RELAZIONE ALLA RACCOLTA DI SCOMMESSE PER EVENTI SPORTIVI LEGGE DI STABILITÀ 2015 E SENTENZA CORTE DI CASSAZIONE SEZ. III 42 Capitolo II Il principio di precisione tra interpretazione e analogia TRACCIA 5 CRISI DI LIQUIDITÀ E OMESSO VERSAMENTO DI RITENUTE DI IMPOSTE ART. 10 BIS, D.LGS. 74/ TRACCIA 6 RESPONSABILITÀ DEL DIRETTORE DEL PERIODICO, CARTACEO E TELEMATICO (ART. 57 C.P.) 67 TRACCIA 7 DISASTRO AMBIENTALE E DISASTRO INNOMINATO (ART. 434 C.P.) CASS., SEZ. I, 19 NOVEMBRE 2014, N C.D. CASO ETERNIT 76 Capitolo III L efficacia nel tempo delle norme penali TRACCIA 8 CONFISCA DI PREVENZIONE (ARTT. 16 SS. C.D. CODICE ANTIMAFIA) E SUCCESSIONE DI LEGGI NEL TEMPO CASS., SEZ. UN., 26 GIUGNO 2014, SPINELLI 91 VII
8 TRACCIA 9 I REATI IN MATERIA DI SOSTANZE STUPEFACENTI E LE PRINCIPALI QUESTIONI DI DIRITTO INTERTEMPORALE DERIVANTI DALLA SENTENZA N. 32/2014 DELLA CORTE COSTITUZIONALE 100 TRACCIA 10 I PRINCIPI DI IRRETROATTIVITÀ DELLA LEGGE PENALE PIÙ SFAVOREVOLE, LA LEX MITIOR E L INTANGIBILITÀ DEL GIUDICATO 112 TRACCIA 11 LA SUCCESSIONE DI LEGGI PENALI CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA IPOTESI DI CONCUSSIONE PER INDUZIONE 125 Capitolo IV Gli enti e la responsabilità TRACCIA 12 RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI IN IPOTESI DI REATO PRESUPPOSTO COLPOSO ART. 25-SEPTIES, D.LGS. 231/ TRACCIA 13 LA CONFISCA PER EQUIVALENTE E LA RESPONSABILITÀ DELLE PERSONE GIURIDICHE, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AI REATI FISCALI CASS., SEZ. UN., 30 GENNAIO 2014, N Capitolo V Omissione e rilievo penale del silenzio TRACCIA 14 RILEVANZA DEL SILENZIO RISPETTO ALLA CONFIGURABILITÀ DEI REATI DI TRUFFA (ART. 640 C.P.), TRUFFA AGGRAVATA (ART. 640 BIS C.P.) E INDEBITA PERCEZIONE DI EROGAZIONI PUBBLICHE (ART. 316 TER C.P.). 165 Capitolo VI La causalità TRACCIA 15 CAUSALITÀ E COLPA NELLE MALATTIE DA ESPOSIZIONE AD AMIANTO 177 Capitolo VII L offensività TRACCIA 16 PECULATO (ART. 314 C.P.) E USO INDEBITO DEL TELEFONO DI SERVIZIO CASS., SEZ. UN., 3 MAGGIO 2013, N VIII
9 TRACCIA 17 I REATI IN MATERIA DI SOSTANZE STUPEFACENTI, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL IPOTESI DI COLTIVAZIONE DOMESTICA (ARTT. 73 E 75 T.U. STUP.) 202 Capitolo VIII L elemento soggettivo TRACCIA 18 CIRCONCISIONE MASCHILE CULTURALMENTE MOTIVATA E IGNORANTIA LEGIS (ART. 5 C.P.) 215 TRACCIA 19 RESPONSABILITÀ MEDICA COLPOSA (ART. 3 L. 189 DEL 2012; ART C.C.) 222 TRACCIA 20 ABERRATIO ICTUS (ART. 82 C.P.) E MOLESTIE (ART. 660 C.P.) MEDIANTE L INVIO DI MMS 232 Capitolo IX Le circostanze TRACCIA 21 AGGRAVANTE DEI FUTILI MOTIVI AD AGIRE (ART. 61, N. 1 C.P.) 243 TRACCIA 22 ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE (ART. 416 C.P.) E CIRCOSTANZA AGGRAVANTE DELLA CD. TRANSNAZIONALITÀ (ART. 4 L. 146/2006) CASS., SEZ. UN., 23 APRILE 2013, N TRACCIA 23 VIOLENZA SESSUALE E ATTENUANTE DELLA MINOR GRAVITÀ (ART. 609-BIS, CO. 3, C.P.) 261 TRACCIA 24 IL BILANCIAMENTO DELLE CIRCOSTANZE E LA RECIDIVA. NATURA GIURIDICA, TIPOLOGIE E COMPATIBILITÀ COSTITUZIONALE DELL ATTUALE DISCIPLINA DELLA RECIDIVA CASS., SEZ. V, 3 LUGLIO 2014, ORD. N CHE SOLLEVA LA QUESTIONE DI LEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE DELL ART. 99, CO. 5 C.P.; CORTE COST., 18 APRILE 2014, NN. 105 E TRACCIA 25 IL REGIME DI APPLICAZIONE DELLE CIRCOSTANZE AL FINE DI CALCOLARE IL TERMINE DI PRESCRIZIONE 285 IX
