EDU-FAD. Le Neoplasie del Sistema Nervoso Centrale. Educazione Medica Continua in Oncologia. a cura della Dottoressa Alba Brandes



Documenti analoghi
dr Sherkat Trattamento dei gliomi maligni Terapie combinate

SEBASTIANO FILETTI. Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche. Università di Roma Sapienza, Roma

NEOPLASIE CEREBRALI. M. Leonardi M. Reni F. Spagnolli A. Tosoni

16th World Conference on Lung Cancer (WCLC): highlights

1. Incidenza. 2. Definizione

Linee Guida AIOM Neoplasie Cerebrali

Tumori astrocitici diffusi

APPROCCIO RADIOTERAPICO

Espressione di geni specifici per un determinato tumore

Lo sviluppo del cancro è un processo complesso che coinvolge parecchi cambiamenti nella stessa cellula staminale. Poiché tutte le cellule staminali

TUMORI DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE. Dott. Giorgio Trapella Neurochirurgia

Screening dei gliomi cerebrali nei pazienti con sindrome di Ollier/Maffucci: come, quando e perché?

CLASSIFICAZIONE DEI TUMORI ENDOCRANICI

E.Molfese, P.Matteucci, A.Iurato, M. Fiore, L.E. Trodella, L. Poggesi, R.M. D Angelillo, E. Iannacone, L.Trodella!

METASTASI POLMONARI. Terapia Oncologica. Dott. Marcello Tiseo Unità Operativa di Oncologia Medica Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma

Linee guida NEOPLASIE CEREBRALI

Si manifestano nel 30% dei pazienti oncologici. metodiche di diagnostica per immagini più sensibili e accurate

Diagnosi precoce delle neoplasie del collo dell utero

La radioterapia nelle metastasi cerebrali

Ruolo prognostico della dual-point 18F-Etil-Tirosina PET/CT cerebrale nella valutazione della sospetta recidiva di glioma cerebrale

Il RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE NELLA IDENTIFICAZIONE DELLE PERSONE CON SOSPETTA DEMENZA. T. Mandarino (MMG ASL RMA )

PSA SCREENING NEL TUMORE DELLA PROSTATA

LA RESEZIONE DELLE METASTASI EPATICHE NEL TUMORE METASTATICO DEL COLON RETTO

I dati morfo-fenotipici, genotipici e clinici hanno permesso di suddividere il linfoma di Hodgkin in quattro gruppi istologici.

Modulo 2. Diagnostica per immagini APPROFONDIMENTO

LE NEOPLASIE DIFFERENZIATE DELLA TIROIDE Paolo Fracchia SOC ORL ASL AL Casale Monferrato

TUMORI DEL SNC SARA VARANESE, MD PHD

IL RUOLO DELL INFERMIERE

Documento PTR n.212 relativo a:

TUMORI CEREBRALI IN ETA PEDIATRICA: DALLA CLINICA AL TRATTAMENTO. Torino, 27 novembre 2010

PERCORSI DIAGNOSTICO-TERAPEUTICI E ASSISTENZIALI PER I PAZIENTI AFFETTI DA TUMORI DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE

Domande relative alla specializzazione in: Oncologia medica

Valutazione dell outcome riabilitativo nell ictus ischemico ed emorragico in termini di efficacia ed efficienza del trattamento

Trials clinici. Disegni di studio

QUALITÀ E SICUREZZA PER I NOSTRI PAZIENTI

Maschio di 79 anni Ricovero per patologia polmonare sospetta TC Cerebrale senza e con MDC RMN Scintigrafia ossea

HOT TOPICS IN CHIRURGIA

MULTIDISCIPLINARIETA E PROCESSO GISMa settembre 2013

L infermiere al Controllo di Gestione

Bambini e ragazzi affetti da tumore

Tumori del sistema nervoso centrale

PRESENTAZIONE DEL PDTA ELABORATO DAL GRUPPO U.O.C. CHIRURGIA TORACICA UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PADOVA AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA

REGIONE DEL VENETO AZIENDA UNITA LOCALE SOCIO SANITARIA N. 6 VICENZA PROVVEDIMENTO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE

Il mieloma multiplo La terapia

Miglioramento continuo dell assistenza infermieristica in ambito chirurgico attraverso la discussione dei casi

Sarcomi delle Parti Molli

Stefano Miglior. Quando iniziare la terapia medica SMI

PROGETTAZIONE E ORGANIZZAZIONE DI UN PROGRAMMA DI SCREENING. Relatore: Brunella Spadafora

Bari, 7-10 novembre 2013 Gestione del Carcinoma Tiroideo in progressione Take Home Messages

Protocollo di studio clinico o epidemiologico

L età dei vincitori La presenza femminile. L età dei vincitori La presenza femminile. Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato

Radioterapia convenzionale ipofrazionata a dì alterni vs. IMRT/IGRT ipofrazionata breve in pazienti con glioblastoma in classe RPA V e VI

STUDI SU MATERIALE GENETICO

PDTA - 04 Rev. 0 del 24/10/2013

LA FONTE. Martedì, 15 Maggio 2012

I quattro ordini di scuola a confronto Elisabetta Malaguti

SCHEDA FARMACO. Principio attivo (nome commerciale) Forma farmaceutica e dosaggio, posologia, prezzo, regime di rimborsabilità, ditta

RASSEGNA STAMPA martedì 26 maggio 2015

Sede Indirizzo Via XX Settembre 98/E ROMA. Telefono Fax

Quando il dolore è ancora un problema. XVII CIPOMO Congresso Nazionale Roma, giugno 2013

PROCEDURE - GENERALITA

Quali sono i tipi istologici di tumore cerebrale più frequenti in età pediatrica? Quali sono le ricadute pratiche degli studi biologici?

IL RUOLO DELLA RADIOTERAPIA NEL DOLORE ONCOLOGICO. S.C. Radioterapia ASL TO4 Ivrea Maria Rosa La Porta

Documento di accompagnamento: mediane dei settori bibliometrici

PROGRAMMA DEFINITIVO

Comune di San Martino Buon Albergo


NSCLC - stadio iiib/iv


Dott. Alessandro Fabbri U.O. Pneumologia ASL 3 PT Direttore ff Dott. Franco Vannucci

BIOLOGIA MOLECOLARE E DIAGNOSI DELLE NEOPLASIE VESCICALI: FOLLOW-UP ED IMPLICAZIONI PROGNOSTICHE

AIRO INCONTRA SIRM Diagnostica per Immagini e trattamenti non chirurgici del nodulo polmonare solitario

PROCEDURA OPERATIVA DI VALUTAZIONE DEI DIPENDENTI

CONVENZIONE SUL QUADRO PROMOZIONALE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO,

RAZIONALE ED OBIETTIVI DIDATTICI

L ICF - Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute

Applicazione dei principi e delle metodologie della Fisica alla medicina. F. Paolo Gentile FISICA MEDICA. Canale Monterano (RM)

LA DIAGNOSTICA MOLECOLARE E I TUMORI DEL SANGUE

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

A cura di Giorgio Mezzasalma

La terapia medica primaria e adiuvante e il follow-up: le principali novità. a cura di Claudio Zamagni (Bologna) e Antonio Frassoldati (Ferrara)

Il ruolo di CA15-3 nel monitoraggio della terapia nel carcinoma mammario metastatico: un caso clinico

ANALISI DI ALCUNI INDICATORI DI FOLLOW-UP NEL TUMORE DELLA MAMMELLA NELL ASL DELLA PROVINCIA DI VARESE ANNO 2009

Cancro del testicolo

Il rischio cancerogeno e mutageno

Automazione Industriale (scheduling+mms) scheduling+mms.

