L ESPERIENZA DELLE REGIONE LAZIO NELLA GESTIONE DELLE INFEZIONI CORRELATE ALL ASSISTENZA. Antonio Silvestri Risk Manager
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1 L ESPERIENZA DELLE REGIONE LAZIO NELLA GESTIONE DELLE INFEZIONI CORRELATE ALL ASSISTENZA Antonio Silvestri Risk Manager
2 1982 I RAPPORTO ISTISAN 1982 Indagine conoscitiva sulle infezioni ospedaliere negli ospedali italiani dei 680 ospedali intervistati, : 20 % ammetteva l esistenza di I.O. 15 % non riteneva il problema rilevante 65 % sosteneva di non avere casi di I.O. Studio Italiano Prevalenza Infezioni Ospedaliere (SIPIO) 142 ospedali (36000 letti) : prevalenza di I.O. del 6,8% 1983
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6 RESPONSABILITA PROFESSIONALE & INFEZIONI CORRELATE ALL ASSISTENZA CIVILE risarcimento del danno PENALE - lesioni colpose - omicidio colposo Se un paziente contrae un infezione nel corso della degenza, potrebbe agire in giudizio: contro l Azienda Sanitaria da cui dipende la struttura in cui si è (o si sarebbe) verificato l evento lesivo; contro il personale medico e sanitario che potrebbe aver contribuito a determinare tale evento.
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9 Antibiotic Resistance Threats in the United States 2013
10 INFEZIONI CORRELATE ALL ASSISTENZA ANOMALIA DEL PROCESSO DI CURA (prevedibile?/prevenibile?) INDICATORI DELLA QUALITÀ DELL ASSISTENZA PRINCIPALE EVENTO AVVERSO IN SANITA
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19 Costituzione di Gruppi di Lavoro in materia di Rischio Clinico: 1) Comitato Tecnico di Coordinamento Rischio Clinico 2) Gruppo di Lavoro di Coordinamento per le Infezioni Correlate all Assistenza (ICA) 3) Gruppo di Lavoro Comitato Valutazione Sinistri (CVS) 4) Gruppo di Lavoro per l elaborazione di un Piano Formativo
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21 LE ATTIVITÀ DI PREVENZIONE E CONTROLLO DEL RISCHIO INFETTIVO: rappresentano un elemento centrale del governo clinico sono parte integrante delle attività di risk management e qualità Identificazione dei rischi Valutazione dei rischi - Servizi di Igiene Ospedaliera - CC-ICA - CVS - Ingegneria Clinica - Registrazione delle informazioni - Costituzione di un database regionale Trattamento dei rischi - Revisione dei processi, procedure, raccomandazioni, LG - Formazione
22 LINEE DI INDIRIZZO REGIONALI PER LA DEFINIZIONE DELLE MODALITÀ OPERATIVE PER I COMITATI DI CONTROLLO DELLE INFEZIONI CORRELATE ALL ASSISTENZA (CC-ICA) L OBIETTIVO PRIMARIO DEI PROGRAMMI DI SORVEGLIANZA E CONTROLLO DEFINITI DAI CC-ICA DEVE CONCRETIZZARSI NELLA RIDUZIONE DEL RISCHIO ASSOLUTO E RELATIVO DI ACQUISIZIONE DELLE INFEZIONI IN AMBITO NOSOCOMIALE, ATTRAVERSO INTERVENTI DI : sorveglianza delle ICA mediante studi epidemiologici ad hoc; sorveglianza e utilizzo dei flussi informativi correnti; sorveglianza dei microrganismi Sentinella presenti nella struttura sanitaria; prevenzione dell emergenza di ceppi di microrganismi multiresistenti (MDR); definizione, controllo e revisione periodica delle procedure riguardanti tutte le attività correlate al rischio infettivo formazione continua del personale.