10 Capitolo X Il tentativo TRACCIA 26 IL TENTATIVO NEI REATI DI PERICOLO CONCRETO CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL IPOTESI DI INCENDIO DI COSA PROPRIA 299 TRACCIA 27 FURTO TENTATO (ARTT C.P.) E ATTENUANTE DEL DANNO PATRIMONIALE DI SPECIALE TENUITÀ (ART. 62, N. 4, C.P.) CASS., SEZ. UN., 28 MARZO 2013, ZONNI SANFILIPPO 308 TRACCIA 28 L IPOTESI DI FURTO COMMESSO ALL INTERNO DI UN ESERCIZIO COMMERCIALE, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AL MOMENTO CONSUMATIVO E ALLA APPLICABILITÀ DELL AGGRAVANTE DEL MEZZO FRAUDOLENTO (ART. 624 C.P.) (CASS., SEZ. UN., 17 APRILE 2014, N , CUKON) (ART. 625 N. 2 C.P.) CASS., SEZ. UN., 18 LUGLIO 2013, SCIUSCIO 317 TRACCIA 29 TENTATIVO DI RAPINA IMPROPRIA (ART. 628 C.P.) IN CASO DI VIOLENZA SUCCESSIVA ALLA TENTATA SOTTRAZIONE DELLA COSA CASS., SEZ. UN., 19 APRILE 2012, REINA 329 Capitolo XI Il concorso di reati TRACCIA 30 IL CONFINE FRA IL DELITTO DI ESTORSIONE (ART. 629 C.P.) E QUELLO DI ESERCIZIO ARBITRARIO DELLE PROPRIE RAGIONI CON VIOLENZA ALLE PERSONE (ART. 393 C.P.) 343 TRACCIA 31 CONCORSO TRA I DELITTI DI LESIONI PERSONALI DOLOSE (ART. 582 C.P.) E DI OMISSIONE DI SOCCORSO (ART. 593 C.P.). LA CONFIGURABILITÀ DELLA PARTICOLARE IPOTESI DI OMISSIONE DI SOCCORSO STRADALE IN CASO DI DOLO EVENTUALE 352 TRACCIA 32 ACQUISTO DI MERCE CON MARCHIO CONTRAFFATTO (ART. 648 C.P.; ART. 712 C.P.; ART. 1, C. 7, D.L. 10 MARZO 2005, N. 35, CONV. IN L. 14 MAGGIO 2005, N. 80) 364 TRACCIA 33 CIRCOLAZIONE ABUSIVA DI VEICOLO SOTTOPOSTO A SEQUESTRO (ART. 213, CO. 4, C.D.S.) E SOTTRAZIONE DI COSE SOTTOPOSTE A SEQUESTRO (ART. 334, CO. 2, C.P.): CONCORSO APPARENTE O CONCORSO FORMALE? 372 X
11 Capitolo XII Il concorso di persone TRACCIA 34 CONCORSO DI PERSONE NEL DELITTO DI OMICIDIO DOLOSO COMMESSO IN UNA RISSA (ARTT. 110/116, 575, 588 C.P.) 387 TRACCIA 35 VIOLENZA SESSUALE DI GRUPPO (ART. 609-OCTIES C.P.) E CONCORSO DI PERSONE NEL DELITTO DI VIOLENZA SESSUALE (ARTT. 110, 609-BIS C.P.) 399 TRACCIA 36 LA RILEVANZA DEL METODO MAFIOSO NEL DELITTO DI SCAMBIO ELETTORALE POLITICO-MAFIOSO (ART. 416-TER C.P.) 407 Capitolo XIII I reati di parte speciale TRACCIA 37 ABUSO D UFFICIO (ART. 323 C.P.) E VIOLAZIONE DELL ART. 97 COST. 421 TRACCIA 38 IL NUOVO DELITTO DI TRAFFICO DI INFLUENZE ILLECITE (ART. 346-BIS C.P.) 432 TRACCIA 39 PROSTITUZIONE MINORILE (ART. 600 BIS C.P.) E RESPONSABILITÀ DEL CLIENTE CASS., SEZ. UN., 14 APRILE 2014, N TRACCIA 40 LA NATURA GIURIDICA DELLA CAUSA DI NON PUNIBILITÀ PREVISTA DALL ART. 384 C.P., IL SUO AMBITO OPERATIVO CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA SUA APPLICABILITÀ ALLE IPOTESI DI CONVIVENZA MORE UXORIO 450 XI
12 5 CRISI DI LIQUIDITÀ E OMESSO VERSAMENTO DI RITENUTE DI IMPOSTE TRACCIA 5 CRISI DI LIQUIDITÀ E OMESSO VERSAMENTO DI RITENUTE DI IMPOSTE ART. 10 BIS, D.LGS. 74/2000 SOMMARIO: 1. L inquadramento 2. La crisi di liquidità dell impresa: tra causa di forza maggiore, inesigibilità della condotta doverosa e mancanza dell elemento soggettivo L orientamento prevalente nella giurisprudenza di legittimità 1. L inquadramento. A seguito delle modifiche apportate dalla l. 30 dicembre 2004 n. 311 (legge finanziaria 2005) alla legislazione fiscale, l omesso versamento entro il termine previsto per la presentazione della dichiarazione annuale di sostituto di imposta delle ritenute risultanti dalla certificazione rilasciata ai sostituiti per un ammontare superiore a cinquantamila euro per periodo d imposta costituisce una tipica situazione in cui si potrebbe ritenere integrato il delitto di cui all art. 10 bis d.lgs. 74/2000. Ciò nondimeno, nelle ipotesi in cui il