F.Trippa, M.Muti, L.Draghini, R.Rossi, M.Principi,

Finanziamento di Progetti di Ricerca in Oncologia. Bando interno per l anno 2013

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

Comune di OLGIATE OLONA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Rassegna Stampa. Comunicato stampa. Intermedia s.r.l. per la comunicazione integrata

LO STATO DELLA RICERCA SANITARIA IN ITALIA

Grazie dell attenzione

La gestione del Rischio Clinico in Valle d Aosta: consolidamento del metodo FMEA

NUOVE PROSPETTIVE PER IL RIPRISTINO DELLO SVILUPPO CEREBRALE NELLA SINDROME DI DOWN

MANUALE DELLA QUALITÀ SIF CAPITOLO 08 (ED. 01) MISURAZIONI, ANALISI E MIGLIORAMENTO

Risultati del triage e del follow-up post-trattamento con HPV-DNA test

Il programma si compone di due ricerche internazionali sulle valutazioni legate all assistenza degli individui affetti da tali patologie.

ANALISI DEI RICOVERI OSPEDALIERI PER TUMORE DEL POLMONE ANNO

Transcript:

Associazione Italiana di Oncologia Medica EDU-FAD Educazione Medica Continua in Oncologia Le Neoplasie del Sistema Nervoso Centrale a cura della Dottoressa Alba Brandes

EDU-FAD Educazione Medica Continua in Oncologia Le Neoplasie del Sistema Nervoso Centrale a cura della Dottoressa Alba Brandes Progetto Working Group ECM&Congressi Edizione 2009 www.edufadaiom.it

Edizione 2009 Aiom - Associazione Italiana di Oncologia Medica Via E. Nöe, 23-20133 Milano, Italy Tel: +39 02 70632097 Fax: +39 02 2360018 E-mail: aiom@aiom.it www.aiom.it TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI Progetto grafico e DTP: QG Project Longone al Segrino (Co) Stampa: Grafismi Longone al Segrino (Co)

??????????? Responsabile di Patologia Alba Brandes A. O. Bellaria - Dip. Oncologia Medica Via Altura 3, Bologna Email: a.brandes@ausl.bo.it Associazione Italiana di Oncologia Medica Co-Autori Enrico Franceschi A. O. Bellaria - Dip. Oncologia Medica Via Altura 3, Bologna e-mail: enricofra@yahoo.it Elena Mazza UO Oncologia Medica, Istituto Scientifico San Raffaele IRCCS via Olgettina 60, Milano e-mail: mazza.elena@hsr.it Alicia Tosoni A. O. Bellaria - Dip. Oncologia Medica Via Altura 3, Bologna e-mail: alicia.tosoni@fastwebnet.it Direttivo AIOM 2007-2009 Presidente: Francesco Boccardo Presidente eletto: Carmelo Iacono Segretario: Marco Venturini Tesoriere: Maria Teresa Ionta Consiglieri: Paolo Carlini Giovanni Condemi Stefania Gori Evaristo Maiello Paolo Marchetti Rodolfo Passalacqua Carmine Pinto Valter Torri WG ECM&Congressi AIOM 2007-2009 Coordinatore: M.T. Ionta, Componenti: G. Bernardo, E. Bria, M. Cazzaniga, P. Comella, A. Dinota, S. Iacobelli, M. Nardi, S. Palmeri, G. Palmieri, G. Procopio, G. Rosti, R. Samaritani. 3

Presentazione Associazione Italiana di Oncologia Medica, tenendo fede alla sua mission, L si fa promotrice del progetto educazionale EDU-FAD. Il progetto prevede la creazione di una Collana, costituita da sei monografie indipendenti, riguardanti patologie di notevole interesse oncologico e di alto impatto sociale. Abbiamo scelto, pertanto sei argomenti che riteniamo rappresentino ancora i temi caldi del sapere oncologico, in continua evoluzione, sia per le recenti scoperte, frutto della ricerca di base, sia per i trattamenti innovativi, frutto della ricerca clinica e della ricerca traslazionale. Della Collana fanno parte: il Carcinoma della Mammella, il Carcinoma del Colon-Retto, il Carcinoma del Polmone, le Neoplasie del Sistema Nervoso Centrale, i Sarcomi dell Adulto, il Carcinoma Renale e i Carcinomi Uroteliali. Tutti coloro che hanno a cuore l oncologia e le problematiche dei pazienti collegate alla cura delle neoplasie troveranno in questa Collana una esauriente e completa fonte di informazioni e avranno l opportunità di approfondire la patologia di loro interesse nella sua globalità. Ogni argomento è, infatti, corredato da dati riguardanti l epidemiologia, la diagnostica, la stadiazione, il trattamento multidisciplinare, con ricchezza di particolari e di voci bibliografiche per un ulteriore approfondimento. Al progetto hanno partecipato alcuni tra i maggiori Opinion Leaders del settore, in collaborazione con i Giovani Oncologi AIOM, particolarmente esperti nella patologia trattata. Oltre quaranta tra Autori e Co-Autori, hanno offerto la loro collaborazione con spirito di servizio e dedizione, consapevoli di siglare un opera di alto profilo scientifico e di alto livello educazionale. La presenza dei Giovani Oncologi in questo progetto educazionale, ha una doppia valenza. Da una parte la partecipazione costante e attiva alla vita della nostra Associazione, dall altra il contributo diretto, in prima persona, alla costituzione di un fondo per le borse di studio destinate ai Giovani Oncologi AIOM più meritevoli. Uno degli obiettivi del progetto, è infatti, la totale destinazione dell utile, ottenuto dall operazione editoriale, al fondo riservato alle borse di studio, grazie al contributo di alcune Aziende Farmaceutiche interessate al progetto educazionale. La Collana verrà distribuita a tutti gli Oncologi Italiani. Ciascuna monografia, inoltre, entrerà a far parte di un percorso di formazione a distanza (tramite sistema FAD) con una piattaforma inserita nel sito dell AIOM, per coloro i quali volessero acquisire crediti ECM, con valutazione tramite test a risposta multipla. Il nostro vivo ringraziamento vada a tutti gli Autori e Co-Autori che hanno contribuito alla stesura dell opera ed alle Aziende Farmaceutiche che ne hanno permesso la realizzazione e la diffusione. Francesco Boccardo Past President AIOM Carmelo Iacono Presidente AIOM 5

SOMMARIO Principi generali 8 Glioblastoma 12 La chemioterapia 15 Trattamento del Glioblastoma nell anziano 18 Valutazione della risposta in neuro-oncologia 21 Gliomi Anaplastici (Who grado 3) 23 Gliomi Basso Grado (Who grado 2) 26 Ependinoma 29 Metastasi cerebrali 33 Bibliografia 39 Questionario 52 7

Le Neoplasie del Sistema Nervoso Centrale PRINCIPI GENERALI I tumori primitivi del sistema nervoso centrale (SNC) hanno in Europa una incidenza di 5 casi su 100.000 abitanti/anno, senza significative differenze fra le varie nazioni europee, e causano il 2% di tutte le morti per cancro 1. Negli ultimi tre decenni si è registrato un progressivo aumento di incidenza: tale aumento non pare imputabile solamente alla maggiore diffusione delle migliorate metodiche di imaging (TC e RM cerebrale) che consentono una diagnosi più accurata. Questo aumento è stato più rilevante nella fascia d età 65 anni, dove l incidenza è più che raddoppiata 1. In campo neuro-oncologico la diagnosi istologica rappresenta il gold standard. Solo attraverso un indagine patologica e molecolare sul tessuto tumorale si può arrivare ad una migliore caratterizzazione dei diversi oncotipi e ad una migliore stratificazione delle più adeguate strategie terapeutiche. CLASSIFICAZIONE Nel 2007 è stata pubblicata una revisione della classificazione dei tumori del SNC dell Organizzazione mondiale della sanità (WHO 2007) che sostituirà la classificazione precedente del 2000, alla quale la maggior parte dei Neuro-Patologi fa oggi riferimento. Rispetto alla precedente classificazione la WHO 2007 introduce 8 nuove entità istologiche (glioma angiocentrico, papilloma dei plessi corioidei atipico, neurocitoma extraventricolare, tumore glioneuronale papillare (PGNT), tumore glioneuronale formante rosette del quarto ventricolo, tumore papillare della regione pineale, pituicitoma, oncocitoma a cellule fusate dell adenoipofisi). Vengono inoltre introdotte alcune varianti istologiche (astrocitoma pilomixoide, medulloblastoma anaplastico, medulloblastoma con nodularità estensiva) in caso di evidenza di una differente distribuzione per fascia di età, sede di malattia, profilo genetico o comportamento clinico. Nella nuova classificazione sono stati maggiormente approfonditi i capitoli riguardanti la genetica molecolare e la differenziazione del grado istologico. Il tumore rabdoide è stato aggiunto tra le sindromi di predisposizione tumorale del SNC 2. La discordanza diagnostica fra neuro-patologi legata principalmente al grado di esperienza del singolo specialista ( downgrading o upgrading dell anaplasia superiore ad 1 grado) raggiunge il 20%; e queste diversità possono influenzare in modo determinante il successivo iter terapeutico del paziente. 8

