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1 IL PERIODO DI RIFLESSIONE SUL TRATTATO COSTITUZIONALE di Pietro Calamia Nella seconda metà del 2005, dopo l esito negativo delle consultazioni referendarie sul Trattato costituzionale in Francia e in Olanda, si è entrati in un periodo di riflessione sul Trattato stesso. L intesa raggiunta a dicembre 2005, al Consiglio europeo di Bruxelles, sulle prospettive finanziarie ha segnato una piccola schiarita all orizzonte europeo, anche se la definizione finale del quadro finanziario si avrà soltanto dopo la conclusione del negoziato inter-istituzionale tra il parlamento, il Consiglio e la Commissione. 2. Sul tema del Trattato costituzionale, il Parlamento europeo ha adottato il 18 gennaio 2006 a grande maggioranza (385 a favore, 125 contrari e 51 astensioni) la Relazione Duff-Voggenhuber, nella quale sono analizzati i vari scenari ipotizzabili. Partendo dalla Dichiarazione del Consiglio europeo del 18 giugno 2005, secondo la quale i risultati delle consultazioni referendarie in Francia e in Olanda non mettono in discussione l attaccamento dei cittadini alla costruzione europea, ma esprimono, tuttavia, preoccupazioni e inquietudini di cui è necessario tener conto, il Parlamento propone di utilizzare l attuale periodo di riflessione per un rilancio del progetto costituzionale sulla base di un ampio dibattito pubblico sul futuro dell integrazione europea. Un dibattito da portare avanti sia sul piano europeo, sia su quello nazionale, per il quale il Parlamento europeo intende PIETRO CALAMIA, Ambasciatore, si è occupato di problemi europei, a Bruxelles e a Roma, dalla fine degli anni Sessanta. È stato, tra l altro, Ambasciatore a Belgrado ( ), Rappresentante Permanente d Italia presso le Comunità Europee ( ) e presso l OCSE (Parigi, ). Attualmente è membro di varie Associazioni di politica estera.

2 320 AFFARI ESTERI farsi promotore, con i Parlamenti nazionali, di Forum parlamentari. 3. L idea di fondo rimane quella di far meglio conoscere ai cittadini (parlamentari inclusi) le tematiche europee e l importanza, per il presente e per il futuro dei nostri Paesi, dell integrazione europea. Sul tema del Trattato costituzionale, la Relazione ricorda (al punto 28) le possibilità tecniche esistenti: abbandono completo del progetto costituzionale; perseguimento degli sforzi per la ratifica senza modifiche del testo; tentativo di chiarire o integrare il testo; ristrutturazione e/o modifica del testo attuale ovvero sua totale riformulazione. La scelta preferita dal Parlamento è quella del mantenimento del testo attuale ed appare significativo, a tale riguardo, uno dei punti finali della Relazione - il 35 - che chiede che si compiano, in ogni caso, tutti gli sforzi necessari per garantire l entrata in vigore della Costituzione nel corso del L attaccamento del Parlamento europeo al testo del Trattato costituzionale si deduce anche dall opposizione ad un attuazione selettiva della Costituzione e ad ogni proposta volta a costituire un nocciolo duro di Stati membri, mentre è ancora in corso il processo costituzionale. 4. Il dibattito sul futuro del Trattato costituzionale si è animato nelle ultime settimane ed è destinato ad ampliarsi nei prossimi mesi. Anche questo è un segnale positivo per l Unione Europea. Occorrerebbe, però, evitare di frammentare gli orientamenti in formule teoriche contraddittorie e, soprattutto, ritenere che, in attesa di decidere le sorti del Trattato, l Unione Europea non debba agire. Personalmente temo che la posizione del Parlamento europeo, contraria all attuazione anticipata di talune disposizioni del testo costituzionale (ed alla stessa ipotesi di avanguardie), possa essere interpretata in questo senso. 5. Sarebbe una posizione che non tiene conto del fatto che alcune disposizioni del Trattato costituzionale sono già applicate - come la creazione dell Agenzia per la Difesa o le disposizioni per preparare il servizio esterno dell Unione - e soprattutto

