IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore]

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai signori: Dott. Giuseppe Marziale... Presidente Prof. Avv. Giuliana Scognamiglio Membro designato dalla Banca d'italia Avv. Alessandro Leproux.. Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Prof. Avv. Gustavo Olivieri. Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario per le controversie in cui sia parte un cliente professionista/imprenditore Prof. Avv. Federico Ferro Luzzi. Membro da Confindustria, di concerto con Confcommercio, Confagricoltura e Confartigianato nella seduta del dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell'intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, Fatto Con ricorso pervenuto il giorno 14/06/10, il ricorrente, assistito dal legale di fiducia, premesso di essere stato correntista dell intermediario odierno resistente, ha contestato gli addebiti relativi a varie operazioni sul conto stesso, a suo dire effettuate con firma apocrifa, per complessivi e ne chiede pertanto il riaccredito, oltre interessi, rivalutazione monetaria, rimborso delle spese legali sostenute e risarcimento dei danni non patrimoniali. A tal fine, contesta le seguenti operazioni: - richiesta di emissione di assegno circolare di euro (del 16/09/09) con firma apocrifa ; Pag. 2/8

2 - prelevamento di euro (del 18/09/09) con firma su ricevuta di addebito apocrifa ; - prelevamento di euro (del 26/11/09) con firma su ricevuta di addebito apocrifa ; - pagamento di n. 5 assegni con firma di traenza palesemente contraffatta rispetto allo specimen depositato. Con controdeduzioni pervenute in data 16/07/10, l intermediario ha confermato lo svolgimento dei fatti di cui si verte, deducendo che, successivamente all estinzione del rapporto di c/c in data 12/01/10, l odierno ricorrente ha chiesto alla Banca copia della documentazione afferente alcuni movimenti ed, all esito, con lettere del e del , ha proposto reclamo, lamentando l apocrifia delle sottoscrizioni sulla richiesta di emissione di un assegno circolare del di euro 1.240,00, sulla distinta di prelevamento del di euro 1.000,00 sulla distinta di prelevamento del di euro 1.600,00 e su cinque assegni di conto corrente, reclami rigettati dallo stesso intermediario, con sua nota del 30/04/10, stante a suo dire il difetto di elementi a conferma della denunciata apocrifia. Ciò precisato in fatto, l intermediario ha anzitutto eccepito il difetto di incompetenza dell ABF e l irricevibilità del ricorso, non potendo considerarsi la presente vertenza documentalmente istruita o istruibile in quanto, a suo avviso, alla decisione nel merito potrebbe pervenirsi solo previa CTU grafologica, non prevista dalla natura esclusivamente documentale del procedimento stesso ai sensi dell art. 3 delle Disposizioni che ne disciplinano lo svolgimento. In subordine, con riferimento alla perizia grafologica prodotta dal ricorrente nel corso del presente procedimento, l intermediario ha eccepito la tardività delle produzione stessa e la relativa inconferenza anche in ragione del difetto di documentazione che possa valere come scritture di comparazione. Il resistente ha anche rilevato che la perizia depositata ex adverso proviene da un procedimento penale cui la Banca non ha preso parte con la conseguente sua irrilevanza in quanto perizia di parte, per di più assunta senza il contraddittorio dell odierna resistente. Nel merito, l intermediario ha opposto che dalle verifiche fatte presso l addetto allo sportello la gestione del conto corrente de quo ha avuto sempre luogo nel Pag. 3/8