CLASSIFICAZIONE ISTOLOGICA WHO 2007 TUMORI DEL TESSUTO NEURO-EPITELIALE Tumori astrocitari Astrocitoma grado I (pilocitico, gigante a cellule subependimali) Astrocitomi diffusi (grado II) (pilomixoide, diffuso, xantoastrocitoma pleomorfo) Astrocitoma anaplastico (grado III) Glioblastoma (Grado IV) (var. a cell giganti, gliosarcoma) Tumori oligodendrogliali Oligodendroglioma (grado II) Oligodendroglioma Anaplastico (grado III) Gliomi misti Oligoastrocitoma (grado II) Oligoastrocitoma anaplastico (grado III) Tumori ependimali Ependimoma (grado II) Ependimoma mixopapillare e subependimoma (grado I) Ependimoma anaplastico (grado III) Tumori dei plessi corioidei Papilloma dei plessi corioidei (grado I) Papilloma dei plessi corioidei atipico (grado II) Carcinoma dei plessi corioidei (grado III) Altri tumori neuroepiteliali Glioma angiocentrico (grado I) Glioma cordoide del III ventricolo (grado II) Tumori misti gliali e neuronali Gangliocitoma, ganglioglioma (grado I) Ganglioglioma anaplastico (grado III) Astrocitoma desmoplastico infantile e ganglioglioma (grado I) Tumore neuroepiteliale disembrioplastico (grado I) Neurocitoma centrale (Grado II) Neurocitoma extraventricolare (Grado II) Liponeurocitoma cerebellare (Grado II) Paraganglioma spinale (Grado I) Tumore glioneuronale papillare (Grado I) Tumore glioneuronale formante rosette del IV ventricolo (Grado I) Tumori neuroblastici Neuroblastoma olfattorio (estesioneuroblastoma) Tumori della pineale Pinealocitoma (Grado I) Tumori pineali a differenziazione intermedia (Grado II-III) Tumore papillare della regione pineale (Grado II-III) Pinealoblastoma (Grado IV) Tumori embrionali Medulloblastoma (desmoplastico, a cellule giganti, melanotico, medullomioblastoma) (Grado IV) Tumori primitivi neuroectodermici del SNC (PNET) (Grado IV) Tumore rabdoide/teratoide atipico (Grado IV) TUMORE DEI NERVI PERIFERICI Schwannoma (Grado I) Neurofibroma (Grado I) Perineurinoma (Grado I-III) tumori delle guaine nervose periferiche (MPNST) (grado II-IV) >> 9

Le Neoplasie del Sistema Nervoso Centrale >> CLASSIFICAZIONE ISTOLOGICA WHO 2007 TUMORI MENINGEI Tumori meningoteliali Meningioma (Grado I) Meningioma atipico (Grado II) Meningioma anaplastico o maligno (Grado III) Emangiopericitoma (Grado II) Emangiopericitoma anaplastico (Grado III) Emangioblastoma (Grado I) Tumori mesenchimali non Lipoma, liposarcoma, fibrosarcoma, condroma, rabdomiosarcoma, meningoteliali osteosarcoma, emangiopericitoma etc. Tumori melanocitici Melanocitosi diffusa, melanoma maligno, melanomatosi meningea Incerta origine Emangioblastoma TUMORI EMOPOIETICI Linfomi e plasmocitomi TUMORI A CELLULE GERMINALI Germinomi (seminomi), carcinomi embrionali carcinomi del sacco vitellino corion carcinomi teratomi (maturi, immaturi, con trasformazione maligna) misti TUMORI DELLA REGIONE SELLARE Craniofaringioma (Grado I) Tumore a cellule granulari della neuroipoofisi (Grado I) Pituicitoma (Grado I) Oncocitoma a cellule fusate dell adenoipofisi (Grado I) TUMORI METASTATICI DIAGNOSI E STADIAZIONE La Risonanza Magnetica Cerebrale (RM) rappresenta l indagine di scelta per diagnosi e follow up di pazienti con neoplasia cerebrale. Indicazioni alla TC sono costituite dalle urgenze (emorragia, idrocefalo ostruttivo etc.) oppure dalla ricerca di calcificazioni delle neoplasie oligodendrogliali. Lo studio RM in paziente con neoplasia cerebrale dovrebbe comprendere almeno una sequenza assiale o coronale T1-pesata senza gadolinio, quindi sequenze multiple T1-pesate con gadolinio secondo i tre assi, e sequenze in T2 e FLAIR (generalmente assiale o coronale). Salvo rare eccezioni (ad esempio astrocitoma pilocitico) l enhancement è tipico delle forme ad alto grado, e l area tumorale viene misurata come prodotto dei due diametri perpendicolari maggiori dei noduli di enhancement che appaiono nelle scansioni in T1 con gadolinio 3,4. Per le forme a basso grado, prive di enhancement, la definizione del diametro tumorale è più controversa, e generalmente 10

eseguita con il metodo dei diametri perpendicolari sulle aree di alterato segnale alle scansioni T2 o FLAIR, anche se il confine fra tumore ed edema è spesso non riconoscibile. Lo studio radiologico pre-operatorio può essere eventualmente completato con angio-rm per meglio chiarire le caratteristiche della circolazione intratumorale e per pianificare in modo migliore l intervento. La risonanza magnetica a spettroscopia nucleare (MRS) è una tecnica promettente in grado di fornire dati multiparametrici registrando i differenti pattern spettrali del tessuto cerebrale in base alla diversa distribuzione di N-acetilaspartato e creatina (elevati nel tessuto sano) e della colina e lattato (elevati nei tessuti tumorali). La MRS può così visualizzare l estensione del tessuto neoplastico e contemporaneamente quantificare la sua attività metabolica; ciò si presta ad essere particolarmente utile per il monitoraggio della risposta alla chemioterapia, per il precoce riscontro delle recidive 5, oppure per la diagnosi differenziale fra tumore e radionecrosi. La PET con 18F-deossiglucosio o con Metionina può essere utile in fase diagnostica per la diagnosi differenziale di masse intracraniche prive di enhancement oppure nell identificazione di tumori sistemici in caso di metastasi cerebrali da tumore primitivo ignoto. La comparsa di aree di enhancement nella RMN di pazienti che raggiungono la remissione completa dopo i trattamenti di prima linea non sempre corrisponde a ripresa di malattia poiché anche le aree di radionecrosi possono avere un danno di barriera e captare il gadolinio. In questa situazione, la FDG-PET o Met-PET può essere utile nel differenziare il tumore metabolicamente attivo dal freddo tessuto necrotico o cicatriziale 6, per i gliomi a basso grado devono essere impiegati solo i traccianti alternativi (metionina). Le neoplasie gliali non danno quasi mai localizzazioni extra-assiali, per cui per esse non è applicabile il sistema TNM. A parte l indagine neuroradiologica, non si applicano ulteriori esami di stadiazione nelle neoplasie gliali (unica eccezione: tumori ependimali, vedi oltre) 11