sostituto d imposta, al termine della scadenza annuale, non sia riuscito a reperire le risorse per far fronte ai propri obblighi fiscali, la giurisprudenza si è interrogata sulla possibile rilevanza della situazione di crisi di liquidità e della conseguente impossibilità oggettiva di adempiere al versamento all Erario come causa di esclusione della colpevolezza, ovvero come situazione escludente il dolo, ovvero ancora come ipotesi di forza maggiore ex art. 45 c.p. Alla luce della complessità e varietà degli obblighi contributivi, conviene, fin da subito, evidenziare quali siano i diversi doveri del contribuente in materia di ritenute nonché le sanzioni previste in caso di inadempimento. Il D.P.R. 600/73 prevede che, in alcune ipotesi, l imposta sul reddito sia riscossa in tutto o in parte attribuendo ad un soggetto, denominato sostituto d imposta, l onere di effettuare una ritenuta alla fonte sulle somme corrisposte al terzo, ossia il sostituito, e, successivamente, di versare quelle somme così trattenute entro il 15 del mese successivo a quello in cui la ritenuta è stata effettuata ai sensi dell art. 8 D.P.R. 602/1973. Sul sostituto grava, altresì, l onere di certificare al sostituito l effettuazione della ritenuta e quello di presentare annualmente, entro il 31 luglio dell anno successivo a quello in cui sono state operate le ritenute, una dichiarazione in cui vengono 59
13 II IL PRINCIPIO DI PRECISIONE TRA INTERPRETAZIONE E ANALOGIA indicati i compensi corrisposti e le ritenute effettuate, ai sensi dell art. 4, comma 4 bis, D.P.R. 322/1998. Fino all entrata in vigore della l. 30 dicembre 2004 n. 311 (legge finanziaria 2005) il mero omesso versamento di imposte correttamente dichiarate non costituiva oggetto di sanzione penale. Solo con l art. 10 bis d.lgs. 74/2000 (inserito con la predetta legge finanziaria 2005) il legislatore ha, infatti, previsto che nel caso in cui a) le ritenute siano state certificate ai sostituiti; b) l ammontare delle ritenute certificate ma non versate superi i ,00 euro per periodo di imposta; c) l omissione sia protratta oltre il termine del 31 luglio dell anno successivo a quello in cui le ritenute furono operate (termine diverso da quello valido a fini tributari); d) tutti gli elementi del fatto siano coperti dall elemento soggettivo del dolo, la condotta di omesso versamento delle ritenute integri un delitto punito con la reclusione da sei mesi a due anni. Con il decreto legislativo n. 158/2015 il governo è intervenuto sulla disposizione in esame, così come su tutto il regime del diritto penale tributario, modificandone alcuni elementi. Innanzitutto ha provveduto all aumento delle soglie di punibilità, portandole da a ; ha inoltre chiarito che, ai fini della rilevanza penale dell omesso versamento, è sufficiente che l autore non provveda al pagamento di quanto indicato nella dichiarazione annuale del sostituto di imposta, senza che si debba provare che questi abbia anche consegnato ai sostituiti documentazione che certifichi l intervenuta ritenuta. Il reato in esame è strutturato come reato omissivo proprio a consumazione istantanea dal momento che per la sua integrazione è sufficiente la mera omissione della condotta prescritta dalla norma entro il termine del 31 luglio dell anno successivo a quello in cui sono state operate le ritenute. Per quanto riguarda, poi, l elemento soggettivo, il legislatore del 2004 ha previsto il dolo generico, ossia la previsione e volontà del