IL CONCETTO DI SALUTE NEL TERZO MILLENNIO. Uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non soltanto assenza di malattia OMS, 1946
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- Angelica Marinelli
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1 Facoltà di Medicina e Chirurgia Corso di Laurea Specialistica in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche a.a Didattica e Pedagogia Speciale Prof.ssa Grazia Angeloni
2 IL CONCETTO DI SALUTE NEL TERZO MILLENNIO Uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non soltanto assenza di malattia OMS, 1946
3 PROTEZIONE DELLA SALUTE QUALITA DELLA VITA
4 QUALITA DELLA VITA concetto polisemico, costrutto complesso e pluridimensionale (Andrews e Withey, 1976; Bian, 1977) il suo riferimento concreto è nella REALIZZAZIONE PERSONALE
5 LA QUALITA DELLA VITA E LA RISPOSTA DELLA PERSONA AI COMPITI DI SVILUPPO, AI SUOI VALORI DI BASE E BISOGNI PROFONDI DA SODDISFARE (Gaziel, Warnet, 2000). E LA VALUTAZIONE SOGGETTIVA DA PARTE DELLA PERSONA CIRCA IL GRADO DI SODDISFAZIONE DELLE PROPRIE NECESSITA, SCOPI, DESIDERI. Le percezioni degli individui della loro posizione nella vita nel contesto della cultura e del sistema di valori in cui vivono e in rapporto ai propri scopi, aspettative, criteri e interessi. Si tratta di un concetto ampio che abbraccia in modo complesso la salute fisica della persona, lo stato psicologico, il livello di indipendenza, le relazioni sociali, le credenze personali e i loro rapporti con le caratteristiche salienti dell ambiente WHOQOL, 1995, p.7.
6 QUALITA DELLA VITA DIMENSIONE OGGETTIVA Condizione di salute Condizioni abitative Condizioni economiche Condizioni lavorative Abilità che consentono di ricoprire particolari ruoli sociali Relazioni sociali Occasioni ricreative offerte dalla comunità DIMENSIONE SOGGETTIVA Benessere percepito Soddisfazione per la propria vita affettiva, sociale, lavorativa ecc.
7 Le 4 dimensioni fondamentali della qualità della vita (Lawton, 1991) Competenza comportamentale Qualità della vita percepita Ambiente oggettivo Benessere psicologico
8 Il laureato specialista in Scienze Infermieristiche e Ostetriche Possiede elevate competenze nei processi assistenziali, gestionali, formativi e di ricerca. È in grado di progettare, realizzare e valutare interventi formativi. Sviluppa le capacità di insegnamento per la specifica figura professionale nell ambito delle attività tutoriali e di coordinamento del tirocinio nella formazione di base, complementare e permanente. Utilizza i metodi e gli strumenti della ricerca, pertinenti alla figura professionale, nelle aree clinico-assitenziali, nell organizzazione e nella formazione (Cfr Obiettivi formativi specifici nel regolamento didattico)
9 DIDASKALOS (ARS) DIDACTICA DIDATTICA Docendi artificium (Comenio) Attività di chi insegna Riflessione e progettazione operativa relative all insegnamento Definizione di orientamenti, conoscenze, condizioni, modalità operative che si ritiene possano assicurare l efficacia formativa
10 didattica insegnamento Attività svolta intenzionalmente in forma organizzata, secondo procedimenti ritenuti efficaci a sviluppare conoscenze, abilità, atteggiamenti, valori
11 L oggetto della didattica Il metodo di insegnamento
12 L enciclopedia pedagogica A.Visalberghi (a cura di ), Pedagogia e scienze dell educazione, Mondadori, Milano,1986, p.21 Settore psicologico Settore sociologico Settore Metodologico didattico Settore dei contenuti
13 PEDAGOGIA SPECIALE NOMINATA COME: ORTOPEDAGOGIA (ALL ESTERO) tendente, nel 1800, a riportare a normalità o a situazione precedente ciò che viene considerato esulante dalla norma. PEDAGOGIA EMENDATIVA PEDAGOGIA CURATIVA (termine circolante a Strasburgo verso il 1950) L UNESCO nel 1968 la definisce come Forma arricchita di educazione generale, che tende a migliorare la vita di coloro che soffrono di handicap diversi, facente appello a metodi pedagogici Moderni e a materiale tecnico al fine di porre rimedio a certi tipi di deficienze.