Le Neoplasie del Sistema Nervoso Centrale GLIOBLASTOMA STORIA NATURALE Il glioblastoma è la neoplasia cerebrale più aggressiva e più frequente, con un incidenza media di 7-8 casi ogni 100.000 abitanti I sintomi più comuni al momento dell esordio clinico sono deficit neurologici progressivi, deficit motori, cefalea e crisi comiziali. Per molti pazienti la diagnosi di glioblastoma viene posta alcune settimane dopo la comparsa dei sintomi iniziali, soprattutto nei pazienti con cefalea intermittente o deficit motori o cognitivi sfumati. Ovviamente un primo episodio di crisi epilettiche e/o la comparsa di sintomi neurologici rendono necessaria l esecuzione di una TAC o RMN. I glioblastomi si presentano radiologicamente come lesioni con presa di contrasto irregolare (spesso con aspetto di iperintensità ad anello con centro necrotico), dopo iniezione di gadolinio nelle immagini T1-pesate. Dal punto di vista anatomo-patologico i glioblastomi sono caratterizzati dall infiltrazione del tessuto cerebrale circostante (cellule tumorali possono essere ritrovate anche a distanza di parecchi centimetri dalle aree con presa di contrasto), dalla presenza di necrosi e la marcata proliferazione dell endotelio. La prognosi dei pazienti affetti da glioblastoma è infausta, con mediane di sopravvivenza intorno a 12-14 mesi, sebbene le nuove conoscenze di biologia molecolare e citogenetica abbiano permesso di differenziare particolari sottogruppi di pazienti con prognosi significativamente migliore. I FATTORI PROGNOSTICI Età, Performance Status, e grado istologico rappresentano i fattori prognostici più rilevanti nei principali studi randomizzati relativi ai gliomi ad alto grado. Nell ambito del Radiation Therapy Oncology Group (RTOG) è stata elaborata una suddivisione in classi prognostiche delle neoplasie astrocitarie ad alto grado (astrocitoma anaplastico e glioblastoma) in 6 classi di prognosi in base a età, grado istologico, Karnofsky Performance Status, funzione neurologica, tipo di chirurgia (resezione verso biopsia) e dose di radioterapia erogata (meno o più di 54.4 Gy) 7. Nel 2006 è stata pubblicata un analisi relativa allo studio randomizzato di fase III condotto dalla European Organization for Research and Treatment of Cancer (EORTC) e del National Cancer Istitute del Canada (NCIC) che ha confermato la predittività di queste classi prognostiche in 573 pazienti affetti da glioblastoma 8 trattati con radioterapia con o senza l associazione di temozolomide. Questa analisi, diversamente dalla precedente del RTOG, ha valutato solo pazienti con glioblastoma ed ha incluso anche la valutazione del Mini-Mental Status 9. 12

??????????? Classificazione prognostica secondo RTOG Classe Fattori Prognostici sopravvivenza mediana (mesi) III Età < 50, Astrocitoma anaplastico chirurgia, con deficit neurologici Età < 50, Glioblastoma, KPS 90-100 17,9 IV Età < 50, Glioblastoma, KPS < 90 Età 50, KPS 70-100, Astrocitoma anaplastico, meno di tre mesi fra comparsa dei sintomi e chirurgia 11,1 Età > 50, Glioblastoma, resezione chirurgica, non deficit neurologici V Età 50, KPS 70-100, Glioblastoma, resezione, chirurgica con deficit neurologici oppure solo biopsia seguita da almeno 54.4 Gy 8,9 Età 50, KPS < 70, non deficit neurologici VI Età 50, KPS 70-100, Glioblastoma, solo biopsia, meno di 54.4 Gy 4,6 Età 50, KPS < 70, deficit neurologici Le classi I e II non inserite in figura sono relative ai pazienti affetti da astrocitoma anaplastico 7. Classificazione prognostica secondo EORTC/NCIC nei pazienti affetti da GBM trattati con sola radioterapia o temozolomide concomitante ed adiuvante a radioterapia Classe Fattori Prognostici sopravvivenza mediana in mesi Sopravvivenza mediana in mesi (Radioterapia) (Temozolomide concomitante e adiuvante a radioterapia) III Età < 50, WHO PS 0 15 21 IV Età < 50, WHO PS 1-2 Età 50, Chirurgia radicale 13 16 o parziale, MMSE 27 V Età 50, MMSE <27, 9 10 solo biopsia MMSE: Mini Mental Score Examination. (Mirimanoff J Clin Oncol 2006) 13

Le neoplasie Neoplasie del sistema Sistema nervoso Nervoso centrale Centrale LA CHIRURGIA L approccio chirurgico rappresenta cronologicamente la prima opzione terapeutica, e deve essere quanto più possibile ampia, in base alla sede della neoplasia ed alle condizioni generali del paziente. L entità del residuo post-chirurgico, che, per essere correttamente valutato, deve essere eseguito mediante una RM (o TC) con e senza contrasto entro 48 ore dall intervento, correla negativamente con la prognosi 4,10. Una recente revisione sistematica della letteratura conferma che l estensione della chirurgia si associa ad una maggiore spettanza vita nei pazienti affetti da glioma ad alto e basso grado 11. La recidiva post-chirurgica è purtroppo la regola anche in assenza di residui radiologicamente evidenti, ed in più dell 80% dei casi si verifica proprio in prossimità del letto chirurgico. LA RADIOTERAPIA Se trattati con la sola chirurgia, pochi pazienti con glioma ad alto grado superano i 6 mesi di vita, mentre la radioterapia post-operatoria prolunga in modo significativo la sopravvivenza mediana fino a circa 9-10 mesi per i pazienti affetti da glioblastoma 12,13. Il trattamento radioterapico standard dei glioblastomi prevede l erogazione di 60 Gy in 30 frazioni giornaliere da 2 Gy ciascuna (per un totale di sei settimane di trattamento). Il volume bersaglio è costituito dal nodulo di enhancement visualizzato alla RM preoperatoria nelle sequenze T1 pesate più una fascia di 2-3 cm tutt attorno ad esso, in considerazione della tendenza infiltrativa di queste neoplasie. La presenza di lesioni multiple bilaterali richiede invece l estensione del campo all intero encefalo ma a dosaggio ridotto (45-50 Gy). Il trattamento radioterapico dovrebbe iniziare il più presto possibile, compatibilmente con la guarigione chirurgica, in genere entro 4-6 settimane dall intervento. Una recente analisi retrospettiva condotta dal RTOG ha valutato l impatto sulla sopravvivenza di una riduzione nell attesa dell inizio della radioterapia < 6 settimane su 2855 pazienti affetti da glioblastoma. Lo studio, analizzando intervalli di 2 settimane, 2-3 settimane, 3-4 settimane, >4 settimane, non ha dimostrato nessun peggioramento della sopravvivenza consensuale all aumento dell intervallo di tempo, considerato comunque entro le 6 settimane 14. La radioterapia può temporaneamente aggravare un edema pre-esistente, specie nei casi non operati e può portare fino a quadri di ipertensione endocranica con shift della linea mediana e/o iniziale erniazione cerebrale, che necessiti di una temporanea interruzione del trattamento con potenziamento della terapia antiedemigena. In ogni caso il dosaggio della terapia steroidea deve essere limitato alla minore dose in grado di controllare i sintomi da ipertensione endocranica. Non esiste indicazione a superare i 60 Gy nella pratica clinica ordinaria. Numerosi tentativi di migliorare i risultati ottenuti con la radioterapia convenzionale sono stati ef- 14