3 LA RIFLESSIONE SUL TRATTATO COSTITUZIONALE 321 che la fiducia dei cittadini la si alimenta con l azione delle istituzioni nei campi nei quali l Unione è apparsa carente negli ultimi anni. Per fare qualche esempio: gli aspetti economico-sociali dell Unione monetaria; la politica energetica; l immigrazione; la politica estera nei confronti dell area balcanica, del Mediterraneo e del Medio Oriente; la complessa tematica nel campo della sicurezza e della difesa. L avvio a soluzione, o comunque dei progressi in questi settori, sarebbero percepiti dai cittadini come segnali positivi sullo stato di salute dell Unione, molto più di un dibattito, necessariamente astratto, sulle modifiche - o meno - da apportare al Trattato costituzionale. E riavvicinerebbe l opinione pubblica alle istituzioni europee facilitando così anche il raggiungimento di una soluzione per il Trattato stesso. Non dobbiamo dimenticare che i voti contrari di francesi e olandesi nelle consultazioni referendarie hanno espresso un certo malcontento per le presunte carenze dell azione europea in taluni settori sensibili per i cittadini. 6. Per quanto riguarda il Trattato costituzionale, il punto di partenza dovrebbe essere l avvenuta ratifica da parte di 14 Paesi membri (due di questi - la Spagna e il Lussemburgo - con consultazione referendaria). Sarebbe ragionevole che questi Paesi sollecitassero il proseguimento delle procedure di ratifica negli altri Paesi firmatari del Trattato, a cominciare da quelli che possono procedervi per via parlamentare. Il secondo aspetto riguarda le valutazioni dei Governi francese e olandese circa le modalità o innovazioni che consentirebbero loro di riconsiderare la loro posizione sul Trattato costituzionale. Si tratta, ovviamente, del passaggio più delicato, per il quale occorre evitare di accelerare i tempi. In questo contesto politico, dovrebbe porsi una più vigorosa azione dell Unione nei settori chiave sopra ricordati. Sarebbe la dimostrazione che i leader europei hanno fiducia nell avvenire comune dei Paesi dell Unione. 7. Ed è questo il messaggio politico di cui hanno bisogno i cittadini. Molte delle perplessità affiorate negli ultimi tempi

4 322 AFFARI ESTERI provengono anche dai messaggi ambigui, che hanno ricevuto da alcune parti della classe politica. Basti pensare, per l Italia, ai dubbi alimentati sull Euro, la cui realizzazione costituisce il punto più alto della costruzione europea, dalle sue origini. Nello stesso contesto, vi è spazio per iniziative costruttive da parte dei Paesi che possono anticipare decisioni aperte alla successiva partecipazione degli altri Paesi membri. L evoluzione dell Unione deve andare necessariamente in tale direzione. Non sarà sempre possibile fare tutto, contemporaneamente, a Paesi membri. Non siamo riusciti a farlo neppure nell Unione a 12 ed a 15 Paesi. Gli esempi più evidenti sono costituiti dalla libera circolazione delle persone (Schengen) e dalla moneta unica. Si pongono certamente problemi giuridici ed istituzionali per regolare queste situazioni, ma si può seriamente sostenere, ad esempio, che l entrata in vigore dell Euro doveva restare subordinata alla sua applicazione da parte di tutti i Paesi membri? Stiamo evolvendo, naturalmente, verso un Unione, che ha una lunga serie di realizzazioni comuni a tutti i Paesi membri ed altre più avanzate, avviate da alcuni Paesi e aperte agli altri in grado di aderirvi. Applicando questo schema siamo arrivati all unificazione europea attuale. Vi è una tendenza a dimenticarlo. 8. Dopo la caduta del muro di Berlino, l alternativa era: tornare alla politica delle relazioni bilaterali e delle zone nazionali di influenza o rilanciare l integrazione europea. Prevalse quest ultima scelta con l impegno per la moneta unica e per i progetti di realizzare la politica estera, di sicurezza e difesa. Fu il Trattato di Maastricht, al quale dette una spinta determinante la Germania di Kohl, che avrebbe potuto essere, invece, quella più sensibile alle lusinghe di una politica nazionale nei confronti dei Paesi dell Est. Fu una scelta storica, alla quale la Francia, l Italia e la Spagna, oltre al Benelux, dettero un grande contributo. Quando si afferma, talvolta, che si è fatto l allargamento ai nuovi Paesi membri senza approfondimento, si trascura il fatto