23 LINEE DI INDIRIZZO REGIONALI PER LA DEFINIZIONE DELLE MODALITÀ OPERATIVE PER I COMITATI DI CONTROLLO DELLE INFEZIONI CORRELATE ALL ASSISTENZA (CC-ICA) Studi di prevalenza/incidenza MACROAREE DI INTERVENTO Utilizzo dei flussi informativi Linee Guida e Procedure Operative Formazione continua degli operatori
24 LINEE DI INDIRIZZO REGIONALI PER LA DEFINIZIONE DELLE MODALITÀ OPERATIVE PER I COMITATI DI CONTROLLO DELLE INFEZIONI CORRELATE ALL ASSISTENZA (CC-ICA) Studi di prevalenza/incidenza I CC-ICA devono ritenere fondamentale l esecuzione di un attività di sorveglianza degli eventi infettivi attraverso periodiche rilevazioni (almeno annuali) della prevalenza puntuale degli episodi di origine nosocomiale in tutte le Unità Operative. E opportuno che tali studi contemplino un analisi dei dati: specifici per apparato; specifici per fattori di rischio (presidi e/o manovre invasive); relativi alle richieste di esami microbiologici; suddivisi per area di degenza; relativi all impostazione di una terapia antimicrobica
25 LINEE DI INDIRIZZO REGIONALI PER LA DEFINIZIONE DELLE MODALITÀ OPERATIVE PER I COMITATI DI CONTROLLO DELLE INFEZIONI CORRELATE ALL ASSISTENZA (CC-ICA) Utilizzo dei flussi informativi (1) Ruolo della Farmacia Ruolo del Laboratorio di Microbiologia confrontare i dati relativi al consumo di antibiotici con il riscontro microbiologico degli antibiogrammi; esplicitare le caratteristiche dei farmaci antimicrobici; adottare politiche comuni nell utilizzo delle richieste motivate e personalizzate di antibiotici; elaborare una reportistica, almeno semestrale, sui dati di consumo dei farmaci antinfettivi e dei relativi costi sostenuti; prevedere programmi formativi per i Clinici al fine di migliorare l appropriatezza prescrittiva, e la successiva predisposizione di linee guida condivise per l utilizzo dei farmaci antimicrobici, valutando anche la possibilità di un coinvolgimento dei Medici di Medicina Generale con l obiettivo di prevenire le multiresistenze batteriche anche in ambito territoriale.
26 LINEE DI INDIRIZZO REGIONALI PER LA DEFINIZIONE DELLE MODALITÀ OPERATIVE PER I COMITATI DI CONTROLLO DELLE INFEZIONI CORRELATE ALL ASSISTENZA (CC-ICA) Utilizzo dei flussi informativi (2) Ruolo del Laboratorio di Microbiologia Ruolo della Farmacia attivazione di un sistema di sorveglianza informatizzato in grado di individuare precocemente: i ceppi microbici circolanti nella struttura sanitaria, distinti per materiale e UU.OO.; le malattie infettive soggette a segnalazione; gli eventi epidemici; i microrganismi sentinella Feedback alle UU.OO. Microbiologia CC-ICA Report SISTEMA REGIONALE ALERT
27 LINEE DI INDIRIZZO REGIONALI PER LA DEFINIZIONE DELLE MODALITÀ OPERATIVE PER I COMITATI DI CONTROLLO DELLE INFEZIONI CORRELATE ALL ASSISTENZA (CC-ICA) Linee Guida e Procedure Operative la carenza di procedure corrette e condivise costituisce uno fra i principali fattori di rischio per l insorgenza di ICA tutte le attività programmate e svolte dai CC-ICA nell ambito della prevenzione e controllo degli eventi infettivi devono essere in linea con il Piano Aziendale della Qualità ai CC-ICA compete la valutazione delle procedure già presenti per tutte le attività e gli ambiti che possono essere riconducibili al rischio infettivo, nonché il loro aggiornamento Ai CC-ICA compete altresì il controllo dell applicazione delle procedure stesse, in sinergia con la Direzione Sanitaria Aziendale e/o di Presidio Al fine di garantire l effettiva attuazione delle politiche di sorveglianza e controllo, nonché delle attività di verifica, è opportuno che i Gruppi Operativi dei CC-ICA siano affiancati da figure di referenti/facilitatori, sia medici che infermieri, nei Dipartimenti e/o nelle Unità Operative