fettuati come l iperfrazionamento giornaliero, l utilizzo di radiosensibilizzanti 15, l impianto locale di sorgenti radioattive (brachiterapia), o di iperossigenazione mediante terapia iperbarica, l impiego diborofenilalanina associata ad un fascio di neutroni (Boron Neutron Capture Therapy-BNCT), ma nessuno di questi approcci si è dimostrato finora più vantaggioso. Altre tecniche di irradiazione quali la radiochirurgia, la radioterapia stereotazzica, la IMRT non hanno ad oggi dimostrato un vantaggio di sopravvivenza con queste tecniche rispetto alle strategie terapeutiche standard. LA CHEMIOTERAPIA TERAPIA ADIUVANTE L elevata chemioresistenza dei glioblastomi e la presenza della barriera ematoencefalica rappresentano i principali ostacoli che hanno rallentato l applicazione della chemioterapia nei gliomi ad alto grado. Le nitrosouree sono state a lungo i principali farmaci utilizzati per il trattamento delle neoplasie gliali, sia in modo adiuvante al termine della radioterapia oppure alla recidiva o progressione radiologica di malattia in pazienti già irradiati. Anche se singoli studi di fase II riportarono significativi tassi di risposta, vari studi randomizzati non sono riusciti a dimostrare un significativo impatto sulla sopravvivenza globale rispetto alla sola radioterapia. Successive metaanalisi hanno invece dimostrato un vantaggio significativo, pari ad un incremento assoluto di sopravvivenza a due anni che varia dal 5 al 10%. Dal 2005, in seguito allo studio randomizzato di fase III condotto da EORTC/NCIC su 573 pazienti affetti da glioblastoma, il nuovo standard terapeutico per i pazienti è costituito dal trattamento con temozolomide (75 mg/m 2 /die) per tutta la durata della radioterapia (60 Gy /30 frazioni), per un massimo di 7 settimane, seguita da 6 cicli di temozolomide adiuvante (150-200 mg/m 2 x 5 giorni, ogni 28) 8. Metaanalisi relative all utilizzo delle nitroso uree come trattamento adiuvante Istologia Incremento di tipologia di studio Autori sopravvivenza a 2 anni AA e GBM dal 16.4 al 25% Meta-analisi di 16 precedenti Fine Cancer 1993 16 studi randomizzati, più di 3.000 pazienti totali GBM dal 9 al 13% Meta-analisi su dati individuali Stewart Lancet 2002 17 di 3004 pazienti arruolati in 12 studi randomizzati Fine, Cancer 1993; Stewar, Lancet 2002 15

Le Neoplasie del Sistema Nervoso Centrale I pazienti trattati con temozolomide concomitante alla radioterapia e, a seguire, adiuvante hanno ottenuto un miglioramento statisticamente significativo del tempo alla progressione (5 mesi vs 6.9 p<0.001), della sopravvivenza mediana (12.1 mesi vs 14.6 mesi p<0.001) e della sopravvivenza a 2 anni (10.4% vs 26.5%) 8. Una recente rianalisi dei dati dopo un più lungo follow up mediano (45.9 mesi), ha confermato che l aggiunta di temozolomide alla radioterapia sia in grado di produrre un vantaggio altamente significativo, con una sopravvivenza a 2-, 3- e 4-anni pari al 11.2, 4.3 e 3.8% nel braccio della sola radioterapia rispetto al 27.3, 16.7 and 12.9% nel braccio del trattamento concomitante (p<0.0001) 18. In corso di terapia concomitante è raccomandata la profilassi con sulfametoxazolo/trimetoprim o pentamidina. Nel caso di malattia in atto e responsiva ai trattamenti al termine dei 6 cicli di temozolomide adiuvante, può essere preso in considerazione un prolungamento della chemioterapia di mantenimento con temozolomide fino a 12 cicli 19. Tale approccio è già stato incluso in alcuni studi randomizzati di fase III internazionali. Il trattamento concomitante con temozolomide può portare ad un potenziamento degli effetti della radioterapia. Ciò può tradursi in un aumento della necrosi nelle lesioni neoplastiche ed in una maggiore rottura della barriera ematoencefalica, dando luogo a quadri neuroradiologici di pseudoprogressione (pspd) pressoché indistinguibili dalle reali progressioni di malattia. I pazienti affetti da glioblatoma trattati con temozolomide concomitante ed adiuvante a radioterapia possono presentare alla prima RMN di rivalutazione eseguita ad un mese dal termine del trattamento concomitante una pseudoprogressione in circa il 22-31% 20 21. Tale fenomeno, presumibilmente legato a fenomeni di necrosi indotta dai trattamenti citotossici, è correlato alla metilazione del gene MGMT. È pertanto consigliata prudenza nella valutazione della progressione di malattia ad un mese dal termine della terapia concomitante. Il gene MGMT codifica per l enzima O-6-metilguanina-DNA metil-transferasi. Questo enzima è in grado di riparare il danno indotto da alchilanti proteggendo la cellula tumorale. Quando il promotore del gene MGMT risulta essere metilato alle indagini di PCR specifica per metilazione, si verifica il silenziamento del gene e quindi un sua inattivazione ed il trattamento chemioterapico ha un azione determinante nella sopravvivenza dei pazienti. Il glioblastoma può presentare resistenza agli agenti alchilanti, farmaci che espletano la loro azione alterando il DNA, mediandi l aggiunta di addotti alchilici in posizioni specifiche del genoma, determinando apoptosi. Gli studi di biologia molecolare eseguiti negli ultimi anni hanno dimostrato che a giocare un ruolo chiave nel meccanismo di re- 16

sistenza è il gene MGMT. I pazienti che presentano la metilazione di tale gene presentano una sopravvivenza mediana di 21.7 mesi se trattati con radioterapia e temozolomide contro 15.3 mesi se ricevono solo radioterapia; viceversa i pazienti senza metilazione del gene ottengono con radioterapia e temozolomide una mediana di 12.7 mesi contro 11.8 mesi se ricevono solo radioterapia 22. Ad oggi, comunque, al di fuori degli studi clinici, nella pratica clinica quotidiana lo stato di metilazione del gene MGMT, non è attualmente validato come parametro decisionale nella scelta del percorso diagnostico/terapeutico del paziente 23. In uno studio condotto da Brandes e Colleghi 24 è stato osservato il cambiamento del pattern di recidiva dopo trattamento combinato di radiochemioterapia. Storicamente sappiamo che dopo radioterapia la recidiva di malattia fuori campo di irradiazione avviene in circa il 5% dei pazienti trattati. Dopo trattamento concomitante ed adiuvante invece circa il 20% dei pazienti possono sviluppare una recidiva di malattia al di fuori del campo di radioterapia. Questo studio evidenzia che la recidiva fuori campo è più tardiva rispetto alla recidiva locale, e che questo fenomeno risulta essere maggiormente frequente nei pazienti che presentano la metilazione di MGMT. Un analisi genomica su oltre 20.000 geni di pazienti affetti da GBM ha rilevato mutazioni somatiche del gene isocitrato deidrogenasi 1 (IDH1) in una frazione di queste neoplasie (12%), più frequentemente nei pazienti giovani (età media 33 anni) o affetti da GBM secondari, ossia in evoluzione da una pregressa neoplasia a basso grado. Tali mutazioni sono associate ad una prognosi migliore 25. Un recente studio 26 ha analizzato la sequenza genica di IDH1 e IDH2 in 445 neoplasie cerebrali e 494 neoplasie di altra sede. Sono state identificate mutazioni geniche di IDH1 in più del 70% dei gliomi di grado II e III e nei glioblastomi secondari, mentre pressoché assenti negli altri tipi di tumori valutri. I tumori con mutazioni di IDH1 e IDH2 presentano caratteristiche genetiche e cliniche distinte, presentando in genere una prognosi migliore rispetto agli analoghi tumori wild-type per il gene IDH. Il trattamento con wafers contenenti BCNU (Gliadel) impiantati alla chirurgia nei pazienti affetti da glioma maligno e successivamente trattati con sola radioterapia adiuvante, determina un aumento della sopravvivenza statisticamente significativo rispetto ai pazienti trattati con sola chirurgia e radioterapia (13.9 mesi vs. 11.6 mesi, p= 0.03). Nell analisi dei soli pazienti affetti da Glioblastoma (n=101) la differenza di sopravvivenza non è risultata significativa 27. Il trattamento standard nei pazienti affetti da GBM in prima diagnosi con temozolomide concomitante ed adiuvante a radioterapia ha dimostrato un tasso di sopravvivenza a 2 anni del 24.6%. Nello studio di Westphal tale percentuale era inferiore (15.8%) pur comprendendo anche pazienti affetti da astro- 17