3 rispetto delle normative, che, in particolare, l operazione di emissione dell assegno circolare di 1.240,00 e il prelevamento di 1.000,00 sarebbero stati eseguiti su ordine del ricorrente che era presente al momento delle relative esecuzioni e che non apparirebbe di intuitiva evidenza la difformità (delle sottoscrizioni contestate, n.d.r.) rispetto allo specimen e comunque ad altre sottoscrizioni apposte dal ricorrente e da questi mai disconosciute. In ragione di ciò, l intermediario ha chiesto il rigetto del ricorso e la rifusione delle spese di lite. Con replica del 22/09/10, il ricorrente ha contestato le eccezioni preliminari e di merito sollevate dal resistente, ha precisato che il procedimento penale non è ancora pendente essendo stata presentata denuncia-querela nei confronti dell autore dei falsi ed essendosi ancora nella fase delle indagini preliminari ed ha allegato la delega ad un promotore finanziario, all epoca ritenuto affidabile, al fine di ritirare il carnet dal quale sono stati tratti i titoli in questione, vale dire i cinque assegni dei quali è contestata l autenticità delle sottoscrizioni del traente. Il detto promotore finanziario, aggiunge il ricorrente, si sarebbe poi dimostrato infedele e autore reo confesso dei falsi in oggetto, come risulterebbe anche dal fatto che la firma di manleva apposta sul cedolino (necessaria per il ritiro del detto carnet di assegni, n.d.r.) è stata addirittura apposta dal (promotore finanziario, n.d.r.) che, per una vola, anziché imitare la firma del (odierno ricorrente, n.d.r.) ha vergato la propria. A sua volta, con nota del 25/10/10, l intermediario ha controdedotto ribadendo le ragioni di inconferenza della perizia grafologica ed ha chiesto di essere autorizzato a produrre una propria consulenza; nel merito ha contestato le deduzioni avversarie, rilevando che la firma apposta dal promotore sul cedolino per il ritiro del carnet doveva intendersi quale sottoscrizione della persona a ciò delegata e perciò del tutto regolare e che del detto carnet facevano parte anche due assegni, dei quali non è contestata la sottoscrizione, emessi in difetto di provvista, come comunicato all interessato dalla banca con sue del 18/11/09 e 10/12/09, con la conseguenza che l odierno ricorrente non poteva ignorare l esistenza del detto carnet. Infine, con nota del 9/11/10, il legale del ricorrente, nel contestare l avversa ricostruzione dei fatti, ha evidenziato che al suo cliente era stato riferito che il noto carnet di assegni non era stato consegnato al promotore non bastando a tal fine la Pag. 4/8

4 sola delega e che le due raccomandate 18/11/09 e 10/12/09 erano state consegnate a mano al suo cliente solo in data 23/12/09, nonostante l elevata entità degli importi recati dagli assegni rimasti impagati. Nel corso del procedimento è stato acquisito lo specimen di firma depositato a suo tempo dal ricorrente presso l intermediario. Tanto premesso in fatto, si rileva quanto segue in Diritto In via preliminare occorre rilevare d ufficio come l avvenuta presentazione di denuncia-querela nei confronti del promotore finanziario che il ricorrente assume essere infedele e autore reo confesso dei falsi in oggetto, non precluda l esame della presente controversia ai sensi dell art. 2 (Disposizioni di carattere generale), comma 6, della Delibera CICR 29/07/08 n. 275, secondo il quale: Non possono essere proposti (all ABF, n.d.r.) ricorsi inerenti a controversie già sottoposte all autorità giudiziaria, rimesse a decisione arbitrale ovvero per le quali sia pendente un tentativo di conciliazione ai sensi di norme di legge. A tale riguardo questo Collegio ha già avuto modo di pronunciarsi statuendo, in linea con la giurisprudenza della Suprema Corte (v. Cass. 16/03/2001 n. 3825), nel senso che: nel nuovo codice di procedura penale non è stata riprodotta la disposizione di cui all art. 3, comma 2, del codice abrogato, né sono state reiterate le altre disposizioni ad essa collegate e contenute nel capo secondo del titolo primo del libro primo del medesimo codice, con conseguente soppressione di ogni riferimento alla c.d. pregiudiziale penale nel testo dell art. 295 c.p.c.. Deve pertanto ritenersi che il nostro ordinamento non sia più ispirato al principio dell unità della giurisdizione e della prevalenza del giudizio penale su quello civile, essendo stato dal legislatore instaurato il sistema della (pressoché) completa autonomia e separazione fra i due giudizi I richiamati principi normativi, aventi carattere e portata generale, devono ritenersi applicabili anche al procedimento dinanzi all ABF, per cui deve concludersi per la non sussistenza di un dover di sospensione quand anche risultasse iniziata l azione penale ai sensi dell art. 405 c.p.p. (v. decisione ABF n. 667/10 del 2/07/10). Pag. 5/8