28 LINEE DI INDIRIZZO REGIONALI PER LA DEFINIZIONE DELLE MODALITÀ OPERATIVE PER I COMITATI DI CONTROLLO DELLE INFEZIONI CORRELATE ALL ASSISTENZA (CC-ICA) Formazione continua degli operatori E opportuna la partecipazione attiva dei Comitati nella programmazione dei piani di formazione e aggiornamento del personale finalizzata alla conoscenza, sorveglianza e prevenzione delle ICA, includendo i professionisti, il personale di supporto clinico e non clinico e anche i pazienti e i familiari, compresi altri visitatori I pazienti e i familiari devono essere incoraggiati a partecipare all implementazione e all utilizzo delle pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni all interno dell organizzazione La formazione deve includere anche i risultati e gli andamenti (trend) rilevabili dalle attività di sorveglianza. Criterio Esiste evidenza di coinvolgimento dei cittadini nell implementazione e nell utilizzo delle pratiche di prevenzione e controllo delle ICA, anche attraverso l utilizzo di idonei strumenti di comunicazione? Indicatore - Manuale della qualità - Verbali di riunione - Comunicati-tipo
29 LINEE DI INDIRIZZO REGIONALI PER LA DEFINIZIONE DELLE MODALITÀ OPERATIVE PER I COMITATI DI CONTROLLO DELLE INFEZIONI CORRELATE ALL ASSISTENZA (CC-ICA)
30 LINEE DI INDIRIZZO REGIONALI PER LA DEFINIZIONE DELLE MODALITÀ OPERATIVE PER I COMITATI DI CONTROLLO DELLE INFEZIONI CORRELATE ALL ASSISTENZA (CC-ICA)
31 LINEE DI INDIRIZZO REGIONALI PER LA DEFINIZIONE DELLE MODALITÀ OPERATIVE PER I COMITATI DI CONTROLLO DELLE INFEZIONI CORRELATE ALL ASSISTENZA (CC-ICA)
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33 In relazione alle attività svolte dal CIO, si dichiara quanto segue: SI NO Di aver nominato, con atto formale, il Comitato per il controllo delle ICA, il gruppo operativo ristretto ed il relativo regolamento, così come previsto dalla Circolare Ministeriale n. 52 del 20/12/1985; Di aver individuato, con apposito atto, il personale dedicato alla sorveglianza e controllo delle ICA, in particolare un medico con funzioni di Coordinamento del Gruppo Operativo e almeno un infermiere dedicato; Di aver portato a termine almeno quattro riunioni del CIO nell ultimo anno, con relativo verbale documentabile; Di aver declinato un programma di prevenzione delle ICA documentabile nell ultimo anno; Il Clinical Risk Manager fa parte del Comitato: in qualità di componente in qualità di coordinatore Di aver istituito un sistema di Reporting delle ICA, con particolare riferimento ai microrganismi alert e alla Circolare prot. n P del 26/02/2013; Di aver progettato una strategia di comunicazione interna; Di aver inserito stabilmente i dati riguardanti le ICA nel percorso di formazione finalizzato ad aumentare le competenze professionali degli operatori. Si allega la documentazione relativa a quanto sopra dichiarato IL RAPPRESENTANTE LEGALE DELLA STRUTTURA (Timbro e Firma)
34 AZIONI CONTENUTE NEI PIANI ANNUALI DI RISK MANAGEMENT NUMERO AZIENDE OBIETTIVI DI GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO NEL PROCESSO DI BUDGETING PROCEDURA SU COMPOSIZIONE E ATTIVITÀ CVS CORRETTA APPLICAZIONE PROTOCOLLO SIMES INSERIMENTO SINISTRI PORTALE LAIT VERIFICA GESTIONE DOCUMENTAZIONE SANITARIA MONITORAGGIO CHECKLIST SALA OPERATORIA IMPLEMENTAZIONE RACCOMANDAZIONI MINISTERIALI (N. 14) MONITORAGGIO E CONTROLLO ICA MONITORAGGIO E CONTROLLO ICA MODALITÀ DIFFUSIONE PARM
35 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% SI NO
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37 3 Attivazione di un sistema che garantisca il monitoraggio di microrganismi con caratteristiche di antibiotico-resistenza e/o di elevata diffusibilità (microrganismi alert)
38 L istituzione di un Gruppo di Lavoro di Coordinamento Regionale per le ICA La presenza di un obiettivo chiaramente assegnato ai DG in materia di ICA hanno rappresentato l occasione per avviare un progetto di sorveglianza regionale delle infezioni/colonizzazioni da microrganismi sentinella, il cui obiettivo è quello di organizzare una stabile raccolta di dati epidemiologici e clinici, che consenta di conoscere e monitorare a livello regionale la circolazione dei microrganismi alert e i tassi di infezioni.
39 REFERENTE LABORATORIO MINISTERO SALUTE entro 48 ore IST. SUP. DI SANITÀ REGIONE DIREZIONE SANITARIA entro 48 ore entro 7 giorni DIPARTIMENTO PREVENZIONE ASL COMPETENTE
40 Dati microbiologici (Referente Microbiologia) Informazioni cliniche/epidemiologiche (CC-ICA) INTEGRAZIONE (Risk Manager)
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42 Enterobatteri CAR R Colture di sorveglianza Sorveglianza Nazionale germi alert germi alert
43 Percorso assistenziale Isolati Enterobatteri CAR R Colture di sorveglianza Sorveglianza Nazionale
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