Le neoplasie Neoplasie del sistema Sistema nervoso Nervoso centrale Centrale citomi di III grado e quindi con una prognosi migliore. Pertanto alla luce delle evidenze scientifiche attualmente disponibili questa opzione terapeutica non è raccomandabile in alternativa al trattamento con temozolomide concomitante a adiuvante alla radioterapia. Non esistono chiari dati di tollerabilità ed efficacia di Gliadel in combinazione a temozolomide, tale utilizzo è pertanto sconsigliato al di fuori degli studi clinici. TRATTAMENTO DEL GLIOBLASTOMA NELL ANZIANO Circa un terzo dei pazienti affetti da glioblastoma ha più di 60 anni alla diagnosi 28. Ciononostante, esiste una generale tendenza a sottotrattare o non arruolare in studi clinici i pazienti anziani 29. Un analisi condotta su ampi studi cooperativi ha evidenziato come solo il 22-36% dei pazienti nella fascia d età >65 anni partecipa a studi clinici, nonostante i pazienti in questa fascia d età rappresentino circa il 60% dei pazienti oncologici. Questa tendenza è dovuta soprattutto al fatto che l età avanzata rappresenta il più importante fattore prognostico negativo nelle neoplasie cerebrali 30. Tale prognosi sembra essere legata ad una diversità nelle caratteristiche genetico-molecolari tra pazienti anziani ed adulti. Attualmente non esistono dati molecolari derivanti da studi prospettici in questo ambito 31 CHIRURGIA L intervento deve sempre essere effettuato sulle lesioni aggredibili chirurgicamente anche perché è generalmente seguito da un rapido miglioramento sintomatologico 32. Fanno eccezione gravi compromissioni del performance status pre-operatorio, ed interventi ad alto rischio di morbidità postoperatoria. RADIOTERAPIA La radioterapia a dosaggio standard (60 Gy/30F) insieme alla chirurgia rappresentano il trattamento d elezione dei pazienti affetti da glioblastoma 33. Tale considerazione viene dall analisi di un numero limitato di studi clinici condotti storicamente nei pazienti adulti affetti da glioblastoma, che hanno dimostrato una scarsa prognosi con una sopravvivenza mediana inferiore all anno. Nel paziente anziano >70 anni con PS 70 la radioterapia (50 Gy/25F) associata alla terapia di supporto determina, in un unico studio randomizzato, un aumento significativo della sopravvivenza rispetto al solo trattamento di supporto (29.1 vs 16.9 settimane, p=0.002). Lo stesso studio randomizzato dimostra come l aggiunta della radioterapia al trattamento di supporto, non determini un aumento di eventi avversi, nè un peggioramento degli indici di qualità di vita, di attività neuropsicologica e cognitiva 34. Uno studio randomizzato condotto su 100 pazienti anziani ( 60 anni) 18

affetti da glioblastoma non ha dimostrato differenze significative nella sopravvivenza dopo trattamento con radioterapia standard (60Gy/30F) o ridotta (40Gy/15F), dimostrando una sopravvivenza mediana di 5 mesi 35. TRATTAMENTO RADIOCHEMIO- TERAPICO CONCOMITANTE Recentemente il trattamento con temozolomide concomitante ed adiuvante a radioterapia standard (60Gy/30F) ha dimostrato un aumento significativo della sopravvivenza rispetto alla sola radioterapia nei pazienti con età <70 anni, diventando pertanto il trattamento standard nei pazienti adulti affetti da GBM 8. Tuttavia questo trattamento, divenuto ormai standard nel trattamento del glioblastoma nell adulto, non è stato ancora validato per i pazienti anziani con età >70 anni. Un recente studio condotto da Brandes e colleghi 36 ha analizzato l impatto del trattamento concomitante su 58 pazienti anziani ( 65 anni) affetti da glioblastoma. In questo studio il trattamento concomitante confrontato con i dati storici dopo sola radioterapia sembra determinare un aumento della sopravvivenza (13.7 mesi) e del PFS (9.5 mesi). Tuttavia lo stesso studio sottolinea un possibile aumento della tossicità del trattamento concomitante con l evidenza di un deterioramento cognitivo di grado 3-4 nel 25% dei pazienti e di leucoencefalopatia Classificazione prognostica gliomi ad alto grado in recidiva Classe prognostica Caratteristiche cliniche Mediana di sopravvivenza Classe I Istologia non GBM 25.7 mesi KPS 80-100 Sede frontale Classe II Istologia non GBM 17.1 mesi KPS 80-100 Sede non frontale Classe III Istologia non GBM 3.8 mesi KPS 60-70 Classe IV Istologia GBM 10.4 mesi Età<50 KPS 90-100 Classe V Istologia GBM 5.6 mesi Età<50 KPS 60-80 Classe VI Istologia GBM 6.4 mesi Età 50 Non uso di steroidi Classe VII Istologia GBM 4.9 mesi Età 50 Uso di steroidi 19

Le Neoplasie del Sistema Nervoso Centrale nel 10% dei pazienti trattati. Non esistono attualmente indicazioni in studi di fase III al trattamento con temozolomide concomitante ed adiuvante a radioterapia nei pazienti con età >70 anni. Sono attualmente in corso studi randomizzati di fase III per valutare sia efficacia che tossicità del trattamento chemioradioterapico in questo gruppo di pazienti. TRATTAMENTO ALLA RECIDIVA Una recente analisi eseguita da Carson e Colleghi su 333 pazienti affetti da glioma ad alto grado in recidiva trattati in 10 studi prospettici di fase I e II ha identificato i seguenti fattori prognostici correlati alla sopravvivenza: istologia tipo GBM (rischio relativo [RR] = 2.01), aumento di 10-anni nell età (RR = 1.23), KPS < 80 (RR = 1.54), e utilizzo di corticosteroidi (RR = 1.49) 37. Nello stesso studio in base a questi fattori prognostici è stata elaborata la seguente suddivisione in 7 classi prognostiche (vedi tabella pag. 19). Alla comparsa di recidiva/progressione di malattia dopo chirurgia e radioterapia esclusiva le principali opzioni chemioterapiche sono: Fotemustina 75 mg/m 2 giorni 1,8,15 (fase di induzione) seguiti dopo 5 settimane da 100 mg/m 2 ogni 3 settimane (mantenimento) (Brandes 2009). BCNU in monochemioterapia (60 80 mg/m 2 per 3 giorni ogni 6-8 settimane) (Brandes 2004). PCV (CCNU 110 mg/m 2 al giorno 1, Procarbazina 60 mg/m 2 /die dal giorno 7 al giorno 21, Vincristina 1.4 mg/m 2 i giorni 7 e 29, ogni 42 giorni) Temozolomide 150-200 mg/m 2 per 5 giorni ogni 4 settimane. Arruolamento in trials sperimentali Nuovi chemioterapici Farmaci specifici per nuovi targets molecolari L associazione di CPT-11 e Bevacizumab (anticorpo monoclonale diretto contro VEGF) ha dimostrato recentemente risultati promettenti in uno studio di fase II nei pazienti con GBM in recidiva ottenendo un PFS-6 del 46%, una sopravvivenza (OS) a 6 mesi del 77% (95% CI, 64% to 92%), ed un response rate (RR) del 57% 38. Questi risultati sono stati confermati anche da uno studio di fase II pubblicato solo in forma di abstract all ASCO 2008 39 che ha randomizzato 167 pazienti affetti da GBM in recidiva a Bevacizumab o Bevacizumab + CPT-11 ottenendo un tasso di risposte rispettivamente del 20% e 32.9%, un PFS-6 di 35% e 50% ed un OS mediana di 9.7 e 8.9 mesi. Ulteriori informazioni relative all utilizzo di bevacizumab come agente singolo per pazienti affetti da recidiva di glioblastoma provengono da uno studio di fase II promosso dal National Cancer Institute (NCI) 40. In questo studio tale trattamento ha mostrato un tasso di risposte del 35%, un PFS-6 del 29% ed un OS mediano di 7.5 mesi. In base ai risultati in termini di tasso di risposte ottenuti in questo studio e a quelli ottenuti nello studio di Cloughesy nel braccio contenente solo bevacizumab la Food and Drug Admininstration ha concesso la approvazione accelerata ma provisional per bevacizumab come agente singolo nelle recidive di glioblastoma (http://www. accessdata.fda.gov/drugsatfda_docs/ label/ 2009/125085s0169lbl.pdf), in attesa di uno studio di fase III che è in corso. EMEA ha deciso di non approvare l utilizzo di bevacizumab per i pazienti affetti da recidiva di glioblastoma, in quanto questo farmaco induce una stabilizzazione della BEE con conseguente minor 20