14 In quale rapporto sono la PEDAGOGIA GENERALE e quella SPECIALE? Ferdinando Montuschi dichiara che Si può individuare una identità disciplinare della pedagogia speciale, ma non si può prevedere una sua separazione dalla pedagogia generale e dai suoi molteplici problemi ( ).
15 PEDAGOGIA SPECIALE COME PEDAGOGIA INTEGRATA
16 PEDAGOGIA SPECIALE COME PEDAGOGIA INTEGRATA Identificare un problema Individuare le aree problematiche e le questioni che richiedono un interpretazione progettare l intervento e metterlo in atto, dopo averlo accuratamente pianificato in tutte le sue fasi
17 Secondo l'organizzazione Mondiale della Sanità, una menomazione si riferisce a perdite o anormalità che possono essere transitorie o permanenti e comprendere l'esistenza o l'evenienza di anomalie, difetti o perdite a carico di arti, organi, tessuti o altre strutture del corpo, incluso il sistema delle funzioni mentali. La menomazione rappresenta l'esteriorizzazione di uno stato patologico, e in linea di principio riflette i disturbi a livello d'organo. Le classificazioni internazionali delle menomazioni includono: 1. Menomazioni delle capacità intellettive (intelligenza, memoria, pensiero, altre intellettive, 2. Altre menomazioni psicologiche (coscienza e vigilanza, percezione, attenzione, funzioni emotive e volitive, comportamentali) 3. Menomazioni del linguaggio (funzioni del linguaggio, voce) 4. Menomazioni dell udito (sensibilità uditiva, altre) 5. Menomazioni visive (acutezza visiva, altre) 6. Menomazioni viscerali (organi interni, altre funzioni particolari) 7. Menomazioni scheletriche (capo, tronco, arti-meccaniche e motorie, malformazioni) 8. Menomazioni deturpanti (capo, tronco, corpo, arti, altre 9. Menomazioni generalizzate, sensoriali e di altro tipo
18 L OMS definisce le disabilità nell ambito delle conoscenze e delle esperienze sanitarie, come: qualsiasi restrizione o carenza (conseguente a una menomazione) della capacità di svolgere un'attività nel modo o nei limiti ritenuti normali per un essere umano. e, più precisamente (ICIDH) si tratterebbe di: scostamenti, per eccesso o per difetto, nella realizzazione dei compiti e nella espressione dei comportamenti rispetto a ciò che sarebbe normalmente atteso [...1, possono avere carattere transitorio o permanente ed essere reversibili o irreversibili, progressive o regressive [...], possono insorgere come conseguenza diretta di una menomazione o come reazione di un soggetto, specialmente da un punto di vista psicologico, ad una menomazione fisica, sensoriale o di altra natura. La disabilità si riferisce a capacità funzionali estrinsecate attraverso atti e comportamenti che per generale consenso costituiscono aspetti essenziali della vita di ogni giorno. Ne costituiscono esempio i disturbi nella adozione di comportamenti appropriati; nella cura della propria persona (come il controllo della funzione escretoria e la capacità di lavarsi e alimentarsi); nell'esecuzione delle altre attività quotidiane e nella funzione locomotoria (come la capacità di camminare) Questa definizione di disabilità aiuta, in sede di diagnosi, «cosa privilegiare» per una rilevazione corretta da un punto di vista metodologico e «come» procedere per l'attivazione di programmi di riabilitazione. Le classificazioni internazionali delle disabilità includono: Disabilità nel comportamento (consapevolezza, relazioni) Disabilità nella comunicazione (parlare, ascoltare, vedere, altre) Disabilità nella cura della propria persona (escretorie, igiene personale, vestirsi, alimentarsi e altre) Disabilità motorie Disabilità inerenti la propria sussistenza (domestiche, nei movimenti, altre) Disabilità nella destrezza (attività quotidiane, attività manuali, destrezza) Disabilità "circostanziali" (da dipendenza e scarsa capacità di resistenza, ambientali, altre) Disabilità in particolari capacità Altre limitazioni all' attività
