PERDITE DUREVOLI DI VALORE DELLE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI E IMMATERIALI
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- Luisa Santoro
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1 MAP PERDITE DUREVOLI DI VALORE DELLE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI E IMMATERIALI Commento e analisi del nuovo OIC 9 e delle connesse svalutazioni da effettuarsi, con una particolare attenzione all approccio semplifi cato per i soggetti di piccole e medie dimensioni. Il 5 agosto 2014 l Organismo Italiano di Contabilità ha pubblicato 16 nuovi principi contabili (OIC 9, 10, 12, 13, 14, 16, 17, 18, 19, 22, 23, 25, 26, 28, 29 e 31). Alcuni di questi principi sono stati oggetto di revisione e aggiornamento rispetto alla precedente versione, altri, come l OIC 9, sono stati pubblicati ex novo. L obiettivo del nuovo OIC 9 è quello di fornire un quadro sistematico e dettagliato sul tema delle svalutazioni per perdite durevoli di valore delle immobilizzazioni andando a sostituire le indicazioni precedentemente contenute nei rispettivi OIC 16 (Immobilizzazioni materiali) e OIC 24 (Immobilizzazioni immateriali). I primi bilanci d esercizio a dover applicare il principio contabile in commento saranno quelli chiusi al 31/12/2014. Pertanto il principio varrà ovviamente anche per i bilanci che verranno chiusi in data successiva al 31/12/2014, mentre si applicheranno le previsioni precedenti per i bilanci chiusi in data anteriore al 31/12/
2 La principale novità dell OIC 9 consiste nel considerare il modello basato sull attualizzazione dei fl ussi di cassa come la base logica per verifi care la recuperabilità delle immobilizzazioni non fi nanziarie. Parallelamente all importanza riposta in questo modello, si è però deciso di concedere delle semplifi cazioni ai soggetti di piccole e medie dimensioni affi nché le valutazioni da effettuarsi sul valore recuperabile delle immobilizzazioni non fi nanziarie non comportino oneri eccessivi per tali società. Con tale spirito viene consentito ai soggetti suddetti di utilizzare un approccio semplifi cato basato sulla capacità di ammortamento. L approccio basato sulla capacità di ammortamento è inoltre chiarito nella Appendice C del principio contabile con due casi applicativi semplifi cati di notevole utilità ai fi ni dell applicazione pratica del metodo. Va in primo luogo chiarito che si realizza una perdita durevole di valore nel momento in cui il valore recuperabile di una immobilizzazione non fi nanziaria risulta inferiore al valore netto contabile iscritto in bilancio. La durevolezza della perdita deve essere valutata in una prospettiva di lungo termine e non semplicemente nel momento della valutazione. Nel caso in cui si realizzi una perdita durevole di valore dovrà essere indicato il minor valore recuperabile nell attivo immobilizzato iscrivendo nella voce B10c) di Conto economico la perdita, se connessa alla gestione ordinaria, qualora invece la perdita sia connessa alla gestione straordinaria la stessa dovrà essere indicata nella voce E21. Gli eventuali successivi ripristini di valore dovranno invece essere indicati conseguentemente nelle voci A5 o E20. Prima di procedere con la complessa determinazione del valore recuperabile la società deve valutare se esistono indicatori di potenziali perdite di valore. Tali indicatori si riassumono in quanto segue: - evidenza dell obsolescenza o del deterioramento fi sico di un attività; - signifi cative variazioni, presenti o future, nell ambiente tecnologico, di mercato, economico o normativo che avranno effetto negativo per la società; - aumento dei tassi di interesse di mercato o di altri tassi di rendimento degli investimenti, con effetto negativo sul tasso di attualizzazione utilizzato nel calcolo del valore d uso, che si analizzerà in seguito, di un attività e con conseguente riduzione del valore equo; 10
3 - signifi cativa riduzione del valore di mercato di un attività in misura maggiore rispetto alle previsioni di normale riduzione dovuta al tempo o al normale uso; - superamento da parte del valore contabile delle attività nette del valore equo stimato delle stesse attività. Tale evento può avvenire, ad esempio, in occasione di una potenziale vendita dell intera società o di una parte di essa; - cambiamenti che hanno o avranno effetti negativi sulla società. Tali cambiamenti includono casi quali il non utilizzo di una attività, piani di dismissione o ristrutturazione del settore operativo a cui l attività appartiene, anticipo della data prevista per i piani di dismissione dell attività, ridefi nizione della vita utile dell immobilizzazione