passaggio del gadolinio (pseudo risposte) che quindi può alterare i tempi di Progression Free Survival, e ha deciso di aspettare i risultati di studi di fase III (http://www.ema.europa.eu/pdfs/human/ opinion/avastin_q&a_74620809en.pdf). Tuttavia sono stati resi noti all ASCO 2010 i risultati a lungo termine del sovracitato studio di Cloughesy 39, che dimostrano tassi di sopravvivenza ad un anno pari al 38%. (T. Cloughesy, J. J. Vredenburgh, B. Day, A. Das, H. S. Friedman, for the BRAIN Investigators: Updated safety and survival of patients with relapsed glioblastoma treated with bevacizumab in the BRAIN study. J Clin Oncol 28:15s (suppl; abstr 2008), 2010). Tali risultati, sebbene non ottenuti in uno studio randomizzato di fase III, sono superiori a quanto ottenibile con la chemioterapia classica (Ref 45, 46, 47), risultando, pertanto, di estremo interesse. Alla comparsa di recidiva o progressione dopo chemioterapia adiuvante, il trattamento chemioterapico di II linea va scelto in base al tipo di risposta ottenuto, alla tossicità, ed al tempo intercorso dal termine della chemioterapia adiuvante. Riguardo alle modalità di esecuzione della chemioterapia è importante considerare quanto segue: Nessuno studio ha dimostrato un vantaggio della polichemioterapia rispetto alla monochemioterapia Non è stabilita una durata ottimale del trattamento in pazienti responsivi o stabili durante chemioterapia. Le nitrosouree erano i farmaci più attivi prima dell avvento della temozolomide 41. La temozolomide ha dimostrato significativa efficacia abbinata ad una ottima tollerabilità clinica anche in pazienti anziani; in uno studio randomizzato di fase II, essa ha ottenuto risultati migliori rispetto alla procarbazina 2 in termini di PFS-6 mesi, però non esistono confronti diretti randomizzati con le nitrosouree o con schemi contenenti nitrosouree. REINTERVENTO Alla recidiva dopo trattamenti primari (chirurgia, radioterapia con o senza chemioterapia) il re-intervento rappresenta una delle possibilità terapeutiche, ma è gravato in genere da maggiore morbidità in relazione ai trattamenti precedenti ed alla maggiore estensione della neoplasia. Le principali indicazioni al re-intervento (predittive di maggiore sopravvivenza e qualità di vita) sono età 70 anni, PS >70, istologia non-glioblastoma, intervallo dal primo intervento maggiore di 6 mesi, e assenza di deficit neurologici invalidanti 43. L uso della radiochirurgia alla recidiva può aumentare la sopravvivenza ed il controllo di malattia in pazienti selezionati, ma a costo di una possibile tossicità 44. VALUTAZIONE DELLA RISPOSTA IN NEURO-ONCOLOGIA Nel 1990 Macdonald e colleghi hanno descritto i criteri per la valutazione della risposta ai trattamenti utilizzati nei gliomi ad alto grado 3. Questi criteri, che si basavano principalmente sull utilizzo dei criteri di risposta bidimensionale della World Health Organization (WHO) hanno segnato il passaggio fra una interpretazione soggettiva dei cambiamenti clinici e radiologici verso criteri radiologici maggiormente oggettivi. I criteri di Macdonald prevedono la valutazione dell area neoplastica che assume il mezzo di contrasto alla TC o 21

Le Neoplasie del Sistema Nervoso Centrale alla RMN nelle sequenze T1 e tengono anche in considerazione sia l utilizzo dei farmaci corticosteroidi (in quanto possono alterare i quadri neuroradiologici), sia le condizioni generali del paziente (in quanto possono guidare alla comprensione di quadri neuro radiologici non facilmente dirimenti). Sebbene questi criteri abbiano delle limitazioni (in particolare la difficoltà nel misurare i bordi spesso irregolari dei gliomi o la valutazione delle lesioni cistiche) sono stati considerati negli anni generalmente accettati in ambito neuro-oncologico per la valutazione della risposta dei trattamenti sui gliomi ad alto grado. Remissione Completa (RC): scomparsa della captazione del mezzo di contrasto da parte del tumore su scansioni TC o RMN consecutive eseguite a distanza di almeno 4 settimane, in assenza di terapia steroidea ed in presenza di una clinica neurologica stabile o migliorata. Remissione Parziale (RP): riduzione 50% dell area neoplastica ipercaptante (misurata come prodotto dei diametri perpendicolari maggiori), in presenza di terapia steroidea stabile o ridotta e di una clinica neurologica stabile o migliorata. Progressione di Malattia (PD): aumento 25% dell area neoplastica ipercaptante (misurata come prodotto dei diametri perpendicolari maggiori) o comparsa di nuovo tumore alla TAC/RMN, in presenza di terapia steroidea stabile o aumentata e di una clinica neurologica deteriorata. Malattia Stabile (SD): tutte le altre situazioni evidenziate alla TAC/ RMN eseguita almeno 2 mesi dopo l inizio del trattamento. Attualmente in neuro-oncologia si ritiene che la percentuale di pazienti non progrediti a 6 mesi (PFS-6) sia un più oggettivo criterio di valutazione dell efficacia dei trattamenti chemioterapici per gli studi di fase II rispetto ai tassi di risposta, in quanto la progressione di malattia è definibile in modo univoco, mentre l entità della risposta radiologica è spesso controversa; inoltre i parametri PFS e PFS-6, al contrario della sopravvivenza globale, non risentono degli eventuali reinterventi o trattamenti di seconda o terza linea 45. Il valore del PFS-6 come endpoint per gli studi di fase II è stato inoltre recentemente riconfermato su ampie e più recenti casistiche 46,47. Con l avvento, negli ultimi anni di nuovi farmaci ad azione antiangiogenetica in grado di ridurre sia l edema perineoplastico che il passaggio di contrasto alla TC o RMN (in grado quindi di diminuire l entità dell enhancement indipendentemente dalla variazione dimensionale della massa tumorale), e quindi con la comparsa di quadri di pseudorisposta, così come con il riscontro di quadri di pseudoprogressione dopo trattamento chemioradioterapico, sono stati proposti nuovi criteri per la valutazione della risposta in neurooncologia, tuttora in corso di validazione 48. Tali criteri prevedono, in aggiunta a quanto già descritto nei criteri di Macdonald, anche la valutazione delle sequenze T2/ FLAIR, la valutazione dei campi della eventuale radioterapia, il tempo intercorso dal completamento della stessa, e prendono in considerazione un massimo di 5 lesioni. 22