sostituto di non effettuare il dovuto versamento all Erario entro i termini stabiliti, senza che sia necessario accertare, ai fini del dolo, la sussistenza di un intento fraudolento di evadere le imposte. Le Sezioni Unite della Cassazione con le pronunce n e del 2013, oltre a risolvere i problemi di diritto intertemporale e definire i rapporti tra illecito amministrativo e illecito penale di cui, rispettivamente, agli artt. 13 d.lgs. 471/1997 e 10 bis d.lgs. 74/2000, hanno fornito importanti spunti sul tema dell elemento soggettivo. Gli ermellini, infatti, hanno sostenuto che la prova del dolo sia insita nella duplice circostanza del rilascio della certificazione al sostituito e della presentazione annuale, da parte del 60
14 5 CRISI DI LIQUIDITÀ E OMESSO VERSAMENTO DI RITENUTE DI IMPOSTE sostituto, della dichiarazione che riporta le trattenute effettuate, la loro data ed ammontare nonché i versamenti relativi. Infatti, ogni qualvolta il sostituto d imposta eroga gli emolumenti ai collaboratori dipendenti, insorge a suo carico, l obbligo di accantonare le somme dovute all Erario, organizzando le risorse disponibili in modo tale da poter adempiere all obbligazione tributaria. Come già detto però la norma penale prevede un termine più lungo rispetto a quello stabilito dalla norma tributaria e, pertanto, si richiede che l imprenditore organizzi la propria impresa su scala annuale, adoperandosi sì per avere liquidità sufficiente per versare le ritenute ma non alla scadenza del 15 del mese successivo bensì a quella del 31 luglio dell anno successivo. Solo questo sarà il momento di cui il giudice dovrà tenere conto per valutare se la condotta omissiva del contribuente/sostituto integri o meno gli estremi del delitto di cui all art. 10 bis d.lgs. 74/2000. La differenza, quindi, tra il termine tributario e quello previsto dalla norma penale può far sì che il sostituto si trovi improvvisamente in una situazione di difficoltà economica e che decida di non versare le ritenute alle scadenze periodiche fissate dal diritto tributario bensì di rinviare l adempimento ad un momento successivo prossimo alla scadenza annuale, confidando di trovare, nel frattempo, le risorse necessarie e andando così incontro solo al rischio di sanzione amministrativa ex art. 13, comma primo, d.lgs. 471/1997 (il quale, infatti, assoggetta alla sanzione pecuniaria amministrativa il mancato pagamento dell imposta entro il 15 del mese successivo a quello in cui è stata operata la ritenuta). Nelle ipotesi in cui il soggetto, al termine della scadenza annuale, non sia riuscito a reperire le risorse per far fronte ai propri obblighi, la giurisprudenza si è interrogata sulla possibile rilevanza della situazione di crisi di liquidità e della conseguente impossibilità oggettiva di adempiere al versamento all Erario come causa di esclusione della colpevolezza, ovvero come situazione escludente il dolo, ovvero ancora come ipotesi di forza maggiore ex art. 45 c.p. 2. La crisi di liquidità dell impresa: tra causa di forza maggiore, inesigibilità della condotta doverosa e mancanza dell elemento soggettivo. Prima di procedere all analisi dell atteggiamento assunto dalla giurisprudenza relativo al ruolo da attribuire alla crisi di liquidità ai fini dell eventuale non punibilità delle condotte di omesso versamento delle ritenute certificate, appare opportuno esporre le principali teorie diffuse in dottrina e anche fra le corti di merito. Inizialmente, si era sostenuto in dottrina (FLORA) che crisi acuta di liquidità dell imprenditore, tale da non consentire il versamento delle ritenute certificate, fosse in grado di escludere la punibilità del sostituto di imposta 61