o evidenza che l andamento economico di un attività risulterà peggiore di quanto previsto, come desumibile dall informativa interna. Nel caso in cui si rilevi una perdita durevole di valore la si deve imputare in primo luogo al valore contabile dell avviamento della singola unità generatrice di fl ussi di cassa (UGC) e successivamente alle altre attività in percentuale rispetto al totale dell UGC. Come detto il valore recuperabile ha un importanza fondamentale nel determinare la presenza o meno di una perdita durevole di valore. Dove non sia possibile valutare il valore recuperabile della singola immobilizzazione è opportuno procedere a determinare il valore recuperabile dell unità generatrice di fl ussi di cassa di cui l immobilizzazione fa parte. A sua volta il valore recuperabile risulta dal maggiore tra il valore d uso (su cui vertono le principali differenze tra il metodo ordinario e l approccio semplifi cato) e il valore equo al netto dei costi di vendita. È quindi suffi ciente che uno dei due valori (d uso o equo) risulti superiore rispetto al valore netto contabile iscritto in bilancio per consentire alla società di non iscrivere una perdita di valore. Per valore equo (fair value) si intende il benefi cio economico ricavabile dalla vendita dell attività in questione al momento della data di valutazione e al verifi carsi di una transazione ordinaria e indipendente tra operatori di mercato. Pertanto il prezzo che viene concordato in un accordo vincolante di vendita tra parti indipendenti, consapevoli e disponibili, o il prezzo di mercato in presenza di un mercato attivo rappresentano indicatori corretti del valore equo. Qualora non sia possibile, circostanza non 11
4 infrequente, reperire accordi vincolanti o non esista un mercato attivo, dovranno essere utilizzate le migliori informazioni disponibili dalla società per individuare un valore di vendita nelle condizioni suddette, considerando, ad esempio, le cifre pattuite per transazioni recenti e nello stesso settore industriale per attività similari. Il valore equo utile ai fi ni del calcolo del valore recuperabile deve essere sempre conteggiato al netto dei costi di vendita. La determinazione del valore d uso prevede, invece, un processo logicamente più articolato rispetto al valore equo e deriva dal valore attuale dei fl ussi fi nanziari futuri che avranno origine dall attività oggetto di valutazione. Pertanto il valore d uso deriva da dati e informazioni di natura fi nanziaria quali la stima dei fl ussi fi nanziari futuri in entrata, al netto di quelli in uscita, derivanti dall uso continuativo dell attività sommati agli eventuali fl ussi netti incassabili dalla dismissione dell attività stessa. I fl ussi fi nanziari netti devono poi essere correttamente attualizzati con appropriato tasso di attualizzazione. Il tasso di sconto utilizzato deve identifi care il rendimento che un investitore si attenderebbe per un attività in grado di fornire fl ussi fi nanziari di importo, tempistica e rischio equivalenti rispetto a quelli attesi dalla società dall immobilizzazione in questione. Al fi ne di determinare i suddetti fl ussi fi nanziari, il redattore del bilancio deve utilizzare appositi piani e previsioni approvati dall organo amministrativo, reperendo quelli più recenti a disposizione, considerando che tali piani o previsioni non dovrebbero superare un orizzonte temporale di cinque anni. Inoltre nella stima dei fl ussi fi nanziari non devono essere considerati i fl ussi derivanti dall attività di fi nanziamento, da pagamenti o rimborsi fi scali e da investimenti futuri per cui non sia già esistente un obbligo giuridico per la società. Le proiezioni non devono tenere in considerazione nemmeno i fl ussi che potrebbero derivare da future ristrutturazioni per le quali la società non si è ancora impegnata o dal miglioramento o l ottimizzazione del rendimento aziendale. Infi ne, la stima dei fl ussi fi nanziari attesi deve essere condotta per unità generatrice di fl ussi di cassa (UGC) intendendo con tale terminologia il più piccolo gruppo identifi cabile di attività che include l attività oggetto di valutazione e genera fl ussi fi nanziari indipendenti da altre attività. 12