GLIOMI ANAPLASTICI (WHO GRADO 3) Gli astrocitomi di grado 3 o gliomi anaplastici rappresentano circa il 20-30% delle neoplasie cerebrali primitive. Sono suddivisi in: astrocitomi anaplastici, oligodendrogliomi anaplastici, e forme miste oligoastroctomi anaplastici. Gli oligodendrogliomi puri sono le neoplasie gliali a prognosi migliore, con sopravvivenze mediane di 4-5 anni (grado III). Gli oligoastrocitomi sono invece neoplasie che presentano elementi cellulari sia astrocitari sia oligodendrogliali ed hanno prognosi intermedia fra le forme pure oligodendrogliali o astrocitarie. Una componente oligodendrogliale si considera in genere rilevante quando costituisce almeno il 20-25% della neoplasia. Tuttavia è stata documentata un importante variabilità interosservatore nella diagnosi istologica tra forme oligodendrogliali, astrocitarie e miste. Un importante apporto nella diagnosi differenziale tra neoplasie oligodendrogliali e astrocitarie è stato dato dalla correlazione tra le forme oligodendrogliali e la delezione dei cromosomi 1p e 19q 49-52. Le analisi molecolari su queste forme hanno infatti evidenziato che gli oligodendrogliomi anaplastici sono caratterizzati dalla delezione combinata di 1p/19q nel 60-70% dei casi, mentre la stessa alterazione è molto meno frequente nelle forme miste (26-38%) ed astrocitarie (0-11%). In particolare i tumori che presentano la delezione combinata di 1p/19q sono caratterizzate da un elevata sensibilità alla chemioterapia, riportando una responsività pressoché totale alla chemioterapia secondo schema PCV 53. APPROCCIO TERAPEUTICO La resezione chirugica il più ampia possibile è uno capisaldi del trattamento dei gliomi ad alto grado. L entità del residuo post-chirurgico correla negativamente con la prognosi (LDP IV) 4, 10, anche se viene obiettato che ad avere una resezione non radicale sono le neoplasie che coinvolgono strutture vitali e che quindi hanno già di per sé una prognosi peggiore 54. Una recente revisione sistematica della letteratura conferma che l estensione della chirurgia si associa ad una maggiore spettanza vita nei pazienti affetti da glioma ad alto e basso grado 11. Visto che non è eticamente proponibile uno studio che randomizzi i pazienti con neoplasia resecabile a ricevere o meno una chirurgia radicale, non sarà possibile ottenere livelli di prova superiori. Inoltre considerata l alta discordanza diagnostica anche tra neuropatologi esperti, una chirurgia estesa permette una diagnosi istologica più accurata e di conseguenza una miglior definizione prognostica della malattia. Dal punto di vista terapeutico nelle forme anaplastiche la chirurgia deve essere seguita da radioterapia. Le tecniche di radioterapia sono simili a quelle definite per i gliomi, con dosi di 45-54 Gy per le forme a basso grado e con dosi di 60 Gy per oligodendroglioma e oligoastrocitoma anaplastici. L elevata chemioresistenza delle neoplasie gliali e la presenza della barriera ematoencefalica rappresentano i principali ostacoli che hanno rallentato l applicazione della chemioterapia nei gliomi. Studiate fin 23

Le Neoplasie del Sistema Nervoso Centrale dalla fine degli anni 70, le nitrosouree sono state a lungo i principali farmaci utilizzati per il trattamento delle neoplasie gliali, sia in modo adiuvante al termine della radioterapia oppure alla recidiva o progressione radiologica di malattia in pazienti già irradiati. Anche se singoli studi di fase II riportarono significativi tassi di risposta, vari studi randomizzati non riuscirono a dimostrare un significativo impatto sulla sopravvivenza globale rispetto alla sola radioterapia. Successive metaanalisi hanno invece dimostrato un vantaggio significativo, anche se modesto. In metanalisi, la chemioterapia adiuvante con nitrosouree conferisce un vantaggio statisticamente significativo di sopravvivenza nei pazienti con glioma maligno già operato e radio-trattato. L incremento assoluto varia dal 5 al 10% a due anni. Da tempo è noto che i gliomi ad origine oligodendrogliale sono altamente chemiosensibili allo schema PCV, che ha dimostrato di ottenere una percentuale di risposte complete (RC) del 17-38% e di risposte parziali (RP) del 38-46% 55-57. Dalle casistiche miste si evince che i tassi di risposta sono superiori nelle forme anaplastiche rispetto ai bassi gradi. In considerazione dell elevata chemiosensibilità delle forme oligodendrogliali, alcuni studi cooperativi americani (RTOG) ed europei (EORTC) hanno investigato il beneficio apportato dalla chemioterapia adiuvante con PCV nelle forme oligodendrogliali e miste. Questi studi EORTC 26951 e la sua controparte americana RTOG 9402, hanno entrambi dimostrato che l aggiunta della chemioterapia adiuvante o neoadiuvante con PCV alla radioterapia aumenta il PFS senza determinare un aumento significativo della sopravvivenza 58, 59 (vedi tabella sotto). Tuttavia il maggiore contributo apportato da questi studi è stata la conferma dell ampia differenza prognostica tra neoplasie con o senza la delezione di 1p/19q, con una sopravvivenza mediana di 6-7 anni per le forme delete rispetto a solo 2-3 anni per i pazienti senza delezione. La sopravvivenza mediana delle forme non delete si presenta sovrapponibile a quella osservata negli astrocitomi anaplastici. In base a tali differenze prognostiche in tutti i tumori anaplastici sia a componente oligodendrogliale, astrocitaria o mista andrebbe eseguita la ricerca della perdita di eterozigosi 1p e 19q. L attuale tendenza è pertanto quella di classificare queste neoplasie non in più in base alla classificazione istologica Tabella riassuntiva Studi di chemioterapia adiuvante nei gliomi anaplastici Istologia Tipologia di studio Trattamento PFS OS Autori AO-AOA Studio randomizzato RT+ PCV vs RT 23 vs 13.2 mesi 40.3 vs 30.6 mesi Van den Bent J Clin su 368 pazienti (P <.0018) (p= 0.23) Oncol 2006 59 AO-AOA Studio randomizzato prert PCV 2.6 vs 1.7 anni 4.9 vs 4.7 anni Cairncross J Clin su 291 pazienti vs RT (P < 0.004) P =0.26) Oncol 2006 58 AO oligodendroglioma anaplastico, AOA oligoastrocitoma anaplastico, RT radioterapia 24

che presenta un ampia variabilità interpersonale, ma in base alla delezione di 1p/19q che permette di stabilire in modo puntuale la valutazione prognostica di queste malattie. Gli studi cooperativi neuro-oncologici attualmente in corso hanno pertanto scelto di arruolare i pazienti in base a queste differenze prognostiche classificandoli in: glioblastoma multiforme (sopravvivenza mediana di 12-15 mesi), gliomi anaplastici senza delezione di 1p/19q (sopravvivenza mediana di 2-3 anni) e gliomi anaplastici con delezione di 1p/19q (sopravvivenza mediana di 6-7 anni). Il recente studio randomizzato di fase III EORTC/NCI-C 26981-22981 ha dimostrato un significativo aumento della sopravvivenza dopo trattamento con temozolomide concomitante ed adiuvante alla radioterapia rispetto alla sola radioterapia nei pazienti affetti da GBM. Tale vantaggio è risultato essere correlato allo stato di metilazione del gene MGMT 22. Per quanto precedentemente detto il risultato ottenuto nel GBM non può essere automaticamente estrapolato nel glioma anaplastico che presenta caratteristiche clinico-molecolari diverse. Il profilo di tossicità e di efficacia del trattamento concomitante in queste istologie deve essere valutato all interno di studi di clinici randomizzati attualmente in corso. Il trattamento concomitante nei gliomi anapestici va pertanto considerato solo all interno di studi clinici. Pur non esistendo studi di fase III pubblicati per estenso di confronto fra PCV e temozolomide, nella pratica clinica quest ultima viene preferita come I linea dopo fallimento della radioterapia per la minore tossicità e per la sovrapponibile efficacia 60. In pazienti recidivati o in progressione dopo PCV, la temozolomide ha ottenuto una percentuale di risposte sovrapponibile al PCV ma con minore tossicità 55,61-64. Pertanto temozolomide, può essere preferita in considerazione della sua migliore tollerabilità. Pazienti in progressione sia a nitrosouree (PCV o Fotemustina) che temozolomide possono ottenere Risposte a Bevacizumab 65 o stabilizzazioni anche di lunga durata con carboplatino e VM26 66. I gliomi anaplastici sono rari contando per meno del 30% dei tumori primitivi del sistema nervoso centrale. La radioterapia rappresenta il trattamento standard di queste forme. La delezione dei cromosomi 1p e 19q è associate ad un alta responsività ai trattamenti e ad una maggiore sopravvivenza. Studi randomizzati di fase III suggeriscono che l aggiunta della chemioterapia secondo schema PCV alla radioterapia aumenta il PFS ma non la sopravvivenza rispetto alla sola radioterapia. La chemioterapia adiuvante con PCV è gravata da una tossicità non trascurabile riportando una percentuale del 38% di pazienti che abbandona il trattamento per tossicità. Temozolomide è una chemioterapia efficace meno tossica rispetto a PCV, tuttavia la sua efficacia non è stata formalmente comparata a PCV. 25