5 Ancora in via preliminare si deve disattendere l eccezione di incompetenza, e comunque di irricevibilità, formulata dal resistente con riferimento alla natura esclusivamente documentale del presente procedimento. Se è infatti certamente vero che l istruttoria in questa sede è normativamente limitata all acquisizione di prove precostituite, senza alcuna possibilità di ingresso di strumenti probatori costituendi ed altrettanto è a dirsi per la CTU (quale strumento di ausilio cognitivo, come più propriamente deve considerarsi), ciò essendo espressamente dettato dal art. 6, comma 5 della su citata Delibera CICR n. 275/08, è però altrettanto vero che tale preclusione non necessariamente impedisce la cognizione e la decisione della presente controversia. Al riguardo la Suprema Corte ha ripetutamente statuito nel senso che anche in sede di verificazione della sottoscrizione disconosciuta il giudice, che ha il potere-dovere di utilizzare tutti gli elementi di prova comunque acquisiti senza essere vincolato ad alcuna graduatoria, non è obbligato a disporre consulenza tecnica quando il riscontro del fondamento o meno della domanda (di verificazione, n.d.r.) possa essere effettuato alla stregua di elementi di comparazione già acquisiti al processo, attendibili e conferenti per accertare l evidente e manifesta conformità o difformità dei caratteri grafici della firma da verificare (Cass. 19/05/08 n ). Ciò è tanto più vero nel caso qui vertito, dovendo la valutazione di conformità/difformità delle sottoscrizioni contestate dal ricorrente essere data mediante comparazione non con un altra sua qualsiasi firma, ma esclusivamente con lo specimen depositato presso l intermediario, dovendosi valutare il grado di diligenza adottato dall intermediario stesso nell esame della documentazione a vario titolo (disposizioni di prelievo, richiesta di assegno circolare, traenza di assegni di c/c) pervenutagli in corso di esecuzione del rapporto all epoca esistente tra le parti, al fine di verificarne la effettiva riferibilità all avente diritto. L art. 18 del D. Lgs. n. 231/07 attuativo della Direttiva 2005/60/CE concernente la prevenzione dell utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose, nonché della Direttiva 2006/70/CE che ne reca misure di esecuzione, prevede infatti l obbligo di identificazione della clientela anche sotto il profilo della verifica della riferibilità delle operazioni poste in essere nel corso del rapporto all effettivo titolare del rapporto stesso (cfr. ivi, lett. b e d), tanto essendo comunque dovuto anche ai sensi del più generale dovere di buona Pag. 6/8

6 fede di cui all art cod. civ., ripetutamente affermato dalla Suprema Corte quale dovere di tutela degli interessi della controparte contrattuale (v. ad es. Cass. 18/09/09 n ). Quanto sopra esposto consente di superare ogni contestazione in ordine all utilizzabilità della perizia grafologica depositata dal ricorrente o alla tempestività della sua produzione e di disattendere conseguentemente l istanza di parte resistente volta ad ottenere termine per il deposito di una propria perizia, Ciò rilevato, ritiene questo Collegio che il grado di difformità risultante dalla comparazione delle singole sottoscrizioni contestate dal ricorrente con lo specimen dal medesimo a suo tempo depositato presso l intermediario sia di tale evidenza da non consentire di ritenere debitamente assolto, da parte dell intermediario, il dovere di verifica di cui alla normativa posta dal D. Lgs 231/07 e quello di diligenza sullo stesso gravante ai sensi dell art cod. civ. nell esecuzione del rapporto di conto corrente de quo. Inoltre, la stessa deduzione di parte resistente, secondo la quale il cliente era presente al momento di effettuazione delle operazioni di prelievo di 1.000,00 e di emissione dell assegno circolare di 1.240,00 con ciò implicitamente riconoscendo che tali operazioni non sarebbero state eseguite direttamente dal titolare del rapporto di c/c, ancorchè in sua presenza lascia trasparire una prassi operativa decisamente anomala e non rispondente al canone di correttezza tipico della sana e prudente gestione dell attività creditizia. Per tali ragioni la domanda principale di rimborso merita di essere accolta nella misura di seguito indicata. Non così, invece, per quanto concerne la domanda di risarcimento dei danni non patrimoniali, che non concerne alcuna delle fattispecie per le quali la nota giurisprudenza della Sezioni Unite della Suprema Corte (Cass. SS.UU. 11/11/08 n ) ne ammette il riconoscimento, non trattandosi di lesione di beni aventi rilievo costituzionale, né di pregiudizi conseguenti a fatto-reato (dell intermediario) o la cui risarcibilità sia espressamente prevista dalla legge. In ragione di quanto precede la domanda del ricorrente, appare meritevole di accoglimento per l importo complessivo di ,00, ivi inclusi interessi e rivalutazione, oltre ad 1.000,00 e accessori di legge a titolo di rimborso forfettario delle spese legali sostenute. Pag. 7/8

7 P.Q.M. Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone inoltre che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 8/8