5 Al fi ne di determinare eventuali perdite durevoli di valore, solamente per le società considerate di piccole o medie dimensioni, è possibile applicare un approccio semplifi cato basato sulla capacità di ammortamento. La capacità di ammortamento è rappresenta da una grandezza di tipo economico e non fi nanziario e consiste nel margine che l attività aziendale riesce a mettere a disposizione per la copertura degli ammortamenti. A tal fi ne dovrà essere utilizzato il risultato economico dell esercizio oggetto di stima senza però considerare la gestione straordinaria e il carico fi scale. Si considerano società di piccole o medie dimensioni quelle società che non hanno superato due dei tre limiti sotto elencati per due esercizi consecutivi. Tali limiti dimensionali sono: - un numero medio di dipendenti superiore a 250; - un totale attivo di bilancio superiore a 20 milioni di euro; - ricavi netti delle vendite e delle prestazioni superiori a 40 milioni di euro. Le società che rientrano in questi limiti dimensionali possono quindi optare per un metodo meno oneroso in termini di complessità valutativa, posto che la logica del metodo valutativo rimane identica e che si ipotizza che i due risultati non divergano in misura rilevante. Le motivazioni che inducono a considerare il metodo dei fl ussi economici sostanzialmente simile a quello basato su fl ussi fi nanziari sono legate al fatto che spesso, nelle società di dimensioni minori, l unità generatrice di fl ussi di cassa coincide con l intera società e che in presenza di capitale circolante stabile i fl ussi economico-reddituali risultano simili a quelli finanziari. Tuttavia, tale metodo semplifi cato non è applicabile nel caso di redazione del bilancio consolidato. Rilevante differenza, tipica dell approccio semplifi cato, è legata al fatto che la capacità di ammortamento è considerata su fl ussi reddituali complessivi e non su fl ussi fi nanziari della singola immobilizzazione o UGC. Per tale motivo, qualora siano presenti all interno dell attività sociale diversi rami di azienda in grado di produrre fl ussi reddituali autonomi è consigliata un applicazione del metodo semplifi cato ad ogni ramo di azienda autonomo. Nel caso in cui la società presenti una struttura produttiva segmentata in rami d azienda che producono fl ussi di ricavi autonomi è necessario prestare particolare attenzione alle modalità di ripartizione dei costi indiretti su ogni singolo ramo d azienda. L OIC 9 inoltre chiarisce come gli ammortamenti, che devono essere almeno inferiori alla capacità di ammortamento, fanno ri- 13
6 ferimento alla struttura produttiva presente al momento della valutazione, senza considerare eventuali ampliamenti produttivi (e connessi investimenti). Infi ne la presenza, nel periodo temporale preso a riferimento, di esercizi sociali in perdita non implica automaticamente un obbligo di procedere con una svalutazione delle immobilizzazioni non fi nanziarie. Tale affermazione è valida anche quando la capacità di ammortamento di un esercizio non sia in grado di coprire gli ammortamenti dell anno. La valutazione va infatti eseguita per il complessivo periodo temporale preso a riferimento, preferibilmente non superiore a cinque anni, al termine del quale la capacità di ammortamento dovrà risultare complessivamente superiore all importo degli ammortamenti del periodo. In sostanza, il periodo di riferimento nel suo complesso dovrà evidenziare un margine economico positivo. L introduzione dell OIC 9 deve certamente essere accolta con favore in quanto dedica a un argomento estremamente delicato e attuale nel contesto economico nazionale odierno, la dovuta attenzione e sistematicità. Particolarmente apprezzabile è anche la distinzione effettuata, a seconda delle dimensioni aziendali, tra un metodo di valutazione ordinario ed uno semplifi cato. Infi ne è opportuno sottolineare come particolare cautela deve essere riposta dall organo amministrativo nella redazione dei piani aziendali pluriennali. Essi costituiscono una base fondamentale anche per stabilire se il valore delle immobilizzazioni materiali o immateriali è recuperabile dalla gestione aziendale futura in tutto o in parte. A tal proposito, la durata del periodo temporale preso a riferimento, tanto nel metodo ordinario quanto in quello semplifi cato, riveste un importanza fondamentale nella giustifi cazione dei fl ussi fi nanziari o economici futuri e su di essa devono essere fornite informazioni nella nota integrativa. Sempre nella nota integrativa devono anche essere fornite informazioni su altri valori fortemente in grado di variare il risultato delle stime, ossia sul tasso di attualizzazione utilizzato e su eventuali tassi di crescita previsti per i fl ussi fi nanziari o economici futuri. Da tutto quanto detto deriva, è bene ricordarlo, la fondamentale importanza dei piani aziendali pluriennali siano essi fi nanziari o economici. Gli stessi dovranno pertanto essere redatti con il maggiore dettaglio e grado di analiticità possibili. 14
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