19 la definizione dei concetti di abilità e inabilità proposte da Fallani et al.(1992) L'abilità di qualsiasi soggetto animato consiste nella capacità di realizzare un'azione, di compiere un «lavoro» nell'accezione fisica del termine, di portare a termine un programma o un progetto predeterminato. L'abilità dipende dal possesso di una o più capacità e, fatta eccezione per alcune azioni di estrema semplicità, di solito sono più funzioni integrate a determinare l'abilità complessiva o specifica individuale. L inabilità rispetto all'azione considerata e in riferimento alle capacità ritenute normali in un campione di popolazione omogenea. L'inabilità consiste dunque nell'assoluta incapacità a svolgere un'azione, sia nel caso che questa capacità non sia stata mai posseduta che in quello, invece, in cui sia andata perduta.
20 Definizione degli handicap,oms, terza parte dell'icidh (International Classification of Impairment, Disability, Handicap), 1980 Nell'ambito delle evenienze inerenti alla salute si intende per l'handicap una condizione di svantaggio vissuta da una determinata persona in conseguenza di una menomazione o di una disabilità che limita o impedisce la possibilità di ricoprire il ruolo normalmente proprio a quella persona in relazione all'età, al sesso e ai fattori socioculturali. Esso è caratterizzato dalla discrepanza tra l'efficienza o lo stato del soggetto e le aspettative di efficienza e di stato sia dello stesso soggetto che del particolare gruppo di cui egli fa parte. L'handicap rappresenta pertanto la socializzazione di una menomazione o di una disabilità e come tale riflette le conseguenze - culturali, sociali, economiche e ambientali - che per l'individuo derivano dalla presenza della menomazione e della disabilità. Lo svantaggio proviene dalla diminuzione o dalla perdita della capacità di conformarsi alle aspettative o alle norme proprie all'universo che circonda l'individuo.
21 L azione didattica è caratterizzata da INTENZIONALITA SISTEMATICITA
22 La didattica non può prescindere dalla conoscenza Delle mete da raggiungere Dei contenuti da insegnare Dell allievo nei suoi aspetti psico-sociali Della metodologia che dà validità alle strategie impiegate
23 Insegnare significa Comunicare mediante segni che incidono in profondità sull altro, facendolo progredire, migliorare ed evolvere. L insegnamento diventa il processo attraverso il quale viene fornito al discente ciò che una data teoria dell apprendimento considera essenziale, favorendone il transfer. Attraverso il transfer l individuo mette in pratica l appreso (Maria Lisa Lanzi, Pedagogia sociale. Manuale per l infermiere, Carocci Faber, Roma, 2004, p. 71)
24 L apprendimento Coinvolge tutta la persona Parte dall interno Viene valutato dal discente conformemente ai suoi bisogni interiori L essenza dell apprendimento è il significato
25 progettazione programmazione
26 LA PROGRAMMAZIONE DELL INTERVENTO FORMATIVO Analisi e valutazione dei bisogni di apprendimento Analisi della situazione di partenza Definizione degli obiettivi di apprendimento pertinenti ai bisogni formativi Definizione degli approcci, metodologie e tecniche didattiche Definizione dei contenuti Definizione delle attività e dei sussidi didattici da utilizzare tempi Verifica e valutazione
27 Un bisogno formativo o di apprendimento È la discrepanza che esiste tra ciò che sappiamo fare effettivamente e ciò che ci viene richiesto di fare (M.L. Lanzi, op.cit, p. 72)
28
29 Per lo studente infermiere i bisogni di apprendimento o bisogni formativi sanitari/assistenziali derivano dalla discrepanza tra le competenze definite nel profilo professionale dell infermiere e il loro livello di sviluppo attuale. Per un paziente e i suoi familiari i bisogni di apprendimento o bisogni educativi sanitari/assistenziali derivano dalla discrepanza esistente tra le conoscenze pregresse già in loro possesso all insorgere della malattia e la nuova esperienza che, a sua volta, esige una modifica dei comportamenti richiesti per l adattamento al nuovo stile di vita.