5 LA RIFLESSIONE SUL TRATTATO COSTITUZIONALE 323 che l Euro e tutte le discipline connesse, le regole per la libera circolazione delle persone e i progetti per la politica estera, di sicurezza e difesa sono l approfondimento. 9. Certamente vi sono state carenze ed insufficienze nella realizzazione di questi obiettivi - in particolare per la parte economica nell Unione monetaria, per la PESC e la PESD. Da quelle carenze occorre ripartire per il rilancio dell integrazione europea. Si tratta di quelle azioni che possono ravvivare la fiducia dei cittadini nella capacità dell Unione di realizzare le loro aspettative. È, a mio giudizio, evidente che concrete azioni in questi campi, per colmare le carenze che vi sono state, faciliteranno la soluzione del futuro del Trattato costituzionale. Non vi sarebbe da preoccuparsi se, per accelerare i tempi, si procedesse con intese tra alcuni Paesi membri, con la partecipazione delle Istituzioni, intese aperte alla successiva adesione degli altri Paesi membri. Ha ricordato autorevolmente il Presidente Ciampi al Vertice dei sette Capi di Stato (Austria, Finlandia, Germania, Italia, Lettonia, Portogallo ed Ungheria) di Dresda del 4-5 febbraio 2006 che l unificazione è sempre stata stimolata da avanguardie. Fu un avanguardia la stessa Comunità dei sei Paesi che si unirono nel 1957 con il Trattato di Roma. Lo sono stati più di recente l Euro e l Accordo di Schengen. Nello stesso Trattato costituzionale la formazione di un gruppo di avanguardia è esplicitamente previsto nel settore della difesa. Un anticipazione della sostanza delle disposizioni del Trattato (e dell allegato Protocollo) in questo campo costituirebbe un segnale politico della fiducia dei Governi nel futuro dell Unione Europea. 10. C è da augurarsi che anche il Parlamento europeo abbia una posizione più aperta su queste formule, che non mirano al superamento del Trattato costituzionale, bensì ad anticiparne i tempi di attuazione. Ha detto con efficacia il Presidente Prodi al Parlamento europeo a Bruxelles il 1 febbraio 2006, a proposito delle politi-

6 324 AFFARI ESTERI che europee da rilanciare in questa fase, di non credere che l avvio di progetti concreti significhi rinunciare alla Costituzione o alle riforme costituzionali. Ben al contrario, mi sembra che una simile iniziativa possa contribuire, in modo concreto, al cambiamento del contesto e possa meglio preparare un nuovo approfondimento della questione costituzionale. 11. È auspicabile, in conclusione, procedere nella triplice direzione: un ampio dibattito pubblico sul futuro dell integrazione europea, come richiesto in particolare dal Parlamento europeo, con il coinvolgimento dei parlamentari nazionali, partendo dagli straordinari risultati che tale integrazione ha finora portato ai nostri Paesi; una contemporanea più incisiva azione dell Unione Europea nei settori nei quali si manifestano le maggiori carenze (aspetti economico-sociali dell Unione monetaria, innovazione, ricerca, tecnologia, politica energetica, immigrazione, politica estera, sicurezza e difesa). Alcune di tali azioni possono essere anticipate, se necessario, come quelle nel campo della difesa, da un gruppo di Paesi; il proseguimento delle procedure di ratifica nei Paesi firmatari del Trattato costituzionale, a partire da quelli che devono procedervi per via parlamentare. Questo tipo di impostazione potrebbe dare nuovo dinamismo all Unione Europea e renderebbe, al tempo stesso, più agevole ai Governi francese e olandese il riesame della loro posizione sul Trattato costituzionale. Pietro Calamia

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