15 II IL PRINCIPIO DI PRECISIONE TRA INTERPRETAZIONE E ANALOGIA sulla base dell applicazione del principio ad impossibilia nemo tenetur. La rilevanza di siffatto principio, da adattarsi alla particolare struttura del reato omissivo, secondo alcuni farebbe venir meno i presupposti di una omissione penalmente rilevate, con conseguente venire meno della suitas della condotta, mentre secondo altri determinerebbe il venir meno del dolo dell autore del reato, in quanto trattandosi di reati omissivi andrebbe accertata la effettiva volontà di non versare le ritenute certificate. Infatti, secondo quest ultima prospettazione, perché vi sia il previsto dolo generico, dato dalla previsione e volontà di non effettuare il pagamento dell imposta nel termine stabilito dalla fattispecie penale, è necessario che il contribuente/soggetto attivo abbia, a quel momento, la possibilità di assolvere a questo dovere di pagamento con la conseguenza che, laddove vi sia una situazione di crisi acuta della liquidità che di fatto rende impossibile il versamento delle imposte dovute debba valutarsi come insussistente il necessario dolo in relazione al principio ad impossibilia nemo tenetur. I sostenitori della tesi dell assenza del dolo (ALAGNA), ritengono che lo stesso andrebbe ricercato all esito di un accertamento concreto e non presunto, di modo che questo andrebbe escluso quando: a) vi è la corretta esposizione del debito in dichiarazione; b) la società operi effettivamente sul mercato; c) vi sia la provata oggettiva insufficienza di liquidità al momento della scadenza del termine per il pagamento; d) vi sia stato l accesso al pagamento tardivo del credito. Compatibilmente con alcune soluzioni elaborate in dottrina, la giurisprudenza di merito, ha sostenuto, in diverse pronunce, la possibilità di attribuire alla crisi di liquidità il ruolo di causa di esclusione della punibilità; in particolare in alcuni casi sono state considerate non punibili, quelle condotte di mancato versamento dell imposta frutto non di una libera e consapevole scelta del sostituto bensì di una situazione obbligata derivata da una grave crisi di liquidità che non ha reso possibile un comportamento diverso da quello effettivamente tenuto dal contribuente (v., Trib. Roma, sent. 7 maggio 2013, giud. Di Nicola, Trib. Roma, sent. 10 luglio 2013, giud. Di Nicola). In particolare, tale soluzione è stata subordinata all accertamento della sussistenza delle seguenti condizioni: a) che la crisi economica non sia imputabile al sostituto di imposta; b) che tale crisi non possa essere adeguatamente fronteggiata tramite il ricorso, da parte dell imprenditore, a misure da valutarsi in concreto (Trib. Roma, sent. 10 luglio 2013, giud. Di Nicola; Trib. Milano, Uff. GIP, 19 settembre 2012). A fronte di una uniformità di veduta in ordine al necessario accertamento della sussistenza delle predette condizioni, le diverse pronunce hanno determinato il sorgere di diversi indirizzi relativi alla natura giuridica da attribuire alla sopra indicata causa di non punibilità (in senso lato). Ed infatti, alcune pronunce hanno ricondotto la acuta crisi di liquidità dell impresa nell alveo della forza maggiore ex art. 45 c.p., seppur, spesso, 62
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