30 Infermiere educatore stato di crisi paziente Scelta degli interventi educativo/assistenziali più adeguati
31 Chi Curriculum implicito ed esplicito Che cosa contenuti Perché Obiettivi Educativi didattici Come Metodi e tecniche Risultati valutazione
32 GLI APPROCCI PARADIGMA COMPORTAMENTISTA PARADIGMA COGNITIVISTA Apprendimento= R-S-R Watson, Thorndike, Skinner) Apprendimento per accrescimento Apprendimento per sintonizzazione Apprendimento per ristrutturazione Apprendimento=negoziazione di significati (Bruner) PARADIGMA COSTRUTTIVISTA Apprendimento per ricezione (meccanico) Apprendimento per scoperta (significativo) (Ausubel)
33 I metodi Methodos = percorso che conduce oltre Indica l itinerario che consente di giungere al risultato atteso In campo educativo il metodo è un insieme organico di teorie, itinerari, strumenti ai quali ricondursi per impostare e gestire un processo di insegnamento-apprendimento
34 Analisi della situazione di partenza Quali sono le conoscenze e le capacità che la persona possiede attualmente e sulle quali si può lavorare. A quali conoscenze o capacità possedute dalla persona prima di ammalarsi si può fare riferimento nell opera educativa
35 Gli obiettivi educativi riguardano il percorso formativo nel suo complesso didattici Relativi ai contenuti dell insegnamento
36 I metodi didattici (Tessaro, 2002) Metodo espositivo La lezione Metodo operativo Metodo investigativo Il laboratorio La ricerca sperimentale Metodo euristico-partecipativo La ricerca- azione Metodo individualizzato Il mastery learning
37 Che cosa insegnare? I CONTENUTI Devono tradursi in programmi o curricoli
38 IL CURRICULUM E ANCHE Una successione intenzionalmente strutturata di azioni didattiche e formative che la scuola adotta esplicitamente per completare e perfezionare lo sviluppo delle abilità di un soggetto (Bobbit, 1918) Consiste nella programmazione di occasioni di apprendimento, volte a produrre certi cambiamenti negli alunni e l accertamento del grado in cui essi hanno avuto luogo (Nicholls, 1972) L insieme delle esperienze di apprendimento in vista di un suo miglioramento qualitativo (Pellerey, 1994) Un piano di insegnamento, ma anche di apprendimento (Tessaro, 2002)
39 Le tecniche didattiche (Tessaro, 2002) Tecniche di simulazione Role play Tecniche di analisi della situazione Studio di caso Tecniche di riproduzione operativa Dimostrazioni ed esercitazioni Tecniche di riproduzione cooperativa Brainstorming Cooperative learning
40 Dalla programmazione per obiettivi Alla programmazione per competenze
41 Gli elementi della competenza (Tessaro, 2002) CONOSCENZA ESPERIENZA AZIONE RIFLESSIONE
42 La valutazione dell allievo/paziente Valutazione di prodotto e di processo Iniziale, in itinere, sommativa del curriculum formativo progettato del formatore